Poesie di Coca


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Vedrai...
Vedrai,
scenderà lieve
la neve...
Danzando leggiadra
nell'aria,
si poserà
su monti e su valli
su città e paesi
su chiese...
...E scenderà calda
sul tuo cuore
gelato:
vi riporterà
affiatato
quell'amore
da tanto tempo
assente
così come
lo è stata lei
nelle strade
di questo nostro
avanzato inverno...

Pasticcio di primavera
-Ciriciò...
che colpa ho? -

- Ciricì...
su, vieni qui ! -

- Ciricè...
viene da me ! -

Così due passerotti
ed una passeretta
collo gonfio
penne arruffate,
stridono
sul balcone...
Si chetano,
si alzano in volo
verso un azzurro
luminoso
cosparso
da bianchi brandelli
sfrangiati...
Volano separati:
una coppia
ed un singolo...
L'avrà spuntata Ciricì
l'avrà spuntata Ciricè...?

Splendente maggiolata
tutt'intorno
pulsa nuova
ma eterna
la vita.  

Voci dal vento
Un lieve vento
dolcemente
mi sfiora
mi tocca
mi porta
lo stormire leggero
di teneri arbusti
al limitar del bosco.
Poi pian piano
si accresce
mi fa percepire
l'argenteo
metallico suono
di foglie,
all'inizio son poche…
Ma poi
diventano tante
concitate
e più cupe
nelle loro parole.
Quel suono
mi ronza dintorno
mi fascia la testa
è vera tempesta.
L'intera foresta
mi parla
mi urla
un passato
che mai ha scordato.
Andando nei secoli
indietro
rimembra popoli
antichi
che l'hanno amata
e venerata…
Pian piano
com'era venuto
quel vento si smorza…
Di nuovo è quiete
nel folto del bosco.  

Ho intravisto
Ho intravisto un mondo
immerso in un cupo
crepuscolo,
avvolto
in un abbraccio
di gelo.
Nessun
"occhio caldo"
dal cielo
a riscaldarlo
con l'amore,
a rischiararlo
con un perché…
Una mortale
solitudine
ha attanagliato
il mio cuore.
Ho distolto
il mio sguardo
altrove…    

Holly Wood
and mistletoe

Sono andata in un bosco
di agrifogli.
Incantata,
mi sono aggirata
nella lussuosa
fantastica scenografia
fatta di arbusti
che mi sovrastavano,
carichi del verde
delle larghe lucide
orlate foglie
e del vermiglio
dei grappoli delle bacche.
Che spettacolo
"holly woodiano"!
Ho reciso dei rami
e li ho portati con me
nella mia dimora
per un allegro Natale.

Sono andata in un bosco
di querce.
Proiettata
indietro nel tempo
di migliaia di anni
da quegli alberi secolari
mi sono trovata
tra antichi popoli
dai lunghi incolti capelli
e dalle lunghe barbe:
staccavano
tra i rami ricchi
di foglie e di ghiande
il vischio
per i suoi magici poteri
e per la lunare bellezza
delle bacche opalescenti
e se ne facevano dono
a vicenda.
Tornata al presente
trasognata
ne ho staccati anche io
tanti di quei cespi parassiti
da caricarne le braccia.
Metterò i miei "mistletoe"
agli stipiti delle porte
della mia dimora
come fausto augurio
per l'anno che verrà.     

Presepe d' infanzia
Che fantastico presepe,
copre tutta la parete!

Siamo sei cuginetti
lì davanti un poco stretti,
contempliamo con lietezza
educata compostezza:

-Quanto muschio ha adoperato
lo zio che l'ha allestito!
Verdi siepi, sassolini,
pastori grandi, altri piccini.
Quanti pozzi con i secchi
quanti laghi con gli specchi!
Spumeggiante la cascata
dall'altura si è gettata:
nella verde valle scende
serpeggiando poi in torrente
che si snoda indisturbato
tra i prodotti del Creato.
Fiori e rami sulle sponde
ove i bimbi fanno fionde
emulando lì vicino
il re David bambino.
Lavandaia in sul torrente
lava i panni, altra li stende.
Bianche oche, somarelli
con le mucche ed i vitelli,
tanti cani, pecorine
grosse anatre e galline…
Po' più su c'è il falegname
col fornaio che fa il pane.
Ecco il fabbro fa scintille,
le contiamo a mille a mille…
Del re Erode il gran gioiello
dell'immenso bel castello
lì troneggia sullo sfondo
di tal grande "micromondo"…
Il suo stile è all'orientale
e lo fa molto speciale.
I suoi muri son marrone
ricamati i suoi balconi.
Dentellata è la terrazza
ove grande festa impazza…
Po' più sotto le casette
addossate, strette strette
si fan tanta compagnia
ricacciando chicchessia.
Il paese? E' Betlemme
vera gemma tra le gemme.
E Giuseppe con Maria?
or non sono più per via.
Hanno posto il Bambinello
lì tra il bue e l'asinello.
Che gran cielo illuminato!
Che splendore inusitato!
E' un evento eccezionale:
è una nascita regale?
Testimonia la cometa
che ha seguito la sua meta.
E la folla che è per via
va chiedendo: è qui il Messia?
I pastori allineati
dietro agli altri sono andati:
la ricotta e l'agnellino
sono per Gesù Bambino.
Anche i saggi dagli Orienti
presagiscon lieti eventi.
Son saliti sui cammelli
(sulle gobbe tanti velli)
si son messi per la via
anche loro dal Messia.
Sottofondo musicale:
una dolce pastorale… -

...Noi sei cuginetti
ce n'andiamo zitti zitti,
sulle sei bocche il ditino:
non svegliam Gesù Bambino! 

Ho sognato il mare
Un signore danese…
Andersen…
(lo conoscete?..)
mi ha sussurrato
di Sirenetta:
-Sul fondo del mare
ella ha dimora…
in un fascinoso castello
da preziose madrepore
incastonato
da conchiglie di varia foggia e colore
cementato
da perle iridescenti ornato
da contorti rami di corallo
puntellato…-
Sono andata laggiù.
-Sirenetta, mostrami il mare:
da sempre mi affascina
e mi attira…
mi ha cullata in tante notti
di calda estate
col suono delle sue onde
e con il suo profumo salmastro.-
-Vieni- ella semplicemente
così mi risponde.
Nuotiamo su su
mentre ci accarezzano
folti cespugli di alghe
mentre ci sfiorano
folti gruppi di pesci
che filano veloci
verso ascose caverne.
Sono in superficie,
Sirenetta proprio io
sfioro con le mani
i candidi pizzi
e gli elaborati merletti
della spuma delle onde.
Cavalco enormi cavalloni
che si inseguono festosi,
e, in rapida successione,
mi tuffo nell’oro colato
delle acque del mattino
nel cobalto del pomeriggio
nel rubino del tramonto
nel blu cachemire zaffiro
della notte…
Le onde mi abbracciano
mi penetrano
divento io stessa mare.
Divento flutti
che corrono verso la spiaggia
e vi si infrangono
portando meduse
e cavallucci marini.
Mi sfiorano le ali dei gabbiani
che stridono felici…
Albatros, procellarie…
Mi gonfio fino ad abbracciarli
e… mi desto…

La pioggia
Dal suo regno
di alabastro porfido
e lapislazzulo,
dal suo regno
di fitti ondeggianti
veli cenerini
la pioggia stamattina
è giunta a noi
a picchiettare
ritmicamente
ed incessantemente
con le sue lunghe dita
di cristallo
sui vetri dei fabbricati.
Quel suono uniforme
e rassicurante
ha decontratto
i nostri muscoli
di miseri mortali
ne ha svuotato le menti
da ogni pensiero
triste o gioioso
fatuo o malvagio
facendole fluttuare
leggere
tra i veli cenerini
del suo regno incantato...

L'assiolo
In queste notti
di primo aprile
cantar sento
l'assiolo:
non canta solo...
Se non ancora
è giunta estate
perché cantate?
Non basta il canto
per dare amore
al vecchio cuore...
L'ago del tempo
segna primavera
anche se è sera.
L'ago degli anni
di chi ti ascolta
segna autunno...
Se fossi alunno
ti si direbbe:
o caro assiolo,
vai, prendi il volo...
Tu hai sbagliato
entrambi i tempi
dell'orologio
vattene mogio..

La mia casa
Scoppietta d'allegria
quando, d'inverno.
la legna arde nel camino.
Si intristisce con me
quando il cielo si rabbuia
e lacrime di pioggia
ne rigano i vetri.
Trema con me di paura
al rombo dei tuoni.
Si illumina ridente
quando il sole splende:
mi chiama nella veranda
assolata,
mostrandomi orgogliosa
i gerani fioriti.
Con me tende l'orecchio
al canto degli uccelli
che annunciano primavera
e al tripudio dei loro canti
che si intrecciano melodiosi
al par di sinfonia
quando è estate.
Mi parla con lo scricchiolio
leggero
dei suoi mobili.
Mi tiene compagnia
con l'intervallante
ronzio del frigo
con il rumore sordo della caldaia
con il ticchettio argentino
dei suoi orologi.
Essa respira palpita vive con me
e si addormenta con me
quando, scesa la sera,
gli scuri coprono i suoi vetri
come le palpebre gli occhi...

A Morfeo
O Morfeo, figlio di Ipno,
prendi tra le tue braccia
cullandoli
i bimbi insonni
che hanno paura degli orchi
che hanno paura delle streghe...
Dai da bere le acque
del Lete o dell'Eunoè
ai bimbi tsunami
che hanno ancora gli occhi
colmi di terrore...
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - -- - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
E... poi...
E poi vieni da me
apportatore di sogni colorati
così come sono colorate
le ghirlande di fiori
che tu avrai intrecciato
per me
in un prato verde
come lo smeraldo
soffice come il velluto,
dove mi condurrai
facendomi camminare leggera
con leggeri passi...

Sorrisi
Sorrisi...Quanti ne balenano intorno a noi...

Sorrisi appena abbozzati, sorrisi enigmatici
sorrisi amari, sorrisi sinceri, sorrisi stranieri.
Sorrisi smaglianti da divi in carriera
sorrisi splendenti abbaglianti affascinanti...
Sorrisi caldi solari contagiosi, esilaranti...
Sorrisi ammiccanti guizzanti.
Sorrisi strani ambigui, di intesa
sorrisi di attesa di speranza, sprezzanti
sorrisi accattivanti...

Sbocciano innumerevoli
su innumerevoli bocche
che con essi si aprono leggere
come l'allargarsi dei petali.
Senza accorgercene
o con noncuranza
noi li cogliamo, ne formiamo
un fascio multicolore
e lo portiamo con noi
nelle nostre dimore:
ci farà compagnia nelle ore
di solitudine o di tristezza...

Il Natale é...
...E' un suon di zampogne
un crepitio di castagne...
Un ornare gli abeti
un allestire i presepi...
Scintillio di vetrine
e vociar di vicine...
Un camminare per via
con Giuseppe e Maria...
Un donare torroni
ai bambini più buoni...
Un sentore di neve
mentre il cuore è più lieve...
Un donarsi gli auguri
con i cuori più puri...
Panettoni sfornati
con uvetta e canditi...
Un sentirsi fratelli
con i brutti e coi belli...
Il giocar tombolone
dopo il ricco cenone...
La certezza corale:
sarà ancora Natale!!...    

Sogno d'estate
Notte d'estate, notte serena
nel cielo splende argentea
la luna piena.
E' sonnacchiosa e ombrosa
la verde campagna,
ma a tratti l'assale
l'acuto frinire delle cicale.
Lì dappresso, non lontana
piange cheta
la fresca fontana.
Piazzole e stradine
sono silenti
se tendi l'orecchio
nessun passo senti.
Tutto questo mi ha incantata
e cullandomi
mi ha addormentata.
Ed ecco, sogno
tanta sabbia d'argento
ogni granello è un firmamento.
Quante conchiglie
iridescenti:
mai viste così lucenti!
Il mare d'argento
con i suoi ippocampi
lambisce la riva
che intanto dormiva…
C'è il volo argenteo
d'un airone
sotto la luna
che fa da lampione.
Piove metallo
dalla provvida luna
che così mi ha vestita
di paillettes d'argento
che suonano al vento…
Un cavaliere con corazza
d'argento
(quale strano vestimento!)
mi si avvicina lentamente
quasi a guisa di serpente.
Dolcemente mi prende la mano
ed insieme camminiamo.
Con i piedi disegniamo
e ne siamo molto fieri
(per cui avanti andiamo alteri)
tante note: crome, biscrome
ed altre ancora con altro nome
Quale musica ammaliante
da quelle note (e sono tante).
Lui mi accarezza
i lunghi capelli…
Io lo guardo negli occhi
che sono tanto belli…
Da tale sogno molto appagata
all'improvviso mi sono svegliata.
Ammicca la luna dal balcone:
ma, ne sono certa,
non è affatto un lampione!
Per tutta notte ha rischiarato
il mio sogno (da ragazza) beato…
Di rosei oleandri
il mio balcone trabocca
(mi ha baciata anche sulla bocca?)…    

La cascata
Dall'alto della rupe
aspra sassosa e brulla
fragorosamente
scende
la cascata.
Io sono là sul ponte
e guardo estasiata.
Frammenti di goccia,
frazioni,
mi spruzzano
a doccia.
Esisto io
solamente
e la sua spumeggiante
possanza
che non ha nome
né luogo né tempo
né età.
Ed io, con essa
in simbiosi,
percepisco radiosi
i raggi di sole
che dà primavera.   

Neve
Bianca e morbida
candida e soffice
a guisa di panna montata
e di zucchero filato
la neve stanotte
ha ricoperto il paese
che stamane
si è risvegliato
cristallizzato
in una silenziosa immobilità.
Ed ora, anonimo
e senza tempo,
sa di eternità.   

Quadro
Da vari giorni infuriava la bufera
e quella sera
la tempesta ululando e sibilando
spezzò i rami del pino e dell'acanto.
Fitta scendeva la neve dal cielo
ed in quel gelo
turbinando in mille mulinelli
formava mucchi che sembravan castelli.
Bello era il calor del caminetto
e dolce il tetto
che ci copriva e che ci riparava
(tal la caverna ove l'hom si rifugiava).
Brucianti gli occhi tu mi divoravi
e mi infondevi
forte un calore ed il cuor mi scioglievi.
Il gatto ai tuoi piedi addormentato
ronfava beato.
Ci circondava strana un'atmosfera
che pur surreale era tanto tanto vera.
Quella sera mi possedesti con la mente
e a chi mi sente
dirò che rispondendo a tal richiamo
(anch'io con la mente) gli dissi: ti amo.
Quattro eravamo nella magica scenetta
ma gli altri due mai ci dieder retta…   

Danzo danzo danzo
Io danzo...
guidata dal mio ballerino piroetto leggera
librandomi sulle onde di un fantastico valzer.
Le sue note mi infondono una spumeggiante allegria
simile all'effetto di una bottiglia di champagne
appena stappata
che mi spinge al centro della pista.
Lì... dieci ballerini mi attendono...
ed al suono delle note sempre più coinvolgenti
ed incalzanti di quell'interminabile valzer
mi cingono a turno la vita
guidandomi in passi sempre più veloci ed arditi
in giravolte sempre più strette.
Su di me vedo balenare lampadari
intorno a me vedo sfilare la smalto
di centinaia di fiori emananti acuti inebrianti profumi...
E' tutto un turbinio di luci, suoni, colori...
e percepisco calore, tanto calore...
Il calore che mi arde dentro per la musica,
il calore emanato dal corpo dei miei cavalieri...
Sento che il sangue mi si scioglie nelle vene
diventa una colata di zucchero...
Le gote mi si accendono oltre misura
gli occhi mi scintillano
come le gocce di cristallo dei lampadari...
In quale incantato tempo, in quale incantato luogo mi trovo?
Felicemente smarrita, penso di trovarmi
nel mondo della felicità,
afferrata per lunghi indimenticabili attimi...  

Dal passato
Vezzosa damina,
da alcuni giorni con la gonna frusciante
ti aggiri silenziosa
nelle enormi stanze del tuo avito castello.
I lunghi capelli castani
sono sollevati e fermati da qualche forcina
lasciando ricadere sulla fronte morbidi riccioli.
Sono forcine molto belle, di osso
cosparse da luminosi strass
ed incise alla sommità da eleganti disegni floreali
con sfumature color verde:
tu ne vai giustamente orgogliosa, poiché
nessuna nel paese ne possiede altre eguali.
Fai capolino nella sala, ora chiusa,
ove alcuni mesi or sono
si festeggiò il tuo fidanzamento...
I tuoi occhi si riempiono di lacrime brucianti.
A passo svelto ti avvii nella cappella per pregare
e dai libero sfogo al pianto...
Un bisticcio col tuo fidanzato?
Ma a tutto c'è rimedio: suvvia, asciugati gli occhi
e pensa che solo qualche primavera
ti divide dal giorno in cui, vestita da sposa,
una carrozza trainata da cavalli bianchi
ti porterà nella chiesa più grande del paese
per quel sì definitivo che ti introdurrà
nel tuo destino di sposa e di madre...

Quadretto
Passeggiàvam pian piano
mi toccasti la mano...
Io guardai le stelle:
mai viste sì belle...
Sottofondo un assolo:
cantava l'assiolo...
Poi la mano ritrassi:
tu pensasti ti odiassi...

Tal quadretto sbiadito
nei ricordi è impostato...


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