Poesie di Salvatore Luiso


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Una farfalla con le ali dipinte
Una farfalla con le ali dipinte
sotto un ciel di bianco vetro
vola fra fiori grigi di grattacieli
sopra sconosciuti omini neri.
In realtà non vola: resiste
al vento come un foglio di carta
Non canta come gli uccelli,
ma colora d'inchiostro l'aria.
Volteggia per un po', poi va via
Spazzata da un soffio pieno di malinconia.

Ci sono sentieri
Ci sono sentieri
dove a volte odi murmure
di silenzio e pianto
altri intricati tra pini impervi
altri accolti piano
da un bel fiore
ed ognuno reca accanto
la sua fredda lapide
ma subito tutti giungono
ad un tetto rosicchiato dal tempo
però rapiti ancora
da una nota di vento

Mentre alla brezza
Mentre alla brezza
Mormorava la foglia
E la lumaca serena,

Molleggiando il suo viaggio
In una lenta scia di lacrime,
Un urlo dal cielo

Squarciò il silenzio:
ancora mi graffi l’anima
con cupi bisbigli d’aiuto.

Di calce e pietre è fatto il cielo
Di calce e pietre è fatto il cielo
dal quale pendono cavi di rame:
le stelle sono scintille e lampade,
illuminano queste selve di case.
Gli alberi hanno tronchi di ferro,
le chiome sono ingranaggi di vetro.
Il Sole s'è fatto un blocco d'oro
che splende qua o là, dove tintinna.
Il vento sembra plastica bianca
sfiora il volto di chi sordo campa:
E noi siamo qui, aspettiamo le ali,
soli e uguali, aspettiamo domani.

Ora che la luna si spegne
Ora che la luna si spegne
Fra stelle già nere,
non piangere
formica stanca.
La terra non porge più
Le sue spighe di gioia:
non vivi sotto l’ala d’un angelo,
né correndo con gli aquiloni
su cieli d’erba bianca.
Non ti resta che vivere
Senza vivere,
e sfuggire al tempo
e allo spazio
e a tutte le cose
di tutti i giorni
e a quelle che non lo sono,
come una rosa
che sboccia appassita
al fondo del pozzo.

Il vento scrive
Il vento scrive
silenzi di tenebra
oltre cieli di carta,
che piangono
sugli stecchi secchi
come dita di scheletri,
su polvere acre,
e su di me immoto
come un bimbo mai nato,
che nei silenzi di tenebra,
respira.



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