Poesie di Michele Vaccaro


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Michele Vaccaro

Michele Vaccaro è nato a Pompei, città dove tuttora risiede
Inizia a scrivere liriche nel 1984
Nel 1991 dà il via ad una fitta collaborazione con testate giornalistiche dell'hinterland napoletano, alternandosi nella duplice veste di pubblicista e prosatore
Nel 1993 fonda il mensile culturale Mediterraneo
Nel 1994 entra a far parte dell'agenzia di stampa nazionale Hermes Press di Roma
Nel 1995 compare con alcune poesie nell'antologia Emozioni, edita dall'associazione culturale partenopea Napoli è
Nel 1995 fonda, ancora, e dirige, nella sua città, il magazine d'impronta politica Persone
Nel 2000 parte il progetto Pompeiando, dall'omonima associazione culturale di cui è il fondatore nonché presidente, un periodico di cronaca locale da egli stesso ideato e diretto
Nel 2003 ha collaborato alla realizzazione di un tomo dedicato alla figura del Pontefice Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita alla città Mariana
Nel 2004 ha vinto il terzo premio nella IX edizione del concorso nazionale di poesia "Baldassarre Olimpo Degli Alessandri"- sezione: POESIA in lingua proveniente da altre regioni - tenutasi a Sassoferrato (AN), figurando nel sito del Centro Culturale omonimo nonché nelle pagine della rivista "L'ingresso", da esso realizzata
Nel 2004è stato inserito nell'antologia della XXVIesima edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia (PI)
Nel 2004 gli è stato conferito il titolo di Autore Selezionato nell'ambito della V edizione del premio letterario internazionale "Tra le parole e l'infinito", con relativo inserimento nell'omonima antologia e premiazione con medaglia, svoltasi nella città di Caivano (NA)
Nel 2005è stato menzionato nelle pagine culturali del quotidiano La Repubblica
Nel 2005è finalista al concorso internazionale di poesia Jacques Prevert, organizzato dal Club degli Autori di Melegnano (MI), figurando nella relativa antologia
Nel 2005è stato inserito nell'e-book: - Oltre il confine -, antologia poetica a cura del sito Nuovi Autori; iniziativa promossa dalla Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO nell'ambito della Giornata Mondiale della Poesia 2005
Nel 2005 compare sull'antologia poetica "Immagini & parole", opera ricavata dalle selezioni effettuate per il premio - L'anima in versi -, a cura dell'associazione Informazona di Saronno (VA), in collaborazione con la casa editrice Agar Edizioni, di Origlio (VA)
Nel 2005è semifinalista al premio: Poeta dell'anno 2005 Renato Milleri (Remil), con inserimento nell'antologia conseguente, dal titolo: Canti oltre la rete
Nel 2005è finalista alla 3a edizione del premio: Insieme nel mondo, di Albissola Marina (SV), nelle sezioni: silloge e poesia inedita
Nel 2005è stato inserito nell'antologia della XXVIIesima edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia (PI)
Nel 2005 compare, in prosa e poesia, nell'antologia "Briciole di senso", edita dal Club dei Poeti di Melegnano (MI)
Nel 2005è stato inserito nell'antologia "Testimonianza d'amore", edita in formato e-book e cartaceo, dedicata alla I edizione del concorso nazionale di poesia "Beniamino Capparella", tenutasi a Corigliano Calabro Scalo (CS)
Nel 2005 partecipa alla mostra itinerante "Emozioni in cornice", organizzata da Vitale Edizioni in Sanremo
Nel 2005 viene insignito del Titolo di Benemerito Culturale Speciale, premiato con medaglia, sezione Speciale Narrativa, nell'ambito della VI edizione del premio letterario internazionale "Tra le parole e l'infinito", svoltosi a Caivano (NA)
Nel 2005è stato inserito quale poeta selezionato nell'antologia del Premio Città di Melegnano 2005
Nel 2005 ottiene la segnalazione con "menzione d'onore"alla IV edizione del Premio - L'arcobaleno della vita - di Lendinara (RO), nella sezione Poesia inedita
Nel 2005 compare nell'antologia ricavata dalla terza edizione del premio di poesia "Don Luigi Riva", tenutosi a Bregano (VA)
Nel 2006è stato inserito nell'antologia "I poeti del web" a cura di Antonio Carelli Editore in Catanzaro
Nel 2006è finalista alla XII edizione del Premio di Poesia " Il Club dei Poeti 2005-2006", di Melegnano (MI), figurando nella conseguente antologia
Nel 2006è stato inserito nell'antologia della X edizione del premio"Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone", di Pavia
Nel 2006 compare fra i segnalati nell'antologia della terza edizione del Premio Nazionale Di Poesia "San Primo", organizzata dall'associazione storico-culturale Lezedunum, di Leggiuno (Va)
Nel 2006 il romanzo Tutti i colori del buio è pubblicato a puntate sulla rivista nazionale Detective Magazine
Nel 2006è stato inserito nell'antologia della XXVIIIesima edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia (PI)
Nel 2006 si classifica 4°con la lirica "Luna velata spia i passi di questo viandante solo" alla V edizione del concorso letterario internazionale - L'arcobaleno della vita - di Lendinara (RO), nella sezione Haiku rigorosamente classici (5-7-5). Premiato con targa
Nel 2006 compare nella rosa dei segnalati con menzione d'onore per il testo "Era un mondo" alla V edizione del concorso letterario internazionale - L'arcobaleno della vita - di Lendinara (RO), nella sezione Racconto breve. Premiato con medaglia
Nel 2006 esce per i tipi della Vitale Edizioni in Sanremo il calendario "Michele Vaccaro in poesia 2007"
Nel 2007 compare nell'antologia poetica della IV edizione del Premio "Il fantasmino d'oro" tenutasi nell'anno precedente a Finale Ligure (SV)
Nel 2007è stato inserito nell'antologia della XXIXesima edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia
Nel 2007 si classifica 1° con il racconto Campioni del mondo nella sezione narrativa dell' VIII edizione del premio letterario internazionale - Fra le parole e l'infinito -, svoltosi a Caivano (NA)
Nel 2007, con le liriche Algebra e Angeli bambini, ottiene la Menzione d'Onore rispettivamente nelle sezioni Silloge inedita e Poesia a tema libero alla VI edizione del Premio Letterario Internazionale "L'arcobaleno della vita", tenutosi a Lendinara (RO)
Nel 2007è menzionato sul quotidiano Metropolis
Nel 2008 compare nell'antologia poetica della XXX edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia
Nel 2008è finalista, con inserimento in antologia, nella IV edizione del Premio nazionale di poesia Città di Capannori (Lu)
Nel 2008è insignito del titolo di Benemerito Culturale d'onore, premiato con medaglia, alla IX edizione del Premio Internazionale Tra le parole e l'infinito di Caivano (NA)
Nel 2009 un suo sms, inviato alla trasmissione -I migliori anni della nostra vita- condotto su Raiuno da Carlo Conti, viene pubblicato nel libro Noi che… a cura della Rai Eri
Nel 2009 riceve la segnalazione con menzione d'onore -sezione haiku- nell'VIII edizione del Premio internazionale L'arcobaleno della vita, di Lendinara (RO)
Nel 2010 vince il concorso YOU WORDS sul sito STS servizi editoriali su Facebook, sezione aforismi nella settimana dedicata a Sigmund Freud
Nel 2010 compare nell'antologia poetica della XXXII edizione del Trofeo Chioccia Longobarda, dell'Antica Badia di San Savino di Navacchio Per Badia
Nel 2010è finalista, con inserimento in antologia, alla VI edizione del Premio "Città di Capannori"
Nel 2010è inserito nell'antologia : Il cielo in una…stronza! dell'associazione culturale Occhi Di Argo
di Agropoli (Sa)
Nel 2010 compare con una lirica ed uno scatto fotografico sulla prestigiosa rivista poetica on line Montparnasse Cafè
Nel 2010 alcuni suoi sms compaiono nel secondo volume ufficiale della trasmissione tv condotta da Carlo Conti: I migliori anni della nostra vita
Nel 2010 ottiene il titolo di Benemerito Culturale d'Onore, premiato con medaglia, nella XI edizione del premio letterario internazionale Tra le parole e l'infinito, di Caivano (NA)
Nel 2011 si classifica primo nella graduatoria on line - sondaggio utenti - alla terza edizione del concorso poetico "il senso della vita", organizzato dal sito Rainstars di Rovigo
Nel 2011 si classifica terzo, con inserimento in antologia, nella terza edizione del concorso poetico on line "il senso della vita", organizzato dal sito Rainstars di Rovigo
Nel 2011 compare nell'antologia poeti contemporanei di Vitale Edizioni in Sanremo
Nel 2011 vince il concorso on line: "cos'è per te un libro" organizzato da Booksweb. Tv
Nel 2011 alla IV edizione del Premio Laurentum -Una poesia in sms-, un suo sms diventa il più votato
del giorno
Nel 2011 una sua lirica è inserita nell'antologia della XXXIII edizione del Premio Nazionale di Poesia Antica Badìa di San Savino di Pisa
Nel 2011 si classifica al primo posto on line nella IV edizione del Premio Laurentum poesia in sms Vodafone di Roma
Nel 2011 si classifica quarto nella sezione haiku alla X edizione del Premio letterario internazionale "l'arcobaleno della vita" di Lendinara (Ro)
Nel 2011è inserito nella raccolta poetica "Il senso della vita" a cura del sito Rainstars di Rovigo
Nel 2012 ottiene una segnalazione al Premio "scritto nel vento" dell'associazione culturale Occhi di Argo di Agropoli (Sa), con inserimento in antologia
Nel 2012 si classifica al secondo posto, con inserimento in antologia, medaglia e diploma ad honorem, nella IV edizione del Premio "Parole & poesia", di Formigine (Mo)
Nel 2012è finalista al Premio "Poeti e parole" di Roma
Nel 2012 si classifica terzo, voto degli utenti, nell'annuale edizione del concorso internazionale Haiku Cascina Macondo.
Nel 2012è autore selezionato nel concorso on line "lunedì poesia" dell'associazione culturale Occhi di Argo di Agropoli (Sa)
E' presente, con svariate liriche, racconti e scritti vari sulle riviste Pompeiando, Di Pompei in Pompei, Qui Scafati, Persone, Mediterraneo, La Gazzetta di Pompei, Meridiasette, Informacittà, Insieme Scafati, Cronaca Vera, La Nuova Gazzetta di Pompei, Pompei Informa, Made in Pompei, Fatti di Cronaca e sui siti internet dedicati alla letteratura Poetare, Il Club dei Poeti, Atlantide di Virgilio, Nuovi Autori, Stampa Alternativa, Cascina Macondo, Lieto Colle, Le Poesie del Cuore, Carello Editore, Non solo parole, Tra le parole e l'infinito, Yamamay; Gli occhi di Argo; Scripta Volant; Rainstars; Montparnasse Cafè, nella radio universitarie di Modena e Bologna Rumore Radio,nei forum di discussione della Tiscali chat lines, negli spazi blog de Il Cannocchiale, nell'Art Gallery del sito multimediale Mousike Lab, nel blog collettivo di cinema Cinerepublic di Film Tv. Un suo contributo scritto alla figura di Pier Paolo Pasolini si può leggere nella sezione Pagine Corsare di un sito ad egli dedicato
Alcune sue recensioni alle nuove uscite editoriali e cinematografiche si possono consultare, rispettivamente, sui siti: bol.it, portale dedicato alla vendita di libri per corrispondenza; Internet Bookshop Italia-sezione Cinema- e nello spazio on line del settimanale Film Tv su cui ha ricevuto diverse menzioni d'onore per un giochino cinematografico definito "easter egg"
Ha un blog che si occupa di letteratura noir sul sito Hotmag

Alcuni suoi articoli sono apparsi anche su testate a carattere nazionale
La sua produzione letteraria è custodita e disponibile presso la Biblioteca Civica di Pompei
Gli scritti giornalistici sono consultabili presso l'Emeroteca Comunale di Pompei


Ha pubblicato i seguenti titoli:
Feritoie (1993, poesie e racconti)
Diario di bordo (1994, poesie e racconti)
Carta straccia (1995, racconti)
Biancaneve aspetta un figlio (1996, racconti)
Tra le fogne e le stelle (1999, racconti)
Senza scopo di lucro (2002, poesie)
A titolo provvisorio (2002, racconti)
Fughe da fermo (2003, racconti)
Marinaio delle stelle (2003, poesie)
Italian pops (2004, poesie)
Senza vino niente canzoni (2005, poesie e racconti)
Senza titolo (2005, poesie e racconti)
Parole recuperate (2005, racconti inediti)
A modo mio (2006, poesie e racconti inediti)
Sabbie mobili (2006, poesie e racconti inediti)
Tutti i colori del buio (2006, romanzo)
Poesie da uno sconosciuto (2006, poesie)
Haiku (2006, poesie)
Tempo presente (2007, racconti)
Versi liberi (2007, poesie)
Sereno variabile (2007, poesie, racconti, considerazioni varie, haiku)
Dall'oblò (2007, diario)
Dall'immensità di questo minuscolo cielo (2008, poesie, racconti, haiku, considerazioni varie)
Attualmente non mi conosco (2009, poesie, racconti, varie)
Eravamo in tanti per parlare di niente (2010, poesie, racconti, varie)
Confidenzialmente (2011, poesie, racconti, varie)
Profondo criminale (2011) romanzo



 
Fogli su fogli
Strappo fogli su fogli
e si consumano quaderni,
inchiostro,
penne,
ore,
giorni,
mesi,
anni,
in attesa della Poesia.
Restano cancelleria da ricomprare
e grappoli d'esistenza
da ricercare nel mercatino delle cose perdute.

Eri bella
Eri bella.
Nei miei ricordi lieti.
Bellissima.
Ti rimiro adesso,
rosa pallida dal gambo sghembo,
con i petali appassiti
e i fluenti capelli corvini
rami secchi da potare,
ora;
il sinuoso corpo,
geografia del mio piacere passato,
avvizzito simulacro del tempo spietato
che chiede strada lunga la via del futuro.
Di ritorno dalle laiche crociate in terra volgare,
non trovo più Penelope '76,
ma quel che resta di una beltà stuprata dagli anni,
figli illegittimi dell'immutabile Attesa.
Non ti riconosco,
non mi riconosci,
a lungo ci fissiamo,
il silenzio in sottofondo,
colonna sonora del quieto stupore.
Ti giri lentamente su te stessa
e riconquisti lo spazio casalingo,
mi giro lentamente su me stesso
e a capo chino strascino i piedi,
guerriero senza più spada né armatura,
mutando il ritorno in ripartenza.
Da lontano echi del crepitar di ceppi,
odore acre di fumo
quali compagni di viaggio
nell'infinito dei minuti.
Sollevo lo sguardo,
qualche goccia annuncia pioggia imminente.
Alzo il cappuccio.
Vado avanti o vado indietro?
Non lo saprò mai.

Si apre
Si apre un portone,
poi una porta,
si accende una luce,
vestiti buttati dove capita,
si smuove una coperta,
si posiziona un cuscino,
si spegne la luce,
occhi aperti nel buio,
lieve respiro,
auto in transito veloce,
ubriachi del sabato sera,
ubriachi soliti,
rumore di bottiglie infrante sul selciato,
girarsi,
rigirarsi,
non riuscire a trovare l'assetto,
corrono i minuti,
ma non troppo,
arriva il momento dei netturbini,
poi del bar sotto casa in apertura,
lame di luce penetrano dalle feritoie,
mi alzo,
mi vesto,
una porta si apre,
poi si chiude,
un portone si apre,
poi si chiude,
venticello fresco dell'alba,
primo caffè della giornata,
un saluto alla cassiera popputa,
è l'alba dei tempi,
del mio tempo perduto,
passi di danza su una lama di rasoio.

Scende piano la sera
Scende piano la sera,
con addosso un abitino leggero,
la luna come spilla,
le stelle nei capelli
e quella luce nel viso che la rende sì leggiadra.
Scivola silenziosa la madama,
elegante,
flessuosa,
chic & charme a profusione.
Quello stupido del pomeriggio,
da sempre innamorato,
quand'ella s'appresta
se la dà a gambe levate!

Lo spicchio di luna
Lo spicchio di luna come amaca,
mi dondolo fra le stelle.
Osservo la terra piccina:
cicatrici sembran i fiumi,
gli oceani buffa chioma a chiazze
sopra la testa ammaccata.
Abito il silenzio,
incomunicabilità di pianeti vicini,
sfiorato da comete che fan l'inchino
sollevando pulviscolo di cosmo.
All'infinito s'eleva il canto rauco,
incontra l'eco orecchie tappate,
lacrime si mescolano alla pioggia sottostante,
qualcosa di me torna giù senza rimpianti,
soltanto rabbia condita col sale della malinconia.
Lo spicchio di luna come amaca,
mi dondolo fra le stelle,
aspettando il sonno.

Reporter
Occhi sbarrati registran immagini di guerra,
bocca soffia parole di sgomento,
orecchie assorbono assordanti rumori,
mani toccano impotenti il dolore,
piedi calpestano lastricati di desolazione,
scivolano fiumiciattoli d'inchiostro
dentro taccuini tremolanti,
scatti fotografici in rapida sequenza
mescolati a raffiche di mitra in una straniata sinfonia.
"Hey, uomo… come ti chiami?"
"Mi chiamo Franco Milani ma non firmerò il registro
perché io non sono mai stato qui".
"Non c'è problema, scriverò Alan Henderson, tanto nessuno saprà niente".

Senza titolo
Ti fai concavo e convesso
a seconda delle situazioni,
il tuo mestiere è cavalcare l'onda
e godere delle false,
improvvise,
epifanie.

Quasi sera
Quasi sera,
in alto troneggia sua maestà il sole,
mam'selle luna gli ha chiesto di restare ancora un poco
a tenerle compagnia.
Astri luminosi,
di funzioni opposte caricati,
divisi da turni inconciliabili,
non s'incontran mai,
foss'anche soltanto per quattro chiacchiere oziose,
due risate spensierate,
un aperitivo rosso fra le stelle.
Sole e luna,
luna e sole,
a contar albe e tramonti
sul pallottoliere dei millenni,
in bilico nel tempo,
sempre in altalena,
senza mai dormire.
Come noi due,
a sfiorarsi tutti i dì
fra sonni da soddisfare
e risvegli da riempire,
l'uno che va,
l'altra che viene.
Sole e luna,
io e te.
Nel cielo loro,
qui sotto noi,
maldestramente.

Senza titolo
Nel deserto senza dune del tuo petto
impudiche scivolano le mie dita,
bramose d'esplorar del corpo giacente
la geometria nascosta agli occhi,
e quell'oasi fronzuta a sud dell'ombelico…
quale ristoro per i sensi miei da tempo immemore al piacere ottusi!

Con accanto
Con accanto la malinconia di sempre
affronterò il guado di quest'acque perigliose,
lei al timone,
silente compagna di viaggio
nel paesaggio arido delle ore,
approderò sull'altra sponda,
ad attendermi un nuovo me stesso mio.

Sangue nero
Sangue nero sgorga liquido e denso
dalla mia vecchia stilografica,
s'incontra con la carta
ed ivi si coagula in segni riconosciuti,
quel che si vede
altro non è che l'ennesima ferita da lasciar rimarginare
all'interno della prossima antologia
che nessuno leggerà.
Nemmeno tu.

Canarini verdi
Canarini verdi
cinguettano
nel pallido sole
del pomeriggio invernale.
Nell'ora della controra,
dalla vicina lontananza d'orizzonti in muratura,
s'odono,
ovattati,
suoni di televisori accesi su misfatti regionali
e rumori di stoviglie postprandiali da sgrassare
ed arruolare per la cena.
Piccioni viaggiatori dalle zampette rotte
picchiettano,
circoscritti nell'alone di luce del balconcino,
sulla portafinestra,
attendendo bontà fatta di molliche di pane secco
mescolate a stanchi sorrisi di stagione.
Nella sonnacchiosa quiete condominiale,
compagne un po' di frutta e la radio distratta,
i filmini in auto play della memoria
sciolgono le briglie ai puledri dei pensieri
che galoppano impastandosi di sabbia fine
e propositi da materializzare in forma di biglietti sola andata
destinazione arcinota.
Canarini verdi cinguettano
nel pallido sole.

Canto di te
Canto di te
una volta di più
senza stancarmi mai
tutto quel che già sai
canto di te
anima mia
pian piano così
non voglio altri a sentire
sei il presente confuso col sogno
amor mio
questa è per te
angelo fragile
del tutto inconsapevole
smarrito dentro sogni inossidabili
e magie indefinibili
su e giù
fra cielo e terra
sempre in altalena
domani come ieri
un giorno ti perderai nel mondo
e il mondo si perderà in te
che la strada sia lunga e disseminata di gioie
bambino mio
fragili noi ci diremo solo ciao

Di nuovo fiorisce il sole
Di nuovo fiorisce il sole,
dispiegati i petali
su questo gran sasso irregolare spalma il suo calore,
asciuga gatti bagnati,
rinfranca clochard assiderati,
con la sua carezza adagio adagio
risveglia città addormentate.
Di nuovo fiorisce il mio sole,
lenta gira la chiave del ritorno nella toppa,
si congeda la notte
con i suoi fantasmi gentili.

Forse domani
Forse domani la troverò la mia strada,
per ora mi guardo attorno
spiando frammenti di futuro nei fondi del caffè,
in questo attorno sottovuoto di te.
Forse domani la perderò,
la mia strada,
perché non è facile mai restare attaccati
alle liane della vita
quando si ha la colla fra le dita.
Forse domani la seguirò,
la scia del sole senza farmi più abbagliare

Non faccio niente (a Mari Jose)
Luna alta
e una pallina stretta fra le dita.
Tu che passi in mezzo,
leggermente barcollando
per lo champagne
che scorre a fiumi
sotto quelle luci in lontananza
dietro la grande vetrata.
Passeggi,
tu passeggi
a testa bassa
e a piedi nudi
calciando sassolini
lungo la riva deserta,
riflessa nell'astro lucente
la snella figura.
Io,
poeta da due soldi,
osservo,
annoto,
non faccio niente.

Tutti i miei dischi
Questi sono tutti i miei dischi,
quelli che han fatto suonare la mia vita
rendendola libera di sottrarsi
ai vostri sguardi mediocri,
e nella mia branda di sempre
vi ho lasciato soltanto un fantoccio.

Senza Titolo
Mio fratello è nel suo laboratorio a riparare elettrodomestici
ed erutta di continuo,
non so perché;
mia madre in cucina a lavar piatti
ed a pensare già alla preparazione della cena;
io nella mia stanza a seguire la Dream Cup,
i mondiali di calcio simulati al computer
organizzati dalla Gazzetta dello Sport.
Stasera forse verranno i nipoti,
figli di sorella vicina geograficamente,
ad organizzar bruschette incasinate
e a divorar angurie fresche
masticate con risate adolescenziali.
Ieri sera il Napoli è stato sconfitto
dal Siviglia nella MS Crociere Cup
ed io che ho indovinato il risultato esatto
aspetto il sorteggio di un kit mare
offerto da un sito internet interamente dedicato
ai partenopei della pedata.
Fa molto caldo,
oggi,
l'estate è ancora lunga
e la vita al di là di quelle finestre
continua a scorrere per i fatti suoi
e se ne sbatte di me,
dei miei sogni,
delle mie paure,
dei miei rimpianti,
delle mie battaglie contro zanzare
assetate di sangue che mi consumano
notte dopo notte
e che mi fanno alzare alle 5.00
e scendere in pantofole al bar sotto casa
a prendere un caffè d'abitudine,
con la cassiera che guarda incuriosita
questo strano animale mattutino
che nota tutti i giorni agli stessi orari
ma che non è riuscita ancora ad inquadrare
nel mirino dell'ordinarietà
che alimenta il conformismo
e tranquillizza chi è convinto che la vita,
in fondo,
sia addizione di ovvietà,
che ai lati delle strade ci siano sempre angoli
che conducono ad altri angoli
e che conducano alfine
alla strada maestra.

Primavera, estate, autunno, inverno…e ancora primavera
Nel campo delle stagioni
la primavera sparge i semi
per raccogliere
i frutti dell'estate
come questa sparge i semi
per raccogliere
i frutti dell'inverno
come quest'ultimo sparge i semi
per raccogliere
i frutti di una nuova primavera
perpetuando il ciclo vitale delle stagioni.

Poesie-non poesie
Le mie poesie-non poesie.
A chi piacciono
e a chi no.
L'unanimità non è di questo mondo.
Se piacessi a tutti
comincerei a preoccuparmi seriamente.

Senza Titolo
Delle tue grandi tette s'ode
il soave frusciar
nel reggiseno
orlato
a pizzi e merletti
ed io,
poeta lurido,
di te canto la bellezza
prorompente,
conturbante,
disturbante,
arrogante,
provocante,
piccante
di femmina,
donna,
moglie,
amante,
madre,
puttana.
Alla sorgente delle tue poppe
poppa
il poppante
seduto a poppa
ad aspettar la poppata
per poppare…

Maledetto solleone
Non esiste nulla,
né amore,
né amicizia,
né solidarietà;
soltanto sciacquìo
di abusate parole
nel deserto dei sentimenti.
A volte,
ingenui che siamo,
teneri nella dabbenaggine suprema,
miriamo oasi di conforto e di ristoro
nell'universo irripetibile degli altri,
ma l'immagine si dissolve
e resta sabbia
a scivolare indifferente fra le dita,
maledetto solleone!

La solitudine dei numeri primi
La solitudine dei numeri primi…
e quella dei numeri divisibili
per sé stessi e per i loro multipli?
La solitudine dei numeri pari diventati dispari?
Ah… la semantica contro la matematica,
con la geometria degli equilibri
a far da arbitro…

E se fosse un sogno?
E se fosse un sogno dentro un altro sogno,
quest'esistenza sbilenca,
cercando gli angoli,
evitando spigoli,
implorando amore,
scappando via verso la luce?

Versi senza titolo
Sei stata importante per me,
e lo sei ancora.
Ma non posso dirtelo a voce
né tantomeno al telefono
e neppure inviandoti una lettera.
Per far questo necessita un pretesto e da troppo tempo
manca l'argomento.
Allora affido il tutto a questi scarni versi senza titolo,
accontentandomi di posare lo sguardo sulle righe
o sul freddo monitor
di tanto in tanto
e rileggerli
ricordando i momenti belli trascorsi assieme nel corso degli anni.
Tutto qui,
nient'altro da dire,
sintesi d'amor interrotto in centoquattro parole
per un totale di cinquecentocinquanta battute,
spazi inclusi,
in formato word ,
carattere times new roman 12.

Ma come fai a stare con uno come me?
Ma come fai a stare con uno come me?
Uno senza presente,
senza futuro,
soltanto con un passato.
Di merda.
E poi vivere come?
Con uno stipendio fisso a mille euro al mese?
No,
grazie,
la vita preferisco inventarmela ogni giorno.

Le parole no
I miei libri continuo a regalarli
perché sono un illuso che non ritiene
i sentimenti merce di scambio.
Si possono comprare le mortadelle,
le case,
le auto
quel che volete,
per tutto il resto c'è Mastercard,
come recita un famoso spot televisivo.
Ma le parole no,
quelle non hanno prezzo,
sono volatili,
impastate con la materia dei sogni…
ma quale codice a barre volete metterci?

L'unità d'Italia vista da me
Una premessa vorrei fare doverosa,
che purtroppo è tutt'altro che ubertosa,

se nasci al sud sei fottuto,
sei meridionale mazziato e cornuto,

allora meglio i feroci Borboni
oppure i Piemontesi ladroni?

questione ancor oggi dibattuta
fra la gente d'informazione sprovveduta,

per rimettere i debiti suoi la Casa Savoia
non se frega nulla che il Mezzogiorno tiri le cuoia,

parte da Quarto coi suoi mille
e a Calatafimi fa faville,

il generale Garibaldi
al comando dei suoi prodi ribaldi,

e dopo la guerra lampo Peppino e Vittorio Emanuele s'incontrano a Teano
per la consegna dell'Italia chiavi in mano,

ma l'eroe dei due mondi
nel dopo storia è relegato negli sfondi,

sì deluso dal re savoiardo il buon Peppino
si ritira a Caprera senza più baldanza e sicumera,

l'unità d'Italia è ancora oggi avvolta nel mistero
che è nero nero nero,

per alcuni fu guerra di liberazione
per altri semplice aggressione,

alfin io affermo che il Risorgimento
per il Meridione è stato solo un gran tormento,

e qui lo dico e qui non lo nego
alla verità ufficiale io non mi piego!

Giro con le pezze al culo
Giro con le pezze al culo
ma la dignitàè salvaguardata.
Mi rimane solo quella,
d'altronde,
e la uso ornandone la mia personalità
senza lesinare,
brutto leccaculo cazzone,
arrivato ed arricchito,
ultimo,
somarone,
ai tempi della scuola
e primo,
oggi,
fra gli stronzi della new economy.

Io e te
Io e te.
Noi.
Soli.
Controsole.
Controvento.
Controcorrente.

E' sempre la solita storia
E' sempre la solita storia,
ti fai i cazzi tuoi e ti rompono i coglioni,
non te li fai e te li rompono lo stesso.
E' l'umanità nel suo cammino verso le stelle.
Durante il tragitto bisogna pur impegnare il tempo.
Che ne pensate?

Indirizzo sconosciuto
Io non lavoro,
non produco,
non spendo,
non pago le tasse,
non vado in vacanza,
non frequento parrocchie né circoli sociali.
Qualcuno ha detto che per colpa mia.
rischia di crollare l'economia,
che forse ci sarà una guerra,
e cosi sia.
Sono un qualunquista,
un egoista,
un poco nichilista,
non voto nemmeno,
non delego,
figurarsi,
e non partecipo alla vita democratica del paese.
Un tempo avevo dei sogni
che il vivere quotidiano ha lentamente eroso
ed oggi non mi resta un granchè da dire nè da fare,
a parte vergare queste scarne righe ad indirizzo sconosciuto.

Don Chisciotte De La Mancia
L'eco delle sue gesta ancor io sento,
egli combatteva contro i mulini a vento,

ma poi andò gambe all'aria,
fra lo scherno dei paesani e un accenno di malaria,

venduto Ronzinante,
licenziato l'aiutante,

va ramingo per le strade e le città,
lavorando come cameriere un po' qua e un po' là,

aspettando la lauta mancia
per tornare a casa assieme al fido Sancio Pancia,

i codardi ed i felloni un tempo li infilzava con la lancia,
il Don Chisciotte De La Mancia,

il leggendario che assieme al Panza
formava la mitica paranza,

ardito cavalier "trista figura" oggi sì scellato
e senza nemmeno il suo pezzato.

In questo periodo
In questo periodo sto scrivendo poco.
Perché non ho molto da dire.
Perché il mondo là fuori è sempre lo stesso.
Perché io sono sempre lo stesso.
In alto i calici e prosit.

Como si fuera la primera vez
Indeciso fra il rubinetto del bagno che perde
ed una bella giornata di sole
sono uscito e ti ho preso una dalia rossa.
Baciami.
Besame.
Como si fuera la primera vez.
Inserisco nel player il cd di Mauro Marcondes - Mar Azul-
e ballo
e sogno da solo.
Al solito non ci sei,
lo so bene,
ma mi piace immaginarti ancora qui.
E' buffo,
me ne rendo conto,
ma tant'è.
Besame.

Il viaggio di ritorno
La strada spazzata dal vento,
lucidata dalla pioggia,
con la timida luce dell'alba a ridisegnare contorni
ad alberi e case.
Nel viaggio di ritorno
il riapprodo alla vita di sempre,
un cenno di saluto al netturbino
che scandisce da anni i risvegli lenti della città,
qualche passo ancora,
appena voltato l'angolo
il mio portone,
la chiave nella toppa,
le scale,
la porta,
l'aria di chiuso,
l'interruttore della luce,
qualche oretta di sonno,
poi il rivestirsi,
con i panni di sempre.

Collezione di stilografiche
Ho una collezione di cento stilografiche
e con ognuna di esse ho scritto una poesia.
Ma la più bella deve ancora venire.
E quando arriverà
non la scriverò con nessuna penna al mondo
perché te la dirò a voce,
mon cherìe.

Il mio frigo pieno di niente
Il mio frigo pieno di niente,
voglio mescolarmi fra la gente,
anche se non è interessante
questa vita ciondolante,
strusciata lungo i muri
senza esser mai sicuri,
come gatti bagnati
da sempre bastonati,
le nostre foto stralunate
in bella mostra lì attaccate,
a ricordar tempi andati
di quando c'erano gli afflati,
il cane Alfonsino
beve vino nel lavandino,
sono il re dei trasandi,
mi chiamano il Morandi.

Cielo scuro
Cielo scuro,
di nuvole gravide
in lenta processione.
Il Generale Inverno
si annuncia in pompa magna,
consegnando all'aria
improvvisamente raggelata
i suoi lancinanti squilli di tromba.
Sarà giornata di pioggia,
oggi,
e malinconia quale compagna delle lunghe ore
che separano il mattino dalla notte con il suo oblio.

Il cerchio
Il buio non esiste,
è un'assenza di luce,
il freddo non esiste,
è un'assenza di calore,
la bugia non esiste,
è un'assenza di sincerità,
il Male non esiste,
è un'assenza del Bene,
del Cristo che abbiamo tradito,
io non esisto,
in assenza di te,
diceva Einstein,
ma l'ultima frase è mia,
come un cerchio che vorrebbe chiudersi
intorno alle sue labbra perdute,
fidatevi.

Senza titolo
C'è traffico stasera.
Una miriade di scatolette di latta
come un serpentone strisciante
sull'asfalto bollente.
Persone come manzi
su un rullo trasportatore
diretti
verso la macellazione.
C'è folla lungo i marciapiedi,
un vociare confuso e dissonante,
lo struscio di fine settimana,
con il finale del gelato di prammatica
da consumare ai tavolini all'aperto
dei bar lungo il corso principale,
chiacchierando di vacanze ancora da fare
o di progetti al rientro da attuare.
I negozi,
ancora aperti,
accolgono,
festanti,
sciami di turisti a caccia di ricordi a buon mercato.
Io passeggio da solo,
nell'afa tarda della serata.
E osservo il tutto con stirati sorrisi interni,
senz'allegria.
Sono ai margini delle cose,
è così,
non partecipo,
non collaboro,
non socializzo granchè,
preferisco la luna al sole,
la montagna al mare,
sono il matto del paese,
a detta di qualcuno
che sente la necessità di capire e di classificare
ad ogni costo.

Il Capodanno scorso
Il Capodanno scorso è stato uno dei migliori della mia vita.
L'ho trascorso all'interno di una fica.
Ero dentro prima della mezzanotte e ne sono venuto fuori che era già l'anno nuovo.
Il modo migliore per finire e per iniziare.
Naturalmente è tutta una balla,
ma come scriveva Pessoa il poeta è un fingitore.
O no?

Samba pa mi
Ballo da solo.
Nella mia stanza.
Danzo sulle note frizzanti di Tipa Ideale,
il cd autoprodotto di Evy Arnesano,
fenomeno del web.
Poi mi vesto,
scegliendo dall'armadio un'improbabilità di colori.
Metto anche il cravattino da cow boy che mi piace tanto e che nessuno porta più.
Infine inforco i miei occhiali da sole rotondi modello Chopper,
una sbirciatina allo specchio,
vai,
sei mitico.
Chiudo la porta alle spalle ed esco in strada ad assaporare sulla pelle il dolce tepore di questa domenica mattina d'inizio settembre.
Attraverso l'affollato corso principale,
mani in tasca ed aria smargiassa,
fischiettando Samba pa mi,
di Evy,
amica di Facebook.
La gente mi guarda di sottecchi scambiandomi per matto.
Ma sono semplicemente sereno,
senza un perché,
oggi.
E anche se durerà poco,
per il momento,
va bene così.
E' un samba per me.

Le parole no
I miei libri continuo a regalarli
perché sono un illuso che non ritiene
i sentimenti merce di scambio.
Si possono comprare le mortadelle,
le case,
le auto
quel che volete,
per tutto il resto c'è Mastercard,
come recita un famoso spot televisivo.
Ma le parole no,
quelle non hanno prezzo,
sono volatili,
impastate con la materia dei sogni…
ma quale codice a barre volete metterci?

Ti ho amata per quello che eri
Ti ho amata per quello che eri
e anche tu mi hai amato per quello che ero.
Fino al mio crack finanziario.
Poi non ti ho vista più.
Ma ti ho amata per quello che eri
e anche tu mi hai amato per quello che ero.

Bevo a garganella
Bevo a garganella
questo vin leggero
per dimenticare i baci tuoi
e le carezze soavi
nel tempo che fu beato
per l'amor trovato.
In alto i calici,
prosit
all'amor goduto
ed alfin perduto.

Sui binari del ricordo
Le foglie smosse dall'alito di vento dell'albero di limoni
piantato nel giardinetto condominiale
fanno il solletico al cielo basso di sempre.
Ma l'impalpabile non ride,
macchè,
si trattiene,
e resta cupo come al solito,
trincerato nella sua antipatica
e finta immobilità.
Nella placida controra del torrido pomeriggio di mezza estate
non si sentono voci,
solo lo sferragliare dei miei pensieri
che viaggiano come una vecchia locomotiva sui binari del ricordo.
Nonostante il tuo disprezzo.

Solo sale
Solo
sale
il sole,
disegnando arabeschi sul Sele.
Solo sale,
zucchero niente.

Senza titolo
Le nuvole,
le arance,
il rubinetto del bagno che perde,
il letto sfatto,
il tuo viso struccato di mattina presto.
Anche le sirene si rivestono,
ormai,
sotto questo cielo tappezzato di cartone,
con le stelle in lenta ritirata.

Senza titolo
Le nuvole,
le arance,
il rubinetto del bagno che perde,
il letto sfatto,
il tuo viso struccato di mattina presto.
Anche le sirene si rivestono,
ormai,
sotto questo cielo tappezzato di cartone,
con le stelle in lenta ritirata.

Profondo fondo
Sale dal profondo fondo della tazza
l'aroma denso e forte di questo caffè
nero bollente.
S'erge inebriando di terre lontane
la stanza che è esilio e confine
del mio universo ristretto
e si trasforma in fantasmagorici arabeschi di fumo
nell'incontro scontro col cielo basso del soffitto,
inondando di figure buffe il tutto niente circostante
e aspettando,
poi,
paziente come un navigato amante,
l'incontro con le labbra
per diventare parte di me
e confondersi con i pensieri.

Oltre ogni aggettivo
Sei bella,
oltre ogni aggettivo,
e pericolosa per me.
Ma ti guardo immaginando
una gallina poggiata sopra la tua testa,
costruendomi di te
un'immagine ridicola
della quale ridere per
allontanarti sempre di più.
Sei bella,
bellissima,
ma ti ho resa inoffensiva.
La tua beltà disinnescata
come un ordigno a tempo,
non più pericolosa per me.

Tu non fai, tu non sei
Non prendi posizione su niente,
non ti schieri mai per qualcosa,
non hai opinioni
e se le hai
ti guardi bene dall'esprimerle
sia in pubblico che in privato.
Ti basta il tuo stipendiuccio da servo,
il ritorno a casa la sera,
la cena frugale consumata davanti alla tv
e la chiavatina coniugale una volta alla settimana,
per sentirti in pace con te stesso.
Cazzo te ne frega se poco distante dal tuo naso
il mondo va a rotoli.
Non è affar tuo,
tu stai bene come stai,
al calduccio davanti al camino di una casa presa a rate,
in dolce compagnia dei tuoi pensieri minuscoli.

Moleskine
Piove.
Senza ombrello accolgo il fresco pianto degli angeli sul viso
a sciacquare la molestia insistente di pensieri stantii.
Certo che mi manchi,
accidenti,
lo sai bene o magari lo immagini soltanto.
Tempo ne è passato,
altrochè,
fiumi d'acqua son fluiti sotto i ponti
e non ci ho capito ancora niente.
Allora affido queste poche righe al fido confidente di sempre.

Fuori e dentro
Nuotare fra le nuvole
e svegliarsi ubriachi fradici
sul pavimento di casa.
Bevo ancora
e poi ancora
e poi ancora…
Ho bisogno di andar "fuori"
perché il "dentro" non mi piace
adesso che non comprende più te.

Senza titolo
Nei giardini pubblici dei ricordi
ho incontrato me stesso bambino
e ci siamo piaciuti subito.
Io,
un adulto dal presente incerto
e lui,
il bimbetto in braghe corte
e sandaletti in pelle ad occhielli
con tutti i sogni ancora intatti.
Ci siamo sorrisi e,
prendendoci per mano,
avviati al chioschetto d'infanzia
per il gelato di sempre,
fragola e limone.

Senza titolo
Di notte,
di giorno,
nella pioggia e nel sole,
sotto il cielo dei sogni
io non sento bisogni.

Io ballo da solo
Ballo da solo
sul ventre del mondo,
con gesto fecondo
il suo ventre io sondo.
Ballo da solo
regolando i bassi,
inventandomi passi
ma mi tirano sassi.
Ballo da solo,
nella pioggia e nel vento
l'astio io sento
ma non me ne pento.

Terminato il taccuino
Terminato il taccuino
i versi s'interrompono così…
Il poeta s'alza e se ne va,
ramingo,
lungo le vie della città;
un pizzicotto di sole sul viso,
una bibita fresca al solito chiosco.
La sera,
con i suoi unguenti dolci,
arriverà…
un nuovo taccuino si consumerà.

Adolescenti
Un'adolescente grassa
Scatta fotografie alle amiche in posa plastica
nel verde luminoso dei giardini pubblici.
Forse è la più brava di tutte loro a scattare,
forse è anche la più intelligente,
la più sensibile.
E',
forse,
tutto questo
e ancor di più.
Le sue amiche no,
perché probabilmente
sono troppo impegnate
ad innaffiare di allegria la propria bellezza.

Tocchi di pianoforte
Tocchi di pianoforte
come gocce di acqua piovana
a picchiettare sui vetri della finestra serrata.
Attendo che il cielo si sgombri dalle nuvole.
Infilo il cappotto,
faccio le scale,
mi chiudo alle spalle il portone.
Di nuovo in strada,
prigioniero,
fra lo sferragliare di saracinesche che si risollevano
e l'odore aspro dell'asfalto bagnato.

Il mio tribunale personale
Cito in giudizio il mondo intero,
nel tribunale che non c'è
voglio trascinare il mio prossimo
perché mi ha fatto perdere la fiducia in esso.
Voglio esser risarcito
per aver smarrito la mia bontà d'animo.

Coriandoli
Mi lanci coriandoli sul viso
e ridi di gusto.
Io ti dico che questo mi mancava,
che non mi avevano ancora beccato
in questo giorno di travestimenti,
scherzi,
maschere e risate.
Non ti amo,
nemmeno tu,
probabilmente,
edè per questo che funziona fra noi

Il respiro della casa
Ascolto il respiro della casa,
di tutte le persone che ci dormono,
e mi sento al sicuro.
La povertà non mi fa paura
perché non è ammantata di miseria
ma colorata di gioia.

Senza titolo
Con il trascorrere degli anni
la poesia della vita
si fa prosa.
Io che sono il cantore del nulla
di fronte ad una platea di niente
cosa canterò più?
Finirà che dovrò cercarmi un lavoro più serio.

Discorso chiuso
Discorso chiuso
su ferite ancora aperte,
come il cassetto del comò
straripante di calze e fotografie
che non sei passata più a riprendere.
Galeone di passione
arenato nella secca dei ricordi.

 

Sereno Variabile

Sotto il cielo d'Italia
Sotto il cielo d'Italia,
in questo preciso momento,
poeti inseguono rime
nel caldo del mattino
per poterle imprigionare su carta;
è ciò che conta,
quel che resta.

Senza titolo
La notte fa a pugni col giorno
lungo la via del non ritorno.
Ci sei tu
e ci sono io,
cumuli di domande
ad aspettar risposte.
Nel frattempo mi cambio le scarpe
e vado avanti

Se non fossi
Se non fossi un vigliacco
ti porterei con me,
perché meriti di più.
Se non fossi quel che sono,
se non fossi quel che sei,
non starei ancora qui
a rimasticar ricordi
di un passato
diventato mai presente.

Scrivo perché
Scrivo perché non so fare altro.
A fare altro ci pensa il mio prossimo,
affannandosi,
spintonando,
mentendo,
imbrogliando,
derubando,
ammazzando.
Io scrivo,
loro fanno.

Disperato d'amore
Disperato d'amore,
sono stato generale
per un giorno solo.
Il giorno che ti ho avuta.
Tutto il resto della vita
caporale di giornata.

Concludo così
Concludo così,
fra i fumi di un caffè
e i tuoi occhi di catrame.
Parcheggiato in un cappotto troppo largo,
sull'orlo di una notte antica di millenni,
cucita sul mondo come un logoro sudario.
Concludo così,
rapito dall'ovatta di passi in lontananza,
inghiottito in un imbuto di placido silenzio
masticato dai rumori del giorno in divenire.

Poche righe soltanto
Poche righe soltanto,
come mio solito,
poesie molto poco poesie;
a qualcuno piacciono,
qualcun altro storce il muso,
a qualcun altro ancora non gliene può fregare di meno,
giustamente.
Nemmeno a me frega niente.
Lo faccio per mettere una pausa di silenzio fra troppe parole.

Senza titolo
Caldo.
Caldo a ottundere pensieri e parole.
E' la sua stagione,
dice qualcuno.
Dall'oblò le persone scorrono di fronte a me
come immagini da un nastro rallentato.
Le note dolci sgorganti da Trying too fool destiny di Paulo Muniz
sudano sentimenti
raffreddati a malapena da granite di limone.
Ogni tanto ti penso,
non ho mai smesso di farlo.
Le stelle,
le onde,
i sassi.
Tutto mi riporta a te,
dolce universo mancato di un soffio.

Fiori di luna
Parlami.
In mezzo a questo prato di fiori di luna.
Il tempo che non passa è ancora tutto qui,
nella voce dei tamburi
a squarciare il silenzio della notte del fato banale.
Il poeta dell'estasi si è sciolto
come zucchero di samba nel nero fondo di un caffè.

Senza titolo
Automobili sfrecciano veloci lungo strade notturne.
Lampioni pubblici illuminano di giallo-vomito
casermoni di periferia.
Stelle luccicano forte,
attaccate all'immenso lampadario del cielo.
Un uomo solo,
con le mani nelle tasche,
rientra a casa fischiettando vecchi motivi.
E quello spicchio di luna maledetta che non smette di fissarmi!

Verrò da te
Verrò da te,
come il sole all'improvviso,
bussando alla tua porta
con tutto il calore che mi rende schiavo d'amore.
Verrò da te,
con un bagaglio di poche parole,
le sole che vorrai sentire.

L'estate volge al termine
E anche quest'estate volge al termine,
una brezza leggera
smuove i rami degli alberi di fronte;
l'afa sta per levare gli ormeggi
e trasferirsi in luoghi lontani.
Bene così,
io odio l'estate,
è la stagione degli innamorati
e non fa per me che l'amore me lo sono giocato ai dadi.

Una bella straniera bionda
Una bella straniera bionda,
dallo sguardo malinconico,
appoggiata ad una fioriera di fronte al mio oblò
attende qualcuno,
qualcosa,
sicuramente.
Io la guardo di sottecchi.
Dopo un po' si allontana da sola,
io esco dalla postazione e la seguo per qualche metro,
la spio per non incontrarla.

Esclusivamente di notte
D'estate vado al mare
esclusivamente di notte.
Amo l'elemento salato
ma non sopporto il sole urticante sulla pelle
ed il concetto di spiaggia.
Quando le persone lo vengono a sapere
mi fissano stupefatte,
come fossero al cospetto di uno strano animale.
Sono un tipo lunare,
lunatico direbbe qualcuno.
Lascio la solarità agli altri,
a tutti quelli che di giorno conducono
alla rovina il mondo.
Io mi riservo il buio e la freschezza leggera della notte
con effervescenza di stelle a render frizzantina
l'acqua di questo tuffo nel silenzio.

Sassolini
Dal cielo una pioggia di pesci vien giù,
dalle onde del mare stelle a saltellare,
dietro la porta,
ormai senza più lettere,
le serrate parole al silenzio di sempre fan compagnia.
Adagiato su una sdraio nella bocca di un cratere spento
osservo il pendolo che muove il mondo.
In riva ai pensieri
i sassolini illuminati dalla luna
parlano fra loro del più e del meno.

Mms
Stamattina la malinconia mi ha preso alla gola.
Poi, all'improvviso, un mms dei miei nipotini
che si divertono al mare mi cambia l'umore.
Mi chiudo la porta alle spalle,
faccio le scale
ed esco in strada.
Un nuovo sole illumina
la stessa brutta gente,
le bestie di sempre.
Devo passare all'Ufficio Postale,
inferno in terra
con ticket d'attesa.

Senza titolo
Il cielo,
stasera,
sembra un soffitto sporco
che perde acqua.
Le automobili lungo le strade del centro
come scatolette di manzo su un nastro trasportatore.
I tuoi tacchi a spillo mitragliano il pavimento lucido di casa mia.
Mi parli di te,
dei tuoi progetti di vita,
dei dubbi e delle certezze di un futuro da costruire assieme.
Ma io,
oggi,
ho voglia di leggerezza,
di stravaccarmi sul divano
e guardare uno stupidissimo film in tv.

Yvonne
Dolce Yvonne,
io non ti conosco,
sei solo il verso di una canzone malinconica
ascoltata alla radio del bar di una stazione,
nel tempo minimo di un cappuccino con croissant
da consumare in piedi dentro nuvole di vapore,
confuso fra le scarpe ed i cappelli di una piccola folla di sconosciuti
distratti e mezzo assonnati come me.
Mia dolce Yvonne,
io non ti conosco,
ma so che ci sei,
da qualche parte,
magari nascosta negli anfratti
dei giorni da buttare via,
tu ci sei,
lo so,
cara Yvonne.

Senza titolo
In questa vita fatta di cazzi amari
io ti amo,
ragazza mia.
Altro non posso offrirti
che giornate alimentate ad eterna speranza,
assieme al pane duro della rinuncia
e al vino aspro che ottunde i sensi
fino all'alba successiva.
In questa vita fatta di cazzi amari
mi resti solo tu,
che adesso,
in silenzio,
stai uscendo
per sempre da quella porta.

Senza titolo
Navigando perigliosi mari,
solcando ignoti cieli,
attraversando aridi deserti,
cavalcando vaste praterie,
chi segue le stelle non si perde mai.

Senza titolo
In questa scialba e piovosa domenica d'ottobre
pensieri scivolano piano in un caffè bollente,
come un bagno corroborante
a rinfrancar dal gelo calato sul sentimento accomunante.
In questa scialba e piovosa domenica d'inizio autunno
Ripenso ai giorni andati di te e di me,
nostalgia canaglia da affogare senza dubbio e interamente
nel caffè fumante che ho ancora di fronte.

Il guardiano del faro
Nuvole grigie a fluttuare nel cielo basso d'ottobre.
Dalla finestra aperta del faro osservo la città di fronte
risvegliarsi piano,
e animarsi di luci e rumori,
con il suo sbadiglio che arriva come un vento gentile
a scompigliare i capelli.
Inizia una nuova giornata,
laggiù.
Per me è tempo di spegnere la luce e andare a dormire.

Arriva l'amore
Arriva l'amore
a turbare la serenità interiore,
facendoti cavalcare la tigre
in una mite giornata di sole.
Arriva l'amore.

Dal pianeta Malinconia
Dal pianeta Malinconia
esprimo il mio dissenso
nei confronti del mondo
e dei meccanismi che ne regolano l'andamento.
Dal pianeta Malinconia,
il sottoscritto Michele Vaccaro,
cantore del nulla,
rassegna ufficialmente le proprie dimissioni dal consorzio umano.
Dal pianeta malinconia…
Me ne andai dal globo terrestre anni fa,
da quassù osservo e annoto che in quel sasso minuscolo e colorato
tutto cambia per restare sempre uguale.

Ridatemi indietro
Ridatemi indietro il tempo perduto
ad aspettare risposte mai fornite.
Riconsegnatemi interi e con gli interessi i secondi,
i minuti,
le ore spesi a bramare spiegazioni
su Piazza Della Loggia,
l'Italicus,
Piazza Fontana e lo strano volo di Pinelli,
Ustica,
la stazione di Bologna,
Capaci e Via D'Amelio,
gli Anni di Piombo e Aldo Moro…
Ridatemi indietro la vita
consumata a digerire le vostre bugie italiane.
Ridatemela indietro tutta,
farabutti,
qui e ora.

Di fronte a questo mare
Di fronte a questo mare
silenzioso e freddo
ti cerco
scavando dentro un'emozione
rubata al tempo andato.
La sera scivola giù leggera;
stelle s'accendono nell'immenso lampadario del cielo.
Io,
quaggiù,
infinitamente piccolo,
seduto su una pietra dura di scoglio,
una lacrima appesa alla ciglia
precipita sulla sabbia umida.

Senza titolo
Roma brucia,
il Colosseo in fiamme,
rogo dei fasti passati;

Parigi brucia,
liquida la Torre Eiffel
scivola fra le strade circostanti;

Londra brucia,
non basta il Tamigi intero
a placare la grande arsura.

Io e te
passeggiamo abbracciati stretti
sul lungomare degli amanti derelitti…

Mentre Roma brucia,
Parigi brucia,
Londra brucia…

Senza titolo
Il mio cellulare s'illumina del tuo nome.
Durante la videochiamata
vedo lacrime
che ti sciano lungo il viso.
Dentro ognuno di noi
c'è un assassino.

Un giorno qualsiasi
Mare di notte,
il mio respiro calmo
sotto un baluginìo di stelle.
Si sta concludendo un giorno qualsiasi,
uno di quelli piccoli,
quasi nascosti nel calendario.
Una manciata di ore sottratte alla vita
ed assommate ai ricordi.
Un giorno insignificante,
timido,
crocevia di solitudini
che han sollevato sguardi tenuti bassi,
riconoscendosi.

Senza titolo
Domenica mattina presto,
il pallido sole si spalma come un unguento dolce
sulle fronde stormite dal vento.
Per le strade rare persone,
teatro minimo di città ancora insonnolita.
Porto fuori a pisciare il cane che non ho.
O forse è lui che porta me.

Senza titolo
Una vita piena di ferite,
quelle che fanno più male sono dentro,
celate agli sguardi di sempre.
Niente da aggiungere,
lasciamola così,
scarnificata e asciutta,
questa poesiola da quattro soldi,
la retorica è sempre dietro l'angolo in agguato.

Senza titolo
Il pullman che mi riporta da te,
il jazz di John Proulx nell'ipod,
la strada che scivola burrosa sotto le ruote
chilometro dopo chilometro,
le immagini di là dal finestrino
si mescolano ai ricordi recenti,
ingarbugliando ancor di più la matassa dei sentimenti.
E' proprio soltanto cinema la nostra vita,
e questo è quanto.

Roma Tiburtina
Stormi di uccelli che non so dire quali
si librano nel cielo nuvoloso
sopra Roma-Tiburtina.
Sembrano volersi schiantare contro gli scatoloni di cemento
dell'Ina-Case ed i tralicci dell'Enel.
Dal pullman osservo tutta la scena .
Più in basso colonne di automobili
a strisciare come un enorme serpente d'acciaio.

Senza titolo
Scrivo qualcosa,
che ardisco impudicamente chiamar versi,
stretto fra i sedili del pullman di linea extraregionale Roma Tiburtina-L'Aquila.
Per ingannare il tempo.
O forse me stesso.
Mi guardo attorno con aria circospetta,
temendo d'aver catturato l'attenzione degli altri viaggiatori.
Niente,
ognuno è perso dentro le proprie cose;
gli sguardi calati su quotidiani e riviste enigmistiche.
Qualcuno,
però,
osserva incuriosito: "Sarà uno scrittore oppure un deficiente
quel tizio nella sesta fila-lato finestrino,
che sta riempiendo foglietti su foglietti di un black notes in formato A7?",
starà probabilmente pensando.
Gli resterà il dubbio,
temo,
così come resta allo scrivente.

Senza titolo
Lontana e distante tu,
in questa torrida notte a L'Avana;
di piedi nudi a stampar orme insensate
sulla sabbia umida del bagnasciuga,
sotto un manto di stelle sudaticce
che aspettano il cambio di turno nel cielo.
E' andata così,
resta lo struggimento quaggiù ai Tropici
ed una bottiglia di Batida de coco
da svuotare senza fretta
fra un passo di rumba e i conati di vomito,
in questa torrida notte a L'Avana.
Lontana e distante tu.
Prosit.

Senza titolo
Moneta rara
l'amor che giammai
si consuma
sotto l'azione corrosiva
degli agenti patogeni
che respirando
chiamiamo vita.

Poeta, oh mio poeta
Poeta,
oh mio poeta,
lode a te,
sempre.
A te che osservi la realtà
con gli occhi dell'anima,
disvelandola spesso gratis
a noialtri,
gente comune
distratta,
indifferente.

Senza titolo
Ragazzo di maggio,
ragazza di settembre,
innamorati in novembre.
A Roma.
Il primo timido bacio in Piazza Di Spagna,
di fronte al rosso crepuscolare della balconata,
con i tetti della Città Eterna sotto sguardi
ubriachi senza aver bevuto un goccio.
Pizzichi di pioggia come capitoli del romanzo di giornata,
i ripetuti caffè come paragrafi da leggere in fretta.
Infine il treno del ritorno,
lo sferragliare monotono sulle rotaie,
con l'amore ad aleggiare tutt'attorno.

Vigilantes
Un vigilantes d'istituto bancario,
in pausa postprandiale,
rivolto ad un collega gli dice: "il panino l'ho mangiato,
il caffè sorbito,
la sigaretta fumata,
adesso vado a sedere un po' sulla panchina del parco
pubblico di fronte a godermi un pizzico di sole primaverile".
Così fece.
E visse felice e contento.

Senza titolo
Un fazzoletto bianco retto in alto da due farfalle in volo,
il seme di un'arancia gettato in una piantina
che diventa alberello appena pochi istanti dopo,
un teatro viennese ad inizio '900,
un dvd taroccato che ruota in un lettore,
un film con allo schermo un solo spettatore.
Una domenica pomeriggio di metà aprile,
nell'intervallo delle partite di calcio.
L'illusionista.
Tutto qui.

Senza titolo
Michele "poco zucchero"
e tanti sogni
riflessi
nel profondo fondo nero bollente
della tazzina di caffè.
Piccola poesia che poesia non è.
Soltanto poco zucchero
annegato nel caffè.

Senza titolo
Ti fisso intensamente
e tu,
di spalle,
avvertendo la sensazione,
giri su te stessa con studiata lentezza,
offrendo alla mia speranza d'amore
non occhi,
soltanto occhiali.

Senza titolo
Al ritmo suadente di un bolero cubano
io te chiero,
io ti amo;
sull'onda avvolgente di una calda melodia
tu,
stanotte,
giuro,
sarai mia.
Noche de Cuba,
in terra caliente
tutto il resto
conta poco o niente.

Senza titolo
Nell'i-pod Ibrahim Ferrer
sussurra melodie struggenti
alle mie orecchie appassionate.
Sabato pomeriggio,
un'ora circa alla partita della mia squadra del cuore.
Fuori il tempo è mutevole,
come l'inganno delle stagioni,
dentro l'umore è assestato
sul registro sereno-variabile.
Stasera,
se non pioverà,
ti chiamerò dalla solita cabina,
spalmandomi con calma
la tua voce addosso,
immerso nella caciara indifferente
degli adolescenti in libera uscita
il fine settimana.

Senza titolo
Andai,
vidi,
tornai,
ricordai,
ritornai,
rividi,
restai.

Senza titolo
Respiro aria di libertà,
a passi lenti,
fra le nuvole e i tramonti.

Grande bastardo
Sono un bugiardo
e uso la mia ipocrisia per restare appeso
al filo della vita
mentre sotto si contano i feriti.
Non chiedermi niente perché io niente dò.
Sono un grande bastardo,
raccolgo facce di giorno
e lascio la solitudine di sera
affogare dentro fiumi di barbera e di champagne.
Questo blues malato è solo per me.
Prosit.

Gira la ruota
Gira gira la ruota,
il bicchiere si svuota,
l'amore non dura,
specialmente di sera.
Al bar di Franchino
sorseggio un bianchino.
E gira gira la ruota,
il bicchiere si svuota,
l'amore non dura
più di una birra scura.

Senza titolo
Amare non serve a un cazzo.
Scritto proprio così,
sulla porta del cesso
di una delle mie tante stazioni
da viaggiatore solitario.
Ho fatto il pieno di caffè
e il viaggio è appena alla metà.
Servirà a qualcosa
tutto questo macinare chilometri
al sole,
al freddo,
agli scazzi continui
che l'obbligo di un obbligo impone?
Questa non è una poesia,
come d'altronde molti altri scritti personali.
Bevetevela così,
male che vada la piscerete.

Nuda e distesa
Nuda e distesa a gambe aperte sul letto
Aspetti qualcosa da me.
Attendi che il grande scrittore
t'inondi del suo seme geniale.
Ma il grande scrittore è lì,
in piedi,
di fronte alla tua natura viva e spalancata,
nudo,
col cazzo moscio ed i calzini ancora da levare.

Stanza d'hotel
In questa squallida stanza d'hotel
c'illudiamo che l'uno possa regalare all'altra
qualcosa che non può dare,
che non ha.
Fuori corrono le ore.
Siamo morti viventi che aspettano
la carne del nuovo giorno
per addentarne quel che rimane.

Entropia
Tra una scarica di diarrea e l'altra
avverto l'urgenza di consegnare
questa lirica eterna all'umanità dolente,
sì ch'essa possa farne tesoro
e trarne insegnamenti supremi
mentre la legge
fra una scarica di diarrea e l'altra.

Senza titolo
Scrivo unicamente per accumulare materiale
da pubblicare in volume.
Non ho niente da dire,
nessun messaggio particolare da comunicare.
I miei intendimenti sono sostanzialmente due: estorcervi
un po' di denaro in cambio di cazzate
e persuadere quante più donne possibile
che la letteratura sia una cosa seria,
sperando in siffatta maniera
che me la possano dare gratis.

Comm'è bello chist'ammore
Comm'è bello chist'ammore
ca nun cerca niente e niente vò,
sulo 'e vase d'a' vocca bella toja
abbastano a 'mme fa felice
e nun me serve niente cchiù.

Sta vocca 'e perzeca
Sta vocca 'e perzeca je vulesse vasà,
e dint'a st'uocchie belle comme olive nere 'e Positano
me vulesse perdere sano sano,
comme a nu strunz ca vò troppo bene
e nun capisce niente cchiù.
Voglio fa' 'a fine d'e' botte a muro
Sulo pe te,
ammore mio.

Te vulesse accarezzà
Te vulesse accarezzà 'sta pelle 'e perzeca matura,
vasà 'sta vocca d'oro,
passà 'a mano int'a sti capille nire nire
comme a nu cielo senza stelle,
ma sempe bello,
sempe bello.
Pure s'i' tengo 'o poco e vino n'capa,
nennella mia,
je te voglio spusà,
e t'o' dico mo ca stonghe allegretto
e dimane pure ca 'o vino se n'è gghiuto,
ammore nunè fernuto.

Italia Babilonia
Squilla forte la sirena
di quest'Italia a malapena,
lo stivale dei coglioni
che compatti votan Berlusconi,

Bastardi traditori,
pescecani dentro e fuori,
ci vuole una flebo di furore
per fare a pezzi il televisore.

Legatemi stretto al letto
anche se non c'è più il tetto,
e tagliatemi i capelli,
io non ho bisogno degli orpelli.

C'è un cerchio antico attorno al sole,
niente vento per la iole,
benvenuti in quest'Italia Babilonia,
del nano imbroglione e dell'immensa fandonia.

Dopo anni
Dopo anni ed anni trascorsi a comportarmi
da persona educata,
rispettosa e civile,
concedimi il lusso,
per una volta,
di sclerare di brutto;
di dirti finalmente che mi hai rotto il cazzo,
amore mio diletto.

Re del nulla
Re del nulla,
esperto in niente,
dal trono fasullo su cui sono assiso impunemente,
io,
Michele Vaccaro,
vi mando tutti affanculo immantinente.

Senza l'amore
Senza l'amore
la luna è un inutile lampadario
appeso al cielo.

Volente, nolente, dolente
Volente,
nolente,
dolente.
Immerso in quest'afa collosa di giugno
averti in mente mi fa perdere il senso dell'anima
che mi son già giocato ai dadi.

Almost blue
Brividi di whisky
aspettando che tu venga
a riempire questa notte quasi blu.
Ancora un dito di jazz nel bicchiere dei però.
Ti attendo già da un po'…verrai oppure no?
Io resto qui
ad aspettare te,
fra brividi di whisky e colate di caffè.

Pompei Babilonia
Pompei Babilonia insieme a te,
insieme a me.
Pompei Babilonia ti capirò,
ti lascerò?
Pompei Babilonia,
Babilonia,
Babilonia.



Versi Liberi

Fantasma gentile
Fantasma gentile,
nei modi,
nei sensi,
nei sentimenti.
Figura leggera,
impastata di sogno diurno,
dalle movenze leggiadre,
discrete,
a riempire silenzi di stanze
da tempo serrate
ad imprigionare ricordi
nella bolla di un attimo.

Senza titolo
Sms.
Ti amo.
Costo: 15 centesimi.

Senza titolo
Quanta sabbia fra le dita,
granelli infiniti di tristezza
che scivolano via
come questo tempo scorbutico
sulle pieghe della pelle.
Fiumi in secca le rughe degli anni,
appena l'attimo di una canzone d'amore,
le mie labbra sulle tue,
una mano fra i capelli
e la vecchia stilografica
che mi abbandona qui.

Senza titolo
Non so fare nulla in particolare,
forse soltanto scarabocchiare parole un pochino.
Forse.
La scrittura letteraria non cambia il mondo,
nemmeno le piccole cose.
Non serve a nessuno
e nessuno ne sente il bisogno,
ridotta com'è a mero intrattenimento,
la timida virgola meccanicamente insinuata
in mezzo agli impegni pressanti
ed irrimandabili del quotidiano.
La massaia che porta con sé un libro al cesso
mentre il fuoco sale ad ebollizione nella pentola del pranzo
e,
fra una scarica di diarrea e l'altra,
legge poesie di Jacques Prèvert.
Non serve.
Non servirà.
Io,
qui e ora,
smarrito nell'erba alta delle righe inerti,
seminando il mio tempo confuso
al pallido sole del primo pomeriggio,
raccoglierò più in là le reti fitte di malinconie gentili
per riempire l'ennesima,
inutile,
antologia.

Senza titolo
Non c'è niente di meglio al mondo
che perdere il proprio tempo
crogiolandosi nell'avvolgente tepore di gesti oziosi;
immergersi,
vestiti,
nella liquida meraviglia
di azioni deprivate del senso pratico,
di sguardi fluttuanti nel tutto circostante
solo per godere la vista delle cose
e buttare via la buccia del significato ad ogni costo.

Senza titolo
Pallido sole di un'estate
che lentamente va scemando.
Sei lontana,
dall'altra parte della luna,
eppur vicina,
proprio qui,
accanto a me,
nei pensieri e nei ricordi,
a colorare pomeriggi inutili.
E' come dici tu,
amore mio,
tutto vero…
sono in ritardo di un milione di baci
e te lo scrivo su questo vecchio calepino
in formato A7.

Totonno Fiordaliso
Totonno Fiordaliso,
col "pizzo a riso"
dipinto sul bel viso,
smargiasso se ne va
lungo tutta la città.
Col sole in fronte
e nelle tasche
profumo di salsedine
Totonno Fiordaliso
è un ragazzo senza acredine.
Fiordaliso Fiordaliso,
sei da un pezzo in Paradiso,
amico caro,
amico puro,
son di questo assai sicuro.
Dammi il tempo di un caffè
e vergherò di certo qualcosa sol per te,
Totonno Fiordaliso,
pizzo a riso,
pizzo a riso.

"Freselle" integrali alla mister Mike
Ingredienti: freselle integrali, olio d'oliva, sale fine, origano, pomodori, mozzarella di bufala, acciughe salate.
Modalità: prendete una fresella integrale,
inumiditela in acqua semplice,
cospargetela con un filo d'olio d'oliva,
aggiungete un pizzico di sale,
uno di origano,
alcune fette di pomodoro e mozzarella di bufala tagliate sottili
e qualche acciuga a completare il tutto.
Infine servite in tavola nella quantità desiderata.

Non ve l'aspettavate questa, eh? J
Chi lo ha detto che una ricetta semplice non possa esser poesia?
Buona realizzazione e buon appetito.

Senza titolo
Le dolci note blu
soffiate da Till Bronner
nella sua tromba sordinata
sciabordano come onde placide e calde
dal lettore mp3,
riempiendo l'appartamento d'immagini
virate al seppia.
L'autunno è colato gentile
già da un paio di settimane,
spargendo il suo miele di malinconia
sui tetti delle case,
nel traffico di auto e pedoni nell'ora di punta,
lungo i viali ingialliti di foglie rassegnate e caduche.
Sto leggendo Hikmet,
più tardi sortirò nel pallido sole
dell'ormai tarda mattinata
per il solito caffè
al solito bar,
aspettando la tua telefonata.

Senza titolo
Dietro la finestra di casa,
ad osservare gocce
di pioggerellina d'ottobre
battere ritmicamente sul vetro.
Dal lettore cd il sax tenore di Scott Hamilton
diffonde dosi massicce di malinconia,
impregnando pareti e suppellettili.
Aspetto che gli angeli smettano di lacrimare;
in centro incombenze improcrastinabili
mi attendono al varco,
frementi e poco concilianti.
Gli assilli della quotidianità danno di gomito,
facendosi largo con prepotenza
fra la folla di persone popolanti un ricordo improvviso
riaffiorato dal pozzo scuro della memoria.
L'orologio a muro ammonisce il mio ritardo,
ma la pioggia non cessa il suo precipitare sul mondo
e Scott Hamilton è sempre lì
a soffiare melodie
nel prolungamento d'ottone della sua anima.
A volte,
molto raramente,
gli istanti poetici
che si posano come un cigno candido sulla nostra spalla
prevalgono sull'arroganza degli obblighi.
Quest'istante è uno di quelli.
Pioggia imperturbabile e indolente,
Le note blu di Scott sgorgano adamantine dal player,
la porta dell'appartamento
resterà chiusa.

Senza titolo
Fiori di carta
sotto un cielo dipinto a mano,
lo sguardo sprofondato
nel pozzo scuro
della tazzina di caffè,
col traffico fuori ad urlare la sua rabbia.
Nel frastuono di piattini
messi a sciacquare nel lavello
mi arrivano,
confuse,
le note di una canzone d'amore
in sottofondo
alla radio.
Esco dal bar
nel sole pallido d'ottobre,
inforco gli occhiali scuri,
sollevo il bavero della giacca
e penso
che sia tempo
di tornare a casa.

Interludio di luna e sabbia
Luna alta nel cielo scuro d'ottobre
spalma luce argentata
sulla silente distesa marina;
unguento profumato su ferite salate…
Un refolo di vento
come gelida carezza sul viso
e musica dolce a sfumare in lontananza…
Restano orme profonde sulla sabbia umida.

Interludio di luna e sabbia (variazione)
Luna alta spalma luce argentata
sulla distesa acquosa
silente e salata.

Come gelida carezza sul viso
il refolo di vento
arriva improvviso.

Musica dolce in lontananza
a sfumar
fantasmi in rimembranza.

A ritroso senz'indugio sui miei passi
notte fonda
calpestando questi sassi.

L'or per me s'è fatta invero tarda
ma nessun m'aspetta
nell'alcova maliarda.

Rade orme sulla sabbia
io non esisto
soltanto un po' di rabbia.

La poesia
La poesia lacrima e sanguina,
geme alle parole del cinico,
si fa silenzio cupo ad orecchie indifferenti
e nuda appare ai signori della guerra
come ai mercanti del tempio.
Il suo canto rauco
non fa eco
per gli innocenti della terra.
Lacrima e sanguina,
ella,
e mastica amaro il pane secco della volontà perduta.
Rimane il rumore di fondo
e l'inchiostro imbrattacarta.

Senza voci
Senza voci la casa in questi giorni.
Silenzio innaturale impera nello spazio angusto
delle stanze abitate da zanzare fuori stagione.
M'aggiro febbrilmente fra lo studio e la cucina,
meta di caffè pomeridiani da sorbire a sorsettini.
Senza voci la casa in questi giorni,
solo la mia,
modulata in tono basso,
rivolta indifferentemente a me stesso.

Senza titolo
Anime scollate,
il rumore del silenzio di labbra serrate,
occhi si perdono negli occhi,
mani stringono altre mani,
ai piedi scarpe grosse e valige di cartone.
Una nuova America ci sarà per noi
che non partivamo mai.
Attimi inseguono attimi,
sirene di navi che lasciano il porto.

Il piccolo niente
Fra le frasi e le righe
il tuo battito di ciglia
e la mia vita d'artista
della quale me ne fotto,
lo sai.
Straniero in un letto gelato,
tradito dagli anni perduti,
non c'è ricordo che non si possa scordare.
Resta il niente,
il piccolo niente che parla di noi,
prendilo se vuoi.

Illusioni nel cortile
Figlio di troppo poco,
col sole nelle tasche sfondate
e i tanti calci presi nel culo
da portare a spasso lungo le strade affollate
di persone alla ricerca del futuro possibile.
Niente da scoprire,
soltanto illusioni nel cortile.

Nulla in parentesi tonde
Amori consumati velocemente sulle strade,
ambizioni sfumate fra i vapori del caffè
giù al bar del quartiere.
Mattine e sere come parentesi tonde
a racchiudere il nulla.

A Domenico (alla memoria di mio padre)
Spazi troppo vuoti,
silenzi insistiti…
nuotando nel mare dei ricordi
lacrime calde
scendono lente
e salate
lungo le pieghe del viso.
Le asciugo in fretta,
furtivamente,
non voglio che mi vedano così…
gli uomini non piangono.
Ho scritto innumerevoli versi nel corso della mia vita,
fiumi traboccanti di parole,
molto spesso anche inutili,
ma adesso la penna
mi trema fra le dita.
Oggi è una settimana che sei partito verso l'ignoto,
papà.
Che il tuo viaggio sia accompagnato
dai fiori e dalla luce.
A noi resta la tua allegria mai doma,
nemmeno alla fine.

Stanotte
Stanotte vorrei cogliere la luna
dal grande albero dell'Universo
e servirtela fresca,
a spicchi,
sul vassoio lucidato del mio amore impaziente.
Stanotte vorrei sussurrarti
che fra miliardi di persone
ho scelto te;
vorrei poter sentire
che fra tutte le umane genti tu desideri proprio me.
Stanotte,
la notte e la città,
con le luci ed i rumori in lontananza inghiottite dalle fauci del buio.
Più tardi,
fra quelle lenzuola di lino ricamato,
profumate di lavanda,
scorrerà il miele del nostro amore.

Senza titolo
Vestita di niente,
per te fiori sempre
lungo il cammino della speranza.
Io ci sarò,
eternamente accanto,
con amore,
dentro ogni secondo.

Senza titolo
Brevi liriche,
versi inutili che nessuno leggerà.
Dentro le righe veleggia orfano di vento
il veliero senza ciurma dell'esistenza.
Umide di parole le metto al sole ad asciugare
queste scarne poesiole.
Il vento le porterà lontano
oppure resteranno immobili ad appassire
in mezzo ai silenziosi filari dei giorni.

Oggi non ho
Oggi non ho voglia di scrivere,
eppure,
chino sul piano di lavoro,
schiaccio la penna sul foglio
per manifestare cose
che non so esprimere con le nude,
orali,
parole,
forse il piccolo niente dentro me.

Rose & rime
Fioriscono le rose
e le rime,
il vento soffia leggero da Ponente,
un giorno tornerò da te,
bella come il pianto,
sogno ancora intero,
fuoco nella sera,
il ricordo,
la rabbia,
la chimera.

Senza titolo
Per il desiderio troppo umano di riscaldarsi
al fuoco dell'amore
anche oggi
un altro angelo
è finito arrosto.
Tutti i particolari in cronaca.

Col tempo
Col tempo scivolano via le cose.
anche se piangerai forte
io non cambierò di certo idea.
Vivere d'aria non basta più.
Finiti i giorni delle promesse agghindate d'eternità,
le tenerezze son orfane di compagnia.
Tradito dagli anni perduti,
guardami bene,
oggi,
cavallo sfiancato,
col tempo,
io.

Senza titolo
Poeta dai libri mai venduti,
con l'amore lontano,
nascosto fra le righe,
inventa paradisi artificiali,
terre feconde di carta,
immacolate,
e cieli blu d'inchiostro
dove passeggiare al riparo dal tormento.
Poeta solitario,
allo specchio del mattino presto
occhiate concentrate sulla barba frettolosa,
poi esce dalla porta che lo separa dal resto
edè vita reale.

Da quest'oblò
Da quest'oblò scorrono le ore.
Vedo persone passare,
stagioni mutare,
alberi sfiorire e rifiorire.
Dietro l'oblò.
Tutt'attorno si muove all'unisono
producendo note da concerto stonato.
Vorrei mentire al tempo,
ma esso transita distratto,
mi fissa indolente
con un'alzata di spalle
ed un ghigno sul viso.
Dietro l'oblò.

La mia poesia
La mia poesia non infiamma le anime belle,
non fa sognare,
non indigna
e non insegna,
non pretende,
non chiede,
non dà.
La mia poesia vive e lascia vivere.
Non costa niente,
è tutta gratis.
La mia poesia è questa.
Prendere o lasciare.

Lento blues
E' un blues lento
questo amore
che appanna i vetri della finestra
nella stanza
dell'ultimo hotel.
Note malinconiche
accompagnate dal ritmo
delle gocce d'acqua
di un giorno di pioggia.
Blues lento il nostro amore,
lento,
lento blues.

Canzone per noi
Mi piace tanto
questa canzone d'amore,
e voglio cantarla intera,
a tutte le ore.
Questi versi e queste note
sembran fatti di zucchero filato
e parlan proprio di noi,
abbracciati stretti
sulla poppa
del fragile veliero
sballottato in alto mare
da moti impetuosi
di burrasche esistenziali,
voglio porgerteli così,
amore mio lontano
ma vicino vicino,
donarli scartati dalla confezione regalo
per celebrare questo pazzo amore.

Un giorno
Un giorno
mi perderò nel mondo,
il mondo si perderà
in me.
Un giorno,
la nausea.

Pensieri sparsi
Pensieri sparsi,
sempre diversi.
Lontano dalla realtà,
alla ricerca di un paio d'ali
per poter vivere
una speciale normalità.
Pensieri sparsi,
quasi sempre avversi,
fili da riannodare,
latte nuovamente da riscaldare.

Dentro di noi
Dentro di noi,
più che mai,
crescono i chissà,
i forse,
i ma.
Dentro di noi
l'alta marea sale
inesorabile
a sommergere
i piccoli niente
del tempo
in cui ci bastava così.
Dentro di noi.

Senza titolo
Attraverso a passi lenti
questo viale dei tramonti,
d'alberi sfiniti
e foglie morenti.
Solo,
senza importanza collettiva.
Fatto d'aria,
fendo il vento,
vado avanti.

Angeli fragili
Angeli fragili,
del tutto inconsapevoli,
perduti fra sogni inossidabili
e magie indefinibili,
giocano ai dadi la propria identità.
Su e giù,
fra cielo e terra,
sempre in altalena.
Domani come ieri,
senza mai dormire.

Senza titolo
Cosa sei,
i capelli in disordine sparso sul cuscino sudato.
Cosa sono,
ancora addormentato nella cucina
del primo caffè della giornata.
Fragili,
noi,
ci diremo solo ciao,
questione di minuti.

Canto di te
Canto di te,
una volta di più,
senza stancarmi mai,
tutto quel che già sai.
Canto di te,
anima mia,
piano piano così,
non voglio altri a sentire.
Sei il presente confuso col sogno,
il passato da costruire cementando i ricordi.
Amore mio,
questa è per te.

Senza titolo
Sviluppo e qualità turismo in quantità.
Con un pizzico d'onestà.

Senza titolo
La notte lascia le consegne al nuovo giorno,
all'indirizzo dei tuoi capelli spettinati,
al caffè da preparare in fretta,
alle tapparelle da alzare per poter regalare
uno spicchio di cielo gentile
a quella stanzetta ammobiliata all'ultimo piano.
Io sono già per le scale,
dopo aver chiuso delicatamente
la porta per non svegliarti.
A passi rapidi in strada,
fra radi passanti e saracinesche che vanno su rumorose
per rinnovare contabilità.
Averti in mente e mettere chilometri di distanza
immerso nel canto urbano con maschera sincera.

Senza titolo
Mi sento solo,
sperduto,
inutile come gocce di luna bollita
e gocciolanti sopra un mare senza nome.
Scrivo dall'oblò queste scarne righe e le infilo in
una bottiglia che un quarto d'ora fa era di birra,
e ve le affido,
calme onde notturne che andrete ad infrangervi
sulle coste di chissà quale paese.
Aspetterò con pazienza che qualcuno mi contatti,
o forse no.



Amor fou
Una dedizione silenziosa e assoluta;
un amor fou autodistruttivo e,
forse,
distruttivo.
Ci incontriamo in un piccolo appartamento
che rappresenta una sorta di altrove metafisico;
un punto di contatto in una terra di nessuno.
Un gioco al massacro.  

Senza titolo
Un volo di rondini rasente i tetti delle case;
altoparlanti nascosti nelle nuvole diffondono
dal cielo - Forever was a day - di Lena Horne.
La finestra della mia stanza da letto è aperta: mi affaccio un po',
e per un po' sono felice.  

Cuba
Cuba,
giardino segreto del cuore,
ti penso e in un attimo è già musica,
è già festa di luci,
colori,
sudori,
sapori.
Cuba lontana ma così vicina e preziosa;
triste e allegra,
porto sicuro dell'anima,
intreccio di mani,
di occhi,
di labbra
e di pallide lune quiete.
Cuba,
sei sola: resisti,
tesoro!  

Tutte le volte
Tutte le volte che sorridi
e mi prendi la mano
e la tua bocca dolcemente
soffia sul mio viso tenere frasi,
vedo l'infinito riflesso nei tuoi occhi,
di un colore che non so…
e sento amore dentro me.  

I tuoi occhi
I tuoi occhi affilati come lame del Paradiso
tagliano lo spazio circostante
ed io cammino a passi incerti,
inciampando nella tua vita che si è parata innanzi all'improvviso,
scuotendo la nebbia dei giorni.
I tuoi occhi che cercano,
che fuggono, che brillano,
che piangono.
Quando tutto riprende ad esser tranquillo,
rassicurante,
normale come la pazzia di non vedere,
di non capire,
di non volere,
ecco che incontro i tuoi occhi
e la realtà mi si rivolta contro
e non comprendo più il significato
delle cose attorno a me.
I tuoi occhi, Lisa…
e io sono perduto.   

Pecorelle
Nuvole basse ci sfiorano le teste
come pecorelle quiete,
in fila,
gonfie di umida tristezza
che scaricheranno in lacrimoni grigio sporco
stasera o fra un minuto.
E tu…ed io
prendendoci per mano
cerchiamo rifugio dentro impermeabili e portoni,
sorpresi e stranamente innamorati.
Nuvole basse come pecorelle nel cielo emigranti,
che piangeranno qualche ora o qualche istante,
e si dissolveranno lievemente come un ricordo antico.  

Spegnete, spegnete
Spegnete la luce che voglio dormire.
Spegnete la luce che voglio sognare.
Spegnete, spegnete.
Lasciatemi solo che voglio partire
a cavallo d'un razzo
per un posto lontano
chiamato utopia.  

I sentimentali
I sentimentali camminano a passi lenti,
perdendosi fra le nuvole e i tramonti.
I sentimentali regalano fiori e cioccolatini
e cenano in intimi ristorantini.
I sentimentali di ieri e di oggi
aspettano solamente un cuore che li alloggi.  

Non è Dante
Tutta la vita in una selva oscura
che la dritta via era smarrita.
Non è Dante,
non è mia zia…
è solamente una stramba fantasia.  

Se…
Se ci venisse regalato il Paradiso per un istante solo
che cosa faremmo noi miseri uomini disorientati?  

Ti dimostrasti amore
Arrivasti trasportata dal vento
e atterrando sui giorni tristi
della mia primavera inoltrata
ti dimostrasti amore.  

Piccolo piccolo…grande grande
Conosco un bambino piccolo piccolo
che fa sogni grandi grandi.
Chiude gli occhi ma non dorme,
e sogna la terra,
la luna,
l'estate
e quella bambina con le treccine d'oro
che corre radiosa per i campi.  

Quante volte
Quante volte ho avuto le tue labbra
così vicino alle mie
ed ho desiderato baciarle.
Quante volte ho sperato in un tuo schiaffo
per poterlo mostrare agli amici
stampato sul viso.  

Sassolini
Un'anima semplice si è perduta
annaspando nel fragore di giorni affollati;
restando in bilico fra lacrime ed allegria
avanza seminando sassolini lungo la strada.  

Piove
Nuvole basse mi sfiorano la testa
ridondante di parole e d'immagini.
La strada che accoglie questi passi è vuota e silenziosa
e s'apre al passaggio sempre più.
Piove.
Me ne accorgo solo adesso,
quando i vestiti sono da buttare.
Piove.
Rivoletti d'acqua scorrono sul viso
e sulle mani strette a pugno.
Piove, Stefania…
Finalmente piove…  

Leggerezza
Sfioro i tuoi seni e,
sotto le mani,
sento il fremito della tua vita
che corre forte,
invadendo i prati sfioriti della mia solitudine.
Per un attimo ci siamo persi.  

Passi di ubriaco
Passi di ubriaco
in una notte leggera come un'ombra sul muro.
Quando mi guardi provo un brivido forte
e attraversando il viale dipingo parole.
Passi di ubriaco sbattono alle porte urlando a nessuno.
Notte leggera come un'ombra sul muro;
notte di freddo e fuoco fra il silenzio del bosco e la grande città.
Quando mi guardi provo un brivido forte
come quello di un bambino smarrito in qualcosa che non capisce.
Passi di ubriaco s'allontanano nella notte
diventando leggeri come un'ombra sul muro.  

Quanto?
Quanto amore conteniamo?
E quanta fede?
Quanta passione?
Quanti sassi calpestiamo?  

E la radio va
E la radio va
a tutto volume
sulla nostra canzone.
Nella stanza solo io,
con in mano una tua fotografia.  

Un attimo
E' notte.
Sembrano lucciole morenti
quelle luci dei lampioni
che si spalmano sulla strada
bagnata di pioggia.  

Vita senza luna
In una vita senza luna ho smarrito la mia scatola dei sogni,
e scappo via dal Paradiso seppellendo orme sulla sabbia.
Rinchiuso nella mia torre di vento
attendo stagioni di sale
e abissi d'acqua da scrutare.
I miei inverni polari
e le estati tropicali,
le gite in barca e gli alveari.  

Il primo sorriso del mattino
Il primo sorriso del mattino
accende la tua bocca di corallo
e brucia la polvere sul mio cuore.
Sei tu che colori questi giorni senza luce,
che raccogli i miei cocci lungo la strada
e che mi porti via,
lontano dai fantasmi,
lontano da me.  

Odalische
Lunghi silenzi dell'anima
scossi da un bisbiglio d'amore.
Con danze prolungate si fa giorno
ai margini del tempo
e negli abissi della memoria.
Intorno a me ruotano pazzamente
le odalische ed i loro amuleti.
Nell'aria odore di vino fresco e di falò.
Guardo il tuo viso e scorgo lo stupore.  

Croazia
Stiamo perdendo il Paradiso
mentre precipitiamo nell'eternità di un attimo.
Sguardi confusi si chiedono il perché.  

La terra dei sogni
La terra dei sogni sto cercando,
ma le mie mani stringono sale,
e quando il serpente mi sorride
mostrandomi la sua vanità
ho bisogno di te,
delle tue parole.  

Volo planare
Come nuvole basse sulle nostre teste
la vita annuncia attimi di pioggia;
come passi sulla sabbia,
come rondini in volo,
come i profili delle case,
come urla nelle pieghe della pelle…
almeno ci fossi tu ad accompagnare questo volo.  

Radio Arabia
Questa non è l'America
con le sue torri sfavillanti al neon;
non è l'impero dove tutto passa,
effimero,
crudele.
Qui si fermano cammelli e ventri.
Qui si ferma il tempo a riposare  

Angeli muti
Angeli muti cadon giù.
Verrò via al tramonto insieme a te.
Le mie carte non funzionano più.  

Più di tutto
Più di tutto
io cerco l'amore che smuove le montagne,
che dirotta il vento,
che squarcia le nubi,
che mi fa correre come un pazzo fra milioni di persone
per giungere a te.  

Stanotte
Stanotte per le vie del cielo
passa una cometa sbarazzina,
come te,
quando vai e poi ritorni.
Stanotte aprirò le mie finestre per respirarti,
profumo d'eternità.  

Volo rubato
Sto volando senz'ali
lungo i deserti della mia vita,
alla ricerca di un volto antico.
Tutto cambia,
niente è come prima.
Gli amori se ne vanno
ed un cane abbaia alla luna.
Cos'è la vita se non un imbroglio di pensieri,
una matassa da sbrogliare nei giorni muti
in un incrocio di venti?  

Haiku
(Rispettando lo schema 5-7-5, con l’inserimento del Kigo)

Campi di riso:
la Cina è vicina,
sogno d’estate.

Giardini noto,
verde di primavera,
l’animo sospirante.

Luna velata
spia i passi di questo
viandante solo.  

Haiku
(Rispettando lo schema 5-7-5)

Mare di notte
confuso con il cielo,
grida di stelle.

Sole velato,
la natura gioca,
l’uomo vibra.

Granelli d’oro
i pensieri di chi
ha ideali.  

Haiku

Splendida mattinata d’estate:
dopo tanta fatica
finalmente si torna a casa.

Pomeriggio d’estate:
dalla finestra aperta
la brezza asciuga perline di sudore.

Luna velata d’inverno
accompagna i passi silenti del viandante solitario
lungo il sentiero che porta a casa.

Uomini al lavoro
si guadagnano da vivere
col sorriso sulle labbra.

Il sole lascia le consegne alla luna,
gli innamorati occupano tutte le panchine del parco,
appoggiato alla balaustra guardo, assorto, una fila di anitre in processione nello stagno.

Luna velata sopra la mia testa,
passeggio ascoltando il rumore dei ciottoli sotto i piedi,
si approssima l’inverno.

Non capisco niente d’amore;
è un concetto che mi sfugge,
non comprendo quello che dici.

Sole alto,
caldo sulla pelle,
estate di desideri.

Che soffi forte il vento
per quella vela laggiù,
obbligata al rientro prima che faccia buio. 

Non vedo l’ora
di dirti ti amo,
a compimento della mia vita.

Luna velata
e girasoli
lungo la stradina di campagna.

Eclisse di sole:
milioni di nasi all’insù;
la natura si mostra in tutta la sua potenza spettacolare. 

Carolina
Carolina,
guardati attorno: quanta gente che c’è.  

Smemorato viandante
Il mare,
quest’immenso azzurro rovesciato del cielo,
l’osservo e lo respiro facendomi giaciglio
fra le radici amare di questo bosco di pini.
Io,
smemorato viandante di giorni inesistenti,
eterno sonnambulo sballottato dalle onde della vita,
in questo luogo e in questo tempo ho fatto naufragio,
e senza capirci nulla di bussole e di mappe,
io che ho amato solamente le utopie
son condannato a restar qui,
straccio bianco steso al sole ad asciugare.

Di noi
Sprofondata in un maglione troppo largo,
umida di pianto e con parole gocciolanti,
senza voltarti mi chiedi all’improvviso di noi.
Io non so cosa rispondere
e guardo l’asfalto davanti,
azionando il tergicristalli e calcolando mentalmente
i chilometri che mancano per arrivare a casa.
Stiamo assieme da un bel po’
e mi sono chiesto spesso cos’è che naviga
fra le nostre vite;
prima c’era la luce anche col buio,
ora,
col tempo,
siamo diventati soltanto due stracci
bianchi stesi al sole.  

Senza titolo
Dimmi quale mondo vuoi,
per poterci ridere un po’ su.
Parlami dei tuoi progetti,
qui c’è vino buono per dimenticare.
Ti sfioro il viso con la mano: solo questo conta,
e a puttane tutto quanto.  

Senza titolo
Non dire amore…
la prima scudisciata sarà per la tua bocca.
E’ stato già detto tutto.
Lì c’è un foglio bianco e una matita…
disegna solamente.  

Senza titolo
Ti vergo di pugno queste poche righe,
perché le parole d’amore non si
scrivono mai a macchina,
ed allego in un pacchetto questa cassetta
con solo tre brani,
che però dicono tutto.
Ti auguro un futuro sereno e,
se vorrai,
tra una piega e l’altra della vita,
qualche volta pensa un po’ anche a me.  

Portugal
Io t’amo Portogallo,
terra di sogni e di chimere,
di dolci baci e languide carezze,
di Fernando Pessoa e Madredeus.
Se potessi avere mille lire al mese,
Portogallo mio,
Pompei-Lisboa non sarebbe più una distanza
ma un moto del cuore.  

Beatriz
Se potessi entrare nella tua vita vagabonda
anche solo per un istante,
di luce rossa appassionata vestirei
questi giorni miei dolenti,
appassite orchidee di un tradito amor.
Se potessi esser’io a portare a spasso
lungo le autostrade dei sogni il tuo cuore errante…
finalmente vedrei splendere un sole
da troppo tempo malato.
Se potessi,
Beatriz,
avere dentro me tutte le canzoni del mondo
ne farei una soltanto,
col dolce nome tuo B-E-A-T-R-I-Z.  

Caffè
Scendi giù caffè nero bollente,
scivola dolcemente in gola col tuo bagaglio
profumato di terre lontane e assolate,
e fermati nello stomaco a tenermi compagnia,
a coccolarmi e a riscaldarmi da questo freddo
che mi ha preso forte da quando lei è andata via.  

Tempus fugit
Ho tanto bramato un amore pulito.
Ch’io possa essere dannato se non l’ho cercato,
spendendo l’oro dei gettoni di questa vita
in una estenuante e vana ricerca di LEI che,
forse in questo preciso momento,
in qualche angolo di mondo o proprio sotto casa mia
sta pensando a me che non conosce,
che non conosco.
Chissà se le coordinate sbilenche delle nostre esistenze
s’intersecheranno mai in un punto,
in un posto,
in un’ora,
in un giorno.
Ho tanto bramato un amore pulito e,
consumando fremente stagioni e stazioni,
finalmente sono arrivato fin qui,
nudo e felice alla meta di te.  

Inganni
Oceani di magia nel tuo sguardo dal sonno rapito.
E colori,
miriadi di colori sconosciuti che
lungo i segreti sentieri del tuo viso
si rincorrono cavalcando parole
di bugie impastate,
lontano dagli occhi,
schivando il rossore.
Sogni rapiti,
succede.
Finzioni le tue,
comprendo.
Beltà a volte arma a doppio taglio,
può far male.
Tanto si può,
tutto non perdonare.   

Prima facevo il poeta
Prima facevo il poeta.
Ma alla gente non gliene fregava niente.
Adesso vendo cassette porno di contrabbando
e guadagno bene.
Ora mi stimano e si congratulano tutti con me.
Non tanto per le cassette,
quanto per i soldi che mi consentono di ostentare
quel che piace a loro.
In questa società,
ma probabilmente anche nelle precedenti,
è meglio puntare sui vizi delle persone
piuttosto che sulla sensibilità o sulle virtù.
Prima facevo il poeta,
adesso son tornato a “vivere”.  

Girotondo anarchico
Tempo al tempo
e verrà il giorno in cui
isseremo le nostre bandiere
sul pennone più alto.
Tempo al tempo
e ci sarà un domani migliore
dove il denaro sarà solo carta straccia
e le parole splenderanno finalmente
nella loro forza.
Tempo al tempo,
amore mio
e danzeremo felici su gialli campi di grano,
sotto un cielo di un azzurro potente
come queste mille mani che s’intrecciano ora
per lanciare un muto grido di libertà
al nostro mondo rovesciato.  

Senza titolo
Adesso non ho tempo,
devo andare.
Ma tornerò domani notte
nei tuoi sogni
ed insieme
cambieremo il mondo,
te lo prometto.  

Scelta di libertà
Vorrei piangere,
ma non ci riesco.
E allora rido,
grido,
faccio il pazzo,
spacco tutto
e poi mi accascio sul pavimento
privo di forze,
col respiro affannoso,
col sudore che imperla fronte e corpo.
Ma tu sei così distante,
angosciosamente lontana,
dall’altra parte della luna.
Ed io son qui,
inerte e ridicolo,
solo,
per scelta.  

Like rolling stones
La gente non comprende la disperazione
che portiamo dentro.
Come pietre rotolanti siamo,
eternamente sospesi fra ragione e realtà,
utopia e necessità.
Perduti in un mondo che non c’è
fluttuiamo nei giorni
come carne da cannone.
E mentre tutto attorno corre veloce
cerchiamo pulizia nel silenzio
di notti insonni.  

Che senso ha
Che senso ha,
che senso abbiamo,
stringere un piccione nella mano,
sussurrare a occhi chiusi l’ennesimo - ti amo -.
Siamo poco,
siamo niente,
un ondeggiare vago della mente,
il risveglio brusco dal sogno di un demente.
Che senso ha,
che senso abbiamo proprio oggi
che anche noi siamo abboccati al grande amo.

Come un film
E mannaggia a me che vorrei scrivere d’amore
ma me ne vergogno un po’.
E’ anche questo l’amore:
parole non dette,
mai scritte,
per sempre perdute nell’oblio
di questi anni che scivolano via
senza le carezze del tuo respiro.
Note languide di jazz
si rincorrono nell’aria stagnante
della stanza durante i lunghi pomeriggi
di una rinnovata estate.
Affondato in poltrona,
con gli occhi della mente proietto
le nostre fattezze di ieri sulla parete di fronte
ingiallita dal fumo.
E rivedo in un istante il nostro film.
Immagini in bianco e nero un po’ sgranate
e senza sonoro i ricordi.
Sembra un film di Charlot il nostro film.
Ehi…ma quello sono io!
Ehi…ma quella sei tu!
Quanti secoli son passati,
quanta polvere si è depositata
sulla pellicola.
Chissà dove sei ora…
e chissà dove sono io in questo momento.  

Contraerea
Voglio essere rispettato.
Per un motivo fondamentale: io rispetto gli altri.
E non attacco mai,
mi difendo solamente.
E la mia difesa somiglia ad una contraerea
terribile e devastante,
che dopo avere abbattuto tutto quanto
resta poi senza colpi,
più sola e malinconica di prima.  

Senza titolo
A sud del mio ombelico
tocco la verità con una mano.
Per una manciata di minuti va tutto bene,
poi mi sovviene il resto
e corro a vomitare pensando che la vita
mi abbia proprio sconfitto.
E va bene così,
a sud di nessun nord.  

Senza titolo
Senza titolo,
senza senso,
senza foglio,
senza penna,
senza tempo,
senza bandiera.  

Senza titolo
E ci si ritrova impazziti dal dolore,
come un ballerino che ha smarrito la sua musica.  

Senza titolo
Ieri ho scritto una poesia.
Una poesia d’amore.
Era parecchio che non lo facevo.
Te l’ho letta velocemente
e poi sono scappato via.
Oggi vorrei farti vedere la mia vita,
pericolosamente in bilico fra pile di piatti
da lavare ed elefanti rosa ancora da trovare.
Ho scritto una poesia d’amore,
proprio ieri.
Era da tanto che il cigno bianco non si posava
sul davanzale della mia finestra.   

Di te, di me e di questa sporca vita
Guardo fuori dalla finestra: tutto è immobile,
eterno e nudo come questo tempo che ci asciuga in fretta
e ci porta via da ogni risposta.
Mi restano tre bottiglie e gli avanzi di una vita spesa
aspettando qualcosa che forse non esiste
o che è già passata senza che me ne accorgessi.
Ti guardo mentre nuda e insonnolita ti rigiri nel letto
nella santa e volgare luce di questo pomeriggio medioevale,
perfido e tagliante come lama di rasoio,
e penso che sia proprio tutto qui.
Di te,
di me e di questa sporca vita.  

Io sono
Io sono un uomo,
ma non ci sono donne accanto a me.
Io sono libero,
ma di fare quello che vogliono gli altri.
Io sono un anarchico,
ma mi dicono che è tutto finito da un pezzo.
Io sono un sognatore,
ma devo alzarmi tutte le mattine alle sei.
Io sono un assassino,
ma il mio pugnale è di plastica.
Io sono un bianco,
ma non lo dico perché mi vergogno.
Io sono un poeta,
ma la carta per scrivere è finita.
Io sono io,
ma non so più chi sono.
Io sono un re,
ma il mio è un trono di merda.

Cosa resta
Cosa resta della mia gioventù…quaderni traboccanti di poesie,
immagini che seguono ad altre immagini,
note svolazzanti nell’aria,
corse in bicicletta,
mare di notte e sogni di giorno.
Cosa resta del giorno…l’attesa della notte,
verniciata col fumo delle tante sigarette.
Cosa resta della notte…solo una tapparella da sollevare
e un letto da rifare.  

Violentango
La vita ci ha ingannato
e noi balliamo pieni di passione e voluttà
questo tango violento,
da sogno,
doloroso riassunto di una vita.
Immagini e ricordi s’affollano nella mia mente,
assenze-presenze scavano a fondo nel mio cuore antico.
Fuori l’aria della notte è fresca e frizzante;
una lacrima calda scivola leggera lungo la mia guancia.
M’aggrappo a te,
barcollante di rinnovata speranza
e di vino dolce
mentre mi riporti a casa uomo finito.   

Whisky
Bevo questo whisky alla tua e alla mia.
Bevo per scordare te,
gran puttana che hai pizzicato per lungo tempo
le corde dei miei sentimenti.
Bellezza mia,
in alto il calice,
in giù i pantaloni…fa il mestiere tuo ora!  

Vento
Dove ci condurrà questo vento delicato e timido
che si spalma sui nostri corpi come un dolce unguento
e che ci solleva piano sussurrando paroline dolci al miele?
Su quale suolo,
poi,
fragili,
ci adagerà gentile quest’alito amico?
E sarà notte o sarà giorno quando arriveremo a destinazione…
Farà caldo oppure freddo quando sarà giunto alfine
il momento di mettersi in cammino?  

Bunker
Vorrei afferrare questo tempo veloce
nel pugno di una mano
e tenerlo lì,
prigioniero,
immobile ed eterno
per gustare all’infinito
la voluttà provocatoria e insolente
di questo pazzo,
pazzo amore.
Mi sto giocando tutto per te,
lo sai,
in una partita a dadi contro il cielo
e la gente comune che edifica fortezze
di buon senso
e cattedrali di lealtà
davanti ai propri bunker di vita tranquilla.  

X donna
Sei tu l’unica ferita che ho,
il predone che cavalca la mia malinconia.
Con in tasca una tessera di dolore
vado incontro a nuovi giorni,
sempre vecchi,
sempre loro.
Sei tu il più grande desiderio che ho,
l’unguento per queste piaghe,
il balsamo per un’anima dimenticata troppo spesso
al sole quieto e traditore di una spiaggia di fine settembre.
Sei tu,
x donna,
quella che io amo: forse già lo sai o forse no,
o,
forse,
aspetti proprio me.
Oggi mi sento come un ladro che ha rubato
un libro di poesie: un po’ allegro,
un po’ scontento,
un po’ così.  

Passo dopo passo
Passo dopo passo si accorciano strade e vite,
sbiadiscono ricordi
e i sogni ad uno ad uno vanno via.
Passo dopo passo si disbosca la foresta dentro noi
che guardiamo avanti con lo sguardo un po’ più stanco.
Passo dopo passo cerchiamo di capire qualcosa,
di ascoltare le voci dei giorni che passano veloci
e ci lasciano sempre più indietro,
smarriti e increduli nel cappotto
della nostra perduta identità.
Passo dopo passo torniamo a casa,
infiliamo la chiave nella toppa,
mangiamo qualcosa
e poi con gesti lenti e studiati accendiamo la tv.  

Tango
E mi ritrovo qui a ballare da solo un finto tango,
anelando ad occhi chiusi
e con grande desiderio
amori nuovi e nuove vite.
Perduto da lungo tempo il sincrono col mondo,
colleziono oggi bottiglie di sciroppo per la tosse.
Ma sorridere si può: con mossa astuta spegnere la tv
e gioire all’unisono con il mio me.
E mi ritrovo qui a ballare da solo un finto tango,
che viene da lontano e che nasce e muore dal silenzio,
bruciando con grande voluttà nel tempo di un respiro.
E mi ritrovo qui col mio tango,
le bottiglie di sciroppo e la tv spenta;
con un frullatore nella testa che mi spappola i pensieri
sto cercando di capirci qualcosa…
ma è vita,
è solo quella.  

A Valerio (mio dolcissimo nipotino)
Sei arrivato da lontano,
in una calda mattinata
con l’estate che bussava già alle porte.
Attraversando fluttuante i più bui spazi siderali
ora sei qui insieme a tutti noi,
direttamente dall’eternità alla tua culla.
Adesso i giorni s’empiono di mani,
di occhi,
di zigomi,
di passi incerti e gridolini di vita.
S’incendiano di colori,
di profumi,
di sapori,
di risate e di teneri languori.
Adesso che ci sei
ogni attimo è un regalo che ci fai.
(Scarabocchiata sul retro di una schedina del Totocalcio)  

Esplode curacao
Sono così stupito d’amare,
d’amarti;
di navigare attraverso questi giorni di fortuna
come un capitano di lungo corso ubriaco
senza aver bevuto un goccio.
Bevo dal tuo calice il nettare della vita
e in un attimo siamo tutto il mondo,
per poi ridiventare subito nessuno.
Soltanto noi due,
eterni naufraghi erranti
stavolta felicemente perduti nella danza sfrenata
delle ore che restano.
Esplode coracao in un infinito desejo.
Esplode il cuore in un infinito desiderio.  

Don’t smoke in bed
Non fumare a letto.
Tante volte te l’avevo detto di non fumare a letto.
Ma tu niente,
testarda e strafottente facevi le spallucce
e mi dicevi: “ma dai, tanto non succede niente”.
Ed ora eccoti lì,
così bella e così carbonizzata.
Lo sapevo che presto o tardi l’avresti fatta la cazzata.  

Polvere
Cellule,
cellule,
cellule.
Miliardi di cellule.
E poi atomi,
atomi,
atomi.
Miliardi di atomi al cui interno ruotano,
attorno ad un nucleo fisso di protoni positivi
e neutroni indifferenti,
elettroni,
elettroni,
elettroni.
Miliardi di elettroni negativi sfrecciano freddi
e sempre uguali nella loro folle e santa corsa
verso la verità.
Tu dici che mi ami,
io comprendo a stento il senso delle tue parole.
Siamo un impasto di cellule.
Dentro di noi minuscole,
infinite,
galassie.
E un giorno saremo polvere.
Polvere di cellule,
strazio di molecole,
pianto singhiozzante di atomi.
Con gli elettroni che continueranno imperterriti
a girare,
girare,
girare.  

Quanto mare, quanto amore
Noi due,
mentre lontano il mondo sta dormendo.
Risate pazze seguono a stupidi desideri.
Luna alta nel cielo prezioso di marzo,
settecentesco lampadario sfavillante di
argentea luce sui nostri corpi avvinghiati
da bruciante passione
e rotolanti d’ebbrezza come un grande sasso impazzito
lungo i miliardi di granelli di questa polvere dei secoli.
Quanto mare,
quanto amore…
Briglie sciolte alla fantasia
e in un attimo il Fitzcarraldo è qui,
sotto i nostri piedi nudi e i jeans arrotolati,
che sbuffa allegria e muove le sue antiche pale
verso la terra dove tutto è.
Ho già 32 anni,
ho solo 32 anni
e non m’importa più niente
di chi dice che butto via il mio tempo
a collezionare emozioni.  

Berrò
(Liberamente ispirata ad una lirica di Boris Vian)

Berrò.
Sistematicamente.
Per evitare le scadenze.
Berrò.
Senza smettere mai.
Per navigare nei porti che tu sai.
Mi ubriacherò per non rispondere a domande;
per non ricordare più chi sono,
per dimenticare chi sei tu.
E senza vergogna di tutto scolerò: da ¼ di birra
a una pinta di rhum…perché alla mia età
non ti danno più del tu;
perché la vita è così,
un rincorrersi affannoso di gesti e di parole
senza apparente utilità.
Berrò così tanto che forse un giorno
la mia faccia sparirà.  

Colpo di fulmine (coup de foudre)
T’ho vista,
Finalmente.
E’ come una nebbiolina secolare che si dissolve nel tempo di un respiro trattenuto.
Pomeriggio di febbraio anonimo: apro la finestra per cambiare l’aria nella stanza,
lancio un’occhiata distratta nella strada sottostante…ed eccoti!
Porti a spasso un cane al guinzaglio,
io resto fulminato da questa imprevista magia.
Immobile nei gesti e nei pensieri ti guardo sfilare davanti a me,
morbida e leggiadra,
beatamente avvolta nella carezza leggera di questo tiepido sole
del tardo inverno,
con quella luce negli occhi…
Vorrei scendere,
fare le scale a quattro a quattro e precipitarmi in strada
gridando a squarciagola come un matto: sei tu quella
che cerco da sempre,
sei tu quella che voglio!
Ma non faccio niente,
resto pietrificato alla finestra
mentre tu scompari dalla vista.
E’ stata un’eternità durata appena qualche minuto.
Ma t’ho vista.
E ora so.  

Ma come fai a vivere?
Ma come fai a vivere se gli unici libri che leggi
sono le Pagine Gialle ed il libretto d’istruzioni del cellulare?

Ma come fai a vivere se non conosci il grande cinema
ma vai a vedere esclusivamente i film dei Vanzina?

Ma come fai a vivere se la musica ti serve solo per scopare
e non per sognare?

Ma come fai a parlare di viaggi se non hai mai visto Praga?

Ma come fai a parlare d’amore se non ci sei mai nell’istante
in cui il sole e la luna si danno il cambio porgendosi un
affettuoso arrivederci al giorno dopo?

Ma come fai a vivere se non hai mai vissuto?  

Senza titolo
Vuoi uscire stasera con me?
Solo un paio d’ore,
non di più.
Ti porto a fare un giro sulla luna
e poi torniamo giù.  

America
Lacrime di stelle si mischiano alla pioggia fine
e vengon giù ad inzuppare la nuda terra.
Prima che bruci intera questa nazione ostile,
vorrei prenderti per mano
e condurti dolcemente
fino all’albero lì in fondo
e poggiare su quel ramo i nostri cuori.   

E non cambia mai
Ricordo il sole nei tuoi
e le ferite profonde alle mie mani.
Non siamo niente.
Nei fuochi della storia solo scintille.
Non servono le ali nel deserto,
non ci porterebbero lontano.
Pietà per noi non avranno mai.   

Mi sono visto
Mi sono di fronte che piangevo,
mi sono visto di spalle che partivo.
Lungo la strada della Fortuna perdonami,
Signore,
sii benevolo con questo figlio
che non ha saputo rispettare le leggi del branco.
Ma questa è la mia canzone e intendo viverla;
in questo nido di cemento desidero far crescere dei fiori.

Algebra
Amore mio,
siam come due rette parallele
che viaggiando fianco a fianco
non s’incontrano mai.
Ma se tu vuoi io rallenterò
questa pazza corsa verso l’infinito
e mi fermerò lungo la strada della fortuna,
e lì t’aspetterò,
fremente di passione ma paziente.
E quando arriverai io mi contorcerò
come un anguilla impazzita dalla gioia,
fino a vincere l’eterne leggi di quest’algebra crudele
che vuol tenerci sì vicini eppur lontani.
Mi piegherò,
mi snoderò,
forse mi spezzerò
ma riuscirò a toccarti…
e allora sarà AMORE.

Gocce di luna
Gocce di luna e passi felpati
nella notte liquida del vicolo
da poco addormentato.
E’ l’amore che viene a lanciare sassolini
contro i vetri delle tue finestre.
Apri il tuo cuore al sublime sentimento
e calami in fretta una corda…che devo andare in bagno!  

Noi due
Tu mi guardi appena.
Io ti guardo appena.
Poi ti spogli.
Anch’io mi spoglio.
Poi ti apri e mi accogli.
Facciamo quel che dobbiamo fare
senza dirci una parola.
Poi in fretta ti rivesti.
Anch’io in fretta mi rivesto.
Ti lascio quanto pattuito sul comodino
e mi tiro lentamente la porta alle spalle.
La vita ci ha sconfitto entrambi.   

La tua bellezza
La tua bellezza è struggente
come la tristezza di un tango,
perfetto riassunto di una vita
vissuta fino in fondo.
Tu mi parli,
io non rispondo.  

Amortango
Non diremo più nulla,
sappiamo bene entrambi
che amore fa rima con cuore.
Sarà senza parole questo tango del dolore,
soltanti gesti,
pretesti…
Finchè durerà la notte noi ci saremo,
e poi,
sfiancati,
esausti,
finiti,
butteremo giù l’ultimo whisky
prima di riprendere possesso
della nostra solitudine.  

Senza titolo
Dì la verità…una vacanza così non l’avevi fatta mai.
A cavallo di un sogno,
ai confini della realtà.
E dillo quel che hai imparato in questo breve viaggio;
gridalo forte che vola solo chi osa farlo.

Sassofono, Sole, Luna, Sirio
L’impianto hi-fi è acceso.
Nella stanza si diffondono come un alito caldo
le vellutate note di un sassofono.
Siamo tu ed io,
con il resto del mondo chiuso fuori dalla porta.
Restiamo in silenzio,
stretti l’uno all’altra…
ed il tempo sembra non esistere più.
Non c’è sole che mi scaldi più di te,
non c’è luna capace di illanguidire
quest’anima lacerata dalla fatica del vivere,
così come fai tu.
Apriamo la finestra e guardiamo fuori: Sirio,
da lassù,
magnifica regina celeste,
adagiata con leggiadria sul suo trono
immerso fra le nuvole della sera,
osserva e sorride,
complice e ruffiana più che mai.

Senza titolo
E’ tanto tempo ormai
che non mi perdo più negli occhi tuoi;
che non faccio tuffi schizzando lacrime
da quei segreti anfratti del cuore.
Saranno secoli che non porto a spasso i sogni miei
accarezzando la tua pelle di pesca matura,
credendo che il mondo sia stato messo lì
apposta per noi due.
Sarà un quarto d’ora che sto scrivendo questa cosa
che so già non ti spedirò.

A Claudio
Dolcissimo putto,
nipote mio,
nipote nostro,
da chissà quale angolo remoto dell’eternità,
a cavallo di una canzone d’amore,
sei giunto fino a noi,
quaggiù febbrilmente impazienti.
Adesso gridi,
ridi,
piangi,
rompi tutto quel che c’è da rompere…
E anche se io mi incazzo perché non sopporto la confusione
va bene così,
perché la vita è tua,
bimbo nostro.   

E’ l’ultimo dell’anno
E’ l’ultimo dell’anno.
Sono in casa,
nell’immediato dopopranzo,
ad ascoltare rapito la struggente malinconia delle canzoni di Jimmy Scott.
Fuori il tempo è buono,
qualche ragazzino si diverte con i fuochi d’artificio.
Sfoglio con la mente i ricordi di quest’anno che sta diventando già passato.
Tutto mi scorre davanti liquido e un po’ sfuocato come le immagini di un film surrealista;
le cose belle e quelle brutte,
le gioie e i dolori,
le soddisfazioni e le delusioni… frammenti di vita che svolazzano nell’aria davanti ai miei occhi
per poi perdersi nel rigido vento di dicembre scappando dalle fessure della finestra chiusa.
Da qualche giorno lei è tornata,
l’ho saputo.
E’ tornata forse per restare,
chi lo sa?!
La donna che io amo ha gli occhi tristi e non c’è niente che possa lenire le sue ferite,
nessuno che possa spalmarle un unguento d’amore.
Un amico,
stamane,
passando davanti al bar e formulandomi gli auguri di rito per le festività,
si è chinato su di me,
seduto sempre al solito posto,
e mi ha sussurrato: ”Che il nuovo anno possa donarti tutto quel che il tuo cuore desidera”.
E’ l’ultimo dell’anno,
è l’ultima poesia dell’anno…
vorrei ancora dire…
“Shhh, parla piano che il bimbo sta dormendo”.

Miragem de carnaval
Vorrei almeno un giorno di carnevale in questa porca vita.
Un giorno folle per schiattare di gioia.
E vorrei che ci fossi tu accanto a me
per dividere ogni istante di questa rumba di colori.

O barquinho de uma vida

Ma sarà davvero mia questa vita?
Io non riesco a traghettarla da nessuna parte.
Non ci sono porti sicuri che riesca a intravedere
né fari potenti che ne illuminino la rotta.
Com’è ridotto male questo barquinho,
senza più musica a bordo né tappi da far saltare
né sogni da esplorare.
E questa malinconia che non vuole svaporare…

I nostri cavalli non corrono più
Trascorre il tempo della vita
ed i nostri cavalli non corrono più.
Ce ne sono di nuovi,
più giovani purosangue,
già scalpitanti e sbuffanti
in linea sulla griglia di partenza.
Trascorre il tempo della vita
e dei vecchi puledri da corsa nessuno parla più.     

Auguri e figli maschi
Tu mi parli d’amore,
ma io sono venuto qui solamente per scopare.
Dici che potremmo costruire qualcosa insieme,
qualcosa di bello,
di duraturo…
ma io ho fretta,
ho il treno che mi parte.
Tu parli di matrimonio,
di bambini,
di case da arredare,
di villeggiature da definire,
di automobili da cambiare,
di suocere da visitare…
ma io devo scappare,
la vuoi capire che sono venuto qui solamente per scopare?!
Tu piangi,
io sbircio l’orologio,
si è fatto tardi,
devo proprio andare.
Il tempo,
come sai,
è tiranno.
Da giovinetta facevi la schizzinosa:
questo si,
questo no,
questo è bello,
questo è brutto,
questo è basso…
eh,
si,
il tempo è tiranno ma democratico:
passa per tutti.
Adesso che hai superato la trentina vai di fretta,
vuoi maritarti,
concepire dei figli…
eh,
si…
la realizzazione completa di donna:
amante,
moglie,
madre.
Ti serve un marito,
un cognome da esibire
e un contenitore di sperma al quale attingere…
ma io non ci sto.
Quando c’ero tu scappavi,
adesso che ci sei tuè il mio treno che sta partendo,
edè un viaggio che voglio fare da solo.
Auguri e figli maschi.      

Blu caffè
Entri da quella porta,
bella,
bellissima.
Ti siedi al banco e ordini un caffè.
Un blu caffè.
Blu come le note scarne del pianoforte laggiù nell’angolo,
come la malinconia di questo locale con pochi avventori
intenti a scrutare i propri destini nei fondi di bicchiere.
Gente perlopiù innocente,
gente che non ha fatto niente,
come te e me,
come questi visi segnati per sempre,
guerrieri senza più guerre,
disarcionati e sconfitti
senza nemmeno l’onore delle armi.
Usciamo insieme da quella porta,
in questa notte di fumo acre
e nebbia leggera.
Usciamo insieme…il resto si vedrà.    

Pops
Giubbotto sull’appendiabiti,
fradicio di pioggia-
nella tasca interna il taccuino traboccante di poesie.    

Pops
Il taccuino non ha quasi più fogli,
devo scrivere ancora-
mi chiamo Michele.

Pops
Attraverso, a piedi, la piazza:
nei giardini cani randagi si azzuffano-
guardo l’orologio.  

Pops
Meriggio in casa,
penso a Marianna-
rumore di stoviglie in cucina.

Pops
Mio nipote Claudio,
il cane Rex-
vigilia di capodanno.

Pops
Con mio nipote Valerio,
in piazza,
passeggiando al sole scatto fotografie.  

Pops
Piove:
riparato sotto il solito portone-
lo stesso gatto di quasi un anno fa mi si struscia addosso.

Pops
Telefoni cellulari:
sofisticata tecnologia
al servizio dell’umanesimo.

Pops
Chat line,
dietro lo schermo tanti-
fuori persone indaffarate.

Pops
Serata casalinga,
un film in b/n alla tv-
durante la pubblicità mi preparo un caffè.  

Pops
Mattinata all’ipermercato,
un po’ di shopping-
fuori il sole.

Pops
Sei lontana,
io ti amo-
piove.

Pops
Dopo pranzo,
sorbisco un caffè
osservando un passero sulla grondaia.

Pops
La pioggia picchietta sui vetri,
io dietro-
sto meditando di chiamarti.

Pops
In macchina maciniamo chilometri,
di fronte,
il profilo delle montagne nella giornata brumosa.     

Senza titolo
Che stai facendo?
Stiri?
Studi?
Altro?
Io mi siedo in silenzio
e ti guardo fare
e sospiro
e il mio amore per te
continua a crescere
come l’alta marea.  

Senza titolo
C’è una magnifica luna,
stasera,
ma non risplende di dolcezza
come una ragazzina lontana
che non riesce a parlarmi.
Hailie il suo nome,
e questo smsè per lei.

Senza titolo
Tarda mattinata di gennaio:
residuale atmosfera di rituali festività
consegnate già all’archivio della memoria;
io e Vale passeggiamo, abbracciati, al sole.   

Senza titolo
Tu nel presente:
battito d’ali a penetrar futuro;
all’oblio della memoria il passato abdicato.

Senza titolo
Vale a casa:
tutto e tutti in movimento…
fuori uno splendido, caldo, sole.

Senza titolo
Piove a dirotto.
Riparato ed infreddolito
sotto un portone
io
 ti
  amo. 

Senza titolo
In cucina,
caffè freddo che sa di vomito.
Versi,
illusione di poesia,
finzioni ineluttabili
di me stesso.

Senza titolo
Sei la mia canzone preferita,
e ne canto la melodia
a tutte le ore,
sublime impasto
di suoni
e parole.

Senza titolo
Canto di te,
melodia di poche righe;
dolce più dolce
per me;
fiori profumati e stelle lucenti,
che dire di più?

Sms d’amour
Bella dentro.
Chissà quante cose stupende
si celano
negli anfratti più remoti
del tuo essere.
Io le voglio conoscere tutte;
ad una ad una assaporarle
come un frutto maturo
e trarne
meraviglioso godimento.

Senza titolo
Dolce angelo…
sei planata
sulla mia vita
per renderne celestiali
i giorni

Senza titolo
Io
  senza
    te
      non
        saprei
          davvero
             più
               che
                  fare.

Senza titolo
Accompagnami lungo la strada
che conduce alle stelle,
dolce luce terrestre,
faro salvifico nella tempestosa rotta notturna.

Senza titolo
Un aereo a reazione…
esteso taglio di fumo
nell’azzurro abbacinante del tardo ‘meriggio casalingo.
Con lo sguardo seguo un po’
e un po’ mi perdo…

Senza titolo
(per Natascia)

Mistermike e Michele
hanno molto parlato fra di loro, negli ultimi giorni e,
di comune accordo,
hanno stabilito che sei una ragazza dolcissima.
Mistermike, ora,è di là, in room,
a fare il buffone come suo solito;
Michele, invece, se vuoi,
puoi trovarlo in pvt.
E’ tutto.
Un kiss, da entrambi.

Moda femminile
Si principia esibendo il pancino,
si finisce mostrando il pancione.

Senza titolo
Con tutte le tue ricchezze
non vali
un sorriso
di Yasmina.

Senza titolo
Munito di taccuino e registratore formulo domande.
Probabilmente per evitare che altri ne facciano a me.
E’ questo il trucco di tutto il Gioco.

Senza titolo
Luglio 2002,
Italia,
notte,
Milano,
Corso Sempione, 28,
scala c, interno 12,
camera da letto,
finestra aperta,
Corrado Lorenzini, anni 30, single, agente di commercio,
disteso sulla brandina,
mani intrecciate dietro la nuca,
pensa che il mondo sia davvero un’enorme pattumiera.

Senza titolo
Desideri scaduti di un mutilato di pace...
Nuotare nella nebbia,
elaborare il dolore,
asciugar lacrime,
riprender a correre...
Amore e odio...sentimenti, dittature totalizzanti...
Numero dispari,
mi siedo alla vecchia mitragliatrice di parole
e vi crivello con una raffica di cazzate.

Fantasma d’amore
Amarti ancora
è soprattutto un delirio di sentimenti:
litri di benzina sul fuoco
e poi acqua a scrosci
e poi benzina ancora.
Ritornare nei luoghi del passato a caccia di ombre
non servirà a materializzare questo antico fantasma.
Tu sei lontana,
dall’altra parte della luna,
girandoti su un fianco
tiri un po’ la coperta
e non ci pensi più.

Notte imbecille
Impari lotta fra un gigante e un nano.
Le bottiglie sono finite e ancora non mi abbandoni.
Dovrei impazzire e invece no,
resto qui,
in piedi,
ubriaco fradicio,
dietro la finestra spalancata di una stanza d’affitto ingiallita
ad ammirarti,
notte imbecille;
aspettando il giorno con i suoi filamenti d’oro
a rischiarare ragni che tessono le loro trappole.
Mi hanno preso tutto,
resti solo tu,
gigante contro un nano,
imbecille notte imbecille.

Senza titolo
Appeso ad una nuvola d’ottobre,
con le dita a stringer nulla
per non precipitare.
Sotto,
i sassi eterni delle città perdute.

La mia stella
La mia stella,
da tempo,
non brilla più.
Restano soltanto poche cose
da mettere assieme e portare via.
Lontano da qui,
da queste ombre che si rincorrono
lungo il soffitto ingiallito della mia camera.
Disteso sul letto,
con le mani dietro la nuca,
decido che può bastare.
Il treno parte fra due ore:
trasporterà la ferraglia arrugginita
del mio essere da qualche parte,
non importa dove.
Sconfitto dalla vita,
ma senza rancore,
sollevo il calice e brindo agli dei.
E va bene così.

Per nessuno
Nessuno potrà fermarlo mai,
perché lui è Jorge De Capadocia,
venuto da lontano con la sua cavalleria.
Senza più lacrime da versare
è giunto fin qui da terre di là dall’orizzonte,
dove tra gli occhi e la memoria resta poco.
Per nessuno,
adesso non ce n’è più per nessuno…
solo qualche cosa,
solo qualche cosa.

Signora Luna
Esci di notte e danzi leggiadra alle porte del cosmo,
signora Luna,
padrona di desideri,
amante,
amica,
complice,
ruffiana,
signora Luna non dimostri gli anni che hai
e ti piaci cosi come sei.
E non ti stanchi mai,
non ti stanchi mai,
non ti stanchi mai.

Cinema
Il Cinema è un gioco di ombre,
come la vita.
Ombre che vanno e vengono,
che a volte si rincorrono
riuscendo a sovrapporsi
ma senza fondersi mai.
Ombre che alla fine si dileguano
e lasciano soltanto la malinconia
di uno schermo ritornato bianco,
con le luci che si riaccendono
e la gente che va via.  

Senza titolo
Dopo l’iniziale imbarazzo,
ti prendo la mano,
poi ti cingo la spalla stringendoti forte.
Indi in un fast food a mangiare qualcosa.
All’uscita gocce leggere di pioggia
accompagnano il nostro pomeriggio
a zonzo per la strade del centro storico.
Quanti baci, abbracci, carezze
lungo il percorso che si snoda
fra Piazza di Spagna,
Fontana di Trevi e
la linea b della metro.
Infine parti alla volta della tua città;
io, di contro, perdo il mio treno.
Nell’oziosa attesa del successivo
sbocconcello i panini preparati
da tua madre e la cioccolata elvetica
che mi hai portato in dono.
A metà serata il convoglio per Napoli Centrale;
a notte fonda un amico in macchina mi risparmia
l’ennesima macina di chilometri ferrati.
In camera mi spoglio e m’infilo, silenzioso,
fra le lenzuola fresche e profumate.
Spengo la luce dell’abat-jour,
ripasso mentalmente le immagini salienti della giornata.
Stiamo assieme.
Che dire di tutto ciò?
Nulla…ho ancora il profumo della tua pelle addosso.     

Senza titolo
Ti amo, Marianna.
Questo smsè per te.  

Senza titolo
Ti amo,
angelo mio.
Mi mancano i baci appassionati
e
le tenere carezze di ieri pomeriggio.
Sembravi un cucciolo smarrito
lungo le strade affollate
della città eterna.

Senza titolo
Buongiorno, perla di carbone;
occhi neri
per la mia estasi d’amore.   

Senza titolo
Ho pescato un’ostrica con la perla dentro…
gemma preziosa…
Marianna il suo nome.   

Senza titolo
Elevo lo sguardo
all’azzurro infinito
e negli arabeschi di nuvole
scorgo, quasi impercettibili,
i contorni del tuo viso.    

Senza titolo
Incontriamoci a metà strada.
A Roma.
Se leggi questa parolina all’incontrario
ti accorgerai che…        

Senza titolo
Dietro uno schermo lontano
una ragazza abruzzese mi sorride,
dolce fantasma impastato solamente di parole.
E’ bello sapere che ci sei,
splendidamente,
magnificamente tu.
Ma non ora,
non qui,
un giorno, forse,
chissà…
respirerò il tuo respiro
in una notte di luna a spicchio
sopra un mare d’inverno,
sognando campi di girasoli
e laghi
e montagne…
Dietro uno schermo lontano
una ragazza abruzzese sorride…
e Michele decolla verso le stelle…   

Senza titolo
Cos’è il mio nome?
Lettere stampate
centinaia di volte
al fondo di righe
schiacciate
su giornalini locali.

Senza titolo
Tu dici che l’amore esiste.
Io non sono d’accordo.
Esistono le passioni,
fuocherelli dei sublimi, presunti, sentimenti.
L’amore no,
non ci ho mai creduto,
amore mio.     

Io non
Io non abbasso mai il capo.
Se, qualche volta, mi capita di doverlo fare
è solamente la spinta
che necessita
per infliggere una testata.     

Senza titolo
Senza stelle
alzare lo sguardo è inutile.
E’ solo tempo di cavalli ubriachi.    

Shadows of a big man
Ombre di un grande uomo s’arrampicano su muri notturni.
Fantasmi di un grande passato,
di quel che è stato è stato,
di fiumi di parole spese
e rimaste inascoltate.
Ombre e rumore di passi lenti
in questa umida notte di quartiere.
In lontananza la grande città con le sue luci al neon,
i suoi colori,
i suoi umori.
Qui solamente silenzio e cani che abbaiano alla luna.
Qui solamente silenzio e periferia.       

Incosciente privo di coscienza
Una birra,
due birre,
tre birre…
qualche bicchierino di limoncello
della costiera sorrentina e la coscienza
è già partita verso lidi più assolati,
lontano da questa mediocrità dilagante,
da queste persone non persone,
da questa vita quasi morte.
Che importa se dopo mi sentirò male
e vomiterò tutto dal balcone di casa.
Sono stato bene un paio d’ore,
non ho visto né sentito nulla
e va bene così.      

Senza titolo
Senz’ali per volare,
senza vele per navigare,
senza più fiato per correre lontano.
Hanno calato le loro ragnatele su di me,
ma mi restano ancora due bottiglie di quello buono…
e sollevo il calice a questa notte di luna calante
e cani randagi a spasso nei vicoli bui
in cerca di bidoni da razziare.
Alla salute,
amici che leggerete,
e affanculo tutto il resto.     

Quadro provvisorio
Due giovani straniere bionde
consumano una frugale colazione
nei giardini della piazza;
un gruppo di spagnoli di mezz’età
scattano e si scattano foto ricordo;
una coppia di anziani coniugi litiga fra loro;
una ragazza mi si avvicina chiedendo una sigaretta.
Sono seduto su una panchina e scrivo queste “sciocchezze”
per allentare un po’ la stretta dei miei demoni.
Lo stato d’animo è sereno,
comunque,
nutro la consapevolezza che durerà poco,
ma questa porzione di vita entrata nello spazio visivo
è davvero uno stupendo quadro,
provvisorio,
come il moto relativo dell’esistenza.           

Lettera ad un amico mai spedita
Salve,
Giorgio,
mi rallegra saperti sereno dopo tanto tormento.
Ho ben compreso di doverti lasciar solo,
ma ti ho seguito da lontano,
sempre,
comunque,
pronto a tutto.
Anche se non lo saprai mai.
Adesso casa tua profuma di ciclamino;
il sole di dicembre scalda questa piccola stanza,
tua madre ha un’aria così dolce con quei capelli grigi
che le incorniciano una fronte rugosa di millenni,
addizione di pochi attimi soltanto.
Sono venuto,
quando ero certo che non ci fossi,
a chiedere di te.
Adesso con queste poche scarne righe ti saluto,
Giorgio,
saluto con i fuochi d’artificio il tuo ritorno alla vita,
e se la felicità non esiste,
come dicono,
sono sicuro che qualcosa saprai inventartela.      

?!
A volte accade che si possa morire
restando comunque vivi e vegeti.
Può succedere che qualcosa si rompa dentro,
che il giocattolo non sia più lo stesso.
Avviene quando si decide di gettare la spugna
sul quadrato dei sogni;
quando obblighi e doveri
afferrano per i capelli l’allegria
e le fanno male alle radici,
strappandola poi via
e rendendola solamente un aggettivo desueto,
seppellito fra le pagine di un vocabolario.     


Al solito bar
Al solito bar, per l’usuale caffè dell’immediato dopocena.
Due ragazzi chiacchierano fra di loro, attendendo, appoggiati al bancone,
l’arrivo delle consumazioni ordinate.
L’uno , rivolto all’altro, dice: “ sai…quando stai assieme ad una ragazza e t’accorgi che fra te e lei intercorre unicamente il volersi bene e null’altro non ha più molto senso proseguire nel rapporto”.
Giuro che il caffè mi stava andando di traverso.
All’uscita dei due la barista, rispondendo ad una mia espressa domanda, mi conferma che ho sentito bene;è stata pronunciata inequivocabilmente la frase di cui sopra.
Rimango oltremodo sconcertato.
Non riesco mai a stabilire con esattezza dove termini la stupidità altrui e principi la geografia del personale idealismo o fessaggine, conferite alla cosa il termine che più vi sembra consono.       

Senza titolo
Sto vivendo un’avventura che ha del pazzesco.
Ho conosciuto una ragazza su un canale chat della Tiscali.
Un mese e mezzo, ormai, trascorso in linea;
ore intere di connessione a costi non propriamente amichevoli.
Curiosità, sulle prime, poi sentimenti che viaggiano veloci via modem.
Successivamente scambio degli indirizzi di posta elettronica,
cui fa ben presto seguito quello dei numeri di cellulare e, addirittura, poco dopo, degli impianti fissi.
Partono le mail, in quantità industriali, soprattutto da parte mia,
corredate da vicendevoli invii di foto personali.
Al cellulare il credito residuo che non basta mai e diventa addebito alle successive, sempre più frequenti, ricariche.
Sms, anche, tanti.
Dalle cabine, anzichenò, affannandosi nell’improba ricerca di qualcheduna collocata in zona non troppo rumorosa, con l’ausilio di carte prepagate da gestire con estrema parsimonia.
Insomma, una passione scoppiata nella tecnologia
E che viaggia felicemente sulle ali della stessa.
Nella fervida preparazione all’incontro reale…    

Senza titolo
Oggi è uno di quei giorni
in cui verrebbe voglia di spaccare tutto;
afferrare il cielo e farlo a brandelli
per poi scaraventarlo nel cestino della carta straccia.
“Maybe tomorrow i’ll find my way”, cantano gli Stereophonics dal lettore cd.
Che bello questo disco: un pugno di melodie per decollare verso le stelle.     

Senza titolo
Deda, Gloria, Dolce, Amy, Tiramisù, Desire, Pozzecco, Cressisub…
nick di uomini e donne conosciuti in chat.
chiacchiere, risate, litigate…il tutto in un impressionante
realismo tecnologico ad unire persone di ogni dove
nello spazio imprendibile di un attimo.    

Senza titolo
Incontro un amico che non vedevo da tempo immemore.
Come spesso accade in questi frangenti ci mettiamo a rinverdire i “fasti” del tempo che fu.
Mi affiora dal pozzo dei ricordi l’immagine di una giovane donna alla quale ho voluto davvero bene.
Lui m’informa ch’ella ha rotto, in via definitiva, con il fidanzato e che, forse, una telefonata da parte mia…
Lo saluto e l’abbraccio caldamente, poi ognuno di nuovo per i fatti propri.        

www.poetare.it
Il corrente mese rappresenta un periodo memorabile per lo scrivente.
Egli, infatti,è stato investito ufficialmente del titolo di “poeta on line”…hum, hum, hum.
Casualmente, ai principi del sopraindicato lasso temporale, ha individuato un sito internet dedicato, appunto, alla poesia e, nondimeno, aperto a tutti.
Decide di provarci, al massimo non lo pubblicano e chissenefrega.
Quindi invia una breve lirica.
Qualche giorno dopo nell’aprire Outlook Express, con enorme stupore nota una mail a firma del titolare (o di un suo collaboratore) del sito in questione, il quale lo avvisa che il componimento proposto sarà pubblicato entro un paio di giorni al massimo.
Grande giubilo.
Spasmodico conto alla rovescia.
Finalmente, alla data indicata, si collega…ed eccola lì, regale, magnifica (ogni scarafone è bello a’ mamma sua), sculettante puledrina che ha fieramente galoppato nelle verdi praterie elettroniche del modem fino a ricomparire agli occhi estasiati dall’altra parte dello screen.
Il poeta on line ne invia subitaneamente un altro paio.
Stesso iter, pubblicazione a breve.
Altre ancora, corredate, queste, da una sintetica nota bio-bibliografica.
Pubblicate.
Cavolo, la cosa sembra funzionare davvero.
Aedo in rete…finalmente visibilità non più circoscritta unicamente all’angusta area perimetrale della cittadina di residenza.
Anche se ‘sta clamorosa novità non inverte di certo la rotta della scialba esistenza ch’ei sta conducendo, almeno può fungere da timido raggio di sole a scaldare il freddo polare dell’anima perennemente in pena.
Hum…forse il finale è alquanto convenzionale, manieristico piuttosto, banalotto finanche, ma non gli va di modificarlo.
Avanti tutta, va bene così.      

Eros & letteratura
L’eros mi ha sempre interessato poco a livello letterario;
non ho mai sviscerato, quindi, in tal sede, siffatto argomento.
Attualmente sto attraversando un periodo decisamente “caldo” da quel punto di vista,
ed ecco che la faccenda si allarga arrivando ad investire la sfera della scrittura;
a farmi spalmare, cio è, i ludici bollori su carta bianca,
nella segreta speranza che la stessa non arrossisca troppo.       

Senza titolo
Passeggiare per le strade,
salutare le persone,
entrare nel solito bar per un caffè bollente,
passare in edicola ad acquistare l’usuale contenitore di parole,
fare un salto all’ufficio postale per onorare le scadenze,
tornare a casa e scrivere ‘sta cosa.    

Francesca
Francesca non me la voleva dare.
Non c’era verso di convincerla a desistere dal fermo proposito; farle abbassare, in altre parole, il ponte levatoio delle virtù morali.
Poi realizzai una grossa vincita al Superenalotto…

Vertigini
Foglie agitate dal vagito imperioso di una neonata primavera.
Voci confuse nell’androne del condominio.
Alla finestra, sollevo un po’ lo sguardo smarrendo pensieri dietro un transito di nuvole.      

Edicola
“E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’ “… recitava una famosa canzone anni addietro.
Facce che si alternano con cadenza quotidiana fin quasi a sovrapporsi, diventare una sola maschera di gesso animata da millenari, sotterranei fiumi di sangue.
Umanità che inoltra richieste, lo scrivente che accoglie ed aliena, assecondando il ruolo.
A fine giornata resta una cassa a volte piena, una saracinesca arrugginita da abbassare ed un silenzio fragoroso come sciabordio d’onde impazzite su arenili di luna levante ad accompagnare passi lenti lungo strade di ritorno.      

Senza titolo
Avviluppato in drammatiche vicende familiari, questo mese ho scritto poco o niente.
Ad esser precisi, solo ‘sta cosa che avete fra mani ed occhi; così, giusto per buttar giù qualche riga, tremolanti geometrie all’inchiostro nero da consegnare al personale archivio di sciocchezze sciorinate, pressochè ininterrottamente, nel defluvio inarrestabile degli anni.           

Senza titolo
Piove a dirotto.
Riparo sotto un portone.
Dal buio un gatto prende a strusciarmisi attorno alle gambe.
Non mi muovo, lo lascio fare; la faccenda mi regala una gradevole sensazione.
Forse il micio si sente solo, come il sottoscritto, e cerca un po’ di calore o, forse, vuole soltanto asciugare il pelo sui miei jeans sdruciti.
Il cielo smette di lacrimare; saluto il compagno di pochi minuti e mi avvio lungo la strada che mi riporterà a casa.
Ripenso all’accaduto: immagini inconsuete proiettate nella scialba quotidianità.
Probabilmente è poco, ma va bene così.          

Senza titolo
Noto una ragazza,
e senza tentar la conoscenza diretta principio a dedicarle versi.
Poi un altro la farà sua.
E’ sempre andata così.
C’è qualcosa che non va.       

Senza titolo
Con i proventi dei miei libri di poesia
son riuscito ad acquistare il piccolo appartamento in cui vivo.
Tante parole; cinque tomi per quattro mura uguale vent’anni di vita
passati ad ingobbire sui tasti di una vecchia Olivetti.      

Senza titolo
All’uscita del bancolotto incrocio un caro amico d’infanzia che non vedevo da tempo immemore.
Discorrendo del più e del meno mi rende partecipe del fatto che la settimana prima, nel corso di una nota quanto becera trasmissione televisiva si è provveduto a suggerire agli utenti un terno puntualmente sortito sulla ruota indicata.
Ei si è chiesto se non sia davvero il caso di prestare attenzione, invece che a programmi di presunta impronta culturale, alle stronzate (parole sue, N.d.A.) nazional-popolari irradiate, con generosa profusione, dall’emittente-mamma di stato.
Almeno quest’ultime ti offrono possibilità di arricchimento.
Caro, vecchio, mitico Franco Angeli…    

Senza titolo
Sto transitando lungo una delle vie principali del centro cittadino quando scorgo una persona, seduta su una panchina del parco pubblico che costeggia il marciapiede, intenta a leggere un mio lavoro risalente a qualche lustro addietro..
Ne fu, dello stesso, distribuito un buon numero di copie, quindi la cosa non è sorprendente in sé.
Il lato curioso dell’intera faccenda è rappresentato dal fatto d’esser la prima volta in assoluto, credo, a vedere fisicamente e privatamente, qualcuno con il capo chinato sulle personali righe.
E’ stata un’immagine folgorante, avente il potere di regalare un’emozione profonda.
Spero tanto di meritare anche un solo istante del tempo che viene riservato agli scarabocchi da quella creatura meravigliosa.       

Senza titolo
Acquisto Celine.
-Viaggio al termine della notte-.
Edizioni La Repubblica.
Nelle note di copertina si legge che è stato un collaborazionista del regime Hitleriano.
Inoltre ha dato alle stampe diversi libelli improntati al più bieco antisemitismo.
Ricordavo che la sua eredità ideologica aveva provveduto ad innescare accese dispute di paternità sia a destra che a sinistra.
Addirittura qualcuno asseriva che lo stesso fosse di etica anarchica.
Celine nazista e antisemita…
Sto maturando il proposito di riportare la copia all’edicolante, scambiandola con qualcos’altro.
Poi scopro di possedere, del sommo autore francese, un altro tomo: gli Scritti Sociali, reperiti chissà dove e quando.
Li sfoglio, incuriosito, e m’accorgo che, ivi, l’impronta politica è decisamente di matrice differente.
Riprendo il “viaggio”, leggo febbrilmente alcune pagine.
Il protagonista della storia, dottor Bardamu, in una particolare situazione viene apostrofato a gran voce come anarchico, “accusa infamante “alla quale non si sottrae minimamente, piuttosto ne conferma, nella risposta pronta e veemente, la totale veridicità.
Si, forse Celine era anarchico, o forse sono io che sto scrivendo un cumulo di sciocchezze unicamente allo scopo di giustificare al tribunale dei rimorsi i 4,90 euro più il costo del giornale sborsati.    

One man band
Persona decisamente sgradevole.
Nelle maniere (spicce); negli atteggiamenti (spavaldi e decisionisti); nel linguaggio (scurrile e prosaico); nello stile di vita (libertino); nel modo di pensare (profitto quale unica religione) e relazionarsi agli altri (ritiene di essere sempre nel giusto).
E’ un uomo di successo; “uno che ce l’ha fatta”.
Oggi muove leve di potere.       

Commesse
Commesse di libreria parlottano fra loro confessandosi, con amarezza, le reciproche difficoltà relazionali con gli altri colleghi.
Le normali meschinità di ogni ambiente lavorativo che si rispetti.
Anche i templi della cultura non sono esenti delle Invereconde Pratiche, evidentemente.
Curiosando negli scaffali l’onda sonora sciaborda all’orecchio, considerata la distanza piuttosto ravvicinata.
Vanteranno le loro ragioni, buone o cattive che siano, non dico di no, ma che tristezza siffatte brutture in luoghi di tal genere.
Scelgo un volume, passo alla cassa, pago e sortisco, immergendomi stoicamente nella cappa di pesante umidità che avvolge come un sudario il centro storico della magnifica città di mare.
Guardo l’orologio e accelero l’andatura.
Fra pochi minuti il treno.        

Madame Litterature
Madame Litterature mi ha preso al laccio.
Terminata la lettura di un libro ne principio subitaneamente un'altra,
senza soluzione di continuità.
Ed ho paura.
Paura di diventare troppo colto,
nonostante qualcuno affermi che non corro suddetto rischio.
Va bè…     

Senza titolo
Lavorare per guadagnarsi il diritto alla sopravvivenza.
Produrre, creare ricchezza, perpetrare il dominio, rendere oltremodo comodo il privilegio, allargare ulteriormente la forbice gerarchica.
Il sudore della Base, l’oppressione del Vertice.
Tanti per pochi.
I pochi legittimati dai tanti.
Lo Stato, le leggi, i regolamenti, la morale, i precetti, il pensiero unificante…        

Strane bestie le parole
La poesia è fatta di sentimento che si sostanzia in parole fissate su carta o altro.
E’ materia dei sogni, sfuggente, impalpabile, ingannevole in quanto tale.
E’ pensare che qualcuno è riuscito a viverci; a trasformare, cio è, l’intrasformabile evanescenza del sublime residuale in solida realtà materiale quale denaro e proprietà mobile ed immobile.
Buffo, davvero: segni, simboli, codici quintessenza della vacuità possono erigere strutture portanti, impastate con i significati reconditi di qualche astrusa combinazione di termini.
Con la poesia si può edificare, edè questa, forse, la sola, autentica magia rivelatrice.
Strane bestie le parole, davvero.  

Senza titolo
C’è chi cerca l’amore
e chi non gliene frega un cazzo;

chi fa dell’impegno sociale una ragione di vita
e chi si mostra indifferente a tutto;

chi cerca risposte
e chi domande non se ne fa più;

chi vuole bene al mondo intero
e chi nemmeno a se stesso;

chi si reca in chiesa ogni giorno
e chi se ne allontana per avvicinarsi finalmente a Dio;

chi va a puttane per sentirsi padrone
e chi è padrone delle puttane;

chi non può avere figli
e chi decide di non farli per “scelta”;

chi parte per la guerra
e chi ci guadagna dalla guerra;

chi sciopera
e chi non aderisce, perché l’ultima volta che l’ha fatto è stato licenziato;

chi fa il comico
e chi lo è suo malgrado;

chi ama l’arte
e chi preferisce farsi una pantagruelica mangiata;

chi ama le idee
e chi gode nell’ucciderle…

Scienziati cercano di scoprire cosa siamo noi.     

Senza titolo
Strane bestie le parole: si combinano tra loro e può essere inferno o paradiso.     

Senza titolo
Esiste, forse, una libertà superiore a quella, già immensa, che può essere ottenuta con la realizzazione dell’anarchia: la pazzia. Totale, magnifica, sublime; una condizione mentale che scioglie da ogni vincolo, catena, costrizione di sorta, facendo fluttuare nel tempo e nello spazio leggeri come bolle di sapone,
bolle di sapone,
 bolle di sapone,
  bolle di sapone,
   bolle di sapone,
    bolle di sapone,
     bolle di sapone,
      bolle di sapone,
       bolle di sapone,
        bolle di sapone,
         bolle di sapone,
          bolle di sapone…      

Senza titolo
Sit-in di protesta da parte degli operatori commerciali del centro cittadino.
Si punta l’indice contro il malfunzionamento dell’impianto di pubblica illuminazione presente lungo l’arteria ove sono ubicati i loro esercizi.
Urla, scansione di abusati slogan ed agitazione concitata di cartelli richiamanti alla colpevole inanità dell’amministrazione giudiziaria che regge le sorti dell’ente comunale.
Gli operatori del centro…le medesime figure che evadono sistematicamente fisco centrale e periferico; che sfruttano, altresì, malversano e sottopagano dipendenti, in molti casi tutt’altro che minorenni.
Gli operatori del centro accampano sacrosanti diritti di ottimale fruizione della cosa pubblica.        

Senza titolo
Al telefono, la direttrice delle vendite di un noto marchio a diffusione nazionale vuole candidamente capacitarmi d’aver effettuato un ordine, tempo addietro, presso la loro azienda.
Contesto fermamente la cosa.
Ancora debbo rincoglionirmi, credo; se l’avessi fatto me ne rammenterei senz’altro (dell’ordine, non del rincoglionimento).
Respingo l’addebito al mittente, quindi, dapprima pacatamente, poi, considerata la molesta insistenza dell’interlocutrice, in maniera decisamente brusca.
Ella, allora, mi esorta immantinentemente ad andare a fare in culo.
Le rispondo, senza scompormi più di tanto, che intendo prendere tale invito come un auspicio…anzi, continuo sussurrando all’altro capo del filo: “gentile signora, nel caso lei rappresentasse un bell’esemplare del genere femminile potremmo parlarne, incontrarci”.
Sbatte giù il ricevitore.
Lo faccio anch’io, accompagnando il gesto con un risolino di compiacimento.
Quando si dice le telecomunicazioni…tecnologia avanzata al servizio dell’umanesimo.        

Senza titolo
Fra qualche settimana Natale.
La storia si ripete.
Eternamente uguale a se stessa.
La gente ha bisogno di queste cose per sentire meno il peso delle solitudini.
Si aprono le danze delle architetture mentali, le ipocrisie piccole e grandi, la carità pelosa, i buoni propositi da realizzare, i sentimenti da sciorinare come una marea calda e avvolgente ad investire interlocutori di turno, i progetti da mandare in porto per, il di lì a poco, partoriente anno.
Per quanto mi riguarda dormirò tutto il tempo,
come sempre.         

Senza titolo
Seduto al cesso,
leggo poesie di Charles Bukowski.
Dalla radio economica, collocata sopra il mobiletto a specchio, esalano note blu di canzoni jazz.
Fuori, il mondo segue sempre l’ordine delle cose.
Dopo un po’ mi sollevo,
schiaccio il pulsante dello sciacquone,
effettuo la debita pulizia,
tiro su mutande e calzoni,
spengo l’apparecchio sonoro,
sortisco,
indosso l’impermeabile,
apro la porta di casa,
la richiudo alle spalle,
faccio le scale del condominio,
spalanco il portone
e sono in strada.
Un altro giorno a rappresentar addendo per la somma dell’Operazione Umanità.
A calpestare di nuovo le stesse pietre,
respirare la stessa aria,
riscaldarsi allo stesso sole.       

La ragione
C’è poco da dire e fare: in ogni regione le persone voglion aver ragione.
Sempre, a tutti i costi, costi quel che costi.
Anche quando hanno torto palese e marcio trovano la maniera di ribaltare la questione adottando il celebre detto: “ la ragione la prendono i fessi”.
Ed anche questa è una strategia per accampare ragioni.
Non trovate, forse, che abbia ragione?       

Il senso della frase
“Diplomazia fa rima con ipocrisia”.
Bella frase, ad effetto, anzichenò.
Pronunciata, con tono solenne, da un conoscente nel corso di una moscia serata di piazza.
“Diplomazia fa rima con ipocrisia…” rimugino, mentre copro senza fretta la breve distanza che mi separa dalle mura amiche.
Quell’uomo ha il senso della frase, mi dico; il dono, cio è, di rendere una bugia, se non credibile, almeno accettabile entro certi termini.
Non che non sia in parte condivisibile l’affermazione di cui sopra; il problema vero è rappresentato, però, dal soggetto pronunciante la tale…
Predicare bene e razzolare male.      

Senza titolo
Sono anni che tento di arrivare ai versi.
Quel che ne deriva solamente linee che vanno troppo spesso a capo.     

Il mercato delle anime
Gli esseri umani sono stressati, aggressivi, maleducati.
La ragione deve essere sempre dalla loro parte.
Questo li fa sentire vivi, con la consapevolezza di occupare un posto d’importanza tutt’altro che trascurabile nella scala gerarchica del consesso civile; l’affermazione, in altre parole, della propria presenza nel mondo; l’impronta indelebile della personalità di chi davvero è e fa.
Soverchiare è la parola d’ordine; alzare la voce l’imperativo categorico, perché, si sa, la modernità si nutre di competitività;è la legge del più forte, l’arrivare a tutti i costi, costi quel che costi, per poter essere; apparire per esistere, ostentare per godere.
E’ il mercato delle anime, votate al confortevole martirio della barbarie del tempo corrente: il benessere stratificato.
Prosit.       

Ufficio postale
Il vecchio ufficio postale è in ristrutturazione.
Necessiteranno alcuni mesi per la riapertura al pubblico.
La struttura sostitutiva è rappresentata da un container dalla dimensione di circa ottanta metri quadrati, collocato in un angolo seminascosto del parco pubblico.
Parte degli utenti attende il proprio turno all’esterno.
Si lamentano un po’ tutti; il solito furbo adotta una strategia finalizzata all’elusione della fila.
Qualcuno lo nota e s’incazza; qualcun altro interviene facendo la voce grossa ed invitando al rispetto altrui; una signora di mezz’età, evidentemente campionessa di senso civico applicato, applaude calorosamente al difensore delle regole della buona socialità comunemente accettate; un’altra ancora consiglia accoratamente le modalità più funzionali di risistemazione dei cordoni divisori.
Nelle situazioni di provvisorietà, si sa, il disagio è un unguento dall’odore aspro che va a spalmarsi su tutti, ed il senso di appartenenza, in questi casi,è sempre oltremodo commovente.
Onoro i bollettini di versamento e sortisco il più in fretta possibile.
Ho bisogno di aria fresca.
E, soprattutto, di non vedere i miei simili almeno fino alla fila del giorno successivo.     

Il tavolo del soggiorno
Il tavolo del soggiorno…
L’acquistammo, usato, diciannove anni orsono.
Rotondo, di un bel frassino marrone lucido a strie nere.
Migliaia di pranzi, cene, in cinque, poi in quattro, di tanto in tanto allargato per accogliere una sorella nel frattempo coniugata, con bambini al seguito.
Il tavolo del soggiorno…
Quante risate, litigi, gioie e sguardi stizziti puntati verso il basso a penetrare pietanze da lasciare intatte…
Il tavolo del soggiorno…
Quanta vita è scorsa con i gomiti appoggiati sulla sua placida superficie…
Il tavolo del soggiorno…
è ancora lì, celato da una tovaglia di cotone raffigurante motivi floreali…
L’osservo, considerandolo per la prima volta in tutti questi anni;è solo un tavolo, testimone muto delle vicende familiari; uno degli oggetti in assoluto più vecchi dell’appartamento, sopravvissuto a diversi traslochi…solo un ormai vetusto manufatto dotato di una larga gamba centrale, fissata ad una base anch’essa circolare, che lo tiene in equilibrio stabile.
Una struttura adibita a funzioni principalmente conviviali; piano d’appoggio, a momenti dimenticavo, per centinaia di fiumiciattoli d’inchiostro; centro e baricentro dei privati Monsoni ed Alisei che governano le nostre vite.
E’solo un vecchio tavolo, il tavolo del soggiorno.         

I cento passi
Festa di partito.
Un rado numero di persone ascolta annoiato gli stanchi interventi di dirigenti ed amministratori.
Attende soltanto l’inizio della proiezione di quello che si presenta con le inequivocabili stimmate del grande Cinema.
Un tempo credevo anch’io a quelle parole oggi svuotate di senso e forza.
Stasera sono qui unicamente per lo schermo che, laggiù, fra poco, s’illuminerà d’immenso.
I cento passi per raggiungere la solitudine dell’anima.         

Chiacchiere
Al bar, un tizio, chiacchierando con il barista, ad un certo punto afferma, in tono perentorio, che l’Italia non funziona.
Io sono appoggiato al bancone, dedicato al primo caffè della giornata.
Lo sorbisco lentamente, al solito, poi mi giro di lato, in direzione dello sputasentenze e gli faccio: “egregio signore, l’Italia è fatta di italiani, ergo, se la stessa non funziona, come testè da lei asserito, la cosa si può, forse, imputare al fatto che ci sia un qualcosa che non va nei suoi abitanti…lei non trova?"      

Attraversamento pedonale
Attraverso la carreggiata servendomi delle apposite strisce pedonali, lentamente, la visuale è scevra da pericoli.
Da lontano, però, un’auto a velocità sostenuta non mostra segni di rallentamento alcuni.
Mi è quasi addosso.
Il conducente, ignaro di ciò che accade, conversa al cellulare con la testa girata di lato a guardare fuori dal finestrino.
Faccio un salto per evitare l’impatto.
Impreco all’indirizzo dell’incauto utente della strada.
Dal retro della vettura una ragazzotta bionda, pesantemente truccata, se la ride di gusto, evidentemente divertita dal mio estremo, fortunatamente riuscito, tentativo di salvare le gambe.
Le do della cretina, urlando a squarciagola tutta la stizza in corpo.
La macchina pirata si allontana trasformandosi presto in un puntino giallo nell’orizzonte stradale.
Un signore di mezza età, a passeggio con la moglie, ha assistito sconcertato all’inquietante scena e mi fa: -“la gente è decisamente impazzita…poi dicono che uno prende a menar le mani o a sparare…almeno si provvede a ripulire le città da questa feccia che se ne va in giro ad attentare all’incolumità delle persone perbene”-.
Poi continua producendosi in improperi di varia specie.
Lo saluto e tiro dritto lungo i miei passi, mentre costui ancora non placa la sua foga invettiva all’indirizzo dell’umanità intera.
Va bè…penso, si è indignato per l’episodio precedente, però, però…è proprio vero che la gente sta impazzendo.        

Riunione al centro studi
Centro Studi X.
Sera.
Saletta delle riunioni interne.
Incontro per la definizione dei dettagli al progetto bollettino informativo.
Parli tu, parlo io, parlano loro, ognuno dice la sua.
Tre ore di discussione e siamo ancora al punto di partenza.
Troppa carne al fuoco; programmi, dichiarazioni d’intenti, professionalità millantate…variegate pietanze affidate alla flebile fiamma della singola disponibilità.
Su una cosa, però, ci troviamo collegialmente, immediatamente d’accordo: la quota di euro 10 al mese da far versare ai nuovi iscritti.
La seduta è sciolta.
Ci si aggiorna alla data che sarà indicata sull’apposita bacheca all’ingresso.        

Io, me, noi tutti
Fine agosto.
Pioggia battente.
Interno, giorno.
Camera da letto (sfatto).
Finestra aperta.
Voci e rumori dalla strada si mescolano alle note della straniante bellezza di un tango tecnologico.
Solo, in casa.
Passo in cucina a prepararmi un caffè forte.
Poi chiudo tutto ed esco, scivolando silenzioso nella realtà pubblica.
Esistono tanti Io in ciascuno di noi.
Non frammenti di un’unità, ma unità singole a formare un tutto.
Quando qualcuno mi ferma lungo i passi chiedendomi: -“scusi, lei è Alvaro Fedele?”-. rispondo: -“sono uno di loro”-.          

SMS (short message system)
Bustina sul display del cellulare.
C’è un messaggio in memoria.
Chi può essere?
Entro nella funzione e leggo: w la fica!
Numero sconosciuto.
Evidentemente in qualche angolo del Belpaese qualcuno vanta ottimi motivi per decantare le delizie dell’apparato genitale femminile, e, nondimeno, nella maniera di cui sopra, manifesta l’intenzione di mettermene a parte.
Cosa pensare?
Mi associo, concettualmente, al giubilo dell’entusiasta e spudorato messaggista e, parimenti, son invero preso a commozione dalla chiamata a coinvolgimento in questa sua irrefrenabile gioia.
Sulla faccenda ho giocato anche dei soldi al Superenalotto.
Com’è andata, dite?
Eh…eh…eh…       

Senza titolo
Lungo il corso della mia esistenza
ho conosciuto centinaia di persone.
Quelle che hanno lasciato il segno
si possono contare sulle dita di una mano.
Il resto è tedio; vento di scirocco
ad intorpidire i sensi.
La Finzione Collettiva è spettacolo perennemente in cartellone.     

Senza titolo
Se qualcuno è d’accordo con me, bene, vuol dire che siamo già in due a pensarla allo stesso modo.
Se qualcun altro, invece, non lo è affatto, mi sta bene lo stesso, si faccia avanti, parliamone…      

Senza titolo
Una donna bella, che non sa di esserlo, rappresenta una delle poche cose nella vita detenente il potere di mandarmi letteralmente fuori di testa.
Accade raramente, ma ti ho vista.
Passeggiavi con la borsa della spesa lungo la via principale della città.
Dentro me una scombussolante reazione chimica.
E’ amore, mi son detto.
Finalmente è arrivata anche per me la carrozza dorata della felicità.
Dovevi essere mia, costasse quel che costasse…
E lo sei stata, con la modica spesa di 51 euro e 65 centesimi.       

Stessa spiaggia, stesso mare
Scevra da parole,
una giovane coppia straniera interroga i lievi increspamenti di questa enorme distesa preserale.
Un pescatore a strascico ritira un po’ deluso la sua rete;
bimbi vocianti giocano a pallone schizzando sabbia umida sui pochi corpi ancora ostaggio di un sole impallidito;
un gabbiano vola basso a suscitare sguardi di meraviglia;
una famigliola raccoglie lentamente le proprie cose.
Il mio amico è al largo,
io sul bagnasciuga ascolto un notiziario con il berretto calato sul viso.
Come l’anno scorso, di nuovo qui,
a cullare scontrose solitudini,
mentre il mondo là fuori si ripete eternamente uguale.
Attendo il crepuscolo, viaggio senza bagaglio verso le stelle lacrimanti di Ponente,
poi, più tardi, forse, un ultimo bagno.         

Samba cancao
Noleggiare una barchetta,
prendere all’alba,
solitari,
questo sconosciuto mare d’inverno;
navigare senza fretta incontro ad un sole ancora pallido di sonno,
portandosi dietro reti fitte di malinconie,
con l’onore delle armi concesso da un esercito disarmato
di pesci ballerini che dal fondo fermano le danze
e restano stupiti a guardare le scie di spuma
che insaponano le onde leggere.
E’ un samba,
amici che leggerete,
solamente un samba cancao,
doloroso riassunto di una vita vissuta sottotraccia,
aspettando simboli e segnali,
Godot di giorni che non arriveranno più.      

Capriole in mezzo al traffico
Mi dicesti si una sera di maggio…
“Sarò tua,
devotamente e profondamente tua,
per tutta la vita ti seguirò,
ovunque andrai sarò sempre al tuo fianco,
perché le nostre esistenze sono legate a filo doppio oramai”,
furono le sue parole,
che mi riempirono di felicità al punto di farmi barcollare
e di produrre capriole in mezzo al traffico.
“Amore mio,
bionda dei sogni…
tu,
così spumeggiante,
conturbante,
disturbante,
adesso sei mia,
e anche se so già che dovrò dividerti con tanti altri
non m’importa,
l’importante è che tu riserva sempre nel tuo cuore
un posticino anche per me.
A proposito…non so nemmeno come ti chiami”…
“Chiamami Peroni,
sarò la tua bionda”.        

Verde proibito
Quanti alberi,
aiuole,
giardini in fiore ci sono in questo parco…
ma nulla è verde se non arrivi tu.
Sono ore che aspetto,
ormai.
Il custode adesso avvisa a voce alta dell’orario di chiusura.
La sera vien giù leggera come un panno fresco a lenire
i bollori del sole.
Verso l’uscita
s’avviano,
abbracciati e barcollanti come ubriachi felici e perduti,
gli innamorati;
le baby sitter sfilano lentamente spingendo carrozzine caricate
a strilli e vagiti;
qualche anziano s’appoggia al bastone
e con fatica rimette in moto le gambe di una vita.
Fumo senza fretta l’ennesima sigaretta,
appoggiato con i gomiti ad una balaustra,
osservando una processione di anatre starnazzanti
che attraversano l’acqua del laghetto sottostante.
L’estate volge al termine
e con essa prende il volo un altro amore.
Stavolta la colpa non è stata di nessuno.
Mi adagio su una panchina pervaso da un’improvvisa stanchezza.
Ed eccomi qui,
solo,
in questa distesa di verde proibito,
ancora una volta in compagnia della mia vita soltanto,
senza sapere più che pesci pigliare.
Il custode soffia con consumato mestiere nel suo fischietto
da impiegato comunale con moglie,
figli e bilancio mensile da far quadrare,
ed avvicinandosi piano mi prega con cortesia di uscire.      

Senza titolo
Finestra con vista sul mattino.
Mare,
montagne,
cielo.
Incubi.
Vorrei che tu fossi qui.
Sto bene,
sto male,
sto così.
Fase transitoria,
penso di fuggire via.
Sogno nuvole gonfie d’acqua
e fiumi silenziosi fra le pieghe degli anni…
E tu,
ed io,
anime in pena a volteggiare stupiti su fiamme di cobalto.
Credo che la vita sia una lunga malattia,
che ad ogni goccia di pioggia spunti un fiore,
che ad ogni viaggio di andata non corrisponda mai un ritorno.
Vi saluto
spezzando la penna.
Partirò per Mexico City
fra meno di due ore.       

Cavaliere di ventura
Cavaliere di ventura,
anima forte e pura;
bastonato dalla vita
stringe sogni fra le dita.
Paladino di se stesso
grida alte leva spesso;
guerriero dalla storia mai finita
impavido pugna con la spada arrugginita.
Solitario sul sentiero,
unico compagno il fido destriero,
incontro alla luce del mattino
con il candore nel suo viso di bambino.    

Sms a Marianna
Piove a dirotto.
Gocce si schiantano sui vetri nell'unico volo.
Scrivo e ascolto musica.
Un vento di tramontana spazza le cose;
lampi di luce ferina squarciano la cupa volta lacrimante.
Dalla cucina odore di caffè di mezza mattinata.
Questo smsè per te, cucciolo mio.    

Senza titolo
La libertà di tutti
nella libertà di ognuno.
La mia libertà nella tua libertà;
amore mio,
albatri con un'ala soltanto
che tentano abbracciati il volo incontro al sole,
schivando spesse coltri di nuvole
impastate con denti guasti e cuori pallidi.
Vieni, tesoro mio,
offrimi la mano,
c'è un baretto appena dietro l'angolo…
ci prendiamo un buon caffè.   

Angeli bambini
Gocce di pioggia sottile
nel sole pallido di fine ottobre.
Lacrimucce d'angeli bambini
ad imperlare teste sottostanti
impegnate a riempire
l'indefinito spazio-tempo dell'esistenza.
Dietro i vetri serrati di un Caffè
odori di mattina presto;
volti sconosciuti naufragati
dentro sguardi ancora assonnati,
con treni da lì a poco per distanze obbligate da colmare.
Squilla il cellulare…
sei tu, amore mio…
ti ho scritto qualche riga sulla carta dei croissant.    

Pompei è Città
Com'eri bella
in quell'ambo di giorni ottobrini…
Arte e cultura facevan capolino
ad ogni angolo delle tue strade colorate e vocianti.
Ti ho respirato con estasiata voluttà
e calmo stupore da amante perduto
ma ancora innamorato.
Tanti hanno inteso rendere omaggio al tuo fascino antico,
inossidabile all'usura dei secoli
e tu, vezzosa, un po' pudica
hai ricambiato con sguardi compiaciuti
e larghi sorrisi aperti,
nobiltà dei tempi andati.
Da cittadina a Città,
signorina Pompei
adesso sei signora.
Sollevo il calice
e brindo a te.    

Senza titolo
L'acqua che beviamo si trasforma in lacrime, veicolo antico di dolore che scorre lungo le pieghe del viso morendo sulla nuda terra goccia a goccia.

E non cambia mai
Ricordo il sole nei tuoi occhi
e le ferite profonde
alle mie mani.
Non siamo niente.
Nei fuochi della storia
solo scintille.
Non servono le ali nel deserto,
non ci porterebbero lontano.
Pietà per noi non avranno mai.

Senza titolo
Piove.
Anche oggi.
Su questa maledetta città.
Lacrime divine come gocce di cristallo smarrite nelle rughe dei secoli
si stampano fredde su tutto ciò che le ostacola dall'incontro con la nuda terra.
E maledetto anche questo disco che gira vorticoso nel lettore diffondendo struggenti note blu
a prender per mano la malinconia impregnante le pareti della stanza.
Una nave è ferma nel porto.
Pronta a levare l'ancora ed a salpare definitivamente verso le stelle.
Ma piove, piove, piove... ed io ho bisogno di nebbia per sparire.

Senza titolo
Senza stelle
alzare lo sguardo
è inutile.
E' solo tempo
di cavalli ubriachi.

Sala scommesse
Gente che entra, che esce, in fila agli sportelli, appoggiati al ripiano a studiare sistemi buoni per potersi liberare dalle catene
della quotidianità.
La Grande Vincita, il sogno straordinario di una Nuova Vita.
Una fauna variegata di sconfitti che ritorna sempre, respira la stessa aria, calpesta le stesse pietre, si riscalda allo stesso sole.
Anch'io lì, assieme ad un amico, attendo pazientemente il turno per non impazzire.

Da questa prigione di finestra
Da questa prigione di finestra,
a quadratini si vede uno spicchio di blu,
respirando lentamente salsedine
che dall'altra immensità negata agli occhi viene su con la malinconia
di un'antica maestà senza più trono.
E forte s'avverte sulla pelle il pizzico urticante del sole;
lividi d'esistenza sciacquati da perle di sudore che colano,
pianto sommesso della carne,
nel tempo che scioglie le briglie ai suoi cavalli e va,
portandosi in scia silenzi di pensieri e di parole.
Dietro questa finestra ci sono io, miserabile sognatore, naufrago errante all'affannosa ricerca di un'isola che forse non c'è,
ma che continua a cercare annaspando, incurante, nei flutti che lo ricacciano indietro fra i tentacoli del Grande Coinvolgimento.
Da questa prigione di finestra si vede il cielo,
si respira il mare,
sulla pelle il tepore del sole... struggimento di un'anima in pena, airone dalle ali sudice che non ha mai imparato a volare alto,
sopra tutte le miserie di questa grande sfera irregolare che continua imperterrita a girare, girare, girare...

Senza titolo
Guardala questa vita,
prendila fra le dita...
uno straccio steso al sole ad asciugare,
20.000 lire in tasca ed un futuro da riempire.
Toccali questi giorni che non s'incendiano mai: stanze senza vista dove il vento del nordè passato spesso
e non ti ha mai fatto capitano.
Strozzalo quest'amore
che tarda ad arrivare;
gioioso volo planare terminato nel fondo di un bicchiere.

Vertigini
Foglie agitate dal vento imperioso di una neonata primavera.
Voci confuse nell'androne del condominio.
Alla finestra, sollevo un po' lo sguardo smarrendo pensieri dietro un transito di nuvole.

Inganni
Oceani di magia nel tuo sguardo
dal sonno rapito.
E colori, miriadi di colori sconosciuti
che lungo i segreti sentieri del tuo viso
si rincorrono cavalcando parole
di bugie impastate,
lontano dagli occhi,
schivando il rossore.
Sogni rapiti, succede.
Finzioni le tue, comprendo.
Beltà a volte arma a doppio taglio,
può far male.
Tanto si può, tutto non perdonare.

Notte di Maggio
In questa notte di maggio stellata e bastarda
spalanchi le finestre
abbaiando alla luna.
E senza ottenere risposta alcuna
metti un maglione pesante
ed esci per la strada fatta di niente,
d'insegne spente e cani randagi.
Fresca notte di quasi estate,
t'interrogo
ma tu non rispondi;
te ne stai lì, muta e stordente con i tuoi profumi.
E vaffanculo notte di maggio silenziosa e bellissima,
che prometti, prometti
e poi non mantieni mai.

Senza titolo
Sono anni
che tento di arrivare ai versi.
Quel che ne deriva solamente linee
che vanno troppo spesso a capo.

Senza titolo
Con tutte le tue ricchezze
non vali
un sorriso
di Jasmina.

Senza titolo
Mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
Andatura lenta.
Sguardi che si spostano in tutte le direzioni
senza fissare nulla in particolare.
Deambulo lungo le vie del centro della mia cittadina
salutando conoscenti,
fermandomi a scambiare qualche chiacchiera con amici di vecchia data,
entrando negli abituali negozi per effettuare acquisti personali.
Mi godo un po', fra le altre cose, il tiepido sole di questa mattinata tardo primaverile,
poi, senza fretta, mi avvierò verso casa
per essere presente al rito del pranzo familiare.
Non so davvero dove stia andando la mia vita;
non riesco in alcun modo a decifrarne codici e segnali.
Ho inseguito chimere per anni,
stringo adesso granelli di sabbia
che mi scivolano beffardamente fra le dita delle mani chiuse a pugno.
E quasi quasi questa la scrivo e ve la invio.

Brogliaccio
Vorrei rapire un giorno di sole
per regalarlo alla tua eternità,
e come in un imbroglio di pianeti
raccogliere insieme le stelle e la sabbia.
Perduto in un momento,
in bilico fra l'angoscia e l'Inghilterra.
Dentro di me corrono treni veloci
che vanno e vengono
e non si fermano mai.

Eco zingara
Le stagioni sono immobili
davanti ad un fuoco notturno,
al rumore d'un'eco zingara.
In un silenzio che muove tutto
oggi non ho più un nome.

Pomeriggio giallo
E mi attacco al freddo calore di questa bottiglia.
Sdraiato sul letto,
tutt'attorno è giallo di pareti, di vomito e di sole
che violenta le tendine chiuse.
E mi attacco a te
che stai sfilandoti i vestiti
per visitare le mie solitudini.
E bevo e ti lascio fare
e penso che la vita
ci abbia sconfitto entrambi.

Sogno sognato
C'è chi fugge lungo i giorni di un'alba radiosa,
ai confini del mondo e delle parole;
laggiù,
nelle isole di un sogno lontano
afferra con le mani
un sole ingannevole,
leggero come un brivido.

L'incanto disperato dell'amore
L'incanto disperato dell'amore
è uno spettacolo di luce, di colore.
Sui prati di questa terra
dove ho deciso di restare
dei tuoi passi sento il rumore.
Guardami bene
ed ascolta le parole: "antico come il mondo
è l'incanto disperato dell'amore".

Finestra
Un passero fradicio di pioggia
si posa sul davanzale della mia finestra,
e con occhi pieni di freddo e di paura
m'implora di lasciarlo entrare,
picchiettando sui vetri col beccuccio.
Apro
ed ei svolazza incerto nella stanza semibuia
alfin planando sul palmo della mia mano aperta
giacendovi quivi addormentato.

Campagna
Luci lontane e tremolanti
come lucciole infreddolite e morenti.
Notte alta in campagna
e nel cielo una luna splendente
allunga le ombre a strade deserte e suadenti.
E' un mistero profondo,
un ubriaco che litiga,
un gatto che miagola.
Quiete notturna.
Da un balcone seminascosto
sfidare il freddo e gustare con voluttà il tuo sapore, campagna.
Lucciole infreddolite e morenti
come luci lontane e tremolanti.

In breve
Questa vita fatta di cambiamenti.
Alzi il viso
e ti ritrovi contro il sole.
Eterno, immobile.
Se ne sta lì,
mentre tutto gli gira attorno.

Tradito amore
Volerò sul soffio del tuo respiro
e sparirò facendo un buco nel cosmo.
Non mi cercare,
non mi troveresti mai.
Non c'ero prima
e non ci sarò poi.

Senza titolo
Questo è un grido di dolore,
l'ultimo canto di un airone dalle ali sudice.
Per voi umani
che siete senza pace
e senza luce.
Questa è l'ultima chiamata per l'imbarco
sul volo della felicità.
Affrettatevi al varco n. 0,
i motori sono caldi,
la pista è sgombra,
si decollerà a minuti.
Questo è un atto d'amore,
l'ultimo volo.

La mia stella
La mia stella, da tempo, non brilla più.
Restano soltanto poche cose da mettere assieme
e portare via.
Lontano da qui,
da queste ombre che si rincorrono
lungo il soffitto ingiallito della mia camera.
Disteso sul letto,
le mani intrecciate dietro la nuca,
decido che può bastare.
Il treno parte fra due ore;
trasporterà la ferraglia arrugginita del mio essere da qualche parte,
non importa dove.
Sconfitto dalla vita
ma senza rancore,
sollevo il calice
e brindo agli dei.
E va bene così.

Puttane
Amo le puttane.
La loro tristezza.
La loro solitudine.
Millenari semafori di fiamme e fuoco
ai crocevia delle disperazioni.
Squarci di luce ardente
nel buio fitto di esistenze che non svoltano mai.
Fra questi milioni anch'io,
in piedi dietro degli arbusti di mirto,
con i calzoni abbassati
e lo sguardo rivolto verso un manto nero impassibile
e gonfio di pioggia.
Calde gocce salate
scivolano lungo le pieghe del viso.
Puttane.

Inside a silent tear
Un tavolo, una sedia, le regole innocenti
di questo vino da affrontare con calmo coraggio.
Attorno... una stanza
semplicemente vuota, di tutto.
La mia vita... un rebus per esperti mai risolto.
Tutto me stesso negli stracci che porto addosso.
Solo, sperduto, imprigionato nelle pareti scrostate e ingiallite
di una penosa libertà,
con tutti i sogni infranti
che scivolano via
dentro una lacrima silenziosa.

Senza titolo
Un bimbo rincorre un passerotto...
Passanti frettolosi assistono alla scena
sorridendo sommessamente,
per poi riabbassare gli sguardi
e rituffarsi nei propri arcipelaghi privati.
L'innocenza che trafigge con lampi di candida luce
le generalizzate chiusure in se stessi.
La semplicità disarmante di un gesto infantile
che indossa per un attimo le vesti di seta della poesia.

Senza titolo
Come un gatto che entra furtivo in cucina,
come il caffè che bolle sul fuoco,
come una nuvola nera che oscura il sole...
abbiamo tutti bisogno di certezze.
Serve un televisore acceso
ed un frigo sempre pieno
per poter puntare una grossa somma sulla ruota della vita.
Perché non rinasco rinoceronte,
polvere negli occhi,
musica sparata ad altissimo volume ad un incrocio con il semaforo che segna rosso?
Restano due birre,
il mio viso allo specchio del bagno
e un numero da chiamare.

Via Lattea
Parlami.
Parlami di quest'amore che fatica a spiegare le ali.
Indicami il sentiero che percorrono le stelle
per tornare a casa al mattino presto.
Soli, con la zavorra dei nostri anni
buttata sulle spalle come zainetto d'adolescenti
e labbra asciutte di parole,
ti rivolgiamo sguardi che non sanno più interrogare...
e tu, muta più di noi, con noncuranza guardi appena appena in basso e vai...

Senza titolo
Un gruppo di ragazzi,
in piedi,
dentro una decappottabile,
urlano tutta la propria gioventù.
Credono che il mondo sia ai loro piedi.
Ma non è così.
Il tempo, lentamente,
li massacrerà.

Chat line
Veloce
attraverso
le verdi praterie telematiche del modem
a comparire sullo screen
umanità
spoglia di fisicità.
Amori,
dissapori,
amicizie,
litigate...
proprio come nella vita reale.
Siamo sempre gli stessi...
Sollevo il calice
e brindo agli dei.
Prosit.

Come bolle di sapone
Soli.
Chiusi fuori dalle porte del cosmo.
Perduti in un frastuono di stelle
scariche che in fila si urtano,
trascinandosi a morire.
Non c'è altra strada, amore mio,
nulla che possiamo ancora fare;
solamente soffiare al freddo
di questi bui spazi siderali semplici,
infantili, inutili bolle di sapone
che saliranno leggere
fino a scoppiare in brandelli di lacrime,
fuochi d'artificio danzanti
nelle rughe dell'Universo.
Questo è tutto,
questo è quanto.
E ove mai esistesse qualcuno interessato
a queste mie sciocchezze... bè,
strappi il foglio e lo tenga pure!

Spiaggia libera
Tardo pomeriggio di metà luglio.
Spiaggia libera.
Seduto sul bagnasciuga osservo i pochi bagnanti sdraiati,
carne al sole ad arrostire,
pensieri ad evaporare,
propositi per l'autunno da attuare.
Un aquilone si libra sinuoso nel blu;
bambini giocano a pallone schizzando sabbia bollente
sulle risate di un gruppo di ragazzi e ragazze
disposti in circolo a raccontarsi storie dei vent'anni;
una barca a vela transita con la leggerezza di un sussurro
sulla piatta superficie marina,
infliggendole un taglio che non fa male,
cicatrice di pochi attimi,
e tutto ancora come prima,
blu di sotto,
eternità rovesciata,
acqua di lacrime, veicolo antico di dolore
che sciaborda paziente sotto gli occhi indifferenti di chi.
Mi alzo dalla riva e vado a sdraiarmi anch'io sui miliardi di granelli
che testimoniano la vertigine dei millenni
e penso che, tutto sommato,
sia una giornata da sentirsi moderatamente felici.
Poi mi calo il berretto sul viso e penso ai fatti miei,
prima di assopirmi un po'.

A volte, l'amore
A volte
l'amore ti passa vicino,
lo incroci
ma non lo sai,
non ti volti e guardi avanti;
poi vai a cercarlo lontano,
ritorni
e lo incroci ancora
e guardando avanti...
non ti volti, mai.

Per Marianna
Sei entrata nella mia vita
come un temporale in piena estate.
Accolgo con voluttà,
fra le pieghe del viso,
le fresche gocce adamantine
a lavar cenci di vecchi fantasmi affranti.
Ed era estate davvero.

Sole
Sole splendi su di noi
che un dì lontano
scoprimmo d'esser poeti per troppo amore
e che oggi siam diventati pazzi o cinici o buffoni.
Splendi su queste teste di viaggiatori senza bagaglio,
vagabondi per troppa passione,
col fiato sempre corto
temendo l'ultima fermata.
Splendi su di noi, naufraghi in pantofole,
timidi calpestatori dei marciapiedi di questa vita da servire,
da implorare, da combattere.
Sole splendi un po' anche per noi
che uccidiamo i nostri giorni più belli
per cantarne poi il dolore.

Occhi spalancati ciechi
Tu...occhi spalancati ciechi,
notte e giorno così,
nel silenzio assordante
di queste stanze di vita quotidiana,
bambina di ieri,
a cavallo dei tuoi arcobaleni
galoppavi nel blu sorridendo alle stelle,
socchiudendo porte nel cosmo.
Tu...occhi neri più belli degli umori del tempo
che segnano il passaggio delle stagioni,
più radiosi di un sole caldo
che disegna ombre sui muri...
Tu...occhi spalancati ciechi
nell'ultimo pomeriggio della mia gioventù...
In vacanza dalla realtà,
lo schermo dei tuoi sogni
adesso è sempre acceso.
Io, schiavo d'amore, tornerò presto.

Amore non amore
Lungo la strada che conduce al cuore
abbiamo preso direzioni differenti,
aggrovigliandoci una volte di più
nella matassa di giorni disordinati e distratti.
Amore non amore,
non occorre dire,
forse solo ballare un finto tango
per non morire.

Abat-jour lilla
Spegni questa abat-jour
e vieni più vicino.
Ricordi quando il vento
soffiava forte sulle nostre teste?
Adesso guarda dalla finestra
che magnifica luna illumina i nostri corpi
di nuovo insieme e distesi
proprio qui, proprio ora...
Spegni questa abat-jour lilla,
vieni più vicino.

Senza titolo
In certi momenti vorrei essere una farfalla
per potermi librare in alto
a migliaia di centimetri sopra le teste degli uomini,
indaffarati e perduti nel tentativo di dare un senso
a vite che scorrono veloci come acqua piovana
fra le dita di una mano aperta.

Senza bussola
Come naviga lento questo amore
fra le pieghe dell'acqua di mare;
come deambula stanca la vita senza sogni;
quante persone sole portan scarpe con lacci sciolti
affollando bar ed autobus notturni.
Con in testa strane idee di libertà
oggi il sole riposa malinconico
dietro montagne di cartapesta.

Polvere
Disegno il tuo viso nell'aria buffa di casa mia...
e quando la polvere sarà risucchiata dal vento
anche tu uscirai da quella porta.

Che cos'è?
Che cos'è il mio amore per te?
Un frastuono di stelle sopra
sopra lo sciabordìo del mare.

Elena
Cadono le sere sulla mia testa.
Sbattendo porte e finestre
sei andata via.

Lettere d'amore
Lettere d'amore ingiallite dal tempo;
cellulosici scrigni di segreti e profumi.
Attimi resi possibili dal silente incontro
fra un inchiostro complice
ed un foglio consenziente.

Fotografia
Con passi veloci
che accelerano giorni
e fan piccole le strade,
ritorno a casa
nell'azzurro abbacinante
d'un mattino d'estate.

Palloncini
Lego un sogno ad un palloncino
e lo lascio libero di elevarsi,
confondersi con altri sogni.

La vita
La vita è un disegno confuso,
il sogno profondo di un'artista pazzo.
La vita non è solo scegliere da che parte stare.
La vita è navigare su una barca senza remi
dove raramente si vede il mare.

America
Lacrime di stelle
si mischiano
alla pioggia fine
e vengon giù
ad inzuppare la nuda terra.
Prima che bruci intera
questa nazione ostile
vorrei prenderti per mano
e condurti dolcemente
fino all'albero là in fondo
e poggiare su quel ramo
i nostri cuori.

Senza titolo
Lungo tutto il mio squallore
ti sei distesa tu.
Poi ci siamo girati
e lungo tutto il tuo squallore
mi sono disteso io.
Fuori da questa stanza
il resto del mondo.

La tua bellezza
La tua bellezza è struggente
come la tristezza di un tango,
perfetto riassunto di una vita
vissuta fino in fondo.
Tu mi parli,
io non rispondo.

Cerini
La vita di un cerino dura soltanto pochi attimi:
giusto il tempo dell'incendio,
della scintillante arsura che gli conferisce
senso e dignità.
Poi la fiamma vitale si affievolisce fino a spegnersi,
sospingendo la sua anima verso l'alto,
in un rivolo di fumo sottile
che s'inerpica arricciandosi,
increspandosi, disegnando arabeschi nell'aria,
scomparendo dalla vista,
lasciandosi dietro solamente l'odore pungente
della sua breve ma intensa esistenza.

Senza titolo
La felicità non esiste,
lo dicono tutti.
E' solo un attimo
di serenità
che segue il dolore,
mi pare di aver letto da qualche parte.
Io con te adesso sono felice...no, sono sereno...
no...felice...no, sereno...
ma cos'è?!

Aria di paese
Quest'aria di paese mi ridesta,
mi molesta, mi sovrasta, mi detesta.
Aria di paese, serva e padrona
dei sorrisi e delle pene...
devo fuggire da te per respirare la mia libertà.

Senza titolo
Labbra che s'incontrano,
pensieri che si fondono
e si confondono,
parole che si spengono,
finalmente.

Volo basso di gabbiani
Lungo la strada polverosa
e deserta
vado a piedi
incontro al sole.

Gocce
Che cosa siamo, in fondo, noi?
Due gocce in un'orgia d'acqua
che non s'incontreranno mai.

Nuvole
Nuvole sazie mi salutano sfilando alle finestre
per poi scoppiare d'acqua più in là

A piedi nudi
Lunga la stagione della memoria,
dura tutta la vita.
Immagini, suoni, profumi, lacrime e risate;
nella mente, nel cuore e lungo le strade
dove un giorno sei passato a piedi
per non far rumore.

Blu
Asciugando mari,
bagnando deserti,
denudando cieli
e scoprendo carte
oggi sono qui,
di fronte a te.

Sotto la pelle
Sotto la pelle sangue che pulsa, che scorre, che bolle.
Sotto la pelle tutto quel che vorrei esprimerti a parole, ma...
Sotto la pelle io, buffone serio e un po' antiquato;
poeta senza più parole, invitato per caso
al banchetto luculliano di una vecchia corte dei miracoli.
Sotto la pelle io, spudorato mentitore con alle spalle
un passato da giocoliere e sognatore.
Sotto la pelle io, nudo fino all'anima,
sempre in bilico fra realtà brucianti di passione
e incantesimi che sfigurano per sempre.

Giorni senza te
Giorni come macigni
da trasportare sulle spalle;
pieni di persone, parole, finti sorrisi
e passi messi l'uno avanti all'altro
senza dar troppo peso ad orologi
che corrono pazzamente
e scandiscono l'ennesimo, mesto,
ritorno a casa.
Giorni senza te, strade affollate
sembran vuote e danno un senso
di vertigine, come incubo sovrapposto al sogno.
Giorni di ricordi che non bastan più,
com'anche i pugni inferti alle pareti
e gli oggetti frantumati con violenza sconosciuta,
miserabile.

Vagabondi
Strade polverose, automobili scassate,
chilometri macinati sotto un sole arroventato
che fa sudare anche l'anima
siamo noi due, sognatori senza orario e senza meta:
vite derise, calpestate, violentate.
Noi che ci riprendiamo così la libertà,
lungo queste strade che non portano da nessuna parte
siamo finalmente vagabondi.

Senza titolo
In un angolo remoto della terra
ho visto un luogo dove il cielo
si rovesciava diventando mare.
Ho visto me stesso di spalle piangere,
ridere, respirare, annaspare, gridare,
tacere, prendere, lasciare, vivere,
morire, amare, odiare...
Ho visto tutto, non ho visto niente.

Tunnel
Tunnel di una crisi esistenziale profonda.
Ho bisogno di dare e ricevere amore.
Ho acquistato un orsetto di pelouche.
Per non morire.
Vertigini.

Qualcosa, qualcuno
Dammi qualcosa per cui valga la pena vivere.
Qualcosa per poter aprire le finestre alla luce del mattino
e non provare fastidio per una nuova giornata.
Qualcosa che faccia scendere a quattro a quattro le scale
e sortire fuori con una gioia che scoppia dentro fino a far male.
Dimmi chi sei, ti svelerò chi sono.
Regalami amore, non farmi morire.
Sei l'unica che può sciogliere ali mai usate.
Dammi qualcosa, foss'anche un attimo,
una menzogna ben recitata,
una via d'uscita...
qualcosa,
solo qualcosa.

Dormi
Dormi, dormi, tesoro mio.
Canterò piano per non svegliarti,
per non svegliarmi da questo sogno
fragile come una bolla di sapone
che sale leggera nel cielo
fino ad incastrarsi in una nuvola
e a volare alta prima che tutto diventi pioggia.

Piove a dirotto
Tarda mattinata di novembre.
Piove a dirotto.
Dentro, il lettore cd inonda la stanza
di languide note blu.
La mia vita naviga a vista in alto mare,
senza bussole né canti di sirene
o fari di porti in lontananza.
Piove a dirotto.
La strada sottostante comincia ad allagarsi.
Mi vesto senza fretta, afferro l'ombrello,
mi tiro la porta alle spalle, faccio le scale
ed esco in strada.
Pronto, ancora una volta, per la quotidiana
tragicommedia dell'esistenza.
Nient'altro da aggiungere,
è tutto qui...e va bene così.

Senza titolo
Appeso ad una nuvola d'ottobre,
con le dita a stringere nulla
per non precipitare.
Sotto, i sassi eterni delle città perdute.

Vicino al mare i ricordi acquistano poesia,
la luna di marzo sorprende negli occhi la malinconia.
Un alito di vento fresco accarezza il viso,
smuove leggermente i capelli,
il bavero del cappotto va sù.
I sogni montano in groppa ai desideri
e cavalcano lontano,
oltre quella linea.
Il passato è un tempo perduto,
un luogo dell'anima frantumato;
con i cocci che tagliano il presente,
feriscono il futuro.
Vicino al mare si può morire di vita,
si può vivere di morte.
Vicino al mare.
E tutto ha un senso,
una meccanica arrugginita dai millenni
ma che ancora muove le sue leve.
E l'orologio ha fretta,
le sue lancette s'incamminano veloci
e poi veloci si rincorrono,
si prendono,
si superano,
si rincorrono ancora,
affannandosi come bimbi in libertà
nel loro gioco perpetuo.
E intanto mi dicono che si è fatto tardi,
che c'è qualcuno o qualcosa in attesa,
che bisogna ritornare...si,
ritornare vicino al mare.

Rete per farfalle
Se potessi catturare tutto il male del mondo
in questa rete per farfalle allora griderei forte
amore, amore, amore
e correrei a perdifiato fin sotto le finestre di casa tua
ridendo e scherzando come un matto, un ubriaco,
un incosciente, un idealista.
Se potessi vederti sorridere almeno un po'
questo amore diverrebbe meraviglia,
ed io mi perderei, fanciullo, dentro un universo in bottiglia
fatto di parole, di gesti, di sguardi, di respiri.

Angeli senza matricola
Infinite notti e giorni passati senza di te,
in trepida attesa di un segnale che potesse
rischiarare un po' questi giorni dal sapore di sale.
Se la gente dirà...tu lasciala dire,
perché l'importante siamo noi,
solamente noi,
angeli senza matricola sospesi a mezz'aria tra mare e cielo
e consegnati senza vestiti al capriccio eterno dei venti di burrasca.
Quanta strada abbiam già fatto amore mio,
e quanta ancora ce n'è per poter raggiungere quella valle tutta bianca
dove i sogni si fan realtà;
dove l'utopia altro non è che banale normalità.
Che strano gioco le nostre vite,
intrecciatesi per caso in un mattino limpido di primavera di tanto tempo fa.
Che strana sbornia senza aver bevuto neanche un goccio.
Stran'amore siamo noi,
fragili essenze di atomi e di spirito,
senza un passato da ricordare né da giustificare.
Ora stai dolcemente sorridendo
e in mezzo a quel visino pallido dalla fatica del vivere
smeraldi s'accendono di luce abbagliante
e fanno strada nella notte buia che non mette più paura,
sì che possiamo vederla svanire piano piano
mentre a rotta di collo l'attraversiamo per giungere fino a noi.

Bossa Nova
Che sarà di noi,
incalliti sognatori,
perdutamente immersi nel rosso porpora
di una sera che a piccoli morsi vien giù,
sconfinando pacificamente in un cielo
limpido e fresco d' aprile.
Che sarà di noi,
ottimisti ad oltranza,
che negano l'evidenza,
che restano sempre senza.
Che sarà...
cosa resterà di me e di te;
forse soltanto questa dolce musica
che invade l'anima,
che fa serrare gli sguardi e i pugni,
che fa schiudere le labbra facendo proferire
malinconici fiumi di parole già dette tante volte.
Che sarà di noi quando questa vita sciocca e burlona
ci assegnerà strade differenti da percorrere,
separando bruscamente quel che il cuore ha messo insieme.
Cosa resterà del nostro amore: ricordi,
rimpianti,
amarezza e tanta cenere come questa che vedi ai nostri piedi;
cenere di un falò che lentamente va spegnendosi,
crepitando pazzamente contro le onde di un mare ruffiano e bugiardo
che arriva fin sul bagnasciuga,
inumidendo sabbia e pensieri.

Terribile bellezza
Beata te che te ne freghi di tutto
e giochi con gli altri come fossero pupazzi
da immolare sull'altare della tua bellezza quieta
e terribile.
Beata te che non soffri mai
e guardi il mondo dall'alto dei tuoi splendidi vent'anni,
e ti senti forte e sicura ogni giorno di più.
Beata te che hai cacciato per sempre l'inverno dal tuo cuore,
mentre nella mia vita, oggi, piove ininterrottamente.
Beata te che non perdoni il benché minimo errore
e non sospiri più alla luna.
Maledizione, perché sei così bella
da portare a spasso il mio amore disperato,
facendomi bere vino e perdere il paradiso,
restando qui,
povero diavolo con la testa ubriaca tra le mani?

Giorni
Giorni come tanti nella vita.
Tesi verso il futuro,
persi per il futuro
e dal presente slegati,
come nuvole colme d'acqua
si rincorrono
pronti a generare pioggia.
Giorni miei e giorni tuoi
che lungo strade polverose
di stelle frantumate
vanno a perdersi lenti
ai confini di un'illusione.
Giorni.

Osmosi
L'amore è uno scambio di temperature: la tua e la mia,
che mutano di continuo, passando dal caldo al freddo e viceversa.
Sentimenti metereologici: prima torridi e poi perturbati.
E nebbia in Val Padana.

Senza titolo
Da un soffio di brezza levantina mossa
scivola, silente, lungo letti d’acque placide
e adamantine, la solitaria vela mia d’amor.
Essa scogli non teme, marosi nemmen;
il tappeto azzurro solca sicura, la fiduciosa iole,
ché il cielo è terso ed il porto in prossimità.

Tu
Nella mia solitudine ci sei tu,
nell'assenza di risate solo tu,
in questa bottiglia che si vuota sempre tu,
nel basso ventre di questa donna che non conosco
infinitamente tu.

Mare
Mare dolce, mare blu,
ti penetro quando le città dormono...
e siamo davvero soli, tu ed io;
soli e avvolti da questo manto scuro di stelle
e di pianeti remoti,
respirando un magico profumo d'eternità.

Foglie caduche
Foglie caduche trasportate dal vento d'autunno
agonizzano sull'anonimo asfalto di una città
uguale a tante altre.
Foglie ingiallite, calpestate con noncuranza
da passanti frettolosi e infreddoliti, vanno a morir
lontano dall'albero che le ha partorite e nutrite
lungo il breve volger d'una stagione.
Domani all'alba uomini in blu le spazzeranno via
per sgombrar marciapiedi, ché le foglie morte non fan storia.

Cuore accattone
Cuore accattone
che mendichi briciole d'amore
lungo strade di città veloci
e ripiegate sui propri angoli,
fatalmente indaffarate
dalla vacuità del vivere,
insisti, caparbio, a cercare quello che non c'è
e non ti arrendi mai...che poeta che sei!

Vico Equense
Ed ei sollevò lo sguardo verso il cielo a rimirar le stelle,
senza più pensare a nulla.
Disteso lungo il bordo d'un muretto antico,
di lato e da poco lontano una musica dolce di clarino
e le chiacchiere oziose degli amici.
Notte di tarda primavera, un alito di brezza
si spalmava tutt'attorno a smuover capelli e a carezzar volti provati
dalla fatica del vivere.
Fu bella quella notte, tregua di giorni duri,
figli illegittimi d'un'amara quotidianità.
Ma oramai s'era fatto tardi e bisognava ritornare.

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