Poesie di Paolo Piccini


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 Grido
Grido a te mare,
per la mia anima che ti naviga dentro.
Grido a te cielo,
perché con il corpo separato dalla terra,
le tue stelle guidino la mia rotta confusa da venti impietosi.
Grido a te barca alla deriva piena di solitudine
che affondi la prua nelle onde come una lama nel mio cuore.
Grido a te donna sconosciuta
per aver seminato morte nel mio nido.
E piango gridando come i delfini impauriti alla ricerca
di un rifugio per i piccoli.
Ma grido
anche che sono vivo...
senza catene alle caviglie
senza gioghi sulle spalle
per cui il sole può scaldarmi
la pioggia può bagnarmi
ma per la rabbia
mi ero dimenticato di me.
 

Onda
Il fragore dell’onda sugli scogli
accompagna il mio canto di libertà
che si incatena al vento.
Senza limiti il mio pensiero
scavalca i confini della mente
per raggiungere il sogno impossibile
che vola insieme ai gabbiani.
Voglio trovarti aldilà del semplice pensiero,
posata su una nuvola d’argento
in compagnia del tuo segreto.
Ancora l’onda sale, si arriccia
e con un tonfo insiste sulla scogliera informe,
impenetrabile.
Aiutami ad essere libero come i delfini
che solo la terra uccide.
 

Rimproveri
Giro intorno, in una stanza vuota,
i miei pensieri si infrangono sulle pareti nude:
come folgori nel cielo,
come nembi di tempesta e
nel segreto sgretolarsi del mio io
una sgradita sensazione di morire.

Cosa offro all'amore? -Rimproveri?
No! Esiste la verità! - La voglio!

La verità esiste nel nome tuo
negli angoli semichiusi delle tue labbra
sotto le tue unghie che hanno graffiato la tua pelle
sulla punta dei tuoi seni pronti per il bacio.

Io ti bramo più di mille tesori,
legato al filo di una coscienza delirante.
Non più bugie incredule - Mettimi alla prova!
Mettimi un dito sulla bocca
indicandomi l'intelligenza del silenzio.

Anche se il cuore, stracolmo e lacero e'
chiuso nella stanza piena di ombre.

"La luce attenuò l'angoscia delle ombre,
ma che cos'è l'ombra se non il risultato della luce"
In questa luce io ti vedo presente
come l'ambito sogno che non svanisce.
 

magia
Il frusciare del vento fra gli alberi del bosco
ingigantisce la magia del lago,
la dolce acqua si increspa
come la tua pelle sotto una carezza,
il tuo riso nell'aria risuona come l'argento di un sistro.

Lo scoiattolo si arrampica curioso sui rami
frondosi dell'antica quercia e immobile scruta la terra,
per lui insofferente forse inafferrabile.

Ma il vento parla ancora alle foglie d’orate
come l'amore quando rivela il suo segreto antico
talvolta puro ma imperfetto,

Un meccanismo di luce interiore
proiettato verso l'universo: dove tutto è il nulla
dove il tutto si annulla, come l'anima che vaga ai confini
insondabili dello spirito senza trovarlo.

Fra queste fantasie giunge la sera…
la tua figura ancora sconosciuta
è già in simbiosi con il tramonto.
Sull'acqua una manciata di perle
per adornare il tuo esile collo
nel divenire eterno delle stagioni.
 


Passero
Un passero sta morendo...
un tremito mi percorre e si accende una nuova ansia
per un inverno troppo lungo.

Rilucono ancora i miei pensieri più degni
anche se malcelati dai cattivi ricordi.

Quel che voglio dimenticare lo faccio in fretta,
per scacciare un dolore, per scacciare un’altra pena,
forse più infida del ghiaccio sottile.

Io voglio bene a tutti anche a chi vuole colpirmi
e mi lascio ingannare volentieri dalla vita;
aspettando ancora un fremito d’ali
che mi accarezzi senza farmi soffrire.

Amica mia temo di non aver capito,
so che la gioventù non è più dalla mia parte
e convivo ancora coi miei sogni infantili
sperando ancora di comprare bellezza e di salvare
il passero che sta morendo.
 



Insicurezza
(offerta del passato)

L’idea provvisoria
dei momenti da affrontare
prima del tempo.
Sconsiderato difendersi
da quello che vuoi e non vuoi
e che già aneli ricordo.
Perché tu sai
che nell’interminabile processo
della dimenticanza
saranno lunghe le ore
a ricacciare indietro
con armi improvvisate
i chiaroscuri stampati nella mente.
Il passato è esposto a nord
e difficilmente avrà luce.
Ma è un tuo possesso infame
che offre insicurezza
con l’obbligo di prenderne.
 



Fallacia
Sì.
Tanto, tutto.
Avrebbe allora
un senso compiuto
quel non definire mai,
anche crollando in fretta
dall’alto verso il basso.
Niente è più fallace
di tracce cancellate
per paura.
 


Brezza
Confida a quella brezza
Ciò che adesso
Non puoi dirmi
Regalami
Un’onda
E ti raggiungerò
Con il pensiero…
Mentre da qui
Bisbiglierò
Quei miei segreti
Che tu riascolterai
Nello sciabordio
Dell’acqua.
 



Battaglie Perse
E se vi ritroverete tra le rovine
tra briciole di muri
e travi fradice.
Cosa farete figlioli?
Quella pericolante vanità
quei vizi in bilico
rovinerebbero sulla vostra vita.
Allora non più modifiche parziali
Né rattoppi.
Un cambiamento radicale
s’impone
ed un occhio attento
cerca il buono nel materiale di recupero
che unisce al nuovo
con lacrime e fatica.
Non per orgoglio
ma per difesa.
Attendere senza combattere
Non contiene speranza.
Stanchezza e poi abbandono
ed infine il crollo.

Del nulla
 

Scie di rondini e tentativi di volo
Guardate bene figli miei
Che nessuno ci ascolti
Devo dirvi qualcosa in gran segreto.
Venite
Voglio mostrarvi
Quello che ho qui nascosto.
Vedete queste grandi ali?
Sono mie.
Lo so che è proibito
Ma io le ho costruite lo stesso
E presto me ne andrò.
Di notte
Quando nel cielo restano
solo le scie delle rondini
LO DICO A VOI, POSSO FIDARMI?-
Indosso queste ali
E tento con pazienza di usarle bene.
Io presto me ne andrò
E non ci saranno occhi curiosi
A guardare solo i miei tentativi di volo.
Vedrò la meraviglia
L’invidia sul viso della gente.
La palude dell’ipocrisia
Non mi farà paura.
Sorvolerò le acque limacciose.
E dolce poserò i miei piedi
Sopra una terra nuova.
Non sbaglierò figli miei
Perché ho comprato a mercato nero
Anche la mappa del cielo.
E’ tutto pronto
E quando avrò imparato
Vedrete anche la mia scia
Di notte nel cielo.
 

Nuova vita
Quei tuoi entusiasmi
E desideri
Quelle allegrie improvvise
Petali calpestati
Senza dignità
Senza rispetto.
Nutri con tenerezza
La tua fragilità.
Così
Berrai sulle tue labbra
Nuova fonte
Nuova vita

acqua
Lavami acqua limpida
con gesti lenti
accarezzami fino al dolore
colma i miei vuoti
segui il profilo curvo
delle mie spalle
cancella i segni
se puoi, se vuoi
fammi rinascere.
 

Fragilità
Quei tuoi entusiasmi
E desideri
Quelle allegrie improvvise
Petali calpestati
Senza dignità
Senza rispetto.
Nutri con tenerezza
La tua fragilità.
Così
Berrai sulle tue labbra
Nuova fonte
Nuova vita
 

Telefonata
Babbo ….dimmi piccolino!
Perché te ne sei andato
e non mi accarezzi più i piedini?
Il volere del bene e del male parlò
Per noi
senza coscienza
senza saggezza.
Per voce di una cosa amata
svanì la nostra bella unione.
Scusami piccolino
in segreto
ho delle lacrime che non riesco ad asciugare
ho un dolore che non riesco a lenire
però prendi in regalo il mio sorriso
E fallo giocare sulle tue labbra
regalalo a chi è più triste di noi
a chi non ha occhi per vedere
a chi non ha braccia per stringere
a chi non ha gambe per correre
regalalo a chi ha fame e sete d’affetto.
Racconta agli altri la nostra favola
interrotta
perché la loro sia a lieto fine.
Non ci sono regole nella vita
anche tu sei un burattino
che i grandi manovrano
senza sapere il male che ti fanno
senza accarezzare i tuoi piedini
che disonore talvolta amare
che disonore essere quasi padre
e non sapere chi è tua madre.
Che disonore essere stati il tuo mondo tradito.

Nella tua pancia
Dietro il mistero di un fiore,
il volto tuo è dolcezza
e dagli occhi tuoi filtra la cellula
d'amore dentro la tua pancia liscia.

I tuoi occhi nei miei
prevalgono su un sogno
chiari come un crepuscolo d'oro.

Accetta il mio cuore maldestro.
anche se infrange ideali,
barca naufraga senza rotta e senza porto
in pace solo tra i tuoi seni.

sei tanto bella ...
pura gemma d'arcobaleno
amata e non tradita
anche nel gioco crudele
di annullare una vita.

Passi
Irraggiungibile diventerà il suono dei miei passi.
E dunque dopo tanta attesa perchè volere
a tutti i costi dare un’identità
al brivido che corre sulla pelle?
Non sai che cieli
e che corse
negli spazi più immensi dell’anima.
Che sublimi entusiasmi!
Scalinate di vento per baciare le stelle.
Un vuoto colmato,
una sete appagata
Il dondolio d’una culla.
Un filo di seta
che lega ben stretta
la gioia più dolce sul cuore.

Improvvisa per destino irrompe
Rovente ed inaspettata.
Respiro sospiro
Vertigine dorata che libera lo spirito
da troppo tempo trattenuto tra le labbra
forse la trasparenza offerta mi pone
in imbarazzo ma è questo tutto ciò che ho,
null’altro.


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