1-Ai Lettori
In questa modesta raccolta di poesie.
Ho raccolto parte delle mie eresie:
Sogni usurati,guizzi irrisolti,
pensieri contorti,fiammelle rosso
puro,bombette al cianuro,morti
apparenti,decadenza delle genti,
grigiori cittadini,gridi striduli
di bambini..
Tutto,tutto quanto che m'appartiene:
vita e morte,amore e dolore,
rossa emozione e grigio pallore,
e tutto,tutto quello che la sorte
amara mi diede in dono:
il privilegio di soffrire,sempre,
in silenzio;e impassibilmente,patire.
Ho espresso tutto questo malamente,
a causa dell'inerzia dominante,
ma,lettore caro,sappiate solamente
che della vita sono stato grande amante.
In un tempo lontano senza remora...
Ho mandato tutto alla malora,
sì,per misantropia,e per paura
non d'altri,ma di me stesso:
io stesso, ho eretto giganti mura
di me col mondo,e da allora dura
tutto questo,esilio di adesso...
Io sono un'isola lontana...
L'anima mia piangente,urla,
urla sconsolata e piange,
piange una vita vagheggiata
e mai vissuta, se non in sogno.
Una vita:una vita mai avuta,
eppure conosciuta,creata
dal nulla; una chimera amata.
Chimere nel deserto di mia vita,
son come miraggi che io vedo
adesso, nella mia dimora romita..
La mia vita è una piccola piuma
inconsistente,portata dal vento
indisponente,in una grande duna..
Solo lo scrivere mi consola...
Vogliate dunque con indulgenza perdonare
la natura di questi componimenti,
e se leggermi vi dovesse disturbare,
buttate pure tutto questo ai venti.
2-Dubbio
Chi sono?
Non lo so, dimmelo tu.
Sei un poeta? Oh,certo che no!
Non sono che un funambolo,
un giocoliere,
che al posto delle palline,
ama usare le parole carine.
Io gioco con le parole.
Sole e cuore, odio e amore,
gelo e fuoco, forte e roco,
sono il mio diletto trastullo,
costituiscono l'anima mia,
sono l'humus della mia poesia!
Che sei, allora?
Non lo so.
Commedia Umana
Sei nato Bianco..senza macchie.
Bianco.Niveo,senza peccato,
senza incertezze,senza pensieri.
-Come la fresca brezza di ieri.
Fulgido come il sole d'estate,
tutti amano ricordare i tuoi albori,
i fiori di pesco appena fioriti,
che tutti,senza eccezioni,hanno amato.
Ma c'è sempre quell'ombra,in agguato:
quel nero maledetto che s'insidia
sornione tra le pieghe dell'inavveduto,
e rende odioso quel che abbiamo vissuto.
Prima o poi arriva la chiazza:a volte
grigia,altre volte rossa,altre,ahimè,nera.
Una macchia incancellabile,
indimenticabile,indelebile.
Si può mascherare,evitare,dimenticare,
ma mai essa si potrà cancellare.
Cos'è mai quella macchia orrenda?
La negritudine della vita. Bambini
Bambini,
che corrono sulla spiaggia,
oh, come corrono i bambini,
corrono e giocano a fare castelli
di sabbia.
Anch'io, da piccolo, amavo fare
di questi castelli.
Ora no, ora che tutto è spento,
ora che non c'è più nebbia
e ho visto quell'onda
che sprezzante tutto distrugge.
Balocchi
Un tempo avevo un balocco:
piccolo,niveo,carino;e io,
da bravo sciocco,l'ho perduto.
Dove sarà ora?Ripeto ora,piangente.
E' perduto,il mio baloccuccio.
Perduto per sempre.
Dove sarai ora,donna mia adorata?
Sei perduta.Perduta per sempre. Bioritmo
S'ode qualcosa nell'aria.
Che cosa?Un battito,un qualcosa
che grida,un rumore infernale...
Il battito del cuore?No,no,ma..
E' un battito familiare,questo.
Che cos'è?E'La Morte,che mi vuole. Apolide senza patria
I
I compatrioti tristi e allegri,
cantano per sovrastare il dolore
della lontananza;ahimè,ora sono qui,
esuli senza più patria,incompresi.
La vita oramai gli ha stesi;
ed essi,all'infame dolore
si sono arresi.
E continuano i ricordi
-oh,melanconici ricordi!
della Madre Terra saporita,
da cui venimmo alla vita,
bei ricordi,bei ricordi!
Qua è tutto grigio,venale,
surreale. Mancano i colori,
sapori di vita pittoresca,
gustosa;mancano gli scherzi,
i risi d'una festa carnevalesca.
E' il grigiore dell'estraneità. II
Alieno mi è il loro viso,
le loro idee,il loro riso;
stessa patria,ma diverso stampo.
Parliamo ore senza comunicare,
sono parole perse nel fragoroso
mare dell'incomunicabilità.
Mi naufrago nel loro pensiero
cercando di interpretare,spiegare
l'origine della differenza:
capire,subodorare,presagire;
ma nulla;tutto rimane ignoto,
imperscrutabile nel mistero.
Sono una landa desolata. III
E quindi..e quindi cosa?
Mi rifugio nell'immaginazione,
l'unica cosa che mi resta.
Negati a me la nuvola,la rosa,
i fuochi,la festa.
E' un antro buio casa mia,
follia.Un porto dimenticato,
mai percorso,esiliato dal sole
dove le parole s'ammucchiano
sole:trombe infinite,smarrite
per la via,sprecate;sono sole. :: Dissonanze Stridenti
M'insegnasti un giorno l'arte libertina..
Giocondo trastullo di passioni:
tira e molla,subisci e penetra,
affonda e arretra,dimentica e insegui;
tecniche di cinici libertini,aridi
pensatori,che,come folli lottatori,
si spingono volontariamente nell'abisso.
Io no,non voglio ciò,io non ho amore.
Sono sterile:non penso,non sento,non provo.
Io sono solo,sono un'allodola triste
che canta;e l'inverno è alle porte:
sbatte nel portone cercandomi.
-Ma che fai,freddo,dove vai?
Sento le fitte,sogno terribili Idre;
muoio diverse molte;muoio,muoio dormendo.
-Non ti farò entrare,giammai!
E ancora,lui,ci riprova,ancora.
Il vento gelido attanaglia,penetra,scalfisce.
E io sono stanco,agogno un riposo eterno,
senza risveglio.
-Entra,maledetto,prendimi,prendimi via con te! |