Poesie di Franco Buniotto


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Anima e corpo
Se la parte migliore del corpo fosse l’anima e viceversa, vivremmo tutti felici e contenti.

Agenda 2012
Dal diario di Riccardo il nipotino:
13 dicembre: Santa Lucia!
20 dicembre: saggio a scuola.
21 dicembre: fine del mondo.
22 dicembre: Pizzata nuoto.
23 dicembre: Prove lettura messa.
Segue nota maestra Maria:
Oggi Riccardo invece di studiare
faceva le capriole.

Restano i poeti
Eravamo un tempo
un popolo di santi
poeti e naviganti.
I santi sono morti
e i naviganti partiti
tutti quanti.
Restano i poeti
a vendicar con versi
i barbari saccheggi e l’ira
di questa terra sospesa
tra cielo e mare
inferno e paradiso.

I disoccupati
Piccoli e neri
immobili o sdraiati
ammucchiati
sull’attenti e muti.
Prigionieri rinchiusi
in bocce di vetro.
Mostrati e venduti
nei mercati
ai bambini golosi.
Erano i disoccupati.

Il giovane padrone
Bello nell’aspetto
il giovane padrone
signorile e colto
guarda il trapianto
del riso sul campo
dove l’oro brunito
del grano dominava.
Nell’umida calura
sotto ampi cappelli
una fila compatta
di vita freme.
Le donne compiono
antichi gesti sapienti
liturgie tramandate
da sempre raccolte
come fossero eterne.
Per la mondina
la fatica è dovuta
al signore che guarda.
Eppure a scongiuro
nascono canti e risate.

Impressioni
Guardo il cielo chiaro
contro la luna
e inerte seguo la notte
seduto fuori casa.
Par che di tutto mi resti
solo la vita.

Il messia
Chissà perché nessun messia
è nato vicino a casa mia.
A Trento per esempio
oppure a Lampedusa.
Invece guarda caso
vengon tutti dall’oriente
dove qualcuno ha tutto
e tanti niente.
Se ascolti un notiziario
tra attentati e morti suicidati
c’è solo da star male.
Si vede che laggiù c’è certa gente
(e non importa da che parte stia)
che per ammazzarsi quotidianamente
ha giusto bisogno di un messia!

Mani
Mia è la mano che colse
dal giardino dell’ Eden
il frutto proibito.
Mia è la mano che pende
dal bianco lenzuolo
coperto di sangue.
Mia è la mano
figlia eletta di Dio
che uccise il bambino.
Mia è la mano
scarna che trema
in un letto d’attesa.
Dio quanto dolore
ho nelle mani
e quanto veleno
in quel frutto rubato
nel giardino dell’ Eden!

La vita è bella
Mi distrae dal caffè
e dal giornale del mattino
un brusio strano:
è un pregare sommesso
un pianto improvviso
è un parlare sconnesso
con qualche riso....
E’ un funerale che passa
sotto il mio balcone.
Dall’alto vedo il corteo
della fede e del dolore
che più s’allontana dal morto
più perde spessore.
Succede.
La radio mi dice che oggi
sarà una giornata di sole
e di impegno sociale.
Per il sole lo spero per me
e per il rosso geranio sul davanzale.
L’impegno sociale l’ho visto
passare un attimo fa
sotto il balcone e francamente
non so quanto vale.
Intanto c’è la vicina di casa
che sale cantando le scale
e sento un profumo di pane.
E’ bella la vita che scorre
tra gli occhi e le dita.
Bella, bella da fare impazzire.

Quiete
La quiete è vita di ogni cosa.
La campana trova quiete
quando suona.
La ruota quando gira.
La rosa quando è fiore.
M’ acquieta il cuore
il rumore conosciuto
dei tuoi passi
come pioggia quando cade.

Malinconia
E’ un mare che mi guarda.
Un sasso che rompe l’acqua
e lento vola verso il basso.
E’ un monte visitato dalla nebbia
avvolto in un silenzio nascosto.
Malinconia sono i tuoi occhi
rimasti come castagne raccolte
in chissà quale bosco.

La rocca
Appena sotto il cielo
in verdissima fila
sembrano i pini
al variar dei giorni
ora per contrasto
forarlo come lance tese
ora per armonica fusione
fondersi e confondersi con esso.
A lato il grigio monastero
dei camaldolesi vuotato
eremita finalmente solo con se stesso
Lo separa dal verde più in basso
un dirupo maculato e rossastro
striato a tratti come smeraldo.
Più a valle il monte si fa colle e intorno
tutto prende voce e contorno.
Le case nuove abbracciate
i casolari antichi e solitari
sparsi come vecchi canuti
ad aspettar che il tempo li consumi.
Ovunque poi si apre verde bizzarro
come un ricamato ventaglio.
Altrove si fa lingua sottile
e tra una villa e una chiesa
in dolce silenzio s’immerge
a San Vigilio quieto nel lago.

Ferragosto
Ti aspetto al bar Cristallo
con un caffè corretto
e il Zanardelli bianco
strapieno di turisti
che canta in mezzo al lago.
Mi intriga il danke di un bambino
biondo come il grano al gelataio
per un gelato verde arancio
più grosso di una mano.
Dalla terrazza il fox terrier
della contessa domina la piazza
e fissa il cane senza petigrì
della Valeria e un vagabondo
con l’ocarina in bocca.
Ho tanta gente intorno
e tanto sole addosso che quasi
chi aspetto me la scordo
ma appena che la vedo la rivoglio
e allora vado a perdermi
nel lago con la barca
tra boschi profumati, piercing
farfalle e coppe di gelato.
Da Bardolino ciao.

Un sabato normale
C’è una coccarda rosa
appesa sulla porta
di una casa popolare.
Sul marciapiede una signora
aspetta alla fermata
il bus che passa ogni mezz’ora.
Un manifesto invita tutti
al Magica stasera ballo liscio
con Scandiuzzi e i suoi ragazzi.
In piazza c’è il mercato
e in via Cavour la locandina
avvisa che stanotte è morto
il generale e martedì mattina
faranno il funerale.
Oggi è un sabato normale.
Il tempo come ieri
se ne infischia di ogni cosa
e un po’ alla volta
ci porta tutti dove vuole.

San Lorenzo
Ieri dieci agosto San Lorenzo
e tu bellezza mia al randevù
non c’eri. Poco male:
mi ha rapito lo stesso cielo
e il luccicante viavai di stelle
che vedo quando esploro
i buchi neri del tuo universo.
Però senza il big-bang finale.

Rose e farfalle
Una bianca farfalla
leggera si posa
su un rosso di rosa
si spoglia e se va
ubriaca di gioia
nell’aria luminosa
con una veste nuova
color rosso di rosa.
Anche alla rosa
è successo qualcosa:
da rossa appassionata
adesso è diventata
bianca immacolata.

Proverbio modificato
Il mondo è fatto a scale: c’è chi scende e c’è chi cade.

Il bottino
Aprite le porte agli alfieri.
Preparate i coppieri.
Che la festa sia grande!
Il mio viaggio è finito
e porto il bottino
che ho vinto
nella guerra col tempo.
C’è quanto basta
per vivere ancora
un poco felici in eterno.
Chiudete le porte
e che la festa abbia inizio!

Aspettative
Mi fermerò a riposare
e a dormire se ci riesco
senza morire sotto quel pino
che buca il cielo.
Mi sveglieranno dicono
le trombe del giudizio.
Dormirò un sonno curioso
nell’attesa di sentire sì
le trombe, ma sopra tutto
per vedere il coraggioso
che le suonerà.

L’amore?
Fortunata comunione
di egoismi affamati e puri.
Dura il tempo della consumazione.
Quel che resta è una lunga
e amara digestione.

Natale e Pasqua
Per Natale di nostro Signore:
cappone, spumante e panettone.
A Pasqua per la sua resurrezione:
abbacchio, barbera piemontese
uova al cioccolato...
Per mangiare non si perde occasione.
Signori miei, non c’è più religione!

Ps. Buona Pasqua a tutti e buon appetito.

Sogni
Siamo sogni
impressi negli occhi
di altri sogni.
E nessuno sta dormendo.

L’oleandro rosa
L’oleandro rosa
dalle foglie amare
copre per intero
la facciata bianca
di una casa popolare.
Un refolo gentile
gioca nel cortile
con un panno steso
e con il mare nei pensieri
del vecchio pescatore
che lento avanza
e si stempera nel sole.
Più tardi saranno
le piccole lune appese
a illuminare tutte le case.

La conchiglia e il bambino
Ero una sera
col mio pensare
sulla spiaggia quieta
di un grande mare.
Mi destò un bambino
con la sua mano
chiusa e levata
verso il mio pensiero.
Celava una conchiglia
piccola e comune.
Mi disse ascolta
c’è dentro il mare
se vuoi te la regalo.
Conservo ancora
quel dono di bambino.
Forse potrò anch’io
un giorno ascoltare
da una conchiglia il mare.

Estate
Ubriaca la cicala
nascosta sul ciliegio
canta a squarciagola
la sua canzone al sole.
In basso sul muro
di cocci arroventato
una lucertola incantata
resta ad ascoltare.
Una mosca noiosa
ronza e si posa
sul naso paziente
del cane addormentato.
S’affoga il tempo in estate
nel sole e nel silenzio.

Bell’anima la mia!
Bell’anima la mia
dolce puttana
che a festa finita
sazia di vizi
di virtù e di vita
mi butti e scappi via.
Senza che mai
per troppa luce
o per troppo buio
io abbia potuto
vederti in viso!...

Sono morto
L’altro ieri sono morto.
Però che soddisfazione
sentirmi dire dai vicini
(senza essere visto)
ma che brava persona
disponibile e gentile
specie con gli anziani
e coi bambini e che
se ne vanno sempre i migliori.
Condoglianze signora...
Insomma, sarò anche morto
però che gran soddisfazione!...

A Leonida Morini
Albino era il sogno
con testa di leone
e ampie ali.
Aquila o chimera che fosse
volava.
Solo con il sole
s’accorse che l’ombra non c’era
e precipitò.
Non si sa dove.

Il muro basso
Il muro basso è rimasto
quasi per intero.
Separava per un tratto
curvo e sconnesso
un filare d’uva nera
da una bianca strada.
Il tempo ha cancellato
la vigna e l’uva nera
la strada bianca con i suoi carri
trascinati da mansueti buoi
e immensi cavalli.
Il muro basso
con le sue scritte indecenti
pure e innocenti di lunga vita
in calce viva è rimasto.
Pare il vecchio matto del paese
che parla in mezzo a niente.

Lubiana
Giunco sottile
spudorato e casto
narciso mai sazio
in questo specchio
come i salici di pianto.
Rubi con fiumi di parole
alla venditrice di fiori
ciclamini rosaviola
e gioiosa me li porgi.
Oh eternità inchinati
alla bellezza del tempo!
Se tu fossi conchiglia
mi offriresti il mare.

Paese
Allineate in bianca fila
come un sorriso
stanno su la riva le case
ad ammirare il lago.
A lato assolate e brevi
vanno le spiagge
arrampicate su colline
a rinverdire.
Al mattino l’acqua
premurosa da sempre
rotolando sul lago
porta al paese il sole.

Gocce
Disse la goccia di un grande mare alla goccia sua vicina: “ Dove siamo?...”

Pasquetta
Il lunedì dell’Angelo
per stupire Riccardino
ho dipinto un uovo sodo
con il verde del prato
e l’azzurro del cielo.
Lo stupore c’è stato:
dopo averlo frantumato
mi chiese disperato
dov’era in quell’uovo
la sorpresa e dov’era
il cioccolato!...

L’appuntamento
Dirò, con gran sincerità
che qualche tempo fa
dovetti venir meno
ad un gravoso impegno
preso, con l’ineffabile
signora senza età.
Non ci fu da parte mia
mancanza di rispetto
o poca serietà, mi creda
ineluttabile signora!
Fu colpa di un banale
(ma per me provvidenziale)
ritorno di salute personale!...

Emozioni (Haiku)
Ho un mare dentro
e quando soffia forte
il vento piango.

L’eco di Seul
Di tutto mi ritorna l’eco
ma non sempre
mi riporta il fatto.
succede per esempio
che di un pianto
mi ritorni un riso
o di un canto un grido.
Adesso vado in cielo
e dall’oblò dell’aereo
vedo il fiore giallo
bello e solo.
Un giorno mi ritornerà l’eco
anche di questo volo.
Del fiore giallo intenso
bello, bello eppure solo.

Per i tuoi occhi sarò
Questa notte i tuoi occhi
sono neri e lucenti come more di rovo
in un mare di latte.
Soffierò sul tuo collo collane di vetro
e coprirò le tue spalle
con morbido scialle di baci.
Sarò sulle torri del seno un maggiolino operoso
come un’ape sul fiore.
Sarò pioggia e tempesta
vento e sabbia di un caldo deserto
sul tuo morbido ventre.
Artiglierò con le mani i tuoi fianchi
per non cadere dal cielo.
Cercherò come un orso goloso
negli anfratti e nei boschi tutto il miele nascosto.
Sarò sacerdote pagano legato
a colonne del tempio del dio del piacere.
Sarò luna piena nel cielo
per vedere i tuoi occhi neri e lucenti
affogare nel mare di latte
in un lungo e appagante respiro.

Forte dei Marmi
Fu il tappeto rialzato
nel foyer del teatro
a farci cadere.
Restammo scomposti
per qualche secondo
e fu lì che rividi quel lampo
che avevi negli occhi
quando ragazzi cademmo
tra il mare e la sabbia.
Ma dove non mi sovvenne.
Fosti tu a sussurrarmi
un poco prima che i cigni
del lago prendessero il volo:
“ ... a Forte dei Marmi. “

Haiku
Sono concavo
amore mio convesso
perciò ti amo.

Il maestro di musica
La vita.
La vita vostra
e la mia.
La vita di chi
è vissuto prima.
La vita che verrà.
Ogni vita è stata
e sempre sarà
un inno all’eternità.
Tutto questo
il maestro di musica
lo sa.

Cappuccini e brioss
C’era il capomastro con il vigile
e un signore con la cravatta rossa
e il loden verde vicino a *****
per terra morto.
Era disteso a braccia aperte
con la faccia verso l’alto
come Cristo sulla croce.
Dagli ampi gesti che faceva
il capomastro con le mani
pareva che ***** fosse piovuto
giù dal cielo e non dal quinto piano
della palazzina in costruzione.
Mezz’ora dopo un’auto nera
se l’è preso e a passo d’uomo
lo ha portato all’obitorio.
Siccome era mattina
il capomastro con il vigile
e il signore incravattato
hanno fatto colazione
al bar tabacchi lì vicino:
tre cappucci con la schiuma
tre brioss un saluto frettoloso
e arrivederci in tribunale.
Io di quel giorno mi ricordo
il freddo cane e il cielo
incredibilmente azzurro e terso
con una lampadina fastidiosa dentro.
E il cantiere chiuso e sigillato
che con la brina mi pareva
un cimitero illuminato.

Sta piovendo
Sta piovendo. Non lo vedo
ma lo sento dal rumore
della quiete che c’è dentro.
Sta piovendo e mi ricordo
della scuola e del maestro
che chiudendo la finestra
ripeteva: - sta piovendo! -
Mi ritornano i tuoi baci
con lo zucchero filato
le tue mani, quelle mani...
la tua voce che mi dice:
- zitto amore... non la senti?
sta piovendo! sta piovendo! -
Santo cielo piove ancora
e da sempre quando piove
io dimentico l’ombrello!
Poco male; vorrà dire
che mi bagno fuori e dentro.

Amanti
Tra i papaveri
oltre la ferriera
nella pause mensa
facevamo l’amore.
Ci uccise lo stridere
dei laminatoi
le sirene e l’acre
odore della pioggia.
Poi le abitudini
e il sole.

Orizzonte
Un filo teso
oltre il quale
per vedere
bisogna credere
e volare.

L’arcobaleno
Il nostro tempo
quello dell’umanità
è un arcobaleno steso
sulla tovaglia grigia
dell’eternità.

Tramonto
La sera distratta
tarda un poco a venire.
Il giorno è disfatto
e morente ma attende
il suo turno
deve ancora venire.
La colpa è del sole
che all’imbrunire
(quando non piove)
prima di sciogliersi in mare
si attarda laggiù all’orizzonte
a dipingere il cielo
quasi fosse un pittore!...

Pesi e misure
Abbiamo tutti nel cassetto
una bilancia e un metro.
Tutto sommato
bene ha fatto la natura
a non darci nulla
in giusta misura.

Vanda
Quel ti amo
che tracciasti col dito
sullo specchio
appannato di un bagno
amore ricordi?
divenne un ti bramo.
E tu sorridendo:
rincominciamo?

Il mappamondo
Appena fu creato
il mondo era quadrato.
Un giorno il padreterno
per evitare spigoli
e divergenze varie
pensò di farlo tondo.
Lo fece riportare
nell’officina universale
lo mise sotto tornio
poi tutto soddisfatto
lo pose delicato
al centro del creato
bello e rotondo.
Ma visto il risultato
a parer mio ‘sto mondo
poteva rimaner quadrato.
E tu, Sommo Architetto Caro
risparmiavi tempo e fiato!

Granteatro
Il mondo è un granteatro
con tanti spettatori
politici, cantanti
attori e saltimbanchi.
Il prezzo del biglietto
è forse esagerato
ma visto che il regista
è un vero padreterno
bisogna convenire
che tutto sommato
lo spettacolo è assicurato.
Sul palco principale
adesso parla un tale
e dice che conviene
volersi tutti bene....
però finisce male.
Il dramma è eccezionale!
E’ la volta di un artista
che va per la maggiore
calarsi nella parte
di un politico importante.
Fratello e difensore
di libere uguaglianze
è un magnifico oratore.
Al termine del dramma
s’avvolge in tricolore
e nel pieno della festa
gli tagliano la testa.
Applausi a scena aperta!
Più avanti c’è un attore
in costume militare
che urla sui vantaggi
di razze superiori.
L’attenzione è generale.
Chissà, forse conviene provare...
E tra una scena e l’altra
è giusto ricordare
lo stacco musicale
con ottimi cantanti
e flessuose ballerine.
I leoni e i domatori
e tanti, tanti imbonitori.
Ma quello che non so
e che nessuno sa
è quando è incominciato
e quando finirà.
Perché noi tutti quanti
in questo granteatro
ci siam venuti dentro
a spettacolo iniziato
e prima della fine
dovremo uscire fuori
per lasciare il posto

La collana di perle
Nel cassetto di un comò
delle preziose e rare
perle di mare
stanziavano vicino
a un sottile e comune
filo di cotone.
Un dì qualunque
per buona educazione
tentò il filo
di far conversazione.
Risposero in coro
le vanitose perle:
“ miserabile spago
inutile e pezzente
come ti permetti
certe confidenze?
Tu non sai con chi... ”
Pose fine alla discussione
una delicata mano
che infilò piano piano
tutte le perle
nel filo di cotone.

Cogli l’attimo
Cogli l’attimo di sole
caldo e luminoso
per la mente e per il cuore.
Coglilo come un passero
raccoglie nel deserto un seme.
Cogli l’attimo
prima che il tempo ci porti via
come fa con le foglie il vento.

Madre
La mano stanca adagio
sul grembiale posa
e l’occhio suo tranquillo
vaga per la casa.
Il tempo segna l’ora tarda
lei lo guarda
e questi par gli dica:
- Riposa! -

Cleopatra
Ti ricordi di Cleopatra
la gatta bianca e nera?...
Quella che d’estate
nelle belle serate
ti accompagnava alla balera
del Lido dancing Mirabello?
Certo, lei non ballava.
Ti aspettava seduta
come sanno star seduti i gatti
sotto quel lampione giallo
e a musica finita
lei ti riportava a casa.
Chissà a quanta dolce vita
hai rinunciato sorellina cara
per quella gatta bianca e nera!...
Adesso che Cleopatra non c’è più
al Lido dancing Mirabello
c’è rimasto solo il lago.

A passeggio sul Carso
La Bora a fine estate
soffia sul Carso
come il contadino
d’inverno sulla brace.
Da fulvo si ravviva
allora improvviso
rosso scarlatto.
Lo vedo amante nuda
distesa rossa di pelo
sempre in attesa.
Io sono per l’esser suo
l’innamorato virtuale eletto.
Amo camminarci dentro
e respirare come un lupo
respira un altro pelo.
Sarò più tardi a San Martino
dolcemente spossato.

Il rischio è il mio mestiere
Mestier rischioso
è il mio che vivo:
Ogni giorno io rischio
di venire dalla vita
ucciso.

Il filo d’erba e la quercia
Sfinito il filo d’erba
da un alito di vento
si appoggiò alla quercia.
“ Che fai spingi?... “
chiese la forzuta
“ Scusa è stato il vento “
rispose il filo d’erba.
“ Ma quale vento! “
replicò la quercia
“ niente scuse
e levati di torno. “

Ogni vizio è figlio di virtù
Una sera con la luna piena
e tutto il firmamento intorno
l’Ozio per muoversi un pochetto
alzando pigramente il dito
disse alla Virtù sua amante
eletta per affinità e diletta:
“ Senti gioia se non t’annoia
facciamo un bel giochetto? “
E così tra un uffa e sbuffa
dai muoviti e fai presto
assieme a tutto il resto
al tempo giusto al mondo
venne un bel vizietto

Dopo torno
Prima di partir
per questo mondo
il padreterno me lo disse
chiaro e tondo:
“ Se vuoi andare vai
mica ti fermo.
( Sennò che dio sarei? )
Però sta attento
se pensi che di là
ci sia la dolce vita
è tutta una pubblicità!... “
Siccome sono permaloso
specie se mi sbaglio
per non dar ragione
al padreterno, io
questa vita me la godo
amaramente fino in fondo.
E dopo torno.

Il vento e il mare
Passa il vento sul mare
come un pennello
sulla tela di un pittore.
Esalta ora il blu cobalto
e in alto, più in alto
ricci di schiuma danzano.
Vola l’attimo e il blu cobalto
è verde smeraldo.
Sull’onda alta la schiuma
esausta rotola sul mare
e in basso si consuma.
Tutto continua
diversamente in mare.

L’autunno
L’autunno è arrivato
e ha steso sul prato
un tappeto incantato
fatto di morbide foglie
ramate e intrecciate
con aghi di pino dorati.
Vedo piccoli funghi
da poco arrivati
da mondi fatati
e freschi arabeschi
tessuti nell’aria
che fan d’altalena
a tenere vite
appena sbocciate.
C’è una gatta pelosa
che lenta si snoda
su strade di muschio
di fresco tracciate
che par di velluto.
Io guardo e sorrido.
So che l’inverno geloso
tra poco verrà
e vorrà far di meglio.

Il peccato originale
C’era una volta
un politico italiano
di fede comunista
con un capitale
non scritto ma reale
davvero niente male.
Un dì qualunque
un povero cristiano
gli volle domandare
come potesse conciliare
fede e capitale.
Rispose con arguzia
il capitalcomunista:
Il mio rapporto disse
con il capitale assomiglia
a quello dei cristiani
col peccato originale.
Morale:
Ognuno tenga stretto
il proprio capitale.

Tatuaggi
Tuo per sempre.
Frecce e cuori
tatuati su cortecce
di grandi querce.
Da qualche parte
ci sono anch’io.
Ma non ricordo più
in quale bosco
ero principe azzurro
e in quale orco.

Il destino
Per me il destino
è un fatto personale.
Se domani per esempio
io cado dalle scale
e finisco all’ospedale
la colpa è del destino.
Se invece dalle scale
ci cade il mio vicino...
macché destino!
E’ lui che s’è scordato
dell’ ultimo gradino.

L’ippocastano
Il maestoso ippocastano
del cortile della scuola
quando vede il cielo azzurro
supplicando verso il sole
alza rami frutti e foglie
per cercare il suo calore.
E seppur gli è assai lontano
la preghiera vien sentita
ed il sole piano piano
lo pervade con amore
e lo copre per intero
di un dolcissimo tepore.
Con la luce gli regala
dei bellissimi diamanti
che si perdon sfavillanti
tra le foglie in mezzo ai rami
per cadere lentamente
senza fare alcun rumore
sulle teste dei bambini
e sul cortile della scuola.

Il faro
Prima che la verde collina
diventi scogliera
per tuffarsi con fragore in mare
s’alza improvviso verso il cielo
immobile e fiero
come un leggendario guerriero
un maestoso e candido faro.
Così mi appare al tempo chiaro
il faro, la scogliera, il mare
e il volo disperato di un gabbiano
sospeso nell’infinità del cielo.
Tutto immutabile resta
al calar della sera
seppur nascosto nella nebbia nera.
Me lo ricorda il faro acceso
nella notte scura
e la collina un attimo prima
di precipitare in mare.

Anima
Anima chi sei?
Prigioniera coatta
di questo corpo
o carceriera beffarda?
Dimmi se t’incontrai
per pura sorte
oppure mi cercavi.
Se prima di me
hai avuto altri pensieri.
Dimmi se eri mia
anche quando non c’ero!
Se è vero anima mia
fammi leggero
quando ti peso.

M’ama non m’ama
Adesso lascio
le margherite al prato.
Il dilemma svelato
profuma di muschio
bagnato e nascosto.
Non tollero più
lingue strappate
tubolosi spogliati
gialli indecenti
e peduncoli buttati;
Amo i rossi del bosco.

Il mosaico
Chissà come sarà
l’eterno mosaico
fatto di gioie
e dispiaceri umani.
Casomai fosse vera
la promessa degli dei
e nessun’altra mela
cadendo ci addolori
vorrei il tassello mio
vicino al tuo.

L’attesa.
Ti aspetto
come un tuffatore in volo
aspetta il mare.
Vedo prima
un leggero vestito
blu notte a puà rossi volare.
Poi sento
lo scoppio felice di un riso
il sapore segreto di un bacio.
Ti stringo.
Finalmente il mio amore ò arrivato.

Morte di un piccione
Ho visto un piccione
morire frantumato
tra un marciapiede basso
e la ruota di un auto
senza un volo improvviso
o altro per evitare
il barbaro massacro.
Anzi, mi parve quasi cercato.
Nessun grido d’orrore
per il suo grande dolore.
Solo un breve rumore:
Un crepitar di vigna secca
messa ad ardere sul fuoco.
Ed ora questo mio pensiero.

Lato B
Bacio in bocca.
Una mano sulla nuca
e l’altra (sarò franco)
sul tuo lato strepitoso
per capire dal vestito
quando il valzer
dei respiri sarà lento
dopo tanghi figurati
e latino americani
quant’è morbida la seta
fuori e dentro.

Poker
Nonè vero
che la dea bendata
si distrae con chi ama
e viceversa.
La fortuna vuole
un amante giocatore
e da quando ti conosco
amo follemente il poker.
Le carte sono tante
e le notti anche.
Questa notte tu sarai
la regina che vuoi.

Immagini
Tornano
all’imbrunir del giorno
a brevi intervalli
come gregge sparso
torna all’ovile
al porto le barche.
Tornano
abbracciate dal mare
spinte dalla tepida
mano del vento e dai remi
che rompono l’acqua
senza fare rumore
e tutto ha il colore
che il sole sa dare
a quest’ora alle cose.
Da riva qualcuno
le chiama per nome.
C’è una donna col bimbo
sul molo che aspetta
che pare quasi un dipinto.
Intorno c’è il quieto
brusio che conviene.
Tra poco col buio
sarà tutto fermo.
Anche l’acqua del mare.

Un violino italiano
Sulla due
nel metrò di Milano
tra Lambrate e Loreto
c’è un bambino
che suona il violino
e una bambina
che per un soldino
mi portano in giro
ogni giorno in un posto
diverso del mondo.
Ho chiesto alla bimba
se fosse romena
oppure gitana.
- Non so - mi ha risposto
- Io sono di Fino Mornasco
e anche il mio fratellino! -
Ora so che il violino
che suona sulla due
nel metrò di Milano
tra Lambrate e Loreto
è un violino italiano.

Peter Pan
Quante cose devo fare
prima che si faccia sera!...
Cenerentola mi aspetta
per provare una scarpina
prima d’esser principessa.
Far sapere alla fatina
che Pinocchioè bravo a scuola.
Dare un bacio a Biancaneve.
Ricordare alla bambina
col cappuccio rosso in testa
che nel bosco c’è la nonna
con il lupo che l’aspetta.
Di non chiuder la finestra
che dal cielo va in soffitta:
Peter Pan stanotte passa.
Tutto questo devo farlo
prima che si faccia sera
per poter sognare ancora.

Pazzon
Ho rivisto il collegio
senza il cipresso
dipinto nel cielo.
Morte le aiuole
a forma di cuore
dove mille api
respiravano un fiore.
Ora solo tracce
nei muti cortili
affogati nel sole.

Alvaro
Alvaro il trapezista
artista e uomo ragno
quand’è stanco della vita
si butta dal balcone
e non si fa mai niente.
Io, data la professione
penso lo fa apposta
per farsi vedere dalla gente.
Stamattina l’uomo ragno
è un cartone animato
tant’è spiaccicato
sotto casa sull’asfalto.
S’è buttato, dice il vicinato
perché la sua ragazza
è scappata con il nano
equilibrista assai dotato.
Scusami Alvaro
io mi sono sbagliato
ma tu non sei un artista.

L’amico nello specchio
Avevo da bambino
un grande amico.
Abitava in un castello
dentro lo specchio
di un armadio vecchio
con Piffero, Carlone
Narice e Pecos Bill.
Un giorno mi fu detto
da qualcuno per dispetto
che l’amico nello specchio
ero io stesso riflesso.
Di allora ricordo ancora
lo stupore immenso
il dispiacere muto
e l’amico nello specchio
che da quel momento
non fu più lo stesso.

I Buchi neri
Tutti quei buchi neri
sparsi nell’universo
son come i binari
alla stazione centrale
dove la gente aspetta
per andar dove gli pare.
Per quanto ne so io
li ha fatti il padreterno
per averci in poco tempo
dall’universo immenso
all’infinito eterno.
E’ un viaggio un po’ speciale
che prima o poi
tutti dovremo fare.
Però signori miei nessun timore:
quando saremo là
vivremo tutti da pascià!

Fante regina e re
Un tranquillo signore
con decreto reale
fu fatto artigliere
e dovette partire
per il fronte orientale
in difesa di terre
e onori del re
e della regina di fiori.
Ma un altro fante
anche lui al fronte
per difendere il re
e la regina di picche
gli ruppe il cuore.
Poi la guerra fini
come dissero i re
e le regine di tutti i colori:
“ per presa visione
di sangue e di orrori.”
Mentivano allora
e mentono ancora
i re e le regine:
Quella guerra finì
come quelle di ora
per mancanza di fanti
di fiori e di picche
di quadri e di cuori.

Il desiderio
Ciò che non ho più
mi manca.
Quel che ho non mi basta.
Aspetto con ansia
quel che verrà.
Brucio intanto e mi consumo
come una candela accesa
in una stanza vuota
in attesa che un respiro
mi spenga
e che un sospiro
dolcemente mi riaccenda.

L’autunno
Ossuta e sfinita
una foglia rugginita
mi cade sulla spalla;
Con l’autunno che arriva
avverto la sua voglia
disperata di vita.

Felicità
Se un giorno mi parrà
per la felicità
di toccar con dita il cielo
meglio sarà ch’io prima
abbassi il viso
per non toccar col capo
il vertice
di questa umana
felicità.

Giustamente i capelli
Allora di me ti piacquero
giustamente i capelli
più dei pensieri
anche perché questi ultimi
per raccontarli tutti
sarebbero bastati due minuti.
I capelli invece no.
Per contarli e ricontarli
- se così posso dire -
non ci bastavano le notti.
Adesso di me ti piacciono
giustamente i pensieri
più dei capelli
anche perché ormai
questi ultimi li puoi contare
sulle dita delle mani.
I pensieri no.
Per raccontarli ed ascoltarli
insieme ci vorranno anni.
Tutti

Viaggiare
La spettrale maestosità
della cattedrale di San Gallo.
Un prato fiorito
d’estate in Baviera.
Un Natale a Lubecca.
Il cielo d’Irlanda
di giugno un mattino.
Una malga in Trentino.
Due giorni a pescare
sul Baltico in mare.
Per Sant’Agata
il cinque febbraio
a Catania col saio.
Ogni tanto in quei posti ci torno.
Peccato che il viaggio
tra andata e ritorno
ora duri solo qualche secondo.

Uomo
Non c’è universo
che possa contenere
un mio pensiero.
Sono genitore
e figlio di un dio
sempre diverso.
Per alchimia
non per mistero
io sono uomo.
Inutilmente immenso.

Quell’attimo
Sospesa
a un sottilissimo filo
e tesa
è in quell’attimo la vita.
Un filo
che si tende lentamente
come corda di violino
al dolce dondolio
del tuo bacino.

La fiorista
Certe volte
quando piove
trovo il tempo
per andare
senza ombrello
in riva al mare.
Certe volte
amo farmi
accompagnare
con la mano
nella mano
da un bambino
fino a scuola.
Certe volte
per vedere
la fiorista
che mi piace
quando parla
e sfiorarla
con la mano
compro un fiore
e glielo mando.
Qualche volta
non so quando
io quel fiore
me lo mangio.

Callisto
Callistoè un gran signore
un uomo di mondo raffinato
affabile e gentile.
Se non fosse un antiquario
potrebbe essere un re
tant’è presente e discreto
quando c’è.
Ama il classico, il teatro
il jazz, la musica sinfonica
le donne e il deltapiano.
Giovedì sera a teatro
per il fu Mattia Pascal
Callisto nel prender posto
mi rivolse un timido:
“ Mi scusi per le spalle!...”
Domenica mattina
con il sole e il deltaplano
com’era suo costume
Callisto ha preso il volo
e nessuno l’ha più visto.
Sparito tra le nubi sopra il lago
come un dio pagano.
Ogni tanto mi pare di vederlo
alto nel cielo sorpassare
timido qualcuno e sussurrare
con un sorriso acerbo:
“ Mi scusi per le spalle!...”

Il bicchiere
Quando gli inviti a pranzo
erano all’ordine del giorno
per me era facile
vedere il mio bicchiere
mezzo vuoto e andarmene
pensando che intanto
c’era sempre il giorno dopo.
Adesso che gli inviti sono rari
e bevo un poco meno
succede che rimango volentieri
con tutti gli invitati
a ridere e brindare
fintanto che il bicchiere
lo vedo mezzo pieno.

Preludio
Il respiro del violino stretto in vita
sublima la magia del flauto.
Preludio a un’opera improvvisa
maestosa sonata a quattro mani
con una rosa rossa in bocca
tra gregoriani e Offenbach.

Alberi
Siamo alberi
di un’ incredibile
foresta dei miracoli
e abbiamo tutti
le radici altrove.

Libertà
- Per sapere se in gabbia
c’è una lepre o un coniglio
basta aprire la gabbia:
se scappaè un lepre
se restaè un coniglio. -
Ma in me caro amico
su chi parte e chi resta
il dubbio rimane
perché in ogni caso
ci vuole coraggio.
La libertà per ognuno
ha un sapore diverso.

Metafisica
Suor Anatecla all’asilo
mi diceva: – impara
la mano destraè quella
del segno della croce! -
Mi parve giusto allora
svelare il trucco
a Riccardo il nipotino.
- Ma quale segno -
mi rispose un po’ sorpreso
- la mano destraè quella
del cucchiaio per mangiare! -
Voi pensate pure
quello che vi pare, ma io
metafisicamente parlando
ci son rimasto male.

Acqua sorgiva
Limpida e viva
è l’acqua sorgiva.
Corre dal monte
verso la pianura
in cerca di una riva.
Leviga e rinnova
ma non logora
il sasso che trova.
Così vorrei che il tempo
corresse sulla vita mia;
come acqua sorgiva.

Solitudini
Ogni tanto vado a trovare
per avere compagnia
una vecchia signora
ex maestra elementare
che vive tutta sola.
Giusto ieri sera
nel far conversazione
seguivo con lo sguardo
il bizzarro volo
di una mosca in casa sua.
- Ah, quella!... -
sorrise la signora
- non ci faccia caso
da ieri seraè ospite mia. -
E sempre parlando
della sua nuova compagnia
pose sul tavolo
una briciola di pane
con non saprei cos’altro.

L’aurora
L’aurora vuole
una luce tenue
sul palcoscenico diffusa
e il teatro
in penombra chiaroscura.
Solo così lei
bellissima signora
primadonna capricciosa
avvolta
in un sontuoso velo rosa
scenderà maestosa
i gradini di una scala
azzurro viola.

Il silenzio
Per un poeta il silenzio
è un foglio bianco.
Per un musicista
un pentagramma vuoto.
Per una madre
un figlio perso.
Per il desertoè il mare
Per un amante
il bacio mai avuto.
Per tutti noiè il libro
scritto dall’amore
e mai aperto.
Per Dio il silenzio siamo noi.

Batticuore
In ogni battito di cuore
c’è il coraggio del leone
il timore del bambino
l’artiglio della tigre
la carezza di una madre.
In ogni battito di cuore
c’è il colpo di cannone
il suono del violino
il sospiro dell’amore.
Fino all’ultimo respiro
tutto passa per il cuore.

Gossip
Se dall’altra parte
come pare
conta solo la sostanza
e l’apparenza non appare
chissà le veline
i fusti palestrati
gli stilisti e le modelle
il festival di Cannès
la Marcuzzi e i suoi fratelli
I fuochi d’artificio...
Insomma sarà dura
per il padreterno dare
alla sostanza un’apparenza
diversa dalla nostra.
Comunque se la commedia
non finisce qui vedremo.
Se no pazienza.

Certezze
Se guardi l’universo
con il telescopio
vedrai qualcuno
prima o dopo
che ti osserva
con il microscopio.
Stanne certo.

Il gatto
Volutamente pigro
il gatto ammicca al fuoco
e la pupilla sua
s’infiamma un poco.
Poi s’alza adagio
s’inarca tutto
ritorna giù sdraiato.
Beato.
Si sente a posto
con la sua vita di gatto

Passioni
Erano un tempo
le mie passioni
le timide aurore
avanguardie del sole.
Ora amo i tramonti
vittoriosi e rossi
dopo tante battaglie
retroguardie del sole.

Improvviso
Improvviso
davanti a me
un bambino
tutto trafelato
con un pallone stretto
tra le mani e il petto
mi guarda e ride.
Penso che forse
assomiglio a qualcuno
che lui conosce.
Non so.
Adesso però
lo guardo meglio
e rido anch’io:
Meno male.
Ogni tanto il futuro
che voglio
improvviso mi appare.

Rosetta
“ Vado (mi dicesti con la tua fede)
a rifarmi un’ altra vita. “
Io con la mia di fede invece
è come se tu non fossi mai partita.
Fisicamente lo so, non ci sei più.
Ma sai a me fisicamente
se poco importava prima
adesso niente.
Per questo tu ci sei sempre.

Eternità
Se il tempo si occupasse meno
dei rimpianti del passato
e fosse meno attento
ai problemi del futuro
chissà, forse potrebbe
per sua opportunità
far domanda al padreterno
di chiamarsi d’ora in poi
non più tempo
(a seconda del momento)
ma solo eternità!

Un poeta
Io sono un poeta.
Di me parlano bene
Borges
Leopardi
Hesse
Verlaine
Neruda e Baudelaire
Lorca e Prévert.
Stasera
sentirò cosa dice di me
Bukowski.

30 dicembre 2006
Dove un tempo c’era
il paradiso in terra
adesso c’è la guerra.
Giusto per dare
consenso ai barbari
e morte al futuro
abbiamo impiccato
all’albero di Natale
l’uomo nero.
Solo per questo.

Trompe l’oeil
Sono nelle chiese
le migliori prospettive
i trompe l’oeil d’autore.
Nonè ridicolo credere
più di quanto non lo sia
lo stupore che ci prende
nel guardare Monna Lisa
che sorride in un museo
o ascoltare al buio
di un teatro una poesia.
Credere e non toccare
è un privilegio prenotato
( non so da chi )
solo per noi.

Belen Rodriguez
“Guarda!” mi dice la Belen
dalla sommità del cielo:
“se sarai mio per una notte
io ti regalo tutto!”
Siccome non mi svendo
mi sporgo un poco
per guardare meglio.
Qualcuno intanto dietro
(bastardo dentro) spinge
fintanto che io cado
e poi mi sveglio.

Nadir l’egiziano
Oggi a Milano piove.
Piove sul duomo. Piove
sulla madonnina d’oro.
Piove sulla piazza. Piove
sul signore con l’ombrello
che l’attraversa piano piano
fischiettando una canzone
come se ci fosse il sole.
Perché lui, Nadir l’egiziano
milanese di Milano
quando piove vende ombrelli
impermeabili e cappelli
appena fuori dal metrò.
In Piazza Duomo di Milano.

Matrioska
Come una matrioska
il cuore ogni volta
che si apre un altro
più piccolo ne mostra.
E dentro un altro
un altro ancora.
In modo che ciascuno
meno l’ultimo
sia fodero di un altro.
Così l’amore si protegge
e ci consuma.

I beati
Non saranno beati
i poveri disperati.
Non sanno aspettare
le sottili beatitudini
di altri regni.
Saranno dannati.
Lunghi sono invece gli aghi
e ampie le crune
per comodi passaggi
di cammelli e fortune
dei signori del pianeta.
Saranno loro
i beati e fortunati.
Anche in altri regni.

Il bambino cittadino
Al circo c’era un bambino
venuto bell’apposta
da un centro cittadino
che vedendo un canarino
finito non so come
nella gabbia del leone
esclamò: “Guarda un limone!...”

Ada
L’altra sera quasi quasi
mi consumasti con un bacio.
Fu nel riprender fiato
che mi chiamasti sospirando:
“ Guido!...”
Ada, io sono Italo
ma non importa.
Tu, pescatrice di perle
per un bacio come quello
mi puoi chiamare anche Geltrude!...

Primaneve
“ E’ arrivata col buio
per non disturbare
e ha coperto ogni cosa
con un velo da sposa!...”
Me lo ha detto un bambino
che l’ha vista arrivare
perché questa notte
non riusciva a dormire.
Stamane per strada
c’è meno rumore
perché questa notte
è arrivata la neve.

Pinocchio
Un grillo parlante
caduto dal muro
sul letto di un amante
vedendo l’oggetto
pronto per l’uso
stupito esclamò:
“ Salve Pinocchio!...”



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