Poesie di Massimo Colella


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche

 
Dove muoiono i gabbiani
Dove muoiono i gabbiani
c'è una terra verde come il mare
e un cielo senza colore -
senti la pioggia che cade
e il vento che striscia
e l'erba che geme,
dove muoiono i gabbiani.

Dove muoiono i gabbiani
c'è una spiaggia bianchissima
che non si vede,
con ali spezzate.

C'è la vita che passa
dove muoiono i gabbiani,
e un silenzio che muore,
una terra senza tombe e senza corpi,
una terra che s'annulla all'orizzonte,
come la luce intermittente di un faro,
come un varco che si apre e si richiude,
un incanto che entra e esce da me.

Un giorno andrò lì e vedrò tutto,
vedrò la terra verde come il mare,
e il cielo senza colore,
sentirò la pioggia che cade
e il vento che striscia
e l'erba che geme.
Vedrò una spiaggia bianchissima, e
nella sabbia troverò delle ali spezzate.
Non ci saranno tombe né corpi,
ma mille gabbiani liberi
che sapranno volare.

Non so dire il perché
Non so dire il perché,
il perché della strage
che venne.
Spogliate identità
sfilavano dinanzi
ai tristi araldi di morte,
squallidi
funzionari
obbedienti.
Inganno degli inganni,
la vita che dà morte;
che semina strage;
vita che vita odia.
Ad Auschwitz il treno passa ancora;
il vento non sa, non può sapere;
il treno passa ancora; o forse no.

Chi mi dirà il perché,
il perché della strage
che venne? Se ha un perché la follia,
l'insana ragione dell'odio.
Trattengo il respiro: li sento.
Nell'aria li sento: ci sono, ad Auschwitz.
Ci sono: vittime che non rivedranno il sole.
Ma il vento non sa, non può sapere.
Nel vento sento confuse
le antiche voci e le grida e i silenzi.

No, non so dire il perché.
E non so dire se esiste.

Vessillo di un vociare spento
L'Irlanda è un sogno
fatto di fiume e ponte.
Sento aria e vento,
acqua frusciare.
Non sibila il castello,
ma tace. Il grigio
e il verde sono illusioni
e presto scompaiono.
Sanguina la ferita
delle strade in cui lampeggia
il vessillo di un vociare spento.
Non è che un bosco,ma
s'intravede lo spettro.
Di una tonalità ritrovata.

Sulle scogliere ho gettato
sogni. Per isole
che allineate aspettano.
Di vedere il sole.

Oceano
Respirava profondamente
quel giorno l'Oceano.
Si stagliava all'orizzonte
con il verde-azzurro delle sue acque
e la luce della sua vastità.

Poi si oscurò. All'improvviso.
Venne il buio e la pioggia.
Arrivò la tempesta.
E i gabbiani scapparono...

Ma calmo l'Oceano
riprese il suo respiro.
E il giorno continuò -
un giorno nuovo colmo di luce.

Su tutto regnava
un respiro,
una melodia dolce e antica.
Ma nessuno sapeva da dove provenisse.
Perché nessuno sapeva che era l'Oceano a respirare.

L'Oceano vive.
In ognuno di noi.
E germoglia come un fiore.
E risplende come una stella.

Dovrai un giorno
Vai,
vai per la tua strada.
Il tuo sentiero
è lì,
in riva al mare,
sul colle,
sul monte,
in città...
E' lì.
E' tuo.
Vai,
germoglierà il sole
e le ombre
sono vane,
spariscono.
Come il buio.
La tua strada
non è questa,
(l'asfalto bagnato di pioggia),
non è un campo
di fiori già fioriti.
Il sentiero nuovo
è tuo.
E i rovi
devi separare,
dovrai un giorno...

Come una luce
Silenziosi cadono fiotti di luce,
saltano sulle nevi come specchi infiniti:
alba invade il cielo come una luce
(e le tenebre chiuse con lacci stretti
reclamano la loro vita).

Vola la luce
incessantemente
e chiede di essere accolta. Scompare dietro l'albero,
lì, dove muoiono i gabbiani,
dove si estingue il calore del nostro sentire.
Come una luce, una ipsilon mal scritta sui fili del cielo,
(un gabbiano che non sa volare) riempie di sé,
della sua presenza, l'anfratto di eterno a lei riservata.
E il volo è breve. Un attimo.
Il tempo è eterno.

Infinito.

Come la luce.

Incanto - 10 Agosto 2002
Lacrima!
cielo stellato di lucciole,
di vividi cerchi raggianti.
Gocce dal torbido
centro dell'universo.

Blu. Nero.
Notte.
Il cielo
già s'adombra.

Grandina stelle
la notte impetuosa
in sortilegi antichi.

Nebulose
di acqueo vapore
scivolano in magiche
acrobazie danzanti.

Brillano
i raggi biondi
nell'oscurità
agghiacciante.

Fa freddo.
Cadono stelle,
cade la pioggia,
ma non il cielo.

Sinergie nascoste
Sinergie nascoste
operano nel manto
dell'inattività.
Sentenziano le farfalle
e le alghe sotto il fiume
eliminano attriti
con lo scorrere
della loro armonica uniformità -
ragionevoli gli uccelli
attraversano sponde.
E il verde è loro -
come tutto qui.
Gli uomini sono
gli anonimi spettatori
di un mistero.
Fatto di rugiada e luce.

Già le edere scrivono
Già le edere scrivono,
non v'è bisogno ch'io guardi il foglio,
Le edere sono grafemi,
sparse le lettere sbadigliano.

Il permesso della nebbia
Non s'accede al vortice
senza il permesso della nebbia.
Soffusa-incandescente
esige il dazio di una
complicità.
Il fiume non scorre
se non ti cancelli.
Non vibra
se non smetti di cantare.
L'uomo immerso nell'acqua
non getta la sua lenza lontano
se la barca si muove.
L'evidenza è l'annullamento -
ti assorbe il cosmo se parli,
aggrega atomi, e il vuoto
ti assomiglia.

Il volto del mare
Lo sciabordar delle onde sento
dalla più alta vetta di un'isola
bella e colorata.

Fra mille e mille
cespugli dorati
trionfa il mare:
cristallino,tenue
e birichino.

Nel suo volto è segnato
il sorriso;
nelle sue bionde increspature
i suoi capelli.

Viaggio (e la vita si ripete)
Inaspettato. Improvviso.
Un viaggio. E la vita
si ripete-immenso il
respiro. Mete incanano
stelle- la terra respira.
Fumose, si annebbiano
lontano le terre. E i porti
sono sabbia- cosparsi i volti
di mare e di arido.
E il cielo è come fonte-
l'acqua non scorre,
vibra,saetta.
Sente
l'errante viaggiatore, sente.
La terra parla. L'aria
sibila. Si innalza
il volo del viaggiatore
errante. Ed è sua la vita
che parla, confonde, nasconde.

Il viaggio si ripete,
e sempre dissimile. Si incatenano
i lacci dell'orizzonte-bagnata
l'erba è di rugiada-i suoi battiti
-colmi di sosèpensione- assordanti continuano-
soglie d'eternità.

Ricordi in bianco e nero
Era buio.
Viaggiava
il vagone merci
lasciando
una scia di dolore.
Dentro i condannati
a morte,
il destino
di lacrime
dei deportati.
Povera gente!
Costretta all'umiliazione,
al sacrificio
del proprio corpo,
della propria mente.
Povera gente!
Frustata, messa in croce.
Come Cristo...
Il dolore e l'indifferenza
viaggiavano sui binari
della morte.
Questo è il PASSATO
CHE NON PASSA.
Questi i ricordi
in bianco e nero.

Le scogliere altrove
Le scogliere altrove
schiacciano il mare. E
mutano sogni. Non
hanno che il segreto
di una maestosità nascosta.
Verdi si specchiano -
immutabili.
Ancora.


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche