Poesie di Daniela Adamo


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Il suo nome è Daniela Adamo, è nata a Napoli e la sua città è impressa in lei, come un tatuaggio indelebile! Ha visto la luce nel 1968, sotto il segno della Vergine e le caratteristiche di questo segno – onestà, concretezza, rigidità, dolcezza, acutezza, realismo, tranquillità, spirito di osservazione, pignoleria, perfezionismo, freddezza (spesso solo apparente), altruismo, fedeltà, sarcasmo e durezza (se offesa, ferita o tradita) - tratteggiano alla perfezione il suo carattere… che definire complesso è forse poco!
E’ Giornalista Pubblicista (purtroppo disoccupata!) ed è diplomata in Ragioneria.
Tutto ciò che è creativo ed artistico è per lei motivo di interesse e passione, ma il suo più grande amore è… SCRIVERE! Ha iniziato da ragazzina e non ha smesso più…
Ha scritto vari testi per canzoni, una decina di racconti, circa 400 poesie e un romanzo, intitolato “Di realtà e fantasia”.
Il suo scritto parla d’amore (in senso lato) – l’argomento che preferisce perché è ciò che è più importante nella vita -, di affetti familiari, di amicizia, di problematiche sociali, della sua città, di vita...

                                        Indirizzo e-mail: dani-caffe@libero.it 

Sveva
Sveva guardava il mare
Sveva guardava oltre,
guardava la linea indefinita
ove il cristallo del cielo
e il corallo del mare
si sposano
e danno vita
a quella perla di luce infinita.
E sognava,
sognava figure impossibili…
Seduta sulla gelida
sabbia invernale,
bagnata da poche gocce ghiacciate
che le spaccavano l’anima,
Sveva
fissava il suo pensiero
in quel che fu,
nel non più possibile;
rivedeva le sue pagine rosa
tra gocce di lacrime e pioggia
che la riportavano sulla sabbia.
Destò il suo sguardo
d’improvviso,
una briciola di cane
faceva feste nel suo grembo!
Spostò il suo sguardo
nella placida distesa azzurra,
un piccolo pescatore
tornava a riva
col suo carico di fatica.
Si voltò di scatto sul lato,
il palloncino d’un cucciolo d’uomo
la colpì.
Sveva sorrise.
Non era più sola,
la perla di luce era lì,
la vita era con lei.
Sveva non guardava più il mare,
non guardava più oltre…

Le ragazze
Le ragazze
che
a grandi passi
camminano
nelle fredde ore del mattino…
Le ragazze
che
occhi stanchi e
piedi affossati in scarpe informi,
corrono nella nebbia
verso il dovere quotidiano…
Le ragazze
che
cantano
e si stringono le mani
per la paura del domani…
Le ragazze
che
alle 13
dividono un panino
e i sogni per domani…
Le ragazze
che
al sabato sera
diventano donne
e poi, domani,
forse mamme…
Le ragazze
domani
canteranno dei figli.

La tua penna
La tua penna
scivola veloce
sulla tua anima nera,
inventa ghirigori d’amore
per il tuo cuore asciutto,
cerca la rima giusta
per la tua mente inaridita.
La tua penna,
compagna
di avventure spirituali,
di sogni
solo a te confessati,
di realtà
troppo spesso celate
dietro un velo di fantasia.
La tua penna,
colore
per un’anima candida,
creatura
cara alla tua espressione,
amica che
non ti tradisce,
non ti lascia,
una compagna sincera.

Regalarti
Regalarti un sorriso,
il mio scopo più vivo.
Regalarti un’emozione,
la mia gioia più profonda.
Regalarti un sogno,
il mio più grande sogno.
Regalarti il mondo,
sarebbe sempre il fondo,
per te, mamma,
che hai regalato a me la vita.

Il cerchio della vita
Tristezza e malinconia.
Gioia e felicità.
Il cerchio della vita
è sempre questo qua.
Quando poi rifletti,
ti fermi, pensi e dici…
“La gioia è una stellina,
cade una volta
ed è felicità…
La tristezza è un cielo immenso,
t’apre le braccia
ed è malinconia”.

Il velo dell’opacità
Nei miei occhi
il velo dell’opacità
che ammanta di grigio
ogni cellula di speranza.
Troppe volte
ho tracciato solchi nel cielo
per delineare il destino.
Troppe volte
sempre m’è tornato il grigio,
come metallo greve e pesante.
Ora i miei occhi
sono coperti, gonfi,
non distinguono più.
E la speranza
è un puntino lontano.

24 Dicembre
Domani è Natale.
Nell’aria,
un sentimento di poesia.
Troppa delicatezza
nell’animo della gente.
Si vuol essere più nobili;
la sostanza
lascia il posto
all’apparenza.
Il gusto del bello
prevale
e nel clima rigido e terso
tradizione fa rima con cuore.
Abeti addobbati
e presepi in cui Re
è Gesù Bambino,
un regno di musiche e luci,
una scia di cibo sui deschi familiari.
Stordimento,
non vero sentimento.
Nell’aria,
intrisa di festa e sapori antichi,
spicca un animo triste,
il mio.
Natale
non è riuscito ad avvolgermi
col suo mantello d’allegria,
ma chi non dice
che il vero Natale
non sia quello che sento io:
sostanza e non apparenza.

Un cane abbandonato
Fai attrito
con la mia persona,
ma se poco t’amassi,
come molti pensano….
che mi scannasse Dio!
Per la mia strada,
solo te ne vai,
vecchio randagio
dall’anima ferita,
in questa afa d’estate.
Occhi imploranti,
lingua penzoloni,
respiro boccheggiante,
passo forzato,
ti trascini,
mille volte avanti e indietro,
alla ricerca
d’un tozzo di pane tra i rifiuti,
d’un sorso d’acqua
ad una fontana che non c’è.
Non v’è nulla,
quindi ti accasci
sotto al mio portone,
allo stremo delle forze,
a far passare un’altra notte.
Ogni tanto,
con gli occhi chiedi pietà,
ti alzi,
uno sguardo intorno
per farti notare
da qualche residuo d’umanità,
poi ricadi desolato.
Questa la tua estate,
vecchia povera bestia,
oggetto ingombrante
per i tuoi padroni in vacanza.
Quanto resisterai?
Forse fino al loro ritorno,
quando…caro cucciolo!…
ti porteranno di nuovo
nel loro nido.
Ebbene,
cara bestia,
spero proprio
tu non ce la farai…

così che,
al loro ritorno,
capiranno
d’aver regalato
la morte
ad una creatura dell’Universo;
così che
il rimorso
sarà compagno
dei loro giorni;
così che
possano essere
da tutti additati,
loro, sì,
come delle vere bestie!

Avvertirti
Avvertirti…
Voltarmi di scatto e vederti,
stringerci e singhiozzare,
mentre tu mi chiedi
“Perché piangi?”.
E’ un tutt’uno.
Brividi su emozioni,
lacrime su sorrisi,
parole che si rincorrono
per la paura di non averne più.
E’ voler fermare il tempo,
quel tempo
che ha spezzato le ali
al nostro voler stare insieme,
quel tempo
che ti ha tagliato
dalla mia vita,
diventata di colpo
piatta e secca.
Quel tempo
che – sempre! – decide per me,
lasciandomi senza fiato.
Quel tempo
non si ferma mai
ed apro gli occhi al nuovo giorno,
lasciando quell’immagine dentro di me,
salutando lui…
che chissà
se più rivedrò…

Tu nun me pienze
Tu nun me pienze.
Tu nun me siente.
Tu me guarde
e nun me vire.
Tu c’ ‘a stiento
t’arricuorde ‘o nomme mio.
Tu ca nun ause ‘o telefono
manco pe me dicere
“Né… comme staie?”!
Io pe tte
so’ carta straccia,
amicizia ‘e siconda mano.
E si tu pe mme
sì ‘o sale,
io pe tte
so’ solo ‘o vino.
Embe’!…..
Pe quant’ è ovèro
‘o bene ca te voglio,
aggia urdinà’
a stu core mio
‘na cosa grossa assaie,
ca me cagnarrà’
tutt’ ‘a vita!…
“ Core,
core mio
famme ‘na grazia…..
cancella chella faccia
a int’all’uocchie mieie,
aiuta chesti ‘rrecchie
a nun sentì’ cchiù
chella voce,
famm’ ‘o scurdà’
pe sempe
e accummiencia
a penzà’ a ‘n ‘ato…!
Core,
core mio
io t’ ‘o chiedo cu calore
ma già saccio
ca, chesta,
è ‘na battaglia persa!”

E’ la mia vita
Che cosa sarebbe stata
la mia vita
senza conoscere
il tepore del tuo respiro,
senza assaporare
il Paradiso delle tue labbra,
senza sapere
la dolcezza del perdermi
nelle tue braccia,
senza provare
l’estasi
dei tuoi occhi lucidi
affondati nei miei….
Che cosa sarebbe stata
la mia vita
se in quell’istante
non fossi venuto
nella mia vita….
Il niente, amore.
E’ la mia vita
e il solo averti conosciuto
le dà un senso,
è mia ragione di vita.

Il tempo del sorriso
Una voglia
di batter le ciglia
e vederti ai miei occhi,
estasiata dal tuo essere,
baciata dal tuo parlare.
Quando torna
il tempo del sorriso,
l’attimo di festa,
la luce coi tuoi occhi?
Questo è il tempo
di aridi perché,
di artigli contro la vita,
di polvere di fiele.
Giusto, sbagliato,
che senso ha!…
Il senso sei tu
e tu sei lontano,
sempre nel mio cuore.
Quando torna
il tempo del sorriso…

Il volo degli angeli
Ho alzato gli occhi al cielo,
ho visto il volo degli angeli.
Come tanti gabbiani
andavano liberi,
col loro manto azzurro,
le coroncine d’oro al capo,
le grandi ali bianche.
Una tenue melodia
mandavano in Terra
e la nostra anima
era purificata,
il nostro pensiero
scevro da ombre cupe,
i nostri volti
illuminati da un sorriso.

Ho alzato gli occhi al cielo,
gli angeli non erano più,
mangiati dalla montagna.
La musica era finita,
il sorriso scomparso
come per incanto.
Guarderò il cielo,
per il prossimo
volo degli angeli.
Solo loro
sanno darmi
briciole di pace,
molecole di sereno.
Solo loro
sanno far sorridere
il mio cuore,
i miei
angeli del Paradiso.

Roberto
Una storia diversa,
un amore diverso.
Per Gianna provava affetto,
per Sonia simpatia,
per Marianna una vera amicizia.
Per nessuna provava amore.
Non aveva mai assaporato
la dolcezza dell’amore.
Roberto amava Cristo,
Cristo era con lui
ma era troppo lontano.
Roberto amava Luca
ma Luca faceva parte
di un altro pianeta.
Roberto si risvegliò di colpo
da un sogno
accarezzato troppo a lungo.
Vide il suo futuro
in tanti piccoli flashes in bianco e nero,
tanta solidarietà,
tanto amore di mamma,
tante buone parole,
tanto compatimento.
Troppo poco per costruire una vita.
Solo con Cristo
avrebbe potuto dare un senso
alla sua esistenza sbagliata.
A Cristo si donò,
in un freddo attimo di lucidità.

Napule
Napule
che guarde 'e stelle,
Napule
che vire 'o mare e dici...
"Che cartulina che songh'io
pe' chi me vede!"...

Mamma mia,
che presunzione!?
No, Napule, nun si...
Tu si 'nu suonno
ch' è realtà overa,
si 'na bumbuniera
'e luci, musica e parole
mai scurdate,
si 'nu filo
ca nun se spezza,
e a genta toia
-vera comme 'o pane,
senza 'nu pizzico 'e malignità-,
te venera e t'adora
e quanno a 'o munno
h'è ditto...
"Io songo 'e Napule"!
Basta...
nun ce vonno ati parole
e 'o core tuio
è pazzo p' 'a felicità.

La felicità
La felicità
è un giro di valzer,
un breve passo a due
e poi il casqué.

Mia madre
Mia madre,
con le sue larghe spalle
e il sorriso di sempre.
Mia madre,
cui la vita ha regalato solo
il poter vivere da sola.
Mia madre,
dolce, fragile,
forte, immensa.
Mia madre,
con il suo solo modo
di essere madre.

I ceri dei sogni
I ceri nella Chiesa
ardevano in fila,
uno per ogni desiderio.
E li guardavi,
scorrendoli con gli occhi,
ripetendo, ad ognuno di essi,
il tuo sogno.
Al primo cero
chiedesti le rose
e la sua fiammella
ti parve volare verso di te.
Al secondo
domandasti l’oro,
la fiammella rimase fredda.
Il terzo cero
lo conservasti per l’acqua,
lo guardasti
e la sua fiammella tremolò.
Infine, il quarto cero…
A lui affidasti i tuoi sospiri.
Guardasti la sua fiammella
con gli occhi ch’erano ormai
un sussurro di pianto.
Nell’opacità,
la vedesti ferma,
poi tremolante, poi ancora calante.
E non capisti…
Fin quando udisti una voce,
arrivava dall’arcobaleno
e riempiva la volta della Chiesa.
Disse…
“Non chiedere,
non chiedere altro.
E non cercare di capire.
Vivi,
vivi convinta!
Sorridi al nuovo giorno
e pensa che domani sarà migliore.
E se domani non accadrà
quel che il tuo cuore anela,
non incupirti,
accadrà poi…
La vita è mistero,
non è certezza.
La vita è sogno
e fin quando non s’avverano
rimangono nel vento.
Non inseguirli,
sono loro che un giorno
busseranno al tuo cuore.
E quel giorno
le fiammelle dei tuoi ceri
brilleranno alte per te…”.
Quelle parole
sciolsero
la mia anima nel burro…
ma ora…
com’è difficile accettare
l’incerto, il forse possibile!
Com’è dura
vivere tra le onde!
Ma la vita è mistero,
non è certezza…
e forse è bene così.
I suoi doni
saranno sorprese divine…
Saranno la vita!   

Come cristalli di sale
Come cristalli di sale
scendono su un manto innevato
portandolo allo stato liquido,
vorrei che perle di sole
cadessero sul mio cuore aggrumato
regalandogli la fluidità,
la leggerezza
perdute nella notte del tempo.   

La notte di Natale
Nella notte di Natale,
fermati qualche minuto
ad osservare il cielo;
vedrai una miriade di stelle
apparentemente tutte uguali.
Fissale meglio,
una sola attirerà
la tua attenzione
perché brillerà più
di tutte le altre
e quasi t'accecherà.
E' la tua stella.
Da quella notte,
sarà sempre accanto a te
e brillerà sempre più forte,
per illuminarti il cammino...  

L’indifferenza
Vedi un’ombra
dinanzi a te.
Quell’ombra
sono io:
cuore, cervello, anima,
non polvere imbottita,
non fantoccio di carta.
Passa un corpo
davanti a te.
Quel corpo
è il mio:
persona in carne ed ossa,
non carne che cammina.
Se lo capirai
sarà l’ultimo
dei nostri giorni,
quando ritorneremo polvere
in nuvole di fumo.
La ferita più profonda
del mio cuore
non è quella
del tuo non-amore,
è quella
del tuo non-vedermi,
del tuo non-capirmi,
del tuo non-considerarmi.
L’indifferenza,
quella sì,
fa male al cuore.

Sei dentro di me
Se mi sveglio,
- un pensiero, una luce -
e tu sei nei miei occhi.
Se mi soffermo a pensare,
- un flash, un’emozione -
e tu sei davanti a me.
Se nel mio letto aspetto il dolce sonno,
- un ricordo, un rimpianto -
e tu sei accanto a me.
Quando non ci sei,
sei dentro di me.

Il tempo delle favole
Bimba
che sorridi per un niente…
Bimba
che profumi di latte e ingenuità…
Piccolo e paffuto Pierrot
che tanto sai di bambola…
Pelle di velluto
che odori di rosa…
Riempi il cuore
alla tua mamma.
Regali gioia
a chi ti guarda
Dai fiducia
alla speranza.
I tuoi occhioni aperti sul mondo
si interrogano su mille “perché”.
Le tue parole appena accennate
intingono di tenerezza.
Stringerti è poesia…
Non conosci
malizia.
Non sai cosa vuol dir
furbizia.
Non credi di questo mondo
cattiverie.
Se una bestia
ti fa del male
cadi al suolo
indifesa.
Per te
la vita è gioco.
Darti la Luna
è donarti amore.
Bimba
che sorridi per un niente…
continua a sorridere
finché puoi.
Il tempo delle favole
non torna più.

Non ti amo più
Non ti amo più,
che pallida chimera.
Non ti amo più,
che impossibile follia.
Non ti amo più,
che sogno coltivato.
Non ti amo più,
che assurda verità.
Non ti amo più,
è solo fantasia.
E il vento
scompigliava piano
i miei capelli,
contandoli uno ad uno,
per quante sono
le volte che ti amo.

E quando… la vita
E quando la prima luce dell’alba
abbraccia il mio profilo,
io, assonnata e incosciente,
abbraccio te
ombra dinanzi a me sempre presente.

E quando il mio viso
con pennello e matita dipingo,
il tuo sguardo incontro
e più forte sento
il sapore della tua pelle.

E quando mi confondo
nella recita della mia gente,
ancor più accanto a me
è la tua figura,
disegnata dolce e sicura.

E quando all’imbrunire
nel mio guscio mi rintano,
la tua mano è sulla mia
a farmi aprire senza vibrazioni la porta
e ad indicarmi la strada da seguire.

E quando poi la sera
ritrovo il mio calore artificiale…
una tua carezza
mi farebbe innalzare il mondo…
ma ecco che tu non ci sei.

Ed inizio, ancora, ad immaginare
un’altra giornata insieme a te.

La nostalgia
Infilo il coltello
nella nostalgia
e la divido a piccoli pezzi.
Ne assaggio
poca alla volta
così da non finirla mai.
Non riesco a mangiarla tutta
e a rimanerne senza.

Le ferite del mio cuore
Posso dimenticare
ogni gioia,
ogni briciola di pane.
Posso dimenticare
oro, argento,
ogni attenzione di letizia.
Posso non vedere
un sorriso fatto ad arte.
Non posso dimenticare
parole intinte
di china cattiva.
Sono quelle
che ingrossano e accrescono
le ferite del mio cuore,
quelle che
non posso
non potrò dimenticare.

L’ultimo accordo
Per amica
una chitarra
che accompagna
il mio solitario andare.
Pensieri, musica e parole
e l’aria un po’ retrò
si colora di passione
e vibra d’emozione;
e il mio cuore ferito
pulsa a mille
e s’arrossa timidamente.
L’ultimo accordo impazzito
accende la tua amica,
inondata di lacrime,
per prolungare il sentimento,
per respirare vita.
Ma la musica è finita.

 
‘A favola cchiù bella
‘Na frase corta corta…
ma accussì doce
ca te fa sunnà’ ,
ddoie fragole c’ ‘a panna …
‘a vocca mia e ‘a toia
‘ncullate pe’ l’eternità,
‘nu ninno core a core…
bello comm’ ‘a te
ca ce chiammasse mamma e papà.
Eh’ … si tutto chesto sarrà vita
‘a favola cchiù bella
sarrà realtà.

Passa ‘o tiempo
Passa ‘o tempo
e nun t’accuorge
c’ ‘a frenesia d’ ‘o core
se sceta
ogni matina.
Passa ‘o tempo
e nun t’accuorge
c’ ‘o core, chistu core,
nun ‘a vo’ fenì’
‘e pazzià’ ch’ ‘e sentimenti.
Passa ‘o tempo
e nun t’accuorge
ca nun si cchiu guaglione
pecchè…
‘o tempo se n’è ghiuto
ma ‘o core tuio
è rimasto
‘nu criaturo.

La favola più bella
Una frase corta corta…
ma così dolce
che ti fa sognare,
due fragole con la panna…
la bocca mia e la tua
incollate per l’eternità,
un bimbo cuore a cuore…
bello come te
che ci chiamerebbe mamma e papà.
Eh’… se tutto questo sarà vita
la favola più bella
sarà realtà.

Passa il tempo
Passa il tempo
e non t’accorgi
che la frenesia del cuore
si sveglia
ogni mattina.
Passa il tempo
e non t’accorgi
che il cuore, questo cuore,
non la vuol finire
di giocare con i sentimenti.
Passa il tempo
e non t’accorgi
che non sei più giovane
perché…
il tempo se n’è andato
ma il tuo cuore
è rimasto
 un bambino.


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