Nostalgia
Una panchina
m'accoglie di sera
in fondo al viale
della strada di casa
m'abbandono al silenzio
ai respiri del vento
alla luna che nasce
al profumo d'un fiore
e la mente veleggia
verso spiagge lontane
un'occhiata ai ricordi
poi ritorna da me
se una goccia improvvisa
m'accarezza la guancia
un saluto al lampione
e riprendo la via.
Rosa Mistica
Stamattina ha cominciato a piovere
e adesso piove ancora.
Mi trovo a Cormons
vicino alla Chiesa di Rosa Mistica
e un po' per ripararmi,
un po' per pregare,
decido di entrare.
Nei primi banchi c'è seduta
una donna anziana
che forse sente come me
un bisogno di silenzio, di pace
come quando a volte di notte
è piacevole stare al buio
e attendere l'accendersi dei sogni.
Una mattina di pioggia-dicevo-
e anche di freddo
ma nel mio corpo e nell'anima
lo scorrere di un calore nuovo,
che cerca un bisogno necessario
per continuare
questo viaggio terreno.
Parapendio
Quello che vedevo non era un paracadute ma un
parapendio. Francesco era andato in Slovenia per lanciarsi
dal monte Stol dove molti appassionati vanno a praticare
questo sport. Avevo già visto la bellezza di quei luoghi a
metà degli anni '80 quando la Slovenia faceva ancora parte
della Jugoslavia e perciò accettai con piacere l'invito
dell'amico Gianfranco di andare ad assistere al primo lancio
di suo figlio. Ci vuole molto coraggio pensavo mentre
guardavo quel parapendio. E' uno sport che non fa per me. Io
ho paura di salire sulla ruota panoramica, figuriamoci se
posso desiderare di lanciarmi da un'altura. Mentre
riflettevo su queste cose un singhiozzo improvviso
interruppe i miei pensieri e un velo di malinconia
attraversò la mia mente. Sapevo, in cuor mio, che la paura
mi aveva tante volte impedito di vivere appieno i miei sogni
più belli. Francesco intanto, leggero come una rondine,
continuava a fluttuare nel silenzio del cielo.
quella paura
di stare in mezzo al vento-
parapendio
Decenni
I decenni sono paesaggi,
tele dipinte
di albe e di tramonti,
collezioni di arrivi
e di partenze
antologie di ricordi
inverni lunghi,
sono pagine piene
di virgole e di punti
sono racconti,
fotografie di canti
e di silenzi
sentieri dove restano
le impronte,
sono i segni del tempo
come le rughe,
panorami che cambiano
cieli che ritornano,
sono sorrisi e sguardi
cuciti nei pensieri,
come gli amori.
Capelli rossi
Dalla cucina guardo il vaso di orchidee sul davanzale della
finestra comprato per lei e non so più che farmene. Lei è
andata via. Vorrei urlare la mia tristezza ma ho poca voce.
Avrei dovuto capirlo prima che sarebbe arrivato il tempo dei
silenzi. Era diverso il suo orizzonte e i suoi sorrisi erano
grandi, sempre più grandi dei miei. Quando lei parlava del
futuro io continuavo ad annaspare nel buio. Era troppo
lontana dalle mie paure. Ora è il momento di meditare,
proteggere questo silenzio e poi andare in cerca del
coraggio. Lei aveva i capelli rossi. Non avevo mai baciato
una donna con i capelli rossi.
capelli rossi-
il tempo dei silenzi
e dei rimpianti
Haibun (prosa con haiku finale).
Haiku
fine novembre-
dal ramo secco cade
l'ultima foglia
tempesta all'alba-
verso strade lontane
petali al vento
alba di vento-
il tonfo di una mela
sulla rugiada
Il disegno di un nido
E se una sera
di un giorno qualunque
scopri per caso
in un angolo buio
della tua stanza
un libro acquistato
in un tempo lontano,
come per incanto
può venirti alla mente
la strada
dove l'avevi comprato
e poi pensare
a cosa ti aveva colpito
in quell'occasione,
forse il titolo scritto
in inglese e italiano,
il colore albicocca dei bordi
il disegno di un nido sul retro,
o forse era stata la voglia
di avere una storia
da tenere per mano
sulla via del ritorno,
come un amore
quando sta vicino.
Refosco
Rosso
come il sangue
che unisce madre e figlio,
come il fuoco di un vulcano attivo
che tutto brucia, come il tizzone
di un caminetto acceso nella notte,
come il tramonto
della nostra estate al mare.
Rosso
come le guance accese
di un bambino sulla neve,
come il colore del maglione
che mi hai regalato,
come la tua linea di rossetto
sulle mie labbra,
come l'emozione del tuo sguardo
quando sboccia una rosa.
Rosso
come il vino dal peduncolo rosso
che ha il profumo di questa nostra terra
e un sentore di mora e di ciliegia,
un vino che ha il volto di un amico,
che fa intonare a tutti
una canzone,
che mi scalda e mi consola
quando fa tanto freddo
e tu non ci sei.
I miei disegni
Fogli bianchi
sulla mia scrivania
aspettano la sera
per restare con me,
chiedono alla mia mente
cos'ho raccolto del giorno
per custodire nel tempo
i miei nuovi pensieri
loro sono in attesa
quando parlo da solo
mentre cerco la rima
di una frase mai scritta,
mi vorrebbero chiedere
che io racconti qualcosa,
come nasce una stella
dove dorme la luna
io li tratto con cura
per non farli piegare
poi riempio quei fogli
di carezze e parole,
e ogni strofa alla fine
a seconda dei versi
assomiglia all'impronta
d'una immagine viva
a uno stormo di uccelli
una persiana socchiusa,
una rosa che sboccia
in un campo di neve.
Haiku
fine del viaggio-
s'è fatto vino il mosto
nelle cantine
neve in collina-
maturano sui rami
i nuovi cachi
gocce di pioggia-
le lacrime del cielo
su foglie gialle
ferita aperta-
chicchi di melagrana
gonfi di pioggia
Dall'altra parte
Come quando
ti trovi davanti
a una porta socchiusa
con addosso la voglia
di aprirla del tutto
per andare a vedere
cosa c'è
dall'altra parte,
ma il pensiero poi
che ti frena il cammino,
quell'inquietudine muta
di affidare al vento
i colori dei fiori,
di lasciare ai sassi
le impronte e le carezze
di chi parte.
Haiku
lungo il viale
solo lampioni accesi-
passi perduti
along the avenue
only the street lights on-
lost steps
In un'agenda
le cose avute e perse
Fine dell'anno
freddo meriggio-
Un'ombra si allontana
Senza rumore
fine dell'anno-
cade dal calendario
l'ultimo foglio
un'ora all'alba-
si muove il primo verso
dell'anno nuovo
e all'improvviso
i fiocchi della neve-
si ferma un canto
sul ramo nudo
grossi fiocchi di neve-
si ferma un canto
evanescenza-
sopra i fiocchi di neve
un vento caldo
e all'improvviso
si fa tempesta il vento-
nel buio un urlo
il gelo intorno-
nel parco dei bambini
si piega un ramo
gelido giorno-
s'allontana dal ramo
la gazza ladra
con l'etegami
raccolgo i miei colori
per l'anno nuovo
neve al meriggio-
si piega a poco a poco
l'ombra del ramo
Poesie per gorizia Sguardi perduti Pescatore
Haiku
fiori d'autunno-
almeno un crisantemo
in ogni prato-
primo novembre-
nel viale dei tramonti
lumini accesi
fiori recisi-
nel prato un crisantemo
dimenticato
Haiku
vento gelido-
la foglia rotolando
cambia sentiero
voglia di cielo-
una foglia di notte
esce dal mucchio
vento leggero-
nell'aria un volo basso
di foglie secche
Petali
Rivedo ancora i soliti compagni
che tirano dei sassi contro il muro,
un legno con rotelle e senza freno
nelle discese e strade contromano
le bimbe col grembiule della scuola
che giocano saltando con un piede,
che restano sedute a chiacchierare
scambiandosi sorrisi e sogni uguali
la sveglia del lattaio prima dell'alba
che bussa con la voce alla mia porta,
il velo di una donna nella chiesa
che dopo allunga il passo verso casa
il tubo attorcigliato del giardino
con l'acqua che accarezza sete e mano,
le grandi ruote d'un carretto antico
e l'uomo mentre grida il suo gelato.
Arcobaleno
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove il sole
si sveglia un'ora prima
e nessuno sente
rintocchi di sirene,
dove i laccati sui muri
sono quelli di ieri
e per le strade si va piano
e si sorride.
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove i pensieri
rimangono a dormire,
dove ognuno
intona una canzone
e si ha voglia
di andare ad ascoltare
il cinguettio di un ramo,
lo scorrere d'un fiume.
Haiku
rose d'autunno-
tutto l'amore avuto
e quello dato
soffi al tramonto-
nell'aria un volo basso
di foglie gialle
crepa profonda-
chicchi di melagrana
tra i fili d'erba
Le stesse rughe
E dopo gli anni
delle corse a perdifiato
mi ritrovo a camminare
dentro i miei passi stanchi
con il fardello pieno
di cose scadute sulle spalle
e il tempo che accompagna
l'usura del pensiero
e della pelle
così m'accorgo,
guardandomi allo specchio,
di avere sulla fronte
le stesse rughe stanche
che portava mio nonno,
la stessa faccia magra
di mio padre
e tutto a un tratto
mi tornano alla mente
i banchi della chiesa
con mia madre seduta
a cantare il Signore
e allora sento il bisogno
di recitare preghiere,
quelle che più conosco,
prima l'Ave Maria
e dopo il Padre Nostro.
Haiku
le foglie al vento-
questo cielo d'ottobre
sempre più grigio
rondine in volo-
tutto il tempo a pensare
quando ritorna
soffi di vento-
il volo di una foglia
e poi la resa
Come foglia d'autunno
Ha il colore giallo
dell'autunno che avanza
questa foglia appassita
seduta sopra un sasso
sul ciglio della strada,
lei aspetta il vento
per essere farfalla
almeno un poco
ma il vento è fermo,
rimasto intrappolato
in un dirupo.
E allora mi avvicino
a chiacchierare insieme
di lei e di me,
di stagioni passate,
di fiabe e di segreti,
dell'ultima primavera
piena di sole
e poi dell'estate
trascorsa anche quest'anno
senza il mare.
Mi accorgo a un tratto
di una guancia bagnata
forse è rugiada,
le gocce nate all'alba,
forse è la pioggia
appena cominciata
o l'allergia alle foglie,
a quelle vecchie,
che portano una lacrima
negli occhi.
Foglia
Una foglia vecchia
d'un arancione grigio
stamattina
attaccata alla spalla
del mio cappotto,
non me ne sarei proprio accorto
se avessi avuto fretta,
se fossi stato in ritardo
sui minuti del mio tempo,
l'ho tolta piano
e mentre la posavo a terra
mi è sembrato
che volesse parlarmi,
dire qualcosa d'importante,
forse voleva chiedermi
se in autunno
il vento è forte
e si sente tanto freddo,
se è meglio
stare al riparo da soli
o dentro un mucchio.
Haiku
le foglie al vento-
tutta la leggerezza
dei suoi sorrisi
scuola materna-
tra le vecchie maestre
nuovi sorrisi
mare d'autunno-
sulla battigia all'alba
l'ultima impronta
Impronte
Quelle voci e gli odori
sulla strada di casa
con i libri di scuola
poi la fionda coi sassi
che lanciavo lontano
come fanno i monelli,
sigarette con filtro
per sembrare più grande
nelle sere d'estate
il biglietto del bus
per la corsa notturna
del numero sei,
fichi d'india ad agosto
con le spine in agguato
per bucare le dita
e a metà di settembre
piedi nudi sull'uva
a pigiare colori,
caldarroste a dicembre
per scaldare le mani
all'uscita del film
la zampogna soffiata
che suonava alle case
e portava il Natale,
i viaggi di studio
sulla nave traghetto
con il vento negli occhi
tra le rughe il sorriso
di mio padre e mia madre
dopo l'ultimo esame,
l'ambulanza di notte
che suonava alle strade
e portava il dolore
questo camice appeso
che vestito di bianco
non ha perso il colore.
The dreamers
Gli uomini che sognano
(i cosiddetti sognatori)
si riconoscono subito
già da lontano,
hanno carezze negli sguardi
i sorrisi di un bambino
e l'odore della pelle
che profumo di buono
gli uomini che sognano
quando vanno in collina
camminano sempre
ai lati delle nuvole
e poi si fermano
accanto a un ruscello
ad ascoltare il vento,
un tremolio di foglie,
i respiri del silenzio
gli uomini che sognano
non hanno giorni banali,
quando sono in viaggio
si siedono sempre
dalla parte del finestrino
e prima di dormire
bussano piano
dove abita un cuore
alcuni sono filosofi
altri messaggeri d'amore,
somigliano tutti
a quel vecchio pittore
che al tramonto dipinge
i colori del cielo.
Haiku
nubi a settembre-
da un coro di cicale
l'ultimo canto
cinque settembre-
nella valigia all'alba
gocce di mare
passi in collina-
un profumo di mosto
dalle cantine
Rughe
Se quest'autunno
tornerai al tuo paese
fammi sapere il giorno
e l'ora esatta,
ci sarò anch'io
tra gli amici che verranno
a salutarti,
mi riconoscerai
dalle rughe consumate
e dalla cicatrice sulla guancia,
negli angoli
ho le labbra screpolate
i capelli metà bianchi
e metà grigi,
indosserò il maglione
a strisce verdi
che m'avevi regalato
quell'inverno,
adesso è un poco largo
sulle spalle
ma per il resto
mi sta proprio bene.
Lontana è l'alba
Uno strano rumore
ha svegliato stanotte
i silenzi dell'aria,
è caduta una stella
sull'erba del prato
il suo tempo è finito,
somigliava alla stella
che riscalda il mio corpo
quando il giorno è più freddo,
che riaccende da sola
i pensieri già spenti
dalla nebbia del cuore,
che accompagna di sera
i miei passi sul monte
per restare con l'anima,
che ha il sorriso negli occhi
quando apro i miei sogni
e vicino c'è il cielo.
Haiku
luna a metà-
sulla spiaggia una sera
ad aspettare
stelle cadenti-
si accende all'improvviso
un desiderio
fine vacanza-
i granelli di sabbia
nella valigia
Difetti
Ma perché lo mandate
nella Casa di Riposo?
Lui sa leggere, sa scrivere
sa parlare col vicino
e non esce a camminare
solo quando fuori piove.
Dite che non sa pulire
che non stira, non cucina
che non spegne mai la luce
anche se c'è tanto sole,
ma nel tempo piano piano
mentre voi eravate via
ha rivisto i suoi difetti
e ha imparato a rimediare.
Sa parlare senza urlare
ascoltare senza ridere,
protestare molto meno
perdonare un po' di più.
Incantesimi
Quando il sole
stanco del giorno
abbraccia lentamente
l'orizzonte del mare
il corpo si placa,
la mente s'invola
tra i sentieri dei sogni
e spuntano nella notte
panorami inediti
di un tempo passato,
sbocciano tra i ricordi
lapislazzuli e affreschi
amuleti e smeraldi
altalene e fiocchi di neve,
fioriscono sotto la luna
sinfonie di canti
oceani di sabbia
coriandoli e stelle filanti
giganti e fate
di mondi lontani,
sulle strade dell'anima
intrecci di voci
fantasie e giochi d'amore,
ai confini del cuore
incantesimi di betulle.
Un unico canto
Furono tutti invitati
nella casa del padrone
dove arrivarono per primi
i bambini poveri
(femmine e maschi)
con il libro dei giochi
e le bambole di pezza,
poi giunsero i giovani
coi pantaloni corti
i capelli tutti neri
e i tatuaggi a colori,
dopo fu la volta
degli anziani ricchi
che giunsero puntuali
con gli orologi ai polsi,
le cravatte disegnate
e le scarpe ben pulite,
per ultimo i vecchi
con l'artrosi alle ginocchia
le rughe sulla faccia
la cataratta matura
e l'udito quanto basta,
poi entrarono tutti
dalla stessa porta
per cantare e ballare
nel giorno della festa.
Haiku
giornata afosa-
cercando l'ombra buona
per i miei passi
un cielo grigio-
si ferma all'alba il canto
delle cicale
soffi di vento-
mi giunge una carezza
da un'altra estate
Gocce
Coltivo da anni
germogli di pioggia
nel mio giardino
per riempire d'estate
una ciotola d'acqua
quando viene la sete
per pulire al mattino
le tracce di vecchio
sulla pelle indurita,
per portare di notte
il rumore del tetto
nei silenzi del buio
per avere negli occhi
altre gocce di pianto
quando manca una lacrima,
per nuotare ridendo
sull'erba bagnata
quando sarà pazzia.
Giorni
Ci sono giorni
dove i pensieri corrono
più lenti
come un'estate calda
senza vento,
un battito di ali
troppo stanco,
il treno d'un binario
stretto e lungo,
un ramo nudo
senza fiori e canto.
Ci sono notti
dove di colpo affonda
un orizzonte
come candela accesa
che si spegne,
una campana rotta
che non suona,
un cielo senza stelle
e senza luna,
un sogno che s'inceppa
e non cammina.
Giorni che già conosco
e notti amiche
dove ogni tanto vado
a chiacchierare.
Delfini
Fermati o viandante,
regalami almeno un'ora
del tuo tempo,
parlami di quei cieli
che non conosco,
dei mondi antichi e nuovi
che non ho visto
dimmi se nei tuoi mari
hai mai osservato
danze di delfini,
vichinghi con il vento
nelle vele,
battelli che traghettano
gli amori
raccontami
se a volte nel tuo andare
hai incontrato un angelo,
le oasi di pace nel deserto
un ateo che recita preghiere,
poeti che continuano
a sognare.
A bassa voce
Lui
non aspetta nessuno,
eppure ci sono
alcune persone
davanti a casa sua,
parlano tra di loro
a bassa voce,
una giovane guarda
se c'è la luce accesa
dietro i vetri,
un signore anziano
s'avvicina alla porta
per bussare,
il telefono squilla
senza sosta,
loro non sanno
che oggi
lui non riceve nessuno,
vuole solo ascoltare
vecchie canzoni
e scrivere poesie d'amore
da conservare.
Tu che sai
Quanto vivono le foglie
che si staccano dai rami,
perché il buio e l'attesa
hanno lo stesso colore,
quando la nave è ferma
dove volano i gabbiani,
come fa la ballerina
a danzare sulle punte
e il tramonto a tornare
anche domani?
dimmi maestro, tu che sai
chi sceglie i colori
per dipingere i prati,
a che ora la natura
sussurra i suoi segreti,
come mai più nessuno
disegna gli usignoli,
cosa pensano i paesaggi
quando cade la neve,
perché da casa mia
non si vede più il mare?
Haiku
canto d'amore-
il frinire di un grillo
tutta la notte
afa notturna-
sul tetto un gatto ascolta
voci e silenzi
vacanze estive-
nel secchiello del bimbo
l'onda del mare
Il tempo sospeso
E' fragile
questo mio tempo
come un vetro
che cade e si rompe,
come un soffio di luce,
un battito lento
è fragile
il bello che sento
il certo e l'incerto,
il pianto di un bimbo
è fragile
quello che guardo,
il giorno che nasce
nel tempo sospeso,
il gesto di un tocco
che fugge col vento
sono fragili
i campi d'inverno
le foglie in autunno,
i sogni al risveglio.
Haiku
amori estivi-
sulla spiaggia una rosa
da chissà dove
dopo le stelle
il profumo del pane-
antico borgo
luci al castello-
tutte le sfumature
di un desiderio
Chopin
C'è un pianoforte,
una lampada accesa
dietro quella finestra
al di là della strada
c'è una mano che suona,
non so chi sia
è come ascoltare
un cavallo al galoppo
forti battiti d'ala
la pioggia sopra i tetti
quando viene la sera,
è come sentire
il turbinio di un vento
che non sa dove andare,
il crepitio dei bimbi
quando fiocca la neve
un campanile in festa
lassù nelle colline
poi quando è mezzanotte
quel suono forte e chiaro
diventa più leggero,
leggero come un velo,
non so chi sia,
forse è una donna felice
o un uomo solo.
Dettagli
Negli anni scorsi
ho ricevuto in regalo
un maglione di cashmere
a collo alto
che mi protegge
dal gelo dell'inverno
e dalle sere d'autunno
quando è più freddo il giorno,
a volte
penso che sia troppo largo
per starci dentro da solo
così metto vicino i ricordi
per scaldarli
per dare loro un rifugio,
da qualche tempo
appare sbiadito
ha perso il suo azzurro,
i contorni dei polsi
sono sgualciti
ma nessuno finora si è accorto
di questo dettaglio,
sulla spalla infeltrita
(dalla parte del cuore)
tra due fili di lana
è rimasta impigliata
una goccia.
Haiku
calura estiva-
le ombre del silenzio
sulla panchina
sul fiume i cigni-
l'illusione di essere
uno di loro
acini tondi-
si gonfiano le attese
dentro le bucce
Gocce di vento
La piazza è vuota,
un torrido caldo
ingabbia il respiro,
le parole
degli uomini soli
non trovano voce
restano mute
dentro le case,
occhi smarriti
attaccati alla finestra
cercano
gocce di vento,
l'asfalto bollente
appanna
l'umore dei marciapiedi,
sui prati inariditi
petali e foglie
chiedono alle cicale
note più basse,
un ladro d'amore
attende la notte,
nella mente dei vecchi
s'inceppa la ruota
dei ricordi,
dalle crepe sui muri
filtra il rumore muto
dei silenzi.
Abbracci
Ci sono abbracci che portano la quiete
e riescono a scaldare il freddo e il gelo
come un riparo mentre fuori piove
o una preghiera quando si fa sera
ci sono abbracci cuciti su misura
che ci fanno sentire al posto giusto,
che parlano d'amore a bassa voce
quando un pensiero nasce e si fa gioia
ci sono abbracci che tornano indietro
come un bacio una canzone un buon esame
e poi prima dell'alba se ne vanno,
come l'ultimo sogno
ci sono abbracci fatti di partenze,
di viaggi brevi o lunga permanenza
che quando è l'ora poi di salutare
diventano la stretta d'una distanza.
Praterie
E mi chiedo
cosa bisogna fare
per rendere più brevi le attese
più vere le promesse,
in quale luogo
si possono recuperare le assenze
i giorni dimenticati,
dove si può imparare
a contare le nuvole,
a cadere senza farsi male
e mi chiedo
come è bene vestirsi
per ripararsi dalle piogge,
proteggersi dal freddo,
quale balsamo somiglia
all'odore delle panchine
al profumo dei ricordi,
quant'è lunga la strada
per arrivare alla gioia,
alle praterie del cielo.
Il colore dei bordi
E se una sera
di un giorno qualunque
scopri per caso
in un angolo buio
della tua stanza
un libro acquistato
in un tempo lontano,
come per incanto
può venirti alla mente
la strada
dove l'avevi comprato
e poi pensare
che cosa ti aveva colpito
in quell'occasione,
forse il titolo scritto
in inglese e italiano,
il colore albicocca dei bordi,
il disegno di un nido sul retro
o forse era stata la voglia
di avere una storia
da tenere per mano
sulla via del ritorno,
come un amore
quando sta vicino.
Il mio vento
Liberava al cielo
l'aquilone colorato
carico dei sogni
che avevo da bambino,
giocava sul mio prato
a fare le capriole
asciugava le lacrime
dei miei giorni neri,
cacciava via i pensieri
delle notti più tristi
allontanava le nuvole
delle mie debolezze
mi è sempre stato amico il vento
ora aiuta ogni passo
del mio debole corpo
nel tratto più ripido
che porta verso casa
poi muove alla mia sposa
i suoi capelli biondi
per mostrarmi tutta intera
la bellezza dei suoi anni,
si ferma assieme a noi
per riposare un momento
poi riprende la sua corsa
vuol tornare ad esser vento.
Haiku
ventuno giugno-
la primavera scrive
l'ultima strofa
echi lontani-
di questa primavera
l'ultimo canto
torna l'estate-
un suono di chitarra
sulla battigia
Sospiri
E penso
a tutte le volte
che mi sono svegliato
senza guardare l'alba,
a quel mare
che lasciavo d'estate
prima del tramonto,
alle notti di luna piena
passate sotto un lume
a giocare a carte
con la fortuna.
E penso poi
alle poesie dei miei giorni
che mi fanno parlare
con il vento,
a quelle sere di silenzio
quando cammino
sulla strada
mentre la pioggia cade
e scivola lenta
sui miei capelli, sulle foglie
sugli amori.
Haiku
pioggia infinita-
una bimba disegna
l'arcobaleno
il desiderio
di essere un ruscello-
vallata in fiore
soltanto il tempo
di ripensare a un sogno-
stella cadente
ali di latte-
all'alba il primo volo
di un pettirosso
Bagaglio
Porto sempre con me
albe lontane
le tengo nei contorni della mente
tra foto di orizzonti,
di voci e di silenzi,
e di quel mare dove
i tramonti
vanno a riposare.
Porto sempre con me
l'estate che scaldava
i nuovi amori,
quel cuore che batteva
troppo forte,
il tempo che conserva un solo
sguardo
rubato forse agli occhi
di un dipinto.
Porto sempre con me
le attese che tornavano,
i nomi e le carezze
di storie che allungavano
le notti,
le pause che abbracciavano
i momenti,
le frecce che colpivano l'incanto
e come un cantastorie
adesso io levo al cielo
il mio racconto.
Haiku
passi nel viale-
il profumo dei tigli
per ogni dove
luna calante-
la fine di un amore
a poco a poco
sugli anni il vento-
si piegano le chiome
dei miei ricordi
Mariupol
E all'improvviso
ci scopriamo fragili
come un bimbo
che dorme nella culla,
come un vecchio
che non conosce i sogni
e ha perso la memoria
dei suoi anni.
E all'improvviso
ci ritroviamo soli
come un ramo
che si piega nella notte,
come un viandante
che alla fine del viaggio
ha il timore
di non poter tornare.
E all'improvviso
ci sentiamo inutili
come un lume che rimane
sempre spento,
come una sera d'inverno
fredda e buia
e un libro
che ci cade dalle mani.
Profumi di gioventù
Ora che da rossa
si è passati a zona bianca
di mattina senza fretta
vado un po' per il paese,
dopo solo cento metri
i Giardini della Pace
dove c'era una Caserma
con i Fanti e le divise,
una marcia ogni mattina
al comando di una voce
si portava anche il fucile
per difendere il Paese,
coi ricordi del passato
vado su con i miei passi
dove c'è quella fontana
con lo zolfo nelle gocce,
là più in alto alla Subida
i cavalli nel maneggio
e il ricordo di un inverno
col brulè di vino caldo,
poi tornando verso casa
dopo un'ora di cammino
una sosta nella Piazza
che si chiama Libertà,
qui si alza il tricolore
nelle feste militari
e la gente assieme ai fanti
canta l'inno di Mameli.
Punteggiatura
Se il sonno tarda
leggo di notte
vecchie parole,
tracce d'inchiostro
rimaste sulle righe dei quaderni,
frasi appoggiate
su pagine di fogli ormai
ingialliti,
pensieri sparsi
lasciati a meditare
dentro i cassetti.
Prima che venga l'alba
rileggo tutto,
molte parole sono
consumate
le virgole somigliano
a dei graffi
vedo sbiaditi apostrofi
ed accenti,
sono evidenti solo
le parentesi
e i punti di domanda,
rimasti uguali.
Haiku
fiori di tiglio-
dentro un sogno il ricordo
del primo amore
mite mattino-
il pettirosso salta
da un ramo all'altro
la meridiana-
torna sui muri all'alba
l'ombra dell'ora
susino in fiore,
ed io che guardavo
solo le rose
Haiku
tutto il profumo
della zagara in fiore-
echi lontani
i vecchi amori-
un profumo di rose
sopra le rughe
si ferma il passo-
sul bordo della strada
i fiori di iris
Rubrica
Scorrendo
sul cellulare
i nomi degli amici
mi capita di vedere
che qualcuno dell'elenco
non c'è più,
lui se n'è andato,
giusto il tempo
di chiedere alla mente
una conferma
e poi decidere
che cosa fare,
se toglierlo all'istante
dalla rubrica
o attendere magari
ancora un poco,
succede poi
che lo cancello sempre
senza aspettare
e metto al posto suo
un altro nome,
da qualche tempo ormai
sento forte il bisogno
di non lasciare mai
uno spazio vuoto.
Primi cieli
E penso ai tuffi
nel mare natio
ai banchi di chiesa
con messa in latino,
al gioco del cerchio
sbattuto dai fianchi
ai balli di gruppo
in aria le mani
ricordo le gite
panini nel sacco
gli sguardi rubati
a gonne già corte,
il gusto nocciola
dei coni gelato
il volto dei cari
chiamati lassù.
Oblio
Da qualche tempo
pulviscoli di nebbia
nascondono i ricordi
della mia mente,
lo specchio opaco del mattino
riflette un'ombra
che non conosco
non so chi sono
potrei essere un albero
che si sveglia al tramonto,
il fiore sbocciato
in un giardino di cemento,
il fungo appena nato
che può vedere il sole,
un aquilone stanco che cade
e poi risale
non so chi sono
potrei essere un sasso
che dorme dentro il fiume,
una stella lontana
che non conosce il mare,
una foglia che rotola,
un frutto prelibato,
il foglio di un quaderno
rimasto sempre vuoto.
Haiku
binario morto-
fiorisce un papavero
tra le rotaie
ecco i papaveri -
ai bordi del sentiero
la fioritura
strada di casa-
dopo l'ultima curva
quattro papaveri
L'amico lontano
Parlami di lui
dell'amico lontano
di come sta che cosa fa
se coltiva le rose
sorride agli uccelli
strimpella le note
della sua chitarra,
se vive in campagna
fuma ancora la pipa
riceve regali
per il suo compleanno
digli di me
quando lo vedi
che passeggio col cane
dormo bene di notte
studio un poco l'inglese
vivo in buona salute
(solo qualche pastiglia),
ascolto musica jazz
scrivo tante poesie
parlo ancora il dialetto
della nostra città
digli ti prego
senza insistere troppo
che conservo da sempre
nel cassetto del cuore
i sapori e i profumi
delle nostre stagioni.
Haiku
luna calante-
della pienezza resta
solo il ricordo
quarto di luna-
l'inizio di un amore
a poco a poco
la luna piena-
le lettere d'amore
in un cassetto
Se fosse
Se fosse un colore
sceglierei sempre il rosso
un campo di papaveri
senza fine e senza inizio,
dipingerei la strada
a questo mio cuore
che non sa dove andare.
Se fosse una nota
vorrei il do maggiore
il suono di un violino
dentro l'arcobaleno,
un concerto all'aperto
fatto di mille sospiri,
e io ti stringo la mano.
Se fosse acqua
sarebbe sempre il mare
la mia vela bianca
in compagnia del sole,
i soffi del vento
ora forti ora leggeri,
i suoi battiti d'ali.
Fragile è il tempo
Nei pomeriggi d'estate
quando il sole sorride
e una brezza leggera
sfiora le mie spalle
è il momento di andare
chiamo in fretta i miei passi
e insieme a loro
verso la collina del canto
a metà della strada
lì sul ciglio a sinistra
la cappella votiva
con la Madonna dentro
e dietro il ciliegio
la piccola casa gialla
della ragazza irlandese
lei ritorna al tramonto
e quando cala la luce
canta ai profumi dell'aria
le note della sua chitarra
Il tempo non c'è più
poi la lenta discesa,
la sera nella mano,
verso l'ora di casa
mentre un vento improvviso
mi rapisce anche l'eco
di quel canto lontano
il tempo è tornato.
La mia primavera
Sembra una festa
questo giorno d'aprile
che incrocia all'improvviso
il mio cammino,
il vento si è placato,
c'è un cinguettio leggero
che soffia piano piano
sul mattino,
un fremito m'avvolge
tutto intero, mi sento addosso
il battito di un suono.
S'illumina di sole
il mio pensiero, il corpo è forte
come un vecchio ramo,
tornano nei miei occhi
tutti i colori
nell'ombra si rifugia
il grigio e il nero,
mi giro per guardare se sono
solo, vedo vicino a me
la primavera,
le vado incontro
e le tendo la mano
con il sorriso pieno di sereno.
Ora sono lontane le nebbie
di febbraio nelle lagune,
le nuvole a dozzine
appiccicate ai monti
e alle colline,
la pioggia dell'inverno
che andava con il fiume
verso il mare,
vestita di pozzanghera marrone.
Haiku
Sepolcro vuoto
Al sorgere del sole
bende per terra
Messa di Pasqua
Tra le navate l'eco
delle preghiere
Cristo risorto
Tutte quelle risposte
che non so dare
Mi fermo un poco
Andate pure avanti
se avete fretta,
lasciatemi stare solo
ancora un poco,
voglio vedere un'altra primavera,
colorare i pensieri
coi respiri e i profumi
dei miei fiori.
Andate pure avanti senza di me,
voglio stare seduto
ancora un poco,
ascoltare da casa il canto
del mare,
quando s'adagia il sole,
all'imbrunire.
Andate pure avanti
senza aspettare,
voglio tenere gli occhi
un poco chiusi,
sognare d'essere vento e poi
volare,
andare là dove finisce il cielo
per vedere come è fatto,
da vicino.
Haiku
un miagolio-
i fiori di glicine
nel pergolato
glicine in fiore-
contando i passi fatti
per ritornare
sbagliando strada
d'un tratto avanti agli occhi
glicine in fiore
Prodigi di primavera
Quando sui monti
la neve si scioglie
e nuove gemme
s'impossessano dei rami
pronto a nuovi tepori
il corpo si sveglia,
esce dal letargo invernale,
nuova energia vitale
zampilla dai pori del cuore,
nel prato ammantato di verde
sbocciano i colori del sole,
la mente ritrova i suoi sogni
sorrisi desideri sospiri
profumi che stregano l'anima
sono figli dei fiori,
sentimenti in fermento
emozioni sopite guizzano
voglia di raccontarsi un po',
son tornate le rondini.
Haiku
mandorlo in fiore-
tutte quelle parole
che non so dire
ciliegi in fiore-
un suono di campane
prima di sera
bisbigli all'alba-
sopra i fiori di pesco
ronzio d'api
Acquarelli
Desidero molto
nei versi che scrivo
parlare dell'erba
che nasce tra i sassi,
raccontare profumi
di prati e giardini
di cedri e limoni
di terre lontane,
cantare le gesta
di antichi guerrieri
mandare rintocchi
di vecchie campane
parlare del faro
con l'uomo di mare
del vento leggero
che soffia le vele
poi ancora mi piace
mostrare nei versi
colori nascosti
da un manto di neve,
cestini ripieni
di more e lamponi
le barche e le reti
che asciugano al sole,
bambini all'asilo
che fanno rumore
un fiore selvaggio
che vuole sbocciare.
Haiku
susino in fiore-
tutt'intorno un profumo
di primavera
fiori di pesco-
si scioglie lentamente
l'ultima neve
stella fiorita-
l'anemone dei campi
colora l'erba
Haiku
fiori di muschio-
un profumo nell'aria
che già conosco
azzurro cielo-
s'adorna il vecchio ramo
di gemme nuove
mandorlo in fiore-
tutta la primavera
in uno sguardo
Haiku
primi tepori-
sulle verdi colline
mandorlo in fiore
avanza marzo-
fiorisce l'iris giallo
tra le sterpaglie
rondine in volo-
sotto il cielo di marzo
garrisce un canto
Dall'altra parte
Come quando
ti trovi davanti
a una porta socchiusa
con addosso la voglia
di aprirla del tutto
per andare a vedere
cosa c'è
dall'altra parte,
ma il pensiero poi
che ti frena il cammino,
quell'inquietudine muta
di affidare al silenzio
i colori dei fiori,
di lasciare al vento
il cinguettio dei rami.
Haiku
sirene all'alba,
diventa muto il canto
dell'usignolo
un cielo buio-
dimmi chi ha rubato
tutte le stelle
quel desiderio
di stringersi le mani-
mimosa in fiore
Arlecchino
Ho raccolto le parole
scartate dai poeti
pallottole di carta
finite nel cestino
ho unito tra loro
le sillabe sciupate
per fare un vestito
alla mia poesia
dai piccoli ritagli
sono nati versi
strofe complete
di schegge cucite
e ora a Carnevale
con il foglietto in mano
io leggo ai passanti
le parole buttate.
Profumo di primavera
Un vento leggero
solleva i bianchi capelli,
un tiepido sole
riscalda le mani indurite,
nei giardini del mondo
sboccia il giallo acceso
delle mimose.
E' una gradevolissima giornata!
La nostalgia sfoglia i ricordi
del tempo gioioso,
riaffiorano desideri sopiti
galoppano, galoppano
i battiti del cuore,
stanno tornando
le rondini.
Haiku
gocce di pioggia-
dalla finestra il bimbo
guarda l'inverno
nessuna voce-
solo un volo di corvi
sopra la neve
quattro febbraio-
una primula sboccia
fuori stagione
Ricordi
In una sera d'inverno
fredda e buia
può succedere
di sentire un odore,
un profumo
che arriva da lontano,
poi un suono
una voce
una musica
del tempo passato,
in attesa dei sogni
si comincia a viaggiare
sul treno dei ricordi
e scorrono lungo i binari
le gite in primavera
le corse in bicicletta
la fine della scuola,
tutto d'un tratto poi
appare un volto
un sorriso
una giornata al mare,
il primo amore.
A bassa voce
Lui
non aspetta nessuno,
eppure ci sono
alcune persone
davanti a casa sua,
parlano tra di loro
a bassa voce,
una giovane guarda
se c'è la luce accesa
dietro i vetri,
un signore anziano
s'avvicina alla porta
per bussare,
il telefono squilla
senza sosta,
loro non sanno
che oggi
lui non riceve nessuno,
vuole solo ascoltare
vecchie canzoni
e scrivere poesie d'amore
da conservare.
Haiku
fredda stagione-
sulla panchina al parco
nessuna voce
le prime luci-
un pettirosso all'alba
canta il risveglio
cieli d'infanzia-
i calci ad una palla
lungo la strada
fiocchi di neve-
sono ancora più bianchi
i miei capelli
Impronte
Ho cercato nel baule
quel maglione con i fiori
ricevuto per Natale,
il vestito e i guanti bianchi
indossati dalle suore
per la prima comunione,
la pagella un po' ingiallita
con i voti scritti a mano
della quinta elementare,
il pallone impolverato
che calciavo da ragazzo
coi compagni del rione,
figurine dentro l'album
con i nomi a stampatello
di ciclisti e calciatori,
il ricordo di quel bacio
che pensavo fosse intatto
ma si è rotto chissà dove.
Siamo pensieri
in cerca di un sorriso!
Ippopotami
Un vecchio
seduto sulla porta
si sforza di cercare
la luna del mattino
e il nuovo sole
che forse è andato già
dall'altra parte,
vede invece
fantasmi e crocifissi,
ippopotami
che annusano il vento
in cerca di un fiume
senza melma,
vede volare cavalli
con ali di seta
e pipistrelli
che vanno sulla strada
a passo d'uomo,
allora lui ritorna
dentro casa
e cerca tra gli appunti
delle carte
il senso della vita
e della morte.
La stessa strada
La pioggia è cessata,
dopo due giorni
ritorno a camminare
verso il centro del paese,
i passi sono lenti
ma non ho fretta
e il tempo non mi manca,
il gatto ha già mangiato,
l'erba di casa
non è ancora pronta
per essere tagliata
e il pranzo è solo da scaldare,
manca solo
la voce di un amico
che fa la stessa strada
e non so
se andare avanti
o fermarmi a recitare
una preghiera.
Viaggi
Il primo verso
è quello del mattino
che scivola dai sogni
della notte,
poi il foglio
si riempie di parole
dove trovano casa
suoni e colori
ci sono i frutti
che cadono dai rami,
un ticchettio di donne
e il marciapiede,
il pianto di un bambino
nel cortile,
anche d'inverno i passi
verso il mare
c'è l'ombra del viandante
sotto il sole,
la nebbia che nasconde
le colline,
l'approdo quand'è sera
di una nave,
il canto del poeta
senza fine.
Disegno
Prendo il foglio bianco
rimasto nel grembo
di un vecchio cassetto,
tolgo l'alone di polvere
da una frase che manca,
cancello una piccola macchia,
aggiusto un lembo sgualcito
per mettere ordine
a quello che scrivo,
m'accorgo d'un tratto
che il pensiero è già vecchio,
faccio allora il disegno
di una rosa che cade,
di due mani piegate
a forma di cuore.
Grigio antracite
E succede
che un giorno ti svegli
di malumore
senza una ragione apparente
senza un perché,
niente che ti faccia pensare
all'arrivo di una brutta notizia
o di un temporale,
e allora cerchi
negli angoli tristi
del tuo buonumore
il motivo di quel grigio antracite
che disegna i tuoi occhi,
cominci a fare la conta
di cosa è successo,
riavvolgi i sogni
finiti da poco,
le voci ascoltate
nel bar della sera
accanto agli amici,
pensi a un dettaglio
a una frase scomposta
ricevuta per sbaglio,
ma nulla di questo
ti viene alla mente,
poi d'un tratto t'accorgi
che manca un abbraccio,
un saluto - un sorriso
uno sguardo.
Così dicembre
Neppure il tempo
di pensare a una preghiera
e mi ritrovo già
dentro il Natale,
nel prato un turbinio
di foglie gialle
in piazza il luccichio
di mille stelle,
dopo la curva
l'albero e la casa
poco distante
il canto di una chiesa
neppure il tempo
di scrivere una frase
e mi ritorna in mente
il mio paese,
m'appare l'ora tarda
della notte
e poi lo sguardo buono
di mia madre,
l'accento forte e sano
di mio padre
che mi è rimasto un poco
nella voce.
Il "Mattino" negli haiku di Salvatore
freddo mattino-
l'odore del tabacco
nel vecchio paltò
primo mattino-
il sole ancora basso
sulla collina
finestra aperta-
il vento del mattino
sul caffè latte
mattino in treno-
scorrono all'incontrario
case e palazzi
freddo mattino-
panorami appannati
sul parabrezza
metà mattino-
nel giardino di casa
un becco giallo
finestre chiuse-
entra al mattino il sole
dalle fessure
passi al mattino-
la luce d'un lampione
ancora accesa
mattino al bar-
tra i saluti del giorno
la sua voce
freddo mattino-
s'incrociano i respiri
dei pendolari
Le "Rose "negli haiku di Salvatore
l'inverno avanza-
nel giardino di casa
l'ultima rosa
trenta petali-
d'una rosa a dicembre
quello che resta
si ferma il passo-
di là dell'inferriata
la rosa bianca
rosa recisa-
un filo d'acqua al vaso
prima di sera
quella paura
di stringersi le mani-
rose appassite
amori estivi-
sulla spiaggia una rosa
dimenticata
rosa d'autunno-
questo sole che ride
così bugiardo
rose appassite-
una sera sul molo
ad aspettare
farfalle in volo-
la voglia d'esser rosa
almeno un giorno
la testa china-
sulle rose d'autunno
l'ombra del tempo
Attesa
Quando sento
la parola "attesa"
penso subito
ad un appuntamento
ad un incontro,
al sorriso di un amico
che viene da lontano,
penso a una giovane
che ha in mente di partire
a un vecchio cane
che aspetta il suo padrone,
a un marinaio
che scrive alla sua sposa
al contadino
che torna verso casa,
penso al giardino
prima che nasca il fiore
a un treno lento
che tarda ad arrivare,
penso a una vela
che sogna la sua barca
penso a una barca
che sogna la sua vela.
La "Neve" negli haiku di Salvatore
soffi di vento-
si scioglie lentamente
la prima neve
fiocca la neve-
il tempo dei silenzi
sulla collina
cime innevate-
tutto il tempo a parlare
di quell'inverno
neve in collina-
rintocchi di campane
dentro ogni fiocco
le spalle curve-
il peso della neve
sul ramo spoglio
aria di neve-
dalla finestra all'alba
un cielo grigio
nessuna voce-
solo un volo di corvi
sopra la neve
fiocca la neve-
si piegano le chiome
delle betulle
palle di neve-
l'inizio di un racconto
nato per gioco
sulla montagna
fiocca la neve fiocca
oltre lo sguardo
Le "STELLE" negli haiku di Salvatore
soltanto il tempo
di un battito di ciglia-
stella cadente
la barca in rada
al riparo dal vento-
echi di stelle
stelle cadenti-
tutti i miei desideri
in una notte
piccole stelle-
tutte quelle parole
che non ho detto
stella cadente-
s'accende all'improvviso
un desiderio
la luce fioca-
immaginando un cielo
pieno di stelle
gocce di stelle-
il sogno di un rospo
nel vecchio stagno
vado sul monte
per vedere le stelle
in prima fila
Saluti
E se un giorno
qualcuno
camminando per strada
ci farà un saluto
inaspettato
forse non sapremo
come rispondere
non conoscendo il volto
e la sua voce,
ma subito dopo
anche noi diremo
buongiorno
se intorno c'è la luce
del mattino
o buonasera
se il sole già comincia
a tramontare,
poi forse aggiungeremo
"tanti saluti a casa"
sperando che anche lui
quando ritorna
ritrovi il volto buono
d'una presenza.
Il "CIELO" negli haiku di Salvatore
un cielo all'alba-
conservo in un cassetto
tutti i miei sogni
alba a Nord Est-
tra i colori del giorno
un cielo azzurro
senza la luna
non riesco a dire nulla
di questo cielo
sale la nebbia-
nessuno guarda il cielo
di questa notte
immaginando
la rondine che torna-
cieli d'autunno
dal cielo un tuono-
si spezza nel risveglio
sogno d'amore
gocce dal cielo-
una bambina attende
l'arcobaleno
sprazzi di nebbia-
uno spicchio di cielo
e nulla di più
gorgheggi all'alba-
un coro di usignoli
va verso il cielo
malinconia-
un cielo senza stelle
e senza luna
vento gelido-
tutte le sfumature
di un cielo grigio
sbiaditi all'alba
i contorni del cielo-
solitudine
Il "Vecchio" negli haiku di Salvatore
il vecchio e il cane-
tre passi sotto il cielo
all'imbrunire
la vecchia mamma
tiene il rosario in mano-
conta preghiere
si ammala il vecchio-
le pillole del cuore
sul comodino
sorride il vecchio -
i ricordi più belli
dentro le rughe
un forte vento-
il cappello del vecchio
sul marciapiede
scivola il vecchio-
la voce del dolore
sui gradini
l'inverno bussa-
sulle gambe del vecchio
una coperta
il vecchio nonno
tiene il cappello in testa-
copre i ricordi
vecchio al tramonto-
i passi consumati
dentro le scarpe
l'autunno avanza-
accanto al focolare
sonnecchia il vecchio
sala d'attesa-
un vecchio attende il turno
della chiamata
ha freddo il vecchio-
ci vorrebbe un'estate
o una carezza
Le cose da fare
Prendere la pillola
con un sorso d'acqua
e fare colazione
prima di uscire,
camminare senza fretta
sulla strada del paese
salutando chi s'incontra
con la voce forte e chiara,
leggere gli anni
nei placcati sul muro
per sapere s'è il momento
d'incontrare il cielo,
comprare il pane
che serve per due giorni
non si sa mai
se poi domani piove,
guardare le vetrine
con le prime luci acese
pensando ai regali
da fare per Natale,
a due passi da casa
con le chiavi in mano
sorridere al gatto
ch'è in attesa sul gradino.
Il "TRAMONTO" negli haiku di Salvatore
sole al tramonto-
rintocchi di campane
dalla collina
soffi al tramonto-
le parole del vento
a bassa voce
bordo del fiume-
oscillano al tramonto
ciuffi di canne
tramonta il giorno-
i passi consumati
dentro le scarpe
rosa recisa-
un filo d'acqua al vaso
dopo il tramonto
vento d'autunno-
sul viale dei tramonti
petali sparsi
si muove l'onda-
un tramonto galleggia
all'orizzonte
tramonta il giorno-
s'accendono i lampioni
sui marciapiedi
vento al tramonto-
nel prato un volo basso
di foglie stanche
tramonta il giorno-
di questo sole colgo
quello che resta
Milite ignoto
Nel tempo della tua primavera
tra i fossati delle trincee
con il fucile in mano
guardavi i colori dei fiori,
il boato dei tuoni struggenti
e l'acre odore dei fuochi
abbracciavano il tuo esile corpo
che sapeva di terra e di fumo,
sei caduto come fanno le stelle
quando è l'ora già scritta nel cielo,
avevi la Patria nel cuore
nella mente i tuoi genitori,
nel marmo dei Caduti in battaglia
c'è un elenco di nomi e cognomi,
il tuo manca ma sempre sarai
il più puro dei Fanti e un eroe,
a Cormons ora sei ricordato
anche tu caro Milite Ignoto,
un monito per amare la vita
senza le guerre e senza confini.
Incantesimi
Quando il sole
stanco del giorno
abbraccia lentamente
l'orizzonte del mare
il corpo si placa,
la mente s'invola
tra i sentieri dei sogni
e nascono senza freni
panorami inediti,
oceani di sabbia
girotondi di bimbe,
sui rami nudi
sbocciano sinfonie di canti,
tra i respiri del vento
coriandoli e stelle filanti,
da uno scrigno segreto
prendono vita
amuleti e smeraldi
altalene e fiocchi di neve,
dentro i viaggi dell'anima
lapislazzuli e affreschi,
giganti e fate
di mondi lontani,
ai confini del cuore
incantesimi di betulle.
Haiku
primo novembre-
c'è sempre un giorno buono
per le preghiere
giorno dei santi-
i colori dei fiori
sopra le tombe
primo novembre-
accanto ai crisantemi
vecchi sorrisi
Passi
I miei passi in autunno
camminano lenti,
hanno la misura
delle giornate stanche,
si fermano sul giallo
delle foglie e rubano
i profumi di terra bagnata
alle campagne.
I miei passi in autunno
camminano soli,
non hanno più l'ombra
che li accompagna,
guardano dall'alto i vecchi
panorami
e poi tornano indietro,
seguendo le tracce dei sentieri.
I miei passi in autunno
arrivano a casa all'ora
del tramonto,
slacciano il freddo dalle scarpe,
sollevano il peso delle gambe
e vanno a letto presto
per togliere il gonfiore
che è rimasto.
Il "Mare" negli haiku di Salvatore
sorride il bimbo-iI rumore del mare nella conchiglia
vacanza estiva-nel secchiello del bimbo l'onda del mare
mare d'autunno-nella spiaggia deserta una bottiglia
fine di ottobre-le immagini del mare abbandonate
mare di notte- un riflesso di stelle sull'onda quieta
il mare all'alba-solo le nostre impronte sulla battigia
conchiglia muta-riposa anche stanotte l'onda del mare
mare al tramonto-i sandali bagnati sulla battigia
il bimbo al mare accumula ricordi -sabbia e castelli
mare d'inverno-le onde capovolte sopra gli scogli
casa in collina-il buio della notte nasconde il mare
mare di ottobre- un'onda sui sandali dimenticati
Nostalgia
Una panchina
m'accoglie di sera
in fondo al viale
della strada di casa
m'abbandono al silenzio
ai respiri del vento
alla luna che nasce
al profumo d'un fiore
e la mente veleggia
verso spiagge lontane
un'occhiata ai ricordi
poi ritorna da me
se una goccia improvvisa
m'accarezza la guancia
un saluto al lampione
e riprendo la via.
La "SERA" negli haiku di Salvatore
e si fa sera-
s'accendono le stelle
ad una ad una
sera d'estate-
il volo di un petalo
sul lungomare
sera di pioggia-
un sapore di nuvole
nella minestra
tramonta il giorno-
i passi consumati
dentro le scarpe
serata afosa-
un canto di cicale
nella pineta
il mendicante
di sera conta sguardi-
e una moneta
nel giradischi
una vecchia canzone-
sera di pioggia
sotto il ciliegio
snocciolando ricordi-
e si fa sera
sera d'agosto-
rotola una lattina
sul lungomare
sera d'autunno-
una foglia si scalda
sotto il lampione
L'Alba negli haiku di Salvatore
ritorna l'alba-si svegliano i colori addormentati
un forte vento all'alba scuote il ramo-oscilla un canto
alba in terrazza-un profumo di rose e il caffè latte
all'alba un merlo gorgheggia sopra il tetto senza spartito
sbiaditi all'alba i contorni del cielo-sale la nebbia
un vento all'alba sfiora nuvole basse-foglie sul prato
un bus all'alba-sotto la pensilina sogni e sbadigli
all'alba il gelo-panorami appannati sul parabrezza
raggio di sole-tra i sussurri dell'alba la sua voce
battiti all'alba-con il collo piegato vola un airone
un tuono all'alba-in fretta un senzatetto cerca riparo
Le "foglie" negli haiku di Salvatore
estate addio-accanto ai miei passi le prime foglie
si leva il vento-tra i colori del giorno le foglie gialle
nell'aria l'eco di una vecchia canzone-vola una foglia
vento di ottobre-rotolano le foglie senza una meta
ancora autunno-le gocce di rugiada sopra le foglie
gelida sera-una foglia si scalda sotto il lampione
le foglie al vento-questo cielo d'ottobre sempre più grigio
dopo il tramonto l'autunno intona un canto-muore una foglia
soffio d'autunno-una foglia rotola e poi si ferma
all'alba il vento-un cumulo di foglie sulla panchina
foglie d'autunno-sotto le vecchie scarpe un crepitio
soffi di vento-il volo di una foglia e poi la resa
due autunni-una foglia accanto a un bastone
La "pioggia" negli haiku di Salvatore
gocce di pioggia-lo stesso tempo incerto di ieri sera
nuvole fitte- l'odore della pioggia tutta la notte
sera di pioggia-un sapore di nuvole nella minestra
un vento all'alba sfiora nuvole basse-gocce di pioggia
pioggia al tramonto-sui fiori e sull'erbaccia le stesse gocce
ancora pioggia-le lacrime del cielo su foglie gialle
notte di pioggia-più grosso adesso il fiume più grande il mare
gocce di pioggia-nuvola vagabonda bagna il mattino
sera di pioggia-una vecchia canzone e il libro accanto
pioggia battente- e tu mi parli ancora dei girasoli
La "Luna" negli haiku di Salvatore
cena all'aperto-uno spicchio di luna sulla tovaglia
terzo di luna-quella parte mancante di un desiderio
la luna piena-ritorna un vecchio sogno e poi si ferma
succede sempre quando guardo la luna-succede sempre
luna calante- riposa anche stanotte l'onda del mare
amica luna-un fermaglio scivola sul pavimento
luna a metà-il ghiaccio nel bicchiere pieno di whisky
chiaro di luna-tra pagine d'amore il segnalibro
sul comodino poesie di Prévert-la luna fuori
spunta la luna-vado a vederla meglio dalla terrazza
luna crescente- l'inizio di un amore a poco a poco
senza la luna non riesco a dire nulla di questo cielo
Il "Vento" negli haiku di Salvatore
soffi di vento-un petalo di rosa lungo la strada
cigola il vento- sull'uscio un miagolio graffia la notte
si leva il vento- un'altalena rotta dondola sola
bisbigli e suoni-le carezze del vento su foglie secche
notte di vento-galleggia sopra l'onda la luna piena
giornata afosa-oscilla in un ventaglio soffio di vento
vento gelido-attorno al suo collo la mia sciarpa
finestra aperta-il vento della notte sulle lenzuola
la vela al vento-i granelli di sabbia nella conchiglia
soffi al tramonto-le parole del vento a bassa voce
notte di vento- cigolano i cancelli arrugginiti-
soffi di vento lambiscono il tramonto- plana un gabbiano
Battiti
Sono forse più grigi
i colori del cielo,
più lunghe le piogge
più alte le onde del mare,
sono forse più bianchi i capelli
più fredde le mani
più corti la vista e l'udito
più lenti i respiri
ma nulla è cambiato
batte sempre più forte
questo gracile cuore
quando vede
una giovane mamma
che allatta il suo bimbo,
quando guarda
una sposa all'altare,
tra le mani un bouquet.
Haiku
otto di sera-
nelle vecchie ciabatte
i piedi gonfi
i chicchi sparsi-
sul prato un tonfo sordo
di melagrana
rosa recisa-
un filo d'acqua al vaso
prima di sera
Haiku
colline in festa-
il profumo del mosto
nelle cantine-
vento d'autunno-
il volo di una foglia
e poi la resa
rondine in volo-
tutto il giorno a pensare
se poi ritorna
Haiku
rondine in volo-
tutto il giorno a pensare
se poi ritorna
vento di bora-
il volo di una foglia
e poi la resa
i primi freddi-
si è già placato il canto
delle cicale
Un altro autunno
E sei tornato
puntuale come sempre
coi tuoi sussurri
e le tue malinconie,
coi girotondi dei bimbi negli asili
e i nuvoloni
che nascondono i cieli,
porti con te la solita valigia
fatta di piogge
di vento e arcobaleni
di foglie gialle, di frutti maturi
e rami nudi
in cerca di riparo,
hai messo via
le impronte dell'estate
il canto
delle onde all'imbrunire
le stelle che parlavano dei sogni
le lune piene
degli innamorati
tutti gli amori brevi già finiti,
porti con te un tempo
di preghiera
di solitudine e freddo nelle mani
il tempo dei tramonti
lenti e muti
appesi ai tempi andati
un po' sbiaditi.
Foglie
Lungo la strada
del mio camminare
una foglia arancione
stamattina
e a pochi passi
una foglia gialla,
poi un'altra
e un'altra ancora
allora io mi chiedo
che cosa mai ci faccio
in mezzo a loro,
so forse come vibra
un tremolio sull'erba,
mi sono già specchiato
su gocce di rugiada
e ho mai guardato all'alba
un volo di farfalla?
riesco a rotolarmi
lungo i bordi
col vento della notte
e del mattino?
so ritornare
ad ogni primavera
e raccontare
tutte le stagioni?
l'unica cosa
che mi sembra uguale
è quell'andare avanti
senza meta,
è quel cercare
dentro un grande mucchio
la stretta di un riparo
e di un abbraccio,
trovare alla caduta
un'accoglienza
con il calore
della vicinanza.
Autunni
Neppure il tempo
di ricordare un sogno
e mi ritrovo accanto
a un altro autunno,
nel prato un turbinio
di foglie gialle
col mulinello
che si leva al vento,
in ogni foglia
il volto di una stella
e in ogni stella
il nome di un racconto
neppure il tempo
di scrivere una frase
e mi ritorna in mente
il mio paese,
m'appare l'ora tarda
della notte
e poi lo sguardo mite
di mia madre,
l'accento forte e sano
di mio padre
che mi è rimasto un poco
nella voce.
Haiku
fiori d'ortensia-
tutto l'amore avuto
e quello dato
rintocchi all'alba-
all'improvviso un vecchio
conta le rughe
gocce di pioggia-
l'autunno intona all'alba
il primo canto
Vestirsi di gioia
Dicono
che sta tornando l'autunno,
che nuvole grigie
nascondono il cielo
e folate di pioggia
hanno ingrossato
il letto del fiume,
dicono
che l'ululato dei tuoni
ha spezzato
la bellezza dei rami
e cumuli di foglie
stanno gonfiando
l'erba dei giardini
loro hanno negli occhi
sguardi di paura,
sentono il freddo
che corre nelle mani
mentre sfogliano l'affanno
dei pensieri,
non sanno ancora
che per amare l'autunno
bisogna vestirsi di gioia,
fermarsi
ad ascoltare le colline,
farsi sfiorare
da un soffio di vento,
da una foglia che cade.
I miei disegni
Fogli bianchi
sulla mia scrivania
aspettano la sera
per restare con me,
chiedono alla mia mente
cos'ho raccolto del giorno
per custodire nel tempo
i miei nuovi pensieri.
Loro sono in attesa
quando parlo da solo
mentre cerco la rima
di una frase mai scritta,
mi vorrebbero chiedere
che io racconti qualcosa,
come nasce una stella,
dove dorme la luna.
Io li tratto con cura
per non farli piegare
poi riempio quei fogli
di carezze e parole,
e ogni strofa alla fine
a seconda dei versi
assomiglia all'impronta
d'una immagine viva
a uno stormo di uccelli
una persiana socchiusa,
una rosa che sboccia
in un campo di neve.
Haiku
spighe di grano
in attesa del vento-
giornata afosa
metà settembre
e il sole scalda ancora-
fermenta il mosto
mare d'autunno-
solo un gabbiano appare
all'orizzonte
Haiku
passi in giardino-
tutto addosso il profumo
dell'olea fragrans
cena all'aperto-
uno spicchio di luna
sulla tovaglia
terzo di luna-
quella parte mancante
di un desiderio
Haiku
vele piegate-
è già settembre e piove
sui litorali
tutto in ordine-
si gonfiano sui rami
le melagrane
passi felpati-
all'ora del tramonto
un miagolio
Haiku
ancora estate-
un volo di farfalle
fino al tramonto
ore d'attesa-
tra le mani appassisce
l'ultima rosa
un nuovo giorno-
si scioglie la rugiada
al primo sole
A bassa voce
Lui non aspetta nessuno
eppure
ci sono tante persone
davanti a casa sua,
parlano tra di loro
a bassa voce,
un giovane guarda
se c'è una luce accesa
dietro i vetri,
una vecchia signora
s'avvicina alla porta
per bussare,
il telefono squilla
senza risposta,
loro non sanno
che oggi
lui non accoglie nessuno,
vuole solo ascoltare
vecchie canzoni
e scrivere poesie d'amore
da conservare.
Haiku
settembre mite-
sorrisi di farfalle
innamorate
così settembre-
il ritorno dei greggi
e dei pastori
fine vacanza-
nella valigia un'onda
e una conchiglia
Haiku
nuvole e sole-
s'abbassa e s'alza il tono
delle cicale-
fine d'agosto-
nella valigia all'alba
gocce di mare
sette rintocchi-
nell'aria del mattino
l'eco del tempo
I giorni sospesi
E' fragile
questo mio tempo
come un battito
un soffio di vento
un vetro che cade
e si rompe,
è fragile
quello che guardo
che sfioro
che tocco
nel giorno sospeso,
è fragile
il bello che sento
il certo e l'incerto
d'un breve sorriso,
sono fragili
i campi d'inverno
le foglie in autunno
i sogni al risveglio.
Haiku
fresco mattino-
sulla battigia all'alba
brezza di mare
acini gonfi-
il volo di una foglia
prima del tempo
amori estivi-
sulla spiaggia una rosa
dimenticata
L'ora esatta
Mi riconoscerai
dalle rughe sulla fronte
e dalla cicatrice
sulla guancia,
i capelli metà grigi
e metà bianchi
negli angoli soltanto
pochi denti,
la vista è ancora buona,
vedo sbiadite solo
le primavere
e qualche volta l'alba
ed i tramonti.
Tu come stai?
Hai ancora quella foto
accanto al sole,
la tua maglietta verde
con il nome,
la gonna che ti stava
troppo stretta,
quel libro di poesie
di Garcia Lorca?
Se qualche volta
torni per Natale
fammi sapere il giorno
e l'ora esatta.
Sussurri e suoni
Aria di quiete,
c'è voglia di ascoltare
soltanto melodie
senza parole,
sentire all'alba
un primo refolo di vento
che soffia sui colori
addormentati,
il canto di un'allodola
al mattino
e un lieve turbinio
di foglie gialle,
se il sole è alto
ancora un altro refolo
di vento
e all'imbrunire
le ore dentro un suono
di campane,
sussurri di comete
quand'è sera,
da una finestra aperta
e luci basse
il chiaro della luna
al pianoforte.
Haiku
cielo d'agosto-
una nuvola passa
senza rumore
agosto avanza-
di questa estate colgo
quello che resta
grandine estiva-
a volte il tono basso
delle cicale
Appuntamenti
Ogni giorno all'imbrunire
io mi porto su in terrazza
per vedere se nel cielo
c'è una nuvola che passa,
guardo se si muove sola
o se dietro ce n'è un'altra
e se vola un apparecchio
lo saluto con la mano,
dopo un'ora quand'è sera
io mi sposto sul balcone
per vedere se una stella
quando cade accende il mare,
con la luna ancora piena
guardo in alto più che posso
mentre aspetto che qualcuno
dopo mi accompagni a letto,
la mattina di buon'ora
vado sempre nel giardino
per scoprire da vicino
come sboccia un nuovo fiore
se per caso s'alza il vento
e una foglia lascia il ramo
la raccolgo e poi la metto
al riparo dentro un mucchio,
quando passa il gatto bigio
che mi dice amico ciao
io lo guardo col sorriso
e rispondo marameo,
al meriggio dopo il pranzo
quando il sole è troppo alto
cerco un'ombra che mi accolga
e mi siedo accanto al gelso.
Un rosso di matita
Segno nel calendario
gli appuntamenti
le serate di festa
e di poesia
gli orari delle sagre
all'aria aperta
dove la gente balla
senza sosta,
poi cerchio
con un rosso di matita
la data dell'arrivo
di un amico
e addobbo la sua stanza
coi limoni
e quella foto dove sorridiamo,
nei giorni senza impegni
e senza incontri
col calendario in mano
e un lume accanto
di notte resto solo
con i santi
(con quelli messi
nello stesso giorno)
e parlo assieme a loro
di suoni e di silenzi
di prati e di farfalle
di nuvole e conchiglie
e quando io domando
che fine fanno
tutte le preghiere
che recito ogni tanto
nei miei sogni,
rispondono che poi
si fanno stelle.
Primi cieli
E penso ai tuffi
nel mare natio
ai banchi di chiesa
con messa in latino,
al gioco del cerchio
sbattuto dai fianchi
ai balli di gruppo
in aria le mani
ricordo le gite
panini nel sacco
gli sguardi rubati
a gonne già corte,
il gusto nocciola
dei coni gelato
il volto dei cari
chiamati lassù.
Accoglienze
Bisognerebbe portare i giovani
a visitare il fiume,
farli camminare lungo le sponde,
suggerire di ascoltare il suo respiro
e imparare dallo scorrere impetuoso
oppure lento
il suono delle voci e dei silenzi,
accompagnare il viaggio
dalla montagna fino alla pianura
e guardare
come il ponte di un paese
accoglie con amore il forestiero,
spiegare a quei ragazzi
che i fiumi hanno tutti un porto amico
a cui affidare i sogni e le paure
e l'acqua che accarezza
i loro sassi
non muore quando arriva alla sua foce
ma diventa
un tutt'uno con il mare.
Haiku
s'abbassa il sole-
le voci della sera
e poi i silenzi
lento tramonto-
rintocchi di campane
all'ora giusta
un batticuore-
campo di girasoli
dopo la curva
Haiku
codice inverso-
di notte un girasole
cerca la luna
calura estiva-
le ombre del silenzio
sulla panchina
sera di vento-
un cappello rotola
sul marciapiede
Passi
Dei miei passi
amo la frenesia
di quando vanno a cercare
un sentiero nuovo,
lo stupore
di quando sentono addosso
il profumo di un ramo,
quelle soste
in attesa del vento
quando è stanco il respiro,
la meraviglia
per un fiore selvaggio
cha ha colori del cielo
dei miei passi
amo il loro sorriso
quando incontrano amici
di un tempo passato,
la cautela
con cui sfiorano i sassi
di un vicolo antico,
l'allegria
per i calci a un pallone
incontrato per caso
dei miei passi
amo il loro riposo
quando tornano a casa,
quel restare
un po' stanchi in poltrona
a raccontare di noi,
quel salire sul tardi le scale
senza fare rumore.
Stagioni
E all'improvviso
ci scopriamo fragili
come un bimbo
che dorme nella culla,
come un vecchio
che cerca tra i ricordi
le impronte consumate
dei suoi anni
e all'improvviso
ci ritroviamo soli
come un ramo
che si piega nella notte,
come un viandante
che alla fine del viaggio
ha il timore
di non poter tornare
e all'improvviso
ci sentiamo inutili
come un lume che rimane
sempre spento,
come una sera d'inverno
fredda e scura
o un libro
che ci cade dalle mani.
Haiku
giornata afosa-
una treccia bagnata
sulla battigia
si placa il vento-
un volo di farfalla
all'imbrunire
un'alba nuova-
di questo sole tengo
quello che basta
Mi fermo un poco
Andate pure avanti
se avete fretta,
lasciatemi stare solo
ancora un poco,
voglio vedere un'altra primavera,
colorare i pensieri
coi respiri e i profumi
dei miei fiori.
Andate pure avanti senza di me,
voglio stare seduto
ancora un poco,
ascoltare da casa il canto
del mare,
quando s'adagia il sole,
all'imbrunire.
Andate pure avanti
senza aspettare,
voglio tenere gli occhi
un poco chiusi,
sognare d'essere vento e poi
volare,
andare là dove finisce il cielo
per vedere come è fatto,
da vicino.
Haiku
piccole mele-
un profumo d'attesa
che allunga il tempo
ronzio d'api-
fiorisce nel giardino
il vecchio tiglio
prove d'estate-
un suono di chitarra
sulla battigia
Mare d'inverno
La vacanza era il mare,
il viaggio era un tuffo
e la nuotata,
nessuno conosceva l'inverno
perché tutto ruotava
intorno al sole,
la droga era un gelato
alla nocciola
il vino una spremuta di limone
e quando c'era fame
bastava un panzerotto
o una pizzetta calda
nelle mani,
si capiva se passava
una straniera
dalla sua gonna corta
e dall'accento
e se arrivava l'eco
di uno sguardo
si galoppava con la fantasia
l'ombra del giorno
accompagnava tutti fino a sera
e alla fermata
in piedi s'aspettava
l'ultima corsa,
quando finiva
il mare di settembre
si tornava
sui banchi della scuola
e succedeva a volte di copiare
la versione di greco
o di latino,
la domenica si ballava
nelle case
ognuno si sceglieva la canzone
e quando una ragazza
se ne andava
(e si restava soli)
di colpo s'imparava
cos'è l'inverno.
Haiku
un altro giugno-
tra i sussurri del vento
l'eco del tempo
rose e limoni-
nel giardino di casa
il sole addosso
sugli anni il vento-
si piegano le chiome
dei miei ricordi
Croci
E' andato via il contadino,
nel campo abbandonato
una lacrima scivola
sui vecchi stracci
dello spaventapasseri,
ora nessuno lo veste coi panni
della nuova primavera
come i pupazzi felici
dei frutteti vicini,
sulla bocca negli occhi
e sul viso
sono sbiaditi i colori vivaci
dell'anno passato,
attorno alla croce di legno
svolazzano i passeri
e gli sfiorano il braccio
senza paura,
accanto ai girasoli
cinguettano i cardellini
senza timore,
sul cappello di paglia
sgualcito dal tempo
le ali dei corvi stanchi
si fermano a riposare,
la corda che lega i due pali
si è già sfilacciata
e ogni tanto il fantoccio
si piega.
Haiku
giornata afosa-
oscilla in un ventaglio
soffio di vento
un'alba nuova-
dei miei sogni conservo
quello che manca
l'edera verde
abbraccia cicatrici
di vecchi muri
Haiku
fiori di tiglio-
dentro un sogno il profumo
del primo amore
giornata afosa-
un frinir di cicale
fuori stagione
petali sparsi
d'una rosa di maggio
quello che resta-
Catene
Da qui
si vede il cortile
e quando si leva il giorno
la prima cosa che appare
è la sua camicia scollata,
lei non ha paura di mostrarsi
ai desideri degli altri
è protetta dalla purezza
dei suoi pensieri forti
ed io fiocco di seta
intrappolato
nelle catene dell'amore
mi specchio nei pensieri
e mi tormento.
All'ora dei sogni
Accendo la musica stasera
voglio danzare da solo,
abbracciare le spalle
inventare piroette,
poi all'ora dei sogni
aprire le ali
per volare lontano
tra montagne innevate
e laghi di ghiaccio,
poi osservare dall'alto
il cratere di fuoco
di un vulcano attivo
e a metà della notte
puntare lo sguardo
sulle terre del Nord,
seguire i salmoni
che salgono i fiumi
le navi vichinghe
che salpano i mari,
prima dell'alba
un'ampia virata
verso i caldi del Sud,
guardare da vicino
minareti e moschee
dromedari e cammelli
nelle dune di sabbia
e infine planare
come stanco gabbiano
sulle bianche scogliere
di limpidi mari,
al risveglio domani
tra i sussurri del vento,
con il cielo negli occhi
e il profumo dei fiori
salutare il giorno
che ritorna puntuale,
cantare agli uccelli
sillabe in versi,
dipingere il tempo
coi colori del sole.
Sto scrivendo di stelle
Da qualche giorno
sulla stessa panchina
mi lascio il mondo
oltre l'erba del prato,
apro la penna
seduto in quel parco
rifugio da sempre
di poeti e cantori
sto scrivendo di stelle
delle onde del vento
della luna che cambia
di peonie e azalee,
ricordo il melo
i giardini d'aprile
le foglie in autunno
i filari maturi
parlo di pioggia
della neve sui monti
delle fiabe nell'anima
dei tramonti del sole,
metto nei versi
l'usignolo che canta
le musiche e i suoni
di danze lontane
riservo al cuore
il tempo più lungo
è rimasto da solo
vuole stare con me.
Per la festa della mamma
Gocce di cuore
E se adesso
nei pensieri del giorno
mi venisse in mente
il suo viso stanco,
sono sicuro
che non saprei
come trattenere l'emozione
e nei miei occhi
spunterebbero
gocce di memoria
di quando d'inverno
le accarezzavo la mano
e se adesso
nei cieli del dopo
le venisse in mente
il mio viso stanco
sono sicuro
che non saprebbe
come trattenere l'emozione
e nei suoi occhi
spunterebbero
gocce di cuore
di quando appena nato
lei m'allattava la fame.
Impronte
Ho cercato nel baule
quel maglione con i fiori
ricevuto per Natale,
la pagella un po' ingiallita
con i voti scritti a mano
della quinta elementare,
il pallone impolverato
che calciavo da ragazzo
coi compagni del rione,
figurine dentro l'album
con i nomi a stampatello
di ciclisti e calciatori,
il ricordo di quel bacio
che pensavo fosse intatto
ma si è rotto chissà dove.
Siamo angeli
che cercano un sorriso!
Haiku
un batticuore-
sulla strada di casa
i papaveri
binario morto-
un papavero sboccia
tra le rotaie
i papaveri-
quando lei mi diceva
che sono alti
Supplica
O musa errante,
fai di me il tuo seno,
accarezza
il mio spirito inquieto,
cantami le gesta
degli antichi eroi,
disperdi le ceneri
dei miei pensieri tristi
e guida
i miei passi
dove tutto fiorisce,
dove la terra ora dorme
in attesa
di una nuova profezia.
Tracce
Ti cercherò
ai confini dell'impossibile
per ritrovare
i tuoi sguardi perduti,
chiederò al vento
di affidarmi le ali
per volare al di là
dell'immaginazione,
raggiungerò
le spiagge più lontane
in cerca di una vela
che mi porti al tuo cuore,
esplorerò
le grotte più profonde
in cerca di una traccia
che parli di te
e alla fine del viaggio
con la pace nell'anima
ti stringerò le mani
fino all'ultimo bacio.
All'alba di un giorno qualunque
Mi piacerebbe
per una volta almeno
entrare di soppiatto
nei sogni di lei,
scoprire i suoi pensieri
le gioie - i turbamenti,
vedere se di notte sorride
quando pensa
che bacio il suo seno,
guardare se piange
al risveglio
quando io non ci sono,
immaginarla spostare
crucciata
il lenzuolo di lino,
ascoltare le pulsazioni
del suo cuore impazzito
quando all'alba
di un giorno qualunque
intrecciavo il mio corpo
col suo.
Haiku
collina in fiore-
oggi i miei passi vanno
per ogni dove
sole al meriggio-
all'ombra del ciliegio
un fiato corto
l'ultima neve-
il tempo di un respiro
prima del viaggio
Lo stesso colore
Della vecchia quercia
è rimasto solo il ceppo
sul grande prato
di fronte casa mia
un ceppo senza rami
senza ghiande né foglie
solo cerchi di anelli
che scrivono i suoi anni
sembra già morto
invece è sempre vivo
si gonfia se fa caldo
si stringe se c'è il gelo
una corteccia grigia
lo copre quasi tutto
lui ha lo stesso colore
di questo mio cappotto
suoi amici stretti
due funghi saprofiti
che gli stanno vicini
per fargli compagnia.
Haiku
fiorisce il verso-
un ramo di ciliegio
tra le parole
vento di bora-
petali di ciliegio
da chissà dove
si placa il vento-
sul fiore di ciliegio
una farfalla
Amplessi
Ti cercherò
tra i granelli di sabbia
per sentire il profumo
della tua pelle,
mi spingerò tra le onde
di un mare accogliente
inseguendo i battiti
del tuo nuotare,
bagnerò le mie labbra
con gocce di salsedine
gonfie dei desideri
della tua carne,
seguirò i flutti
dei tuoi seni sensuali
fino alla fine
dei miei turbamenti.
Echi lontani
Nelle sere più scure
con le stelle già spente
io cerco nel buio
la luce della luna,
poi apro in silenzio
quel cassetto chiuso
dove tengo nascosto
l'album dei ricordi
immagini già viste
che riprendo a guardare
per rubare alla notte
un istante di gioia,
per vedere un sorriso
uno sguardo felice
che riporti alla mente
una vecchia emozione,
c'è una stretta di mano
un bambino che ride
una festa all'aperto
la carezza del sole
desideri e certezze
fantasie e storie vere
sensazioni che porto
nelle tasche dell'anima,
e a metà della notte
con le palpebre stanche
guardo l'ultima foto
con il letto vicino,
poi richiudo il cassetto
ed appoggio la chiave
nella stessa conchiglia
dove io ascolto il mare.
Prodigi di primavera
Quando sui monti
la neve si scioglie
e nuove gemme
s'impossessano dei rami
pronto a nuovi tepori
il corpo si sveglia,
esce dal letargo invernale,
nuova energia vitale
zampilla dai pori del cuore,
nel prato ammantato di verde
sbocciano i colori del sole,
la mente ritrova i suoi sogni
sorrisi desideri sospiri
profumi che stregano l'anima,
sono figli dei fiori,
sentimenti in fermento,
emozioni sopite guizzano,
voglia di raccontarsi un po',
sono tornate le rondini.
Haiku
fiori di pesco-
di una vecchia canzone
ancora l'eco
primo mattino-
i fiori di ciliegio
oltre la siepe
i panni stesi-
in un vecchio cortile
glicine in fiore
Haiku
primo d'aprile-
un prato un'ape un fiore
una farfalla
bisbigli all'alba-
sul ramo del ciliegio
un cinguettio
malinconia-
il profumo del melo
dietro la casa
Haiku
qua e là nei boschi
il canto del cuculo-
ciliegi in fiore
sentieri chiusi-
nessuna primavera
per i viandanti
nell'aria l'eco
di una vecchia canzone-
fiori di pesco
Ho cancellato tutte le parole
Nei giorni grigi
quando la pioggia sbatte
sopra i vetri
e il vento fa sentire
la sua voce,
mi viene voglia
di mettere su carta
i miei pensieri
scrivo una strofa
che parla del tramonto
e poi la leggo,
poi la rileggo
e poi la cancello,
ne scrivo un'altra
che dice di un inverno
e poi la leggo,
poi la rileggo
e poi la cancello,
ne scrivo un'altra ancora
che evoca un ricordo
e poi la leggo,
poi la rileggo
e poi la cancello
l'animo è triste,
ho cancellato tutte le parole,
rimetto via quel foglio
un po' sgualcito,
col suo fraseggio muto
e con lo spazio bianco
pieno di vuoto.
Haiku
mandorlo in fiore-
ed io che guardavo
solo le rose
ventuno marzo-
la primavera intona
il primo canto
gemme e fiori-
tutta la primavera
in uno sguardo
Ciao Alessandro
Continuavo a sentire un fremito,
un brivido,
qualcosa che ricorda
quel continuo tremolio
di quando abbiamo una febbre
leggera che continua a salire,
quella sensazione
di cerchio alla testa
che non trova risposta,
quell'inquietudine
che ci accompagna
quando un nostro figlio
tarda a rincasare.
Nulla di tutto ciò però
mi turbava.
Continuavo a camminare
con il passo lento,
come se qualcosa
mi frenasse l'andatura,
poi all'improvviso
di fronte a me
un'amica comune
hai saputo mi chiede
no-chi-lui?
sì, se n'è andato.
Allora ho capito da dove veniva
quel malessere strano,
in un solo momento
ha potuto imparare
quant'è il peso del corpo
quando cade una lacrima.
Haiku
mandorlo in fiore-
e tu mi parli ancora
di questo inverno
fiori di pesco-
la primavera non sa
che sono a casa
finestra chiusa-
fiorisce ancora il melo
dietro la casa
Petali
Rivedo ancora i soliti compagni
che tirano dei sassi contro il muro,
un legno con rotelle e senza freno
nelle discese e strade contromano
le bimbe col grembiule della scuola
che giocano saltando con un piede,
che restano sedute a chiacchierare
scambiandosi sorrisi e sogni uguali
la sveglia del lattaio prima dell'alba
che bussa con la voce alla mia porta,
il velo di una donna nella chiesa
che dopo allunga il passo verso casa
il tubo attorcigliato del giardino
con l'acqua che accarezza sete e mano,
le grandi ruote d'un carretto antico
e l'uomo mentre grida il suo gelato.
Haiku
otto di marzo-
nei giardini d'inverno
un giallo acceso
farfalle in volo-
la voglia d'esser prato
almeno un giorno
le nuove gemme-
si scioglie lentamente
l'ultima neve
Clessidra
Ti guardo dall'alto degli anni
e ti vedo ragazza,
la gonna che arriva soltanto
a metà del ginocchio,
il vento che sposta i capelli
più biondi del sole,
i passi spediti d'inverno
sul far della sera.
Ti guardo dall'alto degli anni
e ti vedo già donna,
le rughe appena fiorite
sulla fronte e sul viso,
le stesse premure di sempre
lo stesso sorriso,
l'amore che gioca con noi
ed è già primavera.
Ombre
Ci sono ombre
che hanno la luce
dentro
come quando una lucciola
accende il buio,
come stelle che tornano
quando un soffio di vento
allontana le nuvole,
come i primi sorrisi
di un bambino scalzo
mentre solleva al cielo
un aquilone.
Ci sono ombre piene di colori
come gli arcobaleni
dopo i temporali,
come gli occhi velati
di un vecchio marinaio
quando guarda dal molo
la luce del faro,
come i lampioni
delle notti d'inverno
quando disegnano i marciapiedi
ai passi traballanti
di uomini soli.
Upside down
Sottosopra insomma,
come avere la testa
al posto dei piedi
e viceversa,
come un bimbo nel grembo
che sta per vedere
la luce del giorno,
come nuvole bianche
quando guardano solo
dalla parte del cielo
come un bianco salmone
che risale a fatica
e depone le uova
alla foce del fiume,
come l'ultima lettera
lasciata a rovescio
nel primo cassetto
sottosopra insomma
come un triste pensiero
quando poi si fa sera,
come un vecchio pittore
che cerca il percorso
e mette su tela
un mondo diverso.
Invenzione
Ho raccolto le parole
scartate dai poeti
pallottole di carta
finite nel cestino
ho unito tra loro
le sillabe sciupate
per fare un vestito
alla mia poesia
dai piccoli ritagli
sono nati versi
strofe complete
di schegge cucite
e ora a Carnevale
con il foglietto in mano
io leggo ai passanti
le parole buttate.
Haiku
vento gelido-
rintocchi di campane
da chissà dove
la neve sciolta-
tutto quello che resta
dietro ai suoi passi
cade la neve-
nella sala d'attesa
un fiato corto
Là nella valle
Quando al crepuscolo
dalla valle lontana
m'arrivano col vento
rintocchi di campane,
io sento all'improvviso
nel corpo e nella mente
un senso di benessere,
un tintinnio di pace
immagino di essere
in piazza nel paese
una fontana al centro
in mezzo a poche case,
due bimbi sorridenti
che calciano una foglia,
la mamma che riscalda
la cena e la tovaglia
un contadino allegro
che torna col trattore
l'odore di cantina
che sale dalle scale,
la notte che si apre
al canto degli uccelli,
un lume che si spegne
e poi solo le stelle.
Haiku
le nuove gemme-
il ramo di un ciliegio
guida lo sguardo
tramonta il giorno-
una storia d'amore
in lontananza
un'alba nuova-
dai rami il cinguettio
di un pettirosso
Se fosse
Se fosse un colore
sceglierei sempre il rosso
un campo di papaveri
senza fine e senza inizio,
dipingerei la strada
a questo mio cuore
che non sa dove andare.
Se fosse una nota
vorrei il do maggiore
il suono di un violino
dentro l'arcobaleno,
un concerto all'aperto
fatto di mille sospiri,
e io ti stringo la mano.
Se fosse acqua
sarebbe sempre il mare
la mia vela bianca
in compagnia del sole,
i soffi del vento
ora forti ora leggeri,
i suoi battiti d'ali.
Primi cieli
E penso ai tuffi
nel mare natio
ai banchi di chiesa
con messa in latino,
al gioco del cerchio
sbattuto dai fianchi
ai balli di gruppo
in aria le mani
ricordo le gite
panini nel sacco
gli sguardi rubati
a gonne già corte,
il gusto nocciola
dei coni gelato
il volto dei cari
chiamati lassù.
Palcoscenici
Quando il sipario s'apre
all'ora giusta
si placa il brusio della platea,
l'attore tiene a bada l'emozione
e fatta fuori tutta la paura
(di aver dimenticato le parole)
alza la voce grossa e poi l'abbassa
come una barca quando va col vento.
All'improvviso un urlo
spezza l'attesa
ed il silenzio soffia sulla sala,
l'assassino diventa un grande eroe
e il poveretto poi,
coi panni cenci,
raccoglie il suo bersaglio di risate.
A metà dell'inganno
l'uomo morto,
quando nessuno guarda oltre la tela,
si alza senza fare alcun rumore
e va a rifocillarsi in camerino.
Finito il trucco
della messa in scena
il sipario si chiude
e si riapre,
gli inchini si posano sui piedi,
la vedova sorride al capitano,
il morto abbraccia stretto
il suo assassino
e il nano torna sempre
ad esser nano.
Haiku
spiaggia d'inverno-
solamente le impronte
di un gabbiano
strade deserte-
alla finestra un vecchio
parla da solo
cade la neve-
la voce del silenzio
dentro ogni fiocco
Tramonti
I sorrisi dei vecchi
hanno le rughe,
le guance bianche
e la barba rasata,
i baffi grigi
due denti rifatti
e un profumo di buono
sopra la faccia.
I sorrisi dei vecchi
sono un po' lenti,
prima di cominciare
aspettano quelli degli altri
poi qualche volta
sbagliano il tempo
e continuano a ridere
quando gli altri piangono.
I sorrisi dei vecchi
vanno a letto presto
e si girano sempre
dalla parte del muro,
tengono gli occhi chiusi
e le labbra strette
per non disturbare
il russare degli altri.
I sorrisi dei vecchi
si alzano all'alba
e per respirare meglio
aprono le finestre,
poi stanno sul balcone
con l'attesa nello sguardo
sperando che arrivi
un refolo di vento.
Haiku
notte stellata-
ripongo in un quaderno
tutti i miei sogni
la neve sciolta-
il verde ritrovato
d’un filo d’erba
scorre il Moldava-
lo sguardo dei lampioni
dal ponte Carlo
Haiku
la mia strada-
fiocchi di neve sciolti
e rami nudi
Haiku
nella clessidra
i granelli del tempo-
fiocchi di neve
la neve sciolta-
il verde ritrovato
di un filo d'erba
il gelo intorno-
ci vorrebbe un'estate
o una carezza
Sguardi muti
E poi succede
che una mattina ti svegli
di malumore
senza una ragione apparente
senza un perché,
niente che ti faccia pensare
all'arrivo di una brutta notizia
o di un temporale,
e allora cerchi
negli angoli tristi
dei tuoi pensieri
il motivo di quel rosso arancione
che disegna i tuoi occhi,
cominci a fare la conta
di cosa è accaduto,
riavvolgi i sogni
finiti da poco,
le voci ascoltate
nel bar della sera
insieme agli amici,
pensi a un dettaglio
a una frase scomposta
pronunciata per sbaglio,
ma nulla di questo
ti viene alla mente,
poi senti d'un tratto
un senso di vuoto
che sale nel corpo
e allora t'accorgi
che manca un po' tutto
uno sguardo-il sorriso
un abbraccio.
Haiku
il gelo intorno-
sui fili d'erba ancora
gocce di brina
sole al meriggio-
sulla panchina vuota
l'ombra del ramo
falce di luna-
dei miei sogni conservo
l'ultimo quarto
Tracce
Ho cercato
nel baule dei ricordi
dei miei passi di bambino
il sorriso di mio padre
che tornava dal lavoro,
le preghiere recitate
per la prima comunione,
il maglione lavorato
con i ferri di mia madre,
col ricamo di una mela
che faceva anche inverno
primavera,
poi vicino ad un pallone
con un buco impolverato
ho trovato figurine
di ciclisti e calciatori,
la pagella con i voti
della quinta elementare,
una scarpa di pallone
con le stringhe sfilacciate,
quella storia dei pirati
ricevuta per Natale
e una pagina sgualcita
con su scritto Libro Cuore.
Haiku
tutto il candore
di una bimba che ride-
fiocchi di neve
metà dicembre-
l'autunno già prepara
l'ultimo canto
l'autunno parte-
una valigia piena
di vento e foglie
Così dicembre
Neppure il tempo
di pensare a una preghiera
e mi ritrovo già
dentro il Natale,
nel prato un turbinio
di foglie gialle
in piazza il luccichio
di mille stelle,
in una stella
ancora la mia casa,
dalla terrazza
il tetto di una chiesa
neppure il tempo
di scrivere una frase
e mi ritorna in mente
il mio paese,
m'appare l'ora tarda
della notte
e poi lo sguardo buono
di mia madre,
l'accento forte e sano
di mio padre
che mi è rimasto un poco
nella voce.
Haiku
nevischio all'alba-
scivola sull'asfalto
l'ultimo sogno
fiocca la neve-
il tempo dei silenzi
sulle colline
ride il bambino-
grosso fiocco di neve
sopra il mio naso
Torneranno le rondini
Da qualche tempo
nessuno sente il buono
dei profumi
ci sono solo odori
in grigio e nero,
i merli più
non cantano sui rami
negli occhi solo vento
e buio nei cieli
vattene presto via
maschera nera
lascia quest'alba
piena di paura
e fuggi senza mai
voltarti indietro,
resta seduta all'ombra
dei cespugli
nei mondi dove
dormono i colori
e i prati sono senza
nidi e fiori
ritornaci i sorrisi
del passato
gli arcobaleni dietro
le colline
le corse del mattino
accanto al sole
la luna piena
quando si fa sera,
i panorami azzurri
tutti interi
e gli orizzonti
pieni di domani.
Il mio vento
Liberava al cielo
l'aquilone colorato
carico dei sogni
che avevo da bambino,
giocava sul mio prato
a fare le capriole
asciugava le lacrime
dei miei giorni neri,
cacciava via i pensieri
delle notti più tristi
allontanava le nuvole
delle mie debolezze
mi è sempre stato amico il vento
ora aiuta ogni passo
del mio debole corpo
nel tratto più ripido
che porta verso casa
poi muove alla mia sposa
i suoi capelli biondi
per mostrarmi tutta intera
la bellezza dei suoi anni,
si ferma assieme a noi
per riposare un momento
poi riprende la sua corsa,
vuol tornare ad esser vento.
Haiku
assembramento-
una rosa rimane
lontana un metro
telefonata-
tutto il tempo a parlare
di quell'autunno
un treno all'alba-
i frammenti di un sogno
nella valigia
Oppure
Basterebbe forse
una giornata al mare
un volo di gabbiani
l'arcobaleno sul davanzale
e all'ora del tramonto
ancora un po' di sole,
una vecchia canzone.
Basterebbe forse
un campo di girasoli
un passero sul ramo
che poi si leva in volo,
il cielo quando è sera,
un suono di campane
lassù nella collina.
Basterebbe forse
un'estate più lunga
la cantina mezza piena
un inverno senza gelo,
oppure di notte
fare la conta degli abbracci
e scoprire al mattino
che ne manca ancora uno.
Dal libro "Le stelle che tornano"
Editore Qudulibri-Bologna
Haiku
fine novembre-
sbiadiscono i colori
dei crisantemi
freddo mattino-
l'alone dei respiri
sulla finestra
fiocchi di neve-
da qualche parte un uomo
parla da solo
Preghiere
E se
per la Messa di Natale
vai in chiesa
un po' prima dell'ora
per trovare un posto a sedere
e in attesa del prete
tu cominci a pregare,
può succedere
che d'un tratto ti fermi
a metà di un'Ave Maria
perché ti viene in mente
il ricordo
di quand'eri bambino,
di quando nella panca di legno
tua madre
seduta accanto a te
con il rosario in mano,
recitava ad alta voce
le preghiere.
Tracce
Ho cercato
nel baule dei ricordi
dei miei passi di bambino
il sorriso di mio padre
che tornava dal lavoro,
le preghiere recitate
per la prima comunione,
il maglione lavorato
con i ferri di mia madre
e il ricamo di una mela
che faceva anche d'inverno
primavera
poi vicino ad un pallone
con un buco impolverato
ho trovato figurine
di ciclisti e calciatori,
la pagella con i voti
della quinta elementare,
una scarpa di pallone
con le stringhe sfilacciate,
quella storia dei pirati
ricevuta per Natale
e una pagina sgualcita
con su scritto Libro Cuore.
Seconda ondata
C'è solo l'eco dei silenzi
in questo giorno che va,
le strade sono deserte
come se una voragine
avesse inghiottito le persone,
anziani e vecchi
rimangono a casa
con le finestre chiuse
e raccontano alle pareti
le loro storie
fatte di sogni e di sudore,
nei quaderni dei bambini
disegni di altalene
i negozi sono vuoti
e dietro le vetrine
tutti gli abiti nuovi,
nei ristoranti chiusi
sbadigliano i camerieri
mi ritrovo così
sdraiato sul letto
con gli occhi in alto
a guardare il soffitto
e la mente che cammina
sopra il cuscino,
che ripassa all'incontrario
antichi percorsi
e poi all'improvviso si ferma
ai piedi d'una salita,
dove c'è una cappella votiva,
dove ora è più facile dire
una preghiera.
Differenze
In questi giorni
di voci appannate
mi piace rileggere
le poesie degli anni passati,
vedere se le parole
che usavo
sono simili a quelle
che adopero adesso,
scoprire se qualcosa è mutato
di ciò che dicevo,
mi accorgo così
che le cime dei monti
sono sempre le stesse
come pure i giardini
e i colori dei prati,
sono cambiati invece
gli sguardi,
diversa è l'inclinazione
dei sogni,
la distanza tra il pensiero
e la meta,
diversa è pure la mano
che sapeva di abbracci
e di canto
e ora scrive di foglie
di cielo e di vento.
L'eco del buio
Che me ne faccio
di questo azzurro chiaro
stamattina
se accanto all'alba
io vedo solamente
strade vuote,
se da lontano
m'arriva al petto
un suono d'ambulanze
e con il vento
mi giunge forte
l'urlo di un addio.
Che me ne faccio
di questo sole grande
a mezzogiorno
se manda raggi
simili a saette,
se scalda solo
chi non sente freddo
e ha l'anima
che dorme
dentro il pozzo.
Che me ne faccio
di questa luna tonda
ora ch'è notte
se il cielo guarda ormai
da un'altra parte,
le stelle sono tutte
senza luce
e le sirene sono
ancora accese.
Haiku
pioggia al tramonto-
sul fiore e sull'erbaccia
le stesse gocce
gocce di pioggia-
le lacrime del cielo
su foglie gialle
sera di pioggia-
quella vecchia canzone
e un libro accanto
Haiku
foto ingiallite-
accanto ai crisantemi
vecchi sorrisi
giorno dei morti-
ad ogni crisantemo
la sua tomba
primo novembre-
sopra una vecchia tomba
i fiori secchi
Angoli
I vecchi
sono uomini
che stanno in poltrona
parecchie ore
poi per non disturbare
dicono di essere stanchi
e vanno a dormire.
I vecchi sono persone
che fanno finta
di non capire bene,
di non sentire,
ma poi sorridono
se a bassa voce
qualcuno racconta di loro
parole buone.
I vecchi
sono anime nude
che per sembrare giovani
vestono camicie a fiori
poi quando è freddo
per respirare meglio
annusano i profumi
senza farsi vedere.
I vecchi sono bambini
con i capelli bianchi
che fanno credere
di non guardare le stelle,
di non avere sogni,
di non sapere amare.
I vecchi sono gli anni
seduti accanto a noi.
Arcobaleno
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove il sole
si sveglia un'ora prima
e nessuno sente
rintocchi di sirene,
dove i laccati sui muri
sono quelli di ieri
e per le strade si va piano
e si sorride.
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove i pensieri
rimangono a dormire,
dove ognuno
intona una canzone
e si ha voglia
di andare ad ascoltare
il cinguettio di un ramo,
lo scorrere d'un fiume.
Differenze
In questi giorni
di voci appannate
mi piace leggere
le poesie degli anni passati,
vedere se le parole
che usavo
sono simili a quelle
che adopero adesso,
scoprire se qualcosa è mutato
di ciò che dicevo,
mi accorgo così
che i fiumi e i paesaggi
sono sempre gli stessi
come pure i tramonti
e i colori dei prati,
è cambiato invece lo sguardo,
diversa è l'inclinazione
del tempo
la distanza tra il pensiero
e la meta,
diversa è pure la mano
che sapeva d'intrecci
e di canto
e ora scrive di foglie,
di cielo e di vento.
The dreamers
Gli uomini che sognano
(i cosiddetti sognatori)
si riconoscono subito
già da lontano,
hanno carezze negli sguardi
i sorrisi di un bambino
e l'odore della pelle
che profumo di buono
gli uomini che sognano
quando vanno in collina
camminano piano
ai lati delle nuvole
e poi si fermano
accanto a un ruscello
ad ascoltare il vento,
un tremolio di foglie,
i respiri del silenzio
gli uomini che sognano
non hanno giorni banali,
quando sono in viaggio
si siedono sempre
dalla parte del finestrino
e prima di dormire
bussano sempre
dove abita un cuore
alcuni sono filosofi
altri messaggeri d'amore,
somigliano tutti
a quel vecchio pittore
che al tramonto dipinge
i colori del cielo.
Programmi
Dopo l'ultima notizia
del telegiornale
e prima di andare a dormire
si guarda l'orologio
appeso al muro,
si pensa se è il momento
di leggere un poco
o chiudere subito la luce
e stare al buio.
Mentre s'abbraccia
il cuscino della notte
torna alla mente
come è andata la giornata,
chi si è incontrato al mattino,
quanti anni aveva quel signore
incollato al manifesto
nello spazio riservato
a chi lascia il suo paese.
Si programma punto a punto
la giornata di domani,
le telefonate da fare
le bollette da pagare,
ma poi succede sempre
di trovarsi a sistemare
tutte le cose noiose
a cui non s'era pensato
la sera prima.
Leggero come sono
Ho tolto l'altro ieri
dalle tasche dei vestiti
le cose che non servono
che ormai non uso più
gettoni di telefono
due tessere scadute,
un accendino usato
tre vecchie monete
due stuzzicadenti
una matita colorata,
due bustine di zucchero
una chiave arrugginita
ho tenuto soltanto
la patente di guida,
gli orari del dottore
la foto della casa
ora cammino bene
non sento la fatica
il respiro è più libero
come fossi in discesa
potrò affrontare meglio
leggero come sono
le scale della chiesa,
la strada verso casa.
Haiku
volo di foglie-
tra i rami di betulla
un cielo grigio
prima rugiada-
ad ogni filo d'erba
la sua goccia
stella cadente-
finisce in fondo al mare
un desiderio
Bugie
Dicevano
che bisognava stare a casa
contare i passi delle stanze
accarezzare i silenzi,
pulire spesso le mani
fare sorridere i bambini,
non toccare gli occhi
chiudere a chiave i vecchi.
Dicevano
che nel tempo futuro
della nuova stagione
avremmo potuto
camminare accanto agli altri,
sederci sulle panchine
parlare da vicino,
tenerci per mano.
Dicevano…
Haiku
la prima neve
copre tutti i colori-
ed i silenzi
un tonfo sordo-
di una melagrana
i chicchi sparsi
fiocca la neve-
si vestono di bianco
i rami nudi
La Vecchia Medicina
E' sempre stato a due piani
quell'edificio abbandonato
il reparto donne era sopra,
al piano terra gli uomini
è diventato da tempo
la grande casa dei gatti
e di qualche altro animale
che cerca riparo
nella parte davanti
un neon arrugginito,
un filo della luce
che porta solo buio
nella facciata dietro
disegni sopra i muri
dei grandi scarabocchi
con frecce dentro i cuori
ogni notte sulle porte
il cigolio dei legni
qualcuno dice in giro
che vivono i fantasmi
in una piccola stanza
una parete riservata,
dentro i turni di carta
il mio nome e una data.
Le voci del silenzio
Era da tempo
che volevo vedere
tutto quello che c'è
dietro la collina,
un uomo già vecchio
mi aveva raccontato
di un fiume così limpido
che ci si può specchiare,
mi aveva pure detto
che cento uccelli bianchi
cantano in coro
quando si sveglia il sole
ho accarezzato quel fiume
ho sorriso agli uccelli
e ho raccolto dagli alberi
tanti frutti maturi,
ho toccato anche i sassi
di quella montagna
con l'odore dei secoli
e di antichi guerrieri,
accanto ai cipressi
ho trovato una croce,
con su scritta la data
e un nome tra i fiori
poi ho atteso la sera
per ascoltare il silenzio
per sapere come parla
quando dorme la collina,
lui ha la stessa voce
che io sento in pianura
quando la notte è sveglia
e l'alba è ancora lontana.
Haiku
la prima neve-
nel giardino di casa
l'ultima rosa
si placa il vento-
salta da un ramo all'altro
la cinciallegra
fermenta il mosto-
un suono di campane
dalla collina
Dietro l'angolo
Sono molto contento
mio vecchio amico
di poterti ospitare
qualche giorno da me
e visitare insieme
in quest'autunno mite
i luoghi del Nord-Est
che non hai visto mai
porta con te
una foto del mare
dove andavamo d'estate
a nuotare per ore,
un'altra più grande
del nostro lungomare
che mi dicono essere
sempre pieno di fiori
e anche due panetti
di pasta di mandorle,
un mazzetto d'origano
che qui non trovo mai,
qualche caramella
alla menta e carruba
che prendevo d'inverno
per guarire la gola,
che mia madre comprava
nella vecchia bottega
proprio dietro l'angolo
dov'era la mia casa.
Tempi
C'è sempre un tempo
per restare
dove invecchiano i quadri
appesi ai muri
e c'è un tempo per andare
dove ci porta il vento
dentro un miraggio,
c'è sempre un tempo
anche per tornare
dove fioriva la pelle
ed il sorriso dei primi desideri,
c'è pure un tempo
per bussare
dove dorme l'attesa,
per chiedere in silenzio
come stai?
e per sentirsi dire
bene-grazie, e tu?
c'è pure un tempo per rispondere
anch'io sto bene-sai
e se vuoi chiamalo pure amore
questo fuoco che scalda
il corpo e l'anima,
questo pensiero nuovo
che d'improvviso sveglia
le mie notti,
questa fiamma che sboccia
e accende nel freddo
ogni passione,
questo sogno che inventa albe
e tramonti,
questo cuore che batte senza freni,
questa sete di vita
che cerca gocce d'acqua
e non si quieta.
10 ottobre- Giornata Mondiale della Salute Mentale
Diversamente uguale
Uguale sono,
diversamente uguale a te,
sono un sasso graffiato
di strade calpestate
in lungo e in largo,
sono un tronco d'argilla,
un albero senza rami
e senza canto,
un cancello di legno
che cigola nel vento
dell'inverno.
Uguale sono,
diversamente uguale a te,
un faro opaco
che chiede di avere
un po' di luce,
un fazzoletto di carta
senza ricamo d'orli,
col bianco che si mescola
agli affanni,
tra un mormorio di voci
nei dintorni.
Uguale sono,
diversamente uguale a te,
ho il volo dei gabbiani
nei pensieri,
i sogni che riempiono
i cassetti,
le mani sempre pronte
alla carezza,
e quei sorrisi
che coprono d'intero
la mia faccia.
Haiku
i primi freddi-
una nuvola passa
senza rumore
freddo d'autunno-
nel caminetto acceso
prime scintille
le foglie gialle-
s'affievolisce il passo
lungo il sentiero
Voci
Piuttosto che sentire
sempre le stesse voci
parole senza cuore
solo discorsi vuoti,
preferisco ascoltare
i rumori della strada,
il linguaggio delle cose
i respiri della vita
lì trovo un fiume
che corre verso il mare,
il sole che sorride
al nascere d'un fiore
un volo d'usignolo,
il suono di un violino,
un forte temporale
e poi l'arcobaleno
e il rosso d'un tramonto,
un giorno a primavera,
le voci di campagna
tutta quanta la natura,
un tenero cuscino
che odora di bucato
la pioggia della notte
che sbatte contro il vetro
c'è un ramo che rimbalza
e gioca con il vento,
un volto che sorride
e poi diventa canto.
Senza fretta
Non piove più,
riprendo il cammino
a passo lento
lungo i colori
della mia strada,
foglie ferme sui rami
anche il vento è cessato,
apro lo sguardo
ai rumori della quiete
un bimbo indossa
nella maglietta il suo nome,
il cane abbaia
al gatto soriano,
sull'auto in corsa
un fiocco rosa,
la campana diffonde
rintocchi già noti
un anziano signore
è mancato ai suoi cari
silenzio nel cuore
continuo i miei passi
ignorando la fretta,
voglio guardare ancora
i dipinti del cielo,
catturare i profumi
che accompagnano l'aria,
assorbire il tepore
del sole che resta
voglio rallentare il mio tempo
nel giorno che va.
Haiku
mare d'autunno-
passa e ripassa l'onda
dei miei pensieri
rondine in volo-
tutto il tempo a pensare
quando ritorna
strade d'autunno-
sul tronco di un castagno
graffi d'amore
Nostalgia
Una panchina
m'accoglie di sera
in fondo al viale
della strada di casa
m'abbandono al silenzio
ai respiri del vento
alla luna che nasce
al profumo d'un fiore
e la mente veleggia
verso spiagge lontane
un'occhiata ai ricordi
poi ritorna da me
se una goccia improvvisa
m'accarezza la guancia
un saluto al lampione
e riprendo la via.
Silenzi e voci
Una sera d'inverno
nella carrozza vuota
d'un treno di periferia
inizia il viaggio di ritorno,
dopo la galleria
che nasconde le luci
una voce metallica
(registrata
in un posto lontano)
annuncia il nome
della stazione vicina
non è la mia!
poggio il fiato sul finestrino
per guardare chi c'è
dall'altra parte,
nessuno scende
nessuno sale
non c'è nessuna mano
che saluta,
dopo la sosta
riparte lento il treno,
un fischio verso il cielo
e poi la corsa.
Haiku
fine settembre-
le immagini del mare
abbandonate
mare d'autunno-
i frammenti di un sogno
sulla battigia
non sono solo-
di sera una conchiglia
mi porta il mare
Battiti
Sono forse più grigi
i colori del cielo,
più lunghe le piogge
più alte le onde del mare,
sono forse più bianchi i capelli
più fredde le mani
più corti la vista e l'udito
più lenti i respiri
ma nulla è cambiato
batte ancora forte
questo cuore che dorme
quando vede
una giovane mamma
che allatta suo figlio,
quando guarda
una sposa all'altare,
tra le mani un bouquet.
Vicinanze
Lungo la strada
che porta al paese
una foglia arancione
stamattina
vicino ai passi
del mio camminare
e accanto a lei
una foglia gialla
e un'altra ancora,
così io mi domando
che cosa mai ci faccio
in mezzo a loro
conosco quando dura
un tremolio sull'erba
e ho mai guardato
un volo di farfalla?
riesco a rotolarmi
lungo i bordi
col vento della notte
e del mattino?
so ritornare
ad ogni primavera
e raccontare tutte
le stagioni?
l'unica cosa
che mi sembra uguale
e quell'andare avanti
poco a poco,
è quel cercare
dentro un grande mucchio
la stretta di un riparo
e di un abbraccio,
trovare alla caduta
un'accoglienza
con il calore
di una vicinanza.
Accoglienze
Bisognerebbe portare i giovani
a visitare il fiume,
farli camminare lungo le sponde,
suggerire di ascoltare il suo respiro
e imparare dallo scorrere impetuoso
oppure lento
il suono delle voci e dei silenzi,
accompagnare il viaggio
dalla montagna fino alla pianura
e guardare come il ponte di un paese
accoglie con amore il forestiero,
spiegare a quei ragazzi
che i fiumi hanno tutti un porto amico
a cui affidare i sogni e le paure
e l'acqua che accarezza i loro sassi
non muore quando arriva alla sua foce
ma diventa un tutt'uno con il mare.
Un altro autunno
E sei tornato
puntuale come sempre
coi tuoi sussurri
e le tue malinconie,
coi girotondi dei bimbi negli asili
e i nuvoloni
che nascondono i cieli.
Porti con te la solita valigia
fatta di piogge
di vento e arcobaleni
di foglie gialle, di frutti maturi
e rami nudi
in cerca di riparo.
Hai messo via
le impronte dell'estate,
il canto
delle onde all'imbrunire,
le stelle che parlavano dei sogni,
le lune piene
degli innamorati,
tutti gli amori brevi già finiti.
Porti con te un tempo
di preghiera
di solitudine e freddo nelle mani,
il tempo dei tramonti
lenti e muti
appesi tra i ricordi
un po' sbiaditi.
Haiku
oscilla il ramo-
a volte il tono basso
delle cicale
i primi freddi-
si placa il frinire
delle cicale
cicale in coro-
a sera il volo stanco
d'una farfalla
Medaglie
E poi venne l'alba
proprio l'alba vera,
quella dove nasce l'aurora
e si svegliano i fiori,
dove la luna va a riposare
e i rami cantano
per salutare i colori,
l'alba che accende
i profumi dei giardini,
che veste d'azzurro
il cielo e il mare
e affida al vento l'eco
del primo fischiettio
dei contadini
e poi venne l'alba,
proprio l'alba vera,
quella che manda a casa
i turni del buio,
che libera nell'aria
i gas dei motori,
che riempie di silenzi
le sale d'attesa,
che recita preghiere,
l'alba dove i lampioni
nascondono la luce
ai marciapiedi
e le lucciole della notte
vanno a dormire.
Haiku
mare d'estate-
quell'antico profumo
d'acqua e di sale
alta marea-
i sandali bagnati
sulla battigia
metà settembre-
una valigia piena
di sabbia e sassi
Battiti
Soltanto il tempo
di un battito di ciglia
e mi ritrovo accanto
a un altro autunno,
nel prato un turbinio
di foglie gialle
e il mulinello
che si leva al vento,
in ogni foglia
il nome di un racconto
e sopra il nome
il segno di un ricordo
soltanto il tempo
di un battito di ciglia
e l'orizzonte
sempre più vicino,
ritorna dentro un sogno
un forte abbraccio
con i fornelli accesi
di mia madre,
la casa dove tutto
era una voce
e quell'accento sano
di mio padre.
Haiku
soltanto il tempo
di un battito di ciglia-
stella cadente
senza la luna
non riesco a dire nulla
di questo cielo
il nuovo giorno-
un usignolo canta
a squarciagola
Le mie mani
Hanno toccato l'acqua
di fiumi e laghi
le mie mani,
di stagni e rivoli
oceani e ruscelli,
hanno sfiorato i sassi
di spiagge
e di sentieri,
per accendere sorrisi
hanno inventato
parole
nell'ora tarda
(quando partono gli addii)
hanno preso l'ostia
che pulisce i peccati,
con gocce
d'acqua santa
hanno bagnato
segni di croce
ora sfiorano il vento
le mie mani
colline e praterie
campi di girasoli
albe e tramonti
poi mettono su carta
nuvole e stelle,
voli di pettirossi
e di farfalle
hanno dato carezze
le mie mani
altre sono rimaste
tra le dita.
Haiku
grano maturo-
oscilla tra le spighe
un vento caldo
un segnalibro
con la forma del cuore-
la luna fuori
l'estate muore-
una valigia piena
di sabbia e sassi
s'increspa l'onda-
sull'ala del gabbiano
gocce di mare
Vestirsi di gioia
Dicono
che sta arrivando l'autunno,
che nuvole grigie
accompagnano il cielo
e folate di pioggia
stanno ingrossando
il letto del fiume,
dicono
che cumuli di foglie
hanno gonfiato
l'erba dei giardini
e l'ululato dei tuoni
sta spezzando
la bellezza dei rami
loro hanno negli occhi
sguardi di paura,
sentono il freddo
che corre nelle mani
mentre sfogliano l'affanno
dei pensieri,
non sanno
che per amare l'autunno
bisogna vestirsi di gioia,
portare i passi
ai lati dei sentieri,
farsi sfiorare
dal cinguettio di un vento,
da una foglia che cade.
Sussulto
Come quando
rileggi una poesia
che avevi scritto
tanto tempo indietro
e trovi una parola
che non ti suona bene
alla lettura,
allora la cancelli
e poi ne metti un'altra
al posto suo,
ma subito ti accorgi
d'un fremito diffuso
a tutto il corpo
e d'un sussulto
che in poco tempo poi
diventa peso,
se n'era andato via
quell'attimo di te
che avevi amato,
come una gita in barca
con gli amici,
la sera di Natale
al tuo paese,
lo sguardo di un sorriso
appena nato,
il volto di una foto
mai sbiadito,
allora tu riprendi la parola
che troppo in fretta
avevi allontanato,
fai un cenno di promessa,
e la rimetti là
dov'era prima.
Fragile è il tempo
Nei pomeriggi d'estate
quando il sole sorride
e una brezza leggera
sfiora le mie spalle
è il momento di andare
chiamo in fretta i miei passi
e insieme a loro
verso la collina del canto
a metà della strada
lì sul ciglio a sinistra
la cappella votiva
con la Madonna dentro
e dietro il ciliegio
la piccola casa gialla
della ragazza irlandese
lei ritorna al tramonto
e quando cala la luce
porge ai profumi dell'aria
le note della sua chitarra
il tempo non c'è più
poi la lenta discesa
la sera nella mano
verso l'ora di casa
mentre un vento improvviso
mi rapisce anche l'eco
di quel canto lontano.
La dimensione dei sogni
In questi giorni
di voci appassite
mi piace rileggere
le poesie degli anni passati,
vedere se le parole
che usavo
sono simili a quelle
che adopero adesso,
scoprire se qualcosa è mutato
di ciò che dicevo,
mi accorgo così
che i colori dei prati
sono sempre gli stessi
come pure la luce
e i rumori del giorno,
sono cambiati
invece gli sguardi,
diversa è l'inclinazione
degli occhi, la distanza
tra il pensiero e la meta,
diversa è pure
la dimensione dei sogni
e questa mia mano
che sapeva di abbracci
e di canto
e ora scrive di quiete,
di cielo e di vento.
Passi
Dei miei passi
amo la frenesia
di quando vanno a cercare
un sentiero nuovo,
lo stupore
di quando sentono addosso
il profumo di un ramo,
quelle soste
in attesa del vento
quando è stanco il respiro,
la meraviglia
per un fiore selvaggio
cha ha colori del cielo
dei miei passi
amo il loro sorriso
quando incontrano amici
di un tempo passato,
la cautela
con cui sfiorano i sassi
di un vicolo antico,
l'allegria
per i calci a un pallone
incontrato per caso
dei miei passi
amo il loro riposo
quando tornano a casa,
quel restare
un po' stanchi in poltrona
a raccontarci di noi,
quel salire sul tardi le scale
senza fare rumore.
Inventando Mary
Come quando
ad un appuntamento
devi incontrare
per la prima volta una ragazza
e non sai come vestirti,
non è certo il caso
di mettere giacca e cravatta,
forse un maglione
leggermente colorato
può essere la scelta giusta,
la barba incolta solo un poco
e due gocce di Versace
sotto le ascelle,
le scarpe a punta
sono troppo moderne
per un tipo come me,
meglio usare quelle classiche
che non si sbaglia mai
so che anche tu Mary
stai pensando a come vestirti,
io spero che verrai
con la camicia a fiori
che indossavi l'altro ieri alla fermata
quando ci siamo guardati
da vicino,
vedo che stai mettendo
un filo di rossetto sulle labbra
i tacchi alti,
un fiocco
sulla coda dei capelli
e quel sorriso tuo
che ho già incontrato dentro
i sogni miei,
io sono al Caffè Liberty
e ti aspetto,
sei bellissima.
Poeta
So che mi stai guardando
giovane uomo
e forse stai ridendo dietro di me,
non hai ancora capito
che cosa faccio
con la matita in mano
accanto a un fiore
sono un poeta!
io scrivo i colori della strada,
faccio apparire chiari
quelli più scuri
e quando il cielo sceglie un temporale
dico che presto arriva
un po' di sole
sono un poeta!
hai mai sentito un canto d'usignolo
quando apre le ali
e lascia il ramo,
il battito di un cuore innamorato,
quel pianto di cicale
quando cade una stella
e accende il mare?
sono un poeta!
mi sentirai parlare del tramonto
di foglie che si muovono nel vento,
di un lampione sul fiume
quando è sera,
della collina mentre si fa mite
in questo lungo giorno
pieno d'estate.
Qualcosa che somigli
Quando si placa il vento
io sarò ancora qui
a contare le raffiche
su questo corpo stanco,
a raccogliere i cocci
le briciole, i frammenti
i cumuli di fogli
i sogni tutti infranti,
poi aprirò la porta
in cerca di un tepore
qualcosa che somigli
a un battito di cuore,
a una stretta di mano
un abbraccio conosciuto
a un fiore che sboccia,
a un volto tanto amato.
Ho il piacere di postare la mia poesia che si è classificata al terzo
posto
su 670 partecipanti al Concorso poetico "Invito alla Poesia- XII
edizione 2020",
organizzato dall'Associazione Poesia e Solidarietà di Trieste.
Premiazioni sabato 30 agosto a Trieste
Salvatore Cutrupi
Se questo tempo…
Ho lasciato ai caprioli
la somma dei miei passi
i bordi dei prati e dei sentieri,
dietro le inferriate
di questa casa muta
ora cerco la voce di un suono,
lo squillo di un raggio di sole
che scaldi il labirinto
dei muri chiusi.
In questo spazio arrugginito
da polvere di stelle fragili
mi sembra di essere
un pensiero fuori posto,
la dissonanza
di una parola non detta,
il bersaglio di un lampo sbagliato,
di una freccia che finisce
la sua corsa.
E tutto sarebbe poca cosa
se questo tempo
avesse una data, una misura
un algoritmo,
se fosse un cerchio
coi diametri giusti
o il gancio di un'illusione
a cui aggrapparsi.
E mentre io vivo
senza guardare più
il calendario degli incontri
e l'orologio si ferma sempre
un'ora prima,
penso e mi chiedo
se l'attesa
è ancora una promessa
o solo
l'inizio di una bugia.
Haiku
la sensazione
di essere un ruscello-
vallata in fiore
fenicotteri-
un modo di essere
nella laguna
sole cocente-
sul fiato corto veglia
l'ombra del fico
Check-up
Hanno detto
che sono molto fredde
le mie mani,
hanno la pelle macchiata
le dita paonazze,
ma possono offrire
ancora tante carezze
hanno detto
che tracce sottili
di cicatrici antiche
e rughe profonde
mi segnano il viso,
però è sempre capace
di fare un sorriso
hanno detto
che ho gli occhi stanchi,
ma posso ancora
guardare i colori,
distinguere bene
il giallo dal verde
di tutti i miei fiori
hanno detto
che non riesco a sentire
i piccoli rumori,
ma potrò sempre ascoltare
tra i canti del mattino,
un coro d'usignoli
mentre spiccano il volo.
Confini
Si potrebbe spostare
Il confine dell'umanità,
portarlo più vicino
alla riva del mare,
soccorrere meglio
chi vuole partire
in cerca di un nido
di un mondo migliore
si potrebbe portare
la speranza
vicino alle barche,
fare salire
i sogni dei bambini
su navi sicure,
il ventre
delle donne incinte
e gli uomini neri
si potrebbero fare
lezioni d'amore
ai governanti
dei paesi vicini,
ricordare che un giorno
un Demone o un Dio
li dovrà giudicare,
spiegare che il mare
è la casa dei pesci,
che la terra
è la stanza dell'uomo,
e il cielo è di tutti.
San Francisco '97
L'ultima sera
seduto nella terrazza dell'hotel
guardavo il cielo e pensavo
mi trovavo a diecimila
e settecento chilometri
lontano da casa mia
eppure mi pareva di respirare
l'aria del mio giardino
da una voce vicina
arrivavano parole
in una lingua diversa dalla mia
eppure mi sembrava
di sentire il dialetto
della mia città
dalla baia saliva
un profumo d'infinito
che mi ricordava
quando ragazzo
seduto sulla spiaggia
ascoltavo in silenzio
il canto del mare…
poi la guida mi chiamò,
dovevamo riprendere
il volo.
Come un abbraccio
E' grande la mia casa
ha cinque stanze, una terrazza
sette finestre,
c'è anche il giardino
pieno di fiori
e di frutti maturi
(come tutti i giardini).
E' calda pure d'inverno
la mia casa
ma ogni tanto
mi allontano per qualche tempo
e vado errando
come foglia al vento
senza una meta.
Dalla montagna al mare
dalla pianura in collina,
poi di sera mi fermo
dove c'è un canto libero,
un cielo di stelle
un bicchiere di vino,
una voce di donna.
Ma quando arriva il gelo
io ritorno a casa
e sento ogni volta
un tepore nuovo,
un calore che cresce,
come un abbraccio,
ma ancora più forte.
Haiku
un nuovo giorno-
i primi girasoli
davanti agli occhi
perdita d'occhio-
i nuovi girasoli
per ogni dove
si piega all'alba
l'ultimo girasole-
malinconia
la testa china-
sui vecchi girasoli
l'ombra del tempo
Scarpe
Conservo in una stanza
le scarpe vecchie
per leggere nelle suole
la storia dei miei passi
e ritrovo sentieri,
geografie di tramonti,
musei pieni di gente
volti dipinti
ai lati delle punte consumate
ripasso vicoli
strade deserte,
altari e navate
crocifissi appesi
nei granelli di sabbia
rimasti dentro i tacchi
rivedo balere,
barche sulla battigia,
spiagge piene di sole,
amori brevi
in quella stessa stanza
dentro un armadio a muro
tengo da qualche tempo
alcune scarpe nuove,
quelle coi lacci stretti,
non mi servono più,
ora ho caviglie gonfie e dita grosse,
cammino solamente
a piedi scalzi.
Haiku
calura estiva-
le ombre del silenzio
sulla panchina
luna di luglio-
il bramito dei cervi
nella foresta
petali sparsi-
di una rosa di giugno
quello che resta
Se fosse
Se fosse un colore
sceglierei sempre il rosso
un campo di papaveri
senza fine e senza inizio,
dipingerei la strada
a questo mio cuore
che non sa dove andare.
Se fosse una nota
vorrei il do maggiore
il suono di un violino
dentro l'arcobaleno,
un concerto all'aperto
fatto di mille sospiri,
e io ti stringo la mano.
Se fosse acqua
sarebbe sempre il mare
la mia vela bianca
in compagnia del sole,
i soffi del vento
ora forti ora leggeri,
i suoi battiti d'ali.
Haiku
cercando l'erba
per bagnarmi le mani-
una capriola
rose di giugno-
all'ombra del tramonto
cerco riparo
un treno all'alba-
ritornano i rumori
dei giorni uguali
Chiamalo pure amore
E se vuoi
chiamalo pure amore
questo fuoco
che scalda il corpo e l'anima,
questo pensiero nuovo
che d'improvviso sveglia
i desideri,
questa fiamma nel buio
che accende senza tempo
ogni passione
e se vuoi
chiamalo pure amore
questo sogno
che inventa albe
e tramonti,
questo cuore che batte
senza freni,
questa sete di vita
che cerca gocce d'acqua
e non si quieta.
Tu che sai
Quanto vivono le foglie
che si staccano dai rami,
perché il buio e l'attesa
hanno lo stesso colore,
quando la nave è ferma
dove volano i gabbiani,
come fa la ballerina
a danzare sulle punte
e il tramonto a tornare
anche domani?
dimmi maestro, tu che sai
chi sceglie i colori
per dipingere i prati,
a che ora la natura
sussurra i suoi segreti,
come mai più nessuno
disegna gli usignoli,
cosa pensano i paesaggi
quando cade la neve,
perché da casa mia
non si vede più il mare?
Chopin
C'è un pianoforte,
una lampada accesa
dietro quella finestra
al di là della strada,
c'è una mano che suona,
non so chi sia
è come ascoltare
un cavallo al galoppo,
forti battiti d'ala,
la pioggia sopra i tetti
quando viene la sera,
è come sentire
il turbinio di un vento
che non sa dove andare,
il crepitio dei bimbi
quando fiocca la neve,
rintocchi di campane
che svegliano il Natale
poi quando è mezzanotte
quel suono forte e chiaro
diventa più leggero,
leggero come un velo,
non so chi sia,
forse è una donna felice
o un uomo solo.
Il ritorno
Dall'angolo
di un amore impossibile
parte l'eco di un vento,
lui conosce le valli
gli anfratti dei boschi
dirupi e precipizi,
attraversa gli oceani
scandaglia i fondali
e canta ai sogni che incontra
le parole del cuore,
prima scende poi sale
si sposta si gira
ripassa tra i rami
non trova nessuno,
ritorna dov'era.
Le stesse rughe
E dopo gli anni
delle corse a perdifiato
mi ritrovo a camminare
dentro i miei passi stanchi
con il fardello pieno
di cose scadute sulle spalle
e il tempo che accompagna
l'usura del pensiero
e della pelle
così m'accorgo,
guardandomi allo specchio,
di avere sulla fronte
le stesse rughe stanche
che portava mio nonno
la stessa faccia magra
di mio padre
e tutto a un tratto
mi tornano alla mente
i banchi della chiesa
con mia madre seduta
a cantare il Signore
e allora sento il bisogno
di recitare preghiere,
quelle che più conosco,
prima l'Ave Maria
e dopo il Padre Nostro.
Accoglienze
Bisognerebbe portare i giovani
a visitare il fiume,
farli camminare lungo le sponde,
suggerire di ascoltare il suo respiro
e imparare dallo scorrere impetuoso
oppure lento
il suono delle voci e dei silenzi,
accompagnare il viaggio
dalla montagna fino alla pianura
e guardare come il ponte di un paese
accoglie con amore il forestiero,
spiegare a quei ragazzi
che i fiumi hanno tutti un porto amico
a cui affidare i sogni e le paure
e l'acqua che accarezza i loro sassi
non muore quando arriva alla sua foce
ma diventa un tutt'uno con il mare.
Petali
Rivedo ancora i soliti compagni
che tirano dei sassi contro il muro,
un legno con rotelle e senza freno
nelle discese e strade contromano
le bimbe col grembiule della scuola
che giocano saltando con un piede,
che restano sedute a chiacchierare
scambiandosi sorrisi e sogni uguali
la sveglia del lattaio prima dell'alba
che bussa con la voce alla mia porta,
il velo di una donna nella chiesa
che dopo allunga il passo verso casa
il tubo attorcigliato del giardino
con l'acqua che accarezza sete e mano,
le grandi ruote d'un carretto antico
e l'uomo mentre grida il suo gelato.
Dai giardini dell'anima
Mi piace sempre più
improvvisarmi poeta
per scrivere frammenti,
immagini di vita
un uomo che si ferma
per guardare la luna
un cucciolo al tramonto
che torna alla sua tana
un sasso che respira,
un'ape che fa il miele,
il ramo che si gira
al nascere d'un fiore
la stella ancora giovane
che non vuole cadere
un fiume sotto il ponte
che corre verso il mare
la foglia troppo stanca
che rotola sul prato
il volo di una rondine
che torna al proprio nido
due bimbi che saltellano
tenendosi per mano,
fringuelli che cinguettano
poi vanno verso il cielo.
A prima vista
E può accadere
in un giorno qualunque
d'incontrare per caso
alla fermata del bus,
in una sala d'aspetto,
nel vagone d'un treno
un volto nuovo,
una persona sconosciuta
mai vista prima,
neppure immaginata.
E può succedere
di vedere d'un tratto
dentro i suoi occhi
uno sguardo più lungo,
un pensiero che nasce,
l'abbozzo di un sorriso,
l'inizio di un racconto
che profuma d'incanto,
come una sera al mare
e il cielo accanto.
Haiku
un batticuore-
i primi girasoli
all'improvviso
i girasoli-
contando i passi fatti
per ritornare
dopo la curva
i nuovi girasoli-
si ferma il passo
Haiku
petali sparsi-
di una notte di vento
quello che resta
s'abbassa il sole-
il tempo di un'attesa
e poi il tramonto
luna calante-
nel buio della notte
una lucciola
E' tutto pronto
Ho messo in valigia
la maglietta di lana,
le pantofole di stoffa
il ricambio dei calzini,
le lamette, il dopobarba
il pigiama con i fiori
la cravatta delle feste
le pastiglie per dormire,
una foto del giardino
dove cresce il melograno,
una biro nella tasca
il biglietto per il treno,
l'indirizzo del computer
col disegno della luna
e gli occhiali quelli buoni
per guardare arcobaleni.
E' tutto pronto!
Ho chiamato mia cognata
per tenere un poco il cane,
l'infermiera di quartiere
che misura la pressione,
la signora qui di fronte
per bagnare piante e fiori
il barbiere di fiducia
per tagliarmi barba e peli.
Ho avvisato la ragazza
che mi vende sempre il pane
il signore dell'edicola
dove compro il mio giornale
la cassiera della banca
dove arriva la pensione
la poetessa esperta in vini
che mi dice cosa bere.
E' tutto pronto!
Ho baciato mia nipote
che ha il giudizio nel molare
mio fratello Natalino
che coltiva le parole,
la badante di mio zio
che gli vuole molto bene
il mio amico contadino
che sa prima quando piove.
Al postino l'ho già detto
che sto via per qualche giorno,
solo il cuore sa già tutto,
se io resto o se ritorno.
Luce fioca
E sarebbe troppo facile
io credo
dirsi addio
all'inizio di un'estate
senza colori
quando i volti sono assenti
e le voci non hanno
vicinanze,
non è certo questa
la stagione dell'attesa
per chi cerca l'amore
a poco prezzo,
per chi accavalla baci
senza sguardi
in una stanza
con la luce fioca.
E' sarebbe troppo facile,
nel gioco di un capriccio
o un'avventura,
dimenticare l'ora
della chiamata,
facile
come aprire
una porta senza chiave
o fare una risata
per mestiere,
come strappare il gambo
di una rosa,
lasciare al vento
i petali di un cuore
e regalare spine
a un'altra mano.
Ho di nuovo paura
Quando la notte
passo dopo passo
s'inoltra nel buio
e il giorno deve ancora arrivare
d'improvviso il corpo
s'inceppa,
la mente percorre sentieri amari
e mentre il respiro soffoca
punte d'argento affilate
aggiungono nuove ferite
sui tessuti dell'anima mia
sono solo capace di dirmi
che non devo avere paura
ma il nodo stringe la gola,
formicolii nelle mani tremanti,
sulla schiena perline di ghiaccio
le pupille dilatano gli occhi,
il cuore scatena i suoi colpi
inerme accompagno il disagio
mentre stormi di corvi
disegnano pareti nere
nella mia stanza attonita,
è buio intorno a me,
una foglia appiccicata al vetro,
soffia forte il vento
interrogo lacrime mute
affido al cielo un Ave Maria
tentenno vacillo mi arrendo
ho di nuovo paura.
Trespoli
A volte
sembriamo
spaventapasseri,
dei manichini
in un campo di grano,
fantocci di pezza
con abiti stracci
un cappello di paglia
come riparo dal sole,
vorremmo simulare
una presenza umana
ma siamo soltanto
una controfigura,
passeri e corvi
ci stanno vicini
siamo il loro trespolo
per riposi brevi,
ci tengono dritti
due sbarre di legno,
una corda in mezzo
a formare una croce.
Haiku
una panchina-
accanto ad un triciclo
un legno curvo
la vecchia nonna
con fili di memoria
ricama anni
una farfalla-
nel parco a mezzogiorno
l'ombra del gelso
Grigio antracite
E succede
che un giorno ti svegli
di malumore
senza una ragione apparente,
senza un perché,
niente che ti faccia pensare
all'arrivo di una brutta notizia
o di un temporale,
e allora cerchi
negli angoli tristi
il motivo di quel grigio antracite
che disegna i tuoi occhi,
cominci a fare la conta
di cosa è successo,
riavvolgi i sogni
finiti da poco,
le voci ascoltate
nel bar della sera
insieme agli amici,
pensi a un dettaglio,
a una frase scomposta
ricevuta per sbaglio,
ma nulla di questo
ti viene alla mente,
poi d'un tratto t'accorgi
che manca un abbraccio,
un saluto - un sorriso
uno sguardo.
Haiku
tramonto a Nord est-
ed io che guardavo
soltanto l'alba
oh che sorpresa-
il profumo del gelso
dopo la curva
sera di vento-
nel giardino di casa
ondeggia un ramo
Dall'altra parte
Come quando
ti trovi davanti
a una porta semichiusa
con addosso la voglia
di aprirla per intero
e andare di là
dall'altra parte,
ma con la paura poi
che ti frena il cammino,
quel timore muto
di affidare al vento
il fiore coltivato,
di lasciare i tuoi sassi
in un cortile vuoto.
Pausa
E' martedì
è solo un martedì
eppure ha i mille passi
d'un sabato sera
questo viale di maggio
pieno di voci,
è come un frinir di cicale
dentro la quiete
o il ronzio delle api
che si fa voce,
e quando l'aria fredda
punge la gola
la gente torna a casa
e scalda il ricordo dei pensieri,
ognuno sa che in fondo
non può durare a lungo
questo inganno,
che quando poi finiscono
i tremori
ci sarà un bel ridere per tutti,
come quando una foto viene bene
o un bimbo sta imparando
le parole.
Tutto questo adesso
Ci sono pagine
nei libri e sui giornali
che scrivono
di cosa siamo fatti
e da dove veniamo,
riferiscono pure
del traffico di armi,
di terre avvelenate
e di tanti altri mali
che affliggono il pianeta,
spiegano
perché una foresta brucia
o come annega un uomo,
parlano dei pacifisti,
dei missionari
dei liberi pensatori
e di quanto sia importante
il dialogo tra le culture,
raccontano
la biodiversità
gli ecosistemi
la tutela dell'ambiente
e il rumore di un ghiacciaio
quando si rompe,
ma tutto questo adesso
non interessa a nessuno,
un po' come una foglia
quando cade,
un cane non abbaia
o muore qualcuno
che abitava lontano.
Haiku
una peonia
e io che credevo
fosse una rosa
questo silenzio
mi parla ancora di te-
un aquilone
sul marciapiede
un petalo di rosa
di rosa rossa
L'odore del mare
A volte
sogno di essere
in un tempo
prima di adesso
quando da bambino
indossavo
il grembiule della scuola
ricamato da mia madre,
quando studiavo
come dividere i numeri
e imparavo a memoria
i versi dei poeti
che avevano la rima
e a volte
nelle notti
di questa primavera
senza stelle,
sogno di essere
nel tempo di domani,
di guardare
nel mezzo del giardino
una vecchia altalena
che dondola sola,
spinta da un vento
che viene da lontano
e ha l'odore del mare.
Haiku
bambine a casa-
l'altalena del parco
abbandonata
pioggerellina-
forse l'ultima pioggia
di primavera
bugie di maggio-
tutte le sfumature
di un cielo grigio
L'ascolto
Ora che il silenzio
si è fermato
e la voce ha ripreso
il suo cammino
da qualche parte un uomo
torna a parlare
e un altro
resta zitto come prima,
è il segno egli opposti,
il vuoto e il pieno,
il vuoto di chi vuole
stare muto
e il pieno di chi sa
che cosa dire,
e allora tu
che non conosci il giusto
ti fermi ad ascoltare
le parole
che sono appena nate
e resti lì
con voglia d'imparare,
come quando d'un fiore
non sai il nome
o di una pioggia
quanto tempo dura.
Haiku
voce lontana-
da qualche parte un uomo
parla da solo
petali sparsi-
di un'ortensia di maggio
quello che resta
prima rugiada-
nessuno guarda l'ora
in cui si posa
Arcobaleno
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove il sole
si sveglia un'ora prima
e nessuno sente
rintocchi di campane,
dove i laccati sui muri
sono quelli di ieri
e per la strada si va piano
e si sorride.
Ci vorrebbe
una giornata speciale
di quelle dove i pensieri
rimangono a dormire,
dove ognuno
intona una canzone
e si ha voglia
di andare ad ascoltare
il suono di un ruscello,
lo scorrere d'un fiume.
La mia mamma
Mi giro per vederti
mi giro per guardarti
mi giro per sorriderti
mi giro per parlarti
mi giro per sentirti
mi giro per risponderti
mi giro per proteggerti
mi giro per baciarti
mi giro per seguirti
mi giro per sorreggerti
mi giro per amarti
mi giro per sognarti
Haiku
binario morto-
accanto alle rotaie
fiori selvaggi
una lettera-
l'odore della pioggia
all'imbrunire
una sirena-
nessuno ascolta il canto
dell'usignolo
Perimetri
Ci sono parole
che si comprendono
a prima vista,
come quando si legge
la parola neve
oppure pioggia - oppure mare,
ci sono poi parole
che bisogna leggere
due volte
prima di capire,
sono le parole
dei poeti normali,
quelli che scrivono
della collina che respira
di una foglia che torna indietro,
di un fiore
che profuma d'infinito,
ci sono poi le parole
dei poeti moderni
che bisogna leggere
almeno tre volte,
ma quando si svela il mistero
si apre all'improvviso
un mondo nuovo.
Haiku
si leva il vento-
un petalo di rosa
sui miei ricordi
collina in fiore-
giù per la valle il suono
delle campane
storie di maggio-
là dove c'era il glicine
i rami secchi
Sussulto
Come quando
rileggi una poesia
che avevi scritto
tanto tempo indietro
e trovi una parola
che non ti suona bene
alla lettura,
allora la cancelli
e poi ne metti un'altra
al posto suo,
ma subito ti accorgi
d'un fremito diffuso
a tutto il corpo
e d'un sussulto
che in poco tempo poi
diventa peso,
se n'era andato via
quell'attimo di te
che avevi amato,
come una gita in barca
con gli amici,
la sera di Natale
al tuo paese,
lo sguardo di un sorriso
appena nato,
il volto di una foto
mai sbiadito,
allora ti riprendi la parola
che troppo in fretta
avevi allontanato,
fai un cenno di promessa,
e la rimetti là
dov'era prima.
Haiku
di nuovo sete-
l'acqua della fontana
lontana un metro
freddo mattino-
l'alone dei respiri
sulla finestra
s'apre un sentiero-
le impronte del viandante
per ogni dove
Tempi
C'è sempre un tempo
per restare
dove invecchiano i quadri
appesi ai muri
e un tempo per andare
dove ci porta il vento
dentro un miraggio,
c'è sempre un tempo
anche per tornare
dove fioriva la pelle
ed il sorriso dei primi desideri
e c'è un tempo
per bussare
dove dorme l'attesa,
per chiedere in silenzio
come stai?
e per sentirsi dire
bene, grazie…e tu?
Attimi
Si dovrebbe aspettare
qualche minuto
prima di rispondere,
non alterare la voce
dopo una domanda
che appare impertinente,
potrebbe trattarsi
di una parola detta
per errore
di un momento di sconforto,
di un sentito dire,
e basterà- io credo-
un attimo di tempo,
lo spazio di un respiro,
perché tutto diventi
di nuovo chiaro,
come quando una nuvola
di colpo si allontana
e il cielo poi ritorna
com'era prima.
Haiku
...ed il profumo
della zagara in fiore-
malinconia
profumi antichi-
nel tetto del cortile
glicine in fiore
s'apre un sentiero-
i passi dei viandanti
per ogni dove
Odori
C'è tutt'intorno
un'aria di pulito
questa mattina,
come un refolo di vento
quando viene da lontano,
ne avevano bisogno
gli umori dei pensieri,
i tetti delle case
e quel cancello chiuso
che nega anche agli spazi
un luogo aperto
ne aveva bisogno
pure questa primavera
che non conosce ancora
i bordi dei sentieri,
che si nasconde
dietro i rami degli arbusti
e ha nell'alito
quell'acre sapore
di nuvole salmastre,
come l'odore delle alghe
lungo le coste.
Se questo tempo…
Calpesto la mia ombra
ma non scompare,
lei sa come difendersi
dai passi bruschi,
lei sa come ingannare
questo sole d'aprile
che non s'accende
e non scalda il labirinto
dei muri chiusi.
In questo spazio arrugginito
da polvere di stelle fragili,
mi sembra di essere
un pensiero che prende fuoco,
il bersaglio di un lampo sbagliato,
di un colpo di tosse,
di una freccia che finisce la corsa
e punge solo me che sto vicino.
E tutto sarebbe poca cosa
se questo tempo
avesse una data o una misura,
se fosse un cerchio
coi diametri giusti
o il gancio di un'illusione
a cui aggrapparsi
quando il tramonto cede il posto
al vetro opaco dei lampioni.
E mentre io vivo
senza guardare più
il calendario degli incontri
e l'orologio si ferma sempre
un'ora prima,
penso e mi chiedo
se l'attesa è ancora una promessa
o solo l'inizio di una bugia.
Haiku
un usignolo-
è sempre più stonata
la mia voce
tutto in ordine
anche i fiori di pesco
al loro posto
sotto il ciliegio
snocciolando ricordi-
e si fa sera
Le carte cadute
E adesso
che tutto è silenzio
mi manca perfino
il rumore di un passo
vicino al cancello
e cerco nel cielo che posso
il suono di un battito d'ali,
la voce di un canto
e adesso
che il tempo diventa
un compagno di viaggio
raccolgo le carte cadute
in un giorno di marzo
e scrivo sul retro di un foglio
la data del giorno più corto,
del giorno più lungo.
Viandanti
E all'improvviso
ci scopriamo fragili
come un bimbo
che piange nella culla
o come un vecchio
che cerca un nuovo giorno
e ha perso la memoria
dei suoi anni.
E all'improvviso
ci ritroviamo soli
come un ramo
che si piega nella notte,
come un viandante
che alla fine del racconto
ha il timore
di non essere innocente.
E all'improvviso
ci sentiamo inutili
come un lume che rimane
sempre spento,
come una sera d'inverno
fredda e scura
e un libro
che ci cade dalle mani.
Haiku
poche parole-
è sempre più stonata
la mia voce
cieli di aprile-
una rondine torna
dov'era nata
sole al meriggio-
accanto ad una amica
la prima rosa
Non farmi uscire
Non farmi uscire
neppure per un'ora,
potrei trovarmi addosso
quel turbine che arriva da lontano,
un passo che ha smarrito
il suo cammino
non farmi uscire
neppure per mezz'ora,
potrei vedere a un tratto
un volto che si cela dietro il velo,
la voce dove poi
si ferma un uomo
non farmi uscire
neppure a far due passi
nel giardino,
potrei sentire nelle mani il freddo,
dietro le lenti
un rivolo di pianto.
Haiku
confinamento-
anche nel mio prato
una camelia
è chiuso il duomo-
prega soltanto a casa
chi sa pregare
coronavirus-
i miei capelli lunghi
fino alle spalle
Haiku
fiori di pesco-
la primavera non sa
che sono a casapassi proibiti-
sui sentieri di marzo
l'ultima impronta |
peach blossoms-
spring doesn't know
I'm at home forbidden steps-
on the paths of March
the last footprint |
Silenzi e voci
Una sera d'inverno
nella carrozza vuota
d'un treno di periferia
inizia il viaggio di ritorno,
dopo la galleria
che nasconde le luci
una voce metallica
(registrata
in un posto lontano)
annuncia il nome
della stazione vicina
non è la mia!
poggio il fiato sul finestrino
per guardare chi c'è
dall'altra parte,
nessuno scende
nessuno sale
non c'è nessuna mano
che saluta,
dopo la sosta
riparte lento il treno,
un solo fischio al cielo
e poi la corsa.
Haiku
bianco d'aprile-
anche nel mio prato
una camelia
le prime luci-
i fiori di ciliegio
oltre la rete
ho visto in sogno
lacrime in paradiso-
sirene all'alba
Fiori di ciliegio
C'è un profumo
di ciliegi in fiore
nel mio giardino
soffi bianchi sui rami,
sono candidi petali
che guardano il cielo
sto seduto
a piedi nudi
su un tappeto
di primavera
un foglio
una matita
nessun tetto
nessuna chiave
è la mia stanza,
solo corolle di fiori.
Le cose lasciate a metà
Entro nel mio sogno
e ci resto,
non posso fare altro,
dalla cucina guardo
il vaso di orchidee
sul davanzale della finestra
e non so più che farmene,
vorrei urlare
la mia tristezza
ma ho poca voce,
avrei dovuto capirlo prima
che sarebbe arrivato
il tempo dei silenzi,
adesso è il momento
della meditazione,
di trovare il coraggio
che mancava,
andare in cerca
delle cose
lasciate a metà
e aggiungere
la parte che non c'era,
metterle con cura
nell'ordine desiderato
e poi chiuderle strette
con un laccio,
dentro un cerchio.
Haiku
fiori di pesco-
l'odore della pipa
di mio nonno
si ferma il passo-
nei sentieri di marzo
l'ultima impronta
rintocchi all'alba-
sui marciapiedi vuoti
nessuna voce
Primi tepori
Un vento leggero
solleva i bianchi capelli,
un tiepido sole
riscalda la pelle indurita,
nei giardini del mondo
fiorisce il ciliegio
è una gradevolissima giornata
la nostalgia sfoglia i ricordi
del tempo gioioso,
riaffiora l'immagine
di una vela sul mare,
galoppano dentro un sospiro
i battiti del cuore.
Haiku
fiori di campo-
la primavera mostra
i suoi colori
nessuna voce-
il pappagallo non sa
che cosa fare
si piega il ramo-
questo vento di marzo
che non finisce
rintocchi all'alba-
sui marciapiedi vuoti
nessuna voce
Girotondi
Dicono che ora
bisogna stare a casa,
accarezzare i silenzi
contare i passi
delle stanze,
pulire entrambi gli occhi
fare sorridere i bambini
chiudere a chiave i vecchi.
Dicono
che nella stagione nuova
di un tempo non lontano
si potrà camminare
scendere e salire,
potremo stare sulle panchine
guardarci da vicino,
tenerci per mano.
Voli
Accendo la musica stasera
voglio danzare da solo,
abbracciare le spalle,
inventare piroette
e all'ora dei sogni
volare lontano
su montagne innevate
e laghi di ghiaccio,
osservare dall'alto
i crateri di fuoco
di un vulcano quieto,
alle luci dell'alba
puntare lo sguardo
sulle terre del Nord,
seguire i salmoni
che salgono i fiumi
le navi vichinghe
che salpano i mari,
poi un'ampia virata
verso i caldi del Sud,
guardare da vicino
minareti e moschee
dromedari e cammelli
nelle dune di sabbia
e infine planare
come stanco gabbiano
sulle bianche scogliere
di limpidi mari,
al risveglio domani
coi bisbigli di sempre,
il sole negli occhi
e il profumo tra i fiori,
salutare il giorno
che ritorna puntuale,
cantare agli uccelli
sillabe in versi,
dipingere l'aria
coi colori del cielo.
Haiku
il fiume scorre-
il profumo dell'iris
lungo le sponde
mare d'inverno-
sulle barche al pontile
nomi di donna
le strade mute-
sui rami del ciliegio
le nuove gemme
Panorami
E poi succede
che se d'un tratto appare un'alba muta
io resto fermo accanto ai miei pensieri
e guardo a lungo cosa accade fuori
posso vedere un angolo di sole
un gatto a pelo grigio nel cortile
il vecchio cane che non sa che fare
e se di colpo poi si leva il vento
posso vedere il volo di una foglia
un ramo che si piega e si fa curva,
alle mie spalle un battito di ciglia
se la giornata sa di fantasia
posso vedere un grande cielo azzurro,
tutte le strade zeppe di parole
un prato verde pieno di altalene
e se finisce il tempo di un'attesa
posso vedere ancora la mia casa.
14 marzo
Non esco di casa
e non so ancora
quanto tempo durerà
questa clausura,
non sento più per strada
la voce degli amici,
ci sono in giro solo voci mute
che rendono assai triste
la mia gioia,
ho lasciato fuori
la somma dei miei passi,
i bordi dei prati e dei sentieri,
quei fiori appena nati
che sembrano già vecchi
come me,
ho nella mente
il rosso alto dei papaveri
che io cantavo da bambino
quando l'anima incontrava
la mia infanzia
e le bandiere rosse
coprivano le strade del paese,
ho perso l'immagine del bello
la cognizione del tempo
quello vuoto,
non so ancora
se all'alba di domani
ci sarà il silenzio delle voci
e all'improvviso scopro
che non so più contare
fino a dieci.
Haiku
coronavirus-
l'altalena dei bimbi
senza sorrisi
fiori di pesco-
la primavera non sa
che sono.a casa
finisce all'alba
il tempo degli abbracci-
il grande virus
11 Marzo 2020
C'è solo l'eco dei silenzi
in questo giorno che va,
le strade sono deserte
come se una voragine
avesse inghiottito le persone,
anziani e vecchi
rimangono a casa
con le finestre chiuse
e raccontano alle pareti
le loro storie
fatte di sogni e di sudore,
nei fogli dei bambini
disegni di altalene
i negozi sono vuoti
e dietro le vetrine
tutti gli abiti nuovi,
nei ristoranti aperti
sbadigliano i camerieri
mi ritrovo così
sdraiato sul letto
con gli occhi in alto
a guardare il soffitto
e la mente che cammina
sopra il cuscino,
che ripassa all'incontrario
antichi percorsi
e poi all'improvviso si ferma
ai piedi d'una salita,
dove c'è una cappella votiva,
dove ora è più facile dire
una preghiera.
Marzo 2020
Tubano le tortore
e i colombi
nel tiepido giardino,
il gallo canta, un'ape ronza
sul fiore appena nato
mentre io muto
rimango ad ascoltare
quello che resta dei suoni.
Cinguetta il passero,
miagola il gatto del vicino
nitrisce un cavallo lontano
mentre io dalla finestra
interrogo il cielo
sulla durata del buio.
Abbaia il cane,
rotola una foglia
fischia la poiana,
una farfalla compie l'ultimo volo
mentre dietro la casa
si veste di un nuovo bianco
il vecchio ramo.
Gocce di virus
La piazza è vuota,
un gelido freddo
ingabbia il respiro,
le parole
degli uomini soli
non trovano voce,
restano mute
dentro le case,
occhi smarriti
attaccati alla finestra
cercano aria pulita,
l'abbraccio negato
appanna
l'umore dei marciapiedi,
nei giardini di marzo
rami spogli di canto
chiedono alla primavera
colori nuovi,
nella mente dei vecchi
s'inceppa
la ruota dei ricordi,
dalle crepe sui muri
filtra il rumore sordo
dei silenzi.
Lavori
Forse anch'io
dovrei fare qualcosa
per tenere in ordine la casa,
eliminare le carte inutili
dai cassetti,
buttare le penne consumate,
selezionare i farmaci scaduti
togliere la polvere dai quadri
e ogni tanto
pulire il crocefisso appeso al muro
poi ogni sera
lasciare le persiane socchiuse
per fare entrare al mattino
la prima luce,
all'ora dei sogni
ripassare ad una ad una
le cose da fare domani
e per dormire meglio
contare tutti i sorrisi del giorno,
senza saltarne nessuno.
Invenzione
Ho raccolto le parole
scartate dai poeti
pallottole di carta
finite nel cestino
ho unito tra loro
le sillabe sciupate
per fare un vestito
alla mia poesia
dai piccoli ritagli
sono nati versi
strofe complete
di schegge cucite
e ora a Carnevale
con il foglietto in mano
io leggo ai passanti
le parole buttate.
Fantasie
Pensare
anche un solo momento
di tornare un giorno
nei luoghi dell'amore
è come sognare
un pianoforte su in collina
con un cesto di rose rosse
vicino alla tastiera
è come sentire
un suono di gioia
che arriva all'improvviso
da lontano e poi vedere
accanto all'ultima neve
foglie verdi e fili d'erba
levarsi tutti insieme
ad applaudire.
Haiku
neve in collina-
si piegano le chiome
delle betulle
la neve sciolta-
i miei passi bagnati
dentro le scarpe
malinconia-
una sera d'inverno
senza la pioggia
Vent'anni di meno
Ho nei ricordi
il suo quaderno straniero
e il libro d'italiano
dove imparava le parole,
la sua pazienza
nell'affanno dei vecchi
e la televisione di notte
a farle compagnia
ho nella pelle
i suoi vent'anni di meno
nelle ore libere
di quelle settimane
poi la partenza
per la terra lontana
con la valigia piena
di cose da non dire,
e quel momento
in cui volevo spiegare
ma che poi non ho fatto
e lei non me l'ha chiesto.
Sguardi
Mi piace leggere
le poesie
dell'anno prima
per vedere se le parole
sono simili a quelle
che avrei scritto oggi
e mi accorgo
che nulla è mutato
di quanto
avevo messo su carta,
le paure, le gioie
le speranze
sono sempre le stesse,
è diverso soltanto lo sguardo,
è cambiata
l'inclinazione degli occhi
e le dita
che ora tremano lente
quando sfogliano virgole
e punti.
Haiku
nessuna casa-
un volo di cornacchie
sopra la neve
umida notte-
i sogni rimboccati
nella coperta
cane e padrone
accanto al focolare-
la neve fuori
Il sole addosso
La mia casa
è come quella degli altri,
finestre aperte
quadri a parete
respiri di scale
il mio giardino
è come quello degli altri,
colori di fiori
una farfalla in volo
il merlo del mattino
la mia strada
è come quella degli altri,
salite e discese
foglie sui marciapiedi
manifesti sui muri
la mia notte
è come quella degli altri,
il ripasso del giorno
un'occhiata alle stelle
i pensieri di domani
poi un vecchio libro
con pagine d'amore
che io leggo nel buio
per farmi sentire addosso
un po' di sole.
Sussulto
Come quando
rileggi una poesia
che avevi scritto
tanto tempo indietro
e trovi una parola
che non ti suona bene
alla lettura,
allora la cancelli
e poi ne metti un'altra
al posto suo,
ma subito ti accorgi
d'un fremito diffuso
a tutto il corpo
e d'un sussulto
che in poco tempo poi
diventa peso,
se n'era andato via
quell'attimo di te
che avevi amato,
come la gita in barca
con gli amici,
la sera di Natale
al tuo paese,
lo sguardo di un sorriso
appena nato,
il volto di una foto
mai sbiadito,
allora ti riprendi la parola
che troppo in fretta
avevi allontanato,
fai un cenno di promessa,
e la rimetti là
dov'era prima.
Trasparenza
Come chiedere al vento
che cos'è un temporale,
al glicine in fiore
cos'è la primavera,
a una suora in clausura
quanto dura una preghiera,
come chiedere al fiume
se ha mia visto la neve,
al viandante che parte
dove porta la meta,
a una giovane sposa
se la gioia è iniziata.
Mary
Come quando
a un appuntamento
devi incontrare
per la prima volta una ragazza
e non sai come vestirti,
non è certo il caso
di andare con giacca e cravatta,
forse un maglione
leggermente colorato
può essere la scelta giusta,
la barba incolta solo un poco
e due gocce
di profumo sotto l'ascella,
le scarpe a punta
sono troppo moderne
per un tipo come me,
meglio mettere quelle classiche
che non si sbaglia mai,
so che anche tu
stai pensando a come vestirti,
metterai spero
quel vestito color pastello
che indossavi alla fermata
quando ci siamo guardati
da vicino,
per voi donne il problema
non sono i tacchi
ma i capelli,
oggi è domenica e il salone
del tuo parrucchiere
è chiuso,
io sono al Caffè Liberty,
ti aspetto,
sei bellissima.
Miopia
Ci sono pagine
nei libri e sui giornali
che scrivono
di cosa siamo fatti
e da dove veniamo,
raccontano pure
del traffico di armi,
di terre avvelenate
e di tutti gli altri mali
che affliggono il pianeta,
spiegano
perché una foresta brucia
o come annega un uomo,
parlano dei pacifisti
dei missionari
dei liberi pensatori,
ma tutto questo spesso
non interessa a nessuno,
un po' come quando
cade una foglia,
un cane non abbaia,
o muore qualcuno
che abitava lontano.
Haiku
notte di nebbia-
un cielo senza luna
e senza stelle
sale la nebbia-
anche questo tramonto
finisce presto
cinque di sera-
il tramonto del sole
all'orizzonte
Foglie
Una foglia arancione
stamattina
attaccata alla spalla
del mio cappotto,
non me ne sarei proprio accorto
se avessi avuto fretta,
se fossi stato in ritardo
sui minuti del mio tempo,
l'ho tolta piano
e mentre l'appoggiavo a terra
mi è sembrato
che volesse parlare,
dire qualcosa d'importante,
forse voleva chiedermi
se d'inverno si sta
come in autunno,
se si sente lo stesso freddo,
se è meglio stare da soli
o dentro un mucchio.
Haiku
s'alza la nebbia-
non so se dura a lungo
questo tramonto
feste finite-
nella scuola materna
un girotondo
sul ramo spoglio
il peso della neve-
vola un gabbiano
Tutti i miei sogni
I lunghi corridoi,
le camere con i soffitti alti,
le gocce nelle vene dei malati
la tosse secca dei respiri muti
e tu li chiami sogni
questi sogni
che affollano i pensieri
il giovane che cade sull'asfalto,
una sirena accesa dentro il letto
il prete mentre dà l'estrema unzione,
poi tutto quanto il freddo delle mani
e tu li chiami sogni
questi sogni
che oscurano le stelle
il camice incollato sulle spalle
un turno della notte sempre sveglio
il giorno di riposo,
le briciole di sole e poi il ritorno
e tu li chiami sogni
questi sogni
che spezzano i ricordi
fammi sognare un pranzo con gli amici
i lunghi viaggi con il cielo acceso
quell'aula magna piena di sospiri
una serata coi poeti veri
fammi sognare almeno un po' di mare
gli applausi del teatro tutti in piedi
l'alba d'un vecchio amore, quello breve
portato via dal vento chissà dove.
Mare d'inverno
La vacanza era il mare,
il viaggio era il tuffo
e una nuotata,
nessuno conosceva l'inverno
perché tutto ruotava
intorno al sole,
la droga era un gelato
alla nocciola
il vino una spremuta di limone
e quando c'era fame
bastava un panzerotto
o una pizzetta calda
nelle mani,
si capiva se passava
una straniera
dalla sua gonna corta
e dall'accento
e se arrivava l'eco
di uno sguardo
si galoppava con la fantasia,
l'ombra del giorno
accompagnava tutti fino a sera
e alla fermata
s'aspettava all'impiedi
l'ultima corsa,
quando finiva
il mare di settembre
si tornava
sui banchi della scuola
e succedeva a volte di copiare
la versione di greco
o di latino,
la domenica si ballava
nelle case
ognuno si sceglieva la canzone
e quando una ragazza
se ne andava
(e si restava soli)
di colpo s'imparava
cos'è l'inverno.
Preghiera
Luna,
non andartene via
proprio stasera
che tutt'intorno è buio
e senza sguardi,
anche stanotte-sai-
c'è bisogno di luce
per un ladro di fiori
e di carezze,
torna
prima che arrivi
l'alba nuova
e fammi ubriacare
di bellezza,
come una donna
quando indossa i tacchi
o un vecchio guarda il mare
e si smarrisce.
Haiku
s'abbassa l'onda-
sull'ala del gabbiano
piccole gocce
tramonto a New York-
la discesa del sole
dietro le torri
quarto di luna-
la fine di un amore
forse l'inizio
Inverni
E' martedì
è solo un martedì
eppure ha i mille passi
d'un sabato sera
questo viale d'inverno
pieno di voci,
è come un pianoforte
su in collina
o un quadro di Monet
che muove il mare,
e quando l'aria mite si fa gelo
la gente torna a casa
e scalda l'imbarazzo dei pensieri,
ognuno sa che in fondo
non può durare a lungo tanto freddo,
che quando poi finiscono i tremori
ci sarà un bel ridere per tutti,
come una foto quando viene bene
o un bimbo mentre impara
le parole.
Haiku
Epifania
Un presagio s'accende
dentro una fiamma
Le parole trovate
E' proprio incerto
questo mattino grigio
che sbiadisce
i colori dei pensieri,
un disastro sarebbe,
per quelli come noi,
se fosse un giorno
più incerto degli altri
e mentre una nuvola s'allunga
e poi s'allarga
tutti gli uccelli volano bassi;
non voglio sbagliarmi
ma-inaspettato-
dalle persiane socchiuse
ora filtra e si fa strada
un raggio di sole
che porta all'ombra del buio
una luce di gioia
e di bellezza.
Haiku
fine dell'anno-
tutte le cose avute
e quelle perse
soffi di vento-
un volteggio di foglie
e poi la resa
finisce l'anno-
scende dal calendario
l'ultimo foglio
Haiku
le prove in chiesa
dei canti natalizi-
fiocchi di neve
venti dicembre-
già nell'aria le note
della Novena
il nuovo inverno-
sulla panchina vuota
un vento freddo
Le parole comprate
Nelle bancarelle
dei mercatini rionali
delle domeniche mattina
vedo spesso libri usati
che vengono venduti
a poco prezzo,
quando ne compro qualcuno
mi chiedo sempre
perché ogni volta
torno ad acquistarli
ma so già che lo faccio
per non restare mai
senza parole,
perché così
quando finisco le mie
posso usarne qualcuna
di quelle comprate al mercato,
lasciate forse da qualcuno
che aveva poco spazio
a casa sua.
Stagioni
Se si parla d'autunno
penso a un volo di foglie,
ai giardini del mondo
tappezzati di giallo
se si parla d'inverno
penso ai fiocchi di neve,
alle gocce di pioggia
sui silenzi del cuore
se si parla di maggio
penso al mandorlo in fiore,
ad un ramo che canta
quando l'alba ritorna
se si parla d'estate
penso ai tuffi nell'onda,
alla pelle bagnata
sotto un sole senz'ombra
se si parla di cuore
penso a un vecchio castagno,
agli amori graffiati
sulla strada del vento.
Capricci
Che confusione
questa mattina,
non riesco a mettere in fila
una strofa qualunque,
mi sembra di essere entrato
in un corto circuito
come se all'improvviso
si fosse inceppato
un filo del cervello
Che confusione
questa mattina
coi miei pensieri
che non sanno cosa dire,
con l'anima che dorme
già da un poco
e non m'aiuta a vedere
tutto quello
che accade intorno a me.
Che confusione
questa mattina
con la nebbia
che nasconde fette di cielo,
una sirena che suona
già da tante ore
e quel fischio continuo
che fa i capricci un po'
col mio respiro.
Haiku
fine novembre-
i colori sbiaditi
dei crisantemi
zampetta un merlo-
nel giardino di casa
cachi maturi
mille lucciole-
tutti i miei sogni svegli
dentro una notte
Abbracci
Ci sono abbracci
che parlano di quiete
e riescono a scaldare
il freddo e il gelo
come un riparo
quando fuori piove
o una preghiera
quando si fa sera.
Ci sono abbracci
fatti su misura
che ci fanno sentire
al posto giusto
che urlano di gioia
senza gridare
e tengono lontane
le paure.
Ci sono abbracci
che fanno stare male
che sanno di saluti
e di mancanze
e quando è l'ora
della lontananza
si stringono più forti
alla partenza.
Nella sfera del globo
E' lontana l'estate
stagione assai cara
nutrimento e sollievo
di ogni debole cuore,
è arrivato l'autunno
come sempre puntuale
con le piogge battenti
e la foglia che cade
nuvoloni ogni giorno
questo freddo che bussa
un dolore più lungo
nelle fragili ossa,
sembra inverno l'autunno
e la neve è già qui
pure il sole è diverso
ha il pallore nel volto
sarà l'ultimo autunno
dice un uomo nel bar
nella sfera del globo
s'è formato un quadrato,
tutti ridono allegri
con il calice in mano
io mi alzo di scatto
e poi brindo con loro.
Domande
E qualche volta
tornano nella mente
storie lontane
rinchiuse tra le pieghe
del passato,
vecchi ricordi
limpidi come cieli
senza nuvole,
nitidi e chiari
come se l'oggi
fosse uguale a ieri
e mi domando
se quella volta
avevo detto la parola giusta,
se le mie mani
avevano già pronta
una carezza, se tra le pause
lasciavo troppi spazi
nella testa,
se nei miei occhi
c'era soltanto l'ombra
d'una promessa.
Haiku
fiocco di neve-
si scioglie nel risveglio
l'ultimo sogno
foglie sul prato-
sui rami dell'autunno
i nuovi cachi
raggi di sole-
tra i sussurri dell'alba
la sua voce
Saluti
E se un giorno
qualcuno
incontrandomi per strada
mi chiamerà per nome
sorridendo
io forse non saprò
come rispondere
se il suo volto m'inganna
e la sua voce
forse dirò
buongiorno
se intorno c'è la luce
del mattino
o buonasera
se il sole già comincia
a tramontare
dirò di certo
tanti saluti a casa
sapendo che anche lui
quando ritorna
ritrova sempre il gesto
d'una presenza.
I nuovi girasoli
E quando i nostri amici
andranno a vivere
nella grande città
noi resteremo qui
ai piedi della collina,
in questa nostra casa
piena di fiori
ascolteremo in primavera
il canto del cuculo
e d'estate
quel frinir di cicale
che non si placa,
aspetteremo ogni anno
i nuovi girasoli
poi il volo delle foglie
sui sentieri
nelle sere d'inverno,
accanto al focolare,
leggeremo le poesie
di Garcia Lorca e Jacques Prévert
e ad ogni strofa
guardandoci negli occhi
ci diremo ti amo,
ti amo più di prima,
mentre dal cielo arriva
il canto della luna.
Haiku
la nuda terra-
accanto ai crisantemi
un filo d'erba
primo novembre
i colori dei fiori
sopra le tombe
giorno dei morti-
ad ogni crisantemo
la sua tomba
Haiku
foto ingiallite-
accanto ai crisantemi
vecchi sorrisi
la luce fioca-
sul viale dei tramonti
lumini accesi
gelido autunno-
sopra una vecchia tomba
i fiori secchi
Come quando…
Attaccata ai miei passi
una foglia ingiallita
stamattina,
mi fermo un momento
la prendo, le tolgo il terriccio
e la tengo con me
(come quando un amore
sta vicino)
poi riprendo il cammino
lungo il sentiero
che porta verso casa
metto quel giallo
sopra un cumulo di foglie
e diventa così
un insieme del mucchio,
la parte di un abbraccio.
Di questo amore
Nonostante il rancore
che inonda le vene
queste nuvole grigie
che nascondono il cielo
tanta rabbia che sale ed offusca
la mente, i tamburi nel petto
che martellano il cuore,
nonostante l'insonnia
che allunga le notti
il dolore alla fronte
come un cerchio crudele
i sorrisi d'un tempo
già spazzati dal vento, il livore
che cresce e non sa dove andare
nonostante il sudore
che bagna la pelle
il tormento dell'anima
che scompiglia i pensieri,
tutti i fiori del prato
che hanno perso i colori e gli uccelli
dell'alba che non cantano mai,
nonostante la collera
che arrovella il cervello
l'amarezza e la ruggine
che non sanno capire, quella furia
violenta che travolge ogni cosa
l'abbandono dei sensi
che non sanno lottare
nonostante una lacrima
che mi fa compagnia
e il pallore del volto
sopra gli occhi smarriti
tanti auguri sinceri
per il tuo compleanno
dalle rose di casa
che non sanno appassire.
Dietro l'angolo
Sono molto contento
mio caro amico
di poterti ospitare
qualche giorno da me
e visitare insieme
in questo autunno mite
i luoghi del Nord Est
che non hai visto mai
porta con te
una foto del mare
dove andavamo d'estate
a nuotare per ore
e un'altra più grande
del nostro lungomare
che mi dicono essere
sempre pieno di fiori
e anche due panetti
di pasta di mandorle,
un mazzetto di origano
che qui non trovo mai,
qualche caramella
alla menta e carruba
che prendevo d'inverno
per guarire la gola,
che mia madre comprava
nella vecchia bottega
proprio dietro l'angolo
dov'era la mia casa.
Gocce d'autunno
E se adesso
nei pensieri del giorno
mi venisse in mente
il suo viso stanco
sono sicuro
che non saprei
come trattenere l'emozione
e nei miei occhi
spunterebbero
gocce di memoria
di quando d'inverno
le accarezzavo la mano
e se adesso
nei pensieri del dopo
le venisse in mente
il mio viso stanco
sono sicuro
che non saprebbe
come trattenere l'emozione
e nei suoi occhi
spunterebbero
gocce di cuore
di quando appena nato
lei m'allattava la fame.
Illusioni
Il vento leggero
solleva i bianchi capelli,
un tiepido sole
riscalda le membra indurite,
nel giardino di ottobre
cresce il rosso vermiglio
del melograno.
E' una gradevolissima giornata!
La nostalgia sfoglia i ricordi
del tempo gioioso
riaffiorano desideri sopiti,
galoppano, galoppano
le illusioni del cuore,
son già lontane
le rondini.
Polonaise-Fantaisie op.61
C'è un pianoforte,
una lampada accesa
dietro quella finestra
al di là della strada,
c'è una mano che suona,
non so chi sia
è come ascoltare
un cavallo al galoppo,
forti battiti d'ala,
la pioggia sopra i tetti
quando viene la sera
è come sentire
il turbinio di un vento
che non sa dove andare,
il crepitio dei bimbi
quando fiocca la neve,
rintocchi di campane
che narrano il Natale
poi quando è mezzanotte
quel suono forte e chiaro
diventa più leggero,
leggero come un velo,
non so chi sia,
forse è una donna felice
o un uomo solo.
Haiku
dopo il tramonto
un volo di farfalle-
un volo basso
un nuovo autunno-
le stesse piogge sparse
lo stesso vento
Haiku
foglie d'autunno-
un tramonto diverso
per ogni foglia
soffi d'autunno-
nell'aria il volo basso
di foglie secche
l'autunno avanza-
un rumore di foglie
sotto le scarpe
Haiku
sera di nebbia-
un cielo senza cielo
anche stanotte
foglie d'autunno-
un tramonto diverso
per ogni foglia
colline in festa-
il profumo del mosto
nelle cantine
Il tempo degli abbracci
Hai letto libri
di scienziati e scrittori
pagine intere
di regole e consigli,
hai seguito i discorsi
di vecchi professori
insegnanti di vita
e di mestieri,
hai ascoltato le storie
di potenti dittatori
per chi ci ha resi liberi
hai battuto le mani
hai scalato montagne
che sembravano colline
e affrontato ogni sfida
col coraggio e le paure,
poi nei lunghi corridoi
(quando partiva un addio)
hai risposto alle domande
sul dolore del buio
di questo lungo viaggio
ti porti sempre addosso
solo i paesaggi,
i paesaggi dell'anima,
che parlano di albe
e di tramonti,
di stelle e di conchiglie,
di sguardi e di silenzi
e di quel tempo antico
degli abbracci
dove anch'io posso entrare
e poi restarci.
Un altro autunno
E sei tornato
puntuale come sempre
coi tuoi sussurri
e le tue malinconie,
coi girotondi dei bimbi negli asili
e i nuvoloni
che nascondono i cieli.
Porti con te la solita valigia
fatta di piogge
di vento e arcobaleni
di foglie gialle, di frutti maturi
e rami nudi
in cerca di riparo.
Hai messo via
le impronte dell'estate,
il canto
delle onde all'imbrunire,
le stelle che parlavano dei sogni,
le lune piene
degli innamorati,
tutti gli amori brevi già finiti.
Porti con te un tempo
di preghiera
di solitudine e freddo nelle mani,
il tempo dei tramonti
lenti e muti
appesi ai miei ricordi
un po' sbiaditi.
Haiku
nella clessidra
lo scorrere del tempo-
fiori d'autunno
metà settembre-
l'estate già prepara
l'ultimo canto
musica in piazza-
in questa lunga notte
nessuna stella
Gocce
Coltivo da anni
germogli di pioggia
nel mio giardino
per riempire d'estate
una ciotola d'acqua
quando viene
la sete
per pulire al mattino
le tracce di vecchio
nella pelle e nel cuore,
per portare di notte
il rumore del tetto
nei silenzi
del buio
per avere negli occhi
altre gocce di pianto
quando manca una lacrima,
per nuotare ridendo
sull'erba bagnata
quando sarà
pazzia.
(Dal libro "le stelle che tornano"
Editore Qudu libri-Bologna)
Haiku
luna calante-
della pienezza resta
solo il ricordo
tramonta il giorno-
l'anno scorso a quest'ora
lo stesso sole
Haiku
la rosa bianca-
di là dell'inferriata
si ferma un passo
sirena all'alba-
sulla panchina vuota
gocce di pioggia
Haiku vento d'estate- sulle lenzuola all'alba dondola un sogno la testa china- sui nuovi girasoli l'ombra del tempo Haiku fiore reciso- una farfalla all'alba cambia giardino che me ne faccio di una luna spezzata- giardino in fiore Haiku petali al vento- sul davanzale all'alba un vaso vuoto finisce il giorno- nell'aria il volo stanco d'una farfalla Haiku perdita d'occhio- i nuovi girasoli per ogni dove non so ancora da che parte voltarmi- i girasoli un nuovo giorno- i primi girasoli davanti agli occhi Haiku ventuno giugno- l'uomo delle stagioni muove la ruota bambini al mare- l'estate già prepara il nuovo canto Tatuaggi Ci vorrebbe qualcuno (almeno ogni tanto) che ci faccia sorridere quando andiamo al lavoro in un giorno di festa, quando i tuoni di ottobre lampeggiano il cielo e una barca gonfiata raggiunge la riva, qualcuno che si avvicini quando restiamo al buio in una strada sbagliata e ci tenga per mano lungo tutto il tragitto mentre racconta la favola inventata per noi, qualcuno che mostri con la gioia negli occhi la sua pelle segnata dai tatuaggi del cuore, non incisi per caso da un gioco di gruppo ma levigati dal tempo di una vita d'amore.
E tu? C'è sempre un tempo per restare dove invecchiano i quadri appesi ai muri e c'è un tempo per andare dove il vento si sposta dentro un miraggio, c'è forse un tempo pure per tornare dove fioriva la pelle e il sorriso de primi desideri. C'è sempre un tempo anche per bussare, per chiedere come stai? e per sentirsi dire bene, grazie, e tu? Haiku le mani tese- ai lati del sentiero more di rovo non so ancora da che parte voltarmi- un girasole Haiku glicine addio- sui rami del ciliegio i primi frutti un aquilone- così vicino il cielo così lontano pioggerellina- nel giardino di casa gocce di rosa Vestirsi di gioia Dicevano che era tornato l'autunno, che nuvole grigie coprivano il cielo per intero e folate di pioggia stavano ingrossando il letto del fiume, che l'ululato del vento aveva spezzato la bellezza dei rami e cumuli di foglie gonfiavano l'erba dei giardini loro avevano negli occhi lo sguardo dei silenzi, guardavano il freddo che correva sulle mani e sfogliavano i pensieri bagnati dal mattino, non sapevano ancora che dovevano vestirsi di gioia per allontanare la paura del buio e dell'abbandono. Gocce di pioggia La piazza è vuota, piove da ore, le parole degli uomini soli non trovano voce, restano mute dentro le case, occhi di solitudine attaccati alla finestra cercano la luce d'un lampione, l'asfalto bagnato appanna l'umore della strada, sul marciapiede petali e foglie chiedono alla luna favole di primavera, un ladro d'amore scappa dalla notte, la memoria sveglia i ricordi, filtra dal tetto il frastuono dei silenzi. Le cose da fare Bisognerebbe accompagnare i ragazzi a visitare le stagioni, farli camminare nel mezzo dei sentieri per lasciare liberi i bordi a chi vuole fiorire, suggerire di non calpestare l'impronta di chi lascia una traccia, ascoltare il fiume, disegnare panorami e sulla via del ritorno ripetere loro le cose da fare, portare un sorriso alla mamma, chiamarla per nome, studiare sui libri gli antichi pensieri, ricordarsi che i nonni non sono mai troppo lontani per andarli a trovare e poi quand'è l'ora del sabato sera cantare suonare ballare e fare l'amore. Oggi che… Oggi che la nebbia si leva sulla collina e il freddo accompagna i pensieri di ieri e di domani io parlo di questa strana primavera che senza volerlo spiegare nasconde il colore dei fiori e chiedo ad un cielo qualunque se rimane per caso stupito di questa stagione sbagliata che porta un desiderio mancato al rombo di un tuono lontano e nega anche al sogno di un bimbo il battito azzurro di un volo. La vecchia casa Potremo forse guarire se impariamo a sorridere da soli, ad ascoltare di primo mattino il cinguettio dei rami, a scaldare il freddo delle mani sui marciapiedi. Potremo forse guarire se ci fermiamo a guardare un girotondo di bambini, se portiamo i nostri passi ai lati dei sentieri tra le spighe di grano e i nuovi girasoli. Potremo forse guarire se apriamo l'album dei nostri primi cieli e nella foto dell'ultimo sole, accanto all'orto antico, troviamo ancora lì la vecchia casa. Haiku la sedia vuota- fiorisce ancora il melo dietro la casa sulla corteccia due cuori graffiati- acero in fiore profumo antico- le fragole di bosco lungo la siepe Haiku luce d'aprile- sul ciglio della strada la celidonia soffi di vento- i fiori di glicine sul pergolato un giallo acceso- s'arrampica sul muro la rosa banxia Desideri, anzi no Vorrei avere una buona salute una villa sul mare qualche anno di meno poi rubare all'azzurro un po' di sereno per vivere ancora come fossi un bambino. Vorrei avere un corpo d'atleta che mi tenga dritto senza farmi piegare, andare in salita come fossi in discesa, con il passo veloce e il respiro leggero. Scusate, scusate per quello che ho detto mi sono sbagliato riscrivo tutto. Vorrei essere quello che sono con gli occhi gonfi e le mani indurite, i capelli bianchi dozzine di rughe, le spalle pesanti quando salgo le scale. Vorrei avere quello che ho, un tramonto che torna e il tetto per due, il pensiero libero i colori in giardino, la collina a due passi con la vista sul cielo. Dal libro "le stelle che tornano" Editote QuDu -Bologna Le stesse rughe E dopo gli anni delle corse a perdifiato mi ritrovo a camminare dentro i miei passi lenti con il fardello pieno di cose scadute sulle spalle e il tempo che accompagna l'usura del pensiero e della pelle mi accorgo così, guardandomi allo specchio, di avere sulla fronte le stesse rughe stanche che portava mio nonno, la stessa faccia magra di mio padre e tutt'a un tratto mi tornano alla mente i banchi della chiesa con mia madre seduta a cantare il Signore e allora sento il bisogno di recitare preghiere, quelle che più conosco, prima l'Ave Maria e dopo il Padre Nostro. Haiku sul ramo un canto- una farfalla mostra i suoi colori mandorlo in fiore- si scioglie lentamente l'ultima neve Haiku si placa il vento- all'alba il primo volo d'una farfalla Haiku conservatorio- nello spartito un canto di primavera Parole lontane Ho letto libri di scienziati e scrittori pagine intere di regole e consigli, ho ascoltato i discorsi di uomini illustri insegnanti di vita e di mestieri, ho sentito le voci di potenti dittatori, per chi ci ha resi liberi ho battuto le mani ho scalato montagne che sembravano colline ho affrontato le sfide col coraggio e le paure, ho accompagnato le attese di uomini e donne, ho risposto a domande che cercavano menzogne di questo lungo viaggio mi porto sempre addosso solo poche parole, quelle dei sogni, che parlano di corse e prati verdi, di giostre e girotondi di sabbia e di conchiglie, d'un bacio sulle guance poi sulle spalle.
Haiku nessun rumore- dormono i silenzi sulla collina fiori di pesco- e tu mi parli ancora di questo inverno Aquiloni Un tempo ho messo una piuma tra i capelli il tatuaggio di un'ala alla caviglia, ho corso all'alba in groppa ad un cavallo dormito in spiaggia accanto a una conchiglia ho ascoltato il canto delle onde tra i soffi che gonfiavano le vele, ho mosso l'aria insieme a un deltaplano, pregato con le mani aperte al cielo ho accompagnato discese in bicicletta disegni di farfalle sulla carta, ho accarezzato i petali e le foglie guidato con un bacio sulle spalle nell'ora dei rintocchi delle valli ho camminato in cima alle colline, ho liberato un filo d'aquilone con gli occhi sorridenti di bambino forse volevo solo provare il volo o forse diventare figlio del vento.
Nebbia S'appanna a volte il desiderio di sole dentro di noi e diventiamo così anime fragili, candele spente, primavere senza fiori, statue di sabbia in balia dei temporali. Siamo rami nudi, stelle di carta sponde senza fiume, leoni senza ruggiti e senza criniere. Siamo campane stonate scatole vuote, nuvole senza cielo, gabbiani senza volo, barche senza una rotta e senza nocchiero. Sete Quel desiderio di farsi rapire che assale il poeta quando viene la sera, quella passione che bussa all'anima e chiede di entrare, la voglia sfrenata di comporre una strofa per regalare al cuore una favola amica quel tremolio che scuote la penna quando bussa alla mente un volto di donna, l'eccitazione che aleggia negli occhi quando arrivano versi mai scritti mai letti e ritrovarsi così con le mani adagiate a disegnare parole, a cucire i ricordi coi fili del tempo, ad accarezzare il sorriso di una nuova emozione che abbraccia la notte senza farla dormire. Haiku mandorlo in fiore- si scioglie lentamente l'ultima neve fine febbraio- il primo volo incerto d'una farfalla Diario Si è staccato un foglio dal diario che segna quest'anno che va l'ho trovato disteso appoggiato al tappeto, come foglia d'autunno adagiata sul prato nella pagina piena di nomi e di frasi una data d'inverno, è del mio compleanno ho raccolto quel foglio l'ho rimesso tra i giorni, era zeppo di auguri, era carico d'anni. Haiku un forte vento all'alba scuote il ramo - oscilla un canto Haiku s'allenta il gelo- una primula sboccia fuori stagione la neve sciolta- la fine di un viaggio pieno di sguardi Haiku quarto di luna- la fine di un amore forse l'inizio lampioni accesi- una storia d'amore per ogni luce
Haiku un nuovo anno- l'orologio di casa sempre più vecchio Haiku sera d'inverno lo stesso grande freddo dell'anno scorso cieli d'infanzia- i calci ad una palla lungo la strada si placa il gelo- nel giardino di casa un cinguettio Parole buone Ho camminato molto in questa mia città di giorno e di notte in ogni stagione, ho calmato dolori, riacceso speranze raccontato bugie ma solo per pietà, ho bagnato il mio viso di lacrime vere quando c'era qualcuno che aspettava la fine. Ora vado tranquillo con il passo degli anni qualche nuvola sparsa poco o niente di più, quando sono per strada ed incontro la gente sono molti i saluti e le strette di mano, poi qualcuno mi chiede se sto bene in salute e ha già pronte per me le parole più buone.
Haiku fiocchi di neve- un velo di purezza sui marciapiedi cade la neve- il silenzio del tempo dentro ogni fiocco palle di neve- l'inizio di un racconto nato per gioco
Una voce Per giorni e giorni ho curato il mio corpo lasciando da parte la voce dell'anima, ora sento un respiro come un soffio di vento una dolce carezza, è lei che mi chiama vuole ancora parlarmi del bene e del male dello spazio e del tempo della luna e del sole, darmi buoni consigli sull'avere e sul dare, disegnare i miei sogni suggerire i pensieri vuole prendersi cura delle mie cicatrici, di ferite lontane tatuaggi del cuore e poi scrivere ancora tante pagine insieme da sfogliare nel tempo come un libro d'amore. Spazi Nella libreria di casa ho cercato uno spazio nuovo dove mettere le parole che incontro sulle strade di questa mia stagione quell'angolo adesso è pieno di foglie, di aquiloni e girasoli di rugiada, di lune, di tramonti di stelle, di altalene di canti d'usignolo da un piccolo foro tra le scansie invecchiate c'è in ogni momento uno scambio di racconti di sguardi e di sospiri tra le parole nuove di questo camminare e quelle vecchie che ancora vestono di bianco il mio mestiere e adesso il braccio oscilla con il ramo la pelle si scalda accanto al sole, la pupilla si specchia dentro il cielo la spalla aleggia col gabbiano, l'alveolo respira insieme al vento la guancia sorride alla farfalla, la fronte s'imbianca con la neve il cuore parla sempre con il mare. Foglie Lungo il cammino di questo lungo autunno una foglia arancione vicino ai miei passi e accanto a lei una foglia gialla e un'altra ancora, così mi chiedo che cosa io ci faccio in mezzo a loro, so forse com'è fatto il tremolio di un prato? riesco a rotolarmi ai bordi d'un sentiero col vento della sera e del mattino? so ritornare ad ogni primavera e raccontare tutte le stagioni? ho mai guardato il volo di farfalle sopra un fiore? l'unica cosa che mi sembra uguale è quell'andare avanti senza meta è quel cercare dentro un grande mucchio la stretta di un riparo e di un abbraccio, trovare una difesa a freddo e pioggia con il calore di una vicinanza. Dettagli Conservo da anni nel guardaroba un vecchio maglione di lana cento per cento, a collo alto, che mi protegge dal gelo dell'inverno e nelle sere d'autunno quando è più freddo il giorno, a volte penso che sia troppo largo per starci dentro da solo e allora metto addosso anche i ricordi, per scaldarli, per dare loro un rifugio, da qualche tempo lo sento più leggero, ha perso un po' del suo azzurro e si è sfilacciato sui bordi ma nessuno si accorge, in fondo sono solo dettagli di poco conto. Emozioni in cammino Dei miei passi amo la frenesia di quando vanno a cercare un sentiero nuovo, lo stupore nel sentire d'un tratto il profumo di un ramo quelle soste in attesa del vento quando è stanco il respiro, la meraviglia per un fiore d'inverno cha ha colori del cielo dei miei passi amo il loro sorriso quando incontrano amici di un tempo passato, la cautela con cui sfiorano i sassi di un vicolo antico, l'allegria per i calci a un pallone incontrato per caso dei miei passi amo il loro riposo quando tornano a casa, quel restare un po' stanchi in poltrona a parlare di noi, quel salire sul tardi le scale senza fare rumore. Tracce Ho cercato tra i ricordi dei miei passi di bambino il sorriso di mio padre che tornava dal lavoro, le preghiere recitate per la prima comunione, il maglione di mia mamma col ricamo di una mela che faceva anche d'inverno primavera -ma non ho trovato niente- poi vicino ad un pallone con un buco impolverato ho trovato figurine di ciclisti e calciatori, la pagella con i voti della quinta elementare, una storia dei pirati ricevuta per Natale ed un foglio consumato con su scritto "Libro Cuore". Haiku un vento all'alba- il tonfo di una mela sulla rugiada tramonta il giorno- scorrono lungo il fiume petali e foglie sera di vento- petali senza un nome sul marciapiede Inverno Cerco qualcosa che mi tenga compagnia, un libro un ricordo un quadro appeso, cerco qualcuno che suoni il campanello, il postino un venditore anche uno sbaglio. Cerco un fiore una mappa una finestra che mi possa raccontare un panorama, cerco un fuoco un cappotto una bugia per dire di un inverno senza freddo. Sogni Cerco un vino che bagni le parole, i versi degli amanti e dei poeti, un vino per danzare senza freni e preparare il cuore alle passioni. Cerco un canto che scenda giù dai monti che porti nelle note il suo calore, il profumo degli acini maturi, i segreti di una terra esposta al sole. . Cerco un tetto una frasca un focolare, il volto degli amici che ho perduto, l'allegria di un calice di vino bevuto all'imbrunire insieme a loro. Merlot Rosso come il sangue che unisce madre e figlio, come il fuoco di un vulcano attivo che tutto brucia, come il tizzone di un caminetto acceso nella notte, come il tramonto dell'ultima nostra estate al mare. Rosso come le guance accese di un bambino, come il colore del maglione che mi hai regalato per il compleanno, come la tua linea di rossetto sulle mie labbra, come l'emozione del mio sguardo quando tieni una rosa tra le mani. Rosso come il vino di questa nostra terra generosa, un vino che ha il volto di un amico, che fa intonare a tutti una canzone, che mi scalda e mi consola quando fa tanto freddo e tu non ci sei. Haiku bordo del fiume- oscillano al tramonto ciuffi di canne Haiku parte un addio- l'eco d'una preghiera dopo il tramonto Parole Mi piace scrivere i discorsi di chi me lo chiede, delle persone confuse che devono parlare alla gente nelle grandi occasioni, mi piace mettere sulle pagine i punti e le virgole al posto giusto e fare sentire importante chi sta ad ascoltare. Mi piace scrivere le frasi d'auguri per i compleanni di amici e parenti, riempire i biglietti di soddisfazioni e di futuri successi, parlare di armonia, di salute e speranze di sogni e progetti, di sorrisi e carezze da ricevere e dare, e mi piace ogni tanto tenere per me qualcuna di quelle parole. Haiku vento d'autunno- un volteggio diverso per ogni foglia l'autunno avanza- un vortice di foglie copre le spalle soffi d'autunno- il volo di una foglia verso l'ignoto Haiku novembre avanza- uno zaino di foglie copre le spalle metà novembre- i petali sbiaditi dei crisantemi forse novembre- le stesse mani fredde dell'anno scorso
Quel che resta del tempo E di pomeriggio andare nel solito bar a trovare gli amici, parlare del bene e del male nel mondo di oggi, di quello che accade, ciascuno che dice qualcosa sui preti sui figli, sui santi sul tempo che resta e gli altri a sentire i discorsi di ognuno, sorridere senza rumore poi dare con voce pacata la propria impressione, un'altra versione dei fatti, di voci ascoltate all'ora di pranzo nel telegiornale, mescolare le carte e farle tagliare, assaggiare un crostino e bere a piccoli sorsi un vino leggero, tornare sul far della sera alla propria dimora, lo sguardo rivolto alla gente che passa e la mente ai compagni, a casa placare la fame con quel ch'è rimasto, aspettare che il sonno ritorni puntuale e intanto segnare su un foglio di carta le cose da fare domani, le cose da dire. Haiku vecchio barbone- l'alito della fame sulla panchina Haiku un'altalena- s'avvicina un sorriso poi s'allontana Haiku vento d'autunno- tutte le cose perse in una foglia l'autunno avanza- un rumore di passi sopra le foglie Aquiloni Un tempo hai messo una piuma tra i capelli il tatuaggio di un'ala alla caviglia, hai corso all'alba in groppa ad un cavallo, dormito in spiaggia accanto a una conchiglia hai ascoltato il canto delle onde tra i sogni gonfiati di una vela, hai fatto viaggi insieme a un deltaplano, pregato con le mani aperte al cielo più volte hai fatto discese in bicicletta disegni di farfalle sulla carta, hai accarezzato i petali e le foglie guidato con un bacio sulle spalle nell'ora dei rintocchi delle valli hai camminato in cima alle colline hai accompagnato un filo d'aquilone con gli occhi sorridenti di bambino forse volevi solo provare il volo, forse volevi un giorno essere vento. È già domani Quando tutti gli amici saranno andati via in cerca del nuovo, noi resteremo qui nella nostra vecchia casa sfoglieremo pagine di vita, ascolteremo la musica dei primi passi insieme leggeremo ai tramonti le poesie d'amore, racconteremo alla sera le fiabe scritte da noi e nelle notti più calde una corsa sul monte per vedere dall'alto quando è grande il mare per guardare nel buio il volto delle stelle sentire da vicino il canto della luna. Attesa Quando sento la parola "attesa" penso subito a un appuntamento ad un incontro, al sorriso di un amico che viene da lontano penso a una giovane che ha in mente di partire a un vecchio cane che aspetta il suo padrone, a un marinaio che scrive alla sua sposa al contadino che torna verso casa, penso al giardino prima che nasca il fiore a un treno lento che tarda ad arrivare penso a una vela che sogna la sua barca penso a una barca che sogna la sua vela. Haiku fermenta il mosto- il canto dell'autunno nelle cantine Dubbi Forse è un ricordo questa carezza che scuote all'improvviso il mio torpore o forse è solo un sogno, un sogno vero, di quelli che scompaiono al mattino. Forse è una voce questo fruscio che vola nella mente e scuote il buio o forse è solo un soffio, un soffio lento, di quelli che preparano il silenzio. Forse è un miraggio questo tramonto rosso che stringe in un abbraccio mare e cielo o forse è solo vino, un vino buono, di quelli che ci affidano al destino. Riparo Lungo il cammino di quest'autunno una foglia arancione accanto ai miei passi e a lei vicina una foglia gialla e un'altra ancora, così mi chiedo che cosa io ci faccio in mezzo a loro, so forse com'è fatto un tremolio sull'erba? riesco a rotolarmi ai bordi d'un sentiero col vento della sera o del mattino? so ritornare ad ogni primavera a raccontare tutte le stagioni? mi fermo mai a guardare un cielo senza stelle e dormo sopra un prato per poi svegliarmi all'alba tra gocce di rugiada? l'unica cosa che mi sembra uguale è quell'andare avanti senza meta è quel cercare dentro un grande mucchio la stretta di un riparo e di un abbraccio, trovare una difesa al freddo ed alla pioggia con il calore di una vicinanza. Haiku sentiero all'alba- accanto ad una foglia un'altra foglia scuola materna- sulle vecchie altalene nuovi sorrisi Un altro autunno E sei tornato puntuale come sempre coi tuoi sussurri e le tue malinconie, coi girotondi dei bimbi negli asili e i nuvoloni che nascondono i cieli. Porti con te la solita valigia fatta di piogge di vento e arcobaleni di foglie gialle di frutti maturi e rami nudi in cerca di riparo. Hai messo via le impronte dell'estate, il canto delle onde all'imbrunire, le stelle che parlavano dei sogni, le lune piene degli innamorati, tutti gli amori brevi già finiti. Porti con te un tempo di preghiera di solitudine e freddo nelle mani, il tempo dei tramonti lenti e muti che abbracciano i ricordi un po' sbiaditi. Haiku acini tondi- i grappoli maturi dentro le vigne un vecchio amico- a cena lo splendore d'una risata dalla finestra all'alba fugge un sogno- forse ritorna Haiku amori estivi- frammenti di conchiglie lungo la spiaggia un aquilone- così vicino il cielo così lontano prove d'autunno- una pioggia battente tutta la notte Per esempio e se una sera per esempio vengo a prenderti all'uscita del bar dove lavori e camminiamo insieme fino a metà del viale e poi ci sediamo su quella panchina dove ogni notte s'accende un lampione che riempie di luce il marciapiede alle donne stanche e agli uomini soli e se poi ti chiedo come stai adesso che non c'è lui e tu mi chiedi come sto io adesso che non c'è lei e sullo smartphone leggiamo l'oroscopo di noi due dove l'Acquario va d'accordo con la Vergine ma tu sei invece Toro ascendente pesci che stanno negli abissi e se poi andiamo nel prato a raccogliere al buio le margherite e sfogliamo i petali per sapere se io ti amo e se tu mi ami e se poi io ti amo ma tu per esempio non mi ami allora ti accompagno a casa perché hai voglia di dormire e io comincio a odiare i fiori le rose i ciclamini i tulipani le margherite e le orchidee adesso che per esempio tu te ne vai È tutto pronto Ho messo in valigia la maglietta di lana, le pantofole di stoffa le mutande e un pantalone, le lamette, il dopobarba il pigiama con i fiori la cravatta delle feste le pastiglie per dormire, una foto del giardino dove cresce il melograno una biro nella tasca e il biglietto per il treno, l'indirizzo del computer col disegno della luna e gli occhiali quelli buoni per guardare arcobaleni. E' tutto pronto! Ho chiamato mia cognata per tenere un poco il cane, la signora qui di fronte per bagnare piante e fiori, l'estetista di mia moglie per pulire viso e mani il barbiere di fiducia per tagliarmi barba e peli, che mi vende sempre il pane ho avvisato la ragazza che mi vende sempre il pane il signore dell'edicola dove compro il mio giornale la cassiera della banca dove arriva la pensione, la mia amica poetessa che mi sta insegnando a bere. Ho baciato mia nipote che ha il giudizio nel molare mio fratello Natalino che va spesso dal dottore la badante di mio zio che gli vuole tanto bene e il mio amico contadino che sa prima quando piove. Al postino l'ho già detto che sto via per qualche giorno, solo il cuore sa già tutto, se io resto o se ritorno. Un segno di croce Nell'antica chiesa del nostro rione ogni giorno di festa c'è la parola di Dio con la tunica bianca sono chierichetto di turno muovo verso il prete lo sguardo nel servire la messa uno dopo l'altro peccatori pentiti ricevono l'ostia che pulisce i peccati e alla fine del rito dopo il segno di croce do la mano a mio padre verso il pranzo di casa ora sento più forte l'odore d'incenso che mi profuma l'infanzia e io l'adagio sul cuore. Un unico canto Furono tutti invitati nella casa del padrone arrivarono per primi i bambini poveri (femmine e maschi) con il libro delle fiabe e le bambole di pezza poi giunsero i giovani coi pantaloni corti, i capelli tutti neri e i tatuaggi a colori fu poi la volta degli anziani ricchi che giunsero puntuali con gli orologi d'oro, le cravatte disegnate e le scarpe ben pulite e per ultimo i vecchi con l'artrosi alle ginocchia, le rughe sulla faccia la cataratta già matura e l'udito quanto basta poi entrarono tutti dalla stessa porta per cantare e ballare nel giorno della festa. Calendario Segno sul calendario gli appuntamenti, le serate di festa e di poesia, le date delle sagre all'aria aperta dove la gente balla senza sosta, i luoghi dei disegni degli artisti che poggiano i colori sulle piazze col gesso che ricorda il mio passato quando scrivevo in bianco l'alfabeto poi cerchio con un rosso di matita la data dell'arrivo di un amico e addobbo la sua stanza con la frutta e il libro dove parlo un po' di noi nei giorni senza impegni e senza incontri, col calendario in mano e senza fretta di notte resto un poco con i santi, con quelli uniti dallo stesso giorno, io chiedo dove vanno le preghiere,, mi dicono che poi si fanno stelle. È tutto pronto! Ho messo in valigia la maglietta di lana, le pantofole di stoffa i calzini e i pantaloni, le lamette, il dopobarba la cravatta per la sera una biro nella tasca la patente ancora buona, l'indirizzo del computer col disegno della luna e gli occhiali quelli buoni per guardare arcobaleni. È tutto pronto! Ho chiamato mia cognata per tenere un poco il cane, la signora dirimpetto per bagnare piante e fiori, ho avvisato la ragazza che mi vende sempre il pane, il signore dell'edicola dove compro i miei giornali, al postino l'ho già detto che sto via per qualche giorno, solo il cuore sa già tutto, se io resto o se ritorno.
Haiku tic tac nel buio- la pendola del tempo scandisce i sogni che strana estate- la fine d'una fiaba a metà libro Collaborazione ? Qualcuno dovrebbe pulire le sponde del fiume, raccogliere tutte le foglie finite nei fossi, alzare di peso gli arbusti che graffiano i sassi, lanciare una briciola fresca alla fame dei pesci potrei farlo io, fratello potrei collaborare qualcuno dovrebbe lavare le macchie di odio che imbrattano i muri, spostare le feci indurite lasciate per strada dai gatti e dai cani, mandare più volte il saluto a chi gira lo sguardo dove non c'è nessuno, raccogliere mele e patate con mano veloce potrei farlo io, fratello potrei collaborare qualcuno dovrebbe asciugare le lacrime che si svegliano all'alba senza fare rumore, sorridere in fila davanti alla chiesa quando danno la pasta per nutrire l'attesa, mangiare di sera nel buio solo quello che resta, dormire per terra dentro un sacco di carta quando chiude la piazza potrei farlo io, fratello potrei collaborare.
Haiku calura estiva- le ombre del silenzio sulla panchina mare d'estate- un incontro per caso lungo la spiaggia Confini Si potrebbe spostare il confine dell'umanità, portarlo più vicino alla riva del mare, soccorrere meglio chi vuole partire in cerca di un nido, di un mondo migliore si potrebbe portare la speranza vicino alle barche, fare salire i sogni dei bambini su navi sicure, il ventre delle donne incinte e gli uomini neri si potrebbero fare lezioni d'amore ai governanti dei paesi vicini, spiegare che un giorno un Demone o un Dio li dovrà giudicare, spiegare che il mare è la casa dei pesci, che la terra è la stanza dell'uomo, e che il cielo è di tutti. Voleranno ancora gli aquiloni Quando il tempo del mio respirare starà per finire e qualcuno mi chiamerà a guardare da vicino i contorni del cielo io so che sbocceranno sempre le rose rosse nel nostro giardino, i merli torneranno già di primo mattino a zampettare nel prato e a primavera il vecchio ciliegio darà i suoi nuovi frutti alla stagione del sole. Quando il tempo del mio respirare starà per finire le montagne continueranno a vestire di bianco l'inverno che viene, si vedranno arcobaleni dopo i temporali, canteranno gli usignoli e voleranno ancora gli aquiloni, sorgerà di nuovo l'alba quando la luna e le stelle vanno a dormire e prima di sera tutti i tramonti del mondo andranno a riposare in fondo al mare. Scaffali C'è uno spazio vuoto una larga fessura tra i due banconi della seconda fila, da lì posso vedere sporgendo un po' la testa la cassa numero tre, c'è seduta una ragazza. Lei muove le dita come una brava artista sembra che stia suonando il pianoforte o un'arpa, ha la parola gentile il sorriso è luminoso, per tutti ha una risposta e un gesto amico. Da quell'angolo stretto io mi fermo a guardare, lei non può vedermi sono il ladro di un attimo poi prendo a caso dallo scaffale più vicino una schiuma da barba, un dentifricio, un profumo e per rubare la sua voce quando pago io rallento, lei sul petto ha un cartellino con la foto e il nome accanto. La vecchia casa Ci vorrebbe-io credo la luna sempre piena, il cielo più vicino da toccare con mano, all'alba un sole grande come quello che ride nei disegni dei bambini ci vorrebbe-io credo un giardino pieno di fiori con margherite bianche e rose rosse, nel prato il merlo e l'usignolo sul ramo già di primo mattino ci vorrebbe-io credo un'altra gita al mare, le vele gonfie di vento, sulla sabbia le conchiglie coi colori dell'arcobaleno e l'onda che s'adagia quando poi si fa sera ci vorrebbe-io credo un lungo viaggio in treno in cerca dei ricordi che sono rimasti, e poi vedere nella città deserta la vecchia casa. E parlavamo E parlavamo del Nord, delle loro scuole dove alle "superiori" avevano già le classi miste, e noi figli del Sud che aspettavamo al sole di fronte ai cancelli l'uscita delle femmine e parlavamo del mare, del mare degli altri, di Milano Marittima di Rimini e Riccione, di quelle spiagge mitiche ripiene di turiste, di ragazze olandesi svedesi e tedesche e parlavamo delle Eolie, di Stromboli e Vulcano Lipari e Panarea, riempite in agosto da bionde milanesi che l'ultimo giorno, piegati in un foglietto, ci lasciavano sempre il nome e l'indirizzo, il nome quello vero e l'indirizzo falso. Nuovi confini Qualcuno dovrebbe pulire le sponde del fiume, smacchiare le gocce di sangue (le vecchie e le nuove) che scorrono ancora, spostare con cura gli arbusti che graffiano i sassi, lanciare una briciola fresca alla fame dei pesci potrei collaborare, fratello potrei farlo io qualcuno dovrebbe lavare le macchie di odio riscritte sui muri, raccattare le feci indurite lasciate per strada dai gatti e dai cani, mandare un saluto a chi gira lo sguardo dove non c'è nessuno, raccogliere gli acini d'uva per venti euro di meno potrei collaborare, fratello potrei farlo io qualcuno dovrebbe asciugare le lacrime quando cadono sole, mangiare di sera nel buio solo quello che resta, dormire per terra d'inverno quando chiude la piazza e sorridere in fila davanti alla chiesa quando danno la pasta per nutrire l'attesa. potrei collaborare, fratello potrei farlo io. Haiku nave lontana- di sera un pasto freddo nutre l'attesa Haiku la sedia vuota- il fischio di un treno prima di sera Haiku succede sempre quando guardo la luna- succede sempre Haiku dieci di sera- ritorna in un messaggio la sua voce senza rumore all'alba fugge un sogno- lo lascio andare
Haiku la mano tesa - in un vecchio giardino le nuove mele sole al tramonto- in un binario morto un treno lento Haiku costumi a fiori- il profumo del mare nelle vetrine sabbia e castelli- nel secchiello del bimbo l'onda del mare Haiku un nuovo giorno- si svegliano i rumori ed i silenzi nuove nuvole- un volo di aquilone colora il vento Haiku rosa appassita- la fine di un racconto letto per caso s'è fatta sera- i passi consumati dentro le scarpe Haiku l'ora del vespro- rintocchi di campane sulla collina casa dei nonni- un giardino fiorito pieno di sole Viva il lupo Non ho mai messo una rosa tra i capelli il tatuaggio di un cuore alla caviglia, non ho mai corso in sella ad un cavallo dormito fino all'alba sulla spiaggia non ho mai chiesto del vino a mezzanotte raccolto dagli arbusti more e bacche, non ho volato insieme a un deltaplano pregato con le mani aperte al cielo non ho mai fatto cadute in bicicletta disegni di farfalle sulla carta, non ho riletto i libri delle fiabe guidato con un bacio sulle spalle forse mi sono perso tante cose ma ho sempre detto grazie e Viva il lupo. Haiku dopo il tramonto l'eco d'una preghiera- parte un addio strada in salita- si piega all'improvviso l'ombra del vecchio Haiku sole al tramonto- sui fiori di ciliegio l'ultimo raggio collina in fiore- nuvola vagabonda sul campanile. Dei miei passi amo la frenesia di quando vanno veloci al mattino a incontrare un sentiero, quel rallentare quando sentono addosso il profumo di un ramo, l'attesa di un soffio di vento quando è stanco il respiro, lo stupore di quando vedono un fiore coi colori del cielo dei miei passi amo l'ebbrezza di quando sfiorano i sassi di in un luogo già visto, la nostalgia di quando trovano tracce d'un tempo vissuto, la paura di quando cercano al buio un desiderio sbagliato dei miei passi amo il loro riposo quando tornano a casa, quel restare un po' stanchi in poltrona a raccontare di noi. Haiku notte di pioggia- in una pozzanghera spicchio di luna dormono i fiori- la primavera tarda anche sui rami Haiku retino in mano- una bimba nel prato cerca farfalle otto di aprile- le carezza del sole sulla collina Haiku nell'aria l'eco di una vecchia canzone- fiori di pesco cessati i tuoni- una bambina attende l'arcobaleno vecchia maestra- tra i respiri dei bimbi un fiato corto Come i vestiti Che bello sarebbe sparire per un po' (come i vestiti) dimenticare il nome l'età, il mestiere andare nei campi a disegnare il grano, coltivare i girasoli anche d'inverno e all'imbrunire traghettare il fiume a cavallo d'un tronco, poi dormire all'aperto sotto un cielo di stelle e di primo mattino con la chitarra in mano inventare la canzone che prima non c'era. Che bello sarebbe sparire all'improvviso per qualche tempo e un giorno tornare dove c'era la casa, vedere le stanze col tetto rifatto, le pareti dipinte coi colori dei fiori, il quadro dei nonni di nuovo al suo posto, i ricordi intatti dentro un cassetto con la foto del mare di quand'ero bambino. Che bello sarebbe sparire all'improvviso per qualche tempo, i capelli lunghi fino alle spalle, sulla pelle abbronzata un profumo di zolle, dietro l'orecchio un tatuaggio farfalla che m'insegni a volare e alla fine del viaggio bussare due volte dove c'era l'attesa, trovare il giardino abitato dai gatti, sulle crepe dei muri l'odore del muschio, un vecchio cancello che cigola stanco mentre gioca col vento, poi sentire nell'aria un ruscello che nasce e che piange da solo per una stella che muore. Haiku l'ultima neve- libellule e farfalle lungo il ruscello Dreamers Gli uomini che sognano (i cosiddetti sognatori) si riconoscono subito già da lontano, hanno carezze negli sguardi i sorrisi di un bambino e l'odore della pelle che profumo di buono. Gli uomini che sognano quando vanno in collina camminano piano ai lati delle nuvole e poi si fermano accanto a un ruscello ad ascoltare il vento, il tremolio delle foglie, i respiri del silenzio. Gli uomini che sognano non hanno giorni banali, quando sono in viaggio si siedono sempre dalla parte del finestrino e prima di dormire bussano sempre dove abita un cuore alcuni sono filosofi altri messaggeri d'amore, somigliano tutti a quel vecchio pittore che al tramonto dipinge i colori del cielo. La mia primavera Sembra una festa questo giorno di marzo che incrocia all'improvviso il mio cammino, il vento si è placato, c'è un cinguettio leggero che soffia piano piano sul mattino, un fremito m'avvolge tutto intero, mi sento addosso il battito di un suono. S'illumina di sole il mio pensiero, il corpo è forte come un vecchio ramo, tornano nei miei occhi tutti i colori nell'ombra si rifugia il grigio e il nero, mi giro per guardare se sono solo, vedo vicino a me la primavera, le vado incontro e le tendo la mano con il sorriso pieno di sereno. Ora sono lontane le nebbie di febbraio nelle lagune, le nuvole a dozzine appiccicate ai monti e alle colline, la pioggia dell'inverno che andava con il fiume verso il mare, vestita di pozzanghera marrone. Banalità dirai Ho visto una ragazza che medicava un cane con la zampa ferita mentre la gente per strada correva- correva in questi giorni d'autunno nel giardino di casa quando si leva il vento le foglie rotolano senza una meta come ogni giorno all'ora del tramonto dalla lontana collina arrivano in pianura rintocchi di campana banalità dirai e all'improvviso a metà della notte a pagina quaranta un vecchio segnalibro col disegno del cuore tutte le mattine di questo freddo inverno fuori dalla finestra c'è sempre una ciotola con briciole di pane anche quest'anno ai primi di novembre una mano sconosciuta ha lasciato il crisantemo su una tomba abbandonata banalità dirai banalità. Haiku fiori di marzo- sui rami di ciliegio gorgheggia un canto Una vecchia valigia di cartone Arrivavano all'alba sul primo binario dove fermano i treni partiti da lontano, non erano turisti o uomini d'affari neanche pendolari dopo i turni di lavoro, erano persone semplici chiamate a lavorare da una fabbrica nuova, da un concorso statale. Li riconoscevo subito dagli occhi troppo stanchi, dai borsoni di cuoio, dalle grandi valigie. E dietro ai loro viaggi come in ogni migrazione tante storie di vita mescolate a emozioni, con la scelta difficile di lasciare gli affetti per rincorrere il sogno di un futuro migliore, di una vita serena un onesto lavoro tra gente ospitale, per soffrire di meno. Haiku mimosa in fiore- nei giardini di marzo un giallo acceso l'inverno invecchia- gemme di primavera gonfiano i rami Haiku trave di legno- di notte un vecchio tarlo scrive racconti La mia alba L'orologio della notte scandiva il tempo dei miei silenzi vedevo solo nuvole grigie, aquiloni spezzati dal vento, cieli senza fiori ascoltavo la mia solitudine ho aspettato il mattino e alla luce dell'alba ho inseguito le orme dei miei sorrisi smarriti. I racconti del mare Mi siedo più vicino che posso a questa finestra per toccare con mano l'odore salmastro che viene da fuori, per vedere una nave lontana che prima non c'era e un gabbiano con l'ala guarita che torna a volare. Mi siedo più vicino che posso a questa finestra per sentire il frinir di cicale nella vecchia pineta, gli schiamazzi dei bimbi che inventano sogni nei castelli di sabbia e la grande conchiglia dove ascolto al tramonto i racconti del mare. Mi siedo più vicino che posso a questa finestra per guardare un cielo di stelle quando accende la notte, la luna che ride agli amanti che hanno il naso all'insù, e un barattolo vuoto lasciato per strada che rotola rotola rotola senza una meta. Invenzione Ho raccolto le parole scartate dai poeti, pallottole di carta finite nel cestino ho unito tra loro le sillabe sciupate per fare un vestito alla mia poesia dai piccoli ritagli sono nati versi, strofe complete di schegge cucite così a Carnevale, con il foglietto in mano, leggerò ai passanti le parole buttate. Upset down, sottosopra insomma, come avere la testa al posto dei piedi e viceversa, come un bimbo nel grembo che sta per vedere la luce del giorno, come nuvole bianche quando guardano solo dalla parte del cielo, come un bianco salmone che risale a fatica per deporre le uova alla foce del fiume, come l'ultima lettera lasciata a rovescio nel primo cassetto, sottosopra insomma, come un triste pensiero quando poi si fa sera, come un vecchio pittore che cerca il percorso e mette su tela un mondo diverso. Haiku ginestra in fiore- è sempre più vicina la primavera Haiku nuvole all'alba- l'odore della pioggia nel caffelatte Un segno di croce Nell'antica chiesa del nostro rione ogni giorno di festa c'è la parola di Dio con la tunica bianca sono chierichetto di turno muovo verso il prete lo sguardo nel servire la messa uno dopo l'altro peccatori pentiti ricevono l'ostia che pulisce i peccati e alla fine del rito dopo il segno di croce do la mano a mio padre verso il pranzo di casa ora sento più forte l'odore d'incenso che mi profuma l'infanzia e io l'adagio sul cuore. Pensieri Quando sento la parola attesa penso ad un appuntamento, ad un incontro, al sorriso di un amico che viene da lontano a un vecchio cane che aspetta il suo padrone ad un ragazzo che sogna di partire, penso a una mamma seduta sul divano che attende il figlio prima di dormire, ad un soldato che pensa alla sua sposa al contadino che torna verso casa, penso a una fila per comprare il pane, penso a una rosa che chiede di sbocciare. Haiku non odo ancora il canto del cuculo- rigido inverno fiocchi di neve- sono ancora più bianchi i miei capelli
Oltre il buio Avevano chiuso la strada delle poesie c'era gente armata non si poteva passare ho costruito perciò aeroplanini di carta e ho riempito le ali di consonanti e vocali un vento amico le ha fatto volare al di là delle sbarre oltre le giacche nere sono atterrate così come fossero semi dai germogli alberi dai rami parole cielo mare fiore luna stella cuore madre figlio sole mano pace amore. Tracce Ti racconterò di quand'ero bambino, di quando a Carnevale con la stella sul petto mi vestivo da sceriffo e i miei compagni con le pistole ad acqua facevano i cowboy. Ti parlerò di quand'ero ragazzo, di tutti i calci dati ad un pallone e del profumo dell'erba che colorava di verde le mattine di festa. Ti racconterò dei viaggi intorno al mondo, dei fusi orari negli aeroporti pieni e delle nuvole che passavano accanto sfiorandomi le mani. Ti parlerò del mio camice bianco, dei lunghi corridoi che tossivano di notte e di quel cielo che m'aspettava all'alba sempre vestito d'azzurro. Ti racconterò di cosa ho fatto oggi e dei progetti che ho per il domani, ma dimmi un po' ti sto forse annoiando o hai la mente altrove? Haiku la gazza ladra- nel giardino di casa cachi maturi strade d'autunno- le zampe inumidite del mio cane notte di vento- rotolano le foglie senza una meta Giorni Ci sono giorni dove i pensieri corrono più lenti, come un'estate calda senza vento un battito di ali troppo stanco il treno d'un binario stretto e lungo, un ramo nudo senza fiori e canto. Ci sono notti dove di colpo affonda un orizzonte, come candela accesa che si spegne una campana rotta che non suona un cielo senza stelle e senza luna, un sogno che s'inceppa e non cammina. Giorni che già conosco e notti amiche, dove ogni tanto vado a chiacchierare. Impronte Quelle voci e gli odori sulla strada di casa con i libri di scuola poi la fionda coi sassi che lanciavo lontano come fanno i monelli. Sigarette con filtro per sembrare più grande nelle sere d'estate, il biglietto del bus per la corsa notturna del numero sei. Fichi d'india ad agosto con le spine in agguato per bucare le dita, a metà di settembre piedi nudi sull'uva a pigiare i colori. Caldarroste a dicembre per scaldare le mani all'uscita del film, la zampogna soffiata che suonava alle case e portava il Natale i viaggi di studio sulla nave traghetto con il vento negli occhi, quell'abbraccio di gioia con mio padre e mia madre dopo l'ultimo esame. Mi accompagna il tempo Ho sempre seguito il tempo della vita le sue chiare impronte il suo passo deciso, sono stato con lui nelle diverse stagioni con il sole del mattino dentro il buio dei temporali, mi è stato vicino nelle aule della scuola sui sentieri dell'amore nei tramonti della sera stiamo sempre insieme tutti i minuti dei giorni, tutti i mesi degli anni nelle notti degli inverni, lui è sempre con me un amico leale non mente mai non mi ruba le ore, modella il mio corpo tenendo conto dell'età non mi lascia mai solo con le mie fragilità ma ora giorno dopo giorno sto perdendo le sue tracce non riesco ad inseguire, lui continua a camminare.
Haiku all'alba il vento- una vecchia altalena dondola sola
Haiku la prima neve- nel giardino di casa l'ultima rosa Momenti Ci sono momenti che vorremo fermare allungarli ancora un poco non farli mai finire, quegli attimi fuggenti che non danno vantaggi ma sono come frecce che vanno dritte al cuore un'allieva che suona le note d'un violino, il gioco di colori sulle vetrate del duomo, il nuovo arcobaleno che segue il temporale, un grande prato verde sotto i fiocchi di neve. Momenti ed emozioni soffi di primavera, da fermare nel tempo farli durare ancora come i giochi d'artificio quando accendono il cielo, il sole tra le tende che accarezza una mano, la pioggia sopra i tetti quando dormiamo soli, un sogno che ritorna e resta anche domani. Haiku metà novembre- le immagini del mare abbandonate conchiglia muta- riposa anche stanotte l'onda del mare casa in collina- il buio della notte cancella il mare Haiku le foglie gialle- sotto le scarpe nuove un crepitio nell'aria l'eco di una vecchia canzone- cade una foglia vento d'autunno- rotolano le foglie senza una meta
Haiku scivola il vecchio- la voce del dolore sui gradini il vecchio ha freddo- ci vorrebbe un'estate o una carezza si ammala il vecchio- le pillole del cuore sul comodino Come foglia d'autunno Ha il colore giallo dell'autunno che invecchia questa foglia appassita seduta sopra un sasso sul ciglio della strada, lei aspetta il vento per essere farfalla almeno un poco ma il vento è fermo, rimasto intrappolato in un dirupo. E allora mi avvicino a chiacchierare insieme di lei e di me, di stagioni passate, di fiabe e di segreti, dell'ultima primavera piena di sole e poi dell'estate trascorsa anche quest'anno senza il mare. Mi accorgo a un tratto di una guancia bagnata forse è rugiada, le gocce nate all'alba, forse è la pioggia appena cominciata o l'allergia alle foglie, a quelle vecchie, che portano una lacrima negli occhi. Haiku primo novembre- prato di crisantemi tappezza il cielo primo novembre- i colori dei fiori sopra le tombe
Medaglie E poi venne l'alba proprio l'alba vera, quella dove nasce l'aurora e si svegliano i fiori, dove la luna va a riposare e i rami cantano per salutare i colori, l'alba che accende i profumi dei giardini, che veste d'azzurro il cielo e il mare e affida al vento l'eco del primo fischiettio dei contadini e poi venne l'alba, proprio l'alba vera, quella che manda a casa i turni del buio, che libera nell'aria i gas dei motori, che riempie di silenzi le sale d'attesa, che recita preghiere, l'alba dove i lampioni tolgono la luce ai marciapiedi e le lucciole della notte vanno a dormire.
Una stagione ancora Dammi un'altra stagione una stagione ancora, scegli per me, se puoi, la primavera coi profumi che riempiono i giardini ed i miei passi ai lati dei sentieri oppure dammi un inverno, conosco bene il freddo com'è fatto e mi difendo con questo mio cappotto che arriva fino ai piedi, comprato l'anno scorso in Austria, ai mercatini di Natale dammi un'altra stagione, un'estate, se vuoi ho già nel guardaroba il costume col disegno dei fiori, i sandali adatti per il mare con la misura giusta del gonfiore o dammi un altro autunno magari che somigli un poco a questo con l'uva che ribolle dentro i tini, i frutti che si gonfiano sui rami, i grossi nuvoloni e poi gli arcobaleni che portano colori ai miei pensieri. Haiku banchi di nebbia- nell'aria già il profumo dei crisantemi Haiku foglie d'autunno- sotto le scarpe nuove un crepitio Clessidra E adesso sono qui perché dovevo esserci, io volevo ascoltare di nuovo il profumo del mare, vedere quell'onda che s'alza ed abbraccia lo scoglio, il gabbiano che muove le ali di primo mattino, la nave che porta speranze verso un lido lontano io sono ancora qui perché dovevo esserci volevo toccare conchiglie come fossi un bambino, sentire soffiare sul viso la brezza d'autunno, riempire le tasche e le mani coi granelli del tempo e poi fare di un giorno più corto un giorno più lungo. Parabole I sorrisi dei vecchi hanno le rughe la barba corta e le guance bianche, hanno baffi grigi due denti rifatti e un profumo di buono sopra la faccia. I sorrisi dei vecchi sono un po' lenti, prima di cominciare aspettano quelli degli altri ma qualche volta sbagliano i tempi e continuano a ridere quando gli altri piangono. I sorrisi dei vecchi vanno a letto presto e si girano sempre dalla parte del muro, tengono le labbra chiuse e gli occhi stretti per non disturbare il russare degli altri. I sorrisi dei vecchi si alzano all'alba, per respirare meglio aprono subito le finestre e poi allungano la vista oltre gli sguardi per farsi accarezzare dal vento dei ricordi.
Haiku un cane abbaia- sulle colline all'alba la prima neve Haiku la gazza ladra- maturano sul ramo i primi cachi Haiku sera di pioggia- un sapore di nuvole nella minestra Haiku l'autunno avanza- un rumore di passi sopra le foglie Un giorno diverso Da tanti anni ormai vedo camminare nel marciapiede di fronte a casa mia uomini e donne di cui non conosco il nome. Mi piacerebbe, per una volta almeno, aprire la finestra di primo mattino e salutare tutti ad uno ad uno "buongiorno Mario, buona giornata signora Lucia" e poi ricevere in cambio la loro voce sarebbe come sentire sul viso il tepore di una carezza amica, l'arrivo improvviso di un soffio di vento nel mezzo dell'estate, come mangiare una fetta di pane dopo il digiuno, e mi piace pensare che quel gesto potrebbe essere l'attimo che solleva gli affanni al momento giusto, un augurio, un abbraccio l'inizio forse di un giorno diverso. Giorni Ci sono giorni dove i pensieri corrono più lenti, come un'estate calda senza vento un battito di ali troppo stanco il treno d'un binario stretto e lungo, un ramo nudo senza fiori e canto. Ci sono notti dove di colpo affonda un orizzonte, come candela accesa che si spegne una campana rotta che non suona un cielo senza stelle e senza luna, un sogno che s'inceppa e non cammina. Giorni che già conosco e notti amiche, dove ogni tanto vado a chiacchierare. Haiku fine settembre- accanto ai miei passi le foglie gialle Haiku nell'aria l'eco di una vecchia canzone- cade una foglia Haiku l'estate muore- le prime foglie gialle sui marciapiedi Un altro autunno E sei tornato puntuale come sempre coi tuoi sussurri e le tue malinconie, coi girotondi dei bimbi negli asili e i nuvoloni che nascondono i cieli. Porti con te il solito bagaglio fatto di piogge di vento e arcobaleni di foglie gialle, di frutti maturi e rami nudi che cercano riparo. Hai messo via le impronte dell'estate, il canto delle onde all'imbrunire, le stelle che parlavano dei sogni, le lune piene degli innamorati, tutti gli amori brevi già finiti. Porti con te un tempo di preghiera di solitudine e freddo nelle mani, un tempo di tramonti grigi e muti e di ricordi sempre più sbiaditi. Haiku Arcobaleni L'estate già prepara l'ultimo canto Haiku Apre l'asilo Sulle vecchie altalene nuovi sorrisi Ciao Continuavo a sentire un fremito, un brivido, qualcosa che ricorda quel continuo tremolio di quando abbiamo una febbre leggera che continua a salire, quella sensazione di cerchio alla testa che non trova risposta, quell'inquietudine che ci accompagna quando un nostro figlio tarda a rincasare. Nulla di tutto ciò però mi turbava. Continuavo a camminare con il passo lento, come se qualcosa mi frenasse l'andatura, poi all'improvviso di fronte a me un'amica comune hai saputo mi chiede no-chi-lui? sì, se n'è andato. Allora ho capito da dove veniva quel malessere strano, in un solo momento ha potuto imparare quant'è il peso del corpo quando cade una lacrima. Haiku nel prato all'alba una tortora tuba- beccheggia un merlo Haiku sera d'estate- rotola una lattina mossa dal vento Vetrine Sgabelli seggioloni un tavolino tondo un grande portacenere con mozziconi dentro una birra in mano di marca straniera aria sul marciapiede fuori dal solito bar, impiegati in sosta per la pausa pranzo operai senza lavoro in cassa integrazione, filosofi di strada con la stessa ideologia uomini e donne senza un loro amore. E' una vetrina all'aperto senza merce e scaffali senza vetri chiaroscuri ma con manichini veri una vetrina per vedere per essere guardati dove si compra e si vende senza nessuna garanzia, e mentre gli altri corrono qui stanno tutti fermi vanno solo i pensieri ma forse neanche quelli e io ancora non so da che parte devo stare se continuare a correre o fermarmi e restare. Haiku caldo d'agosto- i grappoli gonfiati lungo le vigne Haiku alba ventosa- un profumo di rose e il caffè latte Echi lontani Nelle sere più scure con le stelle già spente io cerco nel buio la luce della luna, poi apro in silenzio quel cassetto chiuso dove tengo nascosto l'album dei ricordi immagini già viste che riprendo a guardare per rubare alla notte un istante di gioia, per vedere un sorriso uno sguardo felice che riporti alla mente una vecchia emozione, c'è una stretta di mano un bambino che ride una festa all'aperto la carezza del sole desideri e certezze fantasie e storie vere sensazioni che porto nelle tasche dell'anima, e a metà della notte con le palpebre stanche guardo l'ultima foto con il letto vicino, poi richiudo il cassetto ed appoggio la chiave nella stessa conchiglia dove io ascolto il mare. Interrogativi Che ne sarà dei contadini quando finirà la pioggia e il fuoco brucerà i monti e le colline? Che ne sarà dei bambini quando tutte le guerre si faranno coi gas letali e non ci saranno più i nonni e i genitori? Che ne sarà delle lucciole, quelle che accendono di notte i marciapiedi, quando cambieranno le leggi e nei bordelli torneranno come un tempo le puttane? Che ne sarà dei preti e delle suore quando il notaio firmerà che non esiste Dio, ch'è una pura invenzione creata per fare gli uomini più buoni?
Haiku mare al tramonto- i sandali bagnati sulla battigia Lo stesso colore Della vecchia quercia è rimasto solo il ceppo sul grande prato di fronte casa mia un ceppo senza rami senza ghiande né foglie solo cerchi di anelli che scrivono i suoi anni sembra già morto invece è sempre vivo si gonfia se fa caldo si stringe se c'è il gelo una corteccia grigia lo copre quasi tutto lui ha lo stesso colore di questo mio cappotto suoi amici stretti sono due funghi saprofiti che gli stanno vicini per fargli compagnia. Haiku vento di bora all'alba scuote il ramo- oscilla un canto Una rosa Tratteggio su riga un'alba che nasce il sorriso d'un bimbo una stella che cade riempio le strofe coi sospiri del vento una farfalla in volo l'aquilone che va su musica e suoni talora m'inceppo non trovo parole nascosta è la rima poi quando m'inoltro sui sentieri del cuore io muovo il mio verso e ti mando una rosa. I colori del mattino e all'alba mi stropiccio gli occhi al canto del gallo vedo bianco nelle nuvole grigie ho voglia di andare camminare nel verde chinare la testa e sorridere al fiore dal vento di bora mi lascio soffiare poi spazzo i pensieri dalla mente e dal corpo ascolto d'intorno il frinir di cicale le campane del duomo che suonano l'ora Haiku Cena d'estate Tra gli ospiti invitati la luna piena Le mie mani Hanno toccato sponde le mie mani, di fiumi e laghi oceani e rivoli stagni e ruscelli hanno dipinto strofe di poeti e cantori, sorrisi e sguardi suoni e silenzi hanno sfiorano il vento le mie mani, colline e praterie, campi di girasoli petali e foglie, voli di pettirossi e di farfalle hanno dato carezze le mie mani, altre sono rimaste tra le dita. Haiku spiaggia d'estate- nel secchiello del bimbo l'onda del mare La conta degli abbracci Basterebbe forse una giornata al mare, un volo di gabbiani, l'arcobaleno sul davanzale e all'ora del tramonto ancora un po' di sole, una vecchia canzone. Basterebbe forse un campo di girasoli, un passero sul ramo che poi si leva in volo, il cielo quando è sera, un suono di campane lassù nella collina. Basterebbe forse un inverno senza gelo una lontananza più vicina, e poi fare di notte la conta degli abbracci per scoprire al mattino che ne manca ancora uno. E parlavamo E parlavamo del Nord, delle loro scuole, dove alle "superiori" avevano già le classi miste, e noi figli del Sud ad attendere al sole l'uscita delle femmine, di fronte ai cancelli e parlavamo del mare, del mare degli altri, di Milano Marittima di Rimini e Riccione, di quelle spiagge mitiche ripiene di turiste, di ragazze svedesi olandesi e tedesche e parlavamo delle Eolie, di Stromboli e Vulcano Lipari e Panarea riempite in agosto da bionde milanesi che l'ultimo giorno piegati in un foglietto ci lasciavano sempre il nome e l'indirizzo, il nome quello vero e l'indirizzo falso.
Porta con te Sono molto contento mio vecchio amico di poterti ospitare qualche giorno da me, mi dirai dei tuoi figli del lavoro che fanno se si sono sposati se hanno già dei bambini, di tua moglie Maria premurosa e gentile che mi offriva ogni volta i biscotti col miele porta con te una foto del mare dove andavamo d'estate a nuotare per ore, un'altra più grande del nostro lungomare che mi dicono essere sempre pieno di fiori e anche due panetti di pasta di mandorle, un mazzetto d'origano che qui non trovo mai, qualche caramella alla menta e carruba che prendevo d'inverno per guarire la gola, che mia madre comprava nella vecchia bottega proprio dietro l'angolo dov'era la mia casa. Intoppi Com'è difficile a volte restare da soli in disparte, ignorare l'inganno di false promesse le lotte, i contrasti le dispute sciocche com'è difficile vivere a volte con gli altri e sé stessi, sorridere ai finti saluti e ai vuoti discorsi, sentire nell'aria il rumore di una voce che tace, vedere davanti allo specchio paure nascoste com'è difficile a volte scoprire su gocce di pioggia l'odore dei sassi, trovare uno spicchio di cielo tra nuvole sparse, d'inverno aspettare il colore di un fiore che nasce. Haiku l'estate avanza- la primavera intona l'ultimo canto
La mia alba L'orologio della notte scandiva il tempo dei miei silenzi vedevo solo nuvole grigie aquiloni spezzati dal vento cieli senza fiori ascoltavo la mia solitudine ho aspettato il mattino e alla luce dell'alba ho inseguito le orme dei miei sorrisi smarriti. Il mio vento Liberava al cielo l'aquilone colorato carico dei sogni che avevo da bambino, giocava sul mio prato a fare le capriole, asciugava le lacrime dei miei giorni neri, cacciava via i pensieri delle notti più tristi allontanava le nuvole delle mie debolezze mi è sempre stato amico il vento ora aiuta ogni passo del mio debole corpo nel tratto più ripido che porta verso casa poi muove alla mia sposa i suoi capelli biondi per mostrarmi tutta intera la bellezza dei suoi anni, si ferma assieme a noi per riposare un momento poi riprende la sua corsa vuol tornare ad esser vento. Quiete C'è un tempo in cui si sente più forte il desiderio di quiete, di stare un po' da parte, ascoltare quel silenzio che parla a bassa voce le storie ed i racconti che non svegliano ferite, una voglia di pace che aumenta con gli anni e diventa poco a poco il più forte dei bisogni, come accendere un fuoco se la notte è troppo fredda, come attendere l'estate anche quando un po' ritarda poi nei giorni della quiete quando l'animo è sereno ed il vento soffia piano, al tramonto o all'imbrunire quattro passi sotto il cielo per sfiorare con le dita un respiro di farfalla, per sentire dentro il parco un vociare di altalene, per guardare dai cancelli i sorrisi dei giardini e poi cogliere nell'aria i colori della vita per dipingere d'azzurro quel che resta della strada. Malinconie d'un poeta Io so che un giorno forse tra un mese, forse tra un anno finirò le parole che riempiono di scritti i miei pensieri, s'asciugherà d'un tratto quel mare dove nuotano i miei versi e i miei occhi leggeranno soltanto fogli bianchi un malessere strano avvolgerà il mio corpo, qualcosa che non so come chiamare, mi sembrerà di essere un ramo senza fiori, una stella senza cielo petalo senza un giardino e allora tra i silenzi aspetterò che arrivi un'altra primavera poi andrò in campagna con il foglietto in mano in cerca di nuovi cinguettii, del fruscio di un ruscello mentre accarezza i sassi, dei piccoli germogli che crescono nei solchi fra le zolle chiederò alle foglie come respira il vento disegnerò le ombre che muoiono al tramonto e poi tornato a casa toglierò dalle tasche tutte le nuove parole rubate alla natura io so che un giorno forse tra un mese, forse tra un anno. Haiku dal ramo un canto- all'alba un usignolo sveglia i silenzi Haiku notte di pioggia- sempre più grosso il fiume più grande il mare
Lancette C'è un tempo in cui si sente più forte il desiderio di quiete, di stare un po' da parte, ascoltare quel silenzio che parla a bassa voce, le storie ed i racconti che non svegliano ferite quella voglia di pace che aumenta con gli anni e diventa poco a poco il più forte dei bisogni, come accendere un fuoco se la notte è troppo fredda, attendere l'estate anche quando poi ritarda circondarsi dei ricordi che vogliamo trattenere, di uno sguardo e dei sorrisi che impariamo più ad amare, poi ogni tanto quando è sera quattro passi sotto il cielo per raccogliere nell'aria i colori della strada e dipingere d'azzurro quel che resta della vita. Voli arditi Ho affidato alla mente consonanti e vocali per dare parole nuove ai miei pensieri ho letto le storie di mille scrittori per odorare il nettare delle loro passioni ho chiesto ai miei sogni di farmi poeta per dare versi alle mie speranze ho rubato agli archivi le rime più belle per scuotere il cuore di chi non ama ho legato con forza i miei desideri di sempre su ali cariche di illusioni e sospiri. Haiku un forte vento all'alba scuote il ramo- si ferma un canto Una mia poesia dedicata alla Festa degli Spaventapasseri in svolgimento fino a domani sera a Medea (Gorizia) Piange il fantoccio E' andato via il contadino, nel campo abbandonato una lacrima scivola sui vecchi stracci dello spaventapasseri, ora nessuno lo veste coi panni della nuova primavera come i pupazzi felici dei frutteti vicini, sulla bocca negli occhi e sul viso sono sbiaditi i colori vivaci dell'anno passato, intorno alla croce di legno svolazzano i passeri e sfiorano le braccia senza timore, cinguetta un cardellino accanto ai girasoli, sul cappello di paglia sgualcito dal tempo ali di corvi stanchi si fermano a riposare, la corda che lega i due pali si è già sfilacciata e ogni tanto il fantoccio si piega. Haiku al parco giochi sulla panchina un vecchio- schiamazzi intorno Haiku un bus all'alba- sotto la pensilina sogni e sbadigli Poeta So che mi stai guardando giovane uomo e forse stai ridendo dietro di me, non hai ancora capito che cosa faccio con la matita in mano accanto a un fiore sono un poeta io mescolo i colori della strada, faccio apparire chiari quelli più scuri e quando il cielo sceglie un temporale scrivo che presto arriva un po' di sole sono un poeta hai mai sentito un canto d'usignolo quando apre le ali e lascia il ramo, il battito di un cuore innamorato, quel pianto di cicale quando cade una stella e accende il mare sono un poeta mi sentirai parlare del tramonto di foglie che si muovono nel vento, del lampione sul fiume quando è sera, della collina sveglia in questa lunga notte di primavera. Senza fretta Non piove più, riprendo il cammino a passo lento lungo i colori della mia strada, foglie ferme sui rami anche il vento è cessato, apro lo sguardo ai rumori della quiete un bimbo indossa nella maglietta il suo nome, il cane abbaia al gatto soriano, sull'auto in corsa un fiocco rosa la campana diffonde rintocchi già noti un amico malato è mancato ai suoi cari silenzio nel cuore continuo i miei passi ignorando la fretta voglio guardare ancora i dipinti del cielo, catturare i profumi che accompagnano l'aria, assorbire il tepore del sole che resta voglio rallentare il mio tempo nel giorno che va. Fiori di speranza Mente deformata da nevrotici conflitti cerca nuovi equilibri tipologie di sfere umorali armoniche plastiche duttilità cerebrali tra schemi spezzati sinergie disciolte sipari chiusi di trame obsolete. Una luce di fede s'accende, germogliano ora nel giardino della mente fiori di speranza, neuroni rigenerati accendono il palcoscenico dell'io, sorrisi sopiti conquistano le pieghe arrugginite di un volto ritrovato. Haiku soffi di vento lambiscono il tramonto - trema una foglia La stessa voce Era da tempo che volevo vedere tutto quello che c'è al di là della collina, un uomo già vecchio mi aveva raccontato di un fiume così limpido che ci si può specchiare, mi aveva pure detto che cento uccelli bianchi cantano in coro quando si sveglia il sole ho accarezzato quel fiume ho sentito gli uccelli e ho raccolto dagli alberi tanti frutti maturi, ho toccato i sassi di una vecchia montagna con l'odore dei secoli e di antichi guerrieri, accanto a un cipresso ho trovato una croce c'era scritta una data e un nome tra i fiori poi ho atteso la sera per ascoltare il silenzio per sapere come parla quando dorme la collina, lui ha la stessa voce che io sento in pianura quando guardo la notte e l'alba è ancora lontana. Haiku nel grande parco aria di primavera- cane al guinzaglio Haiku nel grande parco aria di primavera- cane al guinzaglio Le mie mani Hanno toccato sponde le mie mani, oceani e laghi stagni e ruscelli, campi di girasoli petali e foglie hanno sfiorato il vento le mie mani, voli di pettirossi e di farfalle hanno spinto macigni le mie mani, passi impigliati di pensieri fermi hanno dipinto volti sguardi e sorrisi di primavere lunghe hanno dato carezze le mie mani ai sassi levigati di fiumi sempre spenti, a cieli senza luna, ai sogni senza notti. Piange il fantoccio E' andato via il contadino, nel campo abbandonato una lacrima scivola sui vecchi stracci dello spaventapasseri, ora nessuno lo veste coi panni della nuova primavera come i pupazzi felici dei frutteti vicini, sulla bocca negli occhi e sul viso sono sbiaditi i colori vivaci dell'anno passato, svolazzano i passeri e gli girano intorno senza paura, accanto ai girasoli cinguettano i cardellini senza timore, sul cappello di paglia sgualcito dal tempo le ali dei corvi stanchi si fermano a riposare, la corda che lega i due pali si è già sfilacciata e ogni tanto la croce lo piega, piange il fantoccio, è andato via il suo padrone e lui è rimasto da solo. Haiku Dieci d'aprile Il colore degli Iris tra la sterpaglie
Un po' di me Sfoglio all'indietro i ricordi della mente per leggere qualcosa che parli un po' di me la fisarmonica nuova comprata con sei rate la vecchia bicicletta su e giù per le salite i calci ad un pallone alla fine della messa la maglietta pulita che diventava sporca le granite al limone nel bar sul lungomare la prima sigaretta in tasca poche lire il sole dell'estate che riscaldava il mare i tuffi con gli amici negli occhi tanto sale un battito di cuore ch'era arrivato presto, quel profumo d'infanzia che porto ancora addosso. Haiku Cinque di aprile Il glicine colora i pergolati
Haiku S'adagia il sole sui fiori di ciliegio Senza confini
Post bellum C'è una casa a due piani senza numero civico in via dell'Abbandono ha le finestre chiuse sbarrate dal cemento la porta non si vede forse è dall'altra parte passando in quella strada si sente una radio accesa suona vecchie canzoni che più nessuno ascolta una canzone torna sempre alla stessa ora si sente ogni giorno alle dieci di sera Vor der Kaserne, Vor dem groBen Tor, Stand eine Laterne. Un steht sie noch davor, So woll'n wir uns da wieder she'n, Wie einst,Lili Marleen. Wie einst,Lili Marleen. Tacciono i cannoni c'è una casa a due piani senza numero civico in via dell'Abbandono ha le finestre chiuse sbarrate dal cemento la porta non si vede forse è dall'altra parte passando in quella strada si sente una radio accesa suona vecchie canzoni che più nessuno ascolta una è in lingua tedesca si chiama Lili Marleen si sente alle dieci di sera ogni giorno alla stessa ora Haiku rami a colori- nei giardini di marzo una magnolia Haiku Rondine in volo Spunta una celidonia sul marciapiede Haiku E' primavera Oscilla un filo d'erba la neve muore Zolle Vive in un casolare e si alza quando cantano i rumori, le scarpe grosse ai piedi all'alba va nei campi a lavorare, le labbra screpolate per lungo tempo al sole lei torna a casa stanca all'imbrunire, negli occhi la fatica e i solchi della terra nei pensieri addosso ha una maglietta di cotone, i seni riparati, nascosti a sguardi strani, una camicia senza scollatura ed una lunga fila di bottoni, la coda dei capelli sulle spalle e un cesto di purezza tra le mani. Luce dentro Ci sono ombre che hanno la luce dentro come quando una lucciola accende il buio, come stelle che tornano quando un soffio di vento allontana le nuvole, come i lampioni scuri delle notti d'inverno quando disegnano i marciapiedi ai passi traballanti di uomini soli. Ci sono ombre piene di colori come gli arcobaleni dopo un temporale, come il sorriso di un bimbo scalzo mentre solleva al cielo un aquilone, come gli occhi neri di una donna ferita che torna a sognare. Haiku L'inverno invecchia Gemme di primavera gonfiano i rami Petali Un prato di margherite bianche e gialle accanto ai miei passi, pieni d'azzurro, in questi giorni di marzo colorati di sole a lato del sentiero un'altra margherita rosso arancione, forse più vecchia o forse nata ieri, le mie dita si allungano per staccarla dall'erba, per contare i petali del m'ama o non m'ama ma all'improvviso la mano già tesa si ferma e poi si blocca, non si può -lei pensa- strappare alla terra un fiore di primavera per un gioco d'amore. Haiku ero bambino - i calci ad un pallone fatto di pezza Haiku parole antiche- ritornano alla mente idi di marzo Un segno di croce nell'antica chiesa del nostro rione ogni giorno di festa c'è la parola di Dio con la tunica bianca sono chierichetto di turno muovo verso il prete lo sguardo nel servire la messa uno dopo l'altro peccatori pentiti ricevono l'ostia che pulisce i peccati e alla fine del rito dopo il segno di croce do la mano a mio padre verso il pranzo di casa ora sento più forte l'odore d'incenso che m'avvolge l'infanzia e io l'adagio sul cuore Amicizie Adesso che conosco il rumore del vento quel turbinio che avanza e precede la tempesta, ora che ho imparato quanto è buia la notte quando la luce è spenta e l'alba è ancora lontana adesso che ho scoperto cosa prova il silenzio quando abbraccia i momenti e il cuore batte forte, ora che so leggere le parole non scritte e so ascoltare le parole non dette adesso,forse, potrei chiedere all'anima di avermi come amico.
Haiku freddo mattino- panorami appannati nel parabrezza Haiku nuvole dense- un odore di pioggia e poi la pioggia Arlecchino ho raccolto parole scartate dai poeti pallottole di carta finite nel cestino ho unito tra loro quelle tracce sciupate per fare un vestito alla mia poesia da piccoli ritagli sono nati versi strofe complete di schegge cucite e ora a Carnevale poeta Arlecchino io leggo ai passanti le parole buttate Fretta Sarei rimasto ancora almeno un poco ma devo andare, la strada è lunga e presto si fa buio, le nuvole si abbassano tenendosi per mano e non si vede più nemmeno il cielo sarei rimasto ancora almeno un poco ma so che presto arriva un temporale, conosco troppo bene l'odore della pioggia e i fischi quando il vento si avvicina sarei rimasto ancora almeno un poco ma c'è una sedia vuota che mi aspetta, la cena è pronta già da qualche ora, io torno sempre a casa quando è sera. Haiku tramonta il giorno- rintocchi di campane dalla collina Haiku alba ventosa- un odore di zolle dalla campagna Haiku all'alba il vento sparge ovunque un profumo di fiori e muschio Haiku vecchio barbone- l'alito della fame sulla panchina Haiku un vento all'alba spazza nuvole basse- ritorna il cielo Haiku giorni di neve- l'altalena del parco abbandonata Haiku dorme il silenzio- stasera parlo poco e a bassa voce Haiku aspetto un sogno- lascio la porta aperta tutta la notte Haiku nevica ancora- chi di voi mi sa dire se dura a lungo Le stesse rughe E dopo gli anni delle corse a perdifiato mi ritrovo a camminare dentro i miei passi stanchi con il fardello pieno di cose scadute sulle spalle e il tempo che accompagna l'usura del pensiero e della pelle m'accorgo così guardandomi allo specchio di avere sulla fronte le stesse rughe stanche che portava mio nonno, la stessa faccia magra di mio padre mi vengono in mente i banchi della chiesa con mia madre seduta a cantare il Signore e così sento il bisogno di recitare preghiere, quelle che più conosco, prima l'Ave Maria e dopo il Padre Nostro. Haiku Metà inverno Crisantemi appassiti sopra le tombe Haiku nel sottobosco fiori di tarassaco- e di trifoglio Tu che sai Quanto vivono le foglie che si staccano dai rami, perché il buio e l'attesa hanno lo stesso colore, quando la nave è ferma dove volano i gabbiani, come fa la ballerina a danzare sulle punte e il tramonto a tornare anche domani? dimmi maestro, tu che sai chi sceglie i colori per dipingere i prati, a che ora la natura sussurra i suoi segreti, come mai più nessuno disegna gli usignoli, cosa pensano i paesaggi quando cade la neve, perché da casa mia non si vede più il mare? Haiku soffi al tramonto- le parole del vento a bassa voce Haiku notte d'incanto- al mattino un fermaglio sul pavimento Haiku in una busta le foto dei tramonti- era d'estate Haiku la vecchia mamma accanto al focolare- fuori l'inverno Un giorno Io so che un giorno, forse fra un mese, forse tra un anno, finirò le parole che riempiono di scritti i miei pensieri, s'asciugherà d'un tratto quel mare dove nuotano i miei versi ed i miei occhi leggeranno soltanto fogli bianchi un malessere strano avvolgerà il mio corpo, qualcosa che non so come chiamare, mi sembrerà di essere un ramo senza fiori, un albero senza giardino, una stella senza cielo, e allora tra i silenzi aspetterò che arrivi primavera poi andrò in campagna in cerca di nuovi cinguettii, di quegli germogli che vivono nei solchi tra le zolle chiederò alle foglie come respira il vento, osserverò le ombre che oscurano il tramonto e poi tornato a casa toglierò dalle tasche tutte le nuove parole rubate alla natura io so che un giorno, forse fra un mese, forse tra un anno. Haiku Il gelo intorno - i rami senza foglie e senza canti Lontana è l'alba Uno strano rumore ha svegliato stanotte i silenzi dell'aria è caduta una stella sull'erba del prato, il suo tempo è finito. Somigliava alla stella che riscalda il mio corpo quando il giorno è più freddo che riaccende da sola i pensieri già spenti dalla nebbia del cuore poi accompagna di sera i miei passi sul monte per restare con l'anima e ha il sorriso negli occhi quando apro i miei sogni e vicino c'è il cielo. Haiku sulle montagne fiocca la neve fiocca- oltre lo sguardo Haiku Cade la neve Dalle montagne al mare solo un colore Sete Quel desiderio di farsi rapire che assale un poeta quando tramonta il sole, quella passione che sveglia l'anima e chiede di entrare, la voglia sfrenata di comporre una strofa per regalare al cuore una favola amica quell'eccitazione che giunge improvvisa quando nascono versi mai letti, mai scritti e quel tormento che scuote la penna quando bussa alla mente una voce di donna ritrovarsi così a riempire la mano di antichi profumi, a disegnare parole coi colori del tempo, cucire memorie con fili di poesia e dare anche spazio alle nuove passioni che di notte fioriscono e poi chiedono luce per vivere ancora, per non morire. Lancette C'è un tempo in cui si sente più forte il desiderio di quiete, di stare un po' da parte, ascoltare quel silenzio che parla a bassa voce, i racconti e quelle storie che non svegliano ferite una voglia di pace che aumenta con gli anni e diventa poco a poco il più forte dei bisogni, come accendere un fuoco se la notte è troppo fredda o attendere l'estate anche quando poi ritarda invitare le persone che ci piace frequentare solo semplici parole, basta poco per capire, circondarsi dei ricordi che vogliamo trattenere, degli sguardi e dei sorrisi che impariamo più ad amare e raccogliere nell'aria i colori della strada per dipingere d'azzurro quel che resta della vita. Notte di Natale A mezzanotte fedeli devoti cantano inni di gloria, è nato Gesù, profumo d'incenso purifica il cuore dei peccatori, nel silenzio dell'anima volano musiche di fede, segni di croce nell'acquasantiera, tra le panche di legno si respira l'amore sul sagrato all'uscita volti segnati dal freddo e dall'ora tarda regalano sorrisi di fratellanza, campane vicine e lontane suonano a festa, sguardi di speranza e promesse di pace nella notte di Natale. Haiku non solo doni nell'albero a Natale- tra i rami il vento Ditemi Voi che sapete ditemi dove vanno le stelle quando il cielo è buio, le onde del mare quando placa la sera, l'estate e l'inverno nelle altre stagioni, la luna piena quando l'alba è vicina. Voi che sapete ditemi dove vanno tuoni e lampi dopo il temporale, i silenzi dell'aria quando suona un violino, i colori del prato mentre fiocca la neve, la solitudine dei versi quando un poeta muore. Mongolfiera Se nascerò di nuovo (quando sarà) guarderò subito in alto per vedere se l'azzurro è sempre lo stesso, poi negli anni mi fermerò coi bambini e inventerò capriole per stare insieme a loro, saluterò al mattino persone sconosciute come non avevo fatto nella vita di prima, mi siederò con gli altri nelle ultime file, dirò quello che penso invece di tacere camminerò nei prati quando è primavera per vedere in silenzio come nascono i fiori, seguirò i sentieri e salirò sulle montagne per mostrare all'anima il rosso dei tramonti, allungherò i minuti della mia pazienza e imparerò dal cuore la bellezza del perdono scoprirò il gusto delle piccole cose e scriverò fiabe da leggere a qualcuno, andrò a volare su di una mongolfiera per salutare il vento col palmo della mano e stare poi un po' vicino al cielo, lo stesso cielo che avevo visto solo da lontano. Insieme all'anima Per giorni e giorni ho curato il mio corpo lasciando da parte la voce dell'anima ora sento un respiro come un soffio di vento una dolce carezza, è lei che mi chiama vuole ancora parlarmi dello spazio e del tempo, della luna e del sole del presente e futuro darmi buoni consigli sull'avere e sull'essere, suggerire i miei sogni disegnare il sereno vuole prendersi cura delle mie cicatrici, di ferite lontane tatuaggi del cuore e poi scrivere ancora tante pagine insieme da sfogliare nel tempo come un libro d'amore. Tasche vuote Stranamente stanotte guardando lo specchio mi è apparsa una faccia che non era la mia era un uomo vissuto tra salotti e palazzi crociere di lusso serate di gala mi è sembrato a un tratto di essere un altro come avessi perduto la mia identità così ho detto allo specchio che quel viso segnato erano solo le rughe della mia tarda età gli ho chiesto perciò di mostrarmi il passato la mia prima infanzia, le lontane radici le mie tasche vuote le scarpe un po' strette, il cassetto ripieno di calzini spaiati. Haiku in un cassetto la foto della mamma- gocce sul viso Allungami la mano Rallenta ti prego non correre troppo, amore, sono un po' stanco il mio passo adesso è lento, devo accorciare i minuti del mio camminare fermati ti prego concedimi una sosta, amore, siediti con me, raccontami chi ci aspetta e dove, dimmi se sono vestito bene, se devo indossare una camicia nuova o se posso tenere questo pullover marrone grazie, mi sono riposato amore, possiamo andare, allungami un momento la tua mano, voglio scaldarmi bene, ecco, ora sto molto meglio, posso allungare il passo, amore. L'amico lontano Parlami di lui dell'amico lontano di come sta che cosa fa se coltiva le rose sorride agli uccelli strimpella le note della sua chitarra, se vive in campagna fuma ancora la pipa riceve regali per il suo compleanno digli di me quando lo vedi che passeggio col cane dormo bene di notte studio un poco l'inglese vivo in buona salute (solo qualche pastiglia), ascolto musica jazz scrivo tante poesie parlo ancora il dialetto della nostra città digli ti prego senza insistere troppo che conservo da sempre nel cassetto del cuore i sapori e i profumi delle nostre stagioni. Haiku bimbi all'asilo disegnano nuvole- aria di pioggia Haiku primo dicembre- sbiadiscono i colori dei crisantemi Fessura Sento un calore più forte di sempre da qualche tempo, forse è la sciarpa di lana che io porto addosso se fuori piove, forse è quel raggio di sole che penetra dalla fessura ogni mattina, che si fa spazio tra vecchie persiane e tende larghe che lascio un poco aperte per vedere una fetta di cielo anche di notte forse sono i giorni d'agosto rubati all'ultima estate da foglie di settembre per scaldare l'autunno che è pieno di nuvole anche quest'anno, forse è il termostato rotto che segna solo caldo e dove io m'avvicino quando sento che arriva tanto freddo. Bagaglio Porto sempre con me albe lontane, le tengo nei cassetti della mente con foto del mio mare e di orizzonti dove vanno a nuotare vele e tramonti. Porto sempre con me l'estate che scaldava i nuovi amori, quel cuore che batteva troppo forte, il tempo che conserva un solo sguardo rubato forse agli occhi di un dipinto. Porto sempre con me le attese che tornavano, i nomi e le carezze di storie che allungavano le notti, le pause che abbracciavano i momenti, le frecce che colpivano l'incanto mentre scrivevo al cielo il mio racconto. Grattacielo Da qualche giorno giganteggia una gru, un mostro d'acciaio di fronte casa mia stanno costruendo un grande palazzo, un vero grattacielo di ventidue piani dicono che faranno tanti uffici moderni per tutti i dirigenti della nostra regione e così mi ritrovo a guardare finestre, antenne nei tetti, luci accese di giorno quand'ero ancora giovane avevo perso il mare ora mi nascondono il monte e la collina dovrò aspettare le notti per guardare almeno la luna e tutte quante le stelle della mia fetta di cielo. Haiku mattino in treno- scorrono all'incontrario fiumi e pensieri
Una voce E viene il tempo in cui certe domande diventano insistenti e attendono risposte che non arrivano, devi decidere se stare ancora fermo all'ombra del passato o se cercare il sole dei giorni che verranno, se leggere e rileggere la nostalgia che parla dei ricordi o camminare ancora col passo più spedito e senza affanni così ti affidi a Dio e senti la sua voce dentro un sogno ti chiede di afferrare la cima di una fune, di salire lassù dove sono le colline, ti dice di guardare la prima neve, quel fiume che si tuffa ad abbracciare il mare, un bimbo che raccoglie il frutto sopra il ramo, un grande girasole che guarda verso il cielo e senti all'improvviso il corpo più leggero, ti pare di volare, ti sembra di abbracciare il mondo intero.
Forse Forse è un ricordo questa carezza che scuote all'improvviso il mio torpore o forse è solo un sogno, un sogno vero, di quelli che scompaiono al mattino. Forse è un pensiero questo fruscio che aleggia nella mente quando è buio o forse è solo un soffio, un soffio lento, di quelli che preparano il silenzio. Forse è un miraggio questo tramonto che tinge un po' di rosso le mie mani o forse è solo il vino, un vino buono, di quelli che ci affidano al destino. Haiku lumini accesi scaldano anime nude- due di novembre Haiku primo novembre- i colori dei fiori sopra le tombe Haiku Notte d'autunno Un'altalena rotta dondola al vento Suole Conservo in una stanza le scarpe vecchie per leggere nelle suole la storia dei miei passi e ritrovo sentieri, geografie di tramonti, musei pieni di gente volti dipinti, vicoli di periferia luci soffuse, chiese e navate, crocifissi appesi nei granelli di sabbia rimasti dentro i tacchi rivedo balere, le barche sulla battigia, spiagge piene di sole, amori brevi In quella stessa stanza dentro un armadio fresco metto da qualche tempo (vicino alle cravatte) le scarpe ancora nuove, quelle coi lacci stretti, non mi servono più, ora ho caviglie gonfie e dita grosse, cammino solamente a piedi scalzi. Haiku Vento d'autunno Volano foglie gialle come farfalle. È già domani Quando tutti gli amici saranno andati via in cerca del nuovo, noi resteremo qui nella nostra vecchia casa sfoglieremo pagine di vita, ascolteremo la musica dei primi passi insieme leggeremo ai tramonti le poesie d'amore, racconteremo alla sera le fiabe scritte da noi e nelle notti più calde una corsa sul monte per vedere dall'alto quanto è grande il mare per guardare nel buio il volto delle stelle, sentire da vicino il canto della luna Ho cancellato tutte le parole Nei giorni grigi quando la pioggia sbatte sopra i vetri e il vento fa sentire la sua voce, mi viene voglia di mettere su carta i miei pensieri scrivo una strofa che parla del tramonto e poi la leggo, poi la rileggo e poi la cancello ne scrivo un'altra che dice di un inverno e poi la leggo, poi la rileggo e poi la cancello ne scrivo un'altra ancora che evoca un ricordo e poi la leggo, poi la rileggo, e poi la cancello l'animo è triste, ho cancellato tutte le parole, rimetto via quel foglio un po' sgualcito, col suo fraseggio muto, e con lo spazio bianco pieno di vuoto. Haiku Sedici ottobre L'autunno già prepara le prime nebbie Diversamente uguale Uguale sono, diversamente uguale a te, sono un sasso graffiato di strade calpestate in lungo e in largo, sono un tronco d'argilla, un albero senza rami e senza canto, un cancello di legno che cigola nel vento dell'inverno. Uguale sono, diversamente uguale a te, un faro opaco che chiede di avere un po' di luce, un fazzoletto di carta senza ricamo d'orli, col bianco che si mescola agli affanni, tra un mormorio di voci nei dintorni. Uguale sono, diversamente uguale a te, ho il volo dei gabbiani nei pensieri, i sogni che riempiono i cassetti, le mani sempre pronte alla carezza, e quei sorrisi che coprono d'intero la mia faccia. Presentata oggi a Udine in occasione della manifestazione sulla Salute Mentale La stessa voce Era da tempo che volevo vedere tutto quello che c'è al di là della collina, un uomo già vecchio mi aveva raccontato di un fiume così limpido che ci si può specchiare, mi aveva pure detto che più di cento uccelli cantano tutti in coro quando si sveglia il sole ho accarezzato quel fiume, ho sentito gli uccelli ho raccolto dagli alberi tanti frutti maturi, ho toccato i sassi di una vecchia montagna con l'odore dei secoli e di antichi guerrieri, accanto a un cipresso ho trovato una croce c'era scritta una data e un nome tra i fiori poi ho atteso la sera per ascoltare il silenzio per sapere come parla quando dorme la collina, lui ha la stessa voce che io sento in pianura quando guardo la notte e l'alba è ancora lontana. Haiku Mare d'autunno Il fluttuare dell'onda diventa canto Pupille Gli occhi dei vecchi hanno la vista corta ma riescono a vedere i colori del mondo, oltre lo sguardo, conoscono a memoria le immagini del tempo, il verde delle foglie, il rosso di un tramonto, tutto l'azzurro del mare in un mattino d'autunno. Gli occhi dei vecchi hanno pupille stanche, nascondono nei contorni il buio delle ombre, il grigio delle nebbie e di notte ripassano gli spazi vuoti, gli amori già finiti, quelli mai cominciati. Gli occhi dei vecchi inseguono i giorni che sono rimasti, si fermano sempre dove si posa il cuore, come a vent'anni, e quando il sole torna guardano sempre in alto per vedere se il cielo è sempre allo stesso posto. Haiku L'autunno mostra le immagini del mare Abbandonate Germogli In piazza si dice che il nuovo contadino della casa sul monte vende a buon prezzo semi di felicità germogliano in fretta anche d'inverno se si spargono all'alba nel prato dei sogni sono semi autentici regolarmente certificati, selezionati da piante di mondi migliori andrò a seminarli nel giardino del cuore per dare sorrisi nuovi al giorno che viene. Haiku Fine settembre Le immagini del mare abbandonate
Sorrisi I sorrisi dei vecchi hanno le rughe, la barba corta e le guance bianche, hanno baffi grigi due denti rifatti e un profumo di buono sopra la faccia. I sorrisi dei vecchi sono un po' lenti, prima di cominciare aspettano quelli degli altri ma qualche volta sbagliano il tempo e continuano a ridere quando gli altri piangono. I sorrisi dei vecchi vanno a letto presto, si girano sempre dalla parte del muro, tengono le labbra chiuse e gli occhi stretti per non disturbare il russare degli altri, si alzano all'alba per non fare tardi e guardano il nuovo giorno all'ombra dei ricordi. Passi I miei passi in autunno camminano lenti, hanno la misura delle giornate stanche, si fermano sul giallo delle foglie e rubano i profumi di terra bagnata alle campagne. I miei passi in autunno camminano soli, non hanno più l'ombra che li accompagna, guardano senza fretta i vecchi panorami, poi tornano indietro seguendo le tracce dei sentieri. I miei passi in autunno arrivano a casa all'ora del tramonto, slacciano il freddo dalle scarpe, sollevano il peso delle gambe, poi vanno a letto presto per togliere il gonfiore che è rimasto. Haiku Tolgo l'autunno dall'armadio ripieno Un po' vintage Haiku Soffi di vento L'estate ha già intonato l'ultimo canto Un segno di croce Nell'antica chiesa del nostro rione ogni giorno di festa c'è la parola di Dio con la tunica bianca sono chierichetto di turno muovo verso il prete lo sguardo nel servire la messa uno dopo l'altro peccatori pentiti ricevono l'ostia che pulisce i peccati e alla fine del rito dopo il segno di croce do la mano a mio padre verso il pranzo di casa ora sento più forte l'odore d'incenso che m'avvolge l'infanzia e io l'adagio sul cuore. Piccoli accorgimenti Di questa estate mi resteranno intatti i colori del giorno ma ora è tempo di pensare al domani, piccoli accorgimenti e andare avanti rimettere dov'erano i sandali di cuoio, le canottiere i pantaloni corti prendere dall'armadio il solito cappotto, il maglione di lana la vecchia giacca attendere un chiarore per uscire al mattino, indossare scarpe grosse, togliere minuti ai passi e se verrà la pioggia camminare più in fretta tagliando le curve della strada. Come foglia d'autunno Ha il colore giallo dell'autunno che avanza questa foglia appassita, seduta sopra un sasso sul ciglio della strada, lei aspetta il vento per essere farfalla almeno un poco, ma il vento è fermo, rimasto intrappolato in un dirupo. E allora mi avvicino a chiacchierare insieme di lei e di me, di stagioni passate, di fiabe e di segreti, dell'ultima primavera piena di sole e poi dell'estate, trascorsa anche quest'anno senza il mare. Mi accorgo a un tratto che ho la guancia bagnata, forse è rugiada, le gocce nate all'alba, forse è la pioggia appena cominciata o l'allergia alle foglie, a quelle vecchie, che portano una lacrima negli occhi.
Fatiche Mi pesa a volte come un fardello grosso sulle spalle il freddo dell'inverno quando è notte, la voce del silenzio nello specchio, la luce che si spegne sui malanni, il buio che s'inventa brutti sogni e quando piove uscire con l'ombrello e col cappotto, andare avanti lento tra sguardi indifferenti della gente, cercando l'orizzonte che si è perso e poi tornare a casa coi passi consumati nelle scarpe, la tosse che si mescola all'affanno senza sapere se ci sarà domani un altro giorno. Lucciola nella notte Sulla pelle usata dagli altri gocce di sudore antropomorfo accavallate stagnano sulle guance nude baci impazienti lasciano impronte d'istinti ancestrali nella gola secca suoni artefatti di gemiti finti decidono i tempi del piacere fugace dopo la notte, all'alba o quasi, chiusa la gonna spento il falò, schegge di un'anima tornano a casa domani sera all'ora di sempre odori nuovi, stesso lampione, più scuro il buio dietro la siepe l'uomo di marmo, sigaretta accesa, vigila attento la schiava di turno, lucciola nella notte. Haiku Bisbigli all'alba Il canto secco e lento delle cicale Affanni Ha il fiato corto delle salite ripide questo mio camminare forse è la grossa maglia di lana pesante, la cintura di pelle bucata per difetto, coi fori assai vicini che stringono dal basso i miei polmoni forse è il cappotto abbottonato largo che gonfia queste spalle, la caviglia che scricchiola quando piega la scarpa, il pantalone lungo che inciampa il piede sull'orlo dei pensieri cuciti male o forse è il gelo di questo nuovo inverno che aggiunge notti grigie alle lenzuola fredde, ai giorni dell'infanzia abbandonata là, dove comincia il mare. Haiku Apre l'asilo Sulle vecchie altalene nuovi sorrisi Finestrini In una sera d'agosto nella carrozza vuota di un treno di periferia una voce registrata, comandata a mano, chiama la prossima stazione (non è la mia), dal finestrino chiuso scorrono lungo i binari i miei ricordi mentre accarezzo la nuova ruga in fronte, i capelli spettinati da un vento che non c'è tornano così alla mente i miei viaggi lunghi, con la valigia in mano negli aeroporti pieni di luci e altoparlanti, le attese sempre uguali i fusi ancora svegli ad aspettare i ritardi, il mio inglese debole dentro i sorrisi a sillabe e la guida già pronta a leggere con noi le chiese da vedere, ed i musei. Haiku La nonna in chiesa Con il rosario in mano conta preghiere Una voce E viene il tempo in cui certe domande diventano insistenti e attendi una risposta che non arriva, devi decidere se stare ancora fermo all'ombra del passato o se cercare il sole dei giorni che verranno, se leggere e rileggere la nostalgia degli anni e dei ricordi o camminare invece al passo degli amici e dei trent'anni così ti affidi a Dio e senti la sua voce dentro un sogno ti chiede di afferrare la cima di una fune, di salire lassù dove sono le colline, ti dice di guardare accanto a casa tua quel fiore nel giardino sbocciato stamattina, quei bimbi che saltellano nel prato dell'asilo, il viso di tua figlia che ride da lontano e senti tutto a un tratto il corpo più leggero, ti sembra di volare, non devi più rispondere, ti sembra di abbracciare un mondo nuovo. Haiku Primo settembre Restano poche impronte sulla battigia Haiku Primo mattino Il sole ancora basso sulla collina Haiku Vecchio barbone L'alito della fame sulla panchina Haiku La terra trema Oscillano di notte anime e case Destinazione Purgatorio E dopo gli anni delle corse a perdifiato mi ritrovo a camminare dentro i miei passi stanchi con un fardello pieno di cose scadute, sulle spalle e il tempo che accompagna l'usura del pensiero e della pelle e mi accorgo così, guardandomi allo specchio, di avere sulla fronte le stesse rughe dure che portava mio nonno, la stessa faccia magra di mio padre e allora mi ricordo che esistono le chiese, quelle domeniche mattine nei banchi in prima fila e mia madre seduta con il rosario in mano a contare le preghiere, e ora sento il bisogno di recitare ogni tanto quelle che più conosco, prima l'Ave Maria e dopo il Padre Nostro. Haiku Bordo del fiume Oscillano al tramonto ciuffi di canne Haiku Turno di notte Sul viso del mattino tracce di sonno Ricerca Dall'angolo di un'attesa improbabile parte un canto di sirene, lui conosce ululati, gli anfratti dei boschi, i nuovi precipizi, attraversa montagne, fondali di mare e canta ai sogni che incontra le sue note d'amore, lui sale poi scende si sposta, si gira ripassa tra i rami e ritorna dov'era, la sua voce ora è muta la corsa è finita, è finita l'attesa. Il tempo dove sta Scheletri diafani privati della carne riempiono gli anonimi obitori dell'aria, furono in vita mercanti pellegrini o guerrieri, nella morte ora uniti dallo stesso destino, coccodrilli e i serpenti sono loro guardiani i controllori severi di affamati avvoltoi nel silenzio del nulla, tra miraggi di pioggia, sono tenuti all'oscuro del loro domani e quando l'anima piange per dolore e tristezza spunta un fiore selvaggio da un seme di roccia, poi sfiancati dai secoli e prigionieri del vuoto chiedono al loro Dio il tempo dove sta. Haiku Notte d'agosto Dormono i fichi d'india dentro le bucce Haiku Finestra aperta Il vento della notte sulle lenzuola Caserma Amadio Accanto ai miei passi un rumore di calcinacci questa mattina, stanno abbattendo il muro della vecchia caserma dove terre lontane mandavano i giovani ad abbracciare armi, ad allenare la mano (col capitano a fianco) per muovere più svelto il dito del grilletto, per cacciare lo straniero in caso di conflitto, quel genitore o figlio cresciuto dietro i monti, quattro chilometri più avanti. Oggi il sole accompagna questo giorno d'inverno mentre i mattoni cadono e io accarezzo l'erba di questo largo spazio con l'azzurro del cielo che arriva tutto addosso e nuove foglie colorano le mense di quelle sere grigie, le grandi camerate coi fanti nelle brande a conteggiare insieme i giorni del ritorno e uno squillo di tromba che suonava anche al paese il tempo del silenzio. Epilogo Non doveva finire in questo modo. Avrei desiderato avere ancora tempo per scrivere di più del sole tra le foglie, di un luccichio di stelle, del pigolio di un nido tra i rami di betulle, di un'onda capovolta che sbatte sugli scogli, di una farfalla in volo, di sabbia e di conchiglie. Non doveva finire in questo modo. Per una volta almeno avrei voluto scrivere di un cane nel canile, di chi di sera aspetta un turno di sirene, del vecchio nell'ospizio, di chi si sfama a pranzo nell'ora di un contratto, di chi dorme da solo, di chi non sa pregare ma poi guadagna il cielo. Mestieri Sono un artigiano un artigiano di strofe e partorisco sospiri per dare colori nuovi ai pensieri di ieri, sono una penna una penna di poesie e scrivo senza sosta per regalare emozioni ai fogli di carta, sono la voce la voce dei miei versi e metto pause lunghe vicino alle parole per respirare meglio l'ascolto degli altri, sono un lampo un lampo nel buio e racconto storie e fiabe per fare compagnia a chi sfoglia da solo le ore della notte. Passi ritrovati Sono fiore appassito nei giorni tristi, ruscello senz'acqua, viandante smarrito in un mare di nebbia, passero con l'ala spezzata, un vecchio più vecchio m'accorgo poi risvegliato dall'anima, che il sole mi scalda, le rose profumano ancora, il bambino biondo del giardino accanto mi sorride gioioso e sul ramo fruttifica il melo così pian piano sento vigore nel corpo, nella mente quiete e riprendo il cammino tra le pianure e i pendii della mia strada. Haiku Mare d'estate La carezza dell'onda sulla conchiglia
Ombre Un bastone bianco si muove a passo d'uomo sul ciglio della strada, accompagna il padrone che torna a casa all'imbrunire lui spende il giorno sulla riva del fiume seduto sui sassi levigati dal tempo, col flauto di legno ammalia le carpe, intrattiene gli uccelli con le briciole in mano quando il sole è più forte e divampa la noia si riposa pensoso tra i silenzi dell'onda, con i sogni ripieni di paure e speranze all'ombra del salice che gli fa compagnia. Decenni I decenni sono paesaggi, foto dipinte di albe e di tramonti, sono compagni che invecchiano con noi, come i rimpianti sono album di pensieri e di ricordi, collezioni di arrivi e di partenze, amori e inganni, inverni lunghi scatole piene di sogni che s'incontrano, sono racconti, confini che si spostano con gli anni, sentieri dove vivono le impronte sono segni del tempo, come le rughe, panorami che cambiano cieli che ritornano, sorrisi e sguardi che parlano fra loro, come i silenzi. Il tempo che passò. Mi manca a volte quel pomeriggio pieno di schiamazzi, il passo svelto delle lunghe corse, la musica suonata in spazi stretti e l'alba che aspettava le mie notti. Mi manca agosto, la sabbia che scaldava la battigia, il sole che riempiva la mia pelle, gli sguardi lunghi senza più paura e un vento che spingeva la mia vela. Mi manca l'orto antico, il pettirosso sopra il davanzale, il gusto delle arance nelle mani, quel viale dove s'alzano i cipressi e dormono le anime dei morti. Mi manca a volte la grata che ascoltava i miei peccati, quel mio parlare un poco inginocchiato, un'ostia benedetta sulla lingua e il segno della croce nella panca. Haiku Ero bambino I castelli di sabbia sulla battigia Lancette C'è un tempo in cui si sente molto forte il desiderio di quiete, di stare un po' da parte ascoltare quel silenzio che parla a bassa voce, i racconti e le storie che non svegliano ferite una voglia di pace che aumenta con gli anni e diventa piano piano il più forte dei bisogni come accendere un fuoco se la notte è troppo fredda, attendere l'estate anche quando poi ritarda invitare le persone che vogliamo frequentare, dire semplici parole, basta poco per capire circondarsi degli odori che ci piace trattenere, degli sguardi e dei sorrisi che impariamo più ad amare poi raccogliere nell'aria i colori della strada per dipingere d'azzurro quel che resta della vita. Fragilità foglie staccate dal vento tappeti verdi senza fiori né sposa sassi portati dal fiume nell'acqua le tracce dei loro colori luci di lampade spente come notti d'inverno senza cori di stelle volti lontani nel tempo tra le mani soltanto brandelli di cuore Fogli Si è staccato un foglio dal diario che segna quest'anno che va, l'ho trovato disteso, attaccato al tappeto, come foglia d'autunno che s'adagia sul prato. Nella pagina piena di frasi e sorrisi c'è una data d'inverno con il mio compleanno. Ho raccolto quel foglio l'ho rimesso tra i giorni era zeppo di nomi, era carico d'anni. Pioggia Coltivo da anni germogli di pioggia nel mio giardino per riempire d'estate una ciotola d'acqua quando viene la sete per pulire al mattino le tracce di vecchio sulla pelle macchiata per portare di notte il rumore del tetto nei silenzi del buio per avere già pronte altre gocce di pianto dopo l'ultima lacrima per nuotare ridendo sull'erba bagnata quando sarà pazzia. Matite Segno sul calendario gli appuntamenti, le serate di festa e di poesia, le date delle sagre all'aria aperta dove la gente balla senza sosta, i luoghi dei disegni degli artisti che poggiano i colori sulle strade, quel gesso che ricorda il mio passato quando scrivevo fiori e l'alfabeto. E quando vado in piazza dai pittori, vicino alla Madonna sopra i sassi, mi pare di vedere un grande prato, col rosso dei papaveri più acceso, le foglie tutte verdi sopra il ramo, e quell'azzurro chiaro che unisce all'orizzonte mare e cielo. Nei giorni senza impegni e senza incontri col calendario in mano accanto al letto resto a parlare un poco con i santi mentre la noia tesse la sua trama e l'alba sembra ancora più lontana. Paragoni Come quando sei davanti a una porta aperta e pensi di entrare, ma poi ti fermi e resti dove sei. Come quando sei pronto a muovere i passi verso un posto nuovo e invece rimani a respirare il passato, a tenertelo stretto, assieme ai ricordi dei giorni finiti. Come quando sei davanti a una porta chiusa con addosso la voglia di andare di là, dall'altra parte, ma con la paura che ti frena il cammino, quel timore muto di affidare al vento il fiore coltivato, di lasciare i tuoi sassi in un cortile vuoto. Haiku Non sono solo Di notte una conchiglia mi canta il mare Haiku Il vecchio stanco tiene il cappello in testa Copre i ricordi Vuoti C'è un grande caldo in questo giorno d'estate, le strade sono deserte come se una voragine avesse inghiottito le persone, nessuno esce, anziani e vecchi rimangono a casa, con le finestre chiuse, e raccontano alle pareti le loro storie, spesso fatte di niente o di sudore. Pure i negozi sono vuoti e sui vestiti esposti i fogli dei giornali, a tenere lontane le macchie di sole, nei ristoranti aperti soltanto i camerieri, ai lati dei piatti dormono i tovaglioli. Mi ritrovo così sveglio sul letto a guardare il soffitto, con la mente che cammina sopra il cuscino, che ripassa all'incontrario vecchi percorsi e poi si ferma all'inizio di una salita, dove c'è una cappella votiva, dove è più facile dire una preghiera. Doppio senso di marcia Mescolo le parolacce con le preghiere l'elemosina in chiesa col vai a lavorare, parlo dei bisognosi col cuore in mano poi vado a cena fuori con i padroni, voglio essere libero nei miei pensieri ma metto in gabbia il merlo e gli usignoli, amo monti e colline, tutte le stelle in cielo, poi guardo da lontano pure chi sta vicino, odio le frasi fatte e i conformismi poi dico le stesse cose nei compleanni, apro le porte al vento ed ai compagni ma affido a sentinelle ricordi e sogni, discuto a bassa voce dentro i salotti e canto a squarciagola là nelle frasche. Non ho capito ancora che cosa faccio, da quale strada vengo e dove vado, se posso dare un calcio a quel che sono o devo accompagnare il mio destino. Haiku L'alba ritorna Sulle zolle del tempo semino giorni
Haiku Ritorna l'alba Vado a vederla meglio dalla terrazza Diversamente uguale Uguale sono, diversamente uguale a te, sono un sasso graffiato di strade calpestate in lungo e in largo, sono un tronco d'argilla, un albero senza rami e senza canto, un cancello di legno che cigola nel vento dell'inverno. Uguale sono, diversamente uguale a te, un faro opaco che chiede di avere un po' di luce, un fazzoletto di carta senza ricamo d'orli, col bianco che si mescola agli affanni, tra un mormorio di voci nei dintorni. Uguale sono, diversamente uguale a te, ho il volo dei gabbiani nei pensieri, i sogni che riempiono i cassetti, le mani sempre pronte alla carezza, e quei sorrisi che coprono d'intero la mia faccia. Haiku Mi fermo all'alba sul fiume dei pensieri Lungo le rive Haiku Ricamo anni con fili di memoria Al crepuscolo
Odori Ogni mattina quando non piove vado a passeggiare col mio cane. Lui ha delle preferenze e mi spinge sempre (come tutti i cani) verso strade dove ci sono odori forti, odori cattivi. Annusa, annusa e si calma solo quando raggiunge il suo obbiettivo. Io, al contrario non ho la potenza del suo olfatto, così certe volte scelgo strade sbagliate, penso di andare incontro ad una persona che profuma di buono e poi mi accorgo che non era vero. Anni Porto sempre con me albe lontane, le tengo nei cassetti della mente tra foto di orizzonti e di ricordi, di sogni ancora svegli, dei voli d'un gabbiano sull'onda dove nuotano i tramonti. Porto sempre con me anni e decenni, le voci che riempivano l'estate, quel tempo che conserva certi sguardi nascosti dentro gli occhi di un dipinto, e scrive nella notte il mio racconto. Scontrini Mi stanca a volte il numero degli anni sulle spalle, quel peso dei ricordi nei cassetti ripieni di parole già scadute. Mi stanca a volte la notte che passeggia senza sogni, il buio che s'inceppa negli affanni e l'alba nuova che mescola i profumi coi bisogni. Mi stanca a volte guardare gli orizzonti sempre fermi, sentire i passi lenti dei malanni, comprare gli scontrini dei decenni senza sapere, se devo consumarli entro domani. Scrivo parole Sono un artigiano un artigiano del corpo, di quando il gallo si sveglia e mi butta dal letto, di quando io sonnecchio nei fari appena accesi gli ultimi minuti di un altro a volte sono pure un artigiano dei versi di quando le pause stanno vicino alle parole per respirare meglio la mia voce, di quando io racconto storie modeste che fanno ridere chi si ritrova a piangere prima di sera. Altalene Avevo chiesto al vento di tornare e lui è tornato, proprio stanotte che avevo acceso tutte le finestre, era finito ormai l'ultimo sogno così sono rimasto ad ascoltarlo. Lui m'ha parlato di un aquilone bianco ch'era sempre sul punto di cadere, dell'altalena rotta nel mio prato che di nascosto andava a dondolare. Mi ha raccontato di monti e di colline che avevo visto sempre da lontano, di nuvole che piangono da sole, di chiese e campanili che giocano d'inverno con la neve, di un bosco di betulle dove i tramonti vanno a riposare. Gli ho chiesto di raccogliere due foglie e riportarle sopra un ramo nudo, lui m'ha sorriso ed è scappato via, lasciando scompigliati i miei capelli. Parabole Passi pesanti di strade calpestate in largo e in lungo sembriamo a volte, sassi graffiati, coperti dalla polvere del tempo, tronchi d'argilla, cortecce senza rami e senza canto, cancelli arrugginiti che cigolano al freddo degli inverni e dormono di notte coi fantasmi. Fazzoletti di carta senza ricamo d'orli, sembriamo a volte, col bianco che si mescola ai malanni, uno starnuto in più sopra i silenzi, e un mormorio di voci dalle stanze. Desideri, anzi no Vorrei avere una salute buona qualche anno di meno una villa sul mare, poi rubare all'azzurro un po' di sereno per vivere sempre come fossi un bambino. Vorrei avere un corpo d'atleta che mi tenga dritto senza farmi piegare, andare in salita come fossi in discesa con il passo veloce e il respiro leggero. Scusate, scusate per quello che ho detto mi sono sbagliato riscrivo tutto. Vorrei essere quello che sono con gli occhi gonfi e le mani indurite, i capelli bianchi, dozzine di rughe, le spalle pesanti quando salgo le scale. Vorrei avere quello che ho, un tramonto che torna e il tetto per due, il pensiero libero i colori in giardino, la collina a due passi con la vista sul cielo. Haiku Cade un bastone Si piega lentamente l'ombra del vecchio Haiku L'edera verde abbraccia cicatrici di vecchi muri Haiku Gorgheggia all'alba sul comignolo un merlo Senza spartito Haiku Nasce una stella Un canto di cicale dalla collina Haiku Rispunta l'alba Vado a vederla intera dalla terrazza Haiku Di un tramonto che cosa ti racconto Se non l'ho visto Le parole dei sogni Ho letto libri di scienziati e scrittori pagine intere di regole e consigli, ho ascoltato i discorsi di uomini illustri, insegnanti di vita e di mestieri, ho risposto a domande sul lavoro e la noia, ho studiato gli alfabeti di popoli antichi. Ho scalato montagne che sembravano colline, ho affrontato le sfide con coraggio e con paure, ho sentito le voci di potenti dittatori, per chi ci ha fatto liberi ho battuto le mani. Di questo lungo viaggio mi porto ancora addosso solo poche parole, quelle dei sogni, che parlano del sole e della luna, degli aquiloni in volo, e delle stelle. Panorami Quando mi sveglio e intorno tutto tace io guardo il primo cielo del mattino, poi vado in giro per riempire di giorni le mie ore e sulla strada mi mescolo ai saluti della gente, ed ai rumori, per riempire di voci i miei pensieri, ed al tramonto raggiungo a passo svelto la collina, lì seguo il sole che lentamente scivola nel mare poi allungo il mio pensiero oltre la vista, per riempire gli occhi miei di giovinezza. Petali Rivedo ancora i soliti ragazzi sul selciato che tirano dei sassi contro un muro, un legno con rotelle e senza freno nelle discese e strade contromano. Rivedo bambine col grembiule della scuola che giocano saltando con un piede, poi restano sedute a chiacchierare scambiandosi sorrisi e sogni uguali. Rivedo il tubo attorcigliato del giardino con l'acqua che accarezza sete e mano, le grandi ruote d'un carretto antico e l'uomo mentre grida il suo gelato. Rivedo il giovane lattaio del mattino che bussa alla mia porta piano piano, il velo di una donna nella chiesa che dopo allunga il passo verso casa, e immagino che il mondo sia lo stesso o forse sta cambiando solo un poco. Haiku Letto di bimba Un orso di peluche dietro il cuscino Haiku Notte di vento Volano nidi e fiori Oscilla il ramo Haiku Sboccia una rosa sul ciglio della strada Rallento il passo Haiku Le foglie secche Rimane un po' d'autunno in primavera Accade oggi Dall'altro lato del marciapiede un vecchio amico sorride e mi saluta mentre un ragazzo con le ginocchia sbucciate riprende a pedalare, di fronte al bar nella piazza vicina zampilla una fontana. Mi passa accanto una giovane donna vestita di sole lei ha i capelli sciolti e nel ventre un bambino, poco più avanti cigola al vento un vecchio portone, dal campanile del duomo arriva forte e chiaro un suono di campane. Accade questo oggi intorno a me, con il cielo sopra e nelle mani il mattino, mentre una foglia cade e rotola sui sassi piano piano. Angoli I vecchi sono uomini che stanno in poltrona parecchie ore, poi per non disturbare dicono di essere stanchi e vanno a dormire. I vecchi sono persone che fanno finta di non sentire, di avere difficoltà a capire bene, ma poi sorridono se a bassa voce qualcuno racconta di loro parole buone. I vecchi sono anime nude che per sembrare giovani vestono camicie a fiori poi quando è freddo per respirare meglio annusano i profumi senza farsi vedere. I vecchi sono bambini con i capelli bianchi che fanno credere di non guardare le stelle, di non avere sogni, di non sapere amare. I vecchi sono gli anni seduti accanto a me. Haiku Succede sempre quando il cielo è stellato E sono solo Haiku Parla il silenzio Racconta nella notte storie già lette Haiku Cielo stellato Le macchie sul soffitto piene di luce Haiku Mare di notte Su barconi stracolmi galleggia un sogno Haiku Cammino all'alba sul fiume dei pensieri Lungo le sponde Haiku Cielo stellato Le macchie sul soffitto piene di luce Rubrica Mi capita di scorrere ogni tanto i nomi del cellulare del cellulare e di accorgermi che qualcuno dell'elenco non c'è più, lui se n'è andato giusto il tempo di chiedere alla mente una conferma per poi decidere che cosa fare se toglierlo all'istante dalla rubrica o attendere magari ancora un poco e poi succede che lo cancello subito, senza aspettare, per mettere al suo posto un altro nome sento il bisogno, chissà perché, di riempiere sempre i miei spazi vuoti, prima di sera. Haiku Aspetto un sogno Lascio la porta aperta anche stanotte Haiku Ero bambino I calci ad un pallone fatto di pezza Segnalibro Se il sonno è sveglio Leggo di notte le mie parole scritte nel tempo, e poi lasciate sole nei cassetti, frasi segnate su pagine di fogli dimenticati, pensieri sparsi rimasti intrappolati tra le righe. Prima che venga l'alba rileggo tutto, molte parole sono consumate, le virgole somigliano a dei graffi, vedo sbiaditi apostrofi ed accenti, sono evidenti solo le parentesi, e i punti di domanda, rimasti uguali. Haiku Di sera leggo le parole non scritte Poi le rileggo Sterpaglie Da qualche tempo non sento più il profumo dei giardini, ci sono solo odori in bianco e nero, i merli più non cantano sui rami, nell'aria solo nebbia e buio nei cieli. Andate via da qui brutti pensieri, fuggite nelle terre dei cespugli, nei mondi dove dormono i colori e i prati sono senza frutti e fiori. Andate senza mai voltarvi indietro, ridatemi i sorrisi del passato, la pace dei silenzi quando è sera, gli arcobaleni dietro la collina, le corse con il sole del mattino, poi l'orizzonte pieno di sereno. Haiku Soffi di vento Lo scialle della nonna sopra le spalle Haiku Gorgheggia l'alba Un coro d'usignoli va verso il cielo Haiku Cade una foglia Su gocce di rugiada l'ultimo sogno
Sangue Che me ne faccio di questo azzurro chiaro stamattina se accanto all'alba io vedo solamente macchie rosse, se da lontano m'arriva al petto un suono di sirene e con il vento mi giunge forte l'urlo di un fucile. Che me ne faccio di questo sole grande a mezzogiorno se manda raggi simili a saette, se scalda solo chi non sente freddo e ha l'anima che dorme dentro il pozzo. Che me ne faccio di questa luna tonda ora ch'è notte se il cielo guarda ormai da un'altra parte, le stelle sono tutte senza luce e le sirene sono ancora accese. Haiku Vecchio pittore dipinge all'imbrunire L'ultimo sole Haiku Notte a colori Appare dentro un sogno l'arcobaleno Haiku Un treno all'alba Ritornano i rumori dei giorni uguali Tanka Senza la luna non riesco a dire nulla Di questo cielo Poi l'alba mi regala le parole più belle Haiku Alba serena Negli occhi solo azzurro e il cielo accanto
Haiku Tra margherite sorrisi di farfalle A primavera Haiku Dalle lenzuola all'alba fugge un sogno Lo lascio andare Haiku E' primavera Scorrono lungo il fiume tutti i colori
18 marzo 2016 Sembra una festa questo giorno di marzo che incrocia all’improvviso il mio cammino, il vento si è svegliato, c’è un cinguettio leggero che soffia piano piano sul mattino, un fremito m’avvolge tutto intero, mi sento addosso il battito di un suono. S’illumina di sole Il mio pensiero, il corpo è forte come un vecchio ramo, tornano nei miei occhi tutti i colori, nell’ombra si rifugia il bianco e il nero, mi giro per guardare se sono solo, vedo vicino a me la primavera, le vado incontro a tenderle la mano, con un sorriso pieno di sereno. Ora sono lontane le nebbie di febbraio nelle lagune, le nevi sotto il cielo appiccicate ai monti e alle colline, la pioggia dell’inverno che andava con il fiume verso il mare, vestita di pozzanghera marrone. Haiku E' primavera Nell'aria del mattino garrisce un canto Haiku Nella soffitta un orsacchiotto aspetta Ero bambino Haiku Di notte un treno ascolta tante storie Dentro i silenzi Haiku Si placa il vento L'inverno già prepara l'ultimo canto Haiku Un vento all'alba I granelli di sabbia nelle conchiglie Haiku Mare d'inverno Le onde capovolte sopra gli scogli Haiku Dopo il tramonto scompare l'orizzonte Ritorna all'alba Haiku Sole improvviso Si fa strada nel gelo un ciuffo d'erba Haiku Notte sui tetti Il gatto ascolta muto silenzi e voci Terra Vulcani abbandonati segni di antica vita scandiscono il tempo nella terra dei silenzi uccelli assetati verso rivoli secchi volano invano il viandante pellegrino col passo pesante denuda l'anima dell'erba calpestata pioggia battente assapora i colori di conchiglie chiuse immutati i segni dell'abbandono dormono. Haiku Freddo e gelo Le briciole di pane sul davanzale Haiku Ultimo esame Nelle rughe il sorriso di mio padre Haiku Soffi di vento Si scioglie lentamente l'ultima neve Haiku Fiocca la neve Si prega solo a casa la chiesa è chiusa Haiku All'alba spari Nella campagna muta un cervo scappa Sabato sera E di primo mattino al momento di uscire ti scriverò sul pavimento le mie parole, le leggerai al tuo ritorno dopo il lavoro, mi penserai, ti penserò, e ogni sabato sera aspetterò la tua notte libera per stare con te, leggeremo insieme sul pavimento gli scarabocchi delle mie parole, poi anche le tue, scritte o pensate tra un turno e l'altro, al quarto piano, lassù in corsia. Portabagagli Nel portabagagli della vecchia automobile tengo quegli oggetti che mi possono servire la ruota di scorta se dovessi bucare, la borsa di pelle con gli attrezzi del mestiere un grande ombrello che uso quando piove, un comodo berretto per il freddo e per la neve dei grossi scarponi per le strade fangose un robusto bastone per le ripide salite una ciotola per l'acqua da poter utilizzare quando il cane ha sete e mi chiede da bere poi sotto una coperta in un angolo vuoto ci sono i desideri che porto sempre dietro e nella parte sinistra dentro un cestino pieno tutti quanti i sorrisi che avevo da bambino. Haiku Pioggia d'inverno La polvere dei sassi va verso il fiume Haiku Un tuono all'alba Muore l'ultimo sogno senza finale Haiku Notte di lampi In fretta un senza tetto cerca riparo Haiku Inverno lungo Sono finiti i fiori solo sterpaglie Haiku Non sono solo Sento il canto del mare anche stasera Beethoven C'è un pianoforte, una lampada accesa dietro quella finestra, una mano che suona, non so chi sia. E' come ascoltare un cavallo al galoppo, forti battiti d'ala, la poggia sopra i tetti quando viene la sera. E' come sentire Il turbinio del vento che non sa dove andare, rintocchi di campane che portano il Natale, un crepitio di bimbi quando cade la neve. E fino a tarda notte dalla finestra chiusa arriva ancora il suono, più lento e più leggero, non so chi sia, forse è una donna felice o un uomo solo. Haiku Notte di vento Oscilla un ramo nudo Senza riparo Haiku Prima mattina Le gocce di rugiada sopra le foglie Regina Sento forte un profumo di sole nell'aria del mattino, sta passando lei col suo vestito nero nella stradina vicina, e si svegliano d'incanto i miei silenzi ha una brocca sulla testa trecce a forma di corona, la sua schiena è dritta e fiera sembra proprio una regina. Da persiane socchiuse desideri celati ansiosi seguono il suo avviarsi leggiadro alla vecchia fontana ciuffi d'erba tra i sassi, sbocciano pensieri d'amore, fantasie nella mente stregata, è più vicino il cielo. Haiku Guardo le stelle dalla cima del monte In prima fila Haiku Vola un gabbiano La nave è già lontana il giorno muore Haiku Notte di vento L'altalena del parco dondola sola
Haiku Dolce rumore La pioggia della notte sulle finestre Haiku Tossisce il vecchio Caramelle alla menta dentro le tasche I bisogni del cuore Negli archivi profondi della mente Schegge di emozioni danzano Sull'altalena della fantasia Come puledri indomiti Cercano mari d'erba Negli abissi dell'io Soggiogati da voci aliene Come leoni in gabbia Mugghiano invano Sono pensieri d'amore Sono dolci illusioni Arse nei crateri ancora vivi Di arcaici vulcani cerebrali Sono speranze e aneliti Soffocati da neuroni asettici Ignari dei bisogni del cuore
Haiku Rumore all'alba Un gatto fa la gobba il cane abbaia Haiku Mare d'inverno Il rumore dell'onda diventa canto Lo scemo? Dicono che non è normale che non ha la testa a posto lui canta sulla strada ha un bel maglione rosso. Lui canta ad alta voce canzoni di un tempo che fu a volte un po' diverse talora sempre le stesse. Sulla sua bicicletta pedala senza sbandare uno sguardo a sinistra poi un altro sguardo a destra. Dicono che non è normale che non ha la testa a posto lui continua a cantare col suo sorriso addosso. Haiku Fiocca l'inverno Là dove c'era l'erba un manto bianco Io stesso Come ho fatto a non capire che quel piccolo uomo seduto sui gradini della solita chiesa è capace d'amare i colori della strada, ogni fiore che incontra quando torna verso casa ? Come ho fatto a non vedere che quel corpo piegato con la mano tesa il capello sul selciato nasconde un grande cuore, un pensiero tormentato, un'anima che trema un sorriso mai svelato ? Come ho fatto a non pensare che quell'essere umano sopraffatto dal freddo dai macigni del destino potrei essere io stesso già vissuto nel passato o col posto già segnato nella vita che verrà?
Mi fermo un poco Andate pure avanti se avete fretta, lasciatemi stare solo ancora un poco, voglio vedere un'altra primavera, colorare i miei pensieri coi respiri e i profumi dei giardini. Andate pure avanti senza di me, voglio stare seduto ancora un poco, ascoltare da casa il silenzio del mare quando s'adagia il sole, all'imbrunire. Andate pure avanti senza aspettare, voglio tenere gli occhi un poco chiusi, sognare d'esser vento e poi volare, andare là dove comincia il cielo per vedere com'è fatto, da vicino. Notte di Natale A mezzanotte fedeli devoti cantano inni di gloria è nato Gesù profumo d'incenso purifica il cuore dei peccatori, nell'aria muta musiche e canti di secoli lontani, nelle panche di legno respiri d'amore, segni di croce sull'acquasantiera sul sagrato il volto dei sorrisi, la pace tra le mani, dalle vallate in festa rintocchi di campane.
Haiku Il cuore ascolta Nel buio della notte parla il silenzio Haiku Sole al tramonto Cucito nella ruga antico amore
Nuvole estive Nuvole le giornate d'estate a sognare una meta con la gioia degli altri sulla sabbia bagnata, balli lenti di sera la rotonda sul mare tanta musica allegra io ragazzo a guardare. Nuvole il ritorno ai miei passi molto prima di tutti un po'svelto - un po' lento sulla strada di casa, i miei occhi socchiusi le mie notti a pensare il mio cuore in attesa di un sorriso speciale.
Risvegli Certo che m'importa se nel mio tempo ci sono giorni o minuti ora che gli uccelli del giardino di casa non cantano più note stonate, che la mia parte di sole è accesa prima dell'alba e l'ultima neve d'inverno ha lasciato il mio prato. Certo che m'importa se il tempo che resta è più corto o più lungo ora che sono arrivati i fiori della primavera, che dal ramo di pesco sboccia profumo di gemme e la parte di cielo delle mie notti buie è già ricca di stelle. Haiku Lontana è l'alba nelle periferie Dell'esistenza Haiku Cade la neve Si vestono di bianco i rami nudi Haiku Passeggia il nonno Nella mano un bastone e il cane accanto
Incantesimo E può accadere in un giorno qualunque d'incontrare per caso alla fermata del bus, in una sala d'aspetto, nel vagone d'un treno, un volto nuovo, una persona sconosciuta, mai vista prima, neppure immaginata. E può succedere di vedere d'un tratto dentro i suoi occhi uno sguardo più lungo, un pensiero che nasce, l'abbozzo di un sorriso, l'inizio di un racconto che profumo d'incanto, come una sera al mare e il cielo accanto.
All'orizzonte Ci sono notti dove s'accende prima l'ultima stella, la luna sembra ancora più vicina, il letto già profuma e s'abbandona. Ci sono albe dove sorride ancora l'ultimo sogno, il mattino lo prende per la mano, lo porta poi con sé come un bambino. Ci sono giorni dove il tramonto chiede un po' di tempo, il sole lo solleva qualche istante, la sera attende muta, all'orizzonte. Haiku Alba d'autunno Su vecchie foglie secche schegge di sogni
Haiku Forte emozione Colgo foglia d'autunno e l'accarezzo Haiku La prima neve copre tutti i colori Ed i silenzi Abissi Non parlo mai dei bisonti vivono in terre lontane, io non le ho viste, non sono stato mai nelle foreste. Non parlo mai dei pesci drago vivono in fondo al mare, io non li ho visti, non sono stato mai dentro gli abissi. Non parlo mai delle aquile volano troppo in alto, io non le vedo, non sono stato mai vicino al cielo. Non parlo mai del perdono nessuno lo conosce, io non l'ho visto, forse non è mai nato, forse è già morto.
Haiku Cade la pioggia Sembra ancora più bianca l'ombra del nulla Come un abbraccio E' grande la mia casa, ha cinque stanze, una terrazza, sette finestre. C'è anche il giardino, pieno di colori e di frutti maturi (come tutti i giardini). E' calda pure d'inverno la mia casa, ma ogni tanto io mi allontano, all'improvviso, per qualche tempo, e vado errando senza una meta, come foglia al vento. Dalla montagna al mare dalla pianura in collina, poi di sera mi fermo dove c'è una locanda, un bicchiere di vino, un suono o un canto, una voce di donna. Quando arriva il gelo ritorno a casa e sento ogni volta un tepore nuovo, un calore che cresce, come un abbraccio, ma un poco più forte. Haiku Sale di tono per coprire il silenzio Un usignolo
Haiku Notte di vento Cigolano i cancelli arrugginiti
Parole Ci sono parole buone per tutti i giorni che nessuno ha paura di usare o consumare sono parole semplici che sembrano leggere quasi di poco valore niente di particolare vanno bene nella strada nei bar o in trattoria con le persone amiche con le facce sconosciute. Ci sono altre parole che usiamo molto poco che teniamo nascoste come gioielli rari le mettiamo da parte per i momenti importanti per le feste in famiglia per le grandi occasioni. Poi all'improvviso senza nessun segnale nascono parole dolci che non sapevamo d'avere sono quelle parole che ci vengono a cercare e a me succede sempre quando io parlo di te. Haiku Dondola il vento Sui prati dell'autunno danzano foglie Haiku Nebbia nel cielo La luna questa notte rimane buia Haiku Emigra un canto per ritornare ancora A primavera
Un po' di me Sfoglio all'indietro i ricordi della mente per leggere qualcosa che parli un po' di me la fisarmonica nuova comprata con sei rate la vecchia bicicletta su e giù per le salite il pallone di cuoio alla fine della messa la maglietta pulita che diventava sporca le granite al limone nel bar sul lungomare la prima sigaretta in tasca poche lire il sole dell'estate che riscaldava il mare i tuffi con gli amici negli occhi tanto sale un battito di cuore ch'era arrivato presto quel profumo d'infanzia che porto ancora addosso. Haiku Prato d'autunno Le gocce di rugiada sopra le foglie Lei era bella! E qualche volta, tornano nella mente vecchi ricordi , ombre sbiadite, rinchiuse tra le pieghe del passato. Tornano, limpidi come cieli senza nuvole, nitidi e chiari, come se l'oggi fosse ancora ieri. Lei era bella! E mi domando, se quella volta, avevo detto la parola giusta, se le mie mani, avevano già pronta una carezza, se tra le pause, lasciavo troppi spazi nella testa, se nei miei occhi, non c'era quel bagliore d'una promessa. Lei era bella! Haiku Splende il mattino Un'aria d'infinito dentro le tasche Haiku Non sono stanco Voglio ballare ancora tutta la notte Haiku L'autunno avanza Sotto le foglie gialle solo terriccio Haiku Fa tanto freddo Ci vorrebbe un'estate o una carezza Haiku Il vecchio è stanco Il passo del bastone sempre più corto. Haiku Capelli bianchi S'adagia sopra gli anni la prima neve Giorni Ci sono giorni che portano pensieri troppo lenti, come un'estate calda senza vento, un battito di ali troppo stanco, il treno d'un binario stretto e lungo, un ramo nudo senza fiori e canto. Ci sono notti che cercano nel buio un orizzonte, come candela nuova sempre spenta, una campana muta che non suona, un cielo senza stelle e senza luna, un sogno che s'inceppa e non cammina. Giorni che già conosco e notti amiche dove mi trovo spesso a chiacchierare.
Haiku La porta è chiusa Entra di notte il buio dalla fessura Haiku Il mendicante di sera conta sguardi E una moneta Haiku Il vecchio solo ha sempre un posto a cena Per il silenzio Quando sarà Coltivo all'alba germogli di pioggia nel mio giardino per riempire d'estate una ciotola d'acqua quando viene la sete per portare di notte il rumore dei tetti nei silenzi del cuore per avere già pronte altre gocce di pianto dopo l'ultima lacrima per nuotare ridendo sull'erba bagnata quando sarà pazzia. Haiku Un tonfo all'alba Frammenti di passato dentro lo specchio
Haiku Già da bambino scrivevo i sogni miei Li leggo ancora Haiku Funghi sul prato Un colore marrone profuma l'alba Haiku Parla il mattino Nella voce l'accento di mio padre Haiku Cigola il vento Sull'uscio un miagolio sveglia la notte Haiku Vento d'autunno Cadono foglie stanche Ondeggia un ramo Haiku L'autunno avanza su zolle e contadini cade la prima neve Haiku Un treno all'alba Corrono all'incontrario sogni e colline Haiku Spunta la luna Lontano nella notte un cane abbaia
Haiku L'ombra si piega nell'ora del tramonto Cade un bastone Haiku Il vecchio è stanco Sul viale del tramonto cane e bastone Haiku Piange la notte Giovane stella cade nei precipizi Haiku Vento d'autunno Sulle panchine solo le foglie gialle Haiku Vento d'autunno Sulle panchine solo le foglie gialle Haiku Cigola il vento sull'uscio un miagolio sveglia la notte Pensieri sparsi Se si parla d'inverno penso ai fiocchi di neve ai rumori del vento alla pioggia che cade, se si parla d'estate penso ai tuffi nell'onda alla pelle bagnata sotto i raggi del sole, se si parla di fiamme penso al fuoco nei boschi alla terra che brucia a quel cervo che scappa, se si parla di fame penso ai bimbi lontani mille angeli al giorno che raggiungono il cielo, se si parla di caccia penso solo agli uccelli tutti quelli che muoiono per un gioco crudele, se si parla di pace penso ancora alla guerra ai soldati scomparsi senza tomba né fiori, se si parla di Dio penso a noi peccatori a promesse di fede che poi vanno perdute, se si parla di cuore penso a tante emozioni agli amori nascosti tra le rughe dei vecchi. La mente veleggia Una panchina verde m'accoglie di sera in fondo al viale della strada di casa, m'abbandono al silenzio ai respiri del vento alla luna che nasce al profumo d'un fiore e la mente veleggia verso spiagge lontane un'occhiata ai ricordi poi ritorna da me, se una goccia improvvisa m'accarezza la guancia un saluto al lampione e riprendo la via. Haiku Coprono il passo le campane del duomo A mezzogiorno
Haiku Un usignolo da lezioni di canto Alle cornacchie Haiku Notte d'agosto Dormono i fichi d'india dentro le bucce E' un tempo nuovo Ritornano parole quasi dimenticate sorrisi antichi pieni di nuova luce, gocce di pioggia con note musicali canzoni antiche rinate dall'oblio. E' un tempo nuovo di fiori e di carezze di occhi bagnati di giorni senza mai, é il tempo dei profumi di pelle nuda al sole di mani nelle mani dei nuovi batticuori. Haiku Di ramo in ramo saltella il passerotto Conosce il gesto Momenti Ci sono momenti che vorremmo fermare allungarli ancora un poco non farli mai finire, quegli attimi fuggenti che non danno vantaggi ma sono come frecce che vanno dritte al cuore. Un'allieva che suona le note d'un violino il gioco di colori sulle vetrate del duomo un nuovo arcobaleno che segue il temporale un grande prato verde sotto i fiocchi di neve. Momenti ed emozioni, soffi di primavera da fermare nel tempo, farli durare ancora. Come i giochi d'artificio quando accendono il cielo il sole tra le tende che accarezza la mano il volto d'un bambino che gioca coi colori la pioggia sopra i tetti quando restiamo soli. Haiku I vecchi saggi adorano il silenzio Ed il rumore Haiku Ogni mattina c'è sempre un po' di sole Oltre la siepe Là nella valle Quando al crepuscolo dalla valle lontana m'arrivano col vento rintocchi di campane io sento all'improvviso nel corpo e nella mente un senso di benessere un tintinnio di pace Immagino di essere in piazza nel paese una fontana al centro in mezzo a poche case due bimbi sorridenti che calciano una foglia la mamma che riscalda la sera e la tovaglia un contadino allegro che torna col trattore l'odore di cantina che sale dalle scale la notte che si apre al canto degli uccelli un lume che si spegne e poi solo le stelle. Pensieri fragili dimmi ancora di te delle cose che non so inventa pure bugie voglio credere ancora dimmi se i fiori che ti porto di sera hanno ancora il profumo dei tuoi desideri se le frasi del cuore che sussurro per te sono parole vecchie che non fanno tremare se i miei occhi stanchi forse vinti dal tempo non danno più luce ai tuoi caldi pensieri se nel volto sereno che da sempre ti mostro vedi soltanto il riflesso del sorriso di un altro ma non farmi sapere se tra pochi minuti avrai solo carezze per chi bacia i tuoi sogni se in quella valigia che hai comprato da sola è nascosto il biglietto d'una stazione lontana Haiku Dalle vallate rintocchi di campana Al crepuscolo Haiku Il pescatore al sole del mattino Rammenda reti
Haiku Ritorna l'alba Tra le rughe del viso sboccia un sorriso Haiku China al cucito a rammendar calzini La vecchia madre Oblio da qualche tempo pulviscoli di nebbia nascondono i ricordi della mia mente lo specchio opaco del mio mattino riflette un'ombra che non conosco chi sono io ? potrei essere un albero sul viale del tramonto un fiore sbocciato nel giardino di cemento un sasso addormentato che vive sotto il fiume una stella lontana che non conosce il mare una foglia che rotola un frutto prelibato il foglio d'un quaderno rimasto sempre vuoto un fungo appena nato che adesso vede il sole un aquilone stanco che cade e poi risale Haiku Asilo chiuso L'altalena dei bimbi dondola foglie Haiku Ogni mattina tante storie di vita Alla fermata Haiku Scuola finita Il treno del mattino è mezzo vuoto Bosco C'è un grande parco sopra la pianura proprio attaccato alla terra di confine io sento sempre un vociare di bimbi anche di mamme sedute ad aspettare la loro lingua è diversa dalla mia tante parole che non so capire Conosco meglio il cinguettio dei merli che un'altalena spinge verso il cielo battiti d'erba coperti dalle foglie soffi di vento lassù dalle montagne dietro il castagno i salti d'un ruscello dai fiori verdi un volo di farfalle Sono i rumori che sento a casa mia gli stessi suoni gli stessi bisbigli Haiku Il mendicante All'ombra della sera conta monete Haiku Cinque di sera La porcellana del the riscalda il fiore Haiku Accanto al letto Di notte una conchiglia mi canta il mare Ciao continuavo a sentire un brivido un fremito qualcosa che ricorda quel tremolio di quando abbiamo una febbre leggera che continua a salire quella sensazione di cerchio alla testa che non trova risposta quell'inquietudine che ci accompagna quando un nostro figlio tarda a rincasare nulla di tutto ciò però mi turbava continuavo a camminare con il passo lento come se qualcosa mi frenasse l'andatura poi all'improvviso di fronte a me un'amica comune hai saputo? mi chiede no - chi? -lui? si- se n'è andato allora ho capito da dove veniva quel malessere strano in un solo momento ho potuto imparare quant'è il peso del corpo quando cade una lacrima
Haiku Donna malata Lo sposo ogni mattina nutre l'amore Haiku Il ramo è triste L'usignolo non canta Ugola stanca O forse si no-non può essere o forse si tutte le notti dalla finestra mi viene in sogno un usignolo vedo una lucciola anche di giorno che accende i rami del mio giardino il vecchio albero di fronte casa ora è più giovane sembra un bambino un pianoforte suona per ore quando accarezzano i tasti neri no-non può essere o forse si una formica su un'ala di farfalla gioca col vento senza cadere un brutto rospo vive felice con la sua sposa che chiama fata il bimbo scuro diventa biondo tutte le volte che guarda il sole dalla campagna m'arriva a sera sempre il rintocco di una preghiera no-non può essere o forse si L'amico lontano parlami di lui dell'amico lontano di come sta che cosa fa se coltiva le rose sorride agli uccelli strimpella le note della sua chitarra se vive in campagna fuma ancora la pipa riceve regali per il suo compleanno digli di me quando lo vedi che passeggio col cane dormo bene di notte studio un poco l'inglese vivo in buona salute (solo qualche pastiglia) ascolto musica jazz scrivo qualche poesia parlo ancora il dialetto della nostra città digli ti prego senza insistere troppo che conservo da sempre nel cassetto del cuore i sapori e i profumi delle nostre stagioni Lavori estivi Fascio di pesci azzurri colora il mare Notte di stelle I sogni giovanili dormono svegli Haiku S'è rotto in sogno l'aquilone del bimbo Carezze pronte Intuito ho capito di essere vecchio quando ho visto le mani più bianche le dita indurite affusolate ho capito di essere vecchio quando ho visto dei segni sul viso le rughe profonde le cicatrici ho capito di essere vecchio quando ho visto tutti i fiori del prato dello stesso colore marrone scuro ho capito di essere vecchio quando ho visto un usignolo sul ramo che cantava felice non sentivo le note ho capito di essere vecchio quando ho visto gli amici di sempre andare lontano ora sono di meno Haiku Dopo la notte Se dormo o se non dormo l'alba ritorna Haiku Nella soffitta la polvere sui giochi Ero bambino Carezze appena svegli sembrano veri i dolci sogni della notte subito dopo cadono a pezzi s'infrangono sui muri dei palazzi solo i brutti sogni non muoiono all'alba s'attaccano alla pelle restano intatti forse un'invenzione li terrebbe lontani uno stratagemma fingersi svegli poi prendere al volo soltanto i sogni belli tenerli per mano accarezzarli Haiku Io vagabondo La sera mi sorride quando ritorno Haiku Prego al mattino Fedele come l'ombra quando c'è il sole Haiku Sui marciapiedi di notte è sempre buio Lucciole finte
Haiku L'anziana notte m'aspetta anche se tardo Ceniamo insieme Poeti azzurri La notte porta in dono sempre un colore Un vecchio ceppo Della vecchia quercia è rimasto solo il ceppo nel grande parco di fronte casa mia. Ha perso tutti i rami non ha ghiande né foglie solo cerchi di anelli che scrivono gli anni. Sembra un ceppo morto invece è sempre vivo si gonfia se fa caldo si stringe se c'è il gelo. Una corteccia grigia lo copre quasi tutto con lo stesso colore di questo mio cappotto. Suoi amici stretti dei funghi saprofiti che gli stanno vicini per fargli compagnia. Haiku Cancelli aperti Il turno della sera Timbra la notte Haiku Al crepuscolo Con fili di memoria ricamo anni Colori e profumi Arrivano sempre colori e profumi sulle finestre di casa mia il giallo dell'estate il verde del prato l'azzurro del cielo il rosso del tramonto un bianco di colline in primavera tra le fessure tutto l'odore di rose rosse di pesche mature in autunno dalla campagna l'aspro sapore della vendemmia. Haiku Scricchiola il buio Le carezze del vento su foglie secche Haiku Limoni accanto Seduto all'imbrunire leggo poeti Haiku Magica sera Amore a prima vista Un pianoforte Un po' di sole La mia casa è come quella degli altri, stesse finestre quadri a parete respiri di scale. Il mio giardino è come quello degli altri, colori di fiori il merlo del mattino farfalle in volo. La mia strada è come quella degli altri, salite e discese foglie sui marciapiedi manifesti sui muri. Il mio libro è come quello degli altri, pagine piene di parole d'amore che io leggo di notte quando tutto è buio e voglio sentirmi addosso un po'di sole.
Arlecchino ho raccolto parole scartate dai poeti pallottole di carta finite nel cestino ho unito tra loro quelle tracce sciupate per fare un vestito alla mia poesia dai piccoli ritagli sono nati versi strofe complete di schegge cucite e a Carnevale poeta Arlecchino leggerò ai passanti le parole buttate Haiku Sotto il ciliegio snocciolavo ricordi Si fece sera
Haiku Stessa domanda nel buio della notte Stessa risposta
Haiku Tra i ciclamini Foglietto nelle mani Scrivo colori Haiku A primavera si spegne lentamente l'ultima neve
Haiku Gelo e disgelo Macchie di leopardo le nostre vite Haiku Ramo d'ulivo Si specchia nelle foglie la mia pace Haiku Il merlo nero gorgheggia sopra il tetto senza spartito Signor Lei e tu mi dici che devo darti del Lei che sei una persona colta un uomo importante un personaggio di primo piano nella società e forse non sai signor Lei che mi somigli molto hai gli stessi difetti uguali tentennamenti le mie stesse paure e non t'accorgi signor Lei delle tue fragilità che hai bisogno d'amore che sei un granello del mondo come me Haiku Diventa rossa quando parla d'amore La rosa bianca Haiku Conchiglia muta Riposa anche stasera l'onda del mare Haiku Stella cadente S'accende all'improvviso un desiderio Haiku Il contadino torna alla sua sposa All'imbrunire
Haiku L'ombra nasconde sorrisi di farfalle innamorate Haiku Nell'aria mite profumo di limoni Echi lontani Haiku Nessuno compra al mercato dei fiori Piange l'amore Haiku Vento leggero soffia sui miei ricordi Dolci pensieri Haiku Bambini buoni Nel futuro del mondo Arcobaleni Pensieri Presto sarà estate, presto sarà sole e anch'io raccoglierò conchiglie sulla sabbia, là dove s'incontra il mare. Non tutti i sogni muoiono all'alba; qualcuno muore appena nato,qualche altro non è mai finito. Capita di essere sosia di se stessi e di vivere due vite nello stesso momento. L'uomo oppresso ama andare verso il mare, perché il mare è libero come la sua immaginazione. Zampilli …e coi nipoti fare correre i trenini, alzare insieme nel cielo gli aquiloni, scambiarsi poi merende e figurine, bere dall'alto zampilli di fontane. Tirare in porta dei calci ad un pallone, lanciare sassi lontano, dentro il mare, macchiare insieme le dita delle mani, restare vecchi ed essere bambini. Domande Dove vanno le stelle quando il cielo è buio, le onde del mare quando cala la sera, la primavera nelle altre stagioni, la luna piena quand'è già mattina? Dove vanno le nuvole dopo il temporale, i sogni della notte quando s'affaccia il sole, i colori del mondo se non c'è l'arcobaleno, i ricordi svaniti del mio tempo lontano ? Pensieri Forse un giorno dovrò rimproverarmi per non avere amato di più i fuori e per aver sentito poco i l profumo dei gerani e dei limoni. Non so se gli uccelli sorridono ma lo fanno certamente quando sul ramo nasce un fiore. Prima di addormentarmi leggo sempre una poesia per aiutare il dondolio dei miei sogni. Spesso non comprendiamo le domande degli altri perché ascoltiamo con le orecchie e non con il cuore.
Spaventapasseri A volte mi sento uno spaventapasseri, un manichino in un campo di grano. Fantoccio di pezza con abiti stracci, un cappello di paglia come riparo dal sole. Dovrei simulare una presenza umana ma sono soltanto una controfigura. Passeri e corvi mi stanno vicini, sono il loro trespolo per riposi brevi. Mi tengono dritto due sbarre di legno, una corda in mezzo a formare una croce.
Pensieri La vita è come una strada di campagna, con le zone d'ombra e le zone di sole. Certe volte parlo a voce alta da solo; sono i momenti in cui bisticcio col mio cuore. Un volto senza sorrisi è come un cielo senza stelle. In chi ha subìto molte sconfitte è più dolce il gusto della vittoria. Pensieri Dietro una tenda ,non si sa mai se c'è una finestra aperta, una finestra chiusa o nessuna finestra. Forse un giorno, rileggendo qualche mia poesia scartata frettolosamente, dovrò chiedere scusa al mio cuore. Qualche volta ,in campagna, cammino a piedi nudi per portare a casa l'odore dell'erba. Le carezze hanno lo stesso effetto degli unguenti: leniscono le ferite.
Pensieri Chi tiene un uccello in gabbia ruba alla natura un tassello della sua armonia. Non si sa mai se dietro una tenda c'è una finestra chiusa, una finestra aperta o nessuna finestra. Un volto senza sorrisi è come un giardino senza fiori. Se vuoi saperne di più del mare e delle navi, chiedilo ai gabbiani. Fogli pesanti S'è staccato un foglio dal diario che segna questo anno che va. L'ho trovato disteso, attaccato al tappeto, come foglia di ramo adagiata sul prato. C'è una pagina piena di parole affettuose una data d'inverno, è del mio compleanno. Ho raccolto quel foglio l'ho rimesso tra i giorni, era zeppo di nomi, era carico d'anni. Pensieri Se un giorno decidi di lasciare la tua città, porta con te una valigia piena di fazzoletti. La bellezza di una donna non si misura dai centimetri dei suoi fianchi, ma dal numero dei suoi sorrisi. Quando vedo una sedia vuota, non so mai se è per qualcuno che sta per tornare o di qualcuno che è andato via per sempre. Si può sentire tanto freddo anche in una calda giornata di sole. Ciliegi in fiore C'è un profumo di ciliegi, nel mio giardino. Guanti bianchi sui rami, sono candidi petali che guardano il cielo. Sto seduto, a piedi nudi, su un tappeto a colori. Un foglio, una matita, nessun tetto, nessuna chiave. E' la mia stanza, solo corolle di fiori. Come uno scemo Stamattina, mentre scrivevo i miei pensieri, quelli di oggi , quelli di ieri, all'improvviso, la mia mano s'è fermata; era stufa di sentirmi piangere, ridere ridere, piangere piangere, ridere come uno scemo. Pensieri Ci sono lancette d'orologio che girano più lentamente di altre. Sono quelle della malinconia. Alcune persone ridono per abitudine, altre perché sono contente ed altre ancora per nascondere le loro lacrime. I complimenti di chi non ci conosce hanno il profumo della sincerità. Nelle gare, come nella vita, tante volte si parte con un numero e poi si arriva con un altro. Pensieri Se nella vita non hai trovato ciò che desideravi è perché non hai saputo cercare Anche nei momenti di tristezza trova nella mente un angolo dove poter ridere In chi soffre , ogni parola detta col cuore diventa un arcobaleno di speranza Si può sentire tanto freddo anche in una calda giornata di sole La Vecchia Medicina è stato sempre a due piani quell'edificio abbandonato il reparto donne era sopra al pianoterra gli uomini è diventato da tempo la grande casa dei gatti di qualche altro animale che non trova riparo nella parte davanti un neon arrugginito un filo della luce che porta solo buio dalla parte di dietro disegni sopra i muri dei grandi scarabocchi con frecce dentro cuori ogni notte sulle porte il cigolio dei legni qualcuno dice in giro che vivono i fantasmi in una piccola camera una parete riservata dentro un turno di carta il mio nome con la data Pensieri Ci si può innamorare solamente una volta nella vita, il resto sono solo avventure, più o meno lunghe, più o meno brevi. Ci sono sorrisi che nonostante l'età non hanno nemmeno una ruga. Molte volte non si notano le cose belle perché si vede con occhi che non sanno guardare. Se conduci una vita sbagliata e pensi di non cambiarla, prima o poi qualcun altro lo farà per te. L'orologio del mondo quando l'aratro del tempo finirà di tracciare anche l'ultimo solco sul nostro viso stanco e la luce del giorno sarà solo l'ombra di un tramonto in arrivo cammineranno ancora le lancette del mondo si vedranno arcobaleni dopo i grandi temporali ci saranno girotondi nelle mani dei bambini voleranno sempre suoni dagli uccelli sopra i rami sbocceranno nei colori tutti i fiori dei giardini dalle chiese nelle valli dolci tocchi di campane nei dipinti degli inverni il profumo delle nevi verso terre sconosciute sempre impavidi gli eroi grandi navi sulle onde con gabbiani e marinai Sole nero lingue sconosciute profumi strani sogni che camminano su corpi senza nomi sulle mani nude gocce di sudore nel sole il freddo un graffio nel cuore sono figli del buio dei cieli senza stelle sono spezie senz'odori sulla pelle solo mare loro chiedono all'aria arcobaleni nuovi sfumature di nero dentro i soliti colori aspettano di leggere il libro del futuro disegnare quelle virgole che parlano d'amore Pensieri Camminare non è soltanto fare movimento ma è un modo per incontrare la natura, per avvicinarsi alle sue piccole cose, alle sue tante sfumature e poi lasciarsi sorprendere e stupire. Gli schiamazzi dei bambini mi ricordano i fuochi d'artificio delle feste paesane. Anche occhi che non piangono possono mostrare mille lacrime. Un'agenda senza appuntamenti è come una torta di compleanno senza candeline. Pensieri Quando tutto ti appare scuro, ricordati che esistono i sogni Molte volte ci facciamo quelle domande a cui abbiamo già dato una risposta sbagliata Quando ti svegli di cattivo umore, affacciati al balcone e guarda il tuo giardino Una vita vissuta senza la gioia d'amare è solo una collezione di giorni inutili San Francisco l'ultima sera seduto sul terrazzo dell'hotel guardavo il cielo e pensavo mi trovavo lontano diecimila e settecento chilometri da casa mia eppure mi sembrava di respirare l'aria del mio giardino ascoltavo una lingua straniera e mi pareva di sentire il dialetto della mia città dalla baia arrivava un profumo di mare che mi ricordava… poi la guida mi chiamò dovevamo riprendere il volo Oltre il buio avevano chiuso la strada delle poesie c'era gente armata non si poteva passare ho costruito perciò aeroplanini di carta ho riempito le ali di consonanti e vocali un vento amico li ha fatti volare al di là delle sbarre oltre gli uomini neri sono atterrati così come fossero semi dai germogli alberi dai rami parole cielo sole mare luna stella cuore padre madre figlio pace mano amore Oggi sento un fremito, un tremore, un brivido, una forte eccitazione. Mi era già successo l'anno scorso, il primo giorno di primavera. Se fosse se fosse un colore sceglierei ancora il rosso un campo di papaveri senza fine e senz'inizio dipingerei la strada a questo vecchio cuore che non sa dove andare se fosse una nota vorrei il do maggiore sui tasti in bianco e nero la voce d'un violino un concerto all'aperto fatto di mille sospiri io ti stringevo la mano se fosse acqua sarebbe sempre il mare la mia vela bianca in compagnia del sole i soffi del vento ora forti ora leggeri come battiti d'ali Pensieri Per vincere non basta avere fortuna ma bisogna conoscere bene le regole del gioco Le mezze verità sono strette parenti delle bugie Chi evita il saluto non ha il cuore sereno Se commetti un errore, non sprecare energie psicofisiche arrabbiandoti ma concentrati su cosa fare per non commetterlo più
Pensieri Se incontri per strada uno sconosciuto,salutalo; potrebbe aver bisogno di sentirsi vivo Se si cercano nuove opportunità è meglio essere esagerati che banali Un amore finito può ricominciare, ma non ricomincia mai da dove era nato; rincomincia sempre da dove era finito Pensieri Se ti siedi su una panchina sperando che qualcuno s'avvicini, ti stai sbagliando; il mondo è pieno di panchine con uomini soli Il sorriso di un bimbo è più contagioso del suo morbillo Chi parla spesso del passato non ha buoni motivi per parlare del futuro Apprezza chi ti fa un rimprovero giusto più di chi ti loda senza merito Desideri vorrei avere due braccia che sanno farmi volare guardare il mondo dall'alto per poter meglio capire essere a modo mio un piccione viaggiatore lasciare il nido al mattino alla sera poi ritornare
Cartoline ho un cassetto ripieno di vecchie cartoline colorate o in bianco e nero mescolate tra di loro immagini vere di mondi assai lontani oceani di sole antiche cattedrali fra le parole scritte sempre un caro saluto il calore di un sorriso una firma per esteso Pensieri Chi tradisce trova la gioia del corpo ma perde la pace dell'anima Una casa senza giardino è come un vestito senza tasche Solo chi non ha lasciato buoni esempi muore per sempre Chi riconosce un proprio errore merita molte attenuanti Pensieri C'è chi piange e c'è chi ride; ognuno mostra ciò che sa fare meglio Per condannare gli altri ci bastano gli indizi, per essere condannati pretendiamo le prove Quando finiscono i pettegolezzi cominciano le menzogne Il buio non è soltanto mancanza di luce Pensieri Non ho ancora capito qual è quella cosa che può assomigliare un poco all'amore Dopo una curva c'è sempre un tratto di strada dritta Anche se dici che è l'ultima volta speri sempre che accada ancora Solo un cuore già morto può ubbidire alla mente
Follia quando in amore si desidera qualcuno comincia dentro noi un nuovo cammino se questo qualcuno donna o uomo che sia per qualunque motivo non ci può ricambiare divampa dentro noi dalla scintilla un fuoco un incendio senza fine il pensiero è già smarrito non ci attrae più la campagna il canto d'usignolo la luna nel suo cielo il sole del mattino non si leggono i giornali non si corre per le strade si è già stanchi sul lavoro si allontanano gli amici di giorno e di notte la mente è sempre buia lenta muore la speranza nasce pazza la follia Pensieri L'anima fredda non conosce i colori, vede solo in bianco e nero Ogni tanto raccogli un fiore e regalalo ad una persona anziana Quando sento cantare un uccello, spengo subito la radio Se rubi i fiori del mio giardino, lascia almeno una rosa
Casomai continuerò a leggere poesie d'amore per non dimenticare le loro parole il loro suono casomai qualcuno volesse un giorno sapere di me
C'è qualcosa che mi sfugge ho provato molte volte a fischiare come gli altri ma non sono molto bravo l'aria resta sempre in gola come un soffio che abortisce un acuto che non esce un sospiro che finisce un respiro che non nasce stamattina all'improvviso fischiettavo una canzone sono uscite note chiare ero accanto a tanto sole Raffiche io sarò ancora qui quando è finito il vento a contare le raffiche su questo corpo stanco a raccogliere i cocci le briciole e i frammenti i cumuli dei fogli i sogni tutti infranti poi aprirò la porta in cerca di un tepore qualcosa che somigli a un battito del cuore a una stretta di mano un abbraccio conosciuto alle lacrime di un fiore a un volto tanto amato Il mio vento liberava al cielo l'aquilone colorato carico dei sogni ch'avevo da bambino giocava sul mio prato a fare le capriole asciugava le lacrime dei miei giorni neri cacciava via i pensieri delle notti più tristi allontanava le nuvole delle mie debolezze mi è sempre stato amico il vento ! ora aiuta ogni passo del mio debole corpo nel tratto più ripido che porta verso casa poi muove alla mia sposa i suoi capelli biondi per mostrarmi tutta intera la bellezza dei suoi anni si ferma assieme a noi per riposare un momento poi riprende la sua corsa vuol tornare ad esser vento Curriculum avevo inviato tutti i dati richiesti la data di nascita lo stato civile avevo messo i lavori precedenti i giudizi positivi gli obiettivi raggiunti avevo scritto che amo gli animali che ascolto la musica quando voglio sognare nelle notti stellate guardo sempre il cielo mi commuovo spesso se ricevo un regalo hanno risposto che non sono pronto le mie spiegazioni non erano attinenti a tutti i direttori della loro azienda interessano poco passioni e sentimenti Orologi c'è il tempo dei giochi delle bambole bionde dei pupazzi colorati il tempo dei compagni dei banchi di scuola dei libri e dei quaderni il tempo dei grandi delle mogli e dei mariti del lavoro e dei riposi c'è il tempo dei pensieri delle grida e del tacere dei silenzi e del parlare il tempo degli addii dei cieli senza stelle del sole senza luce poi il giorno dei ritorni dei passi ritrovati il tempo dei sorrisi
Sorrisi di strega suoni assordanti grossi macigni graffi di artigli colpi di pugnale a volte le parole cazzotti in faccia coltelli affilati sorrisi di strega frecce di spine lame di spade virus letali che uccidono senza ammazzare a volte le parole
Voglia di futuro ho riascoltato suoni di campane musiche antiche vecchie melodie ho dato l'acqua all'erba del giardino è nato un fiore sul ramo più lontano ho aperto al vento le porte e le finestre gli ho consegnato i miei momenti tristi ora è più forte il bisogno di futuro il desiderio di ridere con chi mi sta vicino la voglia di vedere un orizzonte nuovo svegliare quel fanciullo che dorme dentro me guardare tutti i giorni con occhi di bambino andare coi miei passi la mano nella mano
Colori da qualche tempo sento ancora più forte il desiderio di scoprire i segreti dei colori se nascondono ombre sentimenti da nutrire se sono figlie vere le tante sfumature se hanno debolezze desiderio d'avventura se aspettano anche loro che venga primavera così continuo a guardare il verde di una foglia che poi diventa gialla il bianco di una sposa che vuole la sua chiesa il nero delle nuvole dei grandi temporali la luce di ogni stella nel blu di tutti i cieli l'azzurro delle onde regine di ogni mare il rosso di un tramonto che lentamente muore Vacanzieri fanno mille chilometri partendo molto presto per andare ogni anno nel medesimo posto estate dopo estate si fermano a guardare la stessa fetta di cielo un mare sempre uguale ascoltano per giorni soffi di vento conosciuti suoni e rumori noti raggi di sole invecchiati noi possiamo apprezzarli come buoni vacanzieri ma non amano le sfide non sono veri viaggiatori non vanno all'avventura come i grandi esploratori hanno paura dell'ignoto di quanto può accadere non vengono attratti da una terra sconosciuta come fanno i viandanti senza meta e senza data non conoscono ancora le altre voci del mondo il richiamo del cuculo tra i boschi di castagno Voci piuttosto che sentire sempre le stesse frasi parole senza senso solo discorsi vuoti preferisco ascoltare i rumori della strada il linguaggio delle cose i respiri della vita un fiume che corre per abbracciare il mare il sole che sorride mentre colora un fiore un canto d'uccelli il suono d'un violino un forte temporale e poi l'arcobaleno il rosso d'un tramonto un giorno a primavera le voci di campagna tutta quanta la natura un tenero cuscino che odora di bucato la pioggia della notte che sbatte contro il vetro un ramo che si piega in lotta con il vento il volto di un sorriso che poi diventa pianto C'è un tempo c'è un tempo in cui si sente molto forte il desiderio di quiete di stare un po'da parte ascoltare quel silenzio che parla a bassa voce i suoni e le canzoni che non svegliano ferite una voglia di pace che aumenta con gli anni che diventa piano piano il più forte dei bisogni come accendere un fuoco se la notte è troppo fredda attendere l'estate anche quando poi ritarda invitare le persone che vogliamo frequentare uno sguardo e una parola basta poco per capire circondarsi degli odori che ci piace trattenere dei profumi della casa che impariamo più ad amare poi raccogliere nell'aria i colori della strada per dipingere d'azzurro quel che resta della vita Dai giardini dell'anima mi piace sempre più improvvisarmi poeta per scrivere frammenti immagini di vita un uomo che si ferma per guardare la luna un cucciolo al tramonto che torna alla sua tana un sasso che respira un'ape che fa il miele il ramo che si gira al nascere d'un fiore la stella ancora giovane che non vuole cadere un fiume sotto il ponte che corre verso il mare due bimbi che saltellano tenendosi per mano uccelli che cinguettano poi vanno verso il cielo la foglia troppo stanca che rotola sul prato il volo di una rondine che torna nel suo nido il profumo di una donna che sale in ascensore passioni e nostalgie dentro un battito di cuore Luoghi certi giorni speciali quando l'aria è pulita e il sole illumina i colori della strada mi viene la voglia di uscire di casa andare dove capita senza una meta precisa c'è dentro di me qualcosa che mi spinge un impulso continuo che non riesco a frenare comincio a camminare nelle solite vie poi vado verso luoghi che sento un poco miei il parco degli uccelli il maneggio dei cavalli i filari dei vigneti il sentiero dei ricordi la grande torre antica l'osteria sulla collina la terrazza bellavista la laguna un po' lontana poi torno soddisfatto da dove ero partito con gli occhi ancora pieni di cielo e d'infinito Ladro di parole avevo già scritto una nuova poesia con parole dolci che venivano dal cuore ma poi ho ascoltato quelle stesse parole da un marito alla moglie in un letto d'ospedale così ho cancellato senza rimpianto alcuno i versi già scritti dalla mia stessa mano tra quelle tenerezze non volevo sembrare un ladro qualunque che copia l'amore Mi accompagnava il tempo ho sempre seguito il tempo della vita le sue chiare impronte il suo passo scandito sono stato con lui nelle diverse stagioni con il sole del mattino dentro il buio dei temporali abbiamo vissuto uniti tutti i minuti dei giorni tutti i mesi degli anni le notti degli inverni lui mi è stato vicino nelle aule della scuola sui sentieri dell'amore nei tramonti della sera è stato sempre per me un vero amico leale non mi ha mai mentito non m'ha rubato le ore ha modellato il mio corpo tenendo conto dell'età non mi ha lasciato solo con le mie fragilità ora giorno dopo giorno sto perdendo le sue tracce non riesco ad inseguire lui continua a camminare Rotaie sul binario morto della vecchia stazione da qualche tempo c'è fermo un vagone è diventato la casa di gatti senza tetti un riparo sicuro dal freddo delle notti ha lenzuola di ferro cuscini arrugginiti ma è il rifugio preferito di animali abbandonati è il vagone d'un treno che ormai non corre più non saluta gli impiegati gli studenti un po' chiassosi ora parla solamente coi suoi nuovi passeggeri fanno tanta compagnia quando si rimane soli Notte di Natale a mezzanotte fedeli devoti cantano inni di gloria E' nato Gesù profumo d'incenso purifica il cuore dei peccatori nell'aria muta musiche e canti di secoli lontani respiri d'amore tra le panche di legno segni di croce sull'acquasantiera sul sagrato il volto dei sorrisi la pace tra le mani dalle vallate in festa rintocchi di campane Piume mi hanno regalato un abito di piume con i sette colori che ha l'arcobaleno ma non sono un uccello forse neppure un uomo la mia natura vera è avvolta in un mistero potrei essere un albero sul viale del tramonto un fiore sbocciato in un giardino di cemento un sasso addormentato che vive nel suo fiume una stella lontana che non conosce il mare una foglia che rotola un frutto prelibato il foglio di un quaderno rimasto sempre vuoto un fungo appena nato che può vedere il sole un aquilone stanco che cade e poi risale Figlio della notte ho lasciato la strada delle genti che mostrano un sole sempre nero che dicono parole senza suono che chiedono cos'è l'arcobaleno ora sono un figlio della notte delle lune che vivono nel cielo il silenzio del buio è la mia stanza l'ombra del vento il mio respiro resterò per sempre ad ascoltare il profumo delle foglie di limone il linguaggio segreto d'ogni fiore quel fiume che si rotola nel mare ora sono un vagabondo delle stelle un lupo solitario senza tana un'anima che cerca un nuovo nido i battiti del tempo che verrà Rifugio quando i brutti sogni delle mie notti grigie allungano le mani sul giorno che nasce mi metto in disparte tra pensieri e dubbi trovo sicuro rifugio nella stanza dei ricordi apro tutti i cassetti di una vecchia scrivania quei posti che raccolgono i miei momenti belli tiro fuori uno a uno i compagni della scuola le partite di pallone d'ogni fine settimana la mia prima pergamena con il voto degli esami i viaggi per il mondo gli aeroporti sempre pieni dopo vado sulla strada con un animo sereno parlo e scherzo sorridendo con chi più mi sta vicino e riporto sempre a casa ogni immagine del giorno poi conservo la più bella per quegli anni che verranno La prima volta è al numero diciotto in via della Riviera mi aveva confidato un compagno di scuola arrivai a piedi non era molto lontano trovai facilmente la casa col giardino vieni lei disse guardandomi dall'alto non avere paura il cancello è aperto era la prima volta che facevo quelle scale il mio cuore batteva continuavo a salire così mi ritrovai poco più che ragazzo a sentire sulla pelle un calore diverso il corpo inondato da un profumo sconosciuto la testa quasi vuota il respiro accelerato dopo venti minuti scesi le stesse scale un giradischi ripeteva le sue canzoni d'amore e sulla via del ritorno la mia mente volava ero diventato più grande in via della Riviera Leggero come sono ho tolto l'altro ieri dalle tasche dei vestiti le cose che non servono che ormai non uso più gettoni di telefono tre tessere scadute un accendino usato una vecchia moneta quattro stuzzicadenti una matita colorata due bustine di zucchero una chiave arrugginita ho tenuto soltanto la patente di guida gli orari del dottore la foto della casa ora cammino bene non sento la fatica il respiro è più libero come fossi in discesa potrò affrontare meglio leggero come sono le scale della chiesa quell'ultima salita Il mendicante un uomo sempre curvo vicino al suo bastone siede sul marciapiede della strada principale ha l'aspetto sofferente il vestito stropicciato una mano aperta e tesa il cappello quasi vuoto nessuno si domanda se quel corpo trasandato ha un cuore che pulsa un'anima che trema se porta una ferita un vagone di pensieri se ha una casa senza tetto un giardino senza fiori se riesce a sentire il profumo dei colori da quanto tempo poi non ascolta il suo mare se si commuove ancora quando cade una foglia quando piange un bambino quando muore una stella e nessuno ancora sa che quel viso da niente forse un po' insignificante dona sempre il suo sorriso a chi passa e non si ferma a chi corre e non si gira a chi guarda e poi saluta a chi lascia una moneta Storie vere con gli occhi bagnati ho salutato il mare i respiri della casa il profumo dei limoni ho lasciato il mio sole agli amici più cari ho baciato le lacrime dei miei genitori ho voluto raggiungere le sirene più lontane la certezza del lavoro il richiamo degli amori ma nel buio della notte c'era l'eco del paese i ricordi dell'infanzia i rintocchi delle chiese ho vagato molto tempo in balia dei sentimenti poco a poco poi negli anni ho placato i miei tormenti ormai libero e felice ho una vera identità i grovigli dei pensieri tutti sciolti e dipanati ora stringo tra le mani le due vite in una sola nel mio cuore le due terre nella quiete il mio domani La gloria effimera invidio qualche volta quel bravo calciatore che gioca col pallone e segna un grande gol che si tuffa sull'erba sommerso dai compagni e dice grazie al cielo stringendo forte i pugni che poi caracollando ritorna a centrocampo la voglia nella mente di fare un altro centro ma poi mi rendo conto che l'eroe di giornata se sbaglierà un rigore nella prossima partita non avrà più gli applausi di tifosi e compagni gli stessi che prima l'avevano osannato è una gloria effimera come pianta annuale ch'è facile a crescere ma anche da estirpare un po' come la vita che abbraccia il vincitore ma che poi l'abbandona anche al minimo errore Previsioni meteo : solitudine giorno dopo giorno accompagno lentamente la solitudine d'un corpo sconfitto dall'età come foglia sul ramo in balia dell'autunno sono facile preda di un tempo senza pietà curvo e acciaccato muovo i miei passi come uccello che vola con una sola ala mi cadono gli oggetti anche quelli più cari fili di marmo arrugginiti sono ormai le mie mani solo petali sparsi nel giardino dei pensieri davanti ai miei occhi un muro senza fori le parole sono mute i sorrisi quasi spenti il cuore è dominato da battiti già stanchi vivo solo con l'anima nella mia vuota dimora la giovinezza un inganno l'amore una chimera
Respiri nella notte qualche volta di notte quando il sonno è lontano accompagno i miei passi tra i silenzi delle strade dopo un poco mi siedo sui gradini d'una chiesa e dico ai miei pensieri di stare un po' lontani mi fanno compagnia gli odori delle case un neon che lampeggia il vento che respira mi arrivano i rumori dell'acqua d'un ruscello di un fiore che sbadiglia d'un gatto che si sveglia mi sento per un'ora il padrone del paese con le stelle e la luna accese solo per me poi quando arriva il freddo ritorno verso casa non voglio più aspettare quell'alba che mi gela e ascolto le canzoni che nascono dal cuore la pace della quiete il sonno che mi vuole Vetrine sgabelli seggioloni un tavolino tondo un portacenere grande con mozziconi dentro una birra in mano di marca straniera aria sul marciapiede fuori dal solito bar impiegati in sosta per la pausa pranzo operai senza lavoro in cassa integrazione filosofi di strada con la stessa ideologia uomini e donne senza un loro amore è una vetrina all'aperto senza merce o scaffali senza vetri chiaroscuri ma con manichini veri una vetrina per vedere per essere guardati dove si compra e si vende senza nessuna garanzia e mentre gli altri corrono qui stanno tutti fermi vanno solo i pensieri ma forse neanche quelli ed io ancora non so da che parte devo stare se continuare a correre o fermarmi a guardare poi riprendo piano la mia solita strada e accelero il passo solo se piove o tira vento solo se incalza la sera se devo fare in fretta perché dal mio balcone si vede meglio la luna
Un piccolo dono siete tutti invitati al mio compleanno nella casa in campagna il 14 febbraio faremo un brindisi con spumante italiano una fetta di torta due tartine col vino un po' di musica barzellette pulite una foto ricordo poi quattro risate vi chiedo soltanto un piccolo dono che qui in campagna non riesco a trovare portatemi un libro di poesie d'amore di Garcia Lorca o di Jacques Prevért Desideri.. e nulla più vorrei avere spalle più larghe con un posto sicuro dove poggiare due ali chiedere agli uccelli d'insegnarmi a volare poi andare con loro su e giù per il cielo vorrei avere una lista dei sogni da sfogliare la sera quando vado a dormire sceglierne molti belli e impossibili qualcuno più semplice che si può realizzare vorrei amare buoni e cattivi essere amato non importa quanto perché in amore non ci sono misure anche il più piccolo è già grande amore Se Dio dorme sento parlare di coincidenze cattiva stella casualità di sorte avversa circostanza fortuita combinazione fatalità ma è soltanto sfortuna se nella stessa famiglia c'è un figlio invalido e il padre allettato? è forse un contrattempo se la stessa casa ha la figlia sedotta e una madre malata? è solo un imprevisto se piccoli bimbi si trovano in mezzo a sporcizie dei grandi? io credo piuttosto che qualcuno lassù decide da sempre il nostro destino e se lui s'addormenta per un paio di ore nasce subito il male si fa strada il dolore I miei bravi maestri si nota nei versi di alcuni poeti un ordine lineare un filo conduttore qualcosa che ricorda il binario d'un treno la linea bianca e dritta che segna la via le trame ben narrate dei romanzi d'amore l'inizio e la fine di tante storie vere ci sono altri poeti che scrivono versi senza un ordine vero senza un filo conduttore parlano dell'astratto esplorano l'inconscio i moti dell'anima i misteri dell'arcano come i vecchi filosofi sono attratti dall'ignoto dagli enigmi e dilemmi dall'occulto del pensiero gli uni e gli altri poeti sono buoni maestri la fonte e la sorgente di tante mie parole sono una guida sicura la mia sola bussola la stella cometa la mia vera ispirazione la grande e forte spinta per studiare la vita per capire come nasce poi perché tutto finisce Linguaggi e labirinti si nota nei versi di alcuni poeti un ordine lineare un filo conduttore qualcosa che ricorda il binario d'un treno la linea bianca e dritta che segna la via le trame quasi uguali dei romanzi d'amore l'inizio e la fine di tante storie vere ci sono altri poeti che scrivono versi senza un ordine vero senza un filo conduttore parlano dell'astratto esplorano l'inconscio i moti dell'anima i misteri dell'arcano come i vecchi filosofi sono attratti dall'ignoto dagli enigmi e dilemmi dall'occulto del pensiero loro sono per me l'unica guida sicura una luce nel buio la partenza e l'arrivo sono la mia bussola quel punto cardinale che indica la strada il porto più sicuro sono la stella cometa la mia vera ispirazione la fonte e la sorgente di tante mie parole la grande e forte spinta per studiare la vita per capire come nasce poi perché tutto finisce Grattacielo da qualche giorno giganteggia una gru un mostro d'acciaio di fronte a casa mia vogliono costruire un grande palazzo un vero grattacielo di quindici piani dicono che faranno tanti uffici moderni per tutti i dirigenti della nostra regione e così mi ritrovo a guardare finestre le antenne dei tetti solo un pezzo di cielo ancora giovane avevo perso il mare ora mi tolgono pure il monte e la collina dovrò aspettare le notti per vedere almeno la luna tutte le stelle che brillano nella mia fetta di cielo Rintocchi non sei un eroe non sei mai stato neanche un partigiano forte e coraggioso non hai la saggezza d'un vero statista non hai fatto il sindaco di una grande città non hai vinto la guerra come un bravo generale non hai scritto romanzi che parlavano al cuore hai fatto per anni un onesto mestiere di giorno e di notte solo il tuo dovere ma non basterà per avere una targa una medaglia al valore da lasciare ai tuoi cari non ci sarà mai un vicolo stretto una strada importante che porti il tuo nome ma sono certo che tu sarai contento lo stesso se nella chiesa affollata sentirai un bel discorso se al saluto finale tante mani gentili ti faranno un sorriso mentre lasciano un fiore
Armonia oggi scrivo qualcosa che riguarda la vita le differenze del mondo le sue diversità un modo per riflettere la voglia di sapere perché cose e persone non sono tutte uguali se si tratta d'un caso d'un progetto preciso un disegno divino un complesso mistero m'interrogo s'è giusto non riesco a capire perché le cose del mondo sono diverse tra loro che ci sia sulla terra l'uomo bianco e il nero l'avaro e il generoso il malato e l'uomo sano il sole e la nebbia nella stessa stagione una lingua differente in ogni singola nazione poi dico a me stesso ch'è molto meglio così che sarebbe monotono un mondo tutto uguale sarebbe molto triste (e forse anche noioso) ascoltare solo musica col medesimo suono se nei frutti maturi ci fosse lo stesso profumo avesse un solo colore l'arcobaleno del cielo Porta con te sono molto contento vecchio amico mio di poterti ospitare qualche giorno da me ma non venire con dei grandi regali è lungo il viaggio per arrivare fin qui mi dirai dei tuoi figli del lavoro che fanno se si sono sposati se hanno già dei bambini chiederò di tua moglie premurosa e gentile che mi offriva ogni volta i biscotti col miele porta con te la foto del mare dove insieme andavamo a nuotare per ore e una più grande del bel lungomare che mi dicono essere sempre pieno di fiori due o tre panetti nella valigia che hai di pasta di mandorle che qui non trovo mai e qualche caramella alla menta e carruba che prendevo d'inverno per guarire la gola che comprava mia madre nella vecchia drogheria proprio vicino all'angolo dov'era casa mia Nevica mi ritrovo così con le scarpe bagnate sotto fiocchi di neve ed un timido sole ma non avverto il solito freddo quel senso di gelo alla punta dei piedi neppure la gamba un poco malata avverte fastidio sulla vecchia ferita dormono in me freddo e dolori sono in silenzio come i rumori io sento soltanto nel grigio dell'aria respiri di foglie e battiti d'ali schiamazzi lontani di bimbi gioiosi che giocano insieme a lanciarsi sorrisi che aggiungono il bianco sulle tute a colori poi in fila vogliosi d'inventarsi capriole Muschi e licheni una statua di marmo nel giardino di casa accompagna il tempo dei suoi giorni uguali è una giovane donna con il viso sciupato che tiene per mano un fiore corroso parla coi grilli osserva i colori ascolta le note di canti lontani trattiene i segreti di ogni stagione di donne attempate di vecchi baroni se vado di fretta per la pioggia che cade le passo davanti senza neanche guardare ma poi all'improvviso come un lampo nel sole un dubbio mi assale e mi fermo a pensare se dietro quel corpo di muschi e licheni c'è un cuore che batte dentro un'anima vera che guarda la gente con sorrisi gentili e trattiene con se desideri e sospiri Desideri di-versi desidero molto nei versi che scrivo parlare dell'erba che nasce tra i sassi raccontare i profumi di prati e giardini dei cedri e limoni di terre lontane sentire i rintocchi di vecchie campane cantare le gesta di antichi guerrieri parlare del faro con l'uomo di mare desidero inoltre mostrare nei versi colori nascosti da un manto di neve bambini d'asilo tra giochi e vocali un vento leggero che soffia le vele cestini ripieni di more e lamponi le barche e le reti che asciugano al sole un fiore selvaggio che vuole sbocciare Intrecci nella notte quando il giorno incontra la notte e lascia il suo posto al silenzio del buio mi tornano in mente talvolta sbiaditi ricordi lontani dei tempi passati e resto a guardare tutto quanto è successo dalle prime stagioni fino ai giorni di adesso poi arrivano i sogni quasi in punta di piedi e io vado a dormire per non farli aspettare tra loro e i ricordi c'è una rapida intesa abbracci e carezze per la lieta sorpresa e per tutta la notte sono intrecci continui tra le cose vissute e le cose sognate immagini vere che sembrano false immagini false che sembrano vere amici già morti che ridono insieme e canti nel mare di scogli e sirene tra sogni e ricordi anche i miei desideri antichi o recenti come quelli di ieri l'attesa paziente che qualcuno si avveri per sorridere un poco già dai primi rumori Check-up hanno detto che sono molto fredde le mie mani hanno la pelle macchiata le dita paonazze ma possono ancora dare tante carezze hanno detto che tracce sottili di cicatrici antiche e rughe profonde mi segnano il viso ma sempre capace di fare un sorriso hanno detto che ho gli occhi stanchi ma possono ancora guardare i colori distinguono bene il giallo dal verde di tutti i miei fiori hanno detto che al primo risveglio del giorno nuovo io posso sentire un coro nell'aria di uccelli felici che spiccano il volo Crepuscoli ho corso molto in questa città di giorno e di notte in ogni stagione ho calmato dolori riacceso speranze raccontato bugie ma solo per pietà ho bagnato il mio viso di lacrime vere quando c'era qualcuno che aspettava la fine ora vado tranquillo con il passo degli anni qualche nuvola sparsa poco o niente di più quando sono per strada ed incontro la gente sono molti i saluti e le strette di mano poi qualcuno mi chiede se sto bene in salute e ha già pronte per me tante buone parole Chi sono io ? l'immensità del cielo il sole, la luna tutte quante le stelle, i monti e le colline, le foreste, i vulcani i pianeti, i ghiacciai e gli abissi marini mi fanno ricordare che io sono soltanto un numero del tempo, un granello di sabbia, una foglia leggera sballottata dal vento, un piccolo uomo tra il nulla e l'infinito Io mi chiamo Salvatore stavano per darmi il nome del nonno si chiamava Vincenzo era il nonno materno ma c'era la guerra la guerra mondiale e mia madre pensosa fece un voto al Signore la solenne promessa che se fossi nato vivo m'avrebbe battezzato con il nome Salvatore sono nato sano nonostante le bombe e per questo che tutti mi chiamano così è un nome che porto con gioia ed amore l'ha scelto mia madre assieme al Signore Arcobaleni nella notte ho ascoltato nel buio sussurri e balbettii parole a bassa voce tra l'anima e il cuore avevano con loro i sorrisi della festa per l'arrivo nel mondo di pace e di bontà parlottavano a lungo di fatti un po'strani di prigioni vuote senza ladri e assassini raccontavano piano di pallottole vuote di cannoni spenti aquiloni nei cieli un'aria di mistero nel silenzio della notte poi è tornato puntuale il rumore del giorno con il treno dell'alba che correva fischiando e portava lontano anche l'ultimo sogno
In viaggio con la malinconia io non verrò al tuo matrimonio non è necessario non sono io lo sposo ti ringrazio comunque dell'invito gentile che per le mie nozze io saprò ricambiare ti manderò un biglietto con la data precisa il luogo e la chiesa dove dirò di si scriverò l'indirizzo dove andrò ad abitare ed il nome di lei che non conosco ancora avrò certo dei figli che potranno studiare e saranno dottori avvocati o ingegneri e negli anni dei nonni porterò i miei nipoti a giocare nel parco come tutti i bambini poi nel caldo d'agosto andrò con loro a nuotare e a costruire castelli con la sabbia del mare I fantasmi della mente e all'improvviso certe notti d'inverno la mente s'affolla di cattivi pensieri cerco di cacciarli di tenerli lontani ma restano fermi non so cosa fare e subito dopo mi saltano addosso li sento che premono più forti di prima con gli occhi sbarrati guardo in alto il soffitto mi giro su un fianco aggiusto il cuscino capisco ben presto che quella mia notte sarà molto lunga non potrò riposare la testa è confusa già penso al domani ai nuovi problemi che devo affrontare poi spero in cuor mio che certi pensieri siano nati per vivere solamente una notte che alle luci dell'alba quando c'è più rumore s'allontanino in fretta senza mai più tornare così esco all'aperto il fantasma è lontano guardo il giorno che ride e gli allungo la mano Sei la mia mamma mi giro per vederti mi giro per guardarti mi giro per sorriderti mi giro per parlarti mi giro per sentirti mi giro per risponderti mi giro per proteggerti mi giro per baciarti mi giro per seguirti mi giro per sorreggerti mi giro per amarti mi giro per sognarti Io so fare Ma perché mi mandate nella casa di riposo ? Io so leggere, so scrivere, vado pure in bicicletta. So dipingere, nuotare so cantare e recitare. Posso correre, suonare, disegnare e anche ballare. Dite che non so pulire che non stiro, non cucino, ma negli anni piano piano ho imparato nuove cose; so parlare senza urlare ascoltare senza ridere, protestare molto meno, perdonare un po' di più. Non fiori ma opere di bene nella grande città un manifesto sul muro con la guardia giurata che oramai non c'è più e nei prossimi giorni negli spazi vicini si potranno vedere operai e contadini poi nel giro di un mese sugli avvisi quadrati non è escluso trovare i dottori e i malati ed è pure possibile che nel giro di un'ora un bidello si trovi col maestro di scuola può anche succedere che ad un ferroviere venga messo vicino il suo bravo barbiere che per testamento a un barone cileno venga messa la foto con vent'anni di meno che una suora malata già chiamata dal cielo debba stare abbracciata con chi è già al cimitero e che crolli il mistero di tanti uomini puri che diventano uguali solo appesi nei muri Dentro la valigia arrivavano all'alba sul primo binario dove si fermano i treni partiti da lontano non erano turisti o uomini d'affari neanche pendolari dopo i turni di lavoro erano persone semplici chiamate a lavorare da una fabbrica nuova o da un concorso statale li riconoscevo subito dai loro occhi stanchi dalle grandi valigie dai borsoni di cuoio e dietro ai loro viaggi come in ogni migrazione storie e pezzi di vita mescolati a emozioni con la scelta difficile di lasciare gli affetti per rincorrere il sogno di un futuro migliore di una vita serena un onesto lavoro tra gente ospitale per soffrire di meno Gite fuori porta porto sempre con me caramelle e matite quando vado in campagna a trovare i nipoti un pennello e la tela per dipingere il mondo quando vado in collina in un giorno di sole delle grandi monete per offrire i gelati quando vado nel bar a incontrare gli amici un buon mazzo di carte patatine e biscotti quando vado all'ospizio a giocare coi vecchi il maglione di lana quando vado sul monte per restare da solo a parlare con Dio Tasche vuote stranamente stanotte guardando lo specchio m'è apparsa una faccia che non era la mia era un uomo vissuto tra salotti e palazzi crociere di lusso serate di gala non volevo accettare di apparire cambiato come avessi perduto ogni mia identità così ho detto allo specchio che quel viso sciupato era un segno soltanto della mia tarda età e ho chiesto perciò di mostrare ogni cosa le mie prime radici e la mia gioventù con le mie tasche vuote le scarpe un po' strette e il cassetto ripieno di calzini bucati
Girotondo quando domani un limpido cielo darà un po' di luce al buio lontano dell'anima mia io ritroverò d'incanto i miei passi perduti e il sorriso gioioso del bambino innocente divenuto già grande poi finirò di asciugare le ultime gocce di una nuvola bianca impegnata oramai a giocare col sole Rumori il ticchettio d'un orologio una porta che cigola il fruscio delle foglie dal nido un cinguettio m'accorgo di sentire i più piccoli rumori e trovo dentro me la ricchezza delle cose e all'improvviso m'assale il desiderio di uscire all'aria aperta di andare per i campi a respirare il vento raccogliere dagli alberi i frutti più maturi bagnare le mie mani nell'acqua d'un ruscello e dopo un po' la voglia irrefrenabile di stare tra la gente dividere con gli altri gli umori della strada sentire sulla pelle il profumo dei sassi cercare in ogni vicolo i segni del passato e dopo il tramonto il bisogno di andare da chi aspetta il ritorno abbracciare una ad una le pareti della casa salire quei gradini che portano al riposo e affidare alla notte quel che resta di me Le mie parole devi parlar forbito per essere importante mi dice un nuovo amico che vedo di mattina usa parole strane che tu conosci bene una da poco uscita è globalizzazione pronuncia pure istanza progetti ed obiettivi scegli monitorare oppure integrazione va bene omeopatia meglio farneticare danno psicofisico e poi l'anticiclone ripeti irriverente assieme a redarguire e poi per rinviare usa procrastinare qualche parola inglese che va per la maggiore bene sarebbe trend oppure gap e web se serve dici blog budget e leadership e se parli di musica nomina rap e pop non voglio gli rispondo mi piace dire sole balcone sul giardino e prato con i fiori formaggio con le pere bottiglia con il vino la casa della nonna arancia e mandarino ripeto spesso mare la mamma col bambino la luna con le stelle la terra e il contadino Una domenica di settembre cammino lentamente una domenica mattina con il sole che scalda il mio giorno di festa incrocio con lo sguardo un giovane sportivo che corre verso il parco con le scarpe d'atleta saluto un conoscente che appare all'improvviso da una strada laterale alla fine della messa e osservo i sessantenni nella piazza principale mentre ridono io credo delle cose del passato vedo un giovane straniero che suona il violino le monete nel cappello per l'ora del suo pranzo leggo esposto in teatro il programma dell'anno con il prezzo ridotto per i vecchi e i bambini apprendo da un megafono che il sedici settembre sfileranno pure i carri per la festa dell'uva poi mi avvio senza fretta ai profumi della casa un'occhiata alle vetrine per conoscere la moda ma vedo un'ambulanza con la luce intermittente alla fine della corsa sotto casa di un amico così apro la sua porta senza fare alcun rumore con il viso un po' bagnato è settembre e piove già Incomunicabilità molto spesso parliamo di noi senza parlare di te tante volte parliamo di noi senza parlare di me quasi sempre parliamo di noi senza parlare di te senza parlare di me Nonostante nonostante il rancore che m'inonda le vene tante nuvole in cielo che nascondono il sole la mia rabbia che sale e m'offusca la mente i tamburi nel petto che martellano il cuore nonostante l'insonnia che m'allunga le notti il dolore alla fronte come un cerchio crudele i sorrisi d'un tempo già spazzati dal vento il livore che cresce e non sa dove andare nonostante il sudore che mi bagna la pelle il tormento dell'anima che mi blocca i pensieri tutti i fiori del prato che hanno perso i colori e gli uccelli dell'alba che non cantano mai nonostante la collera che arrovella il cervello l'amarezza e la ruggine che non sanno capire quella furia violenta che travolge ogni cosa l'abbandono dei sensi che non sanno lottare nonostante una lacrima che mi fa compagnia e il pallore del volto sui miei occhi smarriti tanti auguri sinceri per il tuo compleanno nonostante le rose che non sbocciano più
Istrione ogni giorno che nasce io divento un attore palcoscenici aperti fatti apposta per me così muovo i miei passi come un vero istrione prendo tutti gli applausi e do il meglio di me io sorrido con gioia a un bambino felice nel suo giorno di festa per il santo che torna e regalo una lacrima a quel vecchio che soffre per il brutto malanno che non vuole guarire quando sono per strada tengo il passo veloce il telefono in mano per sembrare importante e nei grandi convegni prendo il posto d'avanti per avere una foto che verrà sul giornale poi aggiungo sornione tutti i miei complimenti a chi pensa di avere solo pregi e bontà ripetendo a memoria questo vecchio copione che ho imparato dagli altri dai cattivi e dai buoni
Eccessi vecchie e nuove risate di gruppo nella solita piazza e poi tutti a ballare in quel dancing nuovo nella strada in collina una musica dolce tra le guance vicine e la mano sui fianchi poi vestiti di nudo con il corpo già pronto a parlare di sesso la bottiglia finita sigarette e dintorni sulla pelle il sudore poi la curva in discesa con le palpebre stanche e una vita sul muro Rottamazione io so bene di essere di un'altra generazione da tempo ormai ho superato gli "anta" è giunto il momento della mia rottamazione devo farmi da parte forse è giusto così non voglio saperne degli incentivi statali ma chiedo soltanto un sereno domani vorrei un giradischi per ascoltare la musica dei romanzi da leggere quando piove di sera una comoda sedia per la mia scrivania le pareti di quadri coi colori del mare la statua di Venere nel giardino di casa le farfalle che volano sopra l'erba del prato una penna e l'inchiostro per comporre dei versi due sorrisi e un caffè con gli amici vicini e il cuscino più morbido per dormire di notte per sognare le storie che non muoiono mai Ricordi campanelli di capre che portavano latte per nutrire i piccini e il pastore vicino controllore col cane del suo piccolo gregge quelle voci e gli odori sulla strada di casa con i libri di scuola poi la fionda coi sassi da lanciare con gli altri come fanno i monelli i viaggi di studio sulla nave traghetto la mattina alle sei le risate infinite con i soliti amici per i pesci d'aprile sigarette con filtro nelle notti d'estate per sembrare già grandi qualche bacio rubato a ragazze sincere nell'età degli amori caldarroste a dicembre nelle sere più fredde all'uscita del film il biglietto del bus per la corsa notturna del mio numero sei sono i dolci ricordi che mi nutrono l'anima nelle notti più lunghe ma che fanno anche male perché parlano sempre del mio sole e del mare Da un bar nella piazza si vede un cane che tira il padrone prosciutto col pane per un gran pancione una bici lo investe guidata da un uomo un vecchio ha la veste e va verso il duomo una giovane donna con il seno sporgente una piccola nonna col suo seno cadente l'ombelico scoperto i tatuaggi sul collo si porta al concerto patatine col pollo la scarpa firmata un occhiale da sole con la testa pelata a passeggio con prole una statua beffarda non coperta da foglia la turista la guarda e le viene la voglia è un gran girotondo diverso e speciale che ruota sul mondo in un giorno feriale Come spesso succede un mattino di sole certamente per caso sulla stessa panchina a sfogliare il giornale io l'avevo già visto alla mostra del libro se m'incontra saluta so che ha stima di me si comincia a parlare dell'estate che viene e degli ultimi inverni senza giorni di neve discutiamo di calcio dei campioni stranieri delle squadre più forti che ci piace guardare mi racconta dei figli del lavoro che fanno io lo guardo negli occhi ha la gioia nel cuore diventiamo man mano sempre più confidenti come fossi un amico già mi chiama per nome c'è un ragazzo che corre con la tuta firmata una giovane donna spalla a spalla con lui allunghiamo lo sguardo sono belli davvero il pensiero ritorna alle verdi stagioni e s'inizia a parlare come spesso succede degli amori vissuti in quel tempo che fu Pensieri sparsi se si parla d'inverno penso ai fiocchi di neve alla pioggia che cade tra i rumori del vento se si parla d'estate penso ai tuffi nell'onda alla pelle bagnata sotto i raggi del sole se si parla di sogni penso a quelli vissuti alle nuvole sparse quando c'era il sereno se si parla di caccia penso solo agli uccelli tutti quelli che muoiono per un gioco crudele se si parla di pace penso ancora alla guerra ai soldati scomparsi senza tomba né fiori se si parla di cuore penso a mille emozioni agli amori sfiorati dai profumi del tempo Segnali di siccità e quando un giorno il fiume di parole che sgorga dall'anima diventerà un ruscello che bagnerà soltanto una parte di cuore fermerò la mia penna per stare solo con me se poi quel ruscello s'asciugherà pian piano per diventare un rivolo che non nutre la mente io pregherò in ginocchio tutto il sole dei monti perché sciolga la neve e rinasca un ruscello dove io possa bere tante parole d'amore poi chiederò alle nuvole di aprire tutta la pioggia per ridarmi quel fiume con i miei versi perduti Fili invisibili ci sono quei risvegli che ti vedono stanco come avessi incontrato tanti brutti pensieri fai fatica nel corpo hai la testa pesante ti rigiri nel letto e non sai cosa fare ogni giorno cammina con le ore di sempre mentre guardi nel vuoto e continui a pensare il tuo stomaco lotta tira fuori i suoi pugni manda un nodo alla gola che ti stringe il respiro non t'importa di niente se c'è il sole o la luna se c'è pioggia col vento se c'è fuori la neve chiedi in alto di nuovo perché devi soffrire se non chiedi mai nulla e non fai mai del male ma nessuno risponde non c'è niente da dire ogni cosa è già scritta dentro ognuno di noi
Insieme ai miei passi sono solo i miei passi che scelgono la strada quando è l'ora di uscire mi portano in città a trovare gli amici se sono un po' triste per giocare con loro a inventare bugie in quel solito bar osservare chi entra salutare chi esce e sorridere insieme mi portano lontano dai fratelli in campagna quando sembro sereno per assaggiare il vino cantando i ritornelli delle vecchie canzoni poi leggere ai nipoti il libro dei racconti sui pirati del mare e scorrere le pagine dei loro campioni con tante figurine si fermano i miei passi quando abbasso la testa e ho in tasca le mani rimangono in attesa per essere più certi dei miei tristi pensieri e arrivano poi piano per farmi quei sorrisi che loro sanno dare per dirmi ad alta voce che ancora non è tempo di abbandonare il sole Egoismi chi si prenderà cura del vecchio ammalato che vive da solo del bimbo affamato senza più genitori del barbone che trema? sono andati via gli uomini buoni nessuno è rimasto sono scappati tutti come abili ladri senza farsi vedere loro non torneranno sono molto lontani nelle terre dell'io lì si gioca coi dadi c'è un tavolo verde si vince e si perde si mangia e si beve si dorme di giorno sfrenate passioni lì si scherza e si ride si canta e si balla si fa sempre l'amore ed io li ho seguiti con la mente confusa senza più la ragione attratto e sedotto dai piaceri del corpo nel trionfo dei vizi ora sento due voci l'una grida ritorna l'altra dice rimani e se io starò zitto quando tu chiamerai perdonami fratello Un giorno nuovo ho aspettato per anni questa nuova stagione per avere con me tutto il tempo che resta per alzarmi al mattino senza chiedere l'ora sorseggiare con calma il mio primo caffè dare l'acqua al giardino quando il sole è più forte imparare a memoria tutti i nomi dei fiori a metà del mattino tre minuti da casa curiosare i binari della vecchia stazione osservare in silenzio chi scende e chi sale poi contare per gioco i vagoni dei treni far la fila con gli altri dove il pane è più buono un'occhiata al giornale ed il pranzo è vicino pomeriggio per strada passeggiare col cane solo poche salite per stancarci di meno e le sere più calde un gelato all'aperto salutare chi passa con un cenno di mano dopo a casa contento dire grazie ai miei cari domandare alle stelle che domani sarà poi di notte sul tardi soddisfatto del giorno abbracciare il mio letto e sorridere ancora Carezze in bianco e nero fogli bianchi sulla mia scrivania aspettano la sera per restare con me chiedono ai miei pensieri cos'è rimasto del giorno per custodire nel tempo le mie nuove emozioni bussano ai loro sogni perché diventi un amico per dare un senso alla vita nutrirsi di storie vere e li vedo sorridere quando parlo da solo per trovare una rima una frase mai scritta pensano ch' io chieda ad ognuno di loro dei consigli affettuosi un parere sincero io li prendo per mano li rimetto a sedere poi riempio la penna di carezze e parole loro attendono fermi ch' io racconti qualcosa come nasce una stella quanto è grande la luna
In punta di piedi cerco soltanto sogni quando viene la sera per riempire di lei il silenzio della notte poi poterla guardare senza farmi vedere aprire il suo mondo senza fare rumore da vicino ascoltare come batte il suo cuore scoprire da solo i profumi che ha osservare in silenzio quante volte sorride se ha paura del vento quando c'è il temporale sussurrare nell'aria la parole mai dette per vederle sbocciare nei suoi nuovi pensieri poi mandare i miei sogni a conoscere i suoi per parlare di lei raccontare di me
Passerotto con le mani tremanti ho raccolto sull'erba il passerotto caduto per un ramo spezzato ho chiamato a raccolta tutti i fiori del prato per donargli ciascuno il colore più bello nel sorriso la gioia d'un regalo gradito poi un battito d'ali e ha ripreso il suo volo Fragilità della gioia Una delle gioie più belle è certamente quella di scrivere versi o almeno così mi pareva fino a qualche tempo fa. Poi ho notato però che alla fine di ogni mia poesia la gioia comincia a diminuire,a scemare, quasi a non esserci più. Ho cercato di capire il motivo della "fragilità" di questa mia gioia e mi sono chiesto se per caso la causa potesse risiedere nel modesto valore delle poesie stesse. Mi sono presto reso conto che non è questo il vero motivo. La prova sta nel fatto che la mia gioia si affievolisce di più quando la poesia è ritenuta da tutti bella o addirittura molto bella. Dopo numerose riflessioni ho concluso che la mia gioia comincia a morire subito dopo la nascita della poesia. Da quel momento infatti non è più solo mia , è di tutti. Tutti possono leggerla,rileggerla, disprezzarla,apprezzarla e perfino amarla. Non è più mia. Io non posso modificarla,limarla,cambiarla,abbellirla,cullarla o farmi cullare da lei e la gioia diminuisce man mano che aumenta il numero dei lettori. E' come un figlio che lascia per sempre la propria città,la propria casa e la propria famiglia. I suoi genitori gioiscono per il suo nuovo lavoro ma hanno dentro di loro un turbamento,la loro gioia non è completa,sembra offuscata . Sanno che non potranno più proteggerlo da vicino e che non sarà più soltanto figlio loro ma che ormai è anche figlio del futuro, della società in cui vive, del mondo intero. Ma poi arriva un'altra immagine,una nuova idea,un'improvvisa ispirazione e la gestazione ricomincia, fino al momento del parto,fino all'ultimo verso. Cosi è di nuovo gioia,di nuovo turbamento,ancora malinconia, e riappare, in tutta la sua fragilità , l'altalena dei sentimenti. |