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Nuove poesie

 
A Veces, En Lo Oscuro
Tal vez es dia fuera,però aquì
la oscuridad va tragandose el sol
y las sombras silban bajo la puerta.
No quiero mover un dedo;solo,
quedarme immòvil el estomago
abierto de par en par,ya rendida
a esta hambre casuak que llena
el vacìo de mi cuerpo,
a esta noche que anda por
mis entranas. Oscuro relleno de
hombres zapatos lugares poetisas.
Esta hambre ciega ahora lleva tu
nombre,y ayer. Y solo pide que
la consuma.Manana,sin tu piel que
sabe a almendras serà igual.
Lo sabes muy bien. Tu fatalidad
desvergonzada sobrevive a las
distancias y no se equivova.
Lo sabe y me vas esperando,
enroscado como serpiente dormida
aguardas mis pasos y te envuelves
cada vez màs hondo a mis pies.
Y te enrollas cada vez mas fuerte a
mis raices.Tu lengua bifurcada en
los oìdos hasta en el corazòn.
Nunca he querido que tu hocico
hiciera dibujos a lo largo de mi cuerpo.
Rastreando furtivo como un animal
vienes a tenderte a mi lado,el deseo
malo aprisionado entre la barras de
tu pestanas. No me harà mal.
He dejado marchitar la confianza y
las caricias deshojàndome como
fuera piel vieja.Tù me lo mostraste.
Tù,vìbora,me ensegnaste el menosprecio.
Y ahora acércate,que quiero tu mordisco.
Tu boca,quiero.Nada màs que esto:
que me devores.Te arrancaré los dientes
uno a uno,te aranaré el paladar con mis
gritos,te quemaré la lengua con el calor
de mi piel nueva.
Y serà tuya mi boca.Y recogeras sabores
con la punta de mi lengua.Y hablaràs
mis palabras,estas palabras que digo
mias,y nuestros alientos seràn uno.
Giusy Palumbo
Nell'Oscurità
Fuori è ancora giorno ma qui,dentro,
l'oscurità stò abbandonando la luce
del sole e le prime ombre appaiono
dietro la porta.
Non desidero muovere neanche un
dito, ma restare immobile mentre
nello stomaco provo un vuoto
insopportabile.
Ricordo il tuo nome,quello che mi
hai detto ieri.
Domani, lo sò, lo cambierai ed io
mi consumerò nel dubbio.
La tua fatalità sopravvive nell'equivoca
distanza, ed io vorrei che tu cadessi
ai miei piedi e ti sottomettessi alle
mie ragioni.
Il tuo equivoco linguaggio offende il
mio cuore, e allora mi allontano dal
tuo corpo.
Ma la tua bocca mi attira e quasi
vorrei morderla.
Desidero le tue labbra, non chiedo
che questo.
Allora le tue palpebre sfioreranno
le mie e i nostri aliti saranno un
unico alito.
Gianni Langmann
 
Un sogno
In visioni di notturna tenebra
spesso ho sognato svanite gioie-
mentre un sogno,da sveglio,di vita e di luce
m'ha lasciato col cuore implacato.
Ah,che cosa non è sogno in chiaro giorno
per colui il cui sguardo si posa
su quanto a lui è d'intorno con un raggio
che,a ritroso,si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato-quel sogno beato,
mentre il mondo intero m'era avverso,
m'ha rallegrato come un raggio cortese
che sa guidare un animo scontroso.
e benchè quella luce in tempestose notti
così tremolasse di lontano-
che mai può aversi di più splendente e puro
nella diurna stella del Vero?
Ezra Pound
Sognando
Nel buio della notte
spesso sogno felicità svanite
mentre,alla luce del giorno,
il sogno è voce muta che
in feroce ferita si tramuta.
Ma perchè,di giorno,il passato
ritorna nel rimpianto di
quello che fu?
Dolce,dolce,quel sogno
notturno che ogni avversità,
ogni difficoltà m'ispirava
a superare e scuoteva
l'indifferenza dell'animo mio.
E,nonostante quelle illuminazioni
notturne intravvedessi tremule
in lontananza,cosa può
chiedere di più l'animo mio,
alla luce della vita diurna,
se non stella della Verità?
Gianni Langmann
 
Sale
Liquido sale
il mare
è pianto sciolto
negli abissi
della terra
Cristina Bove
Cristalli di sale
Riemergono cristalli
di sale
lacrime affondate
nel profondo del
mare.
Gianni Langmann
 
Afa
Oggi
la mia tristezza esigente
a starnazzarmi nell'anima
pesantemente
come scirocco
pregno di salsedine
Antonia Pozzi



 
Arsura
pervasa di tristezza è l'intima
poesia
dell'animo mio
come vento afoso forma
cristalli di sale
Gianni Langmann
 
Mattina
M'illumino
d'immenso
Giuseppe Ungaretti

Clamore, silenzio
immobile il vento
Gianni Langmann
 
- e tu, poeta -
Torni l'agile cantare. Torni il segreto che
famelici ci tenne in seno a giorni di innumerevole prodigio.
Salga in misure d'orzo la canzone del cuore nero!
Salga in misura di chitarra la canzone imminente!
E tu, poeta, angelo senza sguardo, scagliala lontano!
La parola è dentro il tuo fiero moschetto.
Tu, brigante di fuggevole disarmonia, dalle per cuore
un tamburo, dalle per cuore una campana!
Elia Belculfinè



 
Sul fuoco di nuvola
E tu, sguardo di poeta
che tanto innalzi il suono
a misura del colore,
che armonico e fuggente
come intriso da goccia di caffè
sul fuoco di nuvola nascente,
scuoti la parola.
E nel mistero del prodigio
di abbracci dentro al cuore
che temono l'assenza,
fiero a passi lievi
varchi la soglia del segreto
e il giorno corre agile e silente
mentre s'ode,
la campana nel domani.
(Ispirata da -e tu poeta- di E.Belculfinè)
Tiziana Cocolo
 
Secondo ricordo
Anche prima,
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello da un giglio potesse essere ucciso.
Prima, prima che tu mi domandassi
il numero ed il sito del corpo.
Assai prima del corpo.
Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
la prima dinastia del sogno.
Allorché, contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.
Allora, il nostro incontro.
Rafael Alberti
La dinastia del sogno
Ancor prima del corpo,
quando apristi nella fronte del sole
la dinastia del sogno,
là era già il nostro noi.
Ombre passeggere combattono
con parole inventate,
catturano luce nell'arco di corone di piume
che brandiscono un suono sottile
e la voce contempla la vittoria
nel disegno dell'incontro.
(Ispirata da "Secondo ricordo" di Rafael Alberti)
Tiziana Cocolo
 
Forse semilia miglia di lontano
ci ferve l'ora sesta, e questo mondo
china già l'ombra quasi al letto piano,
quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo,
comincia a farsi tal, ch'alcuna stella
perde il parere infino a questo fondo;
e come vien la chiarissima ancella
del sol più oltre, così 'l ciel si chiude
di vista in vista infino a la più bella.
Dante, Divina Commedia - Paradiso, C. XXX, 1-9
2007
Nel mezzo del cielo
immerso in stella accesa
vidi l'ora da lontano,
beata e presa
del sol dell'oltre,
poi l'ombra in petto sciolse
e non si volse,
ma da lontan accolse
prendendo a mano a mano
fino in fondo il cuore.
(Ispirata da Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XXX, 1-9)
Tiziana Cocolo
 
Parea dinanzi a me con l'ali aperte
la bella image che nel dolce frui
liete facevan l'anime conserte;
parea ciascuna rubinetto in cui
raggio di sole ardesse sì acceso,
che ne' miei occhi rifrangesse lui.
E quel che mi convien ritrar testeso,
non portò voce mai, né scrisse incostro,
né fu per fantasia già mai compreso;
ch'io vidi e anche udi' parlar lo rostro,
e sonar ne la voce e "io" e "mio",
quand'era nel concetto e "noi" e "nostro".
Dante, Divina Commedia - Paradiso, C. XIX, 1-12
Batter d'ali aperte
Raggio di sole,
cotanta image vuole
che di parlar dolce
sonar la voce volge
il nostro noi,
che più né mio, né tuo
negli occhi acceso
ma dinnanzi a vol proteso
il batter d'ali aperte
di due anime conserte.
Tiziana Cocolo
 
Tu credi che a me tuo pensier mei
da quel ch'è primo, così come raia
da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei;
e però ch'io mi sia e perch'io paia
più gaudioso a te, non mi domandi,
che alcun altro in questa turba gaia.
Tu credi 'l vero; ché i minori e ' grandi
di questa vita miran ne lo speglio
in che, prima che pensi, il pensier pandi;
ma perché 'l sacro amore in che io veglio
con perpetua vista e che m'asseta
di dolce disiar, s'adempia meglio,
la voce tua sicura, balda e lieta
suoni la volontà, suoni 'l disio,
a che la mia risposta è già decreta!
Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XV, 55-69


 
Io credo 'l vero
Io credo
come par gaudioso
volger l'ispirar sinuoso
e tal desìo cotanto ansioso
adempia il vero e il sacro.

Io credo
come voce sicura e lieta
vagar di meta in meta
nel mirar perpetua espanda
se pur non si domanda.

Io credo
come nel pensar pensiero
prima che pensi
di sponda in sponda
pensier lassù risponda.

Io credo 'l vero.
Tiziana Cocolo
 
Sì tosto come l'ultima parola
la benedetta fiamma per dir tolse,
a rotar cominciò la santa mola;
e nel suo giro tutta non si volse
prima ch'un'altra di cerchio la chiuse,
e moto a moto e canto a canto colse;
canto che tanto vince nostre muse,
nostre serene in quelle dolci tube,
quanto primo splendor quel ch'e' refuse.
Come si volgon per tenera nube
due archi paralelli e concolori,
quando Iunone a sua ancella iube,
nascendo di quel d'entro quel di fori,
a guisa del parlar di quella vaga
ch'amor consunse come sol vapori.
Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. XII, 1-15
Due archi paralleli
Come archi paralleli
dentro e fori,
nostri pensieri volgon
a guisa di valori
che labbra non teme
e con colori
canto a canto
di voler l'incanto
sen và a priori.
E se fiamma ancora
il dolce cerchio chiuse,
saran poscia le muse
a colorar di sole
ciò ch'amor da sempre vuole.
Tiziana Cocolo
 
S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore
di là dal modo che 'n terra si vede,
sì che del viso tuo vinco il valore,
non ti maravigliar; ché ciò procede
da perfetto veder, che, come apprende,
così nel bene appreso move il piede.
Io veggio ben sì come già resplende
ne l'intelletto tuo l'etterna luce,
che, vista, sola e sempre amore accende;
e s'altra cosa vostro amor seduce,
non è se non di quella alcun vestigio,
mal conosciuto, che quivi traluce.
Dante, Divina Commedia, Paradiso, C. V, 1-12
Se amor accende
Se amor accende
eterna luce
nel proceder meraviglia,
ivi traluce
a volte nel presente,
pari ad intelletto nella mente
come veder non vede
ma sente il conosciuto.
E poi risplende e move
nel verso e direzione
del guardar perfetto,
l'apprender preso.
Se amor accende
di calor vestigio è reso.
Tiziana Cocolo
 
I quattro elementi
Terra
Buon mangiare di terra
bestie e gente!
poi tacerete tutti
terribilmente.

Acqua
Tutto bevuto, l'acqua tutta
dei mari sonori
e il cuore dice: oh,
ho sete ancora.

Fuoco
Solo fuoco, solo fiamma
è fuoco d'inferno che viene
a cuocere l'anima
con la carne insieme.

Aria
lo spazio infinito
per te s'inarca ora;
eh! desiderio ecco
infine la tua dimora.
Geo Norge
Elementi
Terra
           Fertile mano di terra che
           ancora accarezzi i volti e
           paziente all'inganno
           ti concedi, egli ti rende
           ammaestrata
           ma diverrai selvaggia!
 
Acqua
           Tutta ingoiata la tua trasparenza
            verginità
            bevuta dall'ambiente...
            (piange l'arsura)
 
Fuoco
          Mortaio fiammeggiante
          implode incenerendo
          spirito e sangue!
 
Aria
        Immenso arco di vuoto
        che sforzi la tua schiena
        ora sei nel desìo
        dell'ultimo respiro!
Aurelia Tieghi
 
Ruppemi l'alto sonno ne la testa
un greve truono, sì ch'io mi riscossi
come persona ch'è per forza desta;
e l'occhio riposato intorno mossi,
dritto levato, e fiso riguardai
per conoscer lo loco dov'io fossi.
Vero è che 'n su la proda mi trovai
de la valle d'abisso dolorosa
che 'ntrono accoglie d'infiniti guai.
Oscura e profonda era e nebulosa
tanto che, per ficcar lo viso a fondo,
io non vi discernea alcuna cosa.
"Or discendiam qua giù nel cieco mondo",
cominciò il poeta tutto smorto.
"Io sarò primo, e tu sarai secondo".
E io, che del color mi fui accorto,
dissi:"Come verrò, se tu paventi
che suoli al mio dubbiare esser conforto?".
Dante, Divina Commedia, Inferno, C. IV, Versi 1-18
Divin conforto
D'abisso la valle
a volte tende
a chi dolor intende
e scossa la testa
per riconoscer loco e gesta
aprìa l'occhio intorno
nel dubbiar del giorno.
Svegliar dal sonno,
discerner cosa e volto,
il muover mio fu sì accorto
che poesia recò
divin conforto.
Tiziana Cocolo
 
Come quando una grossa nebbia spira,
o quando l'emisperio nostro annotta,
par di lungi un molin che 'l vento gira,
veder mi parve un tal dificio allotta;
poi per lo vento mi ristrinsi retro
al duca mio; ché non lì era altra grotta.
Già era, e con paura il metto in metro,
là dove l'ombre tutte eran coperte,
e trasparien come festuca in vetro.
Altre sono a giacere; altre stanno erte,
quella col capo e quella con le piante;
altra, com'arco, il volto a' pi è rinverte.
Quando noi fummo fatti tanto avante,
ch'al mio maestro piacque di mostrarmi
la creatura ch'ebbe il bel sembiante,
d'innanzi mi si tolse e fé restarmi,
"Ecco Dite", dicendo, "ed ecco il loco
ove convien che di fortezza t'armi".
Dante, Divina Commedia - Inferno, Canto XXXIV
Sulle soglie del dì nascente
Là dove,
come nebbia il core
trasparir vuole,
là il vento gira
e l'ombre mira
svelar l'abbaglio.
E il volto ancora
piacque mostrarmi
di metro in metro
al loco di desìo
che il nome mio
sembianze accoglie
e sulle soglie
del dì nascente
sono a giacer silente.
Tiziana Cocolo
 
Di pari, come buoi che vanno a giogo,
m'andava io con quell'anima carca,
fin che 'l sofferse il dolce pedagogo.
Ma quando disse:"Lascia lui e varca;
ché qui è buono con l'ali e coi remi,
quantunque può, ciascun pinger sua barca";
dritto sì come andar vuolsi rife'mi
con la persona, avvegna che i pensieri
mi rimanessero e chinati e scemi.
Io m'era mosso, e seguia volontieri
del mio maestro i passi, e amendue
già mostravam com'eravam leggeri;
ed el mi disse:"Volgi li occhi in giùe:
buon ti sarà, per tranquillar la via,
veder lo letto de le piante tue".
Come, perché di lor memoria sia,
sovra i sepolti le tombe terragne
portan segnato quel ch'elli eran pria,
onde lì molte volte si ripiagne
per la puntura de la rimembranza,
che solo a' pii dà de le calcagne;
sì vid'io lì, ma di miglior sembianza
secondo l'artificio, figurato
quanto per via di fuor del monte avanza.
-Dante, Divina Commedia - Purgatorio, Canto XII-
Col dì che avanza
Con anima cerca e parca
come chi l'aure varca
e cinger in cuor suo si vanta
di bontà e bellezza,
io mi era mossa a seguir passi
che parevan leggiadri,
ma tra quei sassi
col dì che avanza
di punger pi è fu rimembranza
e vidi la sembianza
di chi per tranquilla via
artificio perse,
tra i miei pensieri
dolce sofferse.
Tiziana Cocolo
 
Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto,
di bella verità m'avea scoverto,
provando e riprovando, il dolce aspetto;
e io, per confessar corretto e certo
me stesso, tanto quanto si convenne
leva' il capo a proferer più erto;
ma visione apparve che ritenne
a sé me tanto stretto, per vedersi,
che di mia confession non mi sovvenne.
Quali per vetri trasparenti e tersi,
o ver per acque nitide e tranquille,
non sì profonde che i fondi sien persi,
tornan d'i nostri visi le postille
debili sì, che perla in bianca fronte
non vien men forte a le nostre pupille;
tali vid'io più facce a parlar pronte;
per ch'io dentro a l'error contrario corsi
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte.
-Dante, Divina Commedia, Paradiso, Canto III-
Confessione
Ritrovai ancor in petto
cotanto amor
che come il sol scalda di getto,
arde e trasforma il dolce aspetto
di chi ode scoprir gentil diletto.
Visi e pupille in baci persi,
come traspar da vetri tersi
confession mia d'amor
a parlar pronta.
Quel gesto e calor
guarnì il silenzio certo
di chi bella verità avea scoperto.
Tiziana Cocolo
 
Poscia che 'ncontro a la vita presente
d'i miseri mortali aperse 'l vero
quella che 'mparadisa la mia mente,
come in lo specchio fiamma di doppiero
vede colui che se n'alluma retro,
prima che l'abbia in vista o in pensiero,
e sé rivolge per veder se 'l vetro
li dice il vero, e vede ch'el s'accorda
con esso come nota con suo metro;
così la mia memoria si ricorda
ch'io feci riguardando ne' belli occhi
onde a pigliarmi fece Amor la corda.
E com'io mi rivolsi e furon tocchi
li miei da ciò che pare in quel volume,
quandunque nel suo giro ben s'adocchi,
un punto vidi che raggiava lume
acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca
chiuder conviensi per lo forte acume;
e quale stella par quinci più poca,
parrebbe luna, locata con esso
come stella con stella si collòca.
Dante, Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII
Come stella a stella
Come stella a stella
luce di forte acume,
mi trascinò Amor
nella sua corda
illuminar col lume.

Paradisiaco incontro
me misera mortale,
la memoria di un dì fuggito
come fiamma in uno specchio
ad illuminarmi il viso.

Senza vista,calore infuoca
ma al pensiero
quegli occhi induce
a giocarmi e gioca
in tocchi aperti al vero.

Come stella a stella,
già parrebbe luna
con suo metro di misura
che misurar conduce
baglior d'Amor.
Tiziana Cocolo
 
Io piansi un tempo, come volle Amore
la tardità delle promesse sue,
e quel che interveniva ambo noi due,
a me del danno, a lui del suo onore.

Or piango come vuole il mio errore,
ché il tempo fugge per non tornare piue,
e veggio esser non può quel che già fue;
or questo è quel ch'ancide e strugge il core.

Tant'è il nuovo dolor maggior che 'l primo,
quanto quello avea pur qualche speranza:
questo non ha se non pentersi invano.

Così il mio error fra me misuro e stimo,
e piango, e questo pianto ogni altro avanza,
la condizion del viver nostro umano.
Lorenzo de' Medici, il Magnifico -Sonetto LXI -
Amor talvolta
Amor talvolta vuol,
lacrime bagnar sorrisi
e bramosìa promessa ancora
in progetti e pensamenti.

Il tempo fugge
e mentre speranza incalza,
nel viaggio il cuore strugge
sul volto dell'amato.

La condizion errante
del nostro umano viver
c'impon misura e stima
di lacrime e sorrisi.

Connubio di tenzone
ma la luce brilla ancor
e ciò che resta vuol,
a noi s'impone.
Tiziana Cocolo
 
Ho provato
Ho provato a scriver
di rose profumate

ma appassivano

Ho provato a scrivere
di animaletti dolci

ma venivano massacrati

Ho provato a pensar
a qualcosa di bello
a qualcosa di colorato
profumato e pieno di vita

ma riesco a esprimere solo la morte
Gabriele Eandi
Ho provato e riprovato
Ho provato a farmi
un bagno nella vita,
ma l'acqua era gelata.

Ho provato a cambiar vita,
ma i pezzi di ricambio
erano finiti.

Ho provato a pensare,
e da molto penso ancora.

Ho provato, provato, provato.

Mi rimane soltanto una prova.
Ma quella non potrò raccontarla.
Nino Silenzi
Provare
Quello che tocco
si trasforma in oro
Un goccio d'acqua
e le mie piante crescono rigogliose
Nessun intoppo sul mio cammino,
Sembro baciata dalla Dea Fortuna,
Allora cos'è che mi rende
triste e sola?
E' il mio passato legato a
dei letti sofferenti
che non m'abbandona
Pensare che potevo dare di più
mi strazia il cuore.
e frena le mie piccole gioie
anche dietro un riso occasionale
che non è libero d'uscire
sincero e gaio.
La mente è occupata da rimorsi
che forse non dovrei avere.
Ma la ragione va a cercare sempre in
quell'angolo buio,dove vivono
i piccoli peccati
che non posso più espiare
Sale così l'ansia del dopo
e della morte :quella da scegliere
o quella che viene imposta.
Parlarne è esorcizzarla,
ma verrà sempre
qualunque scelta di vita
o d'amore facciamo.
E io l'aspetto
con la lancia in una mano
e un rosario nell'altra.
Liliana Lorenzi

 

 
Pops
Piove:
riparato sotto il solito portone-
lo stesso gatto di quasi un anno fa mi si struscia addosso.
Michele Vaccaro
Riparo
il cielo scarica
le sue insoddisfazioni
e io mi salvo
sotto il consueto
albero del cuore,
quello con le foglie
immense
che tempo fa
mi ha accolto
con un'anima felina
che anelava a un vero
contatto.
Ora lo ritrovo qui
questo mio gatto
sempre più strusciante
e mi lascia addosso
la magìa di morbide carezze...
Aurelia Tieghi
 
Mi sono immersa
Mi sono immersa nelle rose
gialle, rosse, rosa, arancio
scrivevano sorrisi e carezze
su mani che mute se ne vestivano
avevano gocciolato sangue prima
adesso le stesse spine delle rose
mi cullano, senza farmi male, piano...
piano piano, mi cantano una ninna nanna
e un profumo d'uomo caro, riempie dolce
questo mio cuore stanco ed io, serena sogno.
Irene Pizzimenti
Inno alla flora
Un mantello di fiori
variopinti dipingeva
tenerezze guidando le mani
stanche ,che silenziosamente
abitavano il mio corpo nuovo,
e quegli steli ruvidi
fardelli che ora mi accarezzano
lentamente senza dolore,
come un concerto soave
dolce come una nenia sono
sapore di uomo che riempie
il mio cuore incredulo
accompagnandomi nei sogni.
Ida Guarracino
 
Lacrima di bimbo africano
(le brice sprecate)

Dopo il frugale sostento serale
robotico gesto a rigovernare,
sdrucciola la mano strofina
sul ruvido lembo imbandito,
trascina residui minuscoli
aggrappati a falangi, alla mente;
una bricia:-lacrima di bimbo
africano- in preda allo stento.
Si beve il rospo alla gola
il soffio di bacco rimasto
nel calice dell'avarizia,
la pallida guancia rugata
s'inumidisce d'amara rugiada,
... solo e colpevole piango!
Silvano Notari
Lacrima Africana

Eccolo
il solito altare
allestito dal pasto
con frammenti di pane
gettati agli sprechi,
ogni mollica è una lacrima
aggrappata
ai miseri occhi
dell'infanzia Africana,
un lembo
d'ombra inquietante
riflessa nell'ultimo sorso
dentro la coppa dell'egoismo.
Lungo la gota
una stilla salata
filtra la colpa
che stringe la gola...
Aurelia Tieghi
 
Ci sono luci
Ci sono luci,
che non sono più abituato a vedere
Ci sono luci,
che non brillano più.
Ci sono luci,
imprigionate negli occhi
di chi ha da sempre sofferto.
Ci sono luci,
che vogliono essere libere
di vedere il mondo e goderselo,
pur non essendo mai nate.
Giuseppe Gravante
Penombre
Se quest'anima stanca
sprigiona una luce soffusa
che sùbito si sperde ,
non è tua la colpa,
amore mio;
è del tempo che
infiacchisce il mio corpo
e della noia che uccide
il mio spirito.
Non l'avessi mai avuta
tanto vivida da
irradiare il mondo intero,
ora non potrei
rimpiangerla così tanto;
ma un giorno l'ebbi,
e vissi l'infinito.
Poi scomparse
all'improvviso
come un soffio
su una candela accesa,
e solo un vago chiarore
ora m'accompagna.
Liliana Lorenzi
 
Gatto
Sei tornato
sulle scale del mio cuore malato
per farti accarezzare…
Selvaggio zingaro
con occhi di smeraldo
Francesca Bergonzini
Gatto gitano
Dai gradini della luna
sei ritornato.. tu
oh mio zingaro !
Sempre più bramoso
di carezze..
per lenire
il mio cuore sofferente
sotto la coltre vellutata
dei tuoi occhi..
Aurelia Tieghi
 
Ricordi
A volte rivedo il volto di un ragazzo felice
di assaporare le prime gioie dell’amore;
mi sembra di risentire i battiti crescenti del cuore,
riprovo l’immensa sensazione di sentirmi un uomo
di questo mondo, temperata dal timore che tutto svanisca.
Sono ricordi che ora mi affiorano con impeto dal subconscio,
sono sentimenti sopiti che adesso tu mi hai risvegliato,
è l’indicibile piacere che ritraggo dal tuo amore.
Renzo Montagnoli


 
Rimembranze
Un nuovo amore mi riporta
indietro nel tempo
quando il sorriso e la gioia
regnavano sovrane sul mio viso,
avverto l'attimo fuggente
della passione intensa,
sento i battiti del mio cuore e mi sento viva,
una nuova voce dentro me
risveglia il letargo dell'amore,
sboccia un nuovo fiore
che dipinge assolati prati
all'ombra del timore
che questa gioia finisca.
Ida Guarracino
 
Vuoto
Eppure basterebbe
Gioire per l’azzurro del cielo,
per il profumo dei fiori,
per l’incanto di un tramonto….
L’infinita bellezza della natura
Dovrebbe bastare
A colmare quel vuoto
Doloroso
Che sento.
Cristina Perilli

 
Ancora sola
Quel bel mare azzurro
che spruzza l'aria
e quel prato verde
asperso di rugiada
in questa giornata
che mi veste di cielo....
Basterebbe solo questo
per gridare gioia.
Invece non basta
per alleviare la grande pena.
Sei stata ingrata con me,
Madre Natura,
lasciandomi in bocca
l'amaro sapore
della solitudine.
Liliana Lorenzi
 
Mattina
M’illumino
d’immenso
Giuseppe Ungaretti

 

Immenso
S'apre all'infinito
e m'illumino d'immenso
impalpabile meditato
che arriva in un sospiro
passa in un soffio
fissando l'adesso
in un sogno di sasso
vissuto in un flusso
quest'immenso luminoso 
Francesco Soldini
 
Per te amore mio
Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato degli uccelli
Per te
amore mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato dei fiori
Per te
amore mio
Sono andato al mercato dei rottami
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amore mio
Poi sono andato al mercato degli schiavi
E ti ho cercata
Ma senza trovarti
amore mio.
Jacques Prévert
A te, amore mio
Ho donato fiori,
argenti, ori.
Ed eri così reale
nei miei sogni,
finchè non sparivi
nei bagliori dell'alba.
Allora spezzai le tue catene
perchè tu fossi libero
di correre verso di me,
ma una bufera
ti trascinò via,
amore mio,
e non ti ho più ritrovato.
Liliana Lorenzi

È solo un incanto
è solo un incanto
che cosa vuoi che sia,
distese e prati verdi
alberi secolari,
è solo un frammento
di tutto un universo
che ti scatena
dentro un mondo
di emozioni,
colori veri
e intensi
distesa
guardo il cielo
azzurro e terso
nel verde delle foglie
nei rossi arcobaleni
di tramonti
e un giorno
tutto questo
io lo dovrò lasciare?
Ida Guarracino
L'incanto svanirà
Mi guardo intorno
e osservo tutto quello che posso .
L'incessante lavoro della natura
che attimo per attimo offre:
tramonti, albe, cieli chiari e bui,prati e monti,
e i colori delle stagioni, intensi o smorti.
Ogni istante è avvenimento che emoziona
e quanto opprime la certezza dell'abbandono!
Ma sì! Succederà anche a me
di lasciare questa platea
ad altri, che assisteranno
all'opera della vita.
Liliana Lorenzi
 


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