Poesie di Marco Milone


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Nel luglio 2000 ho esposto la lirica "Illusione o speranza?" per la manifestazione "Forme d'Arte",
durante la quale mi è stato conferito un diploma di merito per essersi distinto nel corso dell'anno
con la mia attività poetica. Finalista in diversi premi di poesia, sono presente in diverse antologie
sia come narratore che come poeta.
Nel 2003 ho pubblicato con Ghost edizioni “L’eterna condanna ed altri racconti, nel 2004 la
silloge “Geometria del silenzio” con akkuaria. Nel 2006 ho pubblicato il volume di saggistica
Fumetti (finalista al premio Franco Fossati) per le Edizioni Unicopli, e le sillogi Sulle orme della
speranza (Edizioni Progetto Cultura) e Nel labirinto del delirio (Zona).
La mia passione per i fumetti ha preso forma concreta nel 2002 quando ho incominciato a
collaborare con L'indice dei libri; dal 2003 al 2005 sono stato responsabile delle attività culturali
per l'Inves. In seguito sono stato redattore di Inguine mahgazine, e ho collaborato con la
Coconino, Comixcomunity e Due Punti Edizioni. Dal 2006 al 2007 sono stato membro del
comitato di lettura di Il Foglio Edizioni, e nello stesso periodo caporedattore di Cagliostro epress,
per la quale ho anche curato le riviste Be Side e Solaris. Nel 2006 ho curato due rassegne
sull'animazione nipponica e una mostra su Sprayliz.
Fuori dal mondo letterario, sono legato alla fotografia, agli scacchi giapponesi e all'animazione
sperimentale.

www.marcomilone.com

 

Dove va il mondo
 

Prefazione
La poetica di Milone è identificabile con nome e cognome. Per nome fa “Scoperta dell'Io” e per
cognome “Mantenimento dell'Io in una situazione di soddisfacente benessere”. Se poi volessi
trovare anche un soprannome, questo potrebbe essere “Compassionevole osservazione del
mondo con ricerca del distacco interiore a preservare il proprio benessere”.
Milone è un autore che è passato tra diverse epoche nella ricerca della giusta presa di coscienza
delle cose. Si è trovato a vivere una vita in contrasto con gli spot cammuffati dagli ideali che la
nostra società cerca d'inculcarci, con l'assillo psicadelico di valori ectoplasmici, con idee odierne
non più compatibili con la ricerca della felicità e adagiate su una base di nebbia, con i pericolanti
malesseri del nostro mondo che insegnamo come necessari senza che spesso ci si accorga della
loro melliflua e viscida attrazione.
Milone è passato attraverso il suo inferno nel momento in cui è riuscito a smascherare il grande
bluff. Il suo agitarsi interiore l'ha portato pericolosamente vicino ad un rifiuto estremo, anche
fisico. Ma poi, quando è riuscito a trovare il necessario equilibrio psicologico che giustificasse lo
sforzo profuso all'inevitabile cambiamento, anche la sua poetica n'è uscita purgata, rafforzata,
smettendo abiti appariscenti e bugiardi e togliendosi il costume per indossare l'abito della verità.
Ha respinto l'inganno e si è salvato.
Oggi la poetica di Milone è altamente introspettiva, concentrata sul “sé” ed il mondo che gli ruota
attorno, ha imparato ad interagire col suo “io”. Non è una poetica semplicemente basata su un
rifiuto di valori riconosciuti come biechi ed insufficienti ma, con occhi diversi, ha saputo adattarsi
per sopravvivere senza farsi troppo condizionare dall'esterno e allo stesso tempo senza rischiare
un altrettanto pericoloso e fasullo isolamento. Pericoloso perché la sola alienazione senza un
nuovo adattamento è inutile e fasullo perché dal mondo non si può e non si deve scappare.
Guardare il mondo con la lirica di Milone significa trovare un intelligente compromesso tra il
rifiutare senza mettersi in gioco ed il condividere i valori del nostro tempo senza farsi travolgere e
uniformare; significa razionalizzare con serenità anche le situazioni più difficili, i sentimenti più
destabilizzanti mediando fino a se stessi tramite un percorso di studio del proprio essere per
offrire una soluzione spoglia da falsi idoli ma reale ed accettabile, una soluzione che possa
essere offerta agli altri. Ed è questo che fa Milone: prendendo spunto dal suo percorso, offre al
lettore una valida proposta alternativa per guardare il mondo coi suoi occhi, occhi che poi
diverranno i vostri. Senza presunzione, senza arroganza.
Per quanto riguarda la forma, i versi di Milone sono brevi, come piace a chi vi scrive, a volte
sferzanti, incisivi come coltellate, con poco spazio per le interpretazioni e conditi da diversi moniti.
Milone coniuga con sapienza parole di questo mondo per mostrarne un altro, il suo, quello che
potrebbe essere anche il vostro, quello che sicuramente ritiene migliore.
Per tutto questo e molto altro ancora, sono felice che oggi Marco Milone sia qui a raccontarcelo.
Marco Mezzetti

 

Interrotto, ma goduto, lo sguardo
di scimmia. L'occhio di legno
è fisso, e trasuda sale. L'oceano
sprofonda, e affonda in tutto, eretto
nella schiuma. Sono due, due valvole. Stabilire
chi sia il corpo - esclamazioni, fiati
e scoppi di risa - è vano rispondere

Comparsa. Le immagini
sono sempre vissute. Nel cuore
del mare, nelle tele delle incertezze. Questioni
irrisolte. Vola il pensiero. Oggi
è l'ultimo giorno, oggi non ha più
niente, oggi si scava.

Numerare i ponti, tagliarne
una parte. Decidere
dove stare ottimamente. Tutto parte
in un fiato di gelo, tutto
parte tra blocchi di pietre pomici,
e fossili di lava. Non così
convulso. Via, sotto l'ombra
più profonda del mare

In attesa di uno scoppio vien giù
la grandine, si disperde in fiume
lento, e oblio. Anche qui, si estingue
un poco, la nebbia che fa velo. L'aria
fuma dai ghiacciai, e brucia le ragioni
del vivere. E tra la nemesi, e l'oscuro, si vive
un diluvio, e si ricomincia a vivere

Sono poveri i monumenti. Ognuno
vede quello che ha dentro. Mai dimenticare
la patria. I nomi, non i luoghi
e il tempo. Il clima incerto, la luce
che affligge. Vengano, vengano i nomi
nel mercato delle voci

Sotto, non interessa più
nessuno. I sacri resti, la cifra
degli analfabeti ben valgono. La gente
fa ressa. Ecco la gioventù, ecco
la vecchiaia. E il giorno fa testamento

Dove va il mondo, lo senti. Dentro
si prova in silenzio, e le ultime luci
spengono la volontà. Per capire
com'è, non è mai pronta

I primi uomini, andavano
lenti, con fame di sonno. Sì, avanti,
certamente. La parola la lasciavano
indietro, là si percepiva
meno. Non moriva, nè lasciava
eredità, che macera o che va
in fumo. Ogni cosa
fa il suo tempo

La gente è sempre quella. Immobile
duole vederla. Solo chi sta in disparte. La vita
è lotta, è aggressività, è contesa
leale. Il metodo
è sempre il confronto

Un po' cupa, un po' rozza. Scava
sotto il muro del suono. Tutto gratis,
senza tromba e senza tamburi. Non ha
niente da confessare. E per ogni passo
compiuto, c'è sempre una crepa

Sto imparando a sudare
Non sono mai stato
tanto basso, eppure conosco
l'arte della memoria. A mie spese, nel buio.
Macché! Tanto vale approffitarne

Avvenne ieri
la forza dell'incontro. Domani
lo sforzo di essere compreso. Saranno
sonanti bandiere, le parole d'uso. La fatica
del dire, del parlare, per chi ricerca
qualcosa di più violento che dare
via libera alla navigazione. Le parole
non dette costano
una vita sola



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