Poesie di Guido Trinci


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Enjambement:
Quanti panorami
Abbiamo visto
Insieme
Solo
Con i miei
Occhi.

Che ti posso dí?

Che ti posso dí?
Ancora, dopo
Tanto tempo,
Ritorni.
Senza avvisi o
Preavvisi,
Tu arrivi qui,
Prepotente.
Trasportata
Da un odore
Familiare
Da un paesaggio
Simile
Da una canzone
Nostra
E poi te ne scappi
Dai miei occhi
Finché
Non mi viene
Sete.
 

Calma:
La mia finestra
Aperta nel cielo
I pensieri
Nuvole Immobili.
 

Cerco il buio :
Sospiro dopo sospiro
Mescolo il mio nero
Con la notte priva
Di luna e di stelle.
Cosa ne sapete,
Voi,
Della rabbia che covo
Giorno dopo giorno?
O della solitudine
Che vomito nauseato
In ogni momento di veglia?
Cosa ne sapete,
Voi,
Di ogni lacrima che
a fatica
Trattengo nell' anima?
Di questo fiume impetuoso
Che straripa
Tra le solite quattro mura?
Sono il buio
Di me stesso
Amalgamato
Nel nero di una notte
Infinita
Senza luna
Senza stelle.

Solo con te:
Parlo da solo con te
Per le vie di Malaga,
T'immagino curiosa,
scrutare
Vetrine e monumenti,
Ombra
Dal mio cuore
Frantumato.
Parlo da solo con te,
Ogni notte,
Nei Sogni infami
I tuoi più
Amorevoli sguardi.
Piango,
Tra quattro mura di
Cielo, mare, strade e palazzi,
Solo da solo,
Da solo
con te.

Occhi:
Quel grigiore quasi azzurro
È l'unico cielo nuvoloso
In cui perderei volentieri
Tutto me stesso.

Vita:
Tra le crepe dell'asfalto
Calpestate dalla fretta,
Nel più grigio anfratto
Dimenticato pure dal sole,
Ed anche nelle vie del centro
Di ogni città o paese,
Trova sempre un modo
E germoglia quella scintilla
Figlia dei millenni,
Fortissima ma minuscola
Sprezzante e fiera,
In un eterno ciclico
Ritorno.

Vespro:
Il calar della sera
È un velo nel cielo
Di seta leggera,
Che si adagia con zelo
Sulla città costiera,
Addolcendone il profilo,
Cambiando atmosfera
Alla desolata riviera.

Oh Vespro, mio Morfeo,
Culla questa anima
Bramosa d'ogni trofeo
Avvolgila nella tua calma
Coperta, un caldo mausoleo,
Per le mie pene e la mia salma.

Sarà:
Sarà il mare, che non vedo più,
Sarà il brusio amico della gente
Che non sento più,
Sarà questo sole che non mi scalda,
Sarà la lontananza che mi stanca,
E queste stelle distanti,
E questi sogni inarrivabili,
Sarai anche tu che te ne vai,
Sarò io che non mi amo mai.

Echi:
Io Sono
Il volto scomposto
Nello specchio rotto
Io sono
La sabbia che mi
Scivola tra le dita
Io sono
La foglia gialla
In caduta libera
Io sono
La stella dietro
Il cielo nuvoloso
Io sono
Il riflesso ondulato
Nella pozzanghera
Io sono
La mia vittima
Ed il mio assassino
Io sono
L istante prima
Dell' eterno
Mio
Morire.

Recovery:
Si rinasce in giugno,
con la nostra anima
in pegno,
pagheremo la calma,
artificiale
di un caldo focolare.

Ed inizia lentamente,
strisciano tra i nervi,
tra i muscoli e nei visceri,
brividi infiammati di gelo.

Contiamo i secondi
vestiti di putrido sudore.
Scosse incessanti
scavano il dolore
nella carne,
annichiliscono
i pensieri.
Piango, rido.

Contiamo le ore
marcendo le gambe.
Incontentabili, inarrestabili,
corrono da ferme
al ritmo dei nostri sbalzi d’umore.
non ci siamo mai amati
così morbosamente
non ci siamo mai odiati
cosi incessantemente.
Gli occhi dilatati,
s’accecano al lume
di una candela.
Occhi gonfi,
occhi stanchi
occhi spenti.

Contiamo i giorni
nell’insonne disperazione.
Il battito d’ali
d’una farfalla
toglie il respiro,
soffoca d’ansia,
siamo sprotetti
da ogni cattiveria.

Conteremo le settimane
strascicando i nostri
corpi stremati
tra gli odori
E i sapori
di un’altra estate.

Si rinasce in giungo
come spettri di noi stessi,
una lenta marcia funebre,
di falsi miti e antichi eroi.

Accadde In giugno,
che fummo
finalmente
liberi.

Vale
Ed il pensiero vola alto,
lontano da terreni sussurri.
È la gatta,
che tra le nuvole
si rimpiatta,
Il mio amore per te.
Trascende straordinarie
Umane Vedute,
E la,
L' istante più felice,
È.
Un impronta
Nostra
Fino alla fine dei sempre.

Ci sono:
Ci sono
Un mare di volti
Bianchi sassi
Dipinti d odio
Olio su terra
Plastiche eterne.

Ci sono
Sussurri nel mare
Ulivi ingialliti
Si può, si potrebbe,
D' amore morire
Di nuovo
Soli

Ci sono
Dolori invani
Sapore d abete
Parole
Solo
Parole

Ci sono
Ricordi caldi
Tramonti tiepidi
Notti fredde
Sudore
Dello spirito

Ci sono
Ma oggi
Non sono più
Io
Muretti antichi
La calda bara
Del mio
Dolore.

Esodo:
Lasciatemi qui, alla mia finestra,
sigaretta dopo sigaretta,
a disperarmi ancora un po',
dei tempi andati, del mare lontano,
di stelle che posso solo immaginare.

Lasciatemi qui ad impallidire, solo,
di fronte a chi soffre, di fronte a chi
muore, morirà o è già morto,
impotente e senza armi o speranze.
Lasciatemi deperire nel mio
profondo abisso di tristezza.

Lasciatemi solo, l autunno si spalanca
nell inverno freddo dell esistenza, la fine
di tutto.
Ancora una volta sconfitto,
ancora una volta, la prima volta,
bimbo adulto, impreparato
all esame della vita.

Oggi lasciatemi qui, a fumare,
col mio bagaglio d amore
insopportabile, pesante, duro.
Oggi randagio della vita
muoio ancora un altro po'.

Il Noce:
Marcisce l'albero secolare,
Che di noci riempiva la cesta
di vimini, intrecciata con amore
da una fanciulla nel giorno di festa,
madre e poi nonna, sola al focolare.

La furia di Eolo, spazza via andate
abitudini e il noce, che con le sue ombre
era giaciglio fresco di una lontana estate.
Tu hai trapassato il velo in novembre,
Una fossa ed una lapide, il nostro presente.

Campi di granturco, fossi e rane,
lucciole e galline, cicale e grilli,
vi rincorro con nostalgia, speranze vane.
Gli odori, i rumori e quell'innocenza, sigilli
nel cuore impaurito dal dolore, rimane
l adesso, senza ombre senza appigli,
si sfilaccia il cestino, cadono le noci.
Lasciatemi qui nel ricordo più tiepido.

Sorella

Tu sei un fiore
che non posso
veder appassire
donami il tuo dolore
sarà il mio fardello
ma poi
sorridi
vivi
crea
e sarò felice
per sempre.

Italia:
Sensuali, le tue curve
s'addentrano sul mare,
un pontile tortuoso:
t'ho amato, t'amai!
I tuoi seni, tragedie
e guerriglia, partigiani
ed amori, i più belli
panorami che si possa!
Ed in quegli occhi, smeraldi
del mare, culle dei più
vecchi calorosi sguardi,
streganti, miracolosi,
mi ci sono smarrito,
perso,io ci sono morto!
Cosa resta dei tuoi
boscosi discorsi,
fruscii d'antichi venti?
Cosa resta dei tuoi
preziosi mari quando
t'accechiamo malamente?
Cosa resta di noi uomini
quando andiamo, fieri
ma sciocchi, per tutte
le tue foreste, che d'un tratto
si fan sentieri, poi strade e
palazzi corrotti?
Resta solo un vecchio
amore, ricordi di peregrini
o racconti perduti, andati.
Siamo vivi,
solo a metà.

Poesie d'una notte di Mezz'estate:

Libertà:
Nei tuoi occhi,
un sorriso,
la cura
al dolore.

Bellezza:
Una carezza distratta.
Sguardi.
Perlacei
i tuoi sorrisi.

Saluto:
E' amaro
vederti andare.
Tra muri di gente,
ti seguo,
ti cerco,
t'immagino.

Vagare:
Scintille dal cielo,
mostrate dai lumi.
pungenti
ispirazioni.

Buona notte:
Una danza
d'idee:
fantasie
nell'onirico
andare.

La notte più lunga:
La notte più lunga
è quella degli addii,
sui nostri cuori una ruga
nuova, inaspettata e dolente
è scritta nel tempo,
il nostro tempo ormai andato.

La notte più lunga
si fa con i silenzi,
nel cielo, gli sguardi,
si perdono nell'infinito
buio tra le stelle,
per mai più ritrovarsi.

La notte più lunga
t'accarezzo nei ricordi
taciti, segreti, preziosi.
E piovono gocce salate
sui fiori del nostro vivere
t'accarezzo ancora,
t'accarezzerò per sempre.

La notte più lunga
segue un rosso tramonto
mangiato dal mare e
perso all'orizzonte.
E' la lenta processione
d'una marcia funebre
che violenta i miei desideri.

La notte più lunga
è un labirinto di sensi,
confusioni sinestesiche
di ricordi che partoriscono
impetuosi attimi mai vissuti.
Siamo lassù tra le nuvole
delle nostre passioni,
la sintesi inarrestabile
di tutto il nostro crescere
insieme.

La notte più lunga
ha i tuoi occhi scuri,
della bambina che sempre sarai,
d'una dolcezza troppo rara
per tutta la gente che passerà,
che non t'ha vista mai
per davvero.
La notte più lunga
finisce le parole, sfinisce
l'anima, smentisce le idee
ma pure il loro contrario.
Siamo lontani: la Terra e la luna,
costretti a guardarci, per sempre,
senza mai più sfiorarci.
In questa notte più lunga
piango la nostra innocenza e
questo finto, mio, addio.

Libertà:
Nei tuoi occhi,
un sorriso,
la cura
al dolore.


La Signora Autunno:
Hai ceduto il passo,giovane fanciulla,
a ben piu sagge spoglie.
Si vede nei tuoi colori.
L'avverto nelle mie voglie.
Non c'è stato dolore nel tuo appassire,
non c'è stata nostalgia nel tuo imbrunire.
Ora sei 'Signora' ,tuoni e lampi.
Il mondo s'inchina impaurito,
ma io ti attendevo impaziente.
L'altri non capiscono,e ti chiaman
Decadenza,morte o mezza stagione.
Ma il tuo passo leggero è una
una foglia,gialla,nel suo ultimo battito d'ali.
Ma il tuo respiro è un lento cullare
l'appassire del mondo,la meta di tutti.
Ma il tuo sguardo è un fruscio 'fradiciante'
su chi c'inciampa o su chi lo guarda.

La vanità è fanciulla,ma la bellezza è Donna,
e tu attrai ogni mio senso,ogni mio pensiero.
Sei l'odore di focolare per le vie,il mio nido
quando mi perdo nel mondo.
Sei la notte piu lunga,con i pensieri piu lontani,
verso una solitudine che poi,riflette.
Sei un tetto perenne di nuvole scure,che inganna
il desiderio umano dell'infinito che v'è oltre.
Sei quel vento freddo che spazza le strade,e me,
i miei nervi,i miei muscoli,le mie ansie.
Sei ,infine, ciò che piu conta,perchè sei saggezza,
per me e per chi t'ascolta sulla sua pelle:
Il finale d'una meravigliosa storia che poi,
sarà il finale di tutti,gioisco e ti ringrazio
per essere tornata...ancora.

La Signora Autunno 2.0 (versione rivista)
Hai ceduto il passo,
oh fanciulla,
a sagge spoglie,
nei tuoi colori,
nelle mie voglie.
Un appassire soave,
imbrunisci serena.

Oh Signora,
tuoni e lampi.
T’aspettavo.
Spaventi l’altri,
ti chiaman
Decadenza,
Morte,
Mezza Stagione.


Il tuo passo leggero
una foglia, gialla,
ultimo battito d'ali.

Il tuo lento respiro,
culla il mondo verso
un'altra fine.
Il tuo sguardo, dall'alto,
fradicia
chi lo incrocia.


Vanità fanciulla, bellezza Donna.
Attrai ogni mio senso,
ogni mio pensiero.
Sei l'odore del focolare
serpeggiante per le vie,
il mio nido
sperso ovunque.
Sei la notte più lunga, pensieri lontani,
solitudine che riflette.
Un tetto scuro, che inganna e nasconde
l'infinito che v'è oltre.

Un vento freddo spazza le strade,
e me,
nervi, muscoli, ansie.
Saggezza,
mia e di chi t'ascolta sulla pelle.
Finale meraviglioso,
storia di tutti,
ritornerai ancora
per qualcuno,
mai
per altri.

Io sono come casa mia:
Io sono come casa mia.
Non è che c'avessi pensato,
me ne son accorto mentre
Le stavo sul terrazzo.

Io sono come casa mia,
perche sta in un palazzo.
Qui c'è un sacco di gente:
ragazzi ed avvocati,
primari e studenti,
ma io non ne conosco
nemmeno uno.

Io sono come casa mia,
perchè da qui si vede un
po d'Arno,se t'affacci e
se ti sporgi,allora, lo vedi,
e se non cadi,t'accorgi ogni volta
che è anche meglio di ieri.

Io sono come casa mia,
Perche da qui a volte sento
la gente che chiacchiera,
per la strada,ne passano
un sacco di gruppi e gruppi,
tutti in coda per il letto.
Qui ci son tutti i riassunti
dell' altre serate,
se t'impegni capisci anche
chi si farà una sveltina,
chi una moglie e chi
ahimè
un solitario.

Io sono come casa mia,
a noi,ci garba pure l'arte,
ed infatti,si vede anche la torre,
se ci fai caso,in lontananza,
è bella ma è sempre uguale,
pende,come me che mi sporgo,
ogni volta che fatica,per un
tramezzino tra i tetti!

Io sono come casa mia,
perche me ne sto nel mezzo,
senza mai fare troppo,
assaggio sempre,ma sto attento:
non mi ci voglio saziare,
perchè se lo facessi,
non sarei piu come casa mia.
se esco per andare via,
magari sulla torre,
magari a pescare,
o magari a scopare,
sarei come quelli che passan
da qui sotto.Ma invece...

Io sono come casa mia,
perchè in fin dei conti,
guardo tutto e,anche
se non vedo niente,
il tempo passa ed io osservo,
un pezzo alla volta,
tutto quello che posso.

La vendetta degli ulivi
Pulisco la macchina e ci levo la mota
di quando s'andava con passo ubriaco
nei campi o per qualche palude.
Come brillava ,a volte, la luna d'estate.
Mi levo la polvere dai capelli sciupati,
eppoi me li taglio corti e ci metto il Gel.
Rinchiudo in una gabbia alla moda il segno
dei pruni di un qualche sentiero
o la salsedine d'un vento sabbioso:
Per essere migliore si deve ubbidire.
Quanto era vero il sole tra gli alberi.
Eppoi mi levo la felpa,la tuta e
le scarpe le butto. Ci metto una giacca
ed un jeans che fan scena,parlan da soli
e dicon tutto,dicon sempre lo stesso,
e piace così,finto e sicuro:
mi svuoto da me,dai boschi e dai campi,
dal vino , dal sole e dagli
Ulivi .

A volte mi ricordo la luna,ma poi
penso solo a godere e ci metto un sorriso
di vera finzione,c'è chi si è venduto da tempo,
e chi è da sempre un coglione.

Galleria
Galleria,Galleria maledetta.
Trafori ogni volta l'anima
come fai con la montagna.
Sei un limbo indifferente:
arrivare o partire son
sempre un viaggio.
Galleria,Galleria immobile,
duri quanto il sospiro
che scandisce il ricordare
dalla nostalgia.
Galleria,Galleria Mia,
ti apri sempre,nel mio
eterno ritorno,su d'una
vale di storte luci.
Eccomi ancora una volta
dentro te,dentro me,
Sospiro il mio perpetuo pensare:
Del continuo migrar sei l'entrata
ma anche l'uscita,una prostituta
che si vende per poco:
ogni volta il prezzo di un
Arrivederci.

mia strega:
Un soave cadere dalla mie solite faccende
ha cullato quell’entrare,adagiando distratto
un passo e poi un'altro per un corridoio di brusii.
Ah!Da quanto non inciampavo in due sfere così
piene di luce oscurante! I riflessi del vespro tuo
mondo,l’imbrunire del tutt'attorno,l'eclissi
nei tuoi occhi. in quell'incrociarti ,della mia anima
te ne sei fatta inconsapevole padrona.
Qualcosa che ovatta e ammutolisce sensi e percezoni,
e le persone si sfumano tra le maschere ed i suoni,
ignare di quel profondo vibrare teso tra il mio ed il tuo mondo:
il mio orologio,o la mia testa,
un ticchettio che mi spinge sull'orlo del miracoloso
istante in cui ti ho fatta un mio concetto.
per le immagini mentali migliori che conservo,
ti sei fatta strada tra memoria ed emozioni,
tant'è che adesso,non so nemmen piu
dov'erò: Se nel tuo stesso cuore,o nella mia vuota
ed oltremodo involontaria speranza,che un piccolo
destare stupore,i miei occhi,te l'abbian impresso,
ermetizzando ogni voce meccanica,nel fotogramma
di quel nostro primo confronto,un istante interminabile,
nel mio gia conoscerti.

Mi son chiesto poi se anche tu,come me,

degli attimi fai il tuo pane,la tua acqua,la tua aria, e
nella vita di un istante avverti l'azione ed il nulla di tutto,
l’energia,la vibrazione e il pacifico annichilimento.
Sai, se rinnegassi il meccanicistico divenire,
filtro del mio conoscere,saresti tu,per me,
una Strega,piena di vitale energia,capace d'animare al ritmo
di un atomo il mio amore morto,quel limbico sistema
assopito dalla causa e dal'effetto,che volentieri chiamerei ‘Anima’.
Stai desta,mia Strega,che sento un flusso vorticoso verso te,
m'ha assalito quando un muscolo,un neurone,
un pensiero,od il tuo oscillare ultraterreno,
al mio ingresso nel solito confusionario mormorare,m'ha
spinto al confine tra il mondo ed il tuo sguardo,
là c'era l'istante che da sempre stavo attendendo.

Trentadue Centesimi:
Di trentadue centesimi piu ricco,
per le mie tasche un tesoro vago
solo per me sono sceso a compromessi.
Patti pesanti col cuore,non vale poco,
nel sennò di un poi, dei pensieri,mago
solo per me ho cercato altri nessi.

e ti daranno del pazzo,ma solo di spalle,
ti penseranno tale,anche nel confronto
dagli occhi all'anima,l'ipocrisia dell'uomo.

Di trentadue centesimi piu ricco,
finalmente esce qualche verso,nel vero,
di un monte,la vita non splende,come dovrebbe,
solo per te hai scelto di vivere.

E non capiranno l'emozione che t'assale,
nel veder un'altro uomo consumato dal male,
la rabbia e l'indignazione dell'atroce speccaolo
d'un altro uomo che ingiustamente muore.

Di trentadue centesimi piu ricco,lo scopro
ad ogni respiro,solo quando son coscente,
che di quella stanza ho pulito mesi di putrida
morte,mesi di pura alienazione.

E l'ho fatto strafatto di soddisfazione,non avevo
pistole,solo scopa e cassetta,dal mio mondo
ho estirpato polvere e distrutti i fili della marionetta,
intelletto e ragione,mi han guidato in questa aulica
preponderata missione.

di trentadue centesimi piu ricco,li ho trovati per terra,
prima uno poi dieci,negli angoli e sotto i letti,
un tesoro che nell'anima porto con me,un'obiettivo
che io assalii come mai prima,e mentre mi destreggiavo
in polverose danze,della rima ero il re.
e tengo nella memoria,quello stato: un nuovo tesoro,
che m'accompagna nei giorni di buio,sono
solo,lo ero anche quel giorno,ma per un po,
della mia giusta morale avevo trovato la strada ed il ritorno.

L'illusione del tempo passa sconvolta,vado e torno,
per pazzia o per malinconia,della mia nuova casa
ne godo l'aspetto,della mia anima ne lucido
il sorriso,tanto un'attore quanto spettatore,
finche in una nuova persona troverò il vero amore.

Amore
Una notte
sfidammo il caso
le stelle alte
il cielo raso

Egoismo
" E' piu un modo di vedere il mondo
che uno stato d'animo passeggero:

Datemi l'acqua quando sono assetato,
berrò piangendo per la mia fame.
Datemi cibo quando sono affamato
e mangerò stordito dalla mancanza d' amore.

Allora amatemi,
ma poi vorrò solo partire,
lontano da 'tutto',
felice soltanto sapendo
che 'tutto'
rimane dovè'".

ironia:
Ironia,
che di un foglio ne vedo solo l'imbiancare.
Ironia,
che all'appello rispondereste 'presente' entrambi.
Ironia,
che del 'non' finisci per far legge del pensiero.
Ironia,
che del tempo puoi misurare i tic e i tac.
Ironia
che del tempo puoi definire lo spazio.
Ironia,
che anche il cuore pulsa come un'orologio.
Ironia,
che ancora una volta su questo mi fisso.
Ironia,
che mi fisso,su di un non-fisso sistema.
Ironia,
che poi finisce la clessidra,e la testa s'insabbia di piu.
Ironia,
che poi non s'invecchia nei ricordi.
Ironia,
che tu puoi anche permetterti di dire che scorri.
Ironia,
che io ti guardo andare,ma mi giri solo intorno.
Ironia,
che in un cerchio anche i secondi si ripetono.
Ironia,
che forse sei retto e infinito quando c'è causa ed effeto.
Ironia,
che però sei rotondo nel ricordare e nel baciare.
Ironia,
che dell'ironia è meglio farsene una spada a forma di penna.
Ironia,
che però c'ho solo una tastiera.

due gocce:
con due gocce
assaporo la nostalgia delle mie introspezioni.
con due gocce
mando al diavolo una sigaretta dopo l'altra
con due gocce
ritorno un po all'esser un cane randagio dei pensieri.
con due gocce
è tanto veloce cadere in quel sole ibernante del ricordo.
con due gocce
qualcosa non va,ma non interessa piu.
con due gocce
copio la mia ironia e ne faccio plagio.
con due gocce
disseto l'alba del mio cambiare,brindiamo al tramonto!
con due gocce,
solo con due gocce ritorno ricordo rivivo.

Aspettando il tuo ritorno:
E tu,guarda la luna,
che del mio sguardo
ora è gelosa padrona.
E tu,guardala ancora,
che nemmeno le nuvole
la posson nascondere
tanto che del cielo
è unica sovrana.
E tu,non smetter di
contemplarla,che
per l'infinito cosmo,
arriveremo fino a lei,
guardiana dei nostri occhi
custode delle nostre anime
col suo consenso
dei nostri sguardi
sarà il ritrovo.

Che Importa?
Che importa se manca un cenno
od un gesto e tutte le convenzioni,
che importa di vedere un movimento,
un sorriso od il saluto,che importa?
Che importa cio che gli occhi vedono,
figure,forme e linee,che importa,
se non rispetto la metrica,e alla
lirica do uno schiffo,che importa?
Che importa se sono riusciti a cambiarci,
se poi di questi due mondi cerchi
un compromesso,calpestando fiori e
ignorando le stelle?
Che importa esser finti,quando già
siam stati vivi e veri?
che importa se non comprendi del mio
cielo le forme,che importa?
Che importa di tutto questo?
dietro al tuo specchio
c'è un fiore appassito,
occhi scarlatti di superficilità.
Una pietra scagliata nell'aria,
non sono riuscito a vederti
non ci sono riuscito lo sai?
ma che importa?
importa solo cio che sai,
importa solo cio che so,
importa questo,importa a me.

Mente:
Stanze chiuse,
dei ricordi,forzieri.
Corridoi intrecciati,
dei pensieri,le vie.
Cammina la scossa,
dell'anima,l'essenza.
Il resto sconosciuto,
del tuo mondo,le chiavi.

Viaggiare:
Il viaggio era pieno di fatui fuochi sopra tombe scoperte,
nervi incontrollabili d'arroganza subita e tremori di paura.
Coscienti passi incoscenti i piedi,nell'andare,per finta
sopra deliranti parole di supremazia,che mostruosa bestia.

Il viaggio era pieno dell'egoismo dell'uomo,nella notte gli odori,
di giorno i pensieri,cammina cammina cammina,ripeva qualcuno,
follia era una convinzione conveniente per non combattere
la guerra del rancore e dell'amore.incosciente era la mente.

Il viaggio era pieno di natura,qua e la alberi,sempre erba
sotto i piedi,e nudi ballavamo nel mondo,estasi alcolica di
serate con me,pretesa del tempo: sfogliare gli istanti,e noi
matti splendevamo nel divenire di un secondo,senza nessi.

Il viaggio continua ma con altre scarpe,a volte si torna scalzi,
magari domani ci svagliamo,ma dell'oggi tengo un emozione:
complessa esperienza sensoriale di un oggettivo relativo
ad ogni mente; io continuo da esule,in una parentesi che di strade
ne apre troppe,e tu che non ci sei piu,e anche voi che non capite,
dall'essenza di me siete ora lontani: la logica traina ora il mio corpo
peregrino,
autoctono solo di questa coscienza, e del mondo consapevole demiurgo.

L'Amore:
L'amore si fà in uno stanzino,
lontano dalla gente e dal brusio.
L'amore non vuole pubblicità,
è il segreto e la sua tremenda forza.
L'amore non chiede,ma già sa,
nel silenzio trova la complicità,
L'amore conosce solo il due,
e l'uno l'uccide nella frustrazione.
L'amore nasce bambino,
ingenuo e felice cresce,
l'amore diventa uomo,
si contraddice ma ancora sorride,
L'amore,poi,diventa saggio,
dal tempo ha imparato i modi
ed i gesti,e ancora arde le passioni.
L'amore,ahimè, prima o poi muore,
e se ancora nel cielo lo cerchi,e
nel brillar delle stelle ti sforzi di ritrovarlo,
sappi che l'amore è cieco,
ed è nel buio del cielo che esiste,
perchè l'amore non è spettacolo di tutti
e non brilla su un palcoscenico,
l'amore non è una stella,ma il
buio tutt'attorno,perchè
l'amore nasce in uno stanzino,
dal segreto e dal silenzio.

Ogni Notte:
Ad attendermi,
zanzare assetate,
un benvenuto
che prude e
scortica
la mia carne.

Ad attenderti,
un'anima affamata,
una speranza
che dissangua e
storpia
ogni mia voglia.

Granelli di una Clessidra:
Oggi,che di tanti granelli
hai visto l'inesorabile caduta,
misuri il loro gravare sul vetro
della clessidra,un cumulo
che in effetti, pesa troppo:
ti coglie impreparato.
E' il tempo oggettivo,
che con quel pesare
non trova ragione.
In un contropiede
sempre ti supera,
e li ti lascia a paragonare,
granello dopo granello,
i ricordi del tempo andato:
un incongruenza
tra anima e ragione,
d'angoscia colma la mente,
e non riesci,nemmeno con forza,
a scacciar la nostalgia:
una Croce nel petto
ne vivo ne morto,
misceli ogni ricordo,
e rinneghi d'ogni granello
il peso tangibile,chè tanto al cuor
pare d'esser ancora là
tra i sapori e gli odori
di chi,questa tua strada
l'ha solo incrociata.
E non accetti nemmeno
con la bilancia in mano,
il tuo camminare,come se
d'un altra via fossi padrone,
e di questo sentiero tu fossi
solo uno smarrito viandante.

Ma d'ogni granello scoprine
il senso,il colore ed anche il contorno,
d'ogni lacrima gustane
il dolore e d'ogni ricordo
ritrovane l'essenza,sì che questo
Pretenzioso Cadere senza sosta,
dell'uomo non si prenderà piu gioco,
ed il binomio tra passione e ragione
del tempo comprenderà le forme,
e di quella Croce farà la sua spada.

Carne:
E quella carne vestita
sarà oggetto di risate,
oggetto di storie,
pura fame dell'uomo,
quella tua carne
sarà voglia di tutti.
e tu non lo saprai mai.

E quella carne nuda
sarà depredata dagli sciacalli,
desiderosi di piacere terreno,
affamati della sua
innocente bellezza.
e tu non lo saprai mai.

E quella carne viva,
mai è stata per me una Lussuria
o una Voglia,
in quella carne,
io
ho visto Dio.
spero che tu
non lo saprai mai.

Scrivere di Te:
Ma io scrivo ancora queste cose
creo un'opera che non sente
creo un'opera che non esiste
creo un'opera che è come noi:
Rivivo questo vecchio mondo
dove c'è ancora un po di te,
dove cè ancora un po di me
dove cè ancora un po di noi,
Ed ogni parola parte da te
che stai qui,soltanto qui,
e com'è triste l'esserne coscenti.
Ma la notte dura tanto
ed è illusoria,nei sogni,
ti manifesti,ed io per un pò
ti sento,ti vedo,e ci siamo.
Il corpo si stacca dalla mente,
la volontà perde la ragione,
che vaga vaga vaga,sempre ti cerca.
Perche se cantassi una canzone
od una serenata di strada,
avrebbe qualche significato per te?
mi vorrai leggere ancora?
ed il resto dei Tanti s'annoierà
perchè ancora mi riferisco a te.
Ma il tempo non esiste nei sentimenti,
e tu non ti ricordi piu,lo so.
Se vorrai partire da qui,e anche da me,
'buona fortuna',sarà tutto quello che dirò.
come se fosse da ora che non ti sento,
come se fosse da ieri che non ti vedo,
come se fosse da mai che non ti amo.
e non voglio piu fermarmi,
devo scrivere scrivere scrivere scrivere
senza nesso,senza speranza,senza odio,
senza niente,solo nostalgia assassina.
Scrivere è l'unica cosa che ancora ti fa esistere,
scrivere è l'unica possibilità che ho,di darti
ancora un altro bacio,scrivere per me sei tu.
E non riesco proprio a rinunciare a te,
te che manchi da oggi nei mei pensieri,
te che manchi da anni nella mia vita,
te che forse non esisti piu nemmeno viva.
E LASCIATEMI URLARE UN CANZONE,CHE NON SARA' MAI
POSSIBILE SENTIRE,LASCIATEMI CREDERE CHE
UN'OPPORTUNITA' LA VITA TE LA REGALA:
UN'ALTRA TE PER UN NUOVO ME.
Ma poi se mi dovessi perdere con lei nei meandri
di un desiderio,rimanendo solo con il suo pensiero,
allora colpitemi forte,piu forte che mai,
svegliate il mio corpo,lui sveglierà la mia ragione,
perchè ci potrei morire in quel posto:
'amore:una notte sfidammo il caso le stelle alte il cielo raso'
sei tu questa mia malattia.

Io,potrei anche scriverti una Poesia:
Io,potrei anche scriverti una poesia,
per dirti quanto bella e speciale tu sia,
le parole sarebbero pioggia:
nell'armonia dei tuoi gesti
una danza di inconsapevole seduzione,
per me vera ispirazione.

Io,potrei anche mostrarti l'anima mia,
ma sarebbe per te un giorno di sole
nel'inverno freddo della mia follia.
lo imprimo su questo foglio,
per quanto fastidioso sia,
sei l'emblema di cio che voglio.

Io,almeno questo lo dovevo scrivere,
per chi inciamperà sul mio cuore,
c'è un concetto difficile da capire:
Tu sei un fiore così bello,
che io finerei a parlarti d'amore,
per vedere un altro mio pezzo
che lentamente muore.

Fiori:
E' la tua prigione
il brillare effimero
di vanitosa Natura.
I colori si infiammano
di vita splendente,
scolpiscono negli occhi
un bassorilievo
profumato di nuove
straordinarie voglie.
E 'sì tanti di quegli
'avrei' affogano nel
lontanissimo pensare,
è la nebbia del tempo
che anche Te
farà appassire.
E il cielo si apre,
ancora un pò scalda
la Terra e la Mente.
Mi fermo ad osservar
i nuovi fiori ed il loro
impercettibile divenire.

Che poi ci sono solo io:
Tanti di quei passi,
su di un riflesso soddisfatto,
che di parole ovvie con me
ragionava,m'han portato fin qui.

E s'articola un vecchio,
melenso discorso.
'sì tante vane speranze,
che nel pratico non ci stanno,
e m'affogano solo nel pensare,
divengon noiose domande.

Se io adesso,nei tuoi
pensieri,ci fossi anche caduto,
come tu purtroppo nei miei,
un sorriso,od una smorfia
od un lamento,od un dubbio,
sarebbero tanto strani?

Ed il fatto,in se inutile,
che torni ad agitar gli
umori miei,
creerebbe in te qualche,
anche blanda,
interfernza?

Avvertiresti mai
una strada,
o meglio,
Un Flusso,
che dal tuo ventre
al mio petto,
dell'energia farebbe un percorso,
preferito e desiderato
dagli istinti
umani ed animali,
che ti spingerebbe mai
a far alcun chè?

Ed è poi qui,nel riflesso
che calpesto,quasi orgoglioso
di far visita a questo mondo,
che cè una mezza,
ma pur sempre attuale,
verità:

Son io ciò che sono,
tu cio che sei,
ed il mio mondo
non ti compiace,
quasi m'annoio a dirti di no,
ancora ed ancora ed ancora.
ma d'un altro passo fo tesoro,
e prego regga questa leva sulla pazienza,
che cerca la sua ragione contrastando il tempo.
Ma capisco ed accetto l'urlar
della passione:
''Oh quante illusioni !
Oh quanti alibi!''
Ma in un condizionamento
m'avvalgo d'essere vivo,
mi ci adagio,
andando un po piu in superfice
Per sorridere,
di questa banaità,
sia per scelta
che per necessità.

Pioggia:
Piccole,fredde e pungenti,
le parole del cielo
cadon veloci
sulla mia pelle
ormai fradicia.

T'ascolto un po,
perchè sei vita,
contagiosa e implacabile
t'espandi nel corpo
inzuppi i pensieri
ed un sorriso improbabile,
nel volto,specchio del cuore.

E piu ti consumi , piu ti bramo,
passando per di qua
lascierai un segno,
che alla vista degli uomini
sarà sfortuna.
Ma il mio pensiero
sussurra ,tra un ticchettio
e l'altro,che sono anche io
parte di questo
divino divenire,
bagnato sempre piu nel corpo,
pioggia nell'anima,
sono io questo cielo
che dall'alto
scruta e parla al vostro mondo
sono acqua.

La salita divina:
Puro estetismo:un'opera d'arte.
E giu litri di nettare divino
al suono di etniche danze
creare
distruggere
vivere.

Vana gloria dell'essere
scendi dal trono dei sensi
cadi nell'alterazione percettiva
pensare
cambiare
divenire.

Pensieri prepotenti
controllo
autoconsapevolezza
distruzione dell'io.

Illogico sporco emotivo
senso di onnipotenza
creato da un fondo di
paranoia
trascende nel piu
alto
stato della
coscenza:
Dio.

Primavera:
Ti ammiro,
nel tuo
continuo risorgere,
Sei fenice,
illusoria Vita.

Scegli te:
ti pensi re,
ti vedi forte,
ti illudi di te.

Adattamento
al disordine,
Sopravvivenza
al veleno.

Sei una macchina
che si usura
Un calcolatore
autosabotante.

Difetto
di interpretazione
l'alibi
del mostro.

Voglia di
emozioni,
le immagini
le manifesti.

Questione
del punto
di vista
che preferisci.

Un passo nell'abisso:
Dovere d'uccidere quest'ossessione:
fotogrammi di pensieri rotti ricomposti a caso
fottono le meningi.
Animati da passioni ed emozioni
nasce
la squallida figlia dell'irrazionalità:
Pazzia
Un tremendo collage di ricordi senza senno
immagini rimembrate spogliate del reale sentimento
che qui le ha impresse.

Non c'è appiglio:
l'io collassa.

Miscuglio eterogeneo
di false convinzioni.
Di fronte a quell'essere
l'intelletto s'aggrappa a madre ragione,
ma è già l'abisso.
...
Dove sei mio Virgilio?
la resa è vicina!
...
Pazzia ora porta quel nome:
'....'
E d'un tratto
Il Mondo
è
il mio non-io:
Penso a te
solo a te
solo a te
solo a te.


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