Poesie di Vito Bologna


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Vito Bologna scrive le sue poesie e i suoi racconti con sentimenti di memoria Patria.
Orgoglioso della sua provenienza e della cultura di base della famiglia, ben radicata fin dall’infanzia, non manca mai di inserirla in tutti i suoi scritti.
E’ un emigrante ben inserito nel contesto sociale americano ma a tutti si presenta come un italiano doc. L’amore, la fantasia, il romanticismo e i ricordi della vita, sono i parametri che Vito spontaneamente mescola per comporre le rime e i racconti. Ha una mente fervida ed è prolifero di penna, quello che gli frulla nella mente, ben presto si trasforma in una storia, “infatti a lui piace essere il Cantastorie”.
Vito Bologna, un siciliano in America, porta tra la gente la cultura popolare, che tanto potrebbe far bene a quelle schiere di giovani che di certi principi avrebbero tanto bisogno.
Alcide Sartori ((( alcolore )))


Anniversario
Mano nella mano camminiamo,
sulla sabbia baciata dal mare
ogni passa dico che ti amo
mentre le stelle stanno a guardare.

Cinquanta primavere fra un mese
celebreremo un altro anniversario
Donna gentile semplice e cortese
di gioia ai riempito il nostro diario.

Mi hai dato forza e fatto coraggio
anche nel tempo pieno di salite
sempre vicino a me nel mio viaggio
al mondo regalasti altre due vite.

Dolce la sera è fresca e serena
mi ricorda tanto la prima volta
viene straiati con me sulla rena
e in silenzio, il mio cuore ascolta.

Le stelle il cielo e la luna piena
fanno da contorno al nostro amore
sul mare suona l’arpa una sirena
mentre il tuo corpo mi riscalda il cuore.

Buon anniversario dolce amor mio
il nostro amore è grande quanto il mare,
un amore benedetto da Dio,
nessuno al mondo lo potrà spezzare.

Tu come allora
Tracce di sabbia coprono il corpo tuo
di quando distesa stavi sulla rena
il tuo cuore cantava insieme al suo
mentre all’amore ti davi serena,

dalla tua pelle, volò una farfalla
e si andò a posare nel giardino
dal mare una sirena venne a galla
poi di bacio il sole del mattino

timida, avevi vergogna di guardare
e con le mani nascondevi il viso
lavandoti con acqua di mare,
lui tentò un timido sorriso,

Stringendoti al cuore ti giurava
amore eterno per tutta la vita,
amore chi ti ama, mai si scordava
la notte che sfogliavi una margherita

Trent’anni son passati e come vedi
ti amo ancora come il primo giorno,
in regalo mi donasti degli eredi
sei il mio mondo e tutto ciò attorno.

Guarda in cielo, la luna è piena,
tu come allora sei la mia bambina,
stanotte dormiamo sulla rena,
abbracciati aspettiamo la mattina.

Pianto notturno
Cammino sulla sabbia,( sono solo )
è mezzanotte, e non c’è nessuno
con la musica del mare mi consolo
mentre cerco le forme di qualcuno.

Ieri, mentre sola prendeva il sole
su una coperta era lì sdraiata,
guardandola scrivevo le parole
che si dicono alla persona amata.

Tante rime scritte con il cuore
dedicate a colei che tanto amo,
lei che non sente mai il mio dolore
non risponde mai al mio richiamo.

Adesso sono qui sulla spiaggia
odoro nei granelli il suo profumo
col vento il mio canto viaggia
lasciandola in cielo,segnali di fumo

D’un tratto il suon della sirena
mi sveglia, e vedo che ho sognato
nel labbro ho ancor il sapor di rena
tocco il cuscino, è tutto bagnato.

L’attesa
Aveva gli occhi azzurri come il cielo
quella bambina che cercava amore
coperta era sola di un bianco velo
era triste e gli piangeva il cuore

sembrava una sirena li distesa
cullandosi con l’onda del mare
fu li che anni fa, a lei fu presa
tutta la voglia di volere amare

lui era un marinaio e prometteva
che al ritorno non partiva più
e dopo ogni volta gli diceva
"Al mondo per me ci sei solo tu

Ti prego di aspettare bimba mia
per te farò un castello io lassù"
Una notte lui era in compagnia
sul mare vide scendere Gesù.

E aspetta sulla riva la bambina
un marinaio che non torna più
piangendo si dispera piccolina
e aspetta chi più non tornare.

Aveva gli occhi azzurri verso il cielo
il giorno che la trovarono sul mare
il cuore non batteva, era di gelo
sul labbro un sorriso, da baciare.

Solitudine
Chi ascolta a mezzanotte
il canto del mare,
il mormorio dei venti,
il miagolar dei gatti,
chi ascolta ?
Noi,
io e la mia ombra.
Noi,
che nella notte cerchiamo
un viso caro.
Noi,
che al mare raccontiamo
le nostre pene
ed hai venti affidiamo
messaggi d’amore.
Noi
io e quel gatto nero
che copre i miei passi.

Natura morta
All’ombra dei cipressi l’altro giorno
guardavo verso valle, la pianura
un pecoraio che suonava il corno
e un pittore che pittava la natura.

Un farfalla pian piano si posava
sulla solitaria, gialla margherita
in cielo una colomba che volava
guardava fuori la grotta l’eremita.

Una pecorella, alla fonte si disseta
un pò distante la protegge un cane
scrive le sue rime il vecchio poeta
mentre la chiesa suona le campane.

Chi sa s’è realtà, ho natura morta
se sto sognando questo paradiso
chi sa se il nuovo giorno porta
pace e serenità con un sorriso.

Uno dei tanti
Con il cappello a falde e il mantello
bastone in mano e fiore all'occhiello
passeggia per le vie della città
un menestrello che di tutto sa.

Saluta tutti per nome e cognome
ma nessuno sa il suo vero nome
è un mistero non si sa dov'è nato
solo si sa che è figlio d'emigrato.

Per tutta la città lui è "il poeta"
cammina tutto il giorno senza meta
non si sa dove mangia o dorme
d'un grande atleta sono le sue forme.

Alcuni dicono ch'era un campione
altri che ha scritto un sermone
ma lui recita poemi e va avanti
e ti risponde,"Sono uno dei tanti"

Scrivi Poeta
Quando
col cuccurucù
ti sveglia l'alba
e in ciel l'aura vermiglia
e l'orizzonte appura,
quando
solingo andrai per i sentieri,
ad aspirar
l'ebbrezza di natura
scrivi poeta
l'or sublime a vena;

Quando
in pria t'avvedrai
quanto piccola appar
la grande stanza
lo squallore
di quel terzo vano
scrivi poeta
gli strazi dei sospiri;

Ma quando,
quando torna la quiete
e pur l'ultima insegna
non ha vita;
quando
regna la pace
nella notte
e tu
ricordi l'ora, sii felice
fra gli ingialliti fogli
senza voce;

Riscrivi Vate
che in natura canti
dove anche tu
oscilli un regno
che qui
nessun rapisce;
Questo è il tuo regno;
un'alba d'illusione.

Colombe & farfalle
Volate nel cielo farfalle e colombe
sorvolate Città, Paesi e Continenti,
i morti posateli sulle tombe
ai vivi fate loro i complimenti,

sono versi scritti da uno emigrato,
uno dei tanti, poeta-scrittore,
sono poemi bagnati dal pianto
semplici e puri, scritti con il cuore.

Se ci sono sbagli da aggiustare
lascio il lavoro ai professori,
io scrivo poemi, solo da mandare
agli ignoranti lavoratori,

a chi come me non ha avuto scuola
chi per bisogno costretto ad emigrare
con una valigia e la bibbia sola
cosi di notte poter pregare.

volate nel cielo farfalle a colombe
con voi portate un ramo d’ulivo,
annunziate con fanfare e trombe,
torna l’emigrante, ma non è più vivo.

Fra sogno e realtà
Guarda la luna in ciel, comè burlona
gioca a nascondino con la natura,
il vento suona fischiettando piano,
il mare manda un poco di frescura.

Guarda all’orizzonte, l’migrante
canta con il cuore e tanto sentimento,
canta un motivo per l’amante,
l’affida al mare e al vento.

Canta," Italia mia non ti so scordare,
spero di ritornare ogni momento
e poter attraversare questo mare
per tener fede al mio giuramento.

Italia mia da te voglio tornare
e visitare Alcamo marina per
poi imbarcarmi per Castellamare
e attraversare lo stretto di Messina.

Andare a Roma e prendere il treno
a salire per, Genova, Milano, Torino,
e dopo che il baule c’è l'ho pieno,
di ogni borgata preso un pezzettino.

Inginocchiato bacio il terreno
dove son nati Santi e Poeti
dove, riposano in pace nel suo seno
Dante, San Pietro e altri Profeti.

Guarda la luna in ciel com’è birbante
sembra far l’occhiolino all’emigrante
mentre fa strada, la stella più brillante
una colomba va, nel vecchio continente

Le ali dei ricordi
Vola Colomba mia,vai lontano
porta alla mia Patria il tormento
non correre ti prego vai piano
altre parole, le ho affidati al vento

Una farfalla e con te nel cammino
anche un grillo ti fa compagnia
gli Angeli suonano il violino
cosi non sei sola per la via

Ti prego di fermarti ogni borgata
racconta a tutti il pianto il dolore
di questa stanca vita emigrata
che con l’inverno piano. piano muore

Il mare cullerà il mio pianto
il vento mormorerà le mie parole
sotto la luna si sentirà il canto
di me che non vedrò mai più il sole

Tu come allora
Tracce di sabbia coprono il corpo tuo
di quando distesa stavi sulla rena
il tuo cuore cantava insieme al suo
mentre all’amore ti davi serena,

dalla tua pelle, volò una farfalla
e si andò a posare nel giardino
dal mare una sirena venne a galla
poi di bacio il sole del mattino

timida, avevi vergogna di guardare
e con le mani nascondevi il viso
lavandoti con acqua di mare,
lui tentò un timido sorriso,

Stringendoti al cuore ti giurava
amore eterno per tutta la vita,
amore chi ti ama, mai si scordava
la notte che sfogliavi una margherita

Trent’anni son passati e come vedi
ti amo ancora come il primo giorno,
in regalo mi donasti degli eredi
sei il mio mondo e tutto ciò attorno.

Guarda in cielo, la luna è piena,
tu come allora sei la mia bambina,
stanotte dormiamo sulla rena,
abbracciati aspettiamo la mattina.

Ombre sulla sabbia
( notte appassionata )

L’arcobaleno brillava di mattina
le nuvole erano tutte colorate
il pescatore cantava alla marina
le rondine volavano a tornate.

Due innamorati distesi sulla rena
su una coperta tutta profumata
vedono tramontar la luna piena
dopo una notte tanto appassionata.

Su un albero il gufo sta a guardare
mentre il vento sussurra, amore amore
un gabbiano si posa sul mare
mentre la bimba regala il suo fiore.

Nella notte una bimba divenne donnaNeeeeeeeeeedonna\
sotto un cielo blu-prussia e stellato,
fresca e bella come la madonna
dette il suo frutto, all’innamorato.

In fiore e la primavera sotto il monte
in una notte che non si scorda mai,
si bagna con acqua fresca della fonte
la bimba divenne donna e io la sposai.

Preghiera d’emigrante
le campane suonano L’Ave Maria,
la contadina torna dalla fontana,
c’è chi prega e cena in compagnia,
solo e chi la patria a lontana.

Sul balcone di un condominio
guarda all’orizzonte l’emigrato,
chiudendo gli occhi, rifà il cammino
dal giorno che il paese ha lasciato.

La nave era pronta per salpare
i gabbiani volavano vicino,
trenta persone lì a salutare,
chi solo va per il suo cammino.

Quindici giorni di alto mare,
giorno e notte a fare dei piani,
fare un pò di soldi e poi tornare
nella terra amata dai paesani.

Di giorni ne passarono e pure anni
son più di cinquanta primavere
trascorsi in tre stati americani
fra tante lagrime e tante preghiere.

Ora ha i capelli bianchi l’emigrato,
e sogna ad occhi aperti di tornare,
ma anche questo sogno è sfumato
e non gli resta solo che pregare.

Prega che almeno dopo morto,
le sue ceneri siano portate
dentro un baule, in quel porto
che diete vita al povero emigrante.


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