Poesie di Pier Vittorio Pinnola


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Dentro gli occhi
Sento un lamento,…viene dalla strada,
fate silenzio , provo a darle ascolto:
"Sono una donna, una donna di strada
vendo il mio corpo a pezzi e solo in uso ,

cedo la bocca , il seno od il mio ventre,
non ho null'altro che la gente voglia.
Tutto ha il suo prezzo ,come un animale
mostrato sulla strada al gelo o al sole.
La vostra civiltà baratta tutto:

genio , bellezza , studio, conoscenza,
muscoli , forza, rischio della vita,
mani assassine, falsi testimoni
mani servili ,menti da sfruttare
tutto ha il suo prezzo, e tutto ben pagato.

Io vendo il corpo, questo ho ereditato.
Mia madre, non avendo da mangiare,
ha venduto anche il frutto del suo ventre.
Mio padre ha già venduto le sue mani,
raccoglie ,chino in terra , i pomodori.

Ora son merce anch'io, ma mi ribello!
Avrei tante energie per lavorare,
avrei per voi pensiero, anima e cuore,
ma son nascosti dalla pelle nera,
ch'è simbolo di schiavi e vita dura.

Guardatemi negli occhi, date ascolto
al grido di dolore che vi giunge,
siamo anche noi figlie del padre Abramo,
Dateci scuola ,amore ed accoglienza
Dateci dignità da vostre pari. "

Ho ascoltato il lamento ed io lo giro
a voi poeti, artisti e letterati
che parlate alle orecchie dei potenti,
fate di questa causa una bandiera,
sarà il frutto orgoglioso delle menti. 

Alda Merini
Madre di versi , musa misteriosa,
mistica dei meandri della mente
Alda Merini , fonte di poesia.

Mescoli le parole con le note
tu canti mentre parli al mondo intero
urla e sussurri , occhi dilatati

tu scruti dentro l'anima dell'uomo
scrivendo con gli artigli e con le piume.
Bevo alla tua fonte, … …da assetato.

Radici
Paese mio , caro Villaggio Breda ,
c'hai le case squadrate ,senza grazia,
fatte cor tufo , basse , tutte uguali !
Certo che Rebecchini s'è sforzato
pe' disegnà er progetto , ner trentotto :
fori dar monno , 'n mezzo alla campagna ,
scatole de cemento e de mattoni ,
cor cesso ch'è interdetto alli ciccioni!

Và be'…… pijamose er vantaggio der progetto
de fa "casa e bottega " all'operai
che vanno a lavorà senza er tranvetto.

Quanno 'ste case furono riempite
de donne , regazzini e d'allegria ,
cominciò a batte un core ' nder cemento.

Tutti amici e compagni de lavoro,
Democristiani , Fasci o Comunisti,
se sfottono ma poi magnano assieme,
preganno la Madonna che l'assista.

Così le mie radici so' affonnate
drento la tera der Villaggio Breda,
so' nutrite de gioia e de sudore,
de solidarietà e condivisione.

Mi' madre era maestra , bona , pia ,
ha fatto legge e scrive pè trent'anni,
ha sempre fatto er bene dei ragazzi,
poi c'ha lasciato e mò riposa in pace.
Mi padre ,quanno fù disoccupato,
se mise a fa i mestieri più diversi,
er manovale , er fabbro o elettricista,
riparava le radio giù in cantina.
La famija era grossa , cinque fij ,
falli magnà e studià , faje i cappotti !


Quest'è er copione 'n po' de tutti quanti ,
ogni famija s'è sacrificata ,
poi co' la grinta s'è risollevata .

Sembrava tutto bello : l'orto , er prato,
li fiori ai ballatoi , chiavi alle porte.
Certo rubbavi l'uva a Cesaroni ,
cantavi fino a tardi sur muretto ,
a vorte hai rotto pure li cojoni ,
sfottevi li vecchietti , l'imitavi ,
facevi 'n po' de scherzi pure ar prete.
Però compravi er latte de Zanardi,
er pane e la verdura da Vaselli,
er vino ar sor Peppino e i polli a Lilli.

Certo che magnavamo co' la guera ,
facevamo li mitra e le pistole
pe' ammazzà pori cristi come noi,
ma che voi fa' , er monno è fatto a scale
ce sta chi scenne e poi ce sta chi sale .

Ner dopoguera noi iniziaimo a scenne ,
sempre con dignità ma …. co' la fame ,
le mitragliere oramai so' feri vecchi ,
mezzi operai so' senza occupazione!

Qualcuno se ricicla e zappa l'orti ,
o affoga la tristezza all'osteria ,
fa li buffi da Cesare er fornaro
o gira pe' li prati a fa' cicoria.
Quarch'artro 'nvece ,'n po' più fortunato,
cambia lavoro e trova er posto a Roma ,
e inizia a risali' su pe' le scale.

Così che piano piano so' cresciuti
li Bredaroli autentici, l'amici ,
quelli che nun rinnegano er paese
'ndove so' nati e c'hanno le radici.

Facendo festa , prego la Madonna
de ricordacce tutti der passato ,
come l'esempio pe' volesse bene ,
pe' aprì la porta a chi sta più male,
pe' perdonà li sbaj der vicino ,
arzanno la bandiera della PACE.

Senza nome
Non ha nome un angelo del cielo.
E' stato vita ,
ma non ha vissuto,
è stato amor,
ma amore non ha avuto,
prima d'avere ali …
ha preso il volo.

Anche tu, senza nome, sei mio figlio,
fiore d'amore
chiuso nel bocciolo,
reciso e andato in cielo,
solo
solo.
Adesso, che ti amo dir ti voglio.

Con la folle sentenza motivata,
dalle assurde ragioni
del successo,
senza colpa,
difesa,
né processo,
noi t'impedimmo luce, gioia, vita.

Chiedo perdono a Dio, con la ragione
che gli anni e l'esperienza mi han donato,
chied0 perdono a te, figlio mai nato,
per non averti allor… voluto bene.

Er bubbone
Er monno s'è ammalato!.C'ha 'n bubbone
co' la radice fonna 'nfino ar core.

Mò viene in faccia, mò dietro alla schina,
te lo strizzi co' forza, poi lo lavi,
lo disinfetti bene, je dai foco,
e lui sembra guarito, se rispiana,
la pelle se fa rosa, 'n fa più male.

Er monno mò è più bello, fa figura,
rifà li grattacieli, rifà l'armi,
passeggia sulla Luna, pensa a Marte
Ma lui, er bubbone, mò risorte fora
da n'antra parte, scoppia e lo sfigura.

Ma come co' la scienza che se trova,
co' tanti capoccioni che ce stanno
nun ha capito che pe' levà er male
pe' subbito ce so' le pezze calle,
qualche pomata, er foco, le fascette,
ma poi si vo' guarì deve annà a fonno,
tajà i tessuti che se so' ammalati,
guardà drento ner buco ch'ha creato,
capi' si ariva er sangue, er pane, er fiato.

Perché si nelle cellule de base
je fai manca' la vita , l'essenziale,
si je rubbi la linfa ch'è vitale,
finisce che la cellula s'incazza,
e co' le poche forze che c'ha ancora
cerca de venì a galla e fa la pazza
pe' ditte che laggiù se sta assai male,
ch'er sangue nun je basta, che se more,
che je hanno già fregato pure er sole.

Così se mette assieme a qualche amica
e comincia a strillà e a tirà li sassi,
e fa cresce i bubboni ancor più grossi.

Mo' nun te lamentà ,caro mio monno,
si sei malato 'n fino alle radici
e i bubboni te scoppieno 'gni giorno

.E nun te crede che co' le parole
co' le minacce o co' li bombardieri
estirpi li bubboni che ce stanno.
Quelle so' pezze calle,so' illusioni.

Si te voi risana' fin dentro er core,
riscopri la GIUSTIZIA, quella vera,
che c'insegnò Mosè, Maometto e Cristo,
ridai la DIGNITA' ch'hai derubato
ai tanti derelitti del creato.

Fa' piove l'umiltà sui capoccioni
che fanno vedè i muscoli alla gente.
Faje capì che sotto a quei bubboni
ce sta la rubberia e ce sta la fame.

Si er bubbone è giallo bianco o nero
la radice è profonda e stà nell'omo
che s'è magnato l'omo, ja rubbato,
l'ha fatto schiavo, l'ha offeso e l'ha umiliato.

L'apparenti raggioni so' parole :
Democrazia, Progresso, Evoluzione,
la Civiltà, il Benessere, il Diritto,
ma il diritto de chi? De chi te pare?

Guarda che sotto sotto c'è egoismo,
la voja de potere, l'ingordigia,
la megalomania de certa gente
che se crede Cacini e nun è gnente.

Dice che sto bubbone è er TERRORISMO,
dice che ferma er monno e fa casini,
dice che va estirpato con la lotta,
coi cari armati, e i muri pe' confini.

Vole curà er malanno cor malanno,
vole evità li morti co' artri morti.

Si voi curà er bubbone scava a fonno,
riporta la GIUSTIZIA in tutto er monno,
no' solo a casa tua e de chi te pare.

Quello che voi pe' te dallo al vicino,
rispetta l'omo assieme alle sue idee,
daje l'orgoglio d'avè lui er pensiero
e ognuno , a casa sua.., vivrà più in PACE.
per la PACE

Premessa:
Tempo fa ho acquistato dei quaderni dalle cartiere Pigna che facevano una
campagna "liberi di crescere" a sostegno del progetto Annisakan,Mynmar,per
mandare a scuola i figli di famiglie povere.Uno di questi quaderni recava in
copertina la foto di una bellissima bambina nera con un sorriso che mi ha
commosso ed ispirato i versi che seguono:

Angelo nero
Piccolo angelo nero che sorridi
sopra la copertina del quaderno,
che mostri i tuoi dentini ed i gioielli,
li mostri a un mondo che t'ha abbandonata,
ch'è sordo alla tua sete e alla tua fame.
Non rider più! Mostraci solo i denti,
come una tigre che difende i figli.
Ringhia pel tuo diritto d'esser pari,
grida con forza tutta la tua rabbia
d'essere stata schiava dei potenti,
difendi con coraggio il tuo colore.
Perchè nella tua terra è nato l'uomo,
perchè nella tua terra splende il sole,
perchè nella tua terra è morto Cristo.

Piccolo angelo nero che sorridi
al giornalista bianco che t'inquadra,
che mostra la miseria in cui tu vivi,
urla che sei bambina non per gioco,
che sogni come tutte d'esser madre,
che sogni d'aver figli emancipati,
che vuoi donare al mondo la tua mente,
senza finir su qualche marciapiede
a vendere il tuo corpo da affamata.
Cucciolo nero, so che non hai voce,
son secoli che geme la tua gente,
la voce costa e tu non hai denaro,
t'hanno rubato tutto quel che avevi,
oro, petrolio, zaffiri e diamanti.

Così non puoi comprare quella voce
che va in televisione o sui giornali
per accusar quel mondo di predoni
che t'hanno resa schiava ed affamata,
e rubano la terra dei tuoi avi.
Non rider più! Raccogli le tue forze,
riprenditi il maltolto,t'apartiene,
io sempre sosterrò la tua ragione.
Dopo ci sarà pace, e la tua gente
ritornerà alla vita ed all'amore
senza la guerra e l'odio che l'ha afflitta,
e tu... sarai regina.Coi gioielli
che mostravi per gioco da bambina.
Se Dio vuole! Shalom ! Inch Allah!

Un altro sole

Nasce una vita dentro un'altra vita
s'alimenta d'amore e da lui nasce:
guscio fluido,pulsante come il tempo,
che si espande nel tempo e forma un uomo.

velato dall'ignoto egli è già certo,
si sviluppa in armonica bellezza.
Rivo novello in grande confluenza
che sgorga per amore verso il sole.

Frutto d'eternità, seme a sua volta,
germoglia nel tuo grembo ,figlia mia,
e tu lo nutrirai della tua vita..

Ora le antiche braccia sono pronte
a dar calore , gioia e sicurezza
al babbo ed alla mamma e al nuovo frutto.
nonno Pier Vittorio Pinnola

Poetare
Volti del mio passato,i miei ricordi,
pensieri sentimenti,osservazioni,
parole in libertà chiuse nel cuore,
immagini fluenti dentro gli occhi,
fruscii di seta bianca nelle notti,
baci, carezze,pelli vellutate,
strette di mano, abbracci senza fine,
suoni soavi, odori di natura,
spuma di roccia lavica graffiante,
lampi di luce o buchi sempre neri,
li passo alla mia mente e tutto ingabbio
in uno schema antico,sempre uguale:

Metrica e ritmi assimilati allora
dai classici poeti d'ogni tempo.

Musica vorrei fare senza note,
cantare come un bimbo senza voce.
Vorrei dare parola ai sentimenti,
che sian d'amore, d'odio o di dolore
per la natura , gli uomini o la vita.
Esplosioni d'amore per chi amo,
parole sussurrate alle coscienze
o grida a perdifiato contro il male.

Questo è il mio intendimento, il mio poetare,
con questi sentimenti scrivo versi.


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