Poesie di Fabio Clerici


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Scorrere
Lascio che questa zattera
Navighi alla deriva,
Lascio che il fiume del mio dolore scorra
Lascio la mia mente libera di pensare alle mie pene
Penso di non pensare
Viverti nel ricordo
Come quella goccia d’acqua
Posata sul vetro,
E le lacrime versate
Rivivi nel sogno come il miraggio del deserto
Sono al sicuro dal tuo incedere
E rinascerò a nuova vita
Come il bucaneve a primavera
Poi mi volterò e ti vedrò lontana
Su quella zattera vagante

Il faro
Un faro, un solo faro
Solo e dignitoso nella tempesta
Sfida le onde, indicando la via
Conduce in porto le anime del mare,
Illumina i nostri cuori romantici,
Vive in noi con la sua luce,
Ama la libertà del gabbiano
Che in lui si posa.
Forte e generoso sfiderà il domani.

Madre
Donami ancora un sorriso, madre
Regalami ancora un consiglio, madre
Stringimi ancora la mano, madre
Fai ch’io senta la tua presenza, giovane ti immagini
La tua stanchezza vorrei proteggere
Molti pensieri vorrei tradurre in parole
Non spegnere, madre la fiamma dell’esistenza
Prima che tuo figlio non possa più farne senza.

Sono vivo
Sono vivo, anche oggi sono vivo
Aprendo gli occhi ho svegliato il mio stanco cuore
Ma ho ringraziato della vita
Pronto ad accogliere un sorriso
A percorrere sentieri sconosciuti
A dedicarti l’ultimo pensiero di questa giornata.

Non solo un pallone
Attimi di attesa in quella porta troppo grande
Lo scorrere della vita e delle emozioni
Nel vedere l’avversario avvicinarsi
La paura dell’errore nelle tue mani
La consapevolezza di voler per sempre scacciare quel pallone
Dalla tua porta, dalla tua vita
Per poi riprendere un’altra azione e sperare che la sfera
Non varchi mai la soglia, della tua intima solitudine
Nel ruolo che ti sei scelto nello sport e nella vita
Portiere e custode di tante solitarie emozioni
Ultimo baluardo del confronto fra uomini.

Dimensione
Vola la mia mente
Ripercorre luoghi e vette
Sentieri e tormenti
Fatiche ed emozioni
Sul mio viso il vento di una estiva bufera
Vedo nubi e quella vetta tanto agognata
La notte ripropone suoni antichi
E la neve cadendo induce a serena coscienza
Tutto è meraviglioso e surreale
Come la mia infante felicità

Ultimo viaggio
Dimmi padre come hai vissuto
Raccontami ancora ciò che mi stupiva,
Poggia la tua sicura mano sulla mia incerta fanciullezza
Scaldami il cuore con le tua parole,
Ora che non potrò udire più la tua voce,
Hai preparato l’ultima valigia,
Per il viaggio più importante della tua vita.

Follia
Sento la brezza del fresco mattino
Guardo il tuo viso ancora assonnato
Vedo ulivi, vitigni ed il sole nascente
Abbracciato all’azzurro cielo, preludio di allegro giorno
Oggi riposeremo , domani viaggeremo
Anche se non si sa dove andremo
Corre il pensiero a giorni amici trascorsi con te
Mi sveglio e sono tristemente solo prigioniero
Di un folle pensiero

Lutto
Chiudo gli occhi ed il profumo di questo verde giardino
Pervade la mia sofferente mente
Il mio cuore trafitto dal dolore
Gode delle rose che là fanno capolino
L’amato pino argentato consola i miei pensieri
Oramai dissolti nel tuo volto
Che giorno dopo giorno non riconosco più
Non vedo più i tuoi occhi
Non sento più le tue mani
E la tua voce si dissolve
Qui seduto, ricordo solo tenerezze lontane

Sono in pace con me stesso
Sono in pace con me stesso
In questo luogo baciato dall'ultimo sole estivo
Odo il rumore del silenzio
Avverto la presenza di Dio
Ammiro la forza del creato
Ora le nubi fanno capolino, e la montagna mostra il
suo lato più cupo
Un'uccellino cinguetta,
Forse cerca l'amore materno smarrito:
Sono in pace con me stesso;
ora non penso alle mie dannazioni alla mia vita ed
ai miei rimpianti
Mi godo il privilegio di essermi fermato.
Per guardarmi dentro, capire cosa voglio
Sento vicine le persone per le quali ho combattuto
Mi sento piccolo e vulnerabile
La mia anima è ferita, mortificata
Ma io sono qui con in pace con me stesso.

Fine d'estate
Sera d'ultima estate,
Un timido sole bacia la fine del giorno,
Foglie e natura donano nuove emozioni,
Avverto nuovi profumi, di un'autunno ormai alle
porte,
Preludio di un ripudiato inverno.

Nevica
Cala la sera sul lago
Preludio di una notte amica
Si fermano i battiti degli uomini
Il monte dorme specchiato nell'acqua,
Ora nevica,
Le luci si accendono ed il camino
Evapora l'ultimo convivio serale,
Il bimbo
Attraverso la luce della finestra
Saluta con lo sguardo il bosco
Domani sarà ancora giorno

Notte
Il silenzio della notte accoglie luci ed ombre
Rende fattibile l'impossibile
Umanizza i nostri gesti
Rende possibili sogni ormai dissolti

Dolcezza
Incrocerò il tuo sguardo
Stringerò la tua mano
Mi abbandonerò protetto dal tuo amore

Dolore
Quanto dolore in queste parole
Quanti ricordi di quell'estiva Francia
Attimi rubati alla quotidianità
Baci svaniti senza significato
Ti ho amata e silenziosamente ho sofferto
Mi hai donato la linfa del fiore
Che cresce ed inevitabilmente
Muore.

Libertà
Vola libera farfalla, la tua vita dura poco
Cogli ogni alito di vento per vibrare nell’aria le tue variopinte ali
Godi la tua libertà e vivi appieno la natura
che il buon Dio ti ha donato

Non solo un pallone
Attimi di attesa in quella porta troppo grande
Lo scorrere della vita e delle emozioni
Nel vedere l’avversario avvicinarsi
La paura dell’errore nelle tue mani
La consapevolezza di voler per sempre scacciare quel pallone
Dalla tua porta, dalla tua vita
Per poi riprendere un’altra azione e sperare che la sfera
Non varchi mai la soglia della tua la tua intima solitudine
Nel ruolo che ti sei scelto nello sport e nella vita
Portiere e custode di tante solitarie emozioni
Ultimo baluardo del confronto fra uomini.


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