Racconti di Adalberto Fornario


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Leggi le poesie di Adalberto

 

RacCorti - Storie brevi e brevissime che sembrano film
di Adalberto Fornario
Edizioni Jamm, 2010

DI CUORE E DI PENSIERO
Trame di films, appunti di vita, tracce di racconti autobiografici e non. Sono prodotti e pulsioni della fervida fantasia di Adalberto Fornario, che, come lui stesso a volte ama sottolineare divertito, non interrompe mai la sua attività. La curiosità è la molla principale che pompa ossigeno e sangue nel cuore e nella testa : cinema, al primo posto, narrativa, soprattutto noir, teatro, musica, soprattutto l'amato Faber, arti visive, insomma Adalberto è un divoratore onnivoro di tutto quanto l'umana creatività può produrre. E da queste abbuffate culturali sortiscono le sue elaborazioni creative, che diventano un impellente bisogno di misurarsi con se stesso e condividere con gli altri. Così scrive e pubblica poesie (Faccia a faccia 2006), gira e monta videoclip e corti, ipotizza trame di film mai visti e che magari prima o poi film diverranno. Divertendosi prima di tutto e divertendoci con la sua arguta e visionaria capacità che si traduce in nobili "pensieri e parole".
Ivana Jachetti

 

Ipercarlotta
Carlotta ha sette anni ed è abbastanza in sovrappeso per la sua età.
Però è carina, simpatica, chiacchierona e con grandi occhioni nocciola.
Ha una scherzosa abitudine: le piace dare della "grassona" alle compagne di scuola, certamente più magre di lei.

Purtroppo ha una grave malformazione renale che la pone costantemente nella spiacevole situazione di non riuscire a trattenere la pipì, dovunque si trovi.
Così, sia a casa che a scuola non riesce a trattenersi, non raggiungendo il bagno prima di farla.

Ha preso una adolescenziale cotta per Raffaele, suo compagno di classe, che generalmente la tratta con garbo e simpatia.

Quella mattina, però, qualcosa non ha funzionato.
Carlotta si è alzata dalla sedia per chiedere alla maestra di andare in bagno.
Come altre volte, però, non è riuscita a trattenersi ed ha bagnato il vestitino ed il pavimento.
La maestra, forse meno disponibile del solito per questioni personali, l'ha rimproverata violentemente.

A questo punto la bambina ha rivolto lo sguardo ai compagni di classe, che le hanno risposto deridendola e sghignazzando.
Ed anche Raffaele non è stato da meno, arrivando anche a lanciarle palline di carta.

Non riuscendo a trattenere la rabbia, Carlotta inizia ad urlare ed a espellere pipì a non finire, inondando prima la classe e poi tutta la scuola.

Albatross
Joris ed Helene vanno in crociera per festeggiare il loro decimo anniversario di matrimonio.

Durante il viaggio c'è un attentato a bordo: un'esplosione fa naufragare la nave ed i superstiti si ritrovano su un sperduta isola tropicale.
Fra di loro c'è anche Joris, rimasto cieco durante l'esplosione, che viene a sapere della morte della moglie durante il naufragio.

Nei giorni di permanenza sull'isola, i naufraghi si nutrono di carne di albatross, catturati da alcuni di loro.
O, almeno, questo è quello che dicono.
Joris non può verificare, ma che strano gusto ha quella carne!

Dopo alcuni interminabili giorni, il capitano della nave, Kurt Vogel, riesce a mettersi in contatto con un nave cisterna e tutti fanno ritorno a casa.

Anche Joris ritorna, ma ha molti dubbi.

Una sera va a cenare in un lussuoso ristorante, in compagnia di amici, ed ordina carne di albatross: la mangia e capisce che quella che aveva mangiato sull'isola non era la carne del grosso uccello marino.

Tornato a casa, impugna la pistola e si uccide.

Il viaggio del pidocchio solitario
La situazione era precipitata.
Marian non era riuscita a dire la verità al marito ed ai due giovanissimi figli.
Lei, bella borghese residente nel quartiere elegante di Birmingham, aveva deciso di andare ad insegnare nella scuola elementare di un sobborgo a venticinque chilometri da casa. Quartiere degradato e pochissimo curato dalle autorità cittadine.
E non era riuscita a parlarne neanche con Assad, operaio iraniano conosciuto a scuola, padre di uno dei suoi alunni, con il quale aveva intrecciato una relazione extraconiugale ed extraurbana.
Alle prime avvisaglie dell'epidemia di peduncolosi manifestatasi a scuola, Marian aveva partecipato con impegno ed energia a vaccinazioni e rasature a zero dei bambini colpiti dai malefici insetti.
Nonostante ciò, non era riuscita ad evitare il contagio. Quel maledetto le si era come conficcato nel cervello e la stava come prosciugando. Aveva continui mal di testa, svenimenti, attacchi di cervicale, mal di schiena. Ed un senso di totale ed assoluta spossatezza.
I familiari non sapevano spiegarsi i motivi di tanta sofferenza, non essendo a conoscenza dei fatti, e la avevano portata in Ospedale di gran fretta, all'ennesimo svenimento.
Purtroppo, fu tutto vano.
La ritrovarono una mattina nel bagno della camera in cui era ricoverata, ovvero ritrovarono il suo pigiama ed al posto del corpo....un pidocchio della grandezza di un neonato !

Curse of Welwitschia
La famosa archeologa fiamminga Lorraine van de Bohr riceve dal Museo Nazionale delle Scienze di Bruxelles l'incarico di effettuare degli scavi in Namibia, per riportare alla luce degli importanti reperti localizzati in una zona di quel misterioso paese.
Per ostacolarla, la autorità mettono in giro la leggenda dello sciamano Sakura, che non vorrebbe si disturbassero le anime dei defunti seppelliti in loco.
Durante gli scavi accadono degli strani incidenti e manifestazioni ostili da parte dei locali vengono costruite ad arte.
Hydris, un tecnico indigeno, buon conoscitore della storia e delle leggende della sua terra, riesce a farle capire che quella leggenda non è mai esistita. Insospettita, la donna si rivolge al principe Yousuf Iman, che si finge innamorato di lei e che afferma di volerla aiutare, spinto dal desiderio di conservare l'ambiente al suo stato naturale. Messo alle strette dalla studiosa, però, l'uomo confessa tutto: il governo è intenzionato a sfruttare le miniere di uranio presenti nel paese per installare una base atomica.
Subito lei si reca al palazzo del governo ed ha un duro scontro con il primo ministro, che le consiglia di lasciar perdere le ricerche e ritornare a casa, evitando di mettere a repentaglio la propria vita. La coraggiosa scienziata, però, non si arrende.
Decide di raccontare tutto a Vincent, il suo ex marito, famoso giornalista francese. Con l'aiuto di Hydris, gli invia un manoscritto in cui rivela tutto l'intrigo e con una telefonata, preannuncia all'uomo l'arrivo del manoscritto.
Ma la telefonata è intercettata. Il principe, in combutta con i governanti, la convoca a palazzo con una scusa, per farla uscire dal suo rifugio.
Durante il tragitto in jeep, la donna subisce un attentato, nel quale perde la vita.
L'ex marito riceve il manoscritto e riesce a coinvolgere l'opinione pubblica sulla faccenda.
La base non verrà costruita e la donna riceverà gli onori di un funerale di stato.

Ipercarlotta
Carlotta ha sette anni ed è abbastanza in sovrappeso per la sua età. Però è carina, simpatica, chiacchierona e con grandi occhioni nocciola. Ha una scherzosa abitudine: le piace dare della "grassona" alle compagne di scuola, certamente più magre di lei.
Purtroppo ha una grave malformazione renale che la pone costantemente nella spiacevole situazione di non riuscire a trattenere la pipì, dovunque si trovi. Così, sia a casa che a scuola non riesce a trattenersi, non raggiungendo il bagno prima di farla.
Ha preso una adolescenziale cotta per Raffaele, suo compagno di classe, che generalmente la tratta con garbo e simpatia.
Quella mattina, però, qualcosa non ha funzionato.
Carlotta si è alzata dalla sedia per chiedere alla maestra di andare in bagno. Come altre volte, però, non è riuscita a trattenersi ed ha bagnato il vestitino ed il pavimento.
La maestra, forse meno disponibile del solito per questioni personali, l'ha rimproverata violentemente.
A questo punto la bambina ha rivolto lo sguardo ai compagni di classe, che le hanno risposto deridendola e sghignazzando. Ed anche Raffaele non è stato da meno, arrivando anche a lanciarle palline di carta.
Non riuscendo a trattenere la rabbia, Carlotta inizia ad urlare ed a espellere pipì a non finire, inondando prima la classe e poi tutta la scuola.

Blind life, blind death
Residenza di lord Oscar Da Ville. Notte.
Peter e la sua banda si introducono nella casa.
Stanno portando via la refurtiva, quando si trovano di fronte Lord Oscar e la moglie, svegliati dal trambusto. I due nobili cercano di intervenire, ma i banditi perdono la testa e sparano all'impazzata: la donna viene colpita in pieno e stramazza al suolo; l'uomo è colpito alla testa.
I banditi, nel frattempo, si dileguano.
Lord Oscar è ricoverato d'urgenza: riuscirà a sopravvivere ma perderà la vista.
Trascorrono alcuni mesi e la vita sembra scorrere senza particolari aspettative per il Lord.
Una sera, ad un party, conosce un personaggio misterioso, ma interessante. I due iniziano a frequentarsi: lunghe discussioni e piacevoli serate accanto al fuoco del camino, nel salone della villa del nobile.
Il nobile non ha riconosciuto il personaggio, che è proprio Peter, non avendolo riconosciuto a causa della sua menomazione e non avendolo mai sentito parlare la sera della tragedia.
A sorpresa, e senza avvertire l'altro, l'infermo si sottopone ad un difficile intervento chirurgico agli occhi in Svizzera, riacquistando, in parte, la vista.
Quando Peter, ignaro, lo va a trovare alla villa, Oscar lo riconosce e, accecato dall'ira, lo fa accomodare in casa, imbraccia il fucile da caccia esposto nel salone in bella vista, lo carica, raggiunge l'ospite e gli spara, uccidendolo.

Marzipan
La Marzipan Orchestra è una banda musicale che deve recarsi a suonare nella piazza di un paese a quaranta chilometri di distanza dal loro luogo di residenza abituale.
E' domenica mattina e piove a dirotto.
Durante il viaggio ne succedono di tutti i colori.
Un trombonista ha un improvviso attacco di asma e perde il fiato, un tamburo si fracassa cadendo dal tetto dell'autobus sgangherato sul quale stanno viaggiando e, per finire in bellezza, per strada si buca una ruota dello stesso: così tutti si ritrovano a spingere il pesante automezzo per cambiare il pneumatico, sotto una pioggia torrenziale.
Finalmente arrivano a destinazione, ma trovano la piazza deserta : hanno sbagliato paese !

Come l'eroe danese….
"Come l'eroe danese, la mente vaga..."
E non riusciva ad andare oltre.
Erano mesi che tentava di terminare quella sceneggiatura ed il produttore si faceva sempre più insistente.
Avrebbe voluto scrivere un film sulla sua condizione, ma non si sentiva più un Amleto o, almeno, così gli sembrava.
Stava soffrendo ancora per i postumi di quella dolorosa ma, come diceva lui, "dolce malattia" ed il ricordo dei giorni trascorsi a letto in compagnia solo di lei o in attesa che lei se ne andasse, era l'unico pensiero che lo accompagnava.
Ma non riusciva ad andare oltre.
Forse sarebbe stato meglio scrivere un film comico, ma non è facile far ridere la gente, sempre, per tutto un film, anche se non si riteneva un tipo triste.
Il produttore, in fondo, avrebbe accettato qualsiasi cosa pur di iniziare le riprese (e non perdere i finanziamenti).
Ma la penna, dopo il primo rigo, sembrava incepparsi.
Avrebbe potuto raccontare di lei!
Si, poteva essere una buona idea.
Decise di provarci e si gettò a capofitto nella faccenda, partendo dall'inizio.
Non si era trattato di una malattia strana o sconosciuta, in fondo poteva capitare a chiunque, ma lei, arrivata col freddo (come influenza o raffreddore), lo aveva trovato "scoperto" e gli si era insinuata lentamente.
I sintomi erano stati quelli classici, anche se senza febbre e senza rigetto.Gli stessi sanitari non si erano preoccupati più di tanto, anche se continuavano a non saper dare spiegazioni al fenomeno.
Verso la primavera, col caldo, si aspettava qualche miglioramento, ma le cose non migliorarono, anzi sembrava che il tepore d'aprile accentuasse i sintomi ed i pericoli.
Bisogna dire che, dopo le prime reazioni, non fece granchè, in seguito, per guarire e la cosa non gli sembrò affatto strana.
Intanto, come accade quando non ti curi bene, il male si insinua e ti aggravi, ma lui, in tutta incoscienza, non dava segno di accorgersene ed a niente erano valse le preoccupazioni e gli allarmi dei sanitari: in fondo, con questa malattia, cominciava a starci bene.
Si svegliava ed il pensiero di dovere o di potere sentirsi male non sempre lo affliggeva: ormai il male era diventato come parte di sè.
Venne l'estate e, si sa, col caldo forte i sensi, fisici e psichici, si adagiano un pò e si rischia maggiormente il contagio di malattie periodiche.
In lui avvenne una reazione contraria. Iniziò ad uscire di casa, anche contro il parere dei sanitari e tornò a frequentare le strade e le piazze, cosciente che lei era lì, accanto a lui, dentro di lui: non poteva più farne a meno, era un malato che stava diventando grave.
Andò in vacanza come tutti, ma sentiva di essere diverso; in fondo gli pareva di avere qualcosa in più degli altri. Ma il sole ed il mare non gli fecero bene.
Dopo le vacanze tornò a chiudersi in casa ed i sanitari gli consigliarono un periodo di montagna. Partì. Sembrava che le cose si stessero mettendo bene ma, senza la sua "dolce malattia" si sentiva diverso da prima, gli mancava qualcosa e, tornato in città, quasi come un andare a cercarsi il contagio, si ammalò di nuovo.

Ed oggi ?
Così avrebbe concluso la sceneggiatura. Con i dubbi e le perplessità sul presente; quindi il rimando all'eroe di Shakespeare era ben azzeccato e, forse, lo avrebbe usato come titolo.
Era mattina inoltrata quando si presentò con una bozza della sceneggiatura a casa del produttore, che lo accolse cordialmente, come sempre (era anche il suo mestiere, d'altro canto). Vi trovò anche la segretaria di edizione degli ultimi suoi film ed uno dei protagonisti dei tanti serial televisivi, cugino del produttore.
Parlarono, inizialmente, del più e del meno, di alcuni progetti e dell'andamento della campagna pubblicitaria televisiva per l'ultimo film prodotto.
Subito dopo, entrarono nel vivo dell'incontro e lui presentò il soggetto del film, esponendone la sceneggiatura per sommi capi.
Il produttore e gli altri ascoltarono con attenzione (forse!) il tono pacato e tranquillo del suo parlare e, alla fine della sua esposizione, iniziarono le domande e le perplessità
E' un racconto che interesserebbe ?
La gente sarebbe interessata alla storia di una malattia che, in fondo, si incontra ogni giorno in tanta parte dell'umanità ?
Il produttore, dovendo investire dei soldi, voleva sentirsi almeno tranquillo, se non soddisfatto, del suo rischio.
Fino ad allora, il rapporto fra i due era stato molto proficuo, visti i risultati (e qualche premio) ottenuti con gli ultimi tre film fatti insieme.
Lui cercò di sciogliere i dubbi del produttore, assicurando tutto il proprio impegno per la realizzazione di ciò che sentiva profondamente suo e che, in fondo, lo continuava a seguire e, in parte, a tormentare.
Tutti quegli ultimi mesi trascorsi in compagnia della sua "dolce malattia" non sarebbero stati vissuti invano: avrebbe realizzato la sua opera più affascinante e più sentita.
Un pezzo della sua vita sarebbe scorso sullo schermo bianco d'una buia sala cinematografica.
Il produttore lo seguiva affascinato e si fece consegnare la bozza della sceneggiatura.
Gli avrebbe dato una risposta entro pochi giorni.
Lui salutò e li lasciò, portandosi dietro l'immagine d'un malato perfettamente cosciente e, forse, in via di guarigione.


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