Poesie di Pietro Barbera


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Pietro Barbera

Pietro Barbera, nasce a Trapani nel 1959, ove attualmente vive e risiede. È laureato in Ingegneria, (Università di Padova 1984). Un brillante corso di studi culminato con la pubblicazione della tesi tra gli atti del 2° Convegno di ingegneria antisismica di Rapallo nel giugno 1984. Dopo la leva ritorna a Padova insegnando e svolgendo contemporaneamente l'attività d'ingegnere. Partecipa attivamente a progetti di grande interesse professionale. Nel 1992, si trasferisce nella città natale. Ricomincia una nuova vita, riconciliando odio e amore per la terra natia. Attualmente è docente di costruzioni presso l'I.T.G. "G.B.Amico" di Trapani, esercitando anche la libera professione. Riprova ardori e passioni arricchiti dalla nascita della adorata figlia Clara. Coltiva oltre agli studi tecnici, l'amore per le lettere e in special modo per la poesia. Grazie agli stimoli interiori e ai consensi ricevuti, dal 2002 intraprende più coraggiosamente, un cammino tra i versi, provando e riprovando. Scopre che, tra le ansie e la freneticità della vita che conduce, quello della poesia costituisce uno atollo sereno nel quale riversare gioie, amarezze, insoddisfazioni e specialmente per entrare in contatto con il proprio io. Nel giugno 2003 produce una raccolta inedita di circa 100 poesie dal titolo il Tempo sospeso, a cui segue una seconda dal titolo Parole al sole, e altre sillogi nel cassetto, (Riflessi vitali,…). Superata la fase di incredulità per quanto scritto nonché confortato dall'apprezzamento del Prof. Tommaso Romano (poeta-editore), affronta il debutto con Thule con la pubblicazione "Il Tempo sospeso".


Sotto le tue ali
Tendevi avanti le tue braccia
buttandole strette
sul mio collo,
il tuo corpo
ormai sospeso sul mio,
quando mi bisbigliasti:

"mi sembra di volare
sulle onde
come quel gabbiano
laggiù
che sfiora l'orizzonte
tentando di afferrarlo".

In quel momento
sentii d'essere
il mondo intero
sotto le tue grandi ali.

Sous tes ailes
Tu tendais tes bras en avant
tu les serrais fort
autour de mon cou,
ton corps
désormais sur le mien suspendu,
tu me chuchotas:

"J'ai l'impression de voler
sur les vagues de l'océan
comme ce goéland
là-bas
qui frôle l'horizon
en essayant de l'attraper".

A ce moment-là
j'eus le sentiment d'être
le monde entier
sous tes bras ailés.
Trad. Francesca Rosati  


Razzismo
Hanno la mia stessa pelle,
parlo loro nella stessa lingua.
Mi dicono:
"tu non sembri come gli altri
della tua terra".

E' vero.
Rispondo:
"anche tu non somigli
ai tuoi conterranei"

Siamo simili
ma diversi
da tutti gli altri.

Una specie particolare
si riconosce
solo incontrandola.

Racism
They have the same skin as I do,
I speak to them in the same language.
They say:
"But you're not like the others from your region."

"It's true" I reply,
"But neither do you resemble your fellow countrymen."

We are similar
but different
from all the others.

A particular species
may be identified
only by personal encounter.
Traduzione Carl Freeman  

Racisme
Ils ont la même peau que moi
je leur parle dans la même langue
ils me disent:
"Mais tu n'es pas comme les autres
de ton pays."

"Il est vrai, je réponds,
mais, toi non plus,
tu ne ressembles pas
à tes concitoyens"

Nous sommes semblables
mais différents
de tous les autres.

La différence
on l'aperçoit
seulement en la rencontrant.
Trad. Francesca Rosati


Clandestini
Approdano, talvolta.

Nel cuore i compagni perduti
gli affetti spezzati,
nella mente l'ignoto,
negli occhi una strascicata speranza.

Nude mani
come artigli sulla vita,
sottratta alla furia delle onde
alla barbarie
alla fame,
scavano fosse di libertà.

Clandestini sull'arida terra
occultati sotto pietre di silenzio
annegati negli abissi dell'indifferenza.

Spargono tracce di sangue lungo il cammino
inghiottite dalle acque, sorbite dalle zolle,
volatilizzate verso il rosso sole.

Fantasmi…
            Impalpabili…. Clandestini….

Come la nostra solidarietà.
Alziamo solo barricate
contro l'uomo.

Il tempo ha sempre sbriciolato
muraglie e civiltà,
depennato confini,
stendendo spesse coltri di pietà
sopra ogni odio.

Clandestins
Ils atteignent le rivage, parfois.

Dans le cœur les camarades perdus
les amours brisés,
dans la tête l'inconnu,
dans les yeux
un lueur d'espoir.

Les mains nues
accrochées à la vie,
la vie arrachée à la fureur des vagues
à la barbarie,
à la faim,
ils creusent des tranchées de liberté.

Clandestins sur la terre aride
dissimulés sous des pierres de silence
noyés dans les gouffres
de l'indifférence.

Le long du chemin
ils laissent des traces de sang
avalées par l'eau,
absorbées par la terre,
évaporées au soleil rubescent.

Fantômes…
Insaisissables…
Clandestins…

A l'égal de notre solidarité.
Uniquement des barricades
dressées contre l'humanité.

Le temps a toujours ébranlé
murailles et empires
rayé des bornes,
déployant d'épaisses couches de pitié
au-dessus de toute hostilité.
Trad. Francesca Rosati


Infiniti vuoti
Scaldo parole
rigonfie d'aria.

Interminabili silenzi
siderali
esplorerò
in cerca di ancestrali abissi.

Svuotate galassie,
dalle geometrie cristalline
bramose di
un sole gravitazionale.

Fuggenti ruggiti
di veementi trascorsi.

Rotte mai tracciate,
d'allineamenti contorti.

Estasi magnetica
di trascendentale amore…

Legami sconnessi
nel corto circuito
dell'anima.  

La valigia
Partirei per un viaggio senza meta ne fine.

Nella valigia metterei l'essenziale.

Un cappotto caldo di emozioni vissute.

Una maglietta sottile di amori profumati.

Un paio di mutande, indimenticabili,
come gli occhi di mia figlia.

Un paio di calzini,
come le fatiche lavorative
delle quali, di tanto in tanto,
si può fare a meno.

Un paio di scarpe dalla suola robusta
come l'esperienze, utili
per affrontare un lungo cammino.

Un paio di calzoni resistenti
per sedersi comodi su ogni cosa,
come la coscienza,
facili da lavare quando si sporcano.

Un costume da bagno per immergersi
nel mare della solitudine
venendone a galla, per prendere fiato,
con poche bracciate.

Una matita e un foglio bianco
per afferrare
con un balzo felino
le mie fugaci riflessioni
nella savana desertica
degli uomini.  

Tutto si muove
Il mare
oggi
ha perso le onde.

Il vento
è senz'alito.

Il sole,
fiero si specchia
nei cristalli di quarzo
dei tersi fondali.

Tutto tace, sospeso.

Muti i gabbiani.
Fermi i corpi bruniti.
Statue le fronde degli alberi.

Tutto è vaporosa quiete, rovente.

Nel cuore un'eco assordante,
urla il tuo nome.

Tu piano ti avvicini
e siedi accanto
ai miei pensieri.

Tutto si muove d'incanto.  

Tre pesci rossi
Tre pesci rossi in una boccia
d'acqua trasparente
muovono le pinne
dipingendo casuali percorsi
di gioia nella tua mente,
oh bimba mia.

Nuotano liberi
nelle ampolle dei tuoi occhi
che intravedono per loro
acquari senza limiti
nel mare della tua fantasia.

Per ogni bolla dalla loro bocca
tu esprimi un desiderio
prima che questa tocchi
il pelo dell'acqua.

Anch'io ne ho uno.

Poter conservare
il tuo allegro sorriso
fino a che l'ultimo pensiero
lasci la mia mente,
svanendo nel cielo
come una bolla.  

L'aquilone
È passato un secolo
dall'ultima volta
che ho tenuto in mano il tuo cuore.

Come un aquilone lo tiravo
e lui sorseggiava l'aria
con mille piroette
e la coda attorcigliata.

D'improvviso mi è rimasto
solo il filo tra le mani.
Una turbolenta folata
me l'ha strappato.

Mentre planava lento
ho seguito il suo tragitto
fino al suolo.
Frugando nel bosco
l'ho ritrovato disteso
su un letto di rovi.
Mi sono mosso tra spine
e rami secchi
districandolo delicatamente.

L'ho stretto forte al nodo del filo.

Ora sono pronto,
qui,
aspettando una bella giornata
di vento
per farlo volare ancora più in alto.  

Limoni
Ho catturato il sole,
l'ho appeso agli alberi,
verdi di foglie lucenti.

Tondi e gialli limoni,
pieni degli umori
della mia terra.  

L'archeologo
Ti sarò grato per sempre,
Poesia.
Restituisci momenti sepolti
negli strati della memoria.
Sedimenti di vita
cementificati
nell'impasto di smarriti ricordi.
Come un archeologo,
la penna una piccozza,
per fiaccola la fantasia,
rimuovo la coltre di fango,
frugo
tra le sabbie mobili
della coscienza.
Ripago, al fine,
la immane fatica
di fronte al riverbero
di un gioiello arrugginito.
Lucido ogni spigolo e rientranza,
rispuntano volti con occhi parlanti,
atmosfere colme di denso piacere,
rotti pianti d'amore e tristezza.
Un semplice, bianco, foglio
una delle teche
di un grande museo
di rinate emozioni.
Sprizzo di gioia al cospetto
dell'ultimo amuleto ritrovato.
Che sia un lacero osso
o un opale iridescente
fa lo stesso.
In pugno, a me pare,
di stringere un raro diamante.
Brillerà sempre per le mie pupille.  

Amen
Inedia di spirito anelante
posa
su sconfinati oceani di tenebre
rotti schemi
- involuti-
d'arcadica speculazione
ritornano al precipuo scopo:
amore / odio
vita / morte,
anima / materia.

Scardinate le inibizioni
irrorare
-rigenerato il plasma-
nuove arterie
nei percorsi mentali:
esplosione di mondi
mai procreati
nel buco nero della coscienza.

Esalazioni filosofiche
nell'attesa di eventi ridestanti
l'azione,
ricomposte
nel sacrario della letteratura.

AMEN.
(Reazione furibonda al sacrilegio della poesia)

Artisti
Aprono cieli chiusi
gli artisti.
Trafiggono
galassie inesplorate
nell'irrazionalità
del buio siderale.
Sfogliano pagine bianche
da scrivere in un libro
mai letto.
Spremono angosce
ritrovando gocce d'armonie
di note irreali.

Pennellate decise
per l'acquarello
della realtà.
Slanci psichici
oltre il dolore,
fuga dal labirinto
della "normalità".
Spazi mentali
creati dal nulla,
memorie disperse
appese al filo d'Arianna.
Frantumi,
cocci di sentimenti,
rincollati
generano mosaici
cangianti d'umore,
sempre diversi.
Anelito tracotante
-sgretolate le apparenze-
d'insopprimibile
libertà.  

Il canto del Muazin
I passeri della Tunisia
frugano,
con becchi appuntiti,
i prati verdi
all'imbrunire.

Rivoltano lesti
frammenti di fango
per stringere in bocca
piccoli vermi.

Un guizzo d'ali
e l'ambita conquista
trapassa oltre gli oleandri.

Come loro rivolto zolle di pensieri
-i sogni il mio becco-
addento per un attimo
la leggerezza dell'essere.

Volo fulmineo
oltre le fronde dei ficus.

Assaporo la mia effimera preda.

Tutto,
in fievoli bagliori,
si dissolve
nel vento della sera
che porta con se
la nenia del Muazin.


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