Male
Non c'è pace per vinti e
Vincitori
Non c'è Vittoria mai
Solo strazio e dolore
La pace dei morti
Toglie pace ai vivi
Attesa
Dinanzi a schiere di bambini
Attendo
Nonna disorientata
Per tanta violenta energia
Curiosa ma faticosa
È qui ed ora comprendere
Accogliere
Capire
Ma per farlo
Bisogna conoscere
E devo
Faticosamente
Ascoltare le parole
Della musica e provare
Ad entrarci dentro
La follia dell'uomo
Aria nera
Calura assurda
Terra spossata
Fiumi senza
È questa
La guerra
Da affrontare
Uomini senza cuore
E senza cervello
Tari
Tari piccolo pakistano
Giri per casa
E cerchi le tue mura
E parole e suoni
Ed io faccio il mimo
Per strappare sorriso
Ma sento divelto
Il tuo costato di cucciolo
Io un tempo giocavo
Allegra con parrucche e
Fiocchi e mamma rideva
Rideva
Rideva
Sono
Sono anni che non scrivo
Mi sono spenta
Per petto ed animo
Dolenti
Vi leggo e vi amo
E oggi ho provato
A dirvi cosa sento
A riavvicinarmi
Ma forse modo
C'è
Riprovare a scrivere
Figlio
Ha sguardo di miele e castagne
e tacito sorriso protetto
mani di rami
che guardano alto
Senza
Mi sento senza
quell'arancio
sfumato al giallo
di vulcano in attesa.
Mi sento senza
risate complici
senza pudori
a garganella
inarrestabile
di oca che
libera sguazza
a pel di lago.
Mi sento senza
quel profumo
di cannella
d'infantile
seduzione.
Mi sento senza
quel paradiso
impalpabile
del sogno.
Speranze.
Quando s'abbassa
il volume della vita?
Quando s'invecchia
e la vita par finita
quando vien meno
dentro quella luce
quando manca
una figura amata
quando pensi
d'aver perso il treno
oppur
vuoi scendere
quando non comprendi
l'altro sentire.
Credi sia finita?
Puo' alzarlo
una rima riuscita
una musica
che svuota e
colma
quel colore che
senti intorno
sorrisi
di volti bambini
in profumo di
buono.
Forse
divampando
scuote
se ti accorgi
che qualcosa
sta cambiando.
Terra
Rimescoli carne ossa e sangue
rimpasti sudore a ghiaccio
porti parole di fatiche antiche
ne afferri altre di nuove
assorbi come spugna
fame e ingordigia
spargi rotolando
da monti scuri
vene di vita
e spingi con forza
là il tuo peso
dove tutto rinasce.
Ti avevo cantato quel canto
Ho provato la voce tirata
ho bevuto aghi di pino
ho mangiato fragole amare
e terso il collo col vino.
Le corde ho ben teso
e parole fruscianti accordate
su tappeti di turgido raso
con movenze di magica attesa.
Ho cantato per te ogni giorno
ma il mio canto appare scordato
perchè a te non è mai arrivato.
Io ti avevo cantato quel canto.
Altrove
È vita
tortore al risveglio
fiamme d'acqua
pupille di cielo
sorriso
di perdita
o speranza
scoppio d'amore
sensazione vagamente
pigra
d'esser qui
ma di trovarsi altrove.
Domande
Non c'è castello
nè casa
nè tetto
solo
pace abitata.
Ma da chi?
Una nicchia
là in cima?
Un libro
per viver vite
d'altri?
Ermetica difesa
dal brusio del mondo?
La mia non è pace
la mia è inerzia
in granelli sguscianti
di ricordi.
Rabbia
Scava
sentiero dentro
nella pancia e nel petto
flusso caldo
febbrile
infetto
di liquido salmastro
dal basso al cervello:
allora sei piccolo uomo
in paese ostile.
Intorno
sguardi estranei.
Il mondo
s'imbratta di pece unta.
La furia stizzosa
passa d'un fiato
di colpo
e spossata
sveli
luci ed ombre
ma non sempre trovi pace.
Quiete
Pace impastata
di promesse
prima d'assaporar
un evento
di gioie intriso
in membra e testa
pronte all'attesa
di pressione interiore.
Altrimenti è tempesta
di ribelle tuono
sopito in vuoto d'anima.
Freccia
Al semaforo
sempre più spesso
il vicino
ti guarda cupo
con volto acre
ed occhi da gufo
e ti domandi
se hai fatto
qualcosa.
non dovevi forse...
poi, girando intorno
ovunque
presenze
contratte,
assenti
di fretta inutile
senza vita.
Guardare?
La mano prova
a passare lieve
su capelli radi e spenti.
Lo sguardo prova
a reggere volto
deformato dall'ira
e dal dolore
quasi avesse perso
sembianze umane.
Le orecchie provano
a capire
oltre dure parole
di chi vede nell'altro
salvezza oppure diavolo.
Il corpo prova
a farsi piccolo
quasi trasparente
a celar vita
a chi vorrebbe
l'altro suo specchio.
Il cuore lacerato
prova ogni attimo
a cancellar la
vista d'occhi foschi.
L'anima rattrappita
ti osserva caro
da tempo senza tempo
nei tuoi mutamenti
mantenendosi
ancora cristallina.
Il cervello guardiano
d'ogni scatto
non perde mai di vista
la tua notte.
Il timore sempre
come ghiaccio
pressa il ventre
ché notte diventi
anche per me.
E tu come farai
se non puoi da solo
attaccarti al carro
e metterti al coperto?
Crocevia.
Dinnanzi crocevia di
strade, una sterrata
l'altra in asfalto liscio
e l'altra ancora viottolo
tra ginepri ed erba straripante
mi fermo a contemplare
sento corpo fiacco
di limature e puntelli
di fessure e spazzolate
allora procedo lenta
in dedalo di passi
e senza bastone né
zaino m'avventuro
là sotto ombra benigna
di platani e castagni
dove la terra
è ancora intatta.
Cercavo
Cercavo una madre
nel sorriso complice
di Licia,la panettiera
sempre pronta con un grissino
la cercavo nel volto della maestra
la vedevo tra i tacchi a spillo
di Lucilla all'angolo
sotto casa sempre allegra
finchè non è sparita
l'invocavo la sera al buio
l'immaginavo coperta
accogliente e colorata
e poi
non l'ho più cercata.
Ora la vedo
quando mi osservo
allo specchio.
Figlia delle stelle
Nata sono da detriti
scivolati lentamente
tra nebulose e sassi
polvere di stelle
e in cielo che
più non dorme
ritorno luce
insieme alle
mie sorelle. Respiro Mare è fluido rifugio dalle cose pausa di ripresa di fiato in lento flusso di rinascita protezione rigenerante in ampio respiro di spazio dentro. Smania Prende pressante mentre scrivi smania quasi lubrica d'accartocciare carta dentro carta e farne consistenti sfere sempre più grosse gonfie e grasse e poi lanciarle lontano in angoli poi riprenderle velocemente e scartocciarle stirandone a fremiti le pieghe in ansia di perdita e poi riaccartocciarle in forme sempre più bizzarre come bimbo che si prepara al gioco sulla neve. Montagna Non so più tener la vita tra le mani mi sfuggono redini di paglia d'ondivaga pigrizia giro e rigiro in tondo senza stampelle e non mi ritrovo in punti cardinali immaginari ma in irta salita che mi parea ieri una dolce sinuosa discesa. Sguardi Dico a te! Perchè volgi lo sguardo rado,sottratto ai solchi del tempo? Memore depenni avventure spartite furori non taciuti in giochi di malcelato potere? Forse il fiotto di luce quel cristallo nella voce una canzone di Faber e gusto acerbo di spigole non ci bastano piu'? Quella porta sottile un po' ammaccata a volte serrata ai soffi di profumi di brezza è ancora accostata ? Tutte le età Ho un anno se profumo di talco e rido a chi mi rincorre. Ho cinque anni in acqua di fiume in attesa di spruzzi briganti. Ho diec' anni quando vorrei capire. Ho 16 anni se mi sento arrossire. Ho 20 anni dei primi tormenti. Ho 30 anni e mi sento una forza. Ho 40 anni e combatto e combatto.. Ho 50 anni e l'amore ho nelle mani . Ho 60 anni e mi guardo allo specchio. Oggi tutte le sento ancora le accolgo nel mio grande ventre e le faccio rinascer di nuovo. Se fossi Rispondevo al gioco da bambina sarei mamma di tanti piccolini in girotondo. Da ragazza sbocciata mi sentivo cantante folk di musiche di casa. Adulta ero treno senza binari che percorreva il pianeta sostando a mio piacere. Da donna e madre essere minuscolo tale da entrare in cuor di figli e dare senso alla felicità: ora se fossi una gazzella correrei nel deserto e scaverei in quella sabbia fina da cui tutto mi pare ebbe inizio e mi c' immergerei per passar correnti d'energia come fiumi sotterranei alla nostra terra così avida di luce. È proprio Come sentirsi addosso cento e cento lune snidare ricci poco poco radi ancor rubizzi d'ubriacatura sfiorare cosce e natiche d'increspata onda sfregare forte palmi irti di nodi corde di barca in fermezza di chiglia e percorrere viottoli rupi e sentieri a passo concitato in respiro d'affanno lasciando d'orma spessa I SEGNI. L'anno che verrà Il paese si sveglia all'alba dolcemente riscopre pensieri da tempo affossati s'inerpica leggero guardando alto e semina con sudore nuovi germogli in terra bruna appena arata riprende vigore ogni vena,ogni osso ogni organo sopito al par di formicaio intento, fermo senza paure. E' mondo immaginario coperto da nuvole scure che scorgo ma un raggio fende di striscio e qualcosa appare... un bambino con un aquilone. Arriva Voglia di lidi men aspri di spine coperti di ghiaia sottile carezza di fate e di gnomi in boschi trasparenti risa lontane socchiuse da mani di bimbo suono di fiati in dolce ninnare del vento occhi sonnecchianti al tepore del sole: oasi di pace. Lettera a un figlio Non dimenticare che una donna in attesa non sente più corpo spazio tempo come suoi. Quando un bimbo nasce la donna è ancora altro e le pare sia strappato dal corpo qualcosa che le appartiene che stenta a riconoscere. Vive nell'animo liberazione e abuso gioia e rapina paura e mistero. Sta a te sentire il suo sentire d'ambiguo pregno ed esser suo sostegno. Accostarsi Quando osservi a sera tarda sguardi sottili di finestre sparse e colle d'ulivi che immagini grigio perla e poi in lontananza dietro l'oleandro rosso distesa calma in placido sonno ti prende al petto uno sfarfallio in fruscio di tocchi dischiusi in fiori e sollevi le braccia ad assaporare un buio complice di suoni arcani e di profumo che arriva da tutto e da tutti quelli che come me aspettano. Memoria Crudele e disperato appiglio è la memoria: statua marmorea che ci tiene d'occhio e di sorpresa negando ogni mistero calda e viva ci inonda. Saudade Sta arrivando la senti la gusti leggera impercettibile malinconia molle di sensi quasi malattia. T'assorbe in manto morbido di nostalgia cantilena infantile d'amniotica melodia. Ti vedi riflessa in specchio dell'ieri o del domani e qui sta la bellezza! E poi ..domani Che succederà domani? Potrò ancora stringere quelle mani ancora una volta? Passeranno giorni e mesi ed anni attendendo ore tutte eguali in sorriso cortese di facciata? Avrò ancora sonni lunghi d'oblio come infante profondi ? Potrò là sull'erba fine parlare in riso alla bimbetta bruna giocando con raggi di sole? Mi sentirò fanciulla alta e rossa di notturne chimere ancor padrona? Oppure guarderò agonizzante e cercherò invano le parole? Tutto questo non mi è dato di sapere ma una magia d'incanti potrebbe scoperchiare passati di bellezza accendere il mondo alla speranza portare anime d'angelo come benigne stelle alate sopra di noi con gli occhi sgranati verso il mistero. Vedo Vedo crollare il mondo in viltà e stoltezza lo vedo avvitarsi su se stesso in bruma di falso, invidia e farsa nauseante vedo chiaro e sempre più nitido ammasso di cartapesta e gesso che vorrei esser cieco o esser scemo. Non m'accusate Ho amato tanto di sguardi e passioni pensate e vissute. Ho amato tanto corpo dentro di me sentendolo già da tempo accolto al mondo e sempre dentro. Ho amato tanto malinconie di perdite e ritorni abbandoni e dolci rincontri Ho amato mare e cielo ardenti dentro e colori e sapori. Ho amato tanto ragazzi evanescenti in ricerca di sè e ancora dentro Ho amato tanto libri unti di sguardi e di fatica ancora dentro. Ho amato mondi e persone tante d'ogni colore e d'ogni inclinazione. Ho amato odiando dolore e pentimento e gioie somme che parole non hanno solo dentro. Non m'accusate vi prego non è l'ora d'aver amato troppo perchè dal nulla nata sono proprio per amare senza posa . Fecondo Gravido ancora è il ventre di musiche di guerra di miti in marcia d'impeto di vessilli di clowns vigliacchi traghettanti navi di bestiame d'ipocrisie plasmate in benevolenza di falsa pietà in occhi ciechi di sfruttatori carnefici in vanto di diritto d'assalti di violenza specchi inondanti in deforme realtà di file di gabbie in cui siamo racchiusi: siamo vivi e presenti se uniti guardiamo a chi non è morto invano. Giorno E' oggi giorno morto di colori senza sole nè gelo piatto di cielo e vento. Basterebbe un rifolo una folata di Maestrale d'Oristano in Settembre che ti sporge in mare verde cupo oppure raggio mite calmo e leggero che sbuca sul caco al mattino di un Marzo levantino o quell'odore pregno di terra zuppa e calda tra nevi immacolate lassù ad Antagnod quanto sotto zero e' grondante di forza e passi giganti ridono sull'azzurro del ghiaccio e infine ingrediente per poter godere una mano che aspetta l'altra che sta per cadere. Amore amor Donne mie mi vien da dire che l'amore è come un laccio che ti stringe in impaccio (e la rima va nel sacco) di fili di seta sottili ma forti di pianti e sospiri senza freno d'urla e gridi estremi è pazzia senza pari e non v'è altro eguale fuoco e ghiaccio ballano insieme una danza senza pace donne mie io l'ho provato. Un buco Girandola di stelle è la via Lattea spirale maestosa che ruota attorno al nucleo. Anche noi abbiamo al centro un buco nero per collasso di stelle anche noi abbiamo dentro un buco nero per collasso d'amore. Futuro Mi pare d'intravedere seduto sul mio vecchio dondolo il mio futuro con le braccia poggiate sui braccioli robuste in armonia e gambe penzoloni tese in aria sottili d'infante: mi chiede col sorriso un poco arguto e le palpebre socchiuse se mi va e sento che è un passato che ritorna rinato in fessure di luce. Mi chiedo Una sola cosa mi chiedo a notte fonda d'assenza di suoni . Mi chiedo di non chiudere quegli occhi ma di tenerli ben divaricati magari con piccola trave o ramoscello d'ulivo per non perdere neanche una sillaba del mio gallo che sveglia l'alba o degli abbracci inquieti dell'oleandro che pende sopra il vetro nè rinunciare a coltivare con acqua e saliva la piantina d' alloro affinchè cresca o quelle volute di cielo che sembrano corpi in danza molle o la luce del lampione ove insetti d'ogni tipo si contendono spazio o il gongolare di nottambuli gatti perchè sono tutti quanti miei respiri. Versi Odorano di figlio dentro il corpo sanno d' indigestione di mare a mezzanotte saporano di grano tagliato e di riccio al limone profumano di stanza fumosa di parole di scoperta ed approdo e nuovo viaggio di terra che scrocchia sotto i passi e di voli e cadute. Hanno il gusto di timori insani e gemme di godimento e piovono sul capo come petali. Fantasmi Sono tanti piccoli fuscelli scesi dal mare per mano o senza hanno sentimenti ancor nascosti in grembo e un leggero brillio negli occhi stanchi poggiano scalzi a terra girano pupille attorno sdrusciando palpebre come usciti da grande sonno verso una vita e poi nessuno sa dove e come chiusi in un riccio siano diventati agnelli all'ara sacrificale ossa di sabbia fina oggetti di scambio oppure fantasmi che dalle onde nere ci guardano presaghi. Ora Quando ti sei accorto che le viti fan grappoli e l'ulivo olive e dal seme nasce una pianta? Quando hai capito che puoi dare e decapitare vite? Quando hai sentito tremiti a sfiorare i sassi e a respirare corpo come un frutto? Ora sei terra rossa ,gialla e nera rigata di di silenzi che durano nella lunga notte. Al sole Non è dato più di rifugiarci dalla calura o dal ghiaccio dietro siepi di nannina a bacche nè di osservare di lì la vita che si sta scolorendo. Non c'è dato di giocare con l'onda ascoltando eco lontana di gorghi dolenti. Al sole abbagliante o al gelo porgiamo fieri il nostro corpo che scrocchia e riprendiamo forme ormai desuete. Nero Nera è la morte con il suo mantello nera è la bandiera a lutto o di pestilenza nero è l'uomo che la notte ruba sonni innocenti e bianchi nero è Calimero e se ne duole "sei nero in volto" si dice all'abbuiato il fumo è nero come la pece così scritte minacciose sui muri il cuore è nero di rabbia e "ti faccio nero!" s'usa allo stadio nera è la benda dell'occhio guercio del pirata Barbanera.... Difficile è portare sul corpo e nella mente quel colore: occorre scaldar coraggio.. Supermercato Sei alla cassa e lasci passare sei in pensione puoi aspettare.. e allora cogli chiacchiere voci di straforo la mamma che strattona il bimbo strappando il Kinder il vecchio tremante che perde per strada il cartone di latte che solo raccoglie la coppia per mano in visi graffiati dal tempo che passa avanti senza acquisti guardandosi la cuoca provetta che detta ricette e il padre in carezze alla figlia distratta e sfuggente e liti e risate , progetti e dolori confusi alla voce gracchiante di Venditti ......poi per caso osservi un secondo il volto distante , gli occhi provati da conti e domande le mani da sole che svelte raffazzano merce : Giovanna,cassiera da anni al supermercato pare ormai robot dimenticato un poco arrugginito senza più voce e con un sorriso stampato e sbavato che attende un regalo: un giorno completo da mane a sera senza vedere Yogurt e gruviera. Giovani oggi I giovani oggi li guardo negli occhi li scorgo immersi nel presente in paura del domani, minaccia inquietante, intricata, enigmatica sconosciuta in mistero: alcuni giocano con la vita altri guardano a noi in attesa pochi progettano strade lastricate spesso solo rii asciutti c'è chi domanda a se stesso,solo oppure festeggia i suoi anni e ci son quelli che negli occhi mostrano il peso della loro giovinezza. Orizzonte Il mare e il cielo stasera son neri come la pece sembrano foglio dipinto tutt'uno ma a ben guardare scorgo una piccola fioca scintilla è la cruna di un ago ed io sottile divento sono filo che passa e sparisce beata là in quella fessura. Cieli Tanti sono i cieli quelli francesi azzurrini con nuvole alte e pastose o il cielo plumbeo sul mare cupo e minaccioso e poi quei cieli neri d'Africa pennellati da ombre o quello profumato di zagara che riempie in estate persa ma su tutti mi punge e mi chiama quel cielo di stelle a Gennaio caldo tra geli coronati intorno cielo di stelle piccine punte di spillo come capi di bimbi che hanno seguito in scia la famiglia: poppare da una stella è meraviglia. Come sei vecchia Stasera luna secca e grinzosa passi dritto e vai adagio e i tuoi mari paiono buchi sporchi in cui annottano pazzi pensieri del mio poetare. Acqua di luna Mia luna ecco ti vedo strana sbuca dall'occhio quello destro di mare un cartello "che fai stasera?" e poi subito a comando da quello sinistro di lago un altro "t'aspetto ,vieni..." si gonfiano le gote pazzerelle a stantuffo e dalla bocca esce rivolo rosa di fiume e la lingua a cascata arriva sul mio prato e mi prende con mano di tenerezza m' ingoia dolce e io ci entro tutta. Frutti Ma se uno trova se stesso e ne sente il canto sente d'esistere bocca e sangue e vento quando guarda i frutti che ha generato siamo tutti terra di nessuno una melma fetida che svuota ventri sul nascere? Sono frutti quegli alberi acidi e senza vita la cappa nera sulle culle le mazzette di schiavi la polvere dei fuochi sulla via le stragi senza nome la menzogna sovrana le risate di chi inneggia contro contro di me,di te,di lui l'impunito che sbraita in tv le coscienze ammorbate che più non sanno nè vogliono sapere perchè l'oblio cancella efferatezza ormai. Noi siamo a un crocevia dove fischiano pallottole o suona il vento: cerchiamo ancora con le unghie e i denti quella strada. Ma tu amico da che parte stai? Ma tu senti con me quell'insano e funambolesco sussulto, quel morbo da belva assetata che prende la sera al primo buio e scrivi e scrivi e ti pare solo così di rimboccare tante coperte di lettini in fila solo così di balbettare su quel tram che porta via balbettare lemmi d'amore solo così d'imparare tanti idiomi mangiare lingue ibride da calmare il mondo ma tu sei accanto in quella smania che povera me mi fa sentire ancora una gran voglia quasi tanta da morirne di vivere e strappare con i denti le gabbie, divellere terrore e morte con i versi trovare giustizia martoriata con la pausa o la rima girare in lungo e in largo nella stanza in giostra a trovare metafore quando manca l'aria e la forza selvatica ti salva? Ma tu amico mio da che parte stai? Dimmelo solo ora e poi mai più. I fuochi del cuore Ho libellule che sfarfallano dentro la retina sentinelle del cuore che tengono morbida la porta mentre m'avvio per scale a doppio senso. I fuochi del cuore oggi si placano e ne sento respiro. Dopo una notte alta domani sentirò ancora lo sfrigolio e le ali leggere che mi danno un senso. Che tu sia Che tu sia qui o altrove, nel bosco in attesa del lupo, che tu sia veliero o ancora, che tu sia prigioniero o padrone assoluto di questo vento che ho dentro, Che tu sia approdo o inferno abbraccio o sanguisuga incenso o gramigna amore o morte. Che tu sia vena sul collo pulsante inizio poi fine di una storia qualunque, senza mai rinnegare te stesso fiero di ogni mio progresso rinuncia all’ eccesso di essere umano ma fuori contesto. Tinti Baldini feat. Maria Attanasio Se fosse Se fosse oltre oceano lo sentirei quel suono di cembali di timpani dorati a squillo lo farei entrare come sempre aprirei il battente ben oliato e lo socchiuderei piano per lasciare note attorno sommesse a chi vuole ma non lo sento dove trovare le musiche di strada ragazzi sfavillanti a maglia a strisce dove vagabondare se le strade affollate sono deserti e il cielo sopra è nero l'odio copre volti e ragione e non c'è posto per il mio cappello a punta la sottogonna rossa e il mantello fuxia? Non mi resta che lavorar parole solleticare lemmi trascinare sillabe lambire la A gustarne il sapore e cercare dentro il mio amico che è lì in attesa di cantare. Forse...non è il momento... Dove vai tu così simile al silenzio figlio e padre che su di me ritorni cieco? Sono le nocche perdute in affanno gli inganni al giusto i tristi umori del tempo oppure il vuoto di candore biancolatte che non trovi? E pensare che se guardi bene c'è ancora negli angoli del mondo argilla odorosa finezza di sguardo e cipiglio d'uomo. Se lasci nel pozzo la lingua che morde la schiuma di parole il caos di bocche che triturano sogni allora è il momento che tu mi apra il cuore. Bestia ovvero chi deve essere tollerante? Se spingi con pungolo appuntito dentro recinti putridi e attiri fuori all'alba con la carota se frusti diritto e rendi schiavo trasformi uomo in bestia affamata e poi t'infuri se ti morde la mano? Anche oggi Cerco nell'altro una anima un gesto le spallucce o il collo sulla spalla oro negli occhi solco fresco o balocchi di ricci un inciampo di voce una mappa di ieri o un cratere d'oggi un punto di intersezione e un incontro su Sirio dopodomani cerco in te me solo e anche oggi. Mia musa La mia musa è un cirro sciolto al tramonto su tetti rossi a sparire. La mia musa è sulla soglia ghiaccia che mi guarda sgorgar parole. La mia musa è amico attento dietro i vetri appannati che cerca in me vento e lascia orme sulle mie. La mia musa sei tu madre spenta di occhi che vuoi amore ancora da chi non può. La mia musa sei tu figlio e padre fratello ebreo musulmano cristiano buddista e ateo in attesa di mano che pare sasso. La mia musa sei tu ragazzo che ridi le stelle su dal monte e pascoli illusioni. La mia musa è terra di ginestre di cactus e girasoli sa di rosmarino e mentuccia di sabbia e calcare basalto e ossidiana di vento e cenere mangiata rigettata ma sempre lì per me. Abbia pietà o musa ma in questo caos di morte di soprusi e lacrime di nero e bianco costa talmente tanto cercarti che ti aspetto. Ispirata ad una poesia di Boll Un poco Ci sono giorni ore minuti attimi frazioni millesimi anni mesi in cui non si riempie più il cuore troppo dolore intorno lo ha svuotato troppo male lo ha scottato e allora s'aspetta a bocca schiusa una pioggia di stelle che si posino dentro e non lo facciano morire un poco Buio stregato C'è un'ora alla sera quella invernale che il buio cambia il suo buio e per magia se il silenzio è tuo vedi l'oleandro assonnato e la iukka sbucare punte nuove a cielo aperto le case attorno funghi appena nati e la soffitta tana di merli in amore. Risuona gorgoglio di nascita e ti pare d'esser seduta dentro il tronco di quell'acero là sulla collina e che le braccia s'intreccino con fili d'erba e tirino verso l'alto ma ben conficcati a terra. E' sensazione stregata che passa quando il buio ridiventa ancora buio Tu che guardi il mare Tu che guardi il mare e ne senti voci tu che strappi risacca e ne porti umori ebbene tu sai tu conosci la schiena che s' inarca e si scrolla da brividi di un dolore sordo eppure tu sai come è quando si mangiano le notti e i giorni perdono colore le macchie di caffè sulla tovaglia le vene che schizzano di fuori i figli che non trovi o se li trovi sono d'altri i versi che s'offuscano di slabbri la seta che arde sui seni e la cerniera sembra una prigione. Tu questo sai e guardi sempre il mare. Verità Sul labbro umido sta poggiata da tempo domanda in inquieto silenzio d'afasico rimando: perchè dolore e sopraffazione fin dalla genesi del mondo iniquamente sono distribuite? Ed allor scaturisce prima ovattata e poi dardo abbagliante risposta d'amore indispensabile cibo al cedimento cupo amore che da solo contiene e possiede il vero, vergine e puro in altra dimensione. Presto Occorre al più presto inventar parole che riempiano vuoto dentro il petto dipingere arazzi variopinti su palazzi e città costruire da rabbia ruggente nuovi volti evaporare spettri già lontani non scappellarsi a baroni e signori nè metter più toppe alla nostra dignità. Buttiamo alle ortiche i vestiti quelli che han coperto tante infamità. Ci hanno detto Ci hanno detto lo ricordo bene di non essere gregge di pecore. Ma le pecore quale peccato hanno commesso? E se E se fossimo dentro dentro una bolla una bolla di sapone in cui c'illudiamo di vivere un'esile nuvola che pian piano si rimpicciolisce soffiata in cielo da uno sconosciuto che già ha provato e vinto? Volti Volti d'uomini dabbene che con noi hanno spartito passato in futuro migliore volti di chi ha compreso lingue diverse e ne ha toccato gesti lavandosi il volto con la stessa acqua volti di chi s'è fatto rubare amore e figli per mondo giusto volti che colorivano piazze e palazzi con il loro stupendo segno ecco quei volti cominciano nella memoria a spegnersi come foto scolorite d'altri tempi s'incontrano di rado e non rispondono. La stufa Mi dicono che piccola piccola preparavo palline di carta di giornale piccole piccole le mettevo in fila come soldatini e con calma le riponevo ad una una nella stufa spenta chiudevo lo sportello e poi di nuovo meticolosamente fuori e poi ancora dentro e fuori un poco come ora faccio coi versi dentro chiusi e poi scoperti ma subito rimessi in quella stufa che è il mio corpo caldo che li nutre. Alba E' alba di notte non dormita di perdita di cielo e tomba di sogni. Domani sarà alba che raccoglie nidi e stelle vergine di melanconia. Metrò Mi siedo e guardo fuori il nulla. Un lento rossore mi appanna gli occhi e mi assopisco. Sono gli odori di sudore misto a forte profumo che mi ridanno il senso borse,zaini cartelle e coperte in affanno d'attesa. Davanti a me si siede fischiettando un ragazzino di tal grazia che pare sospeso e allora di nuovo mi si sgrana nel petto goccia di vita. Ci son parole Ci son parole che mai si dovrebbero dire nè pensare ma il non detto annienta benchè la spada entri piano. Biglietto di prima classe Guardi dal finestrino scorrere veloce sorrisi in lontananza nebbie di tramonti polveri sottili di bocche e barlumi di notte. Troppo rapido è attraversare un mondo senza gustare notti eterne in valli d'argento. Occorre,se c'è il tempo, acquistare un biglietto di terza classe... forse va più piano. Povero cielo E' tardi questa notte gli occhi amici di case e strade son serrati. La sdraio gialla aperta tutto l'anno umida mi guarda e non mi accoglie. Il gelsomino alto ghermisce polvere e non sa più di vento. Le stelle hanno occhiaie dolenti di sporco azzurrino non mi indicano percorsi in vapore ma un silenzio di fratelli che guardano un povero cielo. Hanno rubato hanno rubato la luna a donne senza scampo a bambini senza... alle lucciole che si nascondono. Hanno rubato le stelle a mia madre senza un senso alla mia vicina senza seno e a Luisa col seno nuovo. Hanno rubato il sole a terre slabbrate in fumo a Luigi che non ha occhi alla badante che perde denti e identità a ragazzi senza specchi del poi alla mia pelle che scolorisce. Non basta dipingerli spessi con pennarelli indelebili, su spoglie facciate. E quando E quando in sonno che ancora si scolora il buio viene squarciato di sole estivo, forte, smagliante quel sole che fiacca membra di contadino la fronte di chi sostiene muri gli arti scuri e stremati di piccoli è lo stesso sole che scalda montagne innevate mare chiaro di squame veste pallida di seta è quello che sovrasta donne chine sul greto e irrompe al petto di chi è in buio di vita. Ed io lo prendo tutto . Sette paia. Sette paia di scarpe ho consumato da mane a sera a carpire il segreto a scoprire il mistero di notte infinita senza buio nè luci per aprire pian piano ed accedere nuda ad un mondo aperto non intaccato da torbide coscienze. Ho raccolto stracci e ampolle soppesato calce e granito ho assaggiato bufera e tramonti infuocati e scolpito sul viso quella lama che fende i monti. Ho indossato poi fogli scolpiti e silenzi bianchi di neve ed il mistero era lì in quella voglia dentro di noi di spirito in sciame. Notte Che pace è la tua? La pace dei morti, di ore sottratte alla vita? Tu non scendi invocata da chi ti conosce conosce le veglie il buio trafitto in mare di nero sfrecciante! Terra Se muori in un luogo diventa tuo, dove t'attende casa camino e donna amici in festa o in triste lutto è tua destinazione, oppure sito sfumato in ricordo d'amore è tuo come zolla d'esilio e di dolore, senti di possedere quella valle vuota dove passano orme ormai stanche o paese abbarbicato visto e fotografato o fiume secco di lidi lontani fermo negli occhi globi dell'emisfero. Ecco il tuo paese. Condizionamento Siamo tatuati da gene di traccia indelebile da luogo natio cultura e gruppo d'appartenenza. Ruoli su ruoli cuciti addosso etichette stampate sull'uscio e non nel cuore pulsanti e tecniche in veste di anni clima e cibo già precostituiti l'altrove quasi un sogno in identità-prigione. Allora briciola di libertà rimasta sarebbe solitudine d'anima? Condanna Siamo condannati a guardare e capire senza scampo Siamo condannati a volgerci in alto verso fumi e luci artificiali senza veder le stelle. Siamo condannati a veder fabbricare strumenti di morte da chi di morte ha già il corpo pronto. Siamo condannati a sparger lacrime vane in ghiacci di silenzio d'intorno. Siamo condannati a sapere e a non saper che fare. Bellezza. Non canta l'anima non tentar di farla sorridere non vuole più sottrarsi al dolore manca d'aria e respiro di spugna sulla bocca incatramata. Non rinuncia, ha sangue di fiera nelle vene e vuol scrutare nello sguardo rapace del vile nel lercio che di pinguedine riempie palazzi e mercato ove cani e ladroni vagano venditori di fumo e di falò. Non sopporta più tacito silenzio e mai riposa in labirinti spenti ma sovente si sofferma a pensar "Potrò ancora far nascere bellezza?" Segreto Intossicati in vorace stordimento di ritmi tecnologici e stranianti conserviamo,vi prego, in incubazione calda e cullata con amore la fantasia di riscoprire la parola pura d'essenza desiderio del vero mistero turbamento benefico del bello incursione d'affabulazione richiamo interiore d'attesa retaggio atavico di radici flusso di dramma non dissimulato immersione in voglie e passioni di natura in tempesta disegno di vita nella vita morbido all'imbrunire come fiotto che esce lento da ferita quasi rimarginata canto che riempie il cuore nell'eterno divenire: questo appare ora e qui unico sorso di mosto prezioso. Stella Ho comprato una stella ci sono entrata e l'ho fatta mia è quella che vedo a una cert'ora a Maggio in cielo lento di scuro tra basse nuvole poggiate sul mare è ad oriente di luce quasi opaca: mi ci tuffo in armonia d'ignoto trascorrendo lassi infiniti in corpo galleggiante di trasparenze evanescenti e tra le buche scorrono acqua e vento calore e gelo in sensazioni che nulla hanno d'umano e promettono eternità in scie umide ed ardenti: sarà questo, per caso, il paradiso? Illusioni Su cieli sfocati appendo antiche memorie su pareti spoglie attacco pensieri di vento in acque sfuggenti depongo attimi d'immagini in ombre di luce immergo il volto: ho creato luogo delle illusioni. Ieri Ieri l'aria sapeva d'acre la saliva odorava di polvere e la brezza levantina di dolciastro spumante avanzato. Le pietruzze sul lido giacevano afone la buganvillea secca copriva il gazebo a mo' di gabbia. Il merlo da solo non sguazzava. Pochi i turisti col cappello osservavano nubi di sghembe fattezze ed il sapore di mare era spento. Anche qui è arrivata la cenere la cenere di troppi morti e mi ha fatto da coperta stanotte. Di solitudine Ti sfiora con tocco di brezza sottile affascina e circuisce: ingorda la divori. Poi sfuggono in rincorrersi di cirri tessere di mosaico in piena pensieri ad uno ad uno e gonfia dentro il caos. Quando finalmente s'infila pian piano in morbida danza nuoti libero in patina di silenzio. Lascia Lasciami vivere soffi leggeri di felicità senza sguardo giudice o mesto carezza la mia gioia e diventerà qualcosa di grandioso. Lontano Tacito pensiero arriva accompagnato da tremore insano di sentirsi un giorno lontano dal rumore del tempo e dimentico del piacere dell'imprevisto. Nuvola blu Due ragazzi sottili incerti si tenevan per mano giocando col tempo. Poi entrò prepotente torrente in piena: bastava uno sguardo appena e corpo cercava corpo nè altro pensiero riusciva a farsi largo tra i rami se non passione e struggimento e poi ancora ed ancora e la natura era complice amica d'anfratti e boschi di tigli. Ogni giorno passava senza nozione ovattato da suoni gesti e parole di bambini mai paghi in ricerca di gioco di sensi,d'arguzie e lazzi. A volte sentivano all'improvviso bisogno di quiete d'animo e membra ma in breve attimo come tradir l'un l'altro infilandosi attenti a non toccarla entravano dentro la nuvola blu. Demoni della notte Perchè staccare contatti lasciarsi scivolare in morfeo e poi sentire ai primi bagliori un vuoto di colori sfumati volti e dimore sconosciuti evocanti inquietudine di fantasmi in ebbra allegria e piacere ignudo di taciuto ambito in bianchi labirinti come al tramonto di mare immagini al di là toccare con dita di roccia allungate all' infinito e subito afferrare in frenesia ingoiando tutto tutto dentro e buttando il falso in fondo al pozzo. Amiche È bello quando entrano nei miei pensieri ci camminano dentro scalze e morbide a volte s'accucciano oppure passeggiano per mano e ridono o piangono sommesse si fermano a lungo per attimi una sola gira e canta e m'arriva la voce poi silenzio d'intesa e le parole diventano un unico pensiero il dolore uno solo e la gioia un inno. Sembra un campo di grano e girasoli. Sensazione E se la mia vita quella che scorre e non vedo è già stata raccontata da qualcuno a chi comprende e m'osserva nel mio andare scivolare e salire scendere e collocare trasportare e cucire sollevare e stendere placare e aizzare domandare e rispondermi e se la storia fosse troppo mossa come un nastro di raso un po' demodé oppure un poco lenta come un tango tanto da fermarsi a metà del racconto? Allora è questo stacco a cui m'appoggio. Pera In cantina ho ritrovato vecchia Odissea smangiucchiata dai topi con copertina nera e rigida e scritta in rosso argentato: nella prima pagina nome e cognome e classe IV Ginnasio e ghirigori vari tutto in grafia morbida perfettina che non riconosco e poi una pagina piegata quella della prima interrogazione poi altre stropicciate e vissute e altre appena lette e poi studiate a soffio col Bignami e poi a metà libro due cuori e la freccia e le gocce " Tinti ama Alberto" quel ragazzo del primo banco brufoloso e sottile a cui, in cambio di formula passavo greco e latino. Nell'ultima pagina un po' strappata compare abbozzato l'inizio di una lettera "caro Alberto ti devo dire che mi piaci ma non ti amo.." Ecco che mi riconosco: incapace di trovare una misura , vestita di bandiera cruda e ferrea quella della sincerità che spesso mi fece cadere come una pera. Fuga di giorni Scappano da sotto la gonna si rincorrono e fuggono sembrano quei bambini che al parco, se li osservi troppo, s'allontanano e ti guardan strani oppure occhi che cerchi e ti sorpassano veloci senza freccia o quel ragazzo sui gradini che se ti vede di schiena s'avvicina e poi di petto chiede l'accendino. Fuggono i giorni come saltimbanchi e spazzano il riso sulla gola in frantumi. Mano Mano solitaria poi tesa per stringerne in attesa mano sorridente in plauso mano che raccoglie e tiene a volte dà forte a tirare soma pesante mano che avanza piano senza disturbare mano che beve da mille sorgenti mano magica di sortilegi d'equilibrismo mano puntata là verso il tramonto in veglia soffice mano pudica anche un po' smargiassa e infine inquieta. Pavlov Sempre e per sempre in cerca d'amore volto che muta appare eguale riflesso anche in assenza illusione mai paga macchina che riprende stesso tema cambiano solo luce,tempo e spazio. Tutto in affanno d'eternità. Nebbia Ed ora la nebbia salita da foschi recessi del cuore ricopre il paese incantato di sogni si spengono voci affogano suoni soltanto stridii d'uccelli rapaci non s'ode parola ma triste naufragio al fondo d'abisso di nera pietra che scende nell'imo ma pian piano dirada la nebbia e mani che svettan carezze gettano sassi dal cuore. Amore Chi può aiutarmi a usare l'unica arma che può vincere e definitivamente sconfiggere l'inaccettabile visione del male? Quale finestra del cuore quella giusta occorre aprire per segnare la linea dell'orizzonte pura e schietta? Quale sentiero seppur impervio occorre percorrere convinti che l'amore solo può dar speranza? Non mi bastano più i sogni o i pensieri astratti nè la consolazione della poesia. Cosmo Quando vedo ruscelli devo sentirmi acqua che scorre rapida e fresca di sassi ed erba se cammino tocco selciato e muri e divento terra o polvere di marmo se tocco le mie rose ne mangio petali succosi e sono fiore che sboccia va e poi torna al mondo se osservo stelle sono luce lieve passante in cielo se sono in piazza sono gente quella stessa di caccia e raccolta solo così sento pace di dentro altrimenti se m'incupisco per un bieco sorpasso divento nulla e mi spengo pian piano. Fiducia Da piccola in casa mia la porta sempre aperta sia di notte che di giorno perchè "se qualcuno passa e ha freddo,fame o piove ,che fa?". Ed oggi con braccia scarne ed allungate spesso mi trovo a chiuder quella porta per diffidenza altrui. Così mi par di tradire la mia storia. Libero Non occorre dar sempre retta a chi ti dice o intender fa che sei esaaaageeerata che troppo esprimi o soffri da smodata. Devi frenar risate cristalline umori acerbi passioni e delusioni dentro guscio saldamente serrato affinchè altri non ti senta intruso? Non badar troppo chè passa coraggio in mondo di appassiti vedi colori anche se non sono e se ti garba abbraccia chi ti pare. Il calore che emani sarà sole per chi lo assapora e prendi le tue mani tra le tue e sentirai forte un sentimento libero. Vola col vento su giovani sorrisi scorri come acqua chiara vieni dove si posa la notte va su prati di sangue e deserti di guerra o allodola dolce di pace copri d'ulivo profumato tutto ed io t'aspetterò fischiettando. Tantum potuit suadere malorum. Scorrono incessanti asciutte immagini, flutto perpetuo con lo stesso tono la stessa cadenza nere spietate inspiegabili illegittime pantano d'abuso rumore di morte di poteri perversi di giochi di ghiaccio d'odore di soldi senza che nulla muti sul volto di chi parla e di chi ascolta. Il grande fratello ha colpito : automi coperti di pelle abbronzata e tesa. Ha ragione chi dice che se dio esiste bisogna che abbia una buona scusa. Paure La morte appare a volte salvifica risposta al mal di vivere. Immagini eccitata pianti e rimpianti davanti alle tue ceneri. C'è chi sparge fiotti chi finge di amare. Poi qualcuno mormora "l'ho sentito muoversi dentro" e tu ritorni nella gioia della paura. Muro E' tornata la calma davanti allo schermo il vortice ribollente s'è chetato dinnanzi a quel muro grafito debole sfiora ancora vento quasi spento ricordo di burrasca trema nelle mani che avide batton tasti il ritmo s'affievolisce ed escono sul foglio parole salate di pianto quelle fruste di chi si sente ramoscello allo sbocco di valle rigagnolo di fango parte di un ordigno scheggia impazzita o scabro sasso mangiato da salsedine e tempo. Poi le lettere magicamente lasciano il posto ,quasi scansate , ad altre nuove colorate di cielo piene d'alghe succose e di rocce che sbocciano dall'acqua come enormi mantelli rifugio a membra stanche. E il corpo riprende sua forma e il cuore che scrive salpa di nuovo e di nuovo s'immerge in altre affollate maree. Guardare oltre mi dice un amico guardare oltre il dolore un altro che qui siamo in transito e là c'è casa che aspetta altri che basta vedere un sorriso quello che inizia dagli occhi e finisce alla punta dei piedi e lui che il dolore attraversa e punge mi dice che noi siamo un torrente d'alpe quello che inizia piano e sembra pozza di fango e poi scroscia come oceano. E allora hanno ragione. Sono quei fiori strani che strisciano oltre il cancello l'oltre. Dalla luna.. La luna guarda la terra e le sembra mondo tranquillo,in pace solitario,bello. Poi,curiosa fanciulla strizza gli occhi per aprire un gioco con chi vede piccino e amico. E allora vede una specie d'animale particolare che ha fame ,sete e paura vede uno schermo enorme che proietta dentifrici e stragi,slip e miseria, marmellata e veleni. Allora la ragazza azzurra chiude lo sguardo e pensa che laggiù quel suo amico piccolo e ridente che gioca con i gamberi di fiume dovrebbe cominciare a rimpastare sabbia con vento e mare e profumi e modellare un corpo nuovo che assomigli almeno un poco all'uomo. Fango Fango su corpi che invano si dibattono visi di pietra scavati: bave di vento suonano marcia di morte mentre la luna versa lacrime ché sapeva… sapeva che doveva accadere. A quanti trema il cuore a quanti vili che sapevano la notte scorre in dolce abbandono quanti sentono le case attorno fischiare una musica stridente che appanna i sensi quanti riarsi dal rimorso pagheranno? Se potessi Se potessi tra lanugini rade di soffice pensiero se potessi tra more e rovi vivi di punte al vento se potessi con i versi far sentire quanto dolore di sorda toccata attraversi la vita avvinghiato magicamente a incessanti conoscenze racchiuse in anima ma libere di fuggire quasi a sfidar il sinuoso rilievo del vivere allora forse sarei poeta. Ho scritto Ti ho scritto con la mente milioni e milioni di lettere mai spedite cantavano di vita e d'amore odoravano di me in ogni segno ora raccolgo ad una ad una ogni virgola,vocale,traccia e le deglutisco qui in tre scomparti dentro uno a due passi dagli occhi l'altro accanto alle labbra e l'ultimo il più piccolo ma segreto dove ci sono ancor radici da esplorare. Amo Amo l'odore dell' erba umida la sera la lucciola che mi cerca complice d'occhi le nuvole grigiorosse che ballano in coro quella rosa bianca che sempre m'accompagna piccola come nicchia amica amo la luna quando mi dona ultimo spicchio ammiccante e m' offre diamanti il rumore tenue di carta del mio libro di sempre il pc che s'accende e mi chiama le voci amiche fili in note sullo schermo amo il tuo sudore ragazzo che mi chiedi la consecutio e vorresti volare e te donna che mentre t'affanni sogni terra che s'affaccia sull'oceano e alle tue mani nodose tra le schiume a te piccola d'oro che temi il vento e null'altro ora e apri braccine al mondo a te figlio che m'ami sempre comunque a te figlia che sfiori vene e strappi con capelli di seta alle tavole calde di sapori amici al profumo del tempo tra pane e cipolla amo te che sei qui in braccio e ti sollevo amor mio tra sole e uccelli pinete e boschi in un mare d'aurora. C'è un tempo per ridere risate a garganella far solletico alla luna cavalcar gabbiani far capriole al mondo e capolino alle stelle. C'è un tempo per piangere forte urlo di lacrime appassite per sentire nel ventre curve sinuose da abbracciare. C'è un tempo per mutare forma e cuore e c'è un tempo per spegnere la luce. Il tempo per amarsi e amare è sempre. M'ero scordata, uomo, di dirti quanto poco vale il tuo sapere se l'usi per avere e potere quale mescita insulsa è la tua domanda "sono qui, avete bisogno di me?" se ascolto è spento e pupille sono rivolte in giù quanto misero è il tuo cuore se le tue carni obese sanno di troppo le tue braccia strizzano limoni le labbra stridono d'amianto e le gambe scavalcano dolore Mondo che dorme. Non trovo memorie nel mio spazio che portino lontano sono ferme di senso e d'attesa. Dorme il mondo accanto il popolo si mesce di false promesse e fermo si dà al finto amico e forse ignora il gioco fasullo quel rumore di fondo che svuota sensi e lede ragione. Si dia largo ai sogni ai desideri e all'arte si apra la porta al giusto pensiero si aprano gli occhi chè dobbiamo vedere si entri di forza col cuore caldo laddove l'erba pare seccata. Quell'acqua di fonte che serbi fanciullo in otre di rame versala a getto e giorno per giorno senza mai fermarti. Luce? È quel brivido se cerchi la luna nel pozzo e la trovi e ci giochi in palleggio di sogni e la metti lenzuolo cuscino e sciarpa la mangi a colazione con il miele la porti a raccogliere more là sul ponte Il brivido di luce poi rimane Eravamo Viaggiavamo a braccetto fuori scuola sempre noi quattro La spilungona e la script language=ciccia quella tra nuvole e piedi grossi elastico e libri sulla spalla risa e domande e faccia rossa dal gelo. Tu ragazza tonda e saporita sei salita sui monti per l'aria pura e non sei più scesa con le tue gambe tu nuvola di panna, un poco svampita sei super mamma tra pannolini e latte e le nuvole le guardi al tv tu alta e altera rispondevi saggia alle domande e ci mettevi in pace ora cerchi l'amore sempre notte e giorno dietro le inferriate ululando alla luna e io con piedi grossi piantati a terra come solidi olmi non trovo le radici tanto son sotto che scavo e scavo e le mani son badili di ferite. Pace mai Se non sentì Altro tuo fratello Se vivi di rancori E di passato Spesso e Letale Se non temi La notte Quella nera Di coscienza Smossa Allora La terra Sempre Scossa Da falci E urla Sarà M'è rimasto solo M'è rimasto solo un occhio buono bello color del tè per guardare amarilli scavare bulbi e rincorrere lucciole l'altro, velato vaga in altro tempo e spazio raccoglie pulviscolo di stelle e scarabei notti bianche sui ghiacci e tutti in pace silenzio d'odio e guanciali di luna. Lo riprendo al mattino: la notte sta lontano sospeso e vive la sua vita oltre me. Io canto stride a volte la voce per il fumo e il pianto brilla di luce se mi siedo accanto a te ragazza dagli occhi di tè grandi come enormi gorghi che spalmi la vita e la ingoi e a te fanciullino già scosso da pene d'amore a te che nuoti senza respiro e mai arrivi per trovare pace a voi che cercate un futuro e v'incantate ancora a sorridere alla luna a noi stanchi d'ossa e di cuore ma con braccia di rami frondosi. La poesia mi dà il canto Vorrei Vorrei che mi regalassi un paio di scarpe nuove tessute di luna quando è quasi piena e filo di grano ben maturo con lacci di segale scura. Così potrei salire in cima a quella scala alta là vicino al leccio non so dove mi porta ma sento dal profumo e dalla sua leggiadra forma che arriverò a toccare Sirio la stella che da bimba immaginavo fosse luogo d'incontro dell'amore. Aiutami a salire dolcemente conducimi nei primi spessi gradini e poi lascia la mano ché da sola debbo spingermi a forza spazzando via dagli occhi nubi e uccelli neri e sentirmi libera in pensiero. Quando sarò arrivata ti farò un fischio e se vuoi puoi salire anche tu ma attento che sull'ultimo gradino solo due scarpe possono volare. T'affido T'affido amico di parole compagno di scritti germano di pensieri e di strappi di giravolte sul foglio e di macchie nere di ghirigori e gorgogli t'affido tutto il mio non detto di cui sentirai olezzo e forma spessore e suono se mi prendi la mano e la stringi simile all'edera che avvinghiata assorbe l'intimo. Nelle tenebre Occorre saper trovare sgranare e poi dire leggere a voce alta e poi piano macinarle coi i denti triturarle e ributtarle fuori occorre saper illuminare le tenebre con parole d'amore. Abbi cura Abbi cura di te amore mio togli dal volto nota cupa e fitta di dolore fatti avvolgere dal vento e sentine mistero. Abbi cura di te mostra bellezza quella al plenilunio candida di luce come fanciulla al primo bacio. Abbi cura di te chè il sole negli occhi ti desti e terra nuda ti vesta e sfiori e la pioggia sia dono d'amore. Abbi cura di te amore mio così le mie tempeste mi sembreranno un vezzo. Ecco Bacio scocca ragazza da quel mare girandola bagnata di sole e m'apparto a guardare. Uncino Quando quell'uncino agganciato nel cuore non tira e strappa apro tende e balconi ma una nube senza ragione prorompe è quella di chi gioca con la vita d'altri affermando d'essere nel giusto. Allora chiudo porte e serrande e mi riprendo la mia mesta melanconia. S'annega Quando febbre t'annega nello stagno allora ti sussurra suono di vento e nuovo sangue palpita. Credo Credo sia amore davvero se il profumo di bergamotto mi trema se le gambe languono per Giorgia se le le stelle mi parlano e Amado m'incanta se la zuppa di luccio sganghera visceri e poi li placa se piango quando vola Chagall o canta Faber se le piastrelle ocra m'innamorano e la coperta di lino trasuda baci se il tappeto Kilim mi pare magico e la mimosa fiorita paradiso se ripasso peripli di terra e gemo e la nidiata attorno è maraviglia Ora riprendo fiato per te amore mio. Solo se Solo se quel dolore d'onda anomala che t' afferra e stritola annienta e strazia toglie respiro e sensi scarta segreti ribalta visceri e squassa membra solo se lo vivi tutto e centellini fitte e sbraghi succhi lacrime e mangi tormento tutto e poi mentre affoghi ti tiri su dai cappelli all'ultimo e a fatica solo così comprendi l'urlo di madre per il figlio straziato i gemiti di bimba svelata i tremiti di vecchio senza tempo i segni sulle tempie le frustate d'amore la rabbia turgida di chi è senza tetto di chi ha perso le mani e il cuore di chi frantuma il tempo con i buchi o lo riempie di sogni fasulli di un popolo senza terra o senza onore di uomini che vagano sull'acqua e nell'acqua si perdono di chi chiede giustizia e riceve morte solo così senti il dolore di tutti quello vero a cui non fai sconti da cui non scappi seppur vorresti. Solo così Chiedono Se passa e come e perchè dicono di far tornare la luce da quel buio impastato di calce affermano che la vita va avanti cavalcarla bisogna trovare il senso nelle piccole cose togliere dal petto macigni come fossero fuscelli strappare velo dagli occhi che cambia i colori ..................... Ma il dolore è persona forte comanda al vento e alla pioggia è padrone di mare e di cielo straripa dai deserti e dai ghiacci lascia corpi senza volto e strappa anime. Occorre viverlo tutto tenerlo a braccio e farselo amico altrimenti diventa te stesso. Quante storie Quante storie ho da raccontarti piccola del salice piangente che raccoglie passeri le notti tiepide di Giugno della tortora Billa che entra in cucina e spazza briciole e malinconia del ranocchio grasso e pomposo là nello stagno che sembra principe a ben guardare del mirto profumato che strappa lacrime mentre cuoce il porceddu del monte di Portofino intatto e sano che bacia il mare e sorride delle casette di fate di Camogli color di cielo e sabbia e di stradine tra i rovi dove giocare a prendersi con le trecce al vento di..... piccola ora te le racconto in abito da clown domani avrò davvero le guance rosate non più dipinte. Ali Ma voi che v'imbrattate di calce e sole d'abbaglio di lamiera che scivola di mano e t'accartoccia e voi che rispondete a ogni richiamo senza posa nè spazio dietro un vetro o voi che aspettate all'angolo di vento un sì per oggi e voi che chiamate vivere chinare il capo a chi vi compra o voi che vivete in trottola di fatica tra pannoloni e puzzo o voi che non conoscete il giorno che vivete la notte senza amore ma non vi siete accorti che state come i pipistrelli a testa in giù non avete capito che vi stanno rubando la lingua per parlare le orecchie per sentire il cuore per palpare il futuro le ali per salire alto. La terra senza voi trema e il cielo è muto Non avevo capito che quella bocca chiedeva in urlo basta non avevo capito che la mano appesa alle mie gote era di preghiera e le parole spente erano supplica in canto lo sguardo d'agnello no al martirio. Non volevo capirlo amore mio e ti guarderei ancora a vita chino il capo senza più passione. Ora ho capito che la tua pace non è la mia. Che le stelle ti facciano da guardia mentre passi. Levarsi Per levarsi occorre leva e poi per sollevarsi occorre lena e per guardare alto occorre cielo e perchè ci sia cielo occorre candore di cuore e perchè candore ci sia occorre far pulizia dentro e fuori. Oggi ho fatto pulizia dentro. Sera S'era di festa e sera era nei cuori. Rinascere? Se potessi nascere di nuovo aspetterei di saper per certo che certi ceffi con muso a sorriso e le mani dentro l'altro siano spariti e più non si riproducano che il vento e le nuvole il grano e i papaveri le oche e i passeri ci siano ancora che la polvere spessa e il puzzo di marcio siano stati spazzati da una giovane tramontana e che i bambini giochino in strada o in piane di luce colorati di sangue rosso nero giallo e verde e che la luna e e stelle mi guardino di nuovo d'amore materno indicando la via.. Non più occhi senza domani o sguardo cupo di belva via dolore assurdo d'impotenza. Ritorno di fantasia contro il nulla. Altrimenti non torno neanche sotto forma di lucciola. Una stanza tutta mia m'occorre ora con pareti a giorno e soffitto senza che il buio arrivi piano piano senza scosse i rumori di vita soffusi la campana a tocchi segni il tempo i camini sui tetti mai spenti quella cornice a conchiglia porti odore di mare e il salice getti foglioline sottile su lenzuola gonfie e mi copra di verdi lacrime dolci. Ci sentiamo domani e le parole che faresti uscire galoppano in gola tirano le corde e s'azzuffano poi passano tamburellando il piloro gonfiano stomaco e ventre poi si chetano lì e tu le senti più dolci e amiche per domani. Scala Si dice la vita essere salir scale ma se quelli che pattinano sul ghiaccio t'hanno tagliato le gambe di gomito fatichi e se ti tarpano anche le braccia con la lingua sali se poi non ti lasciano pensiero diventi scala. Gira Dimmi che non sei andato lontano dimmi che quel fumo è solo nebbia e il vuoto che rotola e strazia è solo una palla di fantasia dimmi che nausea parlante è solo stomaco troppo pieno e quel grigio di letto e di parole è un racconto di ieri dimmi che il mondo non è fermo e gira. Posso Posso stare qui accovacciata in questa culla fatta di braccia e saliva a leccar ferite ad aspettare l'osso che forse non arriva e carezze che sembrano sfoglie a non vedere il gelo sulla terra l'inedia nei volti e l'occhio rosso di impazienza posso cullarmi con le corde del vento e cantare con la pancia e i visceri suoni d' eredità sepolta. Solo così mi sento in terra innamorata. Tagli e dignità Lei senza mani corpo immobile di sasso pelle diafana e occhi grandi da cerbiatto mani volanti e e voce stanca ma forte usa la testa sempre la strizza come un limone assorbe come spugna tutto e tutti e sa comprende legge vive dell'altro studia senza posa per la sua rivincita e le rotelle le fanno da arti amici e al mattino tra le compagne di classe aspetta ma l'elevatore in bagno è rotto il bidello adibito a lei e assente l'altra si rifiuta compagne minorenni non possono l'insegnante di sostegno ha poche ore e allora lei lascia libero il corpo e l'anima ............. ............ poi sente calda la vergogna dentro. Mazzata...d'amore. Ivan nato nel freddo moldavo ha mani grosse e il viso fine sorride poco chino sui libri dentro mura strette tra odore di crauti e varechina. La maestra gli chiede "come si dice insieme di capi di abbigliamento" e lui pensa e ripensa "tanti padroni ma ben vestiti non come quelli sderenati e urlanti al mattino presto che prendono papà se lo vedono in forma allora al singolare sarà "sfruttamento elegante" e lo dice a mezza voce "ma dove vivi?" "qui ,qui in Italia" Non solo ...segni rallentati se passano nel petto tratti di vento se sorvolano vene volti ingigantiti case piazze punte dei monti che feriscono nubi mani veraci amiche moscerini in faccia e terra umida nuovi e vecchi natali ogni guerra pietà inceppate in bocca e amore fiero concimato spalle fraterne miraggi d'Orsa...... ...................sono tutti tatuaggi dentro il cuore. (ispirata al libro"Nel mare ci sono i coccodrilli"di F.Geda.) Ma quando guardi e non vedi sonnecchi di parole smangiucchi sentimenti lesini emozioni copri di talco il vento tra le mani plachi di cibo vuoto dentro compri Cardin e ti pare Dio lavi lo sporco con rivoli di assegni spargi sorrisi da bocca incatramata spalanchi braccia per chiuderle a cerniera attorno a te predichi polvere e raccogli senza sudore allora forse non riesci a scrivere poesia forse... Sguscia canzone d'amore Non ho toccato la porta ma lei si è aperta piano piano sgusciando dai cardini e poi la strada e sulla strada la gente facce di croce e sorrisi di falce ché siamo un po' tutti uguali di fronte al dolore che è fuori legge e colpisce alle spalle sempre quasi le scuote come foglie appese quando t'aspetti tregua mentre rovisti bulloni o scavi pozzi quando friggi i porri o l'ortica mentre canti d'amore o rabberci stracci e sotto un cielo bucato di stelle che potrebbe essere anche mio riprendo il ritmo della mia antica corsa ossa delle mie ossa mi pompo sangue dal cuore veloce e giovane ancora nelle vene perchè ci son giorni di gelo e giorni buoni di neve che mi fabbrico ricordi con le mie stesse mani e allora si allontana ogni piccolo dolore anche per poco riesco a tirar fiato dentro una canzone d'amore Tinti Baldini e Maria Attanasio Guardare oltre mi dice un amico guardare oltre il dolore un altro che qui siamo in transito e là c'è casa che aspetta altri che basta vedere un sorriso quello che inzia dagli occhi e finisce alla punta dei piedi e lui che il dolore attraversa e punge mi dice che noi siamo un torrente d'alpe quello che inizia piano e sembra pozza di fango e poi scroscia come oceano. E allora hanno ragione. Sono quei fiori strani che strisciano oltre il cancello l'oltre. Lenzuola bianche Le vedo ad ogni angolo su ogni volto sull'erba e tra i sassi sono sogni di pulito che scivolano s'increspano alla brezza e ci conducono dove sboccia un croco all'alba di ieri. Sai Tu sai di sofferenza tu che scrivi versi tu la conosci quella cascata che inonda la notte e il giorno tace quel buco all'esofago che mangia carne quella paura del dolore che snatura tu sai dei brividi caldi di sete che t'acchiappano mentre cuoce il sugo e la nausea salmastra l'occhio d'agnello le mani a pugno e unghie e allora se sai fammi ragione del male che non mi quieta trova parole a farfalla sgorga canto di luce dammi la mano sul filo e fammi ridere. Mi salti addosso Vita anche se ti caccio mosca invisa fai solletico sotto il seno dove il neo non sente ragione spruzzi odori sulle nari e mi stropicci pelle e vene riempi la conca dentro di cuori e io riprendo voglia. A fiato corto arrivano immagini di pensiero si sente solo odor di fieno e di ortica smussato dal respiro sen'angoli nè punte piane di vento sono quelle di quiete che scappano sui fili della luce gocce di tempo vivo. D'ogni giorno C'è chi dice che quando arriva spazza la noia chi s'aspetta altra vita dolce di pace chi trema chi arranca chi la canta chi la caccia chi ne sente ogni tanto il rumore chi l' accompagna a carezze chi la schiaffeggia chi non vede l'ora chi vive come fosse l'ultimo e c'è chi sa che l'inizio ha una fine. Sull'asfalto C'è sangue attorno forse di te che cammini su rotaie roventi senza domani e poi torni ferito nella tana o di te bambina che giochi coi grandi e non sai di lupi ingordi e maceri o di te piccolo che assapori benzina e ti buchi i visceri o di te che mangi botte o non mangi per sentirti esistere o di te braccato da mostri che semini morte o di te vecchia cieca e sola che ti spengi sigarette addosso o forse è il mio quello che verso oggi come lacrima per non addormentarmi . Storia antica E' giunta come allora la notte dei pensieri un tempo di amori da nascere e gustare in sogno ora di amori da strappare all'inedia e alle pieghe di dolore che si espande macchia d'inchiostro rosso rosso ancor misto a fuoco. A tocchi a tocchi risuona dentro la paura a volte giovane dorata di scintille perse nel tempo altre albero di notte senza nidi ora oggi fruscio di rotaie che trapassano e poi si perdono tra le vene e il cuore e allora divampa. La carezza del giorno un poco sfredda quel bubbone e la mia di mano grande e amica strappa lenta radici. Vi faccio specie Vi faccio specie vero se mordo unghie come da bambina quando le cose mi suonavano strane se giro scalza su sassi aguzzi correndo dietro scie di tramonto per succhiarne colori se scarto sorrisi senza bocca o faccio uscire parole come palline del pallottoliere e la ragione mi guarda di sottecchi se ho messo le maschere ben riposte in un angolo non si sa mai e il volto è senza trucco gli occhi scavati sono miei e quel velo di ciglia li spalanca ogni giorno come fosse il primo? Sono fatta di erba e di colline e la terra mi esce da tutti i pori le mani sono gazze dal petto turchino e le gambe ragazze all'oratorio. Mi perdo dentro l'aria cristallina il suo sapore e i nidi saranno la notte casa. Senza pace Non trovi nulla che illumini pensieri né carezze al ribes o alla fragola quietano arsura d'anima le parole ragazze che corrono e s'acchiappano tirandosi l'orlo del vestito son per te strali muti di pece e l'occhio ignavo non vede non sente attorno spruzzi di vento. Io non riesco a darti quella pace che avvolge dentro seta molle di saliva e solleva il cuore oltre il muro. L'Aquila Camminano camminano a schiera lungo il viale austero imponente e le antiche vestigia sono vecchi scheletri puntellati si sostengono sghembi e i pali di ferro luccicano paiono protesi a vita. Camminano e osservano chiavi appese e foto e fiocchi azzurri d'attesa e pianto. Lontano sulla collina alveari nuovi in mezzo al nulla e qui c'è Pompei 2 da visitare. M'è presa una voglia di aurora quella carezza di pesca vestita di bianco che aspetta la nascita del nuovo e guarda dolce la notte lasciando scia di fate. Non voglio Non voglio gioire per velone nè ridacchiar di morti a mio vantaggio tutti possono ascoltare ciò che dico nè accettare soprusi a me o a chi non ha voce gambe o luce negli occhi non mi scanso se due si baciano sull'arena siano donne amanti o una coppia di anziani bevo dalle mani di ogni colore e il mio è eguale perchè è d'uomo non voglio lacrime finte ai funerali nè doni per avere ma d'amore non voglio più fingere di capire chi parla e poi fa altro non voglio esser bella di finti colpi e le rughe mi passano in sordina fili di seta sulla pelle quasi in abbraccio voglio amica la solitudine e la gente la musica e le voci d'ogni dove tanto dentro c'è quel silenzio se lo vuoi non voglio salutare di sorrisi chi mangia pane a tradimento so quello che non voglio essere e Montale insegna ma forse chi sono non so scoprirlo ancora ... ..c'è ancora tempo se l'attimo è il mio tempo. Mi piace Son quelle nocche gorgoglianti se tocchi la carta l'annusi come vita e la sgranocchi anche se non vedi e mi lasci passare l'amore nelle vene. Tu ,amico di sempre hai il bello dentro e non ti servono occhi per guardare. Stella cadente Quale desiderio se hai occhi per vedere vuoi piccolo sotto macerie di vita e tu ragazza su strade di buio o tu uomo bambino col mitra e il latte che cola dalle ferite e voi che scoppiate dentro una mina senza tempo di guardare il cielo e tu che dormi senza sonno tu che lasci casa e ti spacchi le reni o tu che non hai più sogni? Vorrei farlo per voi ma manca voce e le orecchie s'allungano a sentire ma sono solo guaiti e squarciano timpano e gola. Tra i pruni Ieri tra pruni amaranto ho trovato una lucciola di brillore arcano l'ho accucciata tra le mani e tenuta calda. L'ho portata lenta nella stanza azzurra e la notte è stata con me a darmi un senso a colorare ricordi a illuminare vetri e seta a smuovere canti ormai sopiti e voci e risa. Stamane non c'era più: s'è portata sul petto ferite e spilli e il mio corpo oggi è una poesia. Piume Voi piume leggere che sbuffate attorno mi fate il solletico alle nari sberleffi alle manie seta alla lacrime latte alla sete di giustizia zucchero filato all'amaro in bocca nenia di bimbo ai soprusi canto di lotta alle morti innocenti abbraccio colmo per muri e catene voi miei morti so che non vorreste tornare a guardare scempio di mondo. Continuate a volare e darmi aria chè mi sento soffocare e non è asma. Merlo e Merlino Il mio amico merlo per me lo stesso immortale da sempre si specchia nella pozza sotto il melo sguazza e chiama a raccolta cinciallegra e rossetto e l'aria si fa un chiacchiericcio amico dove la mia voce suona note di vento. Ecco la magia di merlo Merlino farmi sentire parte bella e pulita. Poi viene l'ombra e i suoni nell'aria sono storpi stridenti sono quelli umani di rabbia e paura. Merlino fammi volare perdere nel viaggio occhi di brace e afferrare pace. Maestri Tu con il numero marchiato sul braccio sorridevi a me bambina carezzando di luce la mia vita e tu mi leggevi Lucrezio e mi spalmavi versi sul capo chè la natura è maestra dicevi e non sempre capivo e tu Giacomo mi mostravi oltre la siepe e oltre orizzonti fendendo muri tu m'incamminavi a cercare l'altrove come corpo morto cade e tu... e tu...amica m'abbracci di saliva e gusto di fragola tu di latte e talco tu di baci selvaggi e tu Josè m'hai dato la frusta da usare quando vedo troppo male intorno. Tanti maestri nel mio viaggio che porto dentro le tasche del cuore e la mia giacchetta la passerò a voi ragazzi di domani. Acqua Un acanto ho piantato per te in giardino in segno di gloria senza guerra e per te una ginestra fiorita di luce e di saggezza antica. Pioggia e acqua di mare ruotano attorno lucertole e grilli mormorano e la sera lucciole. Il sole scorre dentro come fuoco la terra ocra è scossa da mano di fatica e i semi danno vita ad altri. Questo vorrei per voi bambine se bastasse davvero l'intenzione. Ho sentito Ho sentito il pianto è uno solo di tanti flebile o spesso nero o rosso acido rabbioso solo madido greve è quello d'agnelli squartati ancor prima di correre e il tuo piccola mia solo di latte a garganella è quasi un canto un canto di vita: te lo dirò presto. (per tutti i bambini del mondo vittime della nostra crudeltà) Si stropiccia Quella nuvola sopra il letto s'è stropicciata sono caduti calcinacci come neve. Devo di nuovo collegarmi al cielo. E' roba mia? Quella faccia sudata che afferra e basta i volti slabbrati senza vergogna i piccoli abusati in processione le donne sventrate che mordono terra le mani che prendono quella polvere sparsa bianca di sangue che galleggia nei fiumi le armi nelle piccole mani le catene ai piccoli piedi la puzza e la calura la notte a cucire il sudore a raccogliere piegati le navi cimiteri le bombe senza nome le stragi senza storia le bugie di stato i ragazzi sul selciato e i ventri schermi di nulla ma questa non è più roba mia! Come si fa? Hai occhi di vento blu cobalto braccine di pane sfornato pugnetti al cielo bocca rosa di pesca guance da sbuffo orecchie strette strette alla nuca capelli color castagna piedini scalpitanti vita culetto e patatina disegnati da mani di fata. Come si fa a pensare che tu non sia un seme puro che cresce? Contro l'abuso dei minori. --------------------------------- Sono venuta ancora Sono venuta a cercarti ancora e ancora tra le rocce del capo quelle che saltavi a piedi uniti e dicevi cantando "io sono legno son fatta di castagno duro le ferite non si vedono se non mi spezzo" e correvi di monti e valli scorticavi fossi e mangiavi ortiche pelle di pesca non aveva segni nè spelonche solo luce. Eri castagna dura e brillavi mai scalfita e le tue gambe di nodi e scatto pulsavano vita e sapienza. Le rocce del tuo ieri sanno di te e l'acqua ci passa sopra piano. Penelope Voglio amor mio riconoscerti se torni non sono Penelope sono io e allora addobbo di lino rosso il balcone ascolto grilli e lucertole mentre impasto caramello e miele e innalzo la vela sulle spalle. E' notte E' notte di passi ma io cammino e' buio di colori ma li vedo e pesco con la rete sottile di seta pesci e fringuelli le pareti frenano ma vado per tetti e scaccio la gatta nera che mi precede è notte questa zingara e me ne faccio dono. Annuire Le parole ci sono e tante troppe di dimensione assurda strette o a fiume allargate ad elastico minute come formichine o granelli di polvere sciolte in mota rigide di gesso slabbrate ricucite di spine sdrucciolevoli o chiuse in involucri di pasta sfornata. Ma le parole non hanno faccia io non la vedo non annuiscono nè ammiccano sorridono o piangono. Se le annuso affannata albergano suoni altri ruotano vibrano rissano e si nascondono ma manca il volto quello che sulla scena dà l'idea che ciò che vedi è ancora cosa tua. Ecco Ora ho letto le stelle ad una ad una e mi hanno detto che c'è altro modo domani mi brilleranno quale. Sorella Non c'è stato bisogno di chiave nè di olio o riparo non c'è stata meteora nè sterile dolore non ho scorto altra riva d'inganno, fanciulla, è stata festa tra i tuoi capelli di grano e le mie braccia di ramo e l'addio non ha scavato solchi ma creato fiumi a confluire in una terra di mezzo per trovare quiete ogni tanto insieme. Sorella nuova appena nata sei quella stella che aspetto a Maggio chè s'accosta alle luci di casa senza strafare. ---------------------- Per la giornata mondiale del 5 Giugno Siamo Siamo terra bruna di zolle sabbia levata lavata e pura roccia e ossidiana lucida di onori granito e marmo sasso di fiume raccolto da mani bimbe siamo calchi del mondo tutto statue vive con le selve di braccia che avvolgono amorevoli il pianeta da ogni abuso. Il cielo in una stanza Debbo trovare lo cerco oggi e lo farò domani debbo trovarlo le pareti mi schiacciano pensieri e i vuoti di voragine mangiano le mancanze succhiano pelle e sangue la perdita è una tenaglia e la solitudine fantasma e allora cerco il cielo oggi domani nella stanza. Rosso Avevi labbra viola e occhi svuotati mani gonfie d'afferrare a vuoto e allora con i fiori rossi del geranio leccati da saliva e pianto ti coprivo le labbra e sbocciavi un fiore. Alla fine mi sono bucata con lo spillo e con il sangue ho ravvivato pallore e caldo passava a te e a me e odore quello che costeggia la vita quando va. Va bene così Ho mancato l'amore di questi tempi credevo d'averlo preso al pelo per il bavero m'è sfuggito e l'ho tirato per i piedi ma è fuoriuscito dalla mia pelle colabrodo e fluito in mille rivoli altrove. Mi son rimasti dei grumi che paion noci appena nate e il resto quella linfa fredda che schiaffeggia e risane vaga e forse arriverà ad altri se non a me. Va bene così . Non l'ho mancato proprio mancato allora. Attimo Mi tiro per i capelli sempre per non perdere un attimo e succhiarlo tutto. Sto diventando calva e allora mi metterò una parrucca a trecce viola. Disertore Se non mi vanno le chiacchiere sulla bagna cauda con o senza aglio per stomaco delicato se mi ritiro in sordina alla caccia ai saldi di chi indossa Prada se non sbircio leccandomi le labbra davanti ad un Suv se le gonne di ieri mi sembrano appena cucite e belle come il sole se non mando giù le mani che allontanano e i corpi che si ritraggono per timore di pandemia se i culi mi danno un po' sui nervi spaparazzati sullo schermo non piatto preferisco quelli al solleone se le chiese son miracolo se sono vuote e parlano senza ori e mirra se per me chi non vuol portar fucile è nobile allora mi dicono che diserto ma il disertore è chi non sente il cuore ,no? Stasera Cara moglie stasera ti prego fai venire Armando e Giovanna non mandarli di là là nel buio accendiamo le luci stasera la bolletta oggi non conta le rate son sul comò le mie mani non san di lavoro e per tanto sapranno di pianto di sputo e di rabbia ma stasera sapranno di voi. Ispirata alla canzone "cara Moglie"di Ivan Della Mea E'... che non mi dispiaccio troppo Anche se non ricordo più il titolo la canzone mi viene dal passato se dimentico le chiavi nella toppa tu hai paura io no se non so di amici degli amici se non annuisco a parole di chi scalza se non mi piacciono i soldi in nero e pago tutto e più se tengo lavatrice di notte e ti turba se gli occhi di lei che chiama sotto i portici mi trafiggono e per te sono niente se l'è voluta se la mano mi trema a dir di no e la bocca sempre sorride non sono scema e poi ancor m' affascino di me. Così mi distraggo un poco a raccogliere sparsi un po' codardi petali di oleandro mettermi tra i ricci garofani feriti dalla pioggia accostare la mano alla vivida pittura di fiori che il gelo non m'ha rubato baciare con palpebre di labbra gonfie la mammola viola e seguire molle il lento cammino del fiume che sfiora d'anche e sussulta. Poi rivarco la soglia e vi vedo dormire accostati come persiane a riposo piccoli e grandi abbarbicati al sonno domati come sogna una rosa e il silenzio vergine di guerra mi fa scrivere di voi una delle mie che cerca senza piume e senza corona di volare. Veglie Sembrano notti o albe o tramonti si mescolano colori e sogni le statue nella testa ballano le pareti s'accostano a nicchia e l'occhio a periscopio succhia acqua e volti diafani sepolti tra razze e anemoni si sporca di petrolio tumefatto s'aggancia all'ancora per salire ma la barca è diventata cenere e sul greto tanti corpi di ieri e d'oggi ammassati con ali alte chiamano senza voce. Tu annaspi affoghi ma è solo veglia dentro un bicchier d'acqua. Preghiera? Le mani s'accostano e s' abbracciano poi si scostano e si guardano s'insinuano le dita e s'abbarbicano i polsi combaciano a coppa il calore passa i palmi si baciano: ci si sente calmi da paura. Cuore mio Mi parli e accosti lo sguardo ma liquide sono le pupille. insieme cuore mio le asciughiamo con il lino consunto dei nostri corpi. Vieni. State accorti "sono le bambine con le loro mossette e occhi languidi che ci cercano ..." " se stessero al loro paese a lavorare.." "ma le donne voglion sempre dir la loro" "chi parla di pace si riempie la bocca" "basta con la mafia noi siamo un bel paese" " la politica è sporca meglio starne fuori" "noi siamo la fede e la verità" " ma chi sei tu che mi porgi la mano chi ti conosce'" State accorti che le mangiamo con il pane,entrano nelle ossa e le rosicchiano succhiano linfa buona scarnificano carne e disossano cuore State accorti. Luce e ombra M' accorsi di te di spalle subito dentro la piazza di sale e specchi e le gambe da sole ti seguivano in ballo poi all'angolo la luce era ombra e ci siamo persi. Canzone per te Ti canterò la notte anche se dormi insieme alla Bergera Bella ciao e la Mondina e mentre poppi latte e strappi amore ti ninnerò parole sconosciute di bambini rubati e poco amati e ti parlerò della tua fortuna e delle carezze e dei baci e di chi sente solo frusta ti calzerò scarpine di seta per chi scalzo vive t'abbraccerò la nuca piccolina e i mei baci saranno quelli giusti devi saperlo altrimenti se hai troppo cuore come me sentirai sangue che sgorga ad ogni nanna. Perdonami Perdonami di quello che non sai di quello che vorresti e vorrei io delle paure che scappano di mano dei sogni nascosti dell'abbraccio sfuggente e delle rrrr arrotate se non mi garba degli occhi che non sanno ove fermarsi e dell'amore che mi manca sotto i piedi. Alice Mi sei scesa sulla pelle come rugiada m'hai coperta di petali bianchi m''hai avvolta dentro sciarpa di seta e ora mi stuzzichi la nari come il vento: già ,lo so sei venuta dal mare D'amici Con carezze leggere cancellate incubi. ( per tutti gli amici dei blog e dei siti che con le loro parole non mi perdono di vista.Grazie) Menzogna Quel bicchiere sulla lavatrice non mente è lì da ieri e so chi ce l'ha messo ma voi mentite se non dite che c'eravate a guardare il male ignobile entrare nel bene innocente. Mi sento stretta sai dentro dentro questa pelle un poco ibrida e il cuscino raggomitolato a fondo letto è da buttare la radio gracchia e non capisco il senso i piccioni mi guardano in tralice e il nido l'hanno posto sulla chiesa quello piccolo è vuoto sul glicine le serrande strappano ruggiti e i vetri del velux sono fanè il kilim sembra straccio per lavare e tu mi pari immerso nel tuo lago Matta? Aminta bella vestita di lana sgualcita anche d'estate con le scarpe vuote e i capelli zafferano girovaghi nell'Op dentro viali di tigli a passo strozzato misurando a voce i perimetri le aree e le scale con Arianna in braccio bambola di pezza ninnata e consunta di lacrime e baci che dorme con te da anni e anni dentro le sbarre e quasi pare vera e canta. La tua Arianna te l'hanno strappata infante dalle braccia secche prima di farti l'elettroshok. Tu le canti parole e poesia e i seni sono ancora turgidi d'allora. M' è rimasto solo M'è rimasto solo un occhio buono bello color del tè per guardare amarilli scavare bulbi e rincorrere lucciole l'altro ,velato vaga in altro tempo e spazio raccoglie pulviscolo di stelle e scarabei notti bianche sui ghiacci e tutti in pace silenzio d'odio e guanciali di luna. Lo riprendo al mattino : la notte sta lontano sospeso e vive la sua vita oltre me. Io non so Non credo di poterti perdonare: quando provo ad urlare non rispondi se cerco di parlare torna eco se dimentico solo per un soffio mi ritrapassa il cuore se mi copro di sabbia e calce sento gelo se mangio per non sentir vuoto non entra cibo. Non posso perdonarti uomo che armi gli altri e intanto tu stai a guardare. Non posso. Occhi fanciulli S' aspetta che arrivino le rondini di note gonfie e segno di buona novella s'aspettano amori appena sussurrati dalle finestre attorno s'aspettano mani tese nodose o piccole colorate di sole o candide di neve s'aspetta voce di saluto vergine d'odio sulle piazze sui marciapiedi s'aspetta di piangere insieme di gioia e dolore con chiunque passi per gridare in coro che non siamo in prestito che le idee sono più forti del potere e tutto questo se gli occhi son fanciulli. Caos Mi sono persa qualcosa o forse mi sono proprio persa? A volte A volte nel buio quello tosto che assottiglia orizzonte taglia via tramonti e affonda nell'ombra a volte anche le carezze quelle discrete inchinate verso si cacciano come mosche quasi in timore di non esserne degni. Vestire gli ignudi Se tu dalla tua tavola di Trimalcione sazio togliessi una briciola e tu dal tuo armadio qualche gruccia di troppo o tu lasciassi correre lo sguardo solo un attimo su chi è nudo dall'alba al tramonto muto al destino come sasso sul greto in attesa di flutti allora la verità che ora tace e attende ti svestirebbe e saresti ultimo e primo. Non aspettare no l'ultima spiaggia chè poi il dubbio si fa nube. Senti che l'erba fa profumo ora e cresce anche con le tue carezze. Era una sera Era una sera lucida di Luglio in un Sud madido salato e vuoto e le vecchine nere spiavano rumori a denti scavi. Io guardavo dal balcone sempre a quell'ora il mare piatto e quel filo nitido e speravo fosse la mia strada segnata. Tu padre con un colpetto sulla spalla m'hai girato la faccia rossa di bimba grande e "ciao, a dopo" è stato il tuo addio. Le scale strette strette portavano passi svelti di fuga e la valigia viaggiava per suo conto anima in pena. Chiamavo dopo tanto dalla rampa e correvano scalzi ragazzi a tirar biglie una l'ho raccolta per ricordo. E dicono che la mia voce montagnina e la voglia di ballare sono tue e me ne faccio vanto. Sei qui E' notte di risvegli quieti di passi e i cani che mi tentano sono al guinzaglio la riva del mio fiume è in ombra di faggi e l'innocenza mi ruba una mora dal petto. In questa notte tu ci sei dentro mi cammini a passi piccoli di vecchietta accanto e sorbisci con me quel gelato alla vaniglia varigato tutto come dicevamo.. e non mi lasci la mano al risveglio. Lo so che non ti va che sia triste ma tocca a te ora farmi solletico alla nuca e aprirmi con tenaglie gli occhi per vedere un nuovo spettacolo Ma chi ti credi Ma chi ti credi d'essere? Mandrake? Credi d'esser senza pelle e ossa che trasporti macigni senza guanti e lavi la lacrime con la pietra pomice? Ma chi ti credi di essere detentore unico di gioia e dolore di messa in piega e scarpe nuove di facce sempre allegre che nascondono il terrore di giorni a venire che non sappiamo vivere? Ma chi ti credi d'essere tu che sposti macerie facendo attenzione che il rumore si senta fino al confine? Sei il niente nel nulla super eroe senza macchia e mantello volteggi sulle nostre vite e ne fai un bordello... Ma chi ti credi d'essere tu che cammini con ruote e catene sui nostri destini come se il cielo fosse tuo e non ne vedi incanto? Ma chi credi d'essere se aduni e sbraiti mentre passa l'innocente e magari ti crede salvatore? Tinti Baldini- Maria Attanasio *Biancofiore T'ho raccolta da terra tra erba e lattine scoperta di lividi e pernacchie t'ho portata con me tra carte e polvere mentre t'accartocciavi piccola piccola e m' ha detto piano con strana lingua "lasciami andare". Avevi Avevi una giacchetta striminzita fatta di calce e vento e la toglievi se ti guardavo fisso m'aspettavi sulla porta di scuola giallo di margherite acchiappate di striscio nel prato accanto sudavi mani e piedi per la corsa e l'amore e gli occhi erano un incanto. Ma poi t'hanno cacciato padri e madri erinni senza cuore solo per quel sorriso bianco come la neve. Dire volo Sogno di volo quello alto dai tetti. Veleggiare aggrappata a nuvole sparpagliate pungersi coi raggi del sole spremere spicchi di luna. Poggiarsi poi paga sulle punte sopra il filo dell'orizzonte. Aspettare ... Ma c'è sogno di volo orizzontale sulle cose del vivere senza lacci con occhi voraci dove ombre e fantasmi danno tregua e libera dire tra sè io son l'amore Ci vuol coraggio Ci vuol coraggio a immergersi senza schermo dentro conflitti e paure mota assetata e chiamarle col nome e o il cognome a guardare in faccia i tuoi macelli senza darne colpa a qualcuno a sturare pozzi messi in un angolo e a brucarne la terra. Ci vuol coraggio a tener fermo sulla fronte pensiero d'amore mai perderlo per strada anche se la vista s'appanna per il caos e le gambe vorrebbero star ferme accovacciate a far da freno al male. Ci vuol coraggio a dire a chi non sente che la bruma sta offuscando i sensi e non smettere mai di guardare sulla fronte. Ci vuole coraggio a stare in processione insieme ad altri che come te aspettano di vedere insieme l'Orsa Maggiore. ----- Non mi aspetto Nel mio scendere e salire scavare e plasmare scaraventata come fascina o grillo desto e saccente bella di luce fine o deforme di crepe non m'aspetto che mi si dia un voto ma di arrivare e passare spoglia senza peso. *Dentro C'è dentro a volte aggrappato ai visceri un animale pronto in agguato sornione viscido a tratti o bellissimo e non sempre la fame si sazia dentro e allora si nutre del fuori. *Il sole mi veglia stamane Mi coccola l'iride di schiarite mi posa glicine sul capo fa in poltiglia le pietre delle pene brucia malinconia vendemmia rabbia sparge il mio fumo in trilli luminosi fa velo di noia mescolata agli odori quelli della campagna in su dai tigli m'illumina quelle sere che un tempo avevano senso attorno ai bambini attori di giornata e squillano risate fresche di canto mentre le nuvole fanno da sipario. Ma quel sole dura l'attimo di un rossore la saliva ritorna a spingere labbra e le spesse pareti del mio corpo spengono calore ritornano abusati gesti di macchina e la vita riprende a nuotare nei soliti marosi. Aspetto a occhi chiusi quei rintocchi come gatto che scruta e poi felpato arriva per trovare la luce accecante quella di scrivere. *Misericordia Dare cuore all'infelice è grande impresa chè occorre averlo colmo di felicità. Homo faber? Macchine da guerra e uomini macchina scavalcano confini per distruggere occhi di fame chiedono pace uomini schiavi ritornano dall'ieri chini e roventi voci d'ombre di donna spaccano silenzi muri su muri dividono le genti si raccolgono calcinacci di una vita e altri muri di scandalo s'innalzano. Ogni cosa riviviamo come merce antica seppur sepolta di nuovo vicina: selvaggia di cuore. Saremmo fabbri della nostra fortuna? Amico fragile Io e te insieme camminiamo pendici a pelo dell'acqua non ci piace l'asfalto le corse a vuoto e il rombo ma la terra che gela e poi rinasce e le mani al lavoro la bocca in note di saliva e vento le vene fuori richiamo al fiume e le cose che non parlano più di tante parole sghembe che nascondono lazzi intrallazzi e vergogna ci piace la terra malferma che ricorda la carne l'erba scompigliata di ragazza che si ravviva chiome il miele sul pane e lo schiocco delle labbra non i sorrisi di amianto sulle gote il salmastro del mare che ti sbatte non lo schermo vano che abbatte. e la voce roca di fumo i sassi e le piante di lago che sembrano amiche e non abbandoneremo i remi nè cederemo la mano seppur trema terremo il passo incerto se ci ridono ci fermeremo a prendere fiato e mangiarci i vuoti ma insieme ragazzo fragile.. Ispirata alla canzone di Faber Fin da bambina Fin da bambina lasciata sui libri troppo grandi chè i grandi erano latitanti sfogliavo il mondo quello delle idee Kant ed Hegel essere e dover essere poi essere e non essere e mi si confondevano le ssss nella testa nuvole di farfalle. Poi il canto di Ulisse mi risvegliò i sensi e la ragione e gli occhi smessi di sonno presero colore "fatti non foste.." divenne il mio motto lo cantavo come fiaba ai figli e ora è ritornello di bellezza ogni volta che mi prende vile lo spossato soffio di rinuncia. S'addolcisce il dolore e il sangue pulsa ed il passo diventa sì leggero. Gilgul Scintille d'anime volteggiano attorno rinviano il commiato attaccate alla vita in esilio in ricerca di ricomporre il puzzle moto perpetuo da millenni. Vagabonde indossando nuovi corpi accarezzando nuovi amori solcando mari senza sosta e senza pace. Questo noi siamo? Ispirato al libro di Gad Lerner"Scintille" Toc toc Ogni volta che busso e chiedo "voi che sapete" nessuno risponde. Ogni volta che svuoto cassetti nessuno li riempie Ogni volta che cucio strappi e buchi nessuno l'indossa Allora è forse la parola "volta" che s'inceppa sui miei tasti arrugginiti? Dovrei usare solo "ogni "da solo e lasciare che tutto vada a caso?' Oppure dire forte "quando" chè fa meno male? E allora forse Il toc toc sarà ferita ma rimarrà l'ardore di donna in amore? Eravamo Viaggiavamo a braccetto fuori scuola sempre noi quattro La spilungona e la script language=ciccia quella tra nuvole e piedi grossi elastico e libri sulla spalla risa e domande e faccia rossa dal gelo. Tu ragazza tonda e saporita sei salita sui monti per l'aria pura e non sei più scesa con le tue gambe tu nuvola di panna,un poco svampita sei super mamma tra pannolini e latte e le nuvole le guardi al tv tu alta e altera rispondevi saggia alle domande e ci mettevi in pace ora cerchi l'amore sempre notte e giorno dietro le inferriate ululando alla luna e io con piedi grossi piantati a terra come solidi olmi non trovo le radici tanto son sotto che scavo e scavo e le mani son badili di ferite. Vecchia Non m' importa delle rughe o del bianco e nero nè del cascame o delle mani a carta geografica solo mi spaventano contando gli anni "massimi" che mi rimangono e vorrei averne ancora e ancora per vedere ,mangiare il ribes far l'amor i figli cambiare i nipoti crescere gli amici sentire anche se rochi i libri ,tanti libri ancora mi mancano le piante abbracciare la luna rincorrere la notte le foglie e il mormorare il vento le risa e il languore la rabbia che schizza l'odore di pane l'aceto in cantina carezze sul corpo e sapore di latte sapore di bimbo sapore di vita. C'è poco tempo... Slitta Sotto il poggiolo passavi al tramonto in bici e col cappello guardavi su sotto le gonne fischiavi "E' primavera.." tra denti radi e fumo e ti s'aspettava frivole come un barbablù magico di favole si correva di sotto a risolini e tu ridevi rosso rosso e ci davi una cicca di nascosto. Eravamo ragazzi e scendevamo dalle scale come su una slitta quella era la montagna e che goduria! Hai tempo? Hai tempo stasera puoi trovarlo per leggere le mie mani sulla pelle? Amare AMARE sono le voglie morte che svolazzano dentro le vene come aghi da buttare A MARE quando la MAREA soffia di spuma e magari li riporta a riva domani e allora tu piccola ragazza senza seni porgi le gote al sole E ARMA lo sguardo chè anche se mesto sarà di nuovo pronto ad AMARE Nefelomania Quel cirro a strappi in cima al campanile porta via cattivi pensieri e li getta sulla collina buia. La nuvoletta grigia a ponfi dietro la casa di Gianni vola con me sulle colline dolci di Dogliani e ne porta a casa profumo e pianto quelle nubi di pioggia dietro i monti innevati mi sono amiche ridono dello specchio che mi porto appresso e lo sciolgono in neve . Quando mancano non prevedo ieri nel domani e mi sfuggono dagli occhi sogni. Ispirato al libro di Tabucchi "Il tempo invecchia in fetta" Tu Pensi alla rosa e allora appare racconti di nuvole e le vedo accenni a chi lontano e si presenta là senza cappello presti occhi al riso e sento garganella ecco sei poeta. Bocca Se toccherò la luna con le labbra e avrò l'ardire di baciarla tutta ecco sarò bocca di cielo Perché Se mi si allaga il cuore e trabocca e non può uscire a urlo o pianto se non sento più le gambe per la voglia di ballare se tu mi guardi senza occhi e li vorrei doppi d'amore se le guance si gonfiano a zampogna per trattenere risa senza senso se il rimmel sciolto mi fa Pierrot di strada se mi sento ape avida di polline e sfrigolo se le mani affamate crescono a dismisura se la bocca tirata diventa un sole con la bocca e i raggi disegnati fitti fitti se mi riconosco bambina appena sbocciata e vecchia dentro un nido ecco allora scrivo. C'è dentro C'è dentro a volte aggrappato ai visceri un animale pronto in agguato sornione viscido a tratti o bellissimo e non sempre la fame si sazia dentro e allora si nutre del fuori. Non mandarmelo a dire ma guardami in faccia hai il coraggio di dirmelo dentro gli occhi che le morti bianche le ricordi che ti lasciano stanco al mattino che pensi alla mogli e ai bambini che quei morti ogni minuto in Irak ti fanno piangere che ne senti vergogna guardando i tuoi ragazzi in fiore e speranza quelle ceneri che volano a cento e mille sugli schermi come mosche annullano il pensiero e ti smorzano voglie? Hai il coraggio di prendermi la mano e giurarmi che non pensi spesso "meno male che non capita a me"? Io mi sento sempre più stordita altro che lsd quello che sento obnubila e accascia stravolge e arrota e chi dice che basta vedere nero vuol dire che ha occhi di prosciutto e cuore di piombo. La scuola Me ve le ricordate quelle ore lunghe di fumo e caffè a leggere e rileggere i temi a trovarne di nuovi a capire dove avevamo sbagliato perchè Giovanni spesso s'incespicava nel leggere Rodari eppur lo amava o Erika dormiva alla mensa Omar dimenticava libri e testa Francesca non ricordava e ci piangeva e la mamma non sentiva o le gemelle sempre in competizione Giuseppe stordito dalle botte e Loris da mille e mille doni senza senso e ragione? Come fare per dargli quella spinta quali poeti potevano colmare i vuoti di famiglie sempre stanche di tempo senza pieni di paure sminuzzate in mille perchè senza mai avere una risposta. Ma ve lo ricordate? E quando Carlos riprendeva sorriso e penna e Samantha i numeri al volo? ci sentivamo quasi in paradiso. ma ora le domande dove sono? ...già, ci sono le risposte belle e confezionate. Vado Vado senza ragione sulla collina quella mia d'un tempo ondulata appena in pieno sole ambrata dalle righe di bambino entro a passo lento nel bosco di noccioli calpesto e basta mi sento estranea di voci d'infanzia ma all'imbrunire il chiacchiericcio di sotto dei paesani al mercato e sussurri d'uccelli mi fanno ritrovare. L'immagine non è ancora spenta. Se Se stanotte al primo buio mi tornassi accanto poggiata alle mie spalle che erano tue mi calmassi le mani di unguento le foglie sul selciato volerebbero alto in disegni di vento le imposte s'aprirebbero d'incanto al suono del passero di ieri la coperta di lino riprenderebbe forma e color di cielo le mie gambe lente sarebbero gazzella se mi dicessi ancora che ci sono e sono io e so quello che voglio e poi ancora che non sono febbri di mogano scuro ma amore perso da ritrovare che immortale sarà la mia passione seppur annichilita e che gente attorno sarà felice dopo e che il mio canto lo senti anche tu allora potrei chiudere le mie finestre e assaporare pace. Sempre m'invischio Anche se so che dovrei andare cauta a passetti come faccio la notte al buio per ritrovare libri amici sul comodino anche se so che dovrei assaggiare prima di masticare avida spezzando denti e scottando lingua anche se so che dovrei presagire fischio d'agguato e sorpasso d'ombre entro sempre d'impeto e m'invischio mi graffio e brucio ma l'amore poi colma apre le ante e svuota sgomento. Mia luna Cresce la luna I fianchi si fanno callipigi il seno trabocca e quasi geme i ricci sono bagnati di luce e si abbracciano lo sguardo brilla a tratti mansueto poi s'accende di forza animalesca. Ti muovi lenta molle da padrona del tuo che tieni stretto in difesa di occhi e di pensiero e le mani sembrano già in mossa di chi accoglie. Come vorrei essere dentro quella luna e diventare un poco di nuovo figlia. Tu ora Da bambina alta e regale avevi già una bellezza quasi perniciosa passavi e lasciavi petali cospargevi unguento attorno donna regina col sorriso appena gli occhi gialli da gatta e cascata di riccioli ambrati quasi aprivi viali al tuo passare senza saperlo d'istinto e d'amore. Bella eri e sei anche stasera alla fine tra mani e bocche stanche. Io ti amo tanto e quello mia cara quello non passa. Buona fortuna Vagabondo stavi sui gradini le mani grandi ancora profumate di carezze riccioli strapazzati e sguardo remoto da innamorato che respinge amore hai atteso il rintocco quello che arriva basso dal campanile l'hai afferrato negli occhi e la via t'ha preso e con cosce lente dondolando sei andato via senza chiasso di pietre nè di voce. Buona fortuna a te bello di vento. .....e quelli che riparano occhi vezzeggiano sorrisi a bocca chiusa di compianto compiaciuto infrangibili o già infranti da ogni soffio di terra quelli che"non mi pare proprio il caso di drammatizzare guarda il bicchiere mezzo pieno.." e osservano lo spettacolo dalla cima del grattacielo quelli che urlano gole bruciate e nel vento rimangono solo bocche quelli che si spezzano le gambe e colore più non hanno nè pensieri quelli che "basta!" ingrassati di gozzo come capponi basta ,mangiamo e beviamo che domani... quelli che esplorano curiosi ogni angolo di litorale con la lente e lo zaino in cerca di sè quelli che sanno degustando cacao interpretano nubi e voli predicano e madano con un pizzico di solletico al naso quelli che maledicono e si annientano a volte chini ,a volte allineati spesso soli nel buio e poi quelli che si spengono come un cerino all'ombra della vita. Ispirata ad una canzone di Iannacci .... da ringhiera 2 Sto qui a guardar passeggio ma un poco mi brucia anche tua figlia mò s'è messa all'ombelico quel coso che fa sangue e chi deve vederlo poi ha 12 anni! Mario non deve saperlo madonna mia altrimenti l'accoppa lei e me sai... Ma io non volevo con i guai che abbiamo senza lavoro e il mutuo e i libri che fanno muffa e la macchina nuova grande per noi ma gli altri quelli di sopra e di sotto han tutto e allora ma lei diceva "ce l'hanno pure i neri" mentre messaggiava. Io dentro sento odore di fumo mi sento niente per farle capire che la vita non è quello che si vede ma se ci hai qualcosa da vedere. e poi si voglion far bionde chè dicono piace di più a chi di donne se ne intende e credono che tutto sia a colori proprio come si vede alla Tv e che è inutile studiare tanto poi si và da Amici che la moglie di Costanzo può più di un diploma su carta lucida e sanno tutto perchè tutto traspira dalla loro pelle e credono che il colore pallino avuto in dono dal destino non sia per puro caso e non andrebbero mai a raccogliere arance o pomodori si spezzerebbero le unghie più della schiena e chi li vuole fuori presto e chi se li tiene fino a mattina tardi nel letto ma il mondo gira e noi siamo in ritardo quasi su tutto ma poi se davvero la fine del mondo arriva che ci trovi sazi e con la schiena dritta. Mario dice però che la schiena dritta me la fa lui un giorno da venire presto con tutte queste mattane che ho dentro al testa che lui dice sono solo cazzate.... sarà ma mi tengono su le ginocchia la sera quando fumo il filtro della sua sigaretta. Tinti Baldini e Maria Attanasio Mi sorprendo a cercare incavi li cerco tra la passiflore e l'ulivo ghiaccio della notte tra la biancheria stesa e dura che sfugge armeggio spazio tra le tue ascelle figlia che guardi avanti sperando verità e alberi nuovi ossigeno per la nuova vita e mani larghe Tra le tue gambe strette in jeans sformati ragazzo che pulluli strade e fumo e non mi vedi spaurito di commiati o tra le scapole tue Anna che parli e parli per raccogliere le poche cose amate lasci aperto il cancello ma la porta è serrata o voi attorno azzurri che mi fate posto. Mi è riparo angolino dove tutti stanno perchè caldo sole dalla nebbia. Cerco ancora ,amor mio l'incavo tuo ,quello tra le tue braccia lunghe e pastose enorme è, lo so ma mi sta scappando. Strade Quella di lato è coperta di stracci accovacciati sotto cartone e insulti quella a sinistra in discesa di sassi e buche ti vede bambina col falò di occhiaie vuote il viale di destra alberato palazzi rosa di marmo e fiori cammina solo tra cappelli e tacchi su misura l'ultima dinnanzi sembra un nervo tirato non finisce va fra angoli e sghimbesci sale e scende poi vira di striscio si bagna e si asciuga rompe argini caracolla sull'erba e cerca... Padrone? Mi hai preso anche i passi quelli scalza sulle scale li hai contati e li hai giudicati. Non è questo amore di cui parli a iosa ma è padrone. Ce ne sono però a guizzi nella testa formicolano nel cuore escono di soppiatto tu non li vedi nè li puoi rubare. Cos'è? C'è una urgenza che pigia. Circoscrivo l'intorno traboccante di schiere di ninnoli rotti, di baci tarpati. Avvicino le aste al compasso faccio qui l'orizzonte. Sciorino il bisogno ora amorfa, secca placenta d'involucro di germe che lusinga e ributta. C'è paura a braccia conserte come se la cima dell'albero maestro si perdesse in bruma l'onda dolce che appare fosse schiuma. Buttarsi dentro a capriola invece nel "non so" salvare anche solo un ramo dell'albero e carpire al buio una fiaccola che mi porgi. Raccogliere insieme cocci in slancio mormorare confessioni anche tra vetri un poco appannati ché il tedio della solitudine abbranca l'anima. Inabissarsi all'imperfetto di un eravamo armonico, stretti al filo d'Arianna che porta al profondo che non conosce distanze o scatole chiuse e parlare di cuore dal cuore. Tinti Baldini e Flv Mia musa La mia musa è un cirro sciolto al tramonto su tetti rossi a sparire. La mia musa è sulla soglia ghiaccia che mi guarda sgorgar parole. La mia musa è amico attento dietro i vetri appannati che cerca in me vento e lascia orme sulle mie. La mia musa sei tu madre spenta di occhi che vuoi amore ancora da chi non può. La mia musa sei tu figlio e padre fratello ebreo musulmano cristiano buddista e ateo in attesa di mano che pare sasso. La mia musa sei tu ragazzo che ridi le stelle su dal monte e pascoli illusioni. La mia musa è terra di ginestre di cactus e girasoli sa di rosmarino e mentuccia di sabbia e calcare basalto e ossidiana di vento e cenere mangiata rigettatta ma sempre lì per me. Abbia pietà o musa ma in questo caos di morte di soprusi e lacrime di nero e bianco costa talmente tanto cercarti che ti aspetto. Ispirata ad una poesia di Boll Memento Fumo spesso invade e copre di cenere innocente campi case e volti s'insinua nelle pieghe e nel cuore. Ma non è vero sono sol fandonie allucinazioni di folli quelle trecce le carrozzine e i forni gli abiti a righe le fosse e i gas deformi. Non esitono Dachau o Birchenau sono nomi immaginari per creare odio. Eppure quelle lapidi bianche in fila senza nome senza gloria e senza senso cantano notte e giorno come uccelletti feriti caduti sui sassi. E noi usignoli in cerca del vero con il becco aperto e le ali in volo raccogliamo quel grido. Ma che incanto Di giorno piccoli esseri si muovono scalpitano corrono si scontrano s'abbuffano e la notte si placano e allora cominciano in armonia a tratti a crescere a muoversi le cose nasce un filo d'erba lassù sul Musinet o si sveglia la rosa e le stelle camminano in coppia qualcuna si perde e si avvicina amica all'abbaino e allora anche tu ti senti in quel mutare E' il mio sguardo di luna E' quello che mi faceva strana da piccola se girovagavo nella mia sfera. Ora mi fa strana un poco naufraga con nuvole sbrecciate tra le mani qualche ruga segreta in più sospiri di desiderio tanti ma una galassia di sorelle a me abbracciate. Scusate.... Scusate se prendo un poco di spazio senza sgomitare a voce mesta e rauca quasi in sordina ma non mi basta più qui e ora cercar riparo dal traffico quello fuori e sfuggire illusa all'ingrannaggio scolpendo parole graffiate sullo schermo urlate a voi che mi leggete sulla viltà di religiosi coperti che scoprono bambini sulle botte nelle carceri o al ventre di donna sui cartelli "bruciamoli tutti" o sulle torture e le morti senza senso o le beffe di sempre. Chiuso questo cielo tregua non mi è concessa egualmente. Mi sento incarnazione dissennata che scrive e pensa e cerca compagnia di cuori. Forse m'occorre andare nella mischia sentire fiati sudori e toccare melma riprendere a battere e ribattere l'altra riva quella in cui un giorno remavo. Cade la neve ma che fa.. Fa riposare l'alito del mondo lascia stupore ancora rinnova sangue e respiro ridona sogno colloquia col silenzio è armistizio dentro è fiaba di lago presenza di pace e bisogno a dismisura di bene. per un augurio caldo di tempi migliori.Buone feste,cari amici e a Lorenzo un grazie col cuore! Vincitori e vinti Nessuno è vincitore amore mio nè vinto giace in quel palmo di terreno fragile e fluido a navigar l'amore non ancora imparato. Ostriche Ma che ne è stato di sonni intrecciati e sogni incollati di mani sguantate a succhiare gelo di quel pozzo in gola che rigoglia e canta sorella luna e fratello sole e la conchiglia a ridosso del vento sempre sul petto? Ora siamo ostriche ancora di sapore sbocconcellate fuori serrate di paura ma buone dentro. Boh! Ma che dici quella cacca l'ha fatta il tuo gatto soriano il mio è educato mangia tacchino e vongole e fa le sue feci là nell'angolo del Mio giardino ma quell'oleandro striminzito penzola volgarmente sul mio terrazzo e porta vermi e malanni ma signora non si vergogna suo figlio la sera canta e pure da tenore e il grande fratello è a quell'ora cacchio si sposti nò con quelle mani m'insozza la carrozzeria E respirate la mia stessa aria avete sempre ragione e cercate l'occasione per farvi piacere tutti quelli che dovrebbero restare al loro paese e poi fate beneficenza come se foste davvero voi del mondo la speranza e vi vedo che non andate in Chiesa anche se dite di pregare alla vostra maniera e pagate le tasse disturbate sui tram con la vostra tosse e riempite le pagine dei giornali con lettere di protesta mentre io vorrei leggere i vostri necrologi e mi fate ombra siete vento che porta tempesta E voi, pezzenti, testimoni freddolosi di sguardi disgustati e cravatte ben zavorrate, con le vostre pupille verde semaforo e le unghie lerce dei miei avanzi, siete degni della Città di Dio. Contrabbandate favelas qui, sotto il naso del mio salotto buono, rovinandomi l'aroma del meritato caffè, magari raccolto proprio dalle vostre lorde mani nere. Mandrie di nubi Vomitano dal cielo Acque inquinate con zolfi E residui di smog La terra tutta Ormai nel vuoto spazio Si sotterra vergognosa Della stupida umanità Non riesco pensare Al cibo stamane Cosa sarà farina Di sterco Oppure carne di ratto Certo avere un cavallo alato E raggiungere un mondo Lontano dall'uomo Terrestre sarebbe Fantastico O forse la soluzione a tutto questo troiaio è semplice buttare nel cesso le chiavi di tutte le nostre case nei tombini per strada quelle delle nostre automobili chissà che si ritrovi un po' di umanità Bah! Tinti baldini,Maria Attanasio,Flavio zago ;Marcello Plavier,Maria Cristina Vergnasco Natale sotto le stelle? Sotto un ponte a Milano tra cartoni e pattume dorme ghiacciata piccola Rom 13 mesi e le guance ancora da farsi le mani ancor da afferrare i piedi ancor da correre e noi le palline dorate e i festoni tra le braccia colme riusciamo ancora a lungo a resistere a tanto indegno strazio? A Dicembre Ci laviamo insieme con le gocce di firmamento lontano dal baccano della gente? Linea verticale E' quella linea verticale a mani giunte stirata e tirata verso spirito di luce è quella che costeggio come miraggio ma la linea orizzontale di materia e sangue spalmata di me mi frena mi tira ai lati allora procedo lenta in questo mio purgatorio a volte attenuo il morso altre decollo arringo a destra e a manca come se facessi la storia. Vorrei riuscire però almeno a sapere quello che qualcuno sa. ispirata ad una canzone di Battiato Per chi nascerà ora Che tu possa bambino volare e rivolare e toccare le punte della luna quelle del sole e delle stelle senza farti male sentirti fuoco e acqua alba e tramonto tuono e fulmine senza cadere lambire comignoli e fronde nuche e riccioli senza strappare sipari e attingere alla bellezza anche se la strada è sofferta e offrire sponda del tuo vivere a chi non l'ha. che tu possa avere buio e poi luce ricordare i sassi di fiume e le mani protese a raccoglierti dopo le cadute che tu possa conoscere per scegliere e andare quando sarà il momento del tuo incontro con il mondo e scale ripide e respiro lungo, che tu possa avere mani grandi e braccia capienti per ogni gioia ed ogni dolore e gambe forti per camminarci dentro a questa vita di coraggio appeso al sole di tutti gli anni a venire. Tinti Baldini e Maria Attanasio Ventre di luce Forse è tutto quel mare che hai bevuto le trecce salate tra le rocce saranno le gocce di neve che t'hanno nutrita o il vento montano sulla pelle saranno le mie mani carezzose sventolanti e madide o le risa la notte sotto il letto il sonno di sogni sotto cielo sarà la magia dell'amore abbarbicato a te come un abito di raso stretto e sinuoso sarà tutto questo che ti rende bellissima anima con altra anima, una creatura dentro che pare un alveare in estasi. Di nuovo Di nuovo qui di nuovo con le dita in movimento di piano di nuovo con gli occhi strizzati su uno schermo piatto e amico a cercare d'anestetizzare pene d'assaporare lemmi d'evocare amici di intrecciare con l'universo anima come se l'estasi fossero queste lame che zoccolano nel petto. Me lo hai chiesto se questo è quello che voglio se bastano amuleti di cartone per sentirsi carne e sangue se la finta quiete di facce pettinate patinate che scorrono è la mia se non ci sono né alloro né acanto sulla strada ma viali senza impronte e se già da piccolo l'infante succhia disarmonia dentro la culla? Solo con il lavoro a maglia tra le mani mi par di costruire forma che mi si addica quella di un pesciolino che fa poesia. Tracce d'infinito Mi basta in questa sera opaca con la luna in capricci poggiare il capo sul cuscino rosso e prender tra i polpastrelli un libro quello tanto atteso che sbaraglia il mio silenzio: son braccia di donna alzate che aprono cancelli e disvelano occhi grandi come crateri. Allora entra la pace tra le mura. Come terra dall'inferno Umano è homo civis se vive nell'umano non più è homo se l'attorno è disumano dove trova humus nella terra d'inferno dove tutto è disumanizzato e allora scende dove ragione e cuore son seppelliti tra fuoco e vermi e diventa spietato. da un pensiero di Herling in "un mondo a parte"sui gulag Hangar E' possibile che il pensiero vero è solo quando è detto? E se invece resta nel buio coperto della mente e del cuore in un tempo nostro in un clima adatto tra le nostre pieghe di luce forse che non si espone al freddo o al sole non si storce allo sguardo non muta alla indifferenza attorno? Spoglio Quando si torna alla casa dopo la guerra nel tragitto si lasciano per strada borracce di vento e sabbia stacci di sangue e melma armi e pastrano si gettano nel fiume pezzi di te divelti e ormai carne ammuffita si scavano fosse di ricordi e il male scorre nelle viscere della tua terra amata. Sei spoglio uomo ma quell'orrendo calpestio di passi dentro il cuore di vestigia di volti e occhi spauriti quello rimane. Che fatica Amarti è sempre come ieri eguale a tirare una fune con un solo braccio in cima a un monte scivoloso ed erto ma la fatica suda anche vertigine. Amami ancora... . Amami ancora con nocche scarne e rughe di taglio poggiami sui tuoi rami fammi sentir profumo di nespole sbucciate stropiccia la mia pelle chè non patisce si nutre sempre e ancora di scosse d'amore. Annoda ricci radi alle tue dita sembreranno anelli d'oro incastonati e curami le guance con le labbra da trasformarle tutte in pesca fine. . D'anima ovvero follia E' un colpo d'anca quello quello che senti se lei ti guarda è sgusciata piano a tocchi di tosse dall'involucro e t'osserva se smarrisci le carte quando non trovi l'impermeabile per evitare la pioggia o salti nudo sulle teste spente di tanti uomini soli se mangi radici con le mani e lasci ad altri polpa e miele ti rovesci la cenere sulle mani per sentirne calore succhi linfa dai fiori e te ne spargi il petto. Lei s'allontana un poco e par nemica se non fosse per quella fossa di fiume che s'alza e s'abbassa in risata. Quando farà più freddo avvolgimi ancora solo un'ora al giorno all'alba tra il tuo tepore fammi un poco di posto in quell'angolo di luna serrami la bocca tanto da perdere gusto amaro e non farmi subito tornare. Per Bea E se mi perdo a soppesare le tue efelidi a tratteggiare l'ovale a sorbirne l'umido con amore di mamma con amore di figlia ti penso tradita, tesoro, da quel corpo che in vita crediamo sia casa caldo rifugio dei nostri pensieri di amori vissuti, sofferti e sognati, dondolo e culla dei ricordi più cari. Ormai per te, anima bella, altro non era che fredda prigione, recinto di aghi catino ricolmo di croste nere, inganno dolente. Quanta voglia di vivere e quanto dolore paura e coraggio abbiamo tutti vissuto con le tue parole. Ci sei entrata nel cuore col sangue, e piano piano con l'anima nell'anima per sempre. Tinti Baldini e Kinita Vergnasco Ma lo sai Ma lo sai che a volte mi passa in testa come quelle nuvole a Parigi goffe e paffute una gran voglia scalpitante da cavalla giovane di venire lì da te come cosa che non va perduta e ti fisso dal terrazzo tra la iucca e l'ulivo senza vederti e racconto di quella volta che mentre fumavo mi sono bruciata i capelli e le paure guardando Torino chiara e leggera verso cena e intanto credo passa il tuo di tempo a sentirmi ed io che ti ascolto dovrei avere il mare negli occhi e liberare ombre oltre il mio dolore dovrei aspettarti all'orizzonte asciugarti il sudore della lunga cavalcata portarti tra i vicoli senza paura se la paura non fosse nostro pane quotidiano dissimulato con caffè e sigarette dovrei parlarti nel mio dialetto pieno di tronche e tu capiresti perchè scansiamo i vivi ma commemoriamo i morti. Tinti Baldini e Maria Attanasio Ma che cielo…. Dove andiamo a passeggiare tra rifiuti case a mezzo busto foglie acide e nere automi che attraversano sguardi di gelata senza odore e se tu l'hai ti schivano tra infanti soli senza riso e luci forti senza senso. Dove guardiamo al cielo quale cielo? E' muto di stelle e parla lingua non più nostra. Con chi raccontare di noi d' ieri e oggi se sono ori luccicanti o seni in avanti a dir la loro. A chi del domani quando le ore saltano i minuti. A chi chiediamo aiuto se orecchie rumorose non ascoltano e braccia non sanno più di carne plastificate in mille specchi illusi. Come possiamo sentire armonia se ci passano dentro il cuore ancora e sempre rantoli di guerra. Ogni cosa d'intorno appare ancor più buia e la lanterna l'abbiamo lasciata marcire nel fosso. Macchia Neanche con la varechina sfregando mentre canto vecchie canzoni neanche con le lacrime il sudore neppure con le unghie o la saliva acre si cancella una piccola macchia nell'incavo dell'occhio rimane baluardo che fissa consiglio e monito ritratto e comando risveglio e passione sembra la mia dea anzi imperatrice. Fretta o fratta Non c'è fretta mi dicono o fratta forse per scoprire piaghe infette col bisturi magari con un rametto d'ulivo. La paura fa novanta E la paura cresce a macchia d'olio monta come panna si solleva piano carpisce sonni e veglie se il vicino ti guarda troppo o troppo poco quando il telefono squilla o è muto se la mano sembra quella d'altri se parli e l'altro finge ascolto attento ma lo sguardo trapassa la vetrata se la gioia che provi smette di colpo e il freddo è campana muta se i sibili del vento sono voci e i vuoti delle sedie sono troppi i cantoni son quattro e non ti bastano per giocare a mosca cieca le rotaie del treno sono finite non vanno là sul fiume ma tornano indietro e tutti quei volti in galleria perdono colore e forma se l'amore è gioco di specchi e lo specchio si rompe solo in cima se l'idea del mondo dentro la testa diventa un moscone arrabbiato e quando sulla strada di sola andata le gambe sono pali della luce. La paura ti cambia i connotati e posi verso tutto furtiva voce e anima di ferro fuso Sono tenebre che avvolgono ma è preziosa e tenera la paura quando ti fa sentire d'essere bambino. D'un'erba un fascio Non è la stessa cosa lasciarsi amare e solcare insieme mari nè piangere ed asciugare lacrime o fingere vergogna e sentirne i passi dentro lontano da casa non è la stessa cosa passare ciglia su abusi e violenza e sentirne quel torpore malvagio che svuota sonno nè scorrer ferite e toccarne lo sguardo mentre lo stomaco duole non è la stessa cosa prendere in prestito sogni e passeggiare con i piedi immersi nella sabbia dell'ieri nè mangiare fiele e spurgarne i fumi dentro non è la stessa cosa averti addosso e dormire ombra dentro ombra. Aurora Le braccia sembravano pilastri livide di sole e colpi sempre spremuta da figli parenti padroni e non eri un grappolo d'uva caduto sulle foglie sprizzavi vita ma la contenevi nei chicchi poi un giorno dicesti e sembravi reginetta bambina "signò io me ne vado per li colli e non torno" e risero le bocche quelle aride incuranti di segreti non avvezze al dolore di fatica. Tu ,Aurora non scendesti più. Tutti hanno rimpianto poi la tua voce di usignolo in gabbia e sospiro irrequieto contrabbandato per sudore mentre sollevavi la gonnella e l'avvolgevi ai fianchi quasi in malizia. Si sente ancora là sulla collina nei giorni d'uggia umida e beffarda l'odor di mosto che t'impregnava tutta. Forse l'avrai consegnato ad altri colli donna di ieri ,dell'oggi e del domani Impronunciabile Ti mettono in ginocchio a guardare il sale mescolato a sangue che sgorga chè cura e tu piccolo ignaro del dopo pulisci il male altrui. (per lo sfruttamento dei bambini il cui numero è impronunciabile!) A mio padre ovvero nuova vita Mi ricordo pochi volti di te ero bambina minuta e ruvida e tu mi toccavi appena e dicevi "ma non mangia questa ragazzina?" e mi sentivo una borsa della spesa vuota. Cent'anni sono durati sogni nomadi in attesa di una lettera e l'immaginario volava oltre il mare tra agrumeti e la terra salata e nera. Ora ti riscopro malato con la morte in incubazione e mi si dice che la voce stentorea è rigata di nostalgia. Oggi non sei cent'anni son passati e non voglio cacciarti da me chè l'angelo cattivo deve morire. Racconteremo insieme alla luna la storia di attraversamenti in diagonale: piume nuove,t'assicuro mi metterò addosso. Ispirata a un pensiero di Maria Attanasio Nel mondo Uno su sei non ce la fa mentre cosce di pollo nuotano nei cassonetti chè sono meglio i petti uno su sei non arriva a domani e intanto si cincischia di tette troppo basse uno su sei muore e noi diamo cibo e acqua a chi già è capezzale di pietra. Doble pensamiento Dovrei tornare indietro dicono altri dovrei tornare per partire avanti Perché indugio nel desiderare ciò che il mondo mi offre Ecco si devo decidermi devo partire avanti dimenticando per non tornare indietro Tinti Baldini/Marcello Plavier Lasciami carezze In quello spazio che non ha coni d'ombra nè sente gravar confini dove rotolano sogni e i vuoti d'anima gonfiano di luce le primavere strappate sono linde e intatte l'errore è provvista del domani le notti smozzicate manto di cielo la paura in pendio un'inquilina amica l'deale ingannato latte che sgorga la verità stravolta in cuore perso una casa di passeri al mattino il sale zucchero e veleno ambrosia lo sguardo infingardo un ramo secato lì, solo per un attimo lasciami carezze. (ispiratami da una canzone della Nannini ) Avrei potuto Quando sei andato avrei potuto dirti tanto e tanto riempirti lo zaino di parole di getto rapide di fiume o di quelle smussate un pò rocciose che stentano a far capolino dall'ugola oppure gabbiano sulla soglia far da guardiano ai tuoi occhi e prendermi lo sguardo o teneramente pregarti con carezze di seta o almeno lasciarti uscire dal mio labirinto e volare senza dolori alle ali. Invece nulla ho fatto e dalle colline spesse pesanti di calura con occhi a binocolo guardavo oltre. Ma ... Ma quel passo veloce che sbuca dentro la trasparenza azzurrina dello sguardo luminoso da gatta quell'arazzo nel cuore mosaico rosso fuoco e rosa antico il tepore improvviso sulle gote e le mani si le mani in mille pezzi... il buio che diventa stella la stella che diventa luna e sorride... tutto questo è amore? Scota tesor "Scota tesor" mi diceva nonno mentre lo rivestivo piano di pezze di panno colorate e ne facevo un arlecchino stanco "scota bin" e io capivo poco di quel dialetto fatto di a divaricate e di o strette in gola ma poi il senso era quello sospeso tra veglia e sogno il rumore delle foglie dentro i suoi passi erba bagnata tra le dita il suo corpo cavo in abbraccio a prendermi sul ginocchio dentro il suo angolo che mai e poi mai si è chiuso. Honos Honos ruris è bellezza di campagna rigogliosa honores silvarum sono morbide fronde di selve è rispetto di sè e dell'altro con sacrificio , onestà e dignità con animo fiero e leale onore è tutto questo e altro ancora è quello che senti se fai il giusto e lo spirito vaga all'aperto non più schiavo in immensità smagliante è quando dormi e sogni non hai torbido il sangue al risveglio passi i piedi per terra e non vacilli e le mete ti appaiono lontane ma ti pascolano già nel cuore sano e gagliardo. Onore non è proteggere famiglia assassina nè percuotere i seni di tua figlia se ama chi tu non ami nè girare lo sguardo da chi soffre o tenere la tua barca in porto e tutto il resto nulla nè dormire nello stesso letto di chi odi o mangiare il pane con chi tradisci. E' una colomba bianca che ci fa stare insieme in questo mondo in un giaciglio lindo le cui lenzuola al mattino sanno di sole di ciambella col buco e di riso. E' quel riso che tanti pollicini hanno raccolto per strada senza perdersi. Sassi e gola Mi metti sassi in bocca se rigetto quel tuo modo abulico e saccente di guardare al mondo come una scatola di cioccolatini da gustare in santa pace sul divano e scartare solo quelli dorati mi schiacci la gola se cambio colore nero ,giallo o di neve se parlo a mio modo se mangio a mio modo se godo a mio modo se vesto a mio modo mi giri il collo se rubo ai poeti fuscelli di canto chè quelli son solo fole insensate non momenti d'incanto mi volti la schiena se canto preghiere e cerco tra volti di giovani persi sguardo davvero e ridi e bivacchi su soli sbiaditi di finti colori per sentirti qui. Io invece ci sono e voglio morire col cuore affiancato a quello di altri diversi da me. Occhi Ce l'avevano detto quegli occhi occhi di uomo -bambino di donna e di anziani quegli occhi parlanti sulle lapidi di Stazzema e Boves,alle fosse ardeatine a Dachau,dai gulag,dal Darfour quegli occhi di Curdi e Ceceni .............................. ci avevano detto "camminate a testa alta e impedite che altri stivali schiaccino le vostre idee spappolino il bene e vi mangino il cervello" Ce l'avevano urlato da quelle bocche aperte e noi non l'abbiamo capito. Anche noi saremo occhi di lapidi ma saremo statue mute e i bambini distoglieranno volti per raccogliere fiori. Gridavo Gridavo "c'è ghiaccio sulla palizzata ghiaccio sullo scalino quello di legno ghiaccio scende dalla grondaia...!" E i miei capelli erano stalattiti. Troppe sono Se ci si stacca da lotta dei giorni e si vive la notte in bavaglio si rischia di percepire parentesi di piccole cose enormi olografie appese sulle pareti del cuore fare di castello di carta maniero in basalto un cocktail da sorbire al buio macerato di nulla. Troppe sono le cose da spazzar via con un colpo di spazzola troppe quelle da stanare e rimpolparne altre genuine e sacre tagliare tentacoli d'accidia muta e lasciarli al vento a chi non vuol capire. Amore mio che c'eri Tu c'eri quella volta che seguivo le tortore sullo steccato e ne imitavo il suono e quando mangiavo te con il latino o strapazzata incespicavo su strade divelte partorivo figli cercavo famiglia c'eri anche quando non vedevo nè te nè altri se non le mie ferite oppure al ballo che non ballavi ma mi guardavi e ne poggiavi di sorrisi alle mie guance e tanti e quando scorrevano giorni senza senso o troppo era il senso che gli davo. Tu c'eri sempre ma ero io che forse non c'ero. Ora ci sono e tu hai perso il canto? A te che manchi Dove vado a cercare parlato morbido di pagnotta appena sfornata la risata piena di ragazza antica e selvaggia l'acqua viva tra le more e lo sguardo alle nubi a fronte alta neanche il male t'ha imbavagliato gorgoglio di versi mai avari che addolcivano il cuore. Ti cerco stasera come ogni sera quando mi chiama piano tra timide stelle un canto di rugiada e vedo una scia soffice di luce capelli d'oro. Cosa più bella non c'è Mandi una foto di gioia scattata lucida d'emozione colorata di festa e arrivano a fiotti anzi a stormi parole-carezze lunghe morbide palpate frutti di scoglio che scorgi e non t'aspetti. Condividere amor sentito e rimbalzato è cosa di un bello ch'è da provare per chi non ne conosce rumore. Mai Chi per la prima volta l'ha detta unquam mai non mai e per sempre non dà respiro nè sconto scappa via come un gatto senza fusa serra la speranza tra tre lettere di gelo si mangia le vocali resta uno schianto di frenata rapida sull'asfalto di gomma da masticare deglutita in fretta mai ti dirò mai ti amerò mai pace mai ti ho pensato mai saprai non ci crederò mai mai la guerra mai rinuncio a te mai senza e se la senti appena t'accorgi che il corpo si piega e la libertà esce come vento. Aggiustamenti(?) Quante volte ancora s'ha da mettere la faccia impostata indossare caviglie di marmo occhi aperti calanchi rosa impostare la voce a gorgheggio quando il cuore comanda spernacchi e la mano a stento sta in tasca quante volte ancora stirare sorrisi di falce se la bocca trattiene un groppo quante volte dire no ai sogni non sognati e alle bestie dentro non gridate. Quante volte ancora sognare ciò che dovrebbe essere reale da toccare con mano e bruciarsi anche i pensieri quante volte ancora le gambe pesanti di corse intorno al giorno e poi splendere in un sorriso finto quante volte ancora fermare il cuore in un istante che poteva crollare il mondo in un universo più distante ed essere ferro e fuoco cristallo e cenere polvere di carbone che diventa diamante nell'occhio dell'ultimo amante e sorridere ai figli e mandare in giro i ricordi perchè essere noi conviene più di essere niente. Tinti Baldini-Maria Attanasio Mi sono innamorata M'è accaduto d'estate e la luce sui colli era di rosa le torri rosse e la piazza un santuario l'abito mio di sangallo una regina i capelli rossi al vento leonessa e tu camminavi molle di calura e parevi cavaliere dopo un duello. Sono salita in groppa al tuo destriero e siamo volati là dove c'è sempre alba e le carezze son fatte di fiati nel silenzio. Ti raccontano Ti raccontano che è tutto normale sintomatico della malattia raccattare resti di vita sentire nenia di morte e tu vorresti occhi che ti guardano non pupille d'ambra fisse all'oltre albero secco che non può cadere foglia spenta bisognosa di terra che la copra e tu vorresti esser quella scure ma le mani diventano polvere. Per i malati di Altzhaimer come mia madre che vivono senza vivere. Costola Ma quanto avete perso donne d'anima quanti pezzi per strada tra grate e catenacci paura torva al buio e dentro casa orecchie senza suono d'urli e deliri ventre dolente e figli persi al braccio lazzi per un bel sedere ammiccamenti sul lavoro battaglie cruente d'amore a rimestare il piatto vuoto a far quadrare tante vite a raccogliere e rimettere a rifare e sopravvivere tra stivali e fucili mani adunche e bocche sdentate mezzi abbracci rubati e capelli cosparsi di fuliggine a vent'anni studio e sorrisi e vesti strappate lo sguardo in bagliore del potere quanti dolori rannicchiati dentro che vi tenete da sempre che niente vi può più risarcire... Ma l'anima non l'avete persa chè quella costola era proprio quello. Giace Giace sotto o sopra la cenere quell' anfora e ne abbiamo scordato forma? Dal Brasile Uno nasce da solo e spesso inventa un amico di luce un pupazzo masticato i capelli arricciati diventano quelli d'altri la notte mentre li soffi e quando t' arriva una sorella lontana che esce come un fungo dallo schermo e ti somiglia ti scansi un poco sul momento poi l'afferri con le mani e ti diverti a fare castelli di vetro sfaccettati d'immagini io e lei nella tenda da bambine ad aspettare insieme l' uscir per stelle lei a scaldarmi le mani quando mi butto in neve fresca io a leggerle sotto il nespolo le petit prince lei a correre nei prati bagnati con i sandali io..... ora i pensieri vengano dal mare sanno d'antica civiltà e dolore di roccia e di conquista sono aliti di presenza inaspettata di me che non muoio allora ma sono li e i miei vuoti altri hanno colmato. Al balcone C'erano tutti al balcone alle prime calure le sere d'estate la nonna con mani deformate ai ferri su dondolo minuto tu con mani grandi appese alla ringhiera rosso di rumori e verniciate la Renza in cinta con mani magre abbracciate a quel ventre piccolo masticava sempre tabacco come il padre addormentato e due figurine correvano su e giù ridendo di tutto e tutti e mangiavano mele poi le lanciavano a noi che vi guardavamo quasi in invidia di vita pagata a caro prezzo . Oggi quel balcone non c'è più c'è Ekom e per strada mancano figure di saluto. Il mosto in testa Se si contano strade viottoli e sassi le monete che scappano e non le trovi e non vivi i conti senza occhiali i fogli amici appassionati gli amici accanto che volevi le croci rosse sui compiti e le facce saporite dietro le mattinate a corsa e quelle a passo e quelle a veglia la noia dentro il capo i gatti sullo specchio la notte e le mani tutte quelle tese ,distanti o arpie le persiane sbattute e i cancelli aperti al sole di Novembre ti prende un dolce fruttato mosto in testa e ti senti fortunata. La mia porta S'è socchiusa piano quella porta è uscito un refolo caldo di mari inafferrabile meteora sogno sognato. Ho visto un'altra via ch'era sfuggita. Idea di figlia Amore mio bello e vorace eri un cerino abbrustolito che pestava scalza le punte di Kvar senza aiuti e infante da sola prendevi il mare e se qualcuno sorrideva quasi ti pareva un'offesa padrona di te senza catene eri e sei ora. Ti guardo e non ci credo ancora che sei dal mio ventre uscita. Sono contenta I pargoletti corrono per strada sicuri chè ci son le ronde e il maestro quello unico che tutto sa e comprende li guida verso un mondo migliore senza troppo dire chè le parole possono traviare le menti vergini fa loro vedere le discariche ordinate di profumi salubri la monnezza caricata altrove i soldati che partono fieri per andare a morire per la democrazia il mare libero da sconci e corpi insani la televisione di belli e buoni in pianto tutti che lavorano senza posa e chi sta con le mani in mano è un disperato o uno scansafatiche e.......... ............................... Sono proprio contenta e mi accovaccio sul mio letto di spine. Ispirato a un racconto ironico di un blog . Se Se i capelli ora tinti e sciupati fossero gazze lucide d'un tempo gli occhi al tè verde ancora accesi manifesti incollati sul mondo se le mani lunghe fossero a farfalla lievi e danzanti nelle mosse di Samba se le gambe nodose di viola di cerbiatto mutassero le vesti se il seno di quella scollatura prorompesse porgendo pomi al mare se i fianchi callipigi suadessero sguardi a mezzo busto se la bocca sottile indurita e inquieta sbarrasse la strada con lo stesso splendore se quel freddo che si sente gelato di terra rossa si svegliasse potremmo ricominciare. Parole Ma tutte queste tutte queste parole uscite come quando scippate rubate aggrovigliate in fuga in erosione macigni fole sangue e zucchero di canna mezze piene mezze vuote stanche cantate impastate di fumo che si sono spintonate incontrate baciate e morse a guardare il mio film tutte quelle parole sullo schermo dove le metto di nuovo dentro se ci stanno le spingo nel ventre o le fischio a grappolo nei portoni dove i ragazzini mettono la mano,piccola sul petto alle fanciulle? Chiacchiere da ringhiera Ciao,che fai rientri oppure esci, io ho già le reni a pezzi ed ho cucinato per i ragazzi che rientrano da scuola, hai sentito dell'ultima notizia di guerra e comunque si muore di birra ogni sabato sera ed il tempo cambia sembrava ieri Primavera e tuo marito riga dritto o è strano basta ci lascino in pace il tempo di un caffè tre volte al giorno, e la pressione ballerina e quella strana voglia che ti è venuta poi te la sei fatta passare o fai come al solito che lasci passare, tanto passa tutto anche questo momento tu lo vivi e mentre stai vivendo sei già carne al macero… Ciao ,oggi non è giornata mi mancano le sigarette la tazzina del caffè sa di muffa e poi sai quelli di sotto strillano da paura gli manca il companatico a me quello non manca mi manca l'aria e piove e piove e la notte non porta consiglio anzi è un bosco tra le case tinto di pallido. E tu con le figlie fai finta e mascheri l'ansia con panni stesi al fetore di chi fa da padrone? Starei a far parole con te dal balcone fino a morire per lavare strizzato dolore secco che sta chiacchierando ora tra se' e se'. Ciao, ciao, care signore, sono emerso un attimino, per dar acqua ai miei fiori invasati, e, noto solo ora, avete mica visto la mia bandiera della Pace? L'avevo lasciata qui, sul ballatoio, sventolante al vento di un grande fiato popolare, ed ora garrisce solo un insulso drappo bianco. Candeggina? Lo devo dire alla mia domestica filippina. Solo, qui, tra acida pioggia, scolari briosi e mozziconi sfumanti, non si vive più. Ieri sera, al mio canale preferito hanno mostrato quei bimbi mori con pance gonfie e mosche agli occhi che succhiavano lacrime. Proprio mentre cenavo. Che schifo. Qualcuno le dovrebbe censurare quelle cose. Magari organizzo una petizione. Già. Mi spiace, care signore, ora devo rientrare. C'è il mio Fratello Grande che mi chiama. Ciao, ciao. Maria Attanasio,Tinti Baldini, Flavio Zago Se fossi Se fossi guanciale non consentirei sonno a chi ci toglie la voglia di sognare. Ancora e ancora Mi hai imprestato braccia forti e piedi svelti un cuore a battito di pioggia estiva imprevedibile ma quasi sorridente m'hai dato respiri al dolore e trattenuto i crampi allungato la gioia come un elastico che ogni tanto fa ancora capolino smorzato le mie ridicole battute in pupille di sole e ora non lasciare ancora la mano mentre tra fiele e legno salgo la scarpata e ad occhio e croce non ne vedo fine Visioni Ma che cosa aspetti e quando tu che mi guardi sempre ogni attimo lo so che aspetti a dirmi con quella voce dolce che conosco che la luna è quella che ti fa sverso e in cielo c'è una cartolina che bambini si muore a occhi aperti e le madri trascinano placenta e fetore che quei tulipani nel giardino sono di stoffa e li strappi per veder se t'ama che se urli "non è giusto" ridono denti al platino se t'arrabatti da mane a notte sei sfortunato o molle se cadi dentro gesso e cartone è colpa dello scirocco o sei sciroccato e che l'amore quello vero si può vedere forse su schermo piatto in "Casablanca". Dovevi farmelo sapere che devo smettere di sognare e che il mondo è uno schermo piatto. Amici E' nostro quel tempo quello che era o che doveva quello che sarà o dovrà le stelle si staccano stasera dal palazzo di vetro scendono a grappoli frusciano sui nostri capi che stanno a testa alta. Il tuo mare Vivi il tuo mare, possente di creste schiumate e fluenti seriche pieghe, ornate di suoni struscianti e sferzate su rive d'attese in granelli di credo. Vivi il tuo mare sbiancato, danzante dai ritmi stracciati da ere di stelle cadenti da spazi infuocati e percorsi da scie siderali, e scogli scolpiti da sogni sfrangianti e beffanti, bucoliche mete. Vivilo ora nuvola liscia aspirando, sfumando la spira silente d'anguilla argentata ammaliata, sinuosa dolce d'attesa, desnuda d'indugi su labbra accostate a giochi di palpebre E allora veleggia il tuo mare fraterno, ebbro compagno, acqua da bere, pioggia serena che vive ed imperla l'intimo drappo di falce di luna. Tinti Baldini e Flv. Mi ricordo Quante risse la sera per capire le parole in frantumi la porta sbattuta i silenzi parlanti e quegli occhi enormi di paure le braccia penzoloni e i piedi troppo grandi le ante troppo piccole la voce altalenante da sirena ammalata ll letto troppo umido la luce a notte fonda il libro stropicciato sotto il telefono caldo la musica a palla e le scarpe fuori la porta quasi per pronte a scappare e io buldozer ad afferrare l'attimo quello di una mossa o di un ? per piazzarmi per terra e raccogliendo fogli e qualche pezzo di te parlare parlare e ascoltare anche solo un forse. Sono momenti grandi d'inspiegabile amore in cui tu ragazzo respiravi più fresco mentre mi guardavi e colori uscivano dalla bocca. Paure Ci sono paure che passano col dna quella di morire di non saper sognare del mare o degli insetti del buio pesto o degli spazi aperti ma ci sono quelle che entrano da fuori e stanano nel grembo come figli mai nati t'assorbono avidi linfa e aria gonfiano e tu ingrassi sono la paura di non aver denaro abbastanza da contare la sera sotto il poggiolo la paura di non esser abbastanza bello o alto o potente tanto da contare le pecore tutta notte la paura d'invecchiare che costringe il tuo corpo a vigori insani quella di chi non veste come te non parla come te non ama come te non t'assomiglia chè temi sia nemico o amico. Se dessi fuoco a quel timore grasso schiumoso e belluino torneresti a passare tra le siepi a primavera rincorrendo grilli. Mi bastano Una tenda senza la veranda e le sdraio lo zaino del nonno verde polvere la sabbia dentro il fazzoletto un pugno di sale due guizzi di mare una coperta di iuta trita da nocche lenti da sole senza montatura il cavatappi fatto a nuvoletta rosa un pizzico di quel vov forte e dolciastro e la notte mi si prepara sola. Incontro d'agosto Ma eri tu quella sera brumosa d'Agosto spessa di sudore e senza stelle eri tu nascosto dietro la magnolia in passo di danza a braccia tese che sorbivi il profumo e ti vestivi di bianco? Infine mi scorgesti accasciata sul prato, sembravo chiamarti, sorrise il tuo viso, afferrasti l'appiglio l'offerta muta accondiscese all'evento. Adagio mi stringesti spogliando le vesti prendendo la carne, trovammo all'unisono il modo d'amarci assaporando il mio miele nascosto nel guscio,, gemendo felici nella sera d'agosto Tinti Baldini e Marcello Plavier ( è un gioco che ci ha divertiti molto ,da buoni amici in sorriso) Balorda Balorda è la palude in cui navighi per mestare piaghe che diffondi attorno senza pudore: è questa la voglia di potere che ti annienta? Meglio tener ferite sotto il gilè e scoprirle la notte con chi ti ama. A guardarli passare i ragazzi sembrano una storia che a parole non sappiamo più raccontare. Quale? Da sempre mi palapava dentro un desiderio .............................. ora stretto stretto tra fili e squame tanto che non so più qual era. Morso Rivoglio il mio mondo quello che vedo all'aurora dalla chiglia del mio letto con il lenzuolo amaranto a mò di vela e lo voglio subito anche oggi chè il morso del tempo sta già spolpando il tallone. Quando Quando i colori si smussano vacui e piatti e le forme del volto in sorriso a segni buffi da bambina sono altre la voce diventa anonima e il passo svanisce sul selciato allora scrivo dipingo canto chè tu smetta di morire. Quando un suono di campane lontane m'inganna chè non c'è festa nel cuore e sento nelle vene l'acciaio dell'ago che ti aiuta a vivere e le mani si incontrano anche se non c'è preghiera che basti per chiedere e sperare che si smetta di morire un po' almeno a questo giorno di nuovo dolore e distrazione continua col vento caldo fuori e quest'estate che invoglia ad un Settembre stesi nelle vigne. Tinti Baldini e Maria Attanasio Salire E' calda di rovi e sassi adunchi, sterilizza pensieri rivangando dagli avelli del noi, la farsa infinita delle parole senz'anima. Brucia palmi talloni e nuca mescola bolle nel petto gonfio frena il pianto che rimane secco, raggiunge l'abisso tra te e te e ne imbrattata muti princìpi vagheggiando vette ed artigli spezzati. Ma se scendi piano ritorna, monda scorze di gusci di stelle, ancora e ancora, fiorisce vagoni di cerchi concentrici, gioia immensa della fatica tua e non d'altri, quel sudore di vita che rende grandi, che mescola fragranze di pane a morbidi sospiri, e l'intaglia su quel quotidiano spartire, che da qualunque ti fa unico Tinti Baldini e Flv. Perduta Ho perso i tacchi in vico stretto quando le labbra stirate a cerniera palpavano ancora agrumi di corpi ho perso spicci di luna saltando fossi a ginocchia tese ho perso a gocce d'olio fine liquido dolce di miele ciliegio ho perso nocche salate nel gioco a rimpiatto ho perso squame dorate sul ciglio di strade assolate ho perso te correndo dietro la mia ombra. Non lasciatemi Non lasciatemi ballare da sola sotto bocca di luna e saliva di mare toglietevi le scarpe ogni laccio e catena e allacciatevi a me a danzare sugli specchi. Homo homini lupus Sbatti addosso il vetriolo a quella ragazzina che sorride ma non a te colpisci alle anche o alle cosce la tua donna di ieri vomita vermi e fango su piccoli indifesi brucia il sesso a chi ama "strano" la mano nella mano manganella il tuo nemico di pallone butta nel cassonetto il marocchino chè ti disturba per l'alito d'aglio: tanto è legittima difesa. Mia bella Mi diceva sotto la tenda "Mia bella non smettiamo mai sopra c'è cielo e sotto la terra e siamo alberi nuovi all'imbrunire" E rispondevo accartocciata a lui " E come se fossi appena nata nata per te" E Il mare a chitarra suonava per noi. Mia Te ne sei andata di soppiatto in un giorno spesso di nebbia monferrina ho sentito un pugno netto sul cuore poi scaglie di ghiaccio fine e una strana bulimia e ora pian piano il tuo seme ha generato nel mio corpo piegato un albero un baobab che mi tira la schiena e sale sempre toccando ,angelo, vette di cielo e i suoi rami sono le mie ali. Anche se non so volare le curo e le pettino all'alba le carezzo e asciugo la sera e le ripongo stese nell'armadio pronte: me le hai lasciate per domani. (ispirata alla bellissima poesia di Maria sul blog per sua madre) Latte Quello che sgorga ancora dal mio seno non disegna l'orsa ma scende su lembi di corpi divelti in mare nemico fondo nemico riva nemica mano nemica occhio nemico per dare latte munto di pace Spiriti Proteggono i guerrieri quelli che mangiano terra fino all'osso i cacciatori di promesse le madri orfane di figli le vergini d'amore piume spezzate gli artisti e saltimbanchi di sogni di ringhiera chi è sterile di baci chi è pagano o troppo santo chi ingoia dolore e crede miele quelli coperti di peli o senza pelle senza dimora se non piedi scalzi chi come me si tramuta in rondine migrante nella notte sul ciglio del letto. Di voci Arrivano da stelle che accorate mi chiamano dalla mia luna che mi fa ventre liscio come seta da quelle ali esposte sulla ringhiera quattro per tutte le stagioni meste in attesa. Ma io ancora non so spiccare volo. Sorriso Ti vedo sogno fuggi e ritorni tra cicale sonnacchiose e tintinnio di grilli mi solletichi piedi scalzi al vento canticchi i miei versi tiri vezzoso ricci o sbuffi sul collo m'acchiappi i fianchi e li fai ballare spremi profumo sulle gote e mi apri i denti al sorriso. Magari Forse smussare punte intransigenti quelle d'istinto si pagano nel tempo non straziarmi e straziare vivere con leggerezza senza sciupare rimescolando ricotta tanto da renderla burro percorrere strade e non bruciarle imparando a non tossire il fumo credere nell'oggi del domani allentando le redini di cavallo pazzo e irruente e….. ma quella lì non sono io e allora di me ora la verità conosco e non voglio scampo. Grande e piccolo Sei grande tu bambino che strabuzzi scopri coperchi rimesti riempiendoti il taschino sei grande tu ragazza all'alba al tram per far conti senza senso e la sera t'aspetta sola la notte. Sei grande tu uomo che canti e scruti se oggi è ieri o domani e se c'è un domani da sbucciare. Piccolo piccolo pollice sei tu che usi strofinacci lemmi e gente e non traspiri mai ardore ch'esce in umore da un capo inclinato sulla spalla stanco per dividere nel tocco la fatica. Nel nome del Padre Gonfio dell'imponderabilità del presagio, gremito di promesse gridasti il suo tenero segno di slancio smarrito. Non era un urlo, forse ma un cielo infranto che intonava la vaghezza della polvere. Sciolte da ogni futuro, le trecce del mentre hanno varcato i confini dei sogni. Ma i sogni sono quelli di ieri, di coppie furtive di ritorni sfregati su pelle viva, o quelli del domani ondeggiante in concentrici specchi d'acqua? Ogni supplica commossa di luce penzolante verticale foglia d'autunno, s'è curvata all'aspro ceppo ribattezzando il proprio destino, chiamandolo con il tuo nome. E vagabondo a cercare i tuoi passi arrivati per caso, senza rumore, in tasche che tintinnano di sole araldo del poi. Sarà pioggia. sottile sapida, pudica ignota lacrima, nella grondaia dei miei ricordi, o la memoria resta sguardo gentile nel cosmo zuppo di sogni, a farci amici in ogni dove, come per dono di un mondo nuovo? Tinti Baldini e Flv. Carpe diem Cogli l'attimo succhia il midollo della vita ma che cogli... se l'amore fa capolino e poi spernacchia se s'incrociano gli occhi per il sonno se respiri veleni e rumori se i figli ti scavalcano per strada se giorno pare notte e le voci confondi se svuoti e ti riempi come lago di monte se hai le tasche vuote o gonfie di sale le occhiaie mute nelle veglie e le natiche segnate dall'amianto se riempi vene d'aria chè la vita non basta e il silenzio ti placa la sete se sposa sei già impolverata e ti rimane mezzo angolo di vita. se..... Allora non mangi l'attimo lo espelli. Argini Non si sfogliano più le margherite i conti si son fatti senza calcolatore i volti tutti sono lì in galleria esposti dall'alba alla notte a volte si fanno piccini o giganti squarciano pareti alte e sottili e d'amore colmato è il lago diventato mare. Le rive non si vedono si sono perse lungo il viaggio. Chiave nella porta Amore piccolo piccolo ti dicevo la notte guardandoti dormire e tu lo dici a me ora perchè un poco mi sto rimpicciolendo mi stringo dentro tutto e tu lo sai chè hai occhi di lince e nulla sfugge. Ora ti penso dormire accanto a chi ti ama e passo con le ali di carta quelle del tuo vecchio aquilone sul tuo corpo bello e avvolto in altre braccia e sapori. M'immagino il risveglio a occhi aperti subito per sapere e non perdere un attimo e vorrei li tenessi un poco chiusi altrimenti diventano presto stanchi come i miei. Io lascio sempre la chiave nella porta e mai sarà serrata figlia la maniglia è di vento e dentro ci sono i nostri segreti. Brace Mi hai soffiato cenere amore mio è diventata brace calda di figli troppo grandi per tenerli in una mano fuoco di voglie troppo spesse per farne abbraccio lapilli di furori aggrovigliati in matassa da lavorare al telaio per domani. M'hai soffiato ,madre la morte in bocca è diventata carne viva di ricordi quelli appoggiati sul cuore se per me non c'eri oppur dormivi e io crescevo pianta senz' acqua abbarbicata alle altre intorno mangiavo terra e sputi e m'allungavo in alto a prender vento . Ora caccio cenere e morte ne vomito dolore ed abbandoni chè sono periscopio del mondo piccolo ma che vede lontano. Ma come Ma come fa una sola stella a illuminarmi il passo tanto da contar fili d'erba ad uno ad uno? Ma il cielo è coperto e spento.. Allora sei tu che ti fai stella? Mezze carezze Quando mezze carezze ho lanciato per paura di invischiarmi nel tutto e mani in vezzo lento ho ritirato ed in quell'ora il cuore ha preferito raccogliere capelli tra le dita, in quell'ora d'irritante amnesia mi son chiesto e richiesto chi ero. Se lancio ad altri questa bionda spiga perché all'ombra di secolare quercia di grano e d'erba i sapor lui senta, poi mi accovaccio nella buca di ieri per proteggermi dai miei stessi raggi. In quest'ora d'irritante amnesia mi sto chiedendo e richiedendo chi sono. Ma… scende d'improvviso e mi scavalca una miriade di sole d'Africa. Calda, supera le gole del freddo, prorompe dalla nuca e mi attraversa, spinge infin la pelle e tutta la scopre. D'anima e corpo adesso è la nudità ma non mi immolo all'altrui freddezza. E' vero, ho ricevuto rudi schiaffi come se adesso il vento s'accanisse mentre di sole nutro ancora il cuore. Mi rivesto di trasparente manto e torno ad esser tutto tra la gente. Tinti Baldini & Aurelio Zucchi Tela Squarcio rovente sulla tela bianca senza slabbri o vezzi definito senza scampo ferita esangue spalanca buche ove lo sguardo non arriva proietta ombra di nulla e di un tutto assorbente: ecco dove mi trovo ora. dentro il quadro di Fontana. Non chiamarmi Non chiamarmi poeta te ne prego se non capisco quelle cornacchie sudaticce e deformi che blaterano le bocche a cuore di plastilina viola divaricate a mò di vulva la pistola nel cruscotto i libri di Moccia le santità in abito firmato le spiagge di sabbia finta con i fiori di plastica i bambini con il cellulare le bugie senza pudore la dignità sotto i tacchi la puzza sotto il naso l'elite di quelli che sanno tutto la saccenza dei deboli l'arroganza dell'ignoranza la tracotanza del potere la paura dell'altro la violenza dei gesti il silenzio dei poveri le mani spezzate l'occhio spaurito da bambino e quello vuoto da vecchi la solitudine mia dentro e la voglia di sentirmi che va via.. ................... G 8 Scendono dall'elicottero signori azzimati e ingessati altri nerboruti e armati mogli col cappelllino e la velette e molti famigli porta robe suonatori di mezza tacca equilibriste per la notte raccoglitori di lustrini e caccole sfuggite. Dai ruderi un popolo disilluso con disdegno volge sguardo al cielo mentre sul palco si svolge la commedia. Dall'alto se ci sei dai un segno chè non merita quello sberleffo chi è morto e chi ne ha sentito l'odore. Pietà l'è morta Cade trafitto da una pallottola vagante rantola a terra e gli occhi fan pausa d'orrore la gente fotografa e ruggisce Lui muore.. Nasce e non esiste quel bambino senza colpe già nel disonore lei si tiene la pancia e partorisce in un angolo tra lacci di paura. E noi chiediamo urlando l'ostetrica ma quella di fiducia! Pietà l'è morta. Un giorno come un altro ovvero difese immunitarie Truffa di cuore nel fiore all'occhiello della sanità ***nuotata a San Fruttuoso verso il Cristo degli abissi ma ahimè l'acqua è fango Elezioni truccate in Iran? No ,democrazia malata.. ****una lunga passeggiata a Portofino vetta,zona protetta ma ahimè macchine e moto abusive in ogni viottolo e cartacce che ballano sui tigli. Rinascita dell'Aquila sotto una stella "cattiva"? ****un giro in canoa a Camogli ma ahimè il deposito è coperto di colata grigia di cemento Feriti e morti sul lavoro a Bergamo ,Milano.. *******un bel libro da leggere ai nipotini ma in agguato "amici"li aspetta Sciopero operaio a Termini e volti stanchi ma non è crisi .. ******** un tocco di focaccia al formaggio ma ahimè costa come oro. Rifiuti:la Liguria peggio di Napoli? Ma basta un attimo...e poi si sistemano altrove.. *******Allora mi sintonizzo per saperne di più di Don Gallo e le sue strade d'amore ma la tv su questo è latitante *Allora non mi resta che ingoiare due Tavor e mettermi a dormire..... A-i-spirazione L'emozione spesso mi trafigge inaspettato suono di corde di violoncello caduta du un ramo su aghi di pino refoli sparsi sul mare onda gigante al tramonto vestito d' abito da sera torcia mossa dal coro gocce scarlatte sul viso entrate in agro di gola odore di pianto cullato in bambagia di braccia profumo di nespole colte da mani amiche dondolio di vela nel piatto assolato mezzogiorno passetti di passero sul bordo di sassi..... sentiero sul corpo tracciato nell' attimo che vola in sprazzi d'infinito ...... Ora l'emozione non trafigge trapassa veloce proiettile scuro lucente affilato entrato uscito in battito di ciglia. Nulla rimane se non un buco nero ed espanso profondo in brandelli. Ritratti di mare Sulla spiaggia collega di sole si copre d'olio dal sapore rancido occhiali muti cappello d'argento a paillets sulla fronte beauty alla fragola e gambe dorate pareo sulle spalle già troppo scottate e musica a palla focaccia a tocchetti in bocca alla vaniglia neppure una mossa altrimenti si perde e rosola impavida senza respiro mi sembra un'aliena ma poi uno squillo "amore ci sono" ed ecco il ramarro squittire di gioia con braccia e capelli buttarsi nel mare per correre incontro al bel tenebroso con barba e borsello. E io lì accanto mi sento un po' freddo. Ricetta Un panetto di zagara appena schiusa sopra un velo di mentuccia fresca avvolto da foglie di acanto vorrei disporre sul tavolo alle prime lune scalciando via di taglio con nocche e gomiti bruma dolciastra trangugiata in respiro notti abitate da volti sconosciuti aperti al vento con mani tese giorni confusi senza scampo che corrono ansimanti accanto e precedono prepotenti guerrieri il passo tele di ragno in agguato sulla retina battiti d'ala a strisce sul petto conche di desideri gonfie di burrasca. Allora forse sentirei battere cuore polposo come voglio io all'unisono labbra umide in risata grassa e la gente intorno sarebbe mia. Si può fare Titano blu cobalto ruota morbido attorno a Saturno e ci canta di gente che senza ossigeno ci guarda non ha coltelli nè motori e senza tempo vive d'amore. Miracolo Tra noi donne nasce spesso un miracolo: scendono miele e stille rosse si mescolano in pozza linda che diventa fiume scende in mare con pizzichi sul collo e ci rende amiche senza misura. Protesi Possibile che quello scollamento come un distacco di retina un montacarichi spaesato una barchetta nel deserto un braccio senza dita sia una protesi alla mia anima fatta di lacci e pompe tubi e putrelle che m'impediscono di trovarmi ancora? Aiutami Ti prego non passare la mano uomo del mio tempo aiutami a capire non sganciarmi dal parapendio a notte fonda lasciami vedere prima solo una scia in passetti di luce aspetta che possa metter un'ala ,una sola per strizzare il sole non chiudere il cancello con le travi chè dalle grate possa annusare il mare lasciami un poco correre bambina sui sassi neri quelli a punte e piane non mettere cemento a fermar canti nè bandiere a urlar parole. Vestire gli ignudi Noi poeti siamo ignudi scoperti a vento e intemperie al sole che scuoia al buio che ammalia a tocco di dita e a male stridente eppure a volte insieme tra cocci ed ortica sappiamo trovare un velo di seta gentile e umido per coprirci dal gelo. (mi sono annoverata tra i poeti intendendo chi cerca di far di poesia ...suonava bene..) Sordo Non trovo corde che suonino nè parole che scaldino s'esaurisce l'acqua fresca in sapore le notti sono giorni di fuga dal dolore a groviglio steso sul fango dove corpi giacciono e masnadieri ne ridono . Questa è la volta che mi lascio andare dentro mare salato a inarcarmi in sogno di oblio oppure una sirena pietosa mi riporterà a riva a cantare ancora strappando dalla pelle malata gli spicchi sani? Vergogna! Ammonticchiato mucchio d'ossa a caso cencio avvoltolato sulla pensilina e tu accanto rispondi al cellulare. Stamane E' arrivata tra spessa coltre di un fumo che pare incollato su un cielo deforme di fiati è arrivata una lettera posata di soffio da mano frettolosa sulla soglia tra foglie di olivo è color della guancia al risveglio amoroso rosata a pizzichi rossi della bocca dopo il gelato alla fragola succhiato con grazia della torta di lamponi a mirtilli di un 'amica che ora non c'è ha sapore di grilli e lumache alla sera tra erba tranquilla spruzza odori di desiderio è sorella di lune all'aurora se la apro passa di volo e allora la lascio dov'è. Train de vie Sei partito da tempo anche se sei qui hai preso un treno che va veloce senza finestre proiettile in deserto e sta sferrando ancora. Il mio è una locomotiva va lenta e sbuffa a ogni smottamento si ferma in anse e guarda il fiume è tutta vetrate senza soffitto e ora è in riva al mare da tempo. Intorno cinguettano voci sparse suoni imprecisi e folate profonde quelle di gola che giacciono poi paghe nel petto. Teheran Ma li avete visti quei volti di ragazze e capelli di seta occhi scoperti al mondo paiono cavalli in battaglia corrono e aprono cuori si passano parole e cartelli e braccia in chiazze di sole. Noi stiamo a guardare almeno chi chiede giustizia e pace da schiaffi e catene. I pugni son pieni di rabbia verso un cielo che chiedon sia loro. Cara moglie Cara moglie stasera ti prego stasera non andiamo a dormire ci mettiamo qui sul poggiolo con il cane il gatto e il canarino senza piume e guardiamo davanti le case di Barriera tanti funghi allineati e grigi e vedremo dalle finestre tante facce come le nostre che ci guardano e ci raccontano di lavoro e di mani di sudore e di olio di rumori assordanti e fatica di sveglie all'alba attonita e baveri alzati alla pioggia di occhi sgranati di nonni su piccoli a grappoli in strada delle paure di sempre sorelle di gioie insieme pudichi rossori al mondo. Ora il mattino sarà altra cosa stiamo ancora nel letto di baci chè il lavoro no non mi aspetta ma tu con le gambe frementi mi accogli come sai fare solo tu. In ricordo della canzone di Ivan Della Mea"Cara moglie" Dove e quando Se ci incontrassimo ancora una volta dove parole sono seppellite e costruissimo un nuovo alfabeto di foglie e muschio? Non fare all'altro Non fare all'altro quello che non vorresti fosse fatto a te: se così fosse desiderio d'amore mai pago donerebbe fiumi anzi oceani d'amore e nuoteremmo tutti in mare a carezza. E tu lo sai E se domani fossi castello di carte forse tu ti fai vento ? e se fossi campo di grano ti fai margherita ? sono calma apparente tra pensieri in rimando Sotto la pelle ho cenere e fuoco ma dai hai solo pelle sbiadita da botte di vita certo in danza fasciata tra cielo perduto galleggio ..… in campi di grano sono papavero rosso ma tra fossati di sangue e terra slavata Certo che ne abbiamo fatta di strada in salita sotto le unghie abbiamo frammenti di notte figlio sono foglia amaranto che insaziabile vento spazza ormai via. Madre dammi la mano se guardiamo alle spalle era solo discesa… e tu lo sai Pierluigi Ciolini e Tinti Baldini Senza veglie Peccato mortale: se partorisci tal male da farti morire l'anima. Ma allora volti ben tirati di pelle di bimbo neri di lampada mai trafitti da colpa d'innumerevole sonno in notte senza veglie sono zombi? Accanto Domani sarà un tumulto lo sento e lo scrivo stravaganza di gusto confusione di corpi intrigo di scambi imponderabile moto di spirito dentro sfrenata sinfonia se le lenzuola saranno a terra la ventola spenta e l'aria dal cielo i cuscini coperta e il dormirci accanto sarà quello vero. Aurora Lei aspetta il suo arrivo e arrossa d'arancio e di viola d'amante trepida. Lui arriva piano e con la luce la copre in amore e la prende con sè. Stamani aspetto anch'io ma tu aurora hai occhi freddi di statua arroccata. Gira Gira la ruota al roditore e gira e lui corre frenetico ma poi con la zampina arresta il vortice e si riassesta per riprendere fiato e ricominciare . Io però ,ahimè non ho le zampe ma piedi piccoli e morbidi senza presa. Preghiera Se te ne vai salpi dal cuore spezzandomi reni con giorni insensati di vele a ponente. Il viverti dietro è stridore ingessato su ardesia del tempo e l'occhio singhiozza aghi di pino, che graffiano mari di umori. Se te ne vai mi lasci l'ombra le pareti diventano abside romanica grezza e nuda il soffitto s'incurva in viale di tigli a Settembre le finestre panorama plasmato di alvei incavati e valli all'orizzonte e il colore attorno acquazzone di Marzo. Se te ne vai perde calore e fragranza, il tuo tatto tatuato sul mio tremore e il mutare delle forme scioglie nodi carnali di corpi estasiati. Troppo fragile e nero di seppia l'aquilone del sogno per forare le nubi e i domani fumosi. Tutto mi è disegnato dentro acquaforte mi sento incisa di te. Tinti Baldini e Flv. Ama il prossimo tuo.. Conosci te stesso e poi amati e tanto abbracciando anche ferite di spilli e selci aguzze senza abbandonare sangue che fa piangere scova papaveri mentre cammini lasciando squilli ad altri indifferenti sfiora sull'autobus spalle senza timore e sentine il sudore chè diventa seme non guardar fuori ma dentro cerca tra volti che sono il tuo la tua essenza e tu non lo sai non a-ppartarti dentro a-ppartamenti che non t' appartengono non sei a-parte ma parte del tutto sciogli paure sull'azzurro d'occhi toccarsi e toccare è tutt'uno ospita te e l'altro nella casa quella grande cattedrale alta al cielo di guglie e cormorani altrimenti ti sembra di non essere. (ispirato ad un articolo di Umberto Galimberti) Se dormi.. Se dormi o forse no pian piano s'insedia un seme proprio lì nel cuore e cresce e si dilata albero frondoso che passa aghi e linfa e gonfia e quel pensiero cassato o messo sotto il materasso riprende forma e vigore non serve gabbia o etere chè lui è padrone e comanda direttore di una orchestra d'archi il cui suono aspro e antico ti rapisce.... Mi hanno detto che Mi hanno detto che ti hanno visto nel riflesso del sangue sulla montagna ti hanno visto nel ventre violato tra i visceri sparsi sul deserto tra le palpebre degli affogati ti hanno visto coperto di polvere bianca quella che spolpa vita tra le case di cartone ad ogni refolo in braccio ai piccoli soldati e vestito di gesso e sputo mi hanno detto.. ma io vedo solo volto adunco del potere. Forse sarà che sto diventando cieca? Limite C'è un limite che non va superato altrimenti rischiate che i bambini al vostro passare non vi vedano. Oggi devo Oggi facciamo il punto della situazione devo guardarmi allo specchio di frequente qualche segno si nota? Le sopracciglia sono più strette e chiuse a parentesi quadra e l'occhio a fessura sghemba le ciglia accucciate in avanti a cercare sonno le nari senza moto le gote spente al raggio la bocca senza carne e sangue rosso carminio chiusa a serranda estiva il mento indietro accasciato sul collo e torbido le orecchie da cane barbone le spalle inclinate sul petto a proteggere a coppa ogni incrinatura. Le braccia a stritolare fiamma come tenaglia i fianchi inesistenti tutt'uno spenti di sorriso e le gambe non più preludio di viaggio zattera e corrente? Mi guardo ancora ma non ci sono segni siedo ancora a timone scalza un poco in ombra siedo sulla sedia tonnet in incantesimo e il dolore quasi, forse,magari è solo scorza. Ma tu come mi vuoi? Mi vuoi che non dica l' età coprendomi maliziosa la fronte con la mano guantata? Mi vuoi con il sorriso anche se piove per tenere la polvere lontano? Mi vorresti amante senza peso figlia se vuoi e madre a comando? Invece dobbiamo ancora consumare sandali e nocche e percorrerci così come siamo : già a volte quasi non ci riconosciamo. Una vita in più Ma se a volte questa mi pare troppa tanta di massi al petto e foglie secche in astio di solchi arrivati in fretta come fustigate tanta di neve pestata troppa d'imbrogli attorno e mascherate spessa di spilli e di nodi a palla e la voglia di scansarla prende la notte che tutto tace e il cuore spegne lampade e frecce. Ma se guardo le costellazioni le guardo come l'uomo nei millenni famigliari in miracolo di forme e strisce e molecole e materia e mai vorrei smettere di vedere quel piccolo mio cielo. Se quelle pagine stropicciate mi son sottratte furia divento in furto di vita se non vedo bambini per un giorno mi manca l'aria e non chiudo la notte finestre per non perdere un alito del vento e vorrei ancora certi baci che raccontar non posso senza i colori e vorrei mercati e sangue veloce in circolo e amanti in fila e figli che cantano e mani prensili davvero di cieli e stelle e tatuati sulla pelle i sorrisi di tutti i miei morti e camminare camminare per altro dolore magari ma che sia andare e poi ritrovare tutte le parole che mi sono lasciata dietro tutte le promesse che sventolate mi hanno fatto vento una vita in più fosse anche solo per espiare questo troppo amore che non ci fa fermare e ci fa di cristallo e di roccia di pioggia scrosciante o goccia donne e madri amanti e compagne con i fianchi esposti a chissà quanti colpi... Tinti Baldini e Maria Attanasio Penisola Mi metto prona tutta la copro con il corpo spalancato i capelli a gorgone invadono mari e s'attaccano frenetici alle rive delle isole raccolgono anemoni di mare le braccia sanguinano guizzi tra rovi e olivi , mirto e lentischio e il rosso degli aranci si spreme sui seni. Il petto e il ventre invece sanno di vino e salume fresco e le gambe abbracciano lagune e e colline morbide di viti ma le dita dei piedi afferrano qualche dolmades gli spaghetti alla marmellata le tortillas e un poco di patè e tirano, s'allungano e sentono freddo e lingue nuove e volti e richiami di saluto con cui sposarsi a vita nuova. Mi sento una penisola mi sento un mondo. Giochiamo? "Vieni a prendermi" e come una gazzella scavalco recinti fossi e rii corro agile tra papaveri e grilli m'aggrappo a rami d' ulivo e oleandro annuso fichi d'india e bergamotto mi nutro di bacche strappate a piene mani supero rocce laviche e dirupi salgo e scendo m'avvolgo d'erba e di eucalipto e sussurro "Prendimi" ma tu sei lento e spesso d'andatura e cammini a occhi bassi mentre il mio viaggio a mezzo volo quasi si perde in eco e l'airone mi stuzzica la spalla,la gazza le mani e i merli in coppia fanno nido sul capo. Si confondono chiome e caprifoglio e la pelle azzurrina cerca cielo. E tu distante guardi e non mi vedi mentre scendo come cascata nel mio mare e lo divento. Ho giocato da sola. Sarà per un'altra volta.... Ancora S'affacciano alla morte per non far morire. Per quanto ancora donne uomini bambini dovranno appendersi al collo altre croci per quanto ancora distogliere e darsi schiaffi sulle gote? Tutti giù per terra Se c'è la luce giusta se feritoia sottile si dilata per magia se le figlie d'ombra stanno dormendo e la calura bassa e liquida attutisce paure di vizzi sensi se le caviglie saltano di mezzo passo e schiava non è palpebra di secoli allora io e altri e voi possiamo giocare a "tutti giù per terra". Bianco e nero Forse sarà quel pizzico di ragù emiliano o il sapore di terra delle Langhe di Fenoglio forse le note di Addio Lugano del bisnonno anarchico o il nome Garibaldi dello zio ma non mi va più che mi si dica sei una stalinista se vorrei pari salario agli operai d'Europa nè che sono moralista se non mi vanno le minorenni con i vecchi nè culi e tette sugli schermi piatti o bombè o tricolore non mi si tacci di giustizialismo se vorrei tutti a pagar le tasse o i corrotti e corruttori benserrati se canto Bella ciao sono comunista se sorrido a Mohamed antisemita se mi domando dei cibi scomparsi da sera a mane in Aquila sei sempre prevenuta se sento l'italiano della mutua intellettuale obsoleta se vorrei regole nella scuola che formino sei vecchio stile se mi piace De Andrè sei di parte se preferisco la Montalcini a Pippo Franco sei bacchettona se detesto chi sul palco urla ce l'ho duro ma ti manca l'ironia. quando metto gonna lunga e volant senza etichette di sorta sei fricchettona se gioco a briscola con Ivan che ama Paolo sei lassista o peggio ricerco dentro me perdono e misericordia e allora una predica se non la cerco ancora e ancora assunti e frasi lapidarie se piango dinnanzi a onde di morte son melodramma se...... ebbene sì sarò diversa e anche presuntuosa ma mi piacerebbe averne molti così intorno. Mi sentirei a casa. Eravamo Eravamo belle giovani e forti di luce tra le labbra con gambe che correvano e braccia che afferravano. li vedevamo arrivare a gruppi bambini ancora quelli bianco latte e biondi di grano alcuni rosolati al sole altre neri neri capelli e occhi a filo. Erano gli anni 70 e dalla valigia di cartone uscivano a frotte come conigli dialettavano di campi e sole e a scuola dormivano o bisognava scovarli al mattino in mezzo a letti pentolini bucato e latte. Si capivano a gesti e pian piano a parole a sorrisi a botte e anche a baci e i libri con le orecchie li tenevano a scuola per non macchiarli di unto o caffè. Sembrava un paese poi negli anni quella classetta umida e sfrascicata un mondo amico di fratelli e credo che loro non l'abbiano scordato. Tutti attorno Questa notte che pareva giorno vi ho sognato tutti la balia che mi mordeva orecchio e natiche e poi mi lavava timorosa d'avermi sporcato di sudore e varechina il piccolo portinaio barese accucciato all'entrata senza gambe con un sorriso complice di vita la mia maestra ebrea reduce da Dachau marchiata ma senza macchia con quegli occhi di pace sempre a noi la bella Nina senza marito con figli e nipoti addosso che veniva a stirare un poco e parlava e parlava ,bestemmiava rideva e si tirava su la gonna per la calura mentre il piccolo mi disegnava mari e laghi sul petto e tu Rosaria bambina di nessuno che in classe mi tenevi la mano sempre come se sapesse ch'era per poco. Tutti siete stati miei maestri d'amore che m'hanno resa persona di poche ombre. Tango Le feste di paese con le zeppe e l'abito della domenica stirato e leccato lui che aspetta l'ultimo tangaccio per prenderti alla spalle bicchiere di limonata da una mano fredda sul collo l'odore di fritto e di sudore si mescola alla brillantina ma sembra lillà bianco appena nato e allora t'abbandoni al suo casquet. Come Allora Ti attendo, come allora, mentre sospingevi il tuo spirito acerbo, infagottato di domani, sull'altalena dell'attesa. Ti attendo, come allora, quando gridavi che l'amore era fieno per giovenche che ruminavano dietro tornanti di strade alpestri Ti attendo, come allora, cantatrice del futuro, ricordi? Al bazar del palpito turchino, al solito posto, dove avrai scordato la chiave Ti attendo e ho lasciato a segnare impronte briciole d'armonica, ma le punte non trovano ritmo di passi scagliati a riprendere cadenza tintinnante di pioggia. Il tempo morde note alte e le nasconde in bocca, proprio sotto la lingua tra il dire ed il crivello Forse avrei dovuto raccontarti dove vado e che l'estate lunga s'è mutata in un attimo, che il sogno vaga tra camini e rivoli di ghiaccio ma devo ancora trovare quelle sponde coralline che sappiano arginare atolli da amare sono laggiù e le gambe tronchi spessi stentano a toccarle. Ti attendo come allora a giocare a rimpiattino sotto lenzuola scompigliate senza pudore di sole che sa di terra e rugiada. La cenere delle parole scivola lontana, velando l'immagine del mio volto, che ancora attende il suo specchio d'acqua pura, vera come allora. Tinti e Flv. Parte di un tutto Quando con le stelle vai oltre la luce e gonfi il ventre con la luna raccogli spiccioli di cielo acchiappi folate languide dentro i pori e pigramente indugi dentro il tutto hai mai pensato a chi invisibile al passo quasi non viene sfiorato chè non esiste? Forse risuoneranno le loro ossa livide da defunti? Almeno dalla morte che tutti unisce saranno accolti? Manca l'ispirazione Arcana suggestione sic da vocabolario che fa muovere animo e mente e io non sento rumore. Stato d'animo sotto l'influsso di poteri soprannaturali ma non vedo sollevarsi il tavolino. Improvvisa illuminazione che svela subitanea verità: effettivamente la sensazione che qualcosa vada a fuoco c'è ,ma è la carta nel posacenere. Condizione di spirito creativo e qui s'inceppa il filo non so creare nulla se non cerchi di fumo di svariate forme e dimensioni. Animazione :non ho esperienza nè d'animatore ricreativo per anziani nè di rianimatore . Impulso e qui mi ci ritrovo chè impulsi ne ho a iosa e non tutti raccontabili. Indirizzo ,facile. Consiglio,l'aspetto da una vita. Leggo e rileggo ecco,trovato mi va perfetto: dato che sono ,mi pare, viva è movimento respiratorio di chi inspira. Conquista Rapaci e avidi abbiamo collezionato oro e anime. Ora quelle anime chiedono risarcimento. Presto o tardi Arrivo sempre prima per anticipar l'attesa troppe volte il sole molle mi ha anticipata porgo la mano per prima forse temendo di non aver carezza le dono a boccioli e vado avanti nel passo temendo di non raggiungere chè troppe volte non ho trovato il posto o quel lago di cristallo era una pozza l'oasi di bambù ridente un' arida finta eppure quella sera dentro una nebbia che si tagliava a fette eppure tra quei tir che parevano mostri e la notte allungava ombre presaghe eppure quella notte ai 100 all'ora son arrivata tardi e tu non c'eri e non c'è stato il tempo di dirti con gli occhi che capivi nè di toccare le mani ormai altro da te. Ma tu hai capito, lo so ,la mia paura. A che serve Ma a che serve quella morbida curva del seno s'è lì appesa in profumo d'arazzo sul muro. E a che serve la bocca, florida di rosso se non assorbe l'altro, trabocca e l'assapora. Che cosa serve saper balzare ancora pozzanghere in fiera voce col fulvo in volto, se non si salta più. Non raccontano più gli odori del mondo: il giorno nasconde tutti i suoi nomi, la notte riannusa antichi sigilli. A che serve cantare ad orecchi spenti l'inno alla linfa, atavica sete di labbra di latte, di bocche in lallazione. E a che serve incarnare guerrieri lucenti, braccia ardenti a strizzare dei venti una rosa, sciabole in ghiaccio al certame fino al primo assolare. Saremo falangi impegnate nel costruire altro tempo per donare domani che rigirino zolle. O forse siamo già stati in metamorfosi di sensi e di umori, e le mille dita della mano basteranno ad afferrare il mondo intero? Tinti Baldini e Flv. Nessuna croce Nessuna croce manca scrive il poeta ma invece sì mancano quelle che molti tengono sulle spalle e non sono quelli in processione sono una moltitudine scalza di pace e se avessero le ali neanche in cielo potrebbero volare: il peso è macigno che li tiene ingessati alla terra quella che talvolta gli appare maledetta. Ispirata ad una cosa scrittami da Massimo"portiamo le nostre croci in piazza ma poi ognuno torna a casa con la sua". Frontiere Si sentiranno ancora odori di zenzero e coriandolo e le buste di plastica ammucchiate sui sedili mentre Amir scorrazza con Samuele e la signora tiene il clinex profumato al naso oppure viaggerò stretta stretta con una valigetta coccodrillo in tinta tortora abbinata alla cravatta stordita dall'odore acre di Champagne della notte brava o a sentir vomitare di borsa o insinuare veline? Già è stato fatta fonte per i neri già è stata fatto ghetto per gli ebrei. Dall'alto se qualcuno ci guarda lacrima di cielo e strappa capelli come dardi. Non fatemi anche questo ora che avevo aperto al mondo con amore gli occhi. Abito vorrei Per non dimenticare mi piacerebbe un abito spesso e capace di contenere ma poi leggero abito da sposa a volant e tante tante balze. In ogni balza metterei in riposo come in galleria di ricordi un poco di sabbia bianca di Sardegna , qualche giglio di mare e il mirto ma liquore a stille insieme a quella scura del Levante presa dal greto di Paraggi sotto casette dei nani in raccolta. In altra balza le mie canzoni la chitarra e il mio canto ora gracchiante ma un tempo lucido contralto per gli amici e cosi ne sentirei le voci. In altra ancora per trovare colori e passione rabbia e risate scoppiate le facce dentro un album degli amici quelli che ci sono sempre anche al buio o sotto i ponti o nel gioco di niente. Nell'ultima, la grande i miei figli e nipoti e i ragazzi tutti piccoli e grandi quelli che mi dicevano "prof, ma se capisco ..ma dopo tanto , avrò una mia vita?" quelli dal sorriso pieno e quelli no. Dentro l'ultima ci sta anche anzi soprattutto l'amore bello ,cattivo,piccolo e grande di delizia e stordimento ,di sesso e pudore ,d'amato e non amante,quello infante e quello vecchio e smunto. dentro ci sta strizzato proprio tutto. Autoreferianzialità assoluta Guarda che passa... ma tu pensa a chi.. il dolore va relativizzato mia madre una volta... le tue gambe sono arzille e svelte cucini e dai gioia e la piccola con le sue fossette che figli hai generato quanto amore hai dato il giardinetto sembra un paradiso ma non dire così..non è il caso e pensare che se uno apprezzasse e non ravviarti sempre quel ciuffo ma tu gli anni li tieni in un cassetto c'è sempre chi ti tiene mano sul capo e poi ...i soldi ci sono trova un senso al dolore,siamo uomini per questo,per saperlo dominare i sensi di colpa van fugati............. e tutti si son tolti un bel peso. Allora ti guardi allo specchio riconosci che se sollevi il coperchio del tuo male affoghi tutta anche con le scarpe dentro quel mare. Allora serri bene con lo scoch e vedrai di nuovo persone cose illudendoti ancora e ancora di ritrovare innocenza bambina l'unica spiaggia. Ti dicono E quando le parole senza volerlo passano dentro timpano gonfio entrano nel collo tirato sbattono contro l'ugola poi riprendono strada dritta e vanno al petto risalgono girini a gomito e scoppiano in testa non volevo dire così hai capito male e serri con i tappi di cera le orecchie e rombano treni di verbi e aggettivi maiuscoli e sono a te rivolti agnello in fuga e allora aggiungi pause senti musica a palla e non classica magari Paolo Conte ma che cavolo quelle sono entrate ritornano scolpiscono buche nell'utero e ti graffiano sangue non esce , rimane in pozze. Allora le ripeti al registratore e le rimandi in alto. Sembrano farfalle in altalena i miei ragazzi se li ripenso. Dolce Dolce tu che sei tanto lontano e vicino che cerchi con me sonno di pace mi riempi il cielo se per me è vuoto apri cuore serrato strappi maniglie e catenacci adunchi e quando la gola è arsa mi disseti e la chiudi se troppo si riempie di passato. Grazie della medicina che seduta sull'erba mi gusto come acqua dolce di fiume quella del mio paese roca e fredda. dedica a chi sento accanto sull'etere ieri ,oggi e domani. La scelta del ricordo (Il Suggello) Appoggia un tuo sogno dentro i miei occhi. In un canto soprano, in un caffè chiassoso. Sull'asma del tempo, su qualche sponda del caso, sull' umida terra del mio petto nudo. C'era tra noi una tavola eppure scoccava fluido senza intoppi: il cuore era fanciullo, consegnava ogni sorta di sè, spazzando nausea e bora a quel campo di grano, tra grilli e mani tese. Vincerà ancora la scelta del ricordo. Tinti e Flv. Viola "...ma siamo ancora in viaggio..." "sì,da sempre..." "sediamoci un poco a far passare le febbre" "ascolta ciò che sussurrano dietro i vetri.." "no, prima togliamoci la neve dalle spalle" "Ripartiamo ,è ora!" "A precipizio?" "no,la strada è liscia sembra facile" "ma tu sei sorda ,indifferente alle buche!" "che dici?Laggiù c'è una luce piccolina,la vedi?" " non proprio...dove hai messo i fogli?" "nelle tue tasche,sbucano mentre cammini.." "Ecco, siamo di nuovo sul pavimento a losanghe gialle.." "e il silenzio si è colorato questa volta,di viola" Viaggio Mi piacerebbe che arrivassi dopo dopo che ho detto tutto a tutti quando ho raccolto l'insalata a colorare i piatti devo aver già stirato la maglietta quella che mi sta stretta e fa le forme cambiato le lenzuola con quelle di lino rosso fuoco e la rosa deve esser già fiorita la piccola del gruppo arancio pallido e alle mani voglio guanti di seta per accarezzare la bimba e le ferite se ancora sgorgano da voi amici e amanti. Le meches ai ricci devono brillare e il fard un poco me lo metto si leggero hai ragione altrimenti sembro mascherata. Sul Pc lascio i miei versi nuovi ,vecchi,abbozzati e tutti gli indirizzi degli amici casomai... Voglio che non m' acchiappi di sprovvista chè molto voglio fare domani ..... vorrei che fosse almeno dopodomani. Quando tieni le voglie troppo strette le copri di segatura e sabbia per gatti lasciano solo sapore di stantio. Labor Lavoro e fatica opera e sforzo tormento e angustia pena ed affanno così il vocabolario latino e pare che la radice sia ahimè da labo -vacillare barcollare come tanti sui tetti sulle gru e su lastre sottili ,sui ponti e nelle grotte e ora labor tentenna , abbassa il capo e ci dice non non credo che ................... ...sine labore senza un tuo diritto. Amori passati? A volte quegli amori gomitolo nel petto si srotola e spinge delicatamente fili attraverso orifizi di me che fuoriescono prendendo forma e s'accucciano con me nella tana io gatta con i miei gattini. Petali Ma tutti quei petali quelli che ho sparso li vorrei tutti qui a massaggiarmi il petto. Ma di chi siamo ? Siamo figli di nessuno o di un mondo che pulsa e si muove Siamo figli di una gatta di paura o da un torrente filamento d'oro che scorre verso immensi oceani. Siamo nati da muri allampanati o da seme scavato nella terra bruna Siamo nati per caso oppure le stelle tutte hanno ninnato amore Siamo nati da dolcezza infinita oppure dalla fretta dentro il fumo dell'ennesima sigaretta Siamo nati dall'orgoglio o dalla speranza da passi svelti persi in fondo ad una strada contro un lampione nei cessi alla stazione sotto cavoli a merenda dalla fede dall'incoscienza Siamo nati dalla disperazione da donne troppo sole da passioni sfrenate da inferni rimandati Siamo nati da guerre mai finite sotto un'unica bandiera uomini e donne proprio nella stessa sera. Tinti Baldini e Maria Attanasio Foto Centinaia e centinaia su lucido marmo 23-44 27-43 ......... .......... e date e luoghi e tante tante fotografie bombate che sorridono spesso e ti domandi chi era Ernesto che aveva finito a diciassette anni il respiro e Giulia di Pieve Ligure madre bambina o Duccio d' Alessandria con basco e baffi che forse il piccolo tirava e tirava al mattino quando giocavano con il gelo dell'acqua e Ernani signore azzimato e col cappello ha lasciato la brillantina sul cuscino e Francesca di Moncalieri con il ciuffo rosso magari le pattine color rubino. Tutti quei volti e altri ed altri fluttuano sempre nel mio mare nuotano insieme a tanti miei cari e mi guardano seduta sulla panchina alla riva con le gambe sul molo ad aspettare. Donne sole Le donne che si vendono quelle che mangiano sangue le donne che narrano storie quelle che si nascondono le donne a testa alta con zaini di figli quelle che lavorano senza il tempo di pulir unto e ferite le donne perse o ritrovate le madri senza figli le sorelle le amanti quelle che lucidano ottoni allevano altri non di sè coltivano i vecchi annaffiano orti e case quelle che tacciono in sordina o lottano con le unghie sporche le madri sole a succhiare fiele con i baci le donne che si parlano tra loro in sogno e passano gli sguardi come fiaccole sempre a tutte quelle donne sole che danno e sentono amore io parlo e ne sento il fiato . Bruciano Mi bruciano le mani e scalpitano i piedi quando mi passa accanto l'ignoranza di chi sa tutto e niente quando in coda ti spingono dando la colpa ai tacchi o posteggiano nelle strisce gialle e si scusano dopo "non ci ho fatto caso" ma si fa caso alla riga sul cofano quando il ragazzino sputa sul foglio e la mamma lo abbraccia come dio dicendo"poverino" e gli fa male se devi sempre avere una spalla altrimenti sei inesistente quando i bambini ridono e senti ssss intorno e sss ancora ed è come morire... se alla tv fingono e lo sanno e noi no se sui giornali inventano e lo sanno e noi no se non siamo più capaci di respirare libertà nei pori e non ci accorgiamo neppure se la perdiamo. Magari Mi dicono che perdo la risata magari sarà per colpa dell' impianto e quel vuoto la notte in buio pece è per la nutella che disdegno la patina sugli occhi patina grigia è certo incipiente cataratta la frenetica voglia di fare per stancare ossa e dormire è un inzio di periatrosi agli arti le mani senza posa strette a pugno sono un vezzo per celar le rughe il buco dentro il petto all'imbrunire potrebbe essere esofagite da riflusso le labbra limone di ferite sono per il troppo sole e le gocce che sento per caso sulle gote sono collirio che stenta ad entrare. Cenno Aspetto un cenno anche solo di striscio una stretta di mano più appoggiata un labbro meno secco o un colore nuovo magari melange che sperda grilli e stemperi rumore. Mi basterà. Parlano A ben guardare le cose ci parlano quello svolazzo nelle tende viola il pendolo fermo senza tempo la piazza del mercato alla sera o la tua felpa stinta al sole il coltello senza forchetta per terra il silenzio dell'attaccapanni. Ci chiedono di noi richiedono aspettano bussano fanno capolino.. Forse se il nostro sguardo non fosse pietra ne sentiremmo voce. A tu per tu Eccoti arrivata t'aspettavo ben prima di Marzo come pioggerella mattutina o sberleffo di nube eccoti a me in mano e mi dai calore un poco aspro della prima arancia attesa di Dicembre m'addormenti e mi socchiudi quella fiumana negli occhi e allora in quell'istante scoppia vagito e sogno. Bambina Bambina sei con i tacchi sbrecciati e la bocca slabbrata di rosso. Bambina sei a giocare col sesso a infocarti le fauci e la sera abbracciare peluche. Bambina sei senza occhi per capire le voci suadenti intorno quelle feroci che non lasciano vita. Bambina copri schermi e leva la polvere dentro il cuore e uscirà fuori tutto il mondo: vedrai la luna insieme a me. Pinar: 5 giorni Diciotto anni Esceth così era il nome bimbo in grembo mai alla luce in plastica bianca nera imputridita gettata tra i rifiuti. Orbite ormai vuote senza lacrime per quanto ancora passeranno vane sullo strazio? Non perdiamo tempo Non perdiamo tempo a cercare la verità il tempo è danaro. Appaltiamo i morti e facciamo un secondo degno funerale! Cogito Penso quindi sono amo quindi esisto piango e mi vedo. Ma allora chi non dà amore chi ha nebbia tra i pensieri chi non prova cicatrice di sangue è fantasma? Divino -Mamma ho tanta paura- -Aspetta amore mio che mi faccio coperta- A posto Perchè mi dici e sempre "tutto a posto" se l'amore quello di labbra non lo sento quando le lecco acide di vino se non bussano più amanti alla mia porta e se bussano non m'accorgo se son sola come un proiettile dentro una fondina se passiamo sopra le cose senza vederle quando non fanno rumore e le lenzuola suonano di niente mentre allora parlavano e i verbi sono numeri metallici al telefono e le verniciature dell'intonaco sono marchiate a fuoco. Non devo crederti oppure la mia calza smagliata e gli occhi secchi sono ancora oceano nel nostro mare. Siamo guardiani Se ne è andata in punta di piedi o senza pelle sorridendo o con occhi spalancati le mani al petto morbide e sottili o i denti digrignati al destino e noi custodi siamo chè l'amore dato si mantenga nei cuori attorno lo annaffiamo e nutriamo per non che si vizzi ne facciamo sentire la presenza ogni attimo con un gesto una parola o un ricordo. Così la morte è come edera intrecciata alla vita da quel sentimento d'more che ci accomuna al cielo. Lunghe notti Ma come fai tu che impastavi sabbia dentro le ossa tu che guardavi tu che sapevi ma come fai a dormire dentro il buio senza sentir dolore risonante come passi che sfrecciano asfalto? E tu che hai riempito le tasche e speculato novella madre courage sulle morti hai tolto proprio tutti gli specchi dentro casa? E tu ragazzo che non trovi niente se non il segno di un corpo sulla schiena senti sempre la notte e non ti paga la rabbia mescolata a quella del cielo. Nessuno li vide bambini rantolare sorpresa o forse qualcuno li accolse? E' una primizia sa.. E' una primizia sa quel Vodafone che pare un bottone e tutto fa persino il microonde e quelle scarpe che cigolano per non sentire passi e il caffè zuccherato solo da scuotere e il mouse a formaggino e il fiore finto che profuma del tuo e tu che fai? Tieni le mani in tasca che non c'è corri con i tacchi che son di plastica e guardi con occhialetti blu venati di viola le vere primizie la spiaggia deturpata da cubi gessati sul mare coperto di nero i corpi gettati nel viaggio bambine pittate di rosso bocche aperte di fame ventri gonfiati di sale madri dal ventre divelto strade senza più case cocci di popoli in fumo ragazzi stesi nel fango a bersi l'ultimo sangue. E allora le mani non sanno che fare diventano uncini al cielo. Io sono Sono terra da cui tu a volte calpestandola cresci libera anche nella paura. Sono pianta che rilascia ombra sempre più esile per non coprirti. Mi vesto di abiti sottili per rendermi quasi invisibile. Sono braccio di quercia solida da cui voli. Sto qui piantata però ad aspettare se cadi e allora ti sollevo per la vita e ti rimetto in piedi. Io sono in te ma non sono te. Corsa ad ostacoli Ma per quanto ancora ammorbidire unghie e scavalcare morti per quanto ancora guardare dritto senza leccar stivali che ti pestano per quanto ancora illudersi che l'amore tutto muove quando ne vedi sotto il ghigno? Midelife In inglese suona fiume che scorre magari più lento si ferma in pozze per far nuotare il cane o accoccolarsi sulla riva ma mezza età pare testa mozza,qualcosa d'indefinibile che si spezza e mal si ricompone età di mezzo riporta al Medio Evo e troppo peso assume allora non chiamiamola per niente finchè si può guardare oltre il mare. Proverbio Se gioventù sapesse quanti voli nomadi e sparsi se vecchiaia potesse esplorarli. Storia Come la scriverebbe la storia quel bambino strappato alla madre col capezzolo ancora tra le labbra e quella piccola con arti muti e colorati quali parole inciderebbe col sangue il vecchio seppellito tra i rifiuti la giovane senza la pelle strappata ancora e ancora da bocca paterna e tu con il martello in mano bruciato tra mura amiche o tu che spargi neve sui tuoi polsi. La storia la raccontano i carnefici. Dove? Qualcuno scrive che la casa del poeta è luogo silente tra verzure e cerbiatti altri che è vasta piana d'illimitato senso e spazio altri ancora che trattasi di antro angusto e buio dove aleggiano fantasmi e il mondo scappa un illustre signore cerca di dargli anche la metratura. Il luogo del poeta è il mondo anzi l'universo tutto e poi ancora dove sta conficcato come croce con la mano a frugare terra e i capelli a leccare pietre. Paoletta Tu mi hai frugata dentro senza posa m'hai trascinata in giri di ombre e pene m'hai trasformata in bambola vuota senza porte e finestre per respiro e allora la tua bimba di pezza t'ha rovesciato aguzzi spilli addosso tutti d'un colpo lampi nella notte. Ed ora io ne sento qui tra fredde mura ne sento le ferite. (ispirata a Spoon River, da una storia vera di ordinaria follia) Se e se Se esser stato giusto non consuma se l'aver amato tanto non strugge nè risucchia se non aver addentato ti fa stella come mai allora mi sento fazzoletto sfrangiato? Lascia...fare Lascia fare quei giochi di parole di bambina sola dentro un guscio prendere le lettere e capovolgerle cosicchè amore viene "ora me" a me tocca e prega e onora "No ora" non è momento e ..... e poi i lemmi cadono in un pozzo quello delle vite e si sentono deboli affiorare e neanche Dio può raccontarle perchè non si comprendono più. Ho trovato Ho trovato tra una chiesetta gotica e un ulivo una grotta minuta candido ventre accogliente sotto quel cielo francese con nubi saltimbanche che scherzano col sole. Me lo sto preparando nella mente lo sto arredando di luce sul mondo e di silenzi azzurro pallido. Ecco dove andrò per vivere la mia fine a mio piacere. Amore oltre Quando l'amore è stato vertigine che assorbe vento e sabbia la divora in fuoco spezza specchi cammina sul filo mentre passeggia si muove su cristalli appuntiti e non si macchia è frescura d'arancio tagliato è pazzo come ferro sbriciolato è rifugio e prigione pioggia in spreco a Luglio nasconde pensiero che taglia parla e bussa alle cose e come spuma ti invade la vita in abbandono. Quando è stato quello l'amore come farlo rinascere senza morire? Cenni biografici Per cortesia scriva in breve due parole anzi cenni( con il capo?) biografici da inserire nella copertina del suo libro. Che impresa riassumere vita e far finta che sia l'essenziale. Maria Cristina Baldini conosciuta ( in famiglia ,dagli amici ....in arte..a scuola ...sulla mia veranda..)come Tinti ,ha insegnato per 40 anni (5 parole per un tempo gonfio di pioggia e tanto grande) nella cintura torinese( nel 69 i primi immigrati con la valigia e tanti sogni e il piemontesino tutto script language=ciccia che li guatava ostile).Ora in pensione... ora e domani? Domani piatta in una fossa o beata tra cento nipoti? Molto del suo tempo dedica allo scrivere versi ...ma non chi capisce perchè e come quando e dove e .... La cosa più vera è: questa è la sua prima pubblicazione. Eppure io ho scritto i cenni e non ne sento voce. Il sorriso della luna S'è chetata forse la mia luna guarda il mare nero e gli sorride seppur di striscio poi s'annuvola di nuovo ma il mio canto la placa e le labbra si aprono a risata. E' lei E' lei con capelli di seta sorriso appena accennato da occhi di luce è lei che ti guarda alle prime ombre del mattino fino alle ultime della sera e ti dona in abbraccio quel tesoro ti culla nel dolore e assorbe gioie e ne sente sapore tra labbra fiorite. E' lei che ti ha fatto il più grande regalo e lo cura e innaffia senza posa con miele e rosa e insieme vi gustate. Io guardo ,è vero, ancora troppo il vostro viaggio tra tigli e muschio su acque dolci e salate in morbido passo e tra le fessure della persiana verde vi amo. Sulla spiaggia Ecco due sdraio di vecchio stampo e lise a righe offuscate dal sole acceso aspettano sulla riva spinte con forza nella sabbia spessa e si guardano. Le sento chiacchierare battere il tempo dell'onda ridere scoppiettanti vedo i visi labbra arse ciocche a mossa e non smetto più di guardare. Eccomi qua. Avviene che di colpo t'osservi scoprendo tratti sbrecciati e pelle maculata su volto in polvere di vetro. Ma dentro ,molto dentro che cosa è quel soffio anzi uno squillo limpido i nervi tesi ad arco palpiti rossi in agguato energia al cioccolato fuso? Come fare a non litigare come creare armonia tra quelle due forme quale creta o farina usare se non la mia bambagia morbida che pare appena nata? (Ispirata alla poesia "Avviene"di Cristina Bove,tratta dal suo sublime libro "Il respiro della luna" ) Sembrava Avevano creato nidi col sudore grasso delle presse avevano creato nidi mangiando cipolle e terra avevano creato nidi tra il frastuono di macchine e pistoni. Ora i nidi sono senza sostegno e cadono a terra. Chi vuole rimetterli al loro posto? Per te Bea Sono qui ci sono e accanto in babilonia di parole e gesti che corrono sul filo in canto innocente e nudo corrono nei minuti che incalzano vita nella rabbia d'ardore tra le tue labbra che gustano piano tra gli spicchi d'arancia ben strizzati sulla credenza in fiore tra le fette al sesamo sulle braccia del vento su vela salata in gonfio mare nella tua giungla di passi e pensieri. Cerco di profumarti di margherite bianche per rigettare l' angoscia d'addobbarti di nuvola bambina e di riempirti di chiare notti. La rete Alcuni mi portano in spalla altre a braccetto stretto uno mi conduce per mano lei mi nuota accanto lui mi sbuffa cavallucci e rime e molti mi cantano un motivetto libero la sera quando pigra m'allaccio alla rete a notte fonda. Sposa Senza velo seduta in classe accanto a Marco nuovo amico si sente a casa anche se per il Ramadan vuota è dentro parla e comprendono e il rientro tra le quattro mura le pare meno pesar sul petto piatto di bambina. C'è un signore maturo a tavola seduto l'osserva e lei ne sente quasi pena. Undici anni e quaranta e tutto è pronto per rubarle l'infanzia affossarla tra grate rigarle di lacrime gote ancora fresche di rugiada. E questo è amore? Per i milioni e milioni si spose bambine nel mondo:abuso terribile di innocenza. Mia madre Mia madre piange e lamenta non amore senza più occhi per lacrime vere ed io non ne vedo più cuore. Ci sarà pure Ci sarà pure un nome da dare alle note stridenti alle voci stonate ai passi sghembi a quegli sguardi divelti dall'amore che sentiamo attorno? Sì Solo per lo stupore poggiato sulle gote vale la pena. Non ti chiedere...mai Se un giorno è passato dopo l'altro se la notte è finita o cominciata se la mano che scrive è quella di ieri se ti senti orfano di tramonti o padrone di sorgenti se sei visitatore ospite o padrone: basata guardare la mattina presto quel bianco che pare ovatta quando ti salta addosso e non lo sai e la dimensione la trovi Parla con me Parla con me che non so le parole ma dai gesti sento che capisci parla con me che non ho voce tra vecchi e laceri tronchi relegato parla con me che ho orecchie allargate dal rumore parla con me che gioco con le vita e rido delle morte parla con me che non ho più la bocca per urlare nè le braccia per farmi male parla con me abbandonato ai bordi delle strada parla con me che non so più amare nè abbracciar corpo parla con me che indosso una mina che spara e trafigge e io muoio ogni volta parla con me a cui danno nomi "cattivi" che mi riempiono di freddo e di vuoto che bevo thè e sferzate o con me che iena senza frutti mi mangio la luna. Parlami nella lingua che tu sai e magari un giorno rispondo. Eclissi E' come un bacio e le ciglia sono quei risvolti sfrangiati attorno e la notte più notte una culla. Dividere Dividere le ore in corsa e riso guardare te e loro e me e gli altri e intanto assaggiare dolori ancora acerbi segnare a matita gli errori sottolinearne nuovi a braccia allargate racimolando sogni credere d'aver capito proprio nulla supporre e ora anche in supponenza. Mentre parli Io non ti ascolto segno su foglio immaginario la curva delle labbra quando ammicchi la mano morbida allungata in vezzo a scostare quella ciocca ramata sottolineo le palpebre socchiuse su scenari nascosti e la risata che scuote il petto e tintinna . Avevo tenuto in serbo per te una bottiglia di Dolcetto del 75 quando sei nata per aprirla con te un giorno a caso oggi è quel giorno. Donne Ci sono donne che rischiarano notte carezzando ombre. Ci sono donne che sollevano montagne in battito di ciglia. Ci sono donne ferite in ragnatela che trasmettono ancora canto. Ci sono donne sole indurite le carni o in stupore di bambine. Ci sono donne che fanno e non dicono nulla sorridono e sussultano bizzarre stormiscono tatuate di sangue rosse di passione con la voce roca di chi ricomincia. Tutte rinascono in profilo che delinea il tempo. Ma.... Sono venuta qui e non altrove per piangere alle tue nozze per sradicar nodi e raccogliere nidi o per accalappiar farfalle per ammonticchiare fogli o per perder tempo per bagnarmi nel canto della luna o per dar acqua al ciclamino viola per addobbare rami irrigiditi o per cogliere more a piene mani per essere albergo di pensieri o per trafficare tra cielo terra. io sono venuta per... Innocente Innocente al limite d'altro mi ridevano amici a scuola quando leggevo e leggevo ai loro versi salivo sempre giorno e tempesta in cima alla collina a cercar ferri e muri ormai spenti e quella casa bianca ricompariva mentre giocavo con la nonna uomini neri e gatti. Alle domande sulla mia famiglia rispondevo con pane e burro dolce e saltare alla settimana smaltiva abbandoni . Come un pettirosso ora le mie mille piume sono un poco stanche su spalle fugaci ma l'innocenza quasi lepida risuona ,corre e salta a cercar fuori luce. Quando Quando decidi di partire guarda che sia tutto a posto la legna nel camino il caffè schiacciato nella Moka il pigiama piegato e ben riposto e il rubinetto della doccia spento. Guarda che in cielo ci siano nubi formose morbide e rosate e profumi ancora il bucato quasi asciutto e la rosa quella gialla sia aperta. Guarda che la finestra quella grande sia socchiusa appena e passi un poco dolce dolce folata mattutina. Mettiti la giacca quella spessa e un poco lisa ma gonfia di ricordi e strappi. Ricorda che la chiave piccolina quella che apre tutto è nascosta tu sai dove. Quando decidi di partire non dirmelo: voglio capirlo io la notte standoti accanto. Strabismo Guardo ormai sempre le stesse stelle la luna mi pare sempre piena tonda e fredda il sole un pallone gonfiato. .Eppur le stelle sono occhi di luce la luna sorella e il sole caldo richiamo all'amore. Allora l'occhio strabico forse sta guardando altrove. Velina "Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?" Chiede urlando quelle piccola donna sullo schermo senz'altro pensiero se non l'affannosa e vorace paura quasi disperata d'esser finita. Coro Cantano in coro d'angeli sono voci ancor mosse di bambino ballano leggere sulle nostre teste e noi …guardiamo basso. Tartaruga Tappeto coperto di cocci di bottiglia e' sentiero che vado facendo taglio e detergo tartaruga rovesciata a guardare il mondo a rovescio. Oppure è proprio al contrario davvero? Tanto Tanto capita e tanto è capitato e continua ma quando sembra che nulla succeda più dentro che quel bolo acido caldo e succoso s'è fermato a mezzo quando il respiro è lì in attese il ventre gonfio è piana alluvionata gli arti scarti la pelle stoffa in saldo e gelsi negli occhi spargono silenzi allora ti domandi dove stai abitando. Speranza Non la vedo nel tuo sguardo ragazzo che spazzi cartacce e cicche vomito e sputo spruzzati indiscriminatamente sui gradini non la vedo nelle tua mani donna curva con i polpacci gonfi a scaricare cassette e mele marce mentre tuo figlio aspetta da te il mondo. Non lo scorgo su quelle barche stanche di speranza divelta nè nel tuo sorriso scaltro di fanciullo mentre scrivi sul muro "Jenny ke bella ke sei, ti voglio tutta!" e Jenny aspetta da te amore. Non c'è al crocevia di morti annunciate sotto i ponti putridi alla stazione di sogni tra crocchi ammassati in mezzo a lamiere e maschere di Batman. Speranza è il nome di un'amica la guardo mentre sfuggon dalle labbra risate cristalline e pagliuzze d'oro mentre gioca a nascondino con i bambini. Dopo Ti lavi e scarnifichi pelle e sangue ti rilavi in ogni angolo in ogni ansa in ogni orifizio via membrana sozza! M non basta. Sei stata "cosa " d'altri. Flebo d'acqua pura e fresca nel fegato e nel cuore nell'utero e nel diaframma e poi bevi cristallo e versi sui capelli e non t'asciughi lasci scorrere scorrere..... Ma non basta. Sei stata "cosa"d'altri. Rivolgi sguardo di paura tocchi ma non senti sei anestetizzata ma dura poco. Intorno sorrisi o grilli di parole sfuggono come stelle cadenti non odi mano ch'è manciata di more ancora amare. No, stammi lontano amore mio. Mi fa male . Troppo male. Non ora. Sono stata "cosa "d'altri non più mia. ( 69 per 100 degli stupri sono violenze domestiche di mariti,fidanzati,partner, fratelli,cugini, amici..... Questi versi sono testimonianza di un'amica che l'ha vissuto tra le mura di casa) Telefono senza fili Esce dalla gola un lemma ma diventa altro e altro ancora e alla fine non lo riconosco più. Passamaneria Orli su orli stempero in parole contorni e bordi ricamo e macramè lazzi di seta e pizzo ecru ma l'interno mi sfugge : è lì steso per terra di color ferro e pietra sull'aia deserta ma non lo rintraccio forse s'è seccato al sole. Navigo.. Navigo sui blog mi perdo dentro dentro sentieri d'altri una parola mi coglie e mi spreme un verso s'accapiglia e mi spossa ne mangio a colazione e per cena mi nutro di sensi che diventan miei e m'illumino brillo di facce mobili e coloro assaporo e mi sazio poi se spengo anche il mio interruttore non funziona. Sarò vampiro piuttosto che poetante? Ombre Vale la pena che ad ogni alba soffi la polvere a quell'opale della lampada ad olio sul pensile nero in alto chè le braccia s'arrampicano in lamento: lo faccio con un gesto pieno e ampio e neanche un granello rimane maniacale mossa di ripiego. Se lasciassi dita e dita di sabbia fine accoccolarsi bene a strati trarrei più piacere dopo secoli di giorni a toglierle di schianto o a lasciarle lì ombre di me? Forse Se mi tenessi la mano mentre provo mentre scrivo forse mi uscirebbero parole giuste quelle che pesano e premono sul cuore se lo succhiano pian piano: ora sgorgano solo suoni e lemmi smozzicati metafore stirate e tirate parafrasi forzate e stonate non salta fuori il vero non ne zampilla il senso quello d'essere già con i contorni su orli di lidi altri ...ma da sola proprio non mi riesce. Silenzi E' piacere dei sensi quando la notte settembrina non parla e tu le rivolgi domande e ti risponde. E' tormento del cuore quando lo sguardo perso non vede il mio e ripaga col nulla. E' pace dell'anima il silenzio rumoroso di un cuore amante. Tante sono le facce tanti i silenzi maschere di vita quello nel segno della luna è maraviglia. Parlerò Alle nuvole gonfie di pioggia stantuffi in smania al mio sole giallo ad Agosto arso di rughe parlerò al ventre della luna alle foglie che ballano parlerò rincorrendo ad una ad una le stelle cadenti al gelo sopore delle notti alle rocce bruciate sopra il fiume a filo stretto tra fossi parlerò ,urlerò tagliando con la falce ogni bubbone parlerò e parlerò di te. Fede Mantengo quasi sempre le promesse quelle non estorte mi fido della gente che passa e si ferma sono schietta e le bugie mi sfregiano il volto sono convinta ma senza muri e celle sono fedele a chi m'ama e anche a chi ci prova. Ma questa è fede o è una mia sinfonia? Verrà il giorno Verrà il giorno in cui sarò collina assopita di sabbia e vento ulivo ingobbito in nodi d' argento cinciallegra sopra la mimosa quando sfiorisce ranocchio gonfio in ridente spanciata lucciola e grillo ramarro e tartaruga lumachina estiva o ratto infante. Verrà il giorno in cui Venere o Vega sentirò mie e la nuvole saranno le lenzuola. Parvenza Se provo a disegnarlo trema la mano e la mina si spezza in due se provo a scriverlo Avast mi chiama e l'allarme scatta se provo anche solo a pensarlo non c'è organo che lo tenga lo rigetta fuori se lo dico s'inceppa la parola e la lingua s'arrotola su palato di fuoco. Allora provo a farlo prendo farina di castagne quella scura scura di granelli e bitorzoli chè i bambini d'infanzia morta sono tutto buchi mai ricuciti poi aggiungo olio quello spesso e verdastro chè i bambinimercato si cospargano per poter far scivolare... ci metto poi un pizzico di sale grosso e pungente chè chi non sente più dolore si ferisca fuori due mele renette tagliate fini fini chè erano ancor asprigni quei frutti , tutti da scoprire e sono stati voltati e rivoltati come un calzino il lievito a panetto è già gonfio gonfio di rabbia e di petto che esplode ed infine una manciata abbondante di bianca farina , quella sottile color del latte per ricordare ciò che è stato rubato. Massaggio a lungo, lentamente l'impasto ne faccio forme e ancora lo accarezzo poi arriva una folata di zucchero a velo e parvenza di bimbo riprende forma. In Italia ogni sei mesi ,settecento abusi su bambini denunciati ( leggere Il sito "balene bianche"consigliato da Cristina...anche qui per non scordare...) E' una vecchia storia... Possibile che tutto sia finito in un vecchio baule sgranocchiato e che ne esca solo polvere muta? La rabbia era autentica e l'amore o la battuta ose' o le cazzate sul ciglio delle notte la Gioconda che fissa ovunque giri e le cordate di tanti a tirare insieme per prendere un poco di selce e ammonticchiare sogni e magia e.. E' storia vecchia ripetono in tanti ma quella nuova che cosa ci racconta? Occhi asciutti Sono asciutti gli occhi di Amina che cerca il figlio in mezzo ai rifiuti sono asciutti gli occhi di Francesco che cerca pezzi di padre tra le lamiere sono asciutti gli occhi di Efram che cerca ragioni sono asciutti gli occhi della luna mari senza tempo. Le valli di lacrime hanno scavato a forza grotte e pozzi per giungere al mare. Per sempre Se si nega il numero marchiato se si nega la foresta di trecce se si nega nausea asfissiante se si nega tomba di fumo se si nega martirio d'innocenti tutto vive ancora e mai avrà fine. Il dolore allora ancora più accascia il dolore ancora più inchioda. Inutile Le mie parole servono oggi a pochi non ci sono più sguardi d'attesa occhi ilari o stanchi in ascolto nè la mano di un padre che mi chiama e mi dice e vorrebbe salvare tutto nè bucati stesi ovunque nè carrelli di cibo in frenetiche corse la tavola è tersa e la cucina a sprazzi si colora le mie mani hanno sempre lo stesso odore e a volte i giorni. Porte... Se cacci il fratello e sbatti la porta. Se parli a tuo figlio di nemici . Se scavalchi a due piedi la miseria. Se la bocca sempre hai atteggiata a serratura. Se pochi sono i cari amici e solo a pranzo. Allora fai nascere odio e il ventre di chi lo vuole tintinna di monete e gaudio. Branco Gruppo di animali appartenenti alla stessa specie in stato libero? Io non sono della stessa specie nè sono libera! Urlo Comincia basso da caverna buia poi s'alza nero e stride orecchi si modula in picchi e pause per mangiare energia e aumenta di colore incontrollato: le onde sono immobili le fronde ferme e il vento ascolta muto non altri rumori e i monti sono vulcani in attesa d'eruttare mentre il mare prepara in cunicoli risposta. E' un urlo senza occhi ma non un pianto e non lo diventa. Accanto o A canto La guardi sul letto di squame non puoi sfiorarne la pelle rimasta bambina e il corpo fatto di tubi e quella pioggia là fuori continua a battere e sbattere e il muro ribatte le luci le macchine come una bomba. La pioggia libera di tacere continua il suo corso. E' solo per oggi La gamba sinuosa accompagna le note le spalle levate in richiesta ballano il collo eretto sottile si solleva sgombro gli occhi socchiusi cantano "alla deriva.." e nave di schiuma muove a balzelli di grillo le anche. L'abito scucito e un po' fane' ritorna rosso e avvolge stretto incollato sui fianchi le calze coprenti si fanno leggere la cinta è larga da stringere in vita e l'anello d'ambra pare un enorme guanto di raso. La musica cambia e si fa più veloce e.. è solo per oggi. Per un'amica Non ha pace il dolore sembra spento poi ritorna e sconquassa le vene ti lascia senza forze pausa di respiro e poi di nuovo come onda lenta ma lunga e breve ad un tempo e mentre modelli la farina senti d'avere in mano fuoco che vorresti gettare ma non puoi. E' cosa tua e l'altro non ne sente la fitta. Forse bisognerebbe disegnarlo con la bocca le braccia e tutto il resto e poi osservarlo a distanza su uno specchio. Pare Pare davvero in notte fonda che l'immagine sia vera e si tocchi sonnambula percorri una valle e scalza di scia indotta cavalchi corri e t'inginocchi stesa e di nuovo eretta e la sabbia è monte di sole e crepuscolo sei dentro e piangi,ridi e dormi e poi procedi ma il respiro t'accompagna amico e quella luce fioca là sul bordo della rupe è vera e calda ha gli occhi verdi con riflesso viola e i guizzi di cuculi e grilli fuori dal tempo saltano sul tuo tappeto chiaro. Rimani ancora caro qui pensiero e lasciami dormire calma nel seno del buio. Tu Tu donna come come hai fatto a sollevar quei tronchi di polvere e tagli a muovere quei rami guasti e intossicati a dare cibo da quei seni fosse scavate dentro che chiedono pace a lasciare che il sole ancora passi su pelle divelta e ostile come fai ancora a curare ferite senza mani e occhi solo col tocco dell'anima? Insegnami a scrivere di te e del vostro pianto. Davanti a me giorni tutti eguali ed è sogno fellone il mio proiettarmi oltre. Per le donne del Darfour Nascersi Ho avuto tempo e tanto per te per vederti in abbandono nudo in folgore inattesa in allusivi silenzi di parole taciute e nell'inganno che nasconde fiumi t'ho conosciuto senza porger occhi cieco ed errante o troppo vedente ho spaccato lenti e meccanismi chè ero troppo fredda ho secato riccioli e frange perchè inerte cane fedele. Ora non mi servono anni mesi giorni non ho bisogno neanche di un attimo basta un muscolo della caviglia per nascersi di nuovo. Mondo Dal letame nascono... mondi nuovi senza legge e nuove leggi del disonore ossa e rughe di solitudine sostenute da colla e spago umanità in disprezzo di sè tende la mano a chi ammicca paradisi e bimbi senza ieri nè domani acchiappano lanterne ,dentro fossi di sguardi pena e tenebre in altre pupille sonno armato nell'iride di alcuni bruciore ironico in altri nulla. Come vorrei sedermi e che ci sia un sedile per tutti e ritrovare con loro tenera dolcezza quella che racconta come un rosario dove sono nate le labbra e i desideri dove rintoccano e suonano risate d'animo e pensiero ,dove le aurore sono certe e sicure e le albe sono redenzione. Tutto quel brulichio di suoni e lampi , vicino alle stelle ,sempre più al cielo ci può salvare. Liberamente ispirata ad una poesia senza titolo di Pasolini. Scrivere.... C'è l'anima lottatrice che butta fuoco , fulmini e saette e si sporca di grasso e di sangue. C'è quell'anima intima che proprio lì non finge si toglie pelle e unghie e s'attorciglia al cuore. C'è un'anima giocosa e pacifica che si muove come una corriera e guarda il mondo con sorriso e nuvole. C'è anima guardinga e smaliziata munita di scudo ed abito gessato che copre le sue feci con sabbia e acqua chè nessuno le scorga. C'è anima dolce e un poco bimba che parla anche a un legno secco e trova parole che assomigliano alla delicatezza delle vigne a Settembre sulle mie colline. C'è poi un'anima spessa mista di agro inverno e tenero pesco che tutte le raccoglie e le conserva , tutto sopporta e sempre lavora .... Per la poesia e l'arte in genere. Acronimi Preleviamo con il Pin che ricorda tanto un canarino accendiamo col Puk quasi uno sparo nel buio entriamo con la Pass chiedendo forse un passaggio c'inoltriamo nell'ombra con l'user name,seconda mano? Cerchiamo invano numeri associati ,compleanni ,poi esauriti ,alla prima notte d'amore o alla morte del gatto,al suono, al colore,all'intervento alla prostata di Ulrico......poi li scriviamo con cura maniacale a lettere invisibili su fogli e notes, su Scottex e polsini, mai più trovati,li celiamo in tasche e borselli che per magia spariscono in armadi tra polvere e lavanda e infine..davanti alla cassa del supermercato... vuoto totale e paghiamo in contanti. Siamo acronimi ,classificati,incasellati, numeri ,anno, mese,giorno,occhiali,date ,involucri e basta? Per fortuna abbiamo dentro quella cosa che zampilla inesauribile ,inspiegabile esuberante e flessibile, nuova e ancestrale, dirompente in soffio una musica interna che ci rende ognuno irresistibile all'altro. La "Felicità" Quella F iniziale è di Fiato morbido che accarezza la schiena o di Folata lieve sulle gote sapore di Festa tra Fiori di campo ma è anche Forse avrà Fine? E le "e" sono chiuse oppure larghe limitate nell'attimo o per sempre? Lice è licet ,è possibile ci vien concesso, se si vuole, o è lecito anche solo pensarci? E quella "a" tronca accentata proprio in chiusa sembra non dare scampo: è uno stop scritto a grandi lettere: "finisce qui dove è sbocciato e già perisce un fiore". Armonia. Quando catene e viti ti tengono ferma la viltà ti rende malato appassito è lo sguardo e il letto è pioggia allora,proprio allora tutto quel ricamo di fili e nodi scoppia e diventa corda di violino in armonia assoluta. Smettila Smettila di fingere di far finta di vivere con arrogante sicumera tra la tv e la tavernetta tra il divanetto e la "tua" collezione e guai se ti sfiorano l'abito trendy smettila di fingere cuore per chi accanto vorrebbe non fingere ma la vita gli viene strappata senza pietà smettila di capire tutto senza occhiali e mai volgere lo sguardo dove fa male smettila il tuo giudica e manda ma passa dentro e non sopra fatti sfiorare da grandine e sabbia e lascia che qualche pietruzza ti entri nelle scarpe a punta. A Lorenzo e Cecilia Mentre ballano da soli un minuetto o un rock li guardo dal ponte sul fiume mi sorridono con la mano ed il riflesso d'oro mi stordisce. Guardo allora l'acqua,viva e pulsante che scorre lenta e i pensieri rotolano con lei. Poi un sobbalzo dentro il petto imprevisto scossone fiato d'ala quasi una puntura e allora scendo dal ponte e cerco ancor la vita. Insieme e basta Ti bruci le dita afferrando il manico monco ed io bevo caffè nero che brucia in gola. Io e Ibrah ci capiamo al volo solo coi gesti mentre tu parli al cane e risponde. Il pesce è fresco. No,ma guarda l'occhio.. meglio che mangi nutella sotto il glicine. Guardo il tg e spengo: non capisco. Tu ne guardi 100 per capire. Scrivo e riscrivo su notes e gioco a carte e tu viaggi sulla chioma di Cassiopea. Faccio scarpetta di sugo e di libri mentre tu mastichi e rimastichi per non lasciare nulla. Avvisami se suonano chè hai buon udito mentre la centrifuga divora e io la guardo e le parlo. La bimba ti pare calda è passato del tempo dai nostri e tu osservi il vento sull'ulivo. Io sento nel cuore fate e fiere e tu la solitudine. Ma è anche la mia. Insieme e basta. Ecco Lunghe le mani come binari che trapassano terre di nessuno e poggiano scale nel deserto. Le gambe sono remi squarciano oceani e si protendono in fragore dove finisce il cielo. Sentieri ad anse strette che passano , cuori tra ruscelli e pini e varcano confini sono i capelli lunghi e sciolti d'erba. La carne rosa perla si tinge del sangue dei tramonti e di greto avvolgendo il mondo tutto in membrana accogliente di madre. Ieri A. Siamo qui di passaggio non vivi abbastanza per sopprimerci non morti abbastanza per non sentire sofferenza al risveglio ed illusione di camminare ancora diritti. Oggi A. 6milioni di chiodi piantati nel cuore di un'umanità condannata a sopravvivere al male assoluto. Tinti Baldini e Maria Attanasio Nel giorno della memoria (27 Gennaio 2009)e per tutti i giorni a venire Rivisitazione condivisa di alcuni versi già inviati da Maria. Ispirazione Davanti al quadratino bianco con cornice grigia prendi come mosche dalla testa immagini suoni e fermenti farfalle e nulla una canzone a metà e due parole di straforo e le metti nelle due mani ne fai una palla morbida che rimbalza in alto . Poi ,di colpo, una sola ...e dir parola non basta appare sulla retina e quasi vorresti non vederla e ti fa paura: è quell'anima che fiume d'ombra colma il petto e tu non lo vorresti. Non si muore Non si muore no si può morire di Marzo diceva mio nonno quando l'acqua si butta sul mare non si può morire d'estate su quei colli di miti tormenti non si può morire a vent'anni su di un campo di grano in germoglio e la luna che occhieggia le stelle non si può morire tra la conca di madre mentre soffio di vento è spuma. Ieri Ieri notte sei passato in silenzio di vetro le ferite chiuse e il pianto del salice fermo. Dove vai se il vetro s'appanna e si crepa il sangue trapassa le ossa e l'albero muove la chioma coprendo di sciame il mio corpo? Esiste Piegata dagli acciacchi parlotta e ricama se le si chiede notizia del suo stare risponde"bene...anche perchè so che esiste un Dio che mi copre occhi di velo e pelle di ramarro per non vedere nè sentire il mio tempo andare.." Felice Della felicità rimane spesso addosso un che di brina mattutina e non si ricorda il perchè ma il come e il dove. Risposta Spesso non si sa dar risposta e allora si lascia... sosta lunga e se ne sente il potere così faccio con me e l'attesa è mare. Ha ragione Manlio Arrivo affannata a S Salvario tra pezzi di neve e bidoni scapicollo scale con sacche e pacchi e lui dal ballatoio del quinto piano urla piano con Cristiano in braccio "Fai in pressa.." e lo vedo ma lui evita entro nella cucina tutto fare e Manu non saluta immersa nel ragù poggio latte e indumenti e mi avvicino a fatica a Luciano al tavolo che studia. " Stamattina mi hanno detto che gli occhi non mi funzionano e non posso più verniciare ..."e mi fissa d' occhi piccoli e rossi "è inutile che tu venga ,non serve farlo studiare,a me non è servito.. lascialo in pace.... di lui mi occupo io...vai!" Ed io a capo chino faccio le scale piano le braccia pesanti e il cervello spento e un battito di rabbia e di niente. ...... Che serve una coperta a chi non può dormire? Ha ragione Manlio... Azzurro profumo 2 A Bruno Amore sapore dell'oggi proiettato in domani e Isabel odore di legno d'ebano Enrico è albero d'ulivo e Antonia bucato all'aria aperta e malva. ........................ Azzurro profumo Mi capitava da bambina ed ancor oggi se sentivo parlare di fuoco di sentirne l'odore incollato addosso se vedevo al cinema scene all'aperto d'acchiapparne profumi di muschio o magnolia ed ora più che mai se leggo versi sul foglio celeste immagino Claudio e quel sapore di fumo che s'impregna oppure Maria e la sana polvere di un libro e Aurelia e i suoi gigli di mare poggiati al petto Massimo con una gardenia che affascina la mente, Cristina sa di lampone e d'acquarello e Aurelio di sapone fatto in casa, Gus di cera per mobili morbida e antica e.... Anileda odora di pepe e cannella mentre Fausto di torta fatta in casa e...Elia d' aria del Monviso.... a Gianni mirto e lentischio Michael fuoco d'artificio Fata è zucchero filato panna e gelsomino per Marbe Armando di dolcetto leggero Giannilang di baci di dama Pier è impasto di salvia e segale, Silvano Silvano di bosco e rosmarino Gloriosa di mammola Gerardo saprà di malto e mosto e a Wilma il mare settembrino e per gli altri amici mi verrà via via al naso e dentro gli occhi per Roberto,Antonio,Cocami, Anfra, Livia , Gaetano,Ben,Massimo.P Guido, Arcangela, Maristella, Michela, Pia, Carmen,Gabbiano,Igino,Silvia, Fabio S, Michelangelo,Giuliano Gianfranco, Enrico,Teodoro, Sandra,Gianna, Salvatore, Silvano.N,Marcello C e Marcello.p, Giorgio,Carlo,Paolo e altri se li ho scordati..... e di Lorenzo sento colore e profumo di tavolozza di salsedine dopo la burrasca. Grazie a tutti Cara amica rispondo ora alla tua e so che t'invade,sorella di notte ombra inquieta t'aggiri e la tragedia irrompe sovrana nella tua armonia di donna oppresso hai il cuore tarlato di dubbi e domande picchiato da tenebre sonore urlato da spettri dolenti. Vorresti tornare ma piangi il tuo nido e culli con deboli trilli tutti ,tutti i tuoi figli. Alla mia amica che ,dopo 20 anni di serena vita in Italia, è tornata a Natale a Gerusalemme, mi scrive,per capire.... Il posto delle fragole Vieni a raccogliere quelle più mature con me nel bosco e poi ieri ,oggi e domani s'apre un buco nero. Sagrada famiglia Eccoli uno dinnanzi l'altro in tavolata padri e madri nonni e nipoti ,cugini di più gradi seduti in sorrisi e moine ma sotto il tavolo serpi e blatte fan la file a raccogliere odi ed abusi invidia e calunnia e gli occhi di ognuno dentro sono altrove. Io guardo loro e poi chi mi è dinnanzi e la mia pupilla entra nell'iride fino alla punta del piede senza intoppo : allora sorrido . Ma perchè mai Vuoi che passi l'ombra quando traverso il ponte e che sorrida se scalza mi ferisco con pietre aguzze e mi spurghi dagli occhi gocce se il respiro s'affanna per la rupe. Ma perchè mai vuoi tutto fermo? Mi dispiace Mi dispiace veder sfocati tratti e non ricordare se c'era dietro il fratino un arazzo o un quadro,là, nella vecchia casa di collina e scordar colori e suoni di me bambina che allacciava braccia a gambe allo strassè e al cantastorie e quel rosso vino è diventato sfumato quello delle gote di zia che a Novembre impastava fuori e rideva rideva per gli spilli del gelo e i ricci rossi del mio crine folto erano crespi oppure onda marina? Mi spiace davvero dimenticare.... Non mi trovo capace Dicevi guardando piccoli trascinati senza spalle non c'è una raggione cantavi all'angolo del vicolo dei topi a rincorrer blatte non ce sta cosa mi sbuffavi in capo davanti a mattoni contro il mare e spostavi di lato ciuffo e sangue non ci posso credere scrivevi e scrivevi appassionato e lavavi macchie di donne e mariuoli e poi davanti al tuo golfo di sogno trovavi pace. Al mio amico e fratello di Napoli,Sergio Antonucci (scusate gli errori nell'uso del dialetto) Al bar "La primula" di Camogli Ai tavolini raffinati ocra e blu cosparsi di petali di rose osservano pietruzze volare tra marosi viola screziato accanto alla chiesetta pastello degustano aperol e noci Armani e Gucci rivali occhi segnati dal sonno in smania di altre albe e sul muretto grigio col capo poggiato su carta oleosa di focaccia dormono ammonticchiati per caldo di ossa e cuore una donna bambina accanto a tre piccoli stracci ,così son gli sguardi fugaci che passano oltre. Era una notte Pregavano famiglie stretti uno all' altro branco in serraglio e poi la voce o forse un canto rimasero nell'ugola straziati la gola si riempì di cocci e fumo e ceneri arrivarono meste al cielo ancora in preghiera. Era una notte.... per tutte le notti a venire nella striscia di Gaza........... Lasciale… Pungono in testa come spilli si dimenano Titine di Charlot passano l'epiglottide e vanno al cuore poi si chetano nell'utero infanti soli sono paure tenute a freno chiudendo serrati i rubinetti. Ora scorrono a fiumi senza posa e le lascio uscire anche se smottamenti e bagliori mi percuotono sono paure sepolte ma montagne alte e grandiose. Vorrei salire sulla cima prima di andare. Cielo e mare Sono approdata come pulcino bagnato in questo mare e non avevo neanche un pelo per volare imbarazzata arrossivo a passarvi i miei scarabocchi ma scrivevo e scrivevo e vi leggevo e imparavo e sognavo e rileggevo e sentivo crescere pian piano ali minute e mani sempre più mosse e occhi sempre più aperti per volare con tutti voi. A Lorenzo e al sito "poetare" Ogni volta Ogni volta che guardo di là mi fermo e lo strappo riprende la cerniera si apre di nuovo ed il petto si gonfia e si duole: sono tutti quei ceri che ognuno lascia ogni giorno a ricordo e cospargono il mondo di luci che non sono segnali di festa. E' una palla di fuoco maldestro che vorrebbe tornare a sognare. La mia casa La mia casa è aperta ti ho dato due mazzi di chiavi ,quelle più luccicanti con un medaglione a cuore pago bollette e lavo stendo i panni di molti e asciugo dolori ma quando fa buio nell'orologio della notte cambio casa. Interminabile Era un fuoco scoppiettante di faville e bagliori di rincorse e presa di nascondigli e cielo poi il fuoco è andato scemando e il cielo un manto di luci soffuse: noi siamo davanti al camino divisi a guardarne la fine e l'attesa ci pare interminabile. Mi son trovata Mi son trovata accanto questa sera due ragazzini che mi spintonavano mentre cercavo le chiavi sono cadute ,le hanno raccolte e gettate giù dallo scalone e le risate stridule m'hanno fatto correre il cuore: ho fatto però in tempo a guardarli ,12 anni appena teste rasate e pugni al vento uno sguardo rattrappito d'un vecchio accovacciato sulla vita senza viverla ed ho sentito il cuore farsi a calcinacci. Scintillio Se fermo a lungo quando gli occhi sono chiusi uno sguardo morbido e languido sul giorno che t'ho visto dinoccolare gambe lunghissime da trampoliere ad occupare spazio in disorientamento e mani lunghe di brughiera e m'è presa voglia di prenderti la vita e ballare sotto i portici una samba mi torna sfavillante sulla retina uno scintillio La preghiera E' nel lavoro di ogni giorno la preghiera, nel mettersi in fila in attesa della vittoria o della resa, è nelle mani di calce nel sapore del pane, nelle vite spezzate per uno stipendio da fame. E'negli occhi di chi rimasto solo chiede giustizia e va avanti facendosi scudo della propria tristezza. Maria Attanasio E' su quelle facce gonfie dal peso e dalla paura che aspettano la domenica senza contare minuti e suoni chè il lavoro è compagno e nemico, grido e dolore. E' nel motorino lasciato come sasso sull'asfalto orma di vita attesa che ci parla di voi e dei vostri figli frutti appesi ancora ad alberi spogli. Tinti Baldini Poi Vorrei che le mie ceneri fossero compattate con calce e miglio,acqua di fonte e profumo di zagara sotto forma di uovo con un taglio alla Fontana sottile ed imo netto in pensiero come filo d'orizzonte. Forma morbida al tocco senza spigoli e grumi che scorre libera su terreni impervi , tra erba e foglie , dentro alveo di fiume, tra viottoli boschivi e grattacieli. L'uovo ocra diventa sempre più ricco di materia e d' odore pregno di segni del tempo di dolori e canti e si deposita ondeggiando tra pietre laviche immobili sulle rive del mare all'aurora. In risposta alla poesia di Aurelio. I nomi Da piccolo Lorenzo chiamava bambino abbracciato alle scarpe sua passione che si portava a letto come peluche. Poi Lorenzo era pronunciato più lentamente e basso in sguardo di ragazzo sfuggente con la musica negli occhi e nelle labbra ora è voce ferma ad un uomo a cui la vita ha dato amore e amore a grappoli maturi. Quel nome nato da noi è sempre lo stesso ma non racconta i passaggi nè le mute ,non ha quasi più senso chè lui è cento mille altri nomi. Anche quando dico Amore non è quello di ieri nè quello di domani: forse il silenzio tra le chiamate respira il sentimento. E' Sei sempre qui mi culli nella tua nona mi scompigli i capelli con Platone e quel ridere mordace, materico è sulla fronte dei tuoi figli impresso. Per Mario divorato e spazzato via da Alzhaimer devastante. Sipario Quando la notte cala giù il sipario smetto d'aver paura. Neve Stanotte sognata è scesa in passi felpati comprendo il mio capo di dolce sapore d'acqua piovana frammista a silenzio. Non sento dolori nè provo piacere ma immenso senso dell' essere qui. Ascolta Prova ,figlio a fare pause ed ascolta i rumori di vene fegato e cuore gli umori caldi e le fermate non guardare l'acqua del canale assorbi linfa da te mordi un boccone di quel nido quello che brilla e nutre erba intorno e dammelo chè lo avvolgo nelle velina quella che tengo per i pacchi di Natale. Mentre Mentre parlo scrivo racconto piango e rido o raccolgo parole dentro il capo c'è sempre un'ombra accanto pare amica vicino alla spalla che mi sussurra "non è quello non hai capito non trovi riprova...." come se stesse facendo un gioco come se mi rubasse qualcosa volendomi salvare ma io mi sento nomade di me e raccogliere i miei furori dentro il mio mare è mio diritto. E quando E quando in sonno che ancora si scolora il buio viene squarciato di sole estivo ,forte,smagliante quel sole che fiacca membra di contadino la fronte di chi sostiene muri gli arti scuri e stremati di piccoli è lo stesso sole che scalda montagne innevate mare chiaro di squame veste pallida di seta è quello che sovrasta donne chine sul greto e irrompe al petto di chi è in buio di vita. Ed io lo prendo tutto . Incontro Dove vai,ragazzo? Vieni con me quando la notte si fa giorno e i contorni sperano, c'incontreremo sulla riva del fiume camminando lenti: cercherò d'esser meno avara di quel che ho trovato proverò a staccare pezzi di me buoni e senza danni e te li porgerò per costruirti un tetto saldo e luminoso pioniere con zaino ,ghirba e tanti tanti fogli scritti e nudi. Dalle mie mani prendi soppesandoli sulla bilancia del cuore segni del tempo. Io intanto assorbo dietro piglio fiero e sbarazzino celato con cura lampo d'armonia che m'incollo sul petto e insieme troveremo il mondo mettendo i nostri pacchi ben avvolti sulla bici: non si distinguono più i tuoi dai miei chè sono tutti bianchi. Poesie Se inutile vuol dire che non dà vantaggi in denaro o in borsa che non soggiace a sghembi progetti e progettini fatti la sera davanti a Bruno Vespa così tanto per gradire che si nutre da sola e si rigenera senza consumare se non le dita calde sui tasti gli occhi protesi sul cielo la schiena curvata ad afferrare le gambe vigili in moto proprio le orecchie silenziose la bocca sempre in movimento a seguire e computar parole i sensi all'erta come volpe in agguato il cuore che via via si fa cuscino morbido e caldo e la vestaglia rosso vermiglio coperta profumata e i capelli sfuggenti alla carezza come gorgone vanno in ogni dove la mente varca confini e sudata sfiora volti e pianure,avare parole troppi risvegli, cose che tacciono e aspettano e cenci di sangue e terra in mare salmastro..... Se questa è poesia inutile va detto a voce roca in passione che inutile sia. Tremito Mi chiedi che cosa ho ma non ascolti quel tremito di ciglia le mani in mano e le vene fonde. Mi sollevi il mento e solletichi il naso con buffetti lenti e ritmati ma non senti il tremore. E' brivido di chi sta percorrendo una pista e trova in bruma una curva lunga lunghissima di smalto che non curva nè dà appello e tu apri il finestrino per accogliere aria e speri che nel tuo portabagagli ci sia ancora un po' di vino. Occorre che sempre mi guardi attentamente anche se io non ti guardo. Altrimenti il tremore mi consuma. Alzhaimer Anima risucchiata in palude incolore. Ragazzo Biondo e bello e di gentile aspetto(cit) portava a spasso con garbo e fierezza sogni di studio e conoscenze e scriveva e scriveva per finire la verfica quando un boato l'ha portato via. E gli amici e tanti piangono ferita di chi crede che almeno lì ,a scuola siano protetti... Vecchio seminario nascosto tra tigli e abeti ,luogo di ritrovo d'innamorati e non solo ora risuona d' urli di vergogna. Si è parlato da anni di controlli ma sono più importanti i parcheggi nuovi fiammanti! Per Vito e per tutti i ragazzi delle scuole italiane a rischio Salita L'economia è in salita l'ultimo mese di lavoro è stato in salita è giornata in salita ma la salita è raggiungere a fatica cime alte e pulite sostenere un esame studiando lavorare sudando mentre la discesa facile che scorre liscia porta in fondo. La vita è salita con discese e poi rialzi mentre la luminescenza del sole che scappa ti incanta e accompagna. Lavori in corso Cominciamo col togliere quella palizzata che divide il giardino no, lascia il cappellino di carta di giornale poi mettiamo insieme i tavoli quelli un pò tarlati di legno scuro : là sull'erba devono stare con tutti i tempi e senza copertura e invece del cancello il caprifoglio inebriante fa ombra e concilia sguardi e misteri poi le foto della scuola in bianco e nero in cucina stanno bene ;sentiranno profumi di rosmarino e prenderanno colore e la cassapanca in soffitta la userei per conservare le ultime verifiche di italiano con i nomi , i segni e le cancellature... per passarli alla piccola chè capisca...... e non buttare frenetico le ampolle di vetro quelle di nonno per fare il profumo stanno perfette sulle scale di pietra. La legna del pino in quell'angolo è ideale per un presepe quasi al naturale e il nido sul glicine non lo sfiorare rimarrà lì per sempre. e...le parole poi dobbiamo ritrovare, mi raccomando. A chi sa guardare Sposti macigni con due parole e apri piano a soffio porte chiuse nella mente strappi delicata veli stipati e ne mostri colore e materia ti guardi dentro senza esitare vergine sei ad ogni compromesso e l'onesta anima fluttuante insegna che l'uomo può dipingere un mondo scuro con carezze audaci. Non c'è scalino o rupe che arresta il fluire di note in versi chè pulito è l'asciugamano bianco con cui ti tergi le ferite. Afghanistan Al capo velo azzurro e libri sotto il braccio passo svelto a falcate e un lieve sorriso di quelli che emozionano quando li guardi sorriso appagato di conquista di un poco di spazio e dignità: quel sorriso viene spento dallo spruzzo di una pistola caricata d'acido solforico per urlare allo scandalo per soffocare la bellezza di un volto che vuole esser tale. "Non mi arrendo ,anche se mi colpissero cento volte" dice Shamsia e va avanti diciassette anni sfigurati voglia di vivere e di conoscere e anche di amare e le sue parole risuonano per mari e monti eco d'un mondo che vuol rinascere. (per Shamsia "sfigurata"perchè voleva andare a scuola e per tutte le donne che vogliono far valere il loro diritto di esistere) Ridere Le risate tintinnavano come squittii di topolino piccolo e veloce arrossivano i cuscini e la coperta chiara sul divano svuotato e il complice riso carnale e gustoso scaldava come stufa noi che ora neanche tre termo a palla scaldano più. Ora è sorriso d' occhi bambini brace eterna. Insieme Abbiamo ,se ricordi visto insieme cambiare alba in sole e scoperto i ranuncoli bevendo acqua e neve ci siamo passati germi in stormi e avidi pensieri Ora la cantina è stipata e così il garage e la stiva e allora per non stritolarci recuperiamo la tenda ad igloo. Sentinella Aspetta sulla mia porta ad arco un poco acuto aspetta che succeda si prepara sistemandosi per bene i baffi azzimati e l'armatura ma nessuno ancora fa rumore: è appena appena un baluginare fioco di una candela... Rammendo Ricordanze giocano a rimpiattino sbucano da una finestrella mentre scorri il giornale oppure ozi solfeggiano in testa e chiedono udienza e tu le prendi in mano come calzini e qualcuno lo rattoppi per usarlo ancora lo cuci forte con capelli bianchi, fili d'erba e un poco di rosmarino cosìcchè non s'abbia a sfrangiarsi. Molti calzini colorati sono ben piegati nella madia e se li tiro fuori è una fiera che scuote le vetrate. Ispirata ad un verso di una poesia di Cristina. Cultura Tesse il ragno nei secoli fili di conoscenza ma mano guasta in guizzo sta strappandola. Yemen Najoud è bambina di nove anni e sposa. Quando la sera tarda sente frastuono di zoccoli zuppi si nasconde. Arriva lui , sconosciuto stanco e assetato di voglie e la prende. Lei prova a chiudere se stessa e le botte percuotono corpo di giochi. Ora altre bambine e altre donne e madri si sono liberate in fuga ma altre rimangono al macello della loro infanzia punita tolta in strazio. Inverno Stasera la luna veste celeste in trama di neve. Riconoscersi A lei piccola compro libri di stoffa morbida di cartone smussato le fabbrico burattini con testine di panda o di rondine in volo le racconto di fate e di balene buone mi travesto da bambi o da Robin Hood muovo mani per fare le ombre e le canto nenie d'altri tempi invento nomi di suono da imparare e vecchie scatole da scarpe per cercare o nascondere la guido in piccole vele e navicelle e le disegno mari e fiumi invento e lei mi guarda con un'alzata di labbra mi prende per mano nelle sere d'estate e si stende sul prato a toccare erba e lucciole e allora ci riconosciamo. Segni Volevo una copertina speciale per le mie prime "poesie" un'orma di piede piede nudo di ragazza che cammina spessa su terreno accidentato forse un campo di grano o terra e roccia oppure un prato tra i rovi poi ho visto sul sito la copertina ... un foglio bianco ferito da un pennarello inciso come un quadro di Fontana e tenuto da una mano ferma e decisa e mi è parso che quello io volevo: che ciò che verso su foglio segni per qualcuno un pensiero magari un gorgoglio di suono un guizzo un fiotto anche solo rumore in sottofondo. E pensare che E pensare che era tutto così semplice e chiaro non c'era bisogno di strafare come dovessi vincere una medaglia era inutile perdere peso e acqua da tutti i pori atleta senza muscoli si poteva fermarsi qualche volta sotto la magnolia che profumando ti illanguidiva forme era meglio sorbire una manciata dalla fontana lungo la curva là sulla salita: non era quella sola la strada altre arrivavano di lato e c'era tempo. Era disegnato sulla mappa tutto così chiaro,cristallino. A Maria Sei una città non comune non quella delle cartoline nè quella dei poster in autostrada ma una città che canta lenta e fiera al crepuscolo a volte sconosciuta oppure avvoltolata in velina ,quella carta che s'usa per tener caldi e quieti i fiori canta senza voce, dentro, e pochi ne sentono suono ma quando arriva è un 'onda che si riprende la spiaggia la sera. Invia una tua poesia E tu pensi alle quattro parole inviare a chi? in -via è una via accanto,verso,dentro? E poi una ,una di numero una tra le tante ,una sola una tanto per fare la andrebbe meglio? Tua è di possesso e allora se è mio cuore perchè inviarlo? Non è mia di me ma venuta dal mondo per il mondo? Poesia , da poiein fare ,fare che cosa? Non è un fare ,allora dal latino poeta che mette in rima e io non so è arte di comporre versi con linguaggio nobile su fatti ,immagini sentimenti e non è nobile il mio "fare" e mi ritrovo con la definizione che mi sta larga ma comoda "E' portato a poetare " e allora scrivo e poi.. invio. Fuga di giorni Scappano da sotto la gonna si rincorrono e fuggono sembrano quei bambini che al parco ,se li guardi troppo, s'allontanano e ti osservano strani oppure occhi che cerchi e ti sorpassano veloci senza freccia o quel ragazzo sui gradini che se ti vede di schiena s'avvicina e poi di petto chiede l'accendino. Fuggono i giorni come saltimbanchi e spazzano il riso sulle gote in frantumi. Sensazione E se la mia vita quella che scorre e non vedo è già stata raccontata da qualcuno a chi comprende e m'osserva nel mio andare scivolare e salire scendere e collocare trasportare e cucire sollevare e stendere placare e aizzare domandare e rispondermi e se la storia fosse troppo mossa come un nastro di raso un po' démodé oppure un poco lenta come un tango tanto da fermarsi a metà del racconto? Allora è questo stacco a cui m'appoggio. Manca Perchè non hai più occhi che ridono di pieghe a raggi come sole d'estate? Perchè mi mancano le mie spalle di forza alata che fendevano nubi. Non trovo il passo ora quello di giapponesina in lamiera gorgoglia in gola come acqua tiepida la risata a corolla e spesso le parole escono stanche. Quegli abbracci strappati di schiena io voglio e fazzoletti di seta offerti stropicciati per terger lacrime e ,se ho freddo, al mattino chi mi copra con mani soffici di bambino. Mi mancano occhi di lince che vedono quello che non c'è e nessuno vede per me. E poi soprattutto mi manco io. Mi porti? Vorrei anzi voglio che mi porti in cima a quella montagna quella che guardiamo al tramonto davanti a casa non ne conosco il nome nè l'altezza ma so che lassù finisce il mondo e ne inizia un altro in linea di confine dove termina il dove che si getta nel se. C'era un ragazzo C'era un ragazzo camminava lento con lo sguardo alto aveva una sua musica dentro che lo placava amava i prati immensi e il cielo quando è scuro. Le parole gli uscivano di rado, a tratti sempre delicate per colore e suoni. In classe era solo nel banco alla lavagna in cortile. Non cercava la gente ma l'odore intorno annusato in fremito. Era esile di forme quasi etereo glabro e fulvo e spesso sembrava che volasse. Mai accanto gli era qualcuno se non per accidente e lui allora s'è fatto tanto piccolo che non c'era. (per Luigi, ragazzo di strada , senza famiglia e senza amici, bello dentro e sparito nel nulla) Segreti Pagliuzze fini appaiono ad ogni mossa di palpebra aprono cieli e voragini da carpire nell'attimo del battito e rivelano segreti. Solo Se taci avvolto in guscio caldo e murato e pensi che il male sia cosa d'altri vivi magari vita in spenta quiete ma vivi,sorridi mangi masticando lentamente le tue pene. Se parli racconti denunci sporco trasbordante lutti se del malaffare non stropicci occhi e freghi mani allora ti rubano la vita e rimani solo ad aspettare la morte che avverrà fosse anche ultimo sangue versato per "onore". Mi chiese Mi chiese più e più volte d' abbandonare scorza di lasciarmi andare e rispondere al suo richiamo di riavvolgere film trito e ritrito fatto di scuse costruite male ed io , scoperte e crollate impalcature e reti ho tentato ma la vecchia pellicola mi ha di nuovo riavvolta tra le sue spire quelle della scialba abitudine sicura. Non ho Ho casa accogliente ospita amici a pasteggiare con melanzane conservate da me , melanzane del contadino e giammai del supermercato! Ho una stanza solo per scrivere e leggo ciò che voglio e quando ho figli autonomi e sani e le gioie compensano dolori. La mia porta è pure blindata. Non ho quella paura che deraglia vite dietro la porta. Figlio Figlia Pensa come cambia la vita Tu che prima non c’eri se non in mente ora sei questo pianto nuovo lo sai già come tutto muta questo respiro leggero mentre mi sbuffi piano sulle gote? nella mia notte un soffio. L’avevo predetto tastandomi il ventre Pensa a quanto era poco l’avevo sentito puntare dolcemente il tuo tempo che ancora contavo quel piede piccolo a pagnotta in giorni il suo passare, appena sfornata e delicata poi tenere le dita delle mani e quei capelli neri come pece tenera la cartilagine diritti e liberi d’andare delle minuscole orecchie. quelli che mi graffiavano Pensa provo ad indovinare il seno mentre succhiavi: quello che sarai dai tuoi lineamenti già da allora assorbivi prepotente essere amato misurato a peso d’amore amore amore senza posa e pause e già vali oro. come fai ora con la tua vita Pensa figlio che dal tuo nome e io in te mi riinvento e rinasco ancora. hanno già estratto un numero Tutto vedo scritto sul tuo volto e quel numero comprende i tuoi doveri chi sei e vorrai essere e diritti di uomo nel mondo donna che entra con ultimo arrivato per il momento. abito nuovo di lanolina e Maria Attanasio panno ben caldo a braccia aperte al mondo per medicarlo con tocchi di buono. Tinti Baldini Nonne Anche se, a volte fa notte, tu sei un fiore che si apre e dà colore con mani d'oro che stringono il sogno e la luce nel palmo innocente e puro: tu sei rifugio sicuro. Aurelia Tieghi e Tinti Baldini Cercocebo moro Scimmia è il cercocebo moro immune al hiv anche se il virus replica, rinasce, prolifica potente e vigoroso le sue cellule colorate non si attivano e l'animale vive vita beata. Forse che si scoprirà che il suo cervello è più evoluto? E a noi inquilini del mondo poco cale che la ricerca sia parola strana , ritenuta dai più "intellettuale". Lei Lei ha perso patina dai capelli e denti radi di pioggia segni indelebili scavati sulle mani e ferite venate sulle gote: il busto un tempo eretto da condottiera è dimesso e spoglio e i suoi rami pendono molli in ricerca d'appigli il ventre quasi incavo di figli è ora gonfio di niente e dolorante ad ogni soffio d'ala: rimangono d'ammirare i suoi piedi minuti sottili e morbidi calzati in scarpette rosa pallido di seta in ricordo d'allori e il sorriso lucido con occhi di diamante al mio passare. Fare di poesia A volte la notte sotto le lenzuola mi viene un pensiero un' immagine da raccontare allora mi alzo scalza e al buio accendo il pc e,nell'attesa, mi sfugge quel sogno allora torno dov'ero per rivivere il possesso quella sensazione liquida improvvisa di piacere che ti veste d' immenso e lo ritrovo,mio solo mio di nuovo in mio possesso. Innamorarsi Allora innamorarsi quasi era sentirsi morire ed ora è guardare dal finestrino del treno. Favole Le favole finiscono così" e tutti vissero felici e contenti" e il racconto fluido si ferma quando inzia o almeno sembra ,la vita. Non sarà forse che anche per noi assaporare fino alla fine un bicchiere d'acqua fresca è far finire la storia.? E perchè no Vorrei toccare con labbra schiena e ginocchia sentirne l'odore aspro ascoltare le grida provare sulla lingua e tra i denti dolore di sangue guardare dentro le ferite sentire il ghiaccio sul costato e liquido che cola col sudore tutto vorrei sentire se i sensi ci sono perchè no. Perchè solo su schermo piatto seduti con la tisana stretta e magari il telefonino con una cialda in bocca ci permettiamo di origliare rubando laidamente il dolore? Posto sicuro Vai , ti dicevano quello è un posto sicuro c'è lavoro e paga e tu tenendo i pugni l'hai provato. Non era posto sicuro ma tranquillo per portare fiori ogni Domenica Si è rotto Si è rotto lo specchio che conteneva frammenti riflessi che spettavano a me. Domanda Avrò lottato nel ventre scalciato di tacco e di punta nel ventre di madre bambina in supplica di stare ancora al caldo tepore protetta e pulita? Avranno i miei figli creduto d'uscire in altro tepore invece gettati lapilli sul greto di un fiume già in secca? Avranno le bocche infanti asciutte di fame di ventre gonfiato e sguardo stremato odiato anche solo un momento chi li ha strappati di colpo da un sogno? Rossella Piangerò domani diceva Rossella bella e di fuoco accesa io non bella e spenta piango oggi: domani vorrei far altro. Senza specchi Nido piccolo arrotondato o puntuto a bacinella spessa gonfio e pompato tessuto di filigrana trafitto da rovi denso di natura e di folate: è riparo senza specchi nè porte nè tv chiuso e aperto caldo e fresco. Di lì guardo la tavola apparecchiata. Davvero? Se posso ancora sentire scompiglio nei capelli e nelle vene se sento un suono e le mie gambe ballano se riesco a cacciar via quella noia strana che lassa sensi estraniati se la seta mi dà ancora fruscio sui palmi e lo specchio mi guarda sorridendo se bimba accarezza beata le mie gote senza ritrarre la mano se i fiori del giardino rigogliano e le lacrime s'uniscono a risate croccanti allora giovinezza è parola che mi va ancora di pronunciare. No Guardo la porta chiusa mi alzo lentamente le gambe ballerine mi trattengono il fiato ansima le mani si raffreddano e si fan pugni stretti a sasso le anche granito e il petto una bistecca surgelata e spenta gli occhi s'annebbiano sotto palpebre vizze le cosce si chiudono rigidi tronchi nodosi e la gonna viola di soffice lanolina diventa gesso. Dopo millenni raggiungo quella porta e la apro a fatica. Mai devo tenerla chiusa se solo dovesse passare un refolo, una stilla di quell'amore che in giro ancora chiama. Nell'anima Si può sentire una città nell'anima la si può vedere carcere,schiava,liberazione rifugio, morte , contagio, salvezza, guarigione memoria , frode, condanna. macigno e porto quieto. Fardello terribile è credere di possedere la verità quando tu sei solo casa in affitto. Agnello Vivi con lui secoli e secoli in affanni e vampate pace e bruma e ti pare tutto aver compreso d'avere dentro te in ogni organo quasi trapiantato quando un giorno ne vedi ombra nera che fende e sbarra il passo e le labbra. E' un altro accanto e tanta rabbia toglie ragione. Poi lo guardo e vedo negli occhi agnello ferito ,da sgozzare e raccolgo con le mani un poco di sangue. Chiamalo sonno Ombra sfumata intorno s'odora sonno di fuga tramonto d'alfabeto illusioni ingabbiate da un ragno piccino che tesse e chiude in secca. Cresce talora un buco dentro il petto di picchio che lancina per entrare ma la fonte delle idee pare asciutta. Quella farfalla viola là sul muretto vola e rivola e compie mille giri: lasciala poggiare sul tuo capo. Mi piacerebbe un riparo Come mi piacerebbe talvolta mentre la luce m'inonda e mi sommerge e trovo appigli logori o remoti oppure nuovi e sconosciuti come mi piacerebbe trovare un soffio di riparo un'ansa vuota e fresca che mi abbracci senza toccarmi troppo chè le ferite sono ancora calde d'anima frantumata e il corpo ha bisogno di dormire. Chiunque può restare purchè trovi riposo. (ispirata ad una frase scritta da Cristina nel ringraziare tra i fiori del suo giardino) Iraq Soldati caduti ritornano a casa come oggetti mocassini scamosciati sandali e modellini piastrine e orsacchiotti lego e inutili orologi un mazzo di chiavi stracci di carta con appunti ormai cassati una bandiera ed un bicchiere sbrecciato insieme a pantofole per l'inverno..... Questo rimane di un viaggio di sola andata cocci di casa e brandelli di quella terra di conflitto. Cose che parlano a bambini , mogli , madri, fratelli di chi , ragazzo, senza scegliere s'è ritrovato copro impazzito e forse quel ninnolo incartato verrà coperto di lacrime oppure lasciato in un angolo per il troppo dolore. Alexand, .Eric, Carlos sono solo nomi tracciati su una lapide a cui sempre si aggiungeranno altri e poi altri e altri ancora gettati contro un'inutile morte come cachi che si spiaccicano contro il muro. (ispirato all'articolo "oggetti smarriti su "Donna"2008) Barca Cambia il senso e si rivolta dentro litiga e si camuffa ma poi s'arrende. Barca sinonimo di uomo libero in viaggio scoperta di recessi vela spiegata all'immaginario richiamo all'ignoto volto assolato eroicamente rivolto ai marosi o banalmente gondola per l'amore o panfilo per ricchi : ritorna nella mente la galea ora e tutto il resto tace. Barca è sinonimo di lutto. A volte le lettere A volte le lettere s'ingarbugliano poi si attaccano strette strette in sillabe in parole mosse e cambaino , si snodano e scappano come da cruna d'ago filo di seta e allora l'ago diventa pino alto e il filo tappeto opale di petali e foglie e la mia mano vetta di monte mentre le unghie conchiglie e braccia fronde gambe radici profonde guancia morbida collina vagina antro ombroso seni sinuosi golfi e ventre tirata membrana che tiene , avvolge, carezza tutto l'universo. Sonno e sassi Ai migliori manca la passione quella che arrossa gote, ai peggiori abbonda la fredda convinzione quella che ghiaccia lo sguardo e fredda ogni pensiero. Bucato Nei vicoli panni stesi sono vetrina di fatica e vecchiaia tra tute unte e mutandoni lisi coperte consunte e stracci. Nel quartiere"alto" l'occhio non vede ombra di lenzuola: è la centrifuga-asciugatrice che tutto fa per non creare contaminazioni. E pensare che l'odore che si sente sulle terrazze al porto di Genova è speciale mistura di sapone,sale,pesce e un tocco di fritto che sono pane antico per le nari. Malattia Corrono e di botto frenano anche se i ragazzini battono il naso a volte accostano altre impennano e a mezza strada con occhi rossi e sguardo di faina guatano la preda senza decoro senza fingere un guasto o un malore e non importa se sull'asfalto un corpo si sbriciola muto o sangue a grumi di ruggine invade lo sguardo. Si fermano e osservano avidi in commenti,catturati dallo schermo.... fumando o sgranocchiando forse per tenersi caldo, chè un pizzico di ghiaccio sale? Eppure vengono anche da lontano. Giardino Abbiamo insieme fatto fiorire un bel giardino di rose benchè il tempo ci abbia dato scosse il vento abbia divelto radici la terra arsa si sia chiusa il cielo non più azzurro abbia coperto colori anche se le spine sanguinano ancora e i petali rossi sono spremuti da avide mani di ghiaccio sebbene terremoti abbiano tracimato pietre vediamo ancora oceani di regine. Non c'è Non c'è la luna stasera allora l'appendo enorme cerchio di cartone bianco e mi pare ventre pieno di madre ove m'immego . Ma.. Le tracce dietro di me sono sparite le luci delle case sono spente i sogni sono in gabbia: procedo a tentoni Chiedere Chiedere costa e pesa sulle grucce. Ti chiedo di lasciarmi prendere la luna per farmi un guanciale gonfio e morbido e di poggiare con me ogni tanto il capo e perdere di vista piombo e legno di porte e finestre sorbire a gocce incantamento farsi abitare di nuove voci iridescenti profumi e suoni sibilo di navi palpitare di mare fruscio d'acanto ed erba nelle corti. Ti chiedo e pesa sulle grucce. Accidente Arriva davanti ad una tavola imbandita passa sui cibi e sui profumi sorvola rumori di forchette e poi svolazza su gel indurito sfiora abiti pronti per la scuola si posa sul tuo occhio assonnato e vola via scivola come goccia su vetro: la morte sullo schermo già non ci riguarda più. Amaranto Oggi coloro tutto d'amaranto e ti guardo chè non si sciolga. Mi sembrava Mi sembrava d'esser pronta agli assalti d'ira digrignata di chi teme il confronto ero certa d'aver muscoli tesi e dolci pupille a volgari bocche divaricate al vento le sinapsi provate a sterili o puerili vezzi e ricami: non ero pronta,mia cara a perdere le tue mani nodose e forti tra le mie sottili e atone. Per una amica che non c'è più . Perso. Ad angolo di strada bambino accucciato sorbisce cicche e guarda di sottecchi mentre una mano spinge nella sua una bustina e lo sguardo diventa di vecchio rapace sfuggente di vita. Il corpo minuto fugge in spelonche malate. Sotto vuoto Uomini azzimati in giacca e cravatta e camicia Vuitton distribuiscono equamente in silenzio di vento e voci sacchetti tutti eguali grigio spento(si sa che la miserai è incolore) agli angoli di vicoli fuori porta chè l'olezzo mai arrivi alle vetrine luccicanti a uomini ,donne e bambini in fila composta. Accanto altri signori meno azzimati muniti di mascherine e di pinze adunche e bianche riempiono i sacchetti in raccolta differenziata estraendo sistematicamente dai cassonetti pasta e bucce da un lato cosce di pollo e insalata dall'altro onde per tutti venga rispettata una sana dieta calibrata non manchino proteine o carboidrati giammai vitamine o sali minerali. persino i gusci d'uovo ripuliti e ben tritati forniscono soccorso alla calura estiva! Ecco la giusta maniera di rispondere ai ventri vuoti che ,maleducati risuonano d' intorno. A due a due Mani nodose tese a tirare visi bruniti storpiati da fatica braccia che portano il peso del mondo occhi lividi e fronti sudate escono dalla terra scendono da scale instabili salgono su impalcature rovistano sabbia e putridume e pian piano camminano a due a due verso di noi e fan domande con lo sguardo liquido d'attesa: senza risposte girano schiene curve di spaventapasseri verso abissi di solitudine. (per tutte le morti bianche inascoltate) Oasi del cervo Dune incappucciate di ginepro guardano acqua linda in trasparenza d'alghe e vuote cattedrali ed orme di cervo corrono tra mirto odoroso e grigio cisto ulivi ,eucalipti e profumo di afrodisiaco zafferano: si sta spogliati da calore secco di vulcano tra faraglioni gemme bianche gettate in mare fino a gustare colline d'ocra e bruno celanti nuraghe perfetti simbolo d'ingegno e sudore ed antichi villaggi solcati da uomini senza tempo presagi dell'oggi nell'incanto del maestrale eterno. Il male oscuro Risveglio opaco che' non è risveglio ma continua notte dentro in buio che mansueto attanaglia strappa desideri e svuota anima scolorita , spinge in labirinto seghettato ove in specchio vedi altro da te e neanche una mano a conca d'acqua frizzante riesce a svegliarti. (Dedicata a tutti coloro che sono preda di depressione, malattia del secolo.) Anemone di mare (dedicata ad un'amica cara) Ieri nasturzio oggi anemone di mare domani giaggiolo per il suono oltre il profumo: il naturzio evoca complessità di vita e il giaggiolo ballo lento mentre l'anemone s'apre in suono alto pian piano decollante sulla M pastosa labiale poggiata su aghi di pino sulla rena. Siamo come le lucciole Sull'Aurelia al tramonto c'è sempre una ragazza anzi una bambina piccina quasi nuda e infreddolita che a Natale vicino al fuoco mostra occhi infossati labbra arse ,mani minute crisalide in attesa di vita e di casa e arrivano a frotte macchinoni e clacson all'impazzata in cerca di carne fresca da macello mentre in villa a Portofino vetta la famiglia fa festa con Dom Perignon. Finestra Verso sera compagna di cammino la notte amica di sogni all'alba fresco godimento di colori Perdita Abbiamo di nuovo dimenticato l'alba l'abbiamo lasciata tra fossi e dirupi a cavalcarci di striscio rosa pallido in muta l'abbiamo persa due volte e l'abito di sangallo a fiori leggeri di piuma è appeso alle foglie del tiglio mosso da brezza e aspetta. Lamento Dinnanzi ho il mare ma ne sento solo lamento d'infanzia rubata e tana di orfani ebbri voragine muta di labbra serrate cimitero di voci e di nebbia groviglio di fame e sale di lacrime e non vedo laggiù il mio faro. Addosso Ho provato a cucirmi addosso con fil di ferro e chiodi pene e soprusi d'animo e di cose ma ferite purulente vermi e siero m'hanno fatto ammalare e la corteccia forte alta e possente s'è marcita d'odori nauseabondi allora ho strappato fili e chiodi ch'eran diventati corazza e con nuovo legno leggero senza remi mi sono avventurata in nuovo mare. Luce S'è spenta una luce e con le mani provo a ridarle lampo. San Fruttuoso Baia a corolla intrisa di storia. Mohamed Prova orale a giorni scrivania sommersa d'appunti e libri fogli scribacchiati testa nera china in affastellarsi di date numeri commisti a pensieri e nuvole e l'atlante dinnanzi e la sua terra regina di storia l'Egitto i cui confini sono segnati in rosso e giallo colori di terra e sole soccorso d'acqua di fonte nel suo difficile cammino. Somaro Che caos se mi passano dinnanzi troppo e z o h le mescolo e non trovo soluzione se non correre nel vento e poi i numeri e + e - camminano e scappano rovesciati li ripesco sul prato di quadrifogli e diventano fiori e raganelle e quel disegno strano di "cubo"come la mia casetta sopra il ciliegio va divisa,aperta,chiusa, ed allora cadrebbe ed io? Dove potrei parlare con il picchio? Dice il maestro che sono un somaro ma non sento come gli asini il peso mi sento leggero e spesso so volare. Ispirata al libro di Danile Pennac"Diario di scuola" Piccoli granelli di non poesia Non sono Gandhi nè Mandela sono donna qualunque ma non qualunquista e allora... provare a sorridere sul tram al chiasso di sole di bambini provare a non sbuffare dentro in avara ipocrisia se devi dare il passo a carozzine senza volto e lasciar plasticume sorbendo acqua che scorre per noi fortunati e smorzare luci per guardar le stelle finalmente nel buio loro amico e sopportare il vicino che chiede per favore d'attenuare il volume e e cazziare chi lorda strade e parchi e chi finge raccolta differenziata ,richiedere la ricevuta e darla anche ad amici degli amici,non rendere di fuoco il telefono e la gola se tua figlia ha un concorso da dare e se commetti un errore paga senza cercare intorno strani testimoni , se il tuo ragazzo non ha voglia di studiare non donargli alla prima sufficienza il motorino ,e se ti trovi accanto a chi poco ti somiglia non staccare di colpo il tuo corpo dallo schienale e se i tuoi vecchi ripetono e ripetono prova a guardare quei volti senza tempo. E se hai freddo scaldati con lui o se hai caldo non cercare il polo se vedi un'ingiustizia senza paura fai ciò che devi a testa alta per dormir la notte, e se ti prende una strana pigrizia pensa che il mondo un poco ogni giorno,lo fai tu. Sono piccoli granelli ,gocce nel mare ma se ognuno .....forse...... Sbarbato Era la solita sera come altre di ghiaccio e trasparenze davanti alla tavola lui frugava e lei aspettava. Poi come vento che spalanca e scuote è arrivato il primo e poi un altro quasi a ritmo e lei si ripara ma non sente più dolore solo sangue che cola dentro e le scende per le gambe e non s'alza ma aspetta di soffrire: un masso concavo la copre e diventa dura e poi dimentica come sasso sulla spiaggia al mattino. S'assopisce animale in gabbia sulla sedia e all'alba come sempre si tocca e non si sente: lui esce dal bagno già sbarbato. Credimi Credimi è nelle parole non pronunciate è in quella risata a denti stretti è nella mano serrata sono i tocchi rimasti dentro sono le muffe sugli addii e il risciacquo della bocca e la pelle sempre tesa con le unghie rifatte sono le rughe coperte di ceralacca viola sono i peli divelti e la varechina sui tramonti che hanno arrugginito il senso delle cose. Aspetta.. Ecco che la sirenetta libera il drago buono incatenato dal principe in fondo alla grotta. Che piacere,la notte. Che piacere,la notte quando tutto si spegne all'aperto adagiata assaporare suoni a pelo d'acqua immaginando tutto un cantare e fermare la pendola del tempo con lo sguardo. Non disturbarmi Non disturbarmi chè sto cercando poesia sto cercandola nelle città mendicanti e pazze,tra macerie e cannoni ,sto scavando tra corpi monchi e ciotole spezzate vedo una carrozzina azzurra là dentro una casa aperta al cielo cerco versi tra gli innamorati del mattino che passeggiano appesi a mano ed occhi e rimesto nella mia città prigione chiusa ,barricata ove la luna pare ormai sparita e provo a disegnare pensieri tra quei ragazzi che soli tra tanti cercano un senso e la trovo.. forse un'ispirazione nell'inquietudine di riso spento in cui appare luce di bambino che corre tra copertoni e fiordalisi in fiore. Spruzza odori il gelsomino a iosa La sera spruzza odori spruzza sapori e vaghezze il gelsomino sulla mia faccia piatta di pensieri sul petto gonfio di desideri sulle caviglie sottili e azzurrine e poggia fiori a caso sulle gote mai paghe di carezze e l'intrecciarsi del suo fogliame m'avvita tutta dentro in sfarfallio e ospite mi sento quando fa buio ospite del suo corpo accogliente. Spruzzami ancora a iosa odori e profumi,gelsomino. Forse Forse ,amico vieni da me a cercare a cercare il succo rosso sangue dell'arancio o quello del melograno aperto come bocca in fiore o quella stilla dal sapore divino sgorgata da pesca giallo oro , vorresti succhiare come dal mio seno latte appena munto acqua fanciulla di rio spremuta spessa di cedro gigante. Ma io sono nido vuoto. Non parlarmi Non parlarmi più di favole non raccontarmi più storie nè fiabe ma spiegami con semplici parole senza girarle e raggirarle parlami come se fossi bambina che deve imparare l'alfabeto non arrenderti subito nè scuoter la testa se al volo non comprendo fai il bravo maestro chè anche gli asini pian piano possono diventar cervelli , usa tutti i mezzi che hai oltre la parola,il tuo copro, il canto e i paragoni segui il mio sguardo mentre parli e mimi sorridi qualche volta nelle pause e dammi speranza. Spiegami con semplici parole perchè muoiono a milioni come mosche là sul mappamondo illuminato e tu regali al tuo bambino ancora prato verde pulito e intonso il cellulare d'ultima maniera che' l'altro era proprio da buttare. Ombra Sono arrivata al punto o alla virgola ,non so sono arrivata dove libri e parole alfabeto e note diventano lacrime e poi pian piano statue di marmo terso e morbido. Sono arrivata là dove tutto è ombra e il cielo si scolora e anche l'anima con lui. Sono arrivata dove nostalgia e sogni appaiono lontani e più non li tocco con le mani nè li abbraccio con gli occhi. Sono arrivata e non giro il busto indietro nè lo spingo avanti. Ferma e sola sono ancorata a terra e vorrei finalmente essere gazza o pettirosso che strappi catene e scuotendo le piume spicchi il suo volo. Ti racconto una storia Ti racconto una storia mi diceva con tono fermo e scioglieva parole e suoni e mossa della mano mescolando draghi e fate elfi in boschi montani e giganti poi d'improvviso sfogliava libri e odori e mi leggeva versi che non capivo me li buttava sulla coperta quella smilza che tenevo come bambola di pezza e io li afferravo solo con gli occhi e un poco ne mangiavo e deglutivo ed ogni sera per anni ed ora mi ritornano a mente ,li sfoglio e li rigetto dolcemente anch'io su chi ha tanti vuoti da riempire. Insonnia Scoprire e poi come gatta che copre i suoi bisogni ricoprire di strati di buio un pensiero una mossa una parola uno sguardo che nulla hanno d'immune dal portare pena. Chi sono io Chi sono io per dirmi d'esser arrivata e di aver raggiunto l'orto trascinando spalle ormai grondanti? Chi sono per poter già specchio d'altri di me osservare e gustare? Sono torretta un poco sghemba di mattoni sbrecciati ancor salda oppure puzzle intricato d'emozioni in spirito sempre più tentato? Epitaffio Vorrei sopravviverti solo per poter scrivere in versi il tuo epitaffio chè terra in cui giaci conosca di te e conservi memoria chè il famelico tempo non passi divorandoti ma rimanga e respiri ricordo di te anche in volti non nati in volti sconosciuti nasca maraviglia e stupore per chi ha vissuto per amore. Fao Sfilata di moda? No,passerella di individui che parlano di sè a se stessi. Intanto dall'altra parte del globo si morde la paglia. Che cos'è? Ma che cosa è quella mela passita ieri dura e polposa e quel torrente secco un po' acquitrino fetido dove infanti schizzavano in pozze di cielo? E quel firmamento spento senza stelle nè luna amica un tempo di viandanti persi? Che cosa è quella cosa grigia almeno pare senza fogliame un tempo riparo d'amanti sotto il suo profumo? E la palla del sole è in cenere opaca. E quella schiena curva rancida di vita allora eretta e fiera? Così oggi anima inquieta leggo il mondo. Ridi ancora Ridi ancora del solletico alla nuca sorridi sempre di tenero abbraccio sei terra umida in cui trovare quiete hai viso allungato di rughe e fresco come neonato sembri collina morbida e vulcano ardente ora cencio di sangue ieri voce di primavera dilaniato all'alba e gatto sornione alla sera. Ci saranno ancora quei giorni... Dimenticata Lascia la sua piccola in macchina e la ritrova morente: è madre snaturata? Oppure è madre confusa,disidratata da richieste e ruoli sola e gonfia di prestazioni, madre che non sa essere madre magari perchè non l'ha imparato. E' madre di pena . Hai mai provato? Hai mai provato a guardare gli occhi di bambini certi occhi sgranati o senza sguardo troppo hanno visto e stipato come carta di giornale inzuppata di pioggia pesante da allontanare. Hai mai provato a inventare una storia che vada oltre il dolore una storia d'amore? Io non ci riesco e mi brucia il cuore. Oggi Oggi marciano sotto un sole malato in fila come soldatini proponimenti "nobili" illustri monsignori azzimati e voraci che si scontrano dentro la mia testa pallidi pescecani tra cespugli di ombre e confusione. Domani con un birillo e qualche biglia cadranno e a mente libera e cassata farò come quando leonina mi muovevo in avanti facendo tintinnare quei seni cibo orgoglioso di nuove vite. Lasso Esiste un lasso quasi uno schioccar di dita ,un battito di ciglia in cui la mente libera da pensieri logori umidi per troppo pianto ,sbrecciati muri affastellati intorno masticati da denti radi ed aguzzi esiste un lasso di tempo in cui.... è già passato. Camogli E' serata d'energia frizzante là dove un pino di mare padrone secolare svetta verso nubi di languido rosa: ecco sangue mescolarsi a linfa ossa al mare carne alla terra. Jari A Maggio in soffio di brezza estiva Jari era bambino e giocava tra nuvole e conchiglie poi vide sull'altra sponda la morte divorare ogni cosa in bocca spalancata. A Giugno Jari era uomo e portava in spalla un fucile. Ti passo sopra Ti passo sopra mentre dormi : nè labbra calde e morbide nè sudori saporiti d'amplesso neppure risate inondanti valgono quello sguardo. Navigare Si procede lentamente ci s'arresta a guardare s'allenta la presa s'attende l'alba come se ci si fosse imbarcati millenni addietro e la meta fosse ancora troppo lontana. Sono straniera Sono straniera estranea all'altro accanto che teme nel diverso il nemico che macina fucine d'odio paventando guardarsi dentro senza versare almeno un minuscolo sprazzo di speranza un piccolo acconto d'amore. Forse sarà la solitudine dell'anima che gela la pelle il cuore e le mani? Rogo Ogni rogo riporta cenere di libri ,di idee di streghe e martiri ieri come oggi non posso guardare occhi di bambini eguali a quelli dei miei nipoti non barbari di sguardo ma in attesa quasi evanescente di lacrime che urlino dal cielo. Specchio Arrivata al limite della discesa vedo case azzurre,gialle,verdi e salgo sulla scena raccolgo intorno pastelli di colori e cielo di luce trafitta e mi ci specchio. L'appena detto Talora l'appena detto si specchia nell'intesa dell'accenno del capo o d'impercettibile riso o di spalla d'alito sollevata in assenso altro più non chiede ed il nido di storie è costruito Dove porta Dove ci porta me e il mio equipaggio il cocchio delle fate o quella zucca gialla panciuta e bellicosa dove quell'arca un poco traballante o la scia di cometa fusa nel futuro o la corrente rapida di torrente giovane? Ignari siamo dove il lungo eterno viaggio ci porti, avvertiamo frontiera e poi un'altra, perdita, acquisto, cambiamento l'oscuro e il bianco moto e quiete ma imperscrutabile è la fine perchè non ne conosciamo l'inizio. Come fossero Come fossero calze appese a filo alto ad asciugare elenchi tutte le possibili evenienze nefaste che t'aspetta il domani certa che così non accadranno e sei nel giusto ,quelle no ma altre inimmaginate sorgeranno e allora altre calze appenderai ed altre ancora quasi in gioco disperato con il fato. Tre angeli Tre angeli stanno al mio desco fatto di miele ,mente e melissa ,sono figure di sembiante mobile ,cangiante ad ogni mio sospiro ,sono carezza per il mio dolore,risata corallina per scaldare ,pungolo cocente per scemar abulici attimi distesi su carbone e mota. Sono l'amore confortante, talamo morbidi ove io riposi. Mi dan la caccia Quando mi dan la caccia pensieri ,ossessioni e paure che non sembrano miei ma venuti a galla gialli da palude nascosta mi sento preda , mi rassetto guardandomi allo specchio e riconosco pian piano sguardo più leggero tratti distesi e bocca socchiusa e divento io cacciatore : scaravento fuori quel male che stringe il petto lo guardo a distanza e lo dò in pasto ai cani. Urgenza C'è urgenza di volgersi all'ieri e di varcar la soglia del domani c'è fretta di passare mascherata dinnanzi all'oggi senza mai vederlo e tirar d'arco con frecce sottili che diritte giungano alla meta sconosciuta ma più rassicurante del giorno su cui poggiano piante quasi in volo. Camminiamo Percorriamo strade in sembiante d'inferi che s'abissano e ci paiono cosparse di zucchero filato. Cotidie Sfiora sovente l'ala di notte senza lumi porge sostegno nella sua finitezza carpisce delicata ogni pensiero e lo porta su palma di mano e l'aspetti ebbra ogni volta chè ti diventa amica. Via Tasso Trascinato già macilento cerca salir le scale con le sue gambe ma ,raccontano,cade e si rassetta il viso con carta di giornale spinto e urlato entra in quella stanza. Lei fuori,col fazzoletto a fiori e le mani in tasca gelate per il freddo e l'amore non guarda,perfora il cancello senza lacrime aspetta e non s'appoggia fiera alla madre ,piccola e mesta accanto. La gente passa e poi quasi corre a testa china e in tremito leggero. Lei attende la sera,la notte e la mattina e poi s'inginocchia e s'addormenta poggiata sul muretto. Non s'è piu'svegliata e lui non è uscito più da quella porta. (Per la famiglia Borlotto di Dogliani in memoria dei suoi,dei nostri morti) Non permettere che disimpari che analfabeta ritorni del mio corpo aiutami a riscoprire tra crepe e anfratti colori in profumo e ridisegna con me su carta stropicciata suono d' oboe delicato strappa pelle fina trasparente fatta di niente e trova con me curve e colline ripercorri in ricordo fiumi e cascate e fai brillare tutto come allora. Credo che.. insieme lo si possa fare. Eppure.. Eppure riesco ancora seppur a mezzo tono e con voce arrochita eppure mentre guardo mandrie che vagano senza un pastore o ghiacciai sciolti mestamente giganti piegati su di sè o foreste rimpicciolite al par di castello di sabbia e visi morsi da sofferenza eppure riesco ancora a cantare .......... Lasciatemelo fare chè ben poco or mi resta. Con abito azzurro pallido Mi trovo in abito azzurro di color acqua raccolta dentro una brocca e guardo dal cancello a mano alzata per riparo guardo il giardino , la casa e la fontana che suona spruzzi impertinenti odore di cenere di bucato steso all'oro rosso e foglie d'acacia umide di viaggi e di speranze e il campo di papaveri dietro che infuocava e.. poi esce e si ferma sulla soglia una figura morbida bianca a mani tese che mi rassomiglia e mi tende parole arrotondate ... ed io apro il cancello. Compromessa Mi sono compromessa lo son bene eppur ogni volta ci casco impavida pulzella incosciente mi ci butto vestita e con orpelli in quel mare di parole smesse confessioni svestite e bianche visibili da ogni angolo del mondo cascate di lemmi e suoni ben poco articolati rigurgito d'anima macchiata acino rimasto nell'ugola coppa che ti scivola di mano ed il liquido scorre basso sui piedi e sulla lamiera fredda su cui poggia statua granitica che finge di guardar alto. Mi sono di nuovo compromessa. Piacere Sudaticcia ed arruffata sulla metropolitana con la giacchetta sghemba messa di fiato e la solita gonna lunga senza forma che mi è compagna in momenti d'esame o di dolori quando lui,bello ed arrogante, ferma lo sguardo su capelli sciapi ed occhi stanchi e quasi mi par d'esser solo per un attimo un gelato da assaporare....e ne gioisco come ragazzina. Porto franco Esiste accucciata in un angolo ma vicina amica e complice una bolla d'aria nel mio corpo a volte leggera e spesso turgida di desideri e sogni in vagheggiare di pensieri senza margini liberi ,cuciti di speranze con timori ma in ampia e precipite fiumana che raggiunge gola,lingua e bocca senza suono come leggero stormir di bosco al meriggio. Down Se cade il vento se cadono i puntelli se si rompono gli argini se anche il sole inabissando cade e se le stelle s'ammutano e la luna deposita brillore e buio già si sente anzi tempo allora s'attende quieti la bonaccia. Formicaio Bimbetto gioca a rincorrer operose formiche poi preso da smania dà fuoco al formicaio scappando poi quasi impaurito della sua tortura . Oggi non bambino che soffoca di fumo e fango il nostro formicaio nè formica gigante vindice di nostre malefatte ma siamo noi meschini che ci diamo fuoco da soli? Pausa Quella vecchia foto mio caro,rappresenta me con te in braccio tuo padre e tua sorella fermati come fossimo tutti appena nati in quel momento magico come la natività di Bellini poggiati su erba estiva con sfondo di piccola pieve romanica e colline morbide. Abbiamo cominciato a costruirci un mondo nuovo di mattoni di cielo e nuvole con vivido gioco di squadra . Diventò sempre più grande, verde e spazioso tanto da sembrare senza confini. Ora la mia cazzuola ha preso una pausa. Cielo muto In notte senza stelle ridenti le immagini e le disegni e poi sali sul carro e cacci con Orione percorri la via Lattea e poi cancelli e le ridipingi poi provi a contarle nella mente e t'accorgi che cerchi qualcosa che qui ancora non trovi. Odi et amo Amore spesso intrecciato è a dolore acuto come luce ad ombra male a bene diavolo ad acqua santa e bianco innamorato del suo nero desiderio a rapina d'anima dono di gioie poi subito rubate perversione e purezza limpida cascata e poi acqua calma ebbrezza di stordimento a noia abissale insicurezza e muri di mattoni polo negativo e positivo e loro amore immaginario e ragione gelosia ed altruismo libertà e bisogno di possedere e....... tutta questa compresenza dentro concentrata fa scorrere sempre più linfa in rivoli gonfi abbracciati dentro noi. Laura Aveva una risata irresistibile contagiosa a chi mesto di lato guardava la neve e portava scia candida un po' spietata intorno e fugava sterili brume ma ,a volte,se l'osservavi ruga presaga increspava la fronte e ,quando s'accorgeva, lesta tirava via quel grigiore e fascino di riso ricomponeva il tutto. Alla mia amica Laura. Quando mi sento Quando mi sento di esser naufraga in balia d'onde e tumulti allora immagino d'esser mare che accoglie naufraghi e li porta in alto. Ero Ero oggi poggiata accanto a due ragazzi abbracciati in intreccio e persi al mondo ,all'universo brillavano specchio uno nell'altro come appena nati da ebano e miele e mi sono sempre più avvicinata quasi a sfiorarli in disegno potente di vita. La luna nel pozzo. La trovi ,se la cerchi tra sassi di dirupo la chiami e risponde nelle stelle sul monte la vedi se guardi tra Cassiopea ed Orione l'afferri con le mani nel mazzo di tulipani la vivi nel cuore se tieni per mano chi ti è germano e diventi luna se goccioli fiele e sangue che sgorgano lacrime lì nel pozzo. A te Parlo a te che lavori la terra arida e secca del Salento o a te ragazza che rispondi senza voce a telefono assurdo o dico a te piccolo che aspetti e aspetti davanti all'asilo oppure a te madre che osservi il tuo uomo bambino e già lo temi e poi a te nonno con occhi senza pupille o anche a te ragazza piena di speranze d'amore o a te piccola creola con le mani a conca ed anche a te poeta e a voi tutti di paese infinito andiamo insieme a forti passi a dire che questa terra ci appartiene ed apriamo finestre e porte e portoni per far entrare nuova aria e nuovo canto. Madri Le vedo là ritte come stendardi un solo corpo e un solo volto squarciati nel dolore petti immobili alti contro il vento polvere del tempo s'ergono a dominare valli ,pianure e monti ed il loro urlo copre di fuoco l'oceano le lacrime sgorgano in unico fiume che sfocia caldo in mare i loro abiti in lutto volano e s'attorcigliano in forte corda d'amore vilipeso ma saldo i cuori insonni ancor bagnati di nebbia seppur trafitti agitano nobili pensieri mai dimentichi. (per tutte le madri"orfane"di guerre) Disperazione Sulla collina tuo marito lavorava chino a sradicar gli arbusti da terra nemica alle prime luci dell'alba quando nuvole nere rovesciaron acqua e grandine scendeva a mitraglia e l'acqua presaga di tribolazioni riempiva assassina canali fiumi e pozzi e scoppiava da tubi e da fori senza mai rallentare il passo e si sentivano mesti i bambini non più respirare e tu devastata e di nuovo gravida chiudesti le finestre con giornali e stracci gonfia di pianto e pelle ben tirata in nocche diafane e al suo rientro gli strozzasti via tutta la disperazione. Mazzo di carte Scorre film di teste e colori di passi e di rumori quando al crepuscolo talvolta m'affaccio a guardar basso dal mio abbaino vite e pensieri partenze,addii e ritorni e quando cala la sera pare trascorso un millennio ed esser io tra loro mescolata in un mazzo di carte. Piovono Piovono come gocce leggere minuti ed ore e giorni ed anni.. ti vestono di nuova forma e tu aspetti aspetti di ritrovar la tua. Sveglia Non voglio proprio ora smarrirmi tra le stelle nè poggiarmi rapita dai raggi del sole non voglio anelare all'argenteo manto di sere miti nè farmi carezzare addormentata da fili bisbiglianti nè esser baco parassita voglio sterrarmi da vaneggiamenti voglio esser sveglia vigile di testa guardando sempre e comunque avanti senza perder contatti con il camminamento futuro costruito anche con il mio fegato,pancia e immenso cuore. Quei mari che ritornano Sono proprio mari quelli che ritornano t'avvolgono in onde calpestate da sassi e poi ti scaraventano in abissi d'amaranto cupo e ti risollevano strappandoti braccia e capelli e dondoli spossata tra cavallucci ed alghe e t'afferri le mani per sentire se sei tu e poi flutti t'afferrano e danzi in abito di seta e nelle pause respiri acqua e profumo e sgrani pupille diventate fiordi e muschio. Sono mari che sempre più ritornano. Passato Ci segue tutto intero sempre è accanto chino e piegato sul presente tutto il vissuto amato e pensato sta seduto dinnanzi alla porta della nostra coscienza e se si prova a ricacciare indietro un ricordo non "necessario" arriva poi di contrabbando qualcosa già di prenatale e questa condizione perenne in noi che sopravvive non ci darà momento eguale ma sempre nuovo ed irreversibile. Tempo interiore d'intuizione incessante è forse il vivere? Gioia Secca secca con ossa a fior di pelle, nera di sole arso d'Oristano la vedo tuffarsi a pesce in mare come ad infilarsi un vestito già usato e viver come suo da sempre liquido primordiale e poi spruzzi a volute di gioco che schizzano d'intorno ma all'improvviso senza palpabile ragione rabbuiarsi in volto e le fossette divenir spelonche ma un riccio è richiamo per scappare sull'arena fina e tra gli scogli puntuti eccitata da brama animata di farne suo il profumo e la mangio con gli occhi quando muove incontro e finge ancor luna di traverso ma già l'occhio rivela lampi di risata: m'abbraccia così forte che sento sulla pelle ancor i segni. Sempre s'è spinta oltre a ricercare mistero delle cose. Ora donna mi dice"Non sono, mamma,grilli quelli che sento mentre faccio conti,bilanci o parlo al pc sono sinapsi funzionanti che fan volare il mio corpo in distacco da stanza muta per tornar libera in gioia a vibrare ebbra di mare e di umide stelle. Entra con me ad ingoiar la vita!". A Cecilia,mia figlia ,anima piena. Domani Chi sa se domani ci saranno ancora certe brezze che volano capelli e dolci canti in profumo se la memoria vivrà ancora di nuvole assortite o tristi notti e se tutto opaco comparirà il riquadro o se esilio di terra toglierà la pace o gioie nuove inonderanno terre ma che passi e perpetui un poco nei geni di figli nipoti e poi..... l'eco sfrangiato ma sublime di qualche sillaba o anche sol di suono dell'amore trasmesso senza veli. Ho sognato Ero stesa su lenzuola sfatte e a me accanto due figure sfumate che assorbivano frementi in pallore sangue e sangue dalle mie vene ed altro veniva a me passato e rosso vino da macchinari ed ampolle. La paura ,al risveglio è che le riserve sian ormai prosciugate. Abitatrice d'arbusti La vidi un mattino di sole terso su di una spiaggia levantina in Giugno portava un pareo verde di sottile ordito e scalza guardava il mare senza mai voltarsi indietro capo un po'inclinato e mani a carpire le onde e con i piedi intrecciava voli e movimenti lenti mentre lievi si sfioravano le gambe ed il petto adorno si muoveva al suo canto delicato e sommesso quasi un gorgoglio di fonte e poi si girò ed aveva in fronte luce ambrata di chi conosce boschi e maree e pare esser padrona del suo corpo e della sabbia pulita del mattino. Ispirata ad un personaggio di "Ginnastica e rivoluzione" di Vincenzo Latronico. Non so se Non so se riesco in versi a spiegare quanto ami la terra che calpesto che sia deserto primordiale oppure landa nordica di gelo ogni luogo m'afferra e mi carpisce e vorrei rimanesse tale,come una fotografia nella mia testa e soffro a volte in pianto quando ritorno e non ritrovo mi perdo ,chiedo aiuto e mi domando come una scatola viola di garage possa violare un paesaggio che dà gioia al mondo. Mi hanno Mi hanno insegnato a lasciare il posto a tavola imbandita a chi più di me era affamato. Mi hanno insegnato a gustare il bello in abbraccio d'amore in dolore di madre davanti a Goya o ai girasoli scoperti tra le pagine e le note in sussurro di stelle tra le mimose ancor fiorite in mare aperto o tra le rocce. Mi hanno insegnato a portare in dignità valige e sudore senza troppo passare all'altro del mio dolore a godere in profondo di gioie sopraffine spesso celestiali. Mi hanno insegnato a sorridere al nuovo senza sospetto o timore e a carezzare la bellezza di tutti e tutto mai torcendo mano. Ora questo bagaglio grande e puro saprà sorreggermi mentre cavalco onde senza riuscire a veder danzare l'orizzonte? Mi darebbe sollievo Mi piacerebbe essere una soglia per me allor quando abbisogno di passare il confine e lasciare terra che a volte m'è straniera e maldestra farmi entrare in tanti e tanti cuori. Cacao Kakawa azteca acqua amara primitiva bevanda dal suono di cucchiaio sbattutto nel recipiente per far schiuma semi d'alberello tropicale di pasta bruna come il color della sua terra fulva venata di rosso sangue polvere biblica in richiamo di talco sottile pianta arcaica che alligna all'ombra e Amado la racconta in liriche suonate sapore aromatico tra i piu' sensuali e goduriosi coltivato in piantagioni tagliando le cabosse col machete fermentato , essiccato e poi ..le fave vengono chiuse in grossi sacchi e i nativi non lo vedono più: chi gode del piacere del cacao sta lontano da dove nasce e dalla fava al gianduiotto passa impietoso cammino. Quell'appagamento dell'indulgere in bocca a squagliarlo sul palato non esiste a Tobago o nel Mali. Noi ce le siamo inventate le tecniche e le forme e i retrogusti al peperoncino: chi coltiva caffè e cacao nulla trova d'emozionante ma simbolo della loro povertà di bambini venduti per pochi dollari sfuttatti ,piccoli schiavi neri da altri neri più ricchi... e noi in esotica baldanza ne gustiamo la musica soave. L'accappatoio azzurro Non conosco il luogo ma mi è amico nè so quali fattezze abbia la dimora nè in quale stanza: vedo pareti color corallo appena appena lisce e nell'angolo a destra accanto alla finestra quella piccola che guarda sul mare c'è appeso un accappatoio azzurro senza macchie nè segni del tempo che aspetta che lo indossi. Anche "Anche questo tramonto lo porti addosso benissimo" mi disse un giorno e così ebbe inizio un nuovo racconto. Ghirlanda Vorrei intrecciassi una ghirlanda fatta di rovi e giunchiglie boati e brezza anemoni e paure sorriso e sciabole sottili sangue ed acqua di fonte e la mettessi delicatamente sul mio capo chino chè è l'ora di sollevarlo lesto in cammino. Se Se in memoria nulla si cancella di ciò che passò in meraviglia e dolore come tronco intagliato che cresce in alto con le sue ferite perchè muto e oscurato diventa ricordo di passati orrori ed abusi? Se non si perde il cielo nel cammino se intimo rintocco rimane appeso ai pomelli del cuore se continua a tessere antiche strame la storia nelle tue vene perchè ce ne disfiamo come plastica di bottiglia alla prima prova? Siamo lì con le braccia appese dietro le spalle come volessimo nascondere testimoni lunghi di secoli . Forse Forse il sole morirà forse la terra resisterà ancora o altri mondi s'apriranno a vita differente: esser alieni nel nostro pianeta che senso ha? Mio ragazzo O mio ragazzo che stavi chino sul banco e spesso dormivi e non toglievi mai la maglietta arancio quella sbiadita anche nell'ora di ginnastica e dicevi di sbieco che sentivi sempre freddo d' ossa ma un giorno non venisti a scuola e un giono ed un altro ancora e arrivarono gendarmi alla tua baracca dove catasta di gente alla rinfusa giaceva senza volto e tu non c'eri. Ti trovammo il mattino rannicchiato davanti alla scuola insanguinato e come uccellino senza nido e senza canto trovasti mani amiche per curarti ferite antiche . Ora sei uomo e ti guardo e mi pare ragazzo mio di scorgere nelle tue carezze un sentimento quasi extra umano oltre ogni amore in calice divino. ( A Carlo e alla gente che lo ha amato) Facciata di palazzo Se per caso osservi finestre come orbite appaiono al tramonto e se scavi e scavi ci vedi un mondo che opera ,che pensa violento o vile amoroso e in gioco indifferente o vuoto illuso ,perdente attento ,sopito lontano,vicino in fremito d'amore timoroso del poi in ansie ,in dolore a fare, a dire a perdere e a lenire a creder di vincere assonnato e stanco, vitale o pigro morente in preghiera e tu sei lì con tutti e in tutti perchè parte del coro. Dormire Mentre le membra già sentivo in sonno scorrevano sul muro profumi dentro le narici la camomilla alla mentuccia prima degli esami la naftalina pungente per indumenti di lana che indossata quasi inebriava i sensi quella stoffa a quadri bianchi e neri della prima minigonna ultima moda odore un pò stantio ma mistico di libri vecchi senza copertina gusto sul palato d'agnolotti fatti in casa che mi portavo per giorni e giorni sul cappotto e poi il "Vov" sulla mensola di cucina a farsi più dolce e gradevole sprigionava ebrezza anche la notte. Io mi sento ancora nelle vene oggi più di ieri quella ragazza che vive come zattera dentro i miei pensieri. (a colei che mi ha accudito senza essere madre ed è stata la mia zattera) Senza timone S'ergono dapprima ritti sulla chiglia bruna e guardano lontano poi s'appoggiano stanchi all'imbrunire di giorni senza vento su legni fradici e nei volti scuri allignano domande e timori ; come arriveremo,dove per quanto.. e paiono uomini in fuga d'orizzonte. La mia valigia. La valigia rossa di pelle spessa vorrei portarmi dietro quando esco è leggera e mi fa proceder alta ma leggiadra nel passo di sguardi molli in sinuosa via, qualche volta inciampo ma per vezzo e poi un po' sudata poggio omeri al vento. Dentro son conservati in segreto quei giorni inutili vani e senza scopo ma così colmi di me da impazzire. La mia musa Tutto ebbe origine da bisogno impellente d'esprimere l'acanto rigoglioso là in giardino il passaggio del vento tra gli aghi di rosmarino lo scintillio pungente delle mattine di Marzo il canto della lucciola rincorsa tre i peschi il sentiero rosato lasciato dai petali rosa arnacio pallido l'orlo purpureo dei ciclami sulla bordura e quadrifogli che bucano le pareti del mio capanno e l'avanzare della notte sul mare in basso quasi richiesta o preghiera di flutti d'andar con loro a fare capriole e sentire gli spruzzi sulla pelle come carezze a te e sol per te. Ecco il mio bisogno non ancora appagato di perdermi assorta in un canto dolce e pietoso che tutto monda. Le mani Non contare le fatiche i pesi che paiono più grevi le punte che mordono la pelle nè i metri di nera terra da arare se puoi al risveglio vedere albe e la sera aspettare tramonti non contare più le fatiche chè le mani non potranno esser stanche tra zolle ove semini speranza. Anima mia Anima mia lo so che non comprendi spesso sorvoli in rade nuvole vaganti fuggi occhi e bocca in timore di risposte distanti e assetato passi altrove corpo e mente. Anima mia, non fuggire ancora ombra fluttuante sopra le mie spine spingi con unghie e denti e muscoli ancor forti apri con slancio battenti accostati non rimaner impigliato a vaneggiare cerca con mani là nell'angolo quello più remoto che custodisce passioni ed il gelo attorno saprà dar calore. Randagi sono Randagi sono quei giorni di bruma non troppo fitta che fa intravedere e cerchi un modo di chiamare di chiedere anche di tacere in ascolto di te poi il colombo sul davanzale annusa la colomba e monelli svolazzano allegri ad occhi chiusi il caffè gorgoglia già sul gas ,bruciacchiato e allora metterò zucchero di canna tanto e pastoso e talmente dolce troverò più di un modo. Se guardi Se guardi occhi di bambini vedi tutto d'un colpo latte e zucchero mescolati al sogno una baguette grande come una casa un succo che diventa mare un lego che diventa treno una biglia che guarda Giove e un'anima pura in canto. Conservami ancora quel sognare. Come mi piacerebbe. Come mi piacerebbe, quando poggio mollemente all'alba piedi sul tappeto scendere su terra e acqua e dormirci dentro e sentire sulla carne caldo e freddo e bruno e azzurro e umido profumo e sorriderti ancora. Concessione. M'è dato seppur per breve lasso di tempo e di spazio provare un sentimento che parole ,suoni oppur colori non sanno fotografare un lieve moto d'anima in sussulto che mi permette di raccogliere ed accogliere dentro e fuori immagini infinite nel tempo di gioie e dolori che passan dinnanzi come fiammelle d'intensità trasparente. Le tengo amorevolmente e le curo e i miei modesti affanni piu' non odo. I prigioni Sembrano volere uscire dalla materia per vivere di vita propria colmi d'ira d'esser stati creati a metà tra il nulla ed il tutto bisognosi di finitezza ed ad un tempo di libero corpo aperto al sapore d'aria fina. Questa notte Questa notte nulla mi potrà distogliere neppure terremoto o tempesta nè campanello cupo senza posa nè picchiettio vorace di pioggia o grandine sul mio velux nè schianto di una porta o schiamazzi sotto le finestre neppure la chitarra del vicino che suona melodie d'altri tempi. Questa notte non voglio fare altro che attendere l'alba avvolta in scialle di lana fina color del tempo in attesa del tuo risveglio mentre ti guardo dormire mentre copro il tuo corpo stanco e lo medico da ferite dolorose e m'arresto dinnanzi a frasi mozze ogni volta che il male t'attraversa e t'azzanna all'improvviso e tu vorresti lenirlo con sonno eterno. Ti parlo piano ma non senti e mormoro parole quasi in canto come nenia a piccolo cullato per farti sentire anche solo un attimo il calore di donna che ti nutre di nuova vita . Questa notte sta diventando alba di suoni e colori ma io aspetto un battito che mi dica che sei ancora ancora per un poco qui con me. Tre volte Tre volte ho guardato indietro tre volte ho girato occhi di seta tre volte di troppo forse ma il mio corpo tiepido s'è fatto avvolgere da gocce di passato poggiate da mano delicata sulla scia e sento fragrante in bocca quel ricordo che spesso ancor mi nutre . E quando E quando ti prende quella fregola sei in mezzo alla gente stai chiacchierando oppure tagli rapida carote e ti fermi ,cambi stanza o posto cammini e poi ritorni guardi e non vedi sudi capelli di gorgone e mani senza scampo non tieni fermo nulla del tuo corpo tutto vorrebbe uscire fingi un malore di bianco pallore non è smania insana, ti dici è non sentirsi piu' presente anzi essere altro senza voce non capire parole cercarne altre scorrono pensieri come rondini si mescolano l'ieri,l'oggi e il domani e le figure e i volti paion lontani oppur troppo vicini da toccare e poi ti sfiori e ti pare corpo d'altri e allora ritorni dov'eri e continui ma tagli le cipolle. Flash Apparve in atrio sontuoso con sguardo obliquo che ha dell'ingordigia diffidente come chi sente sfiorar l'anima di patimenti e li scrolla così da spalle alte in un sol gesto. Il suo arrivo non provocò nessun aumento di temperatura. Quadro Se riuscissi a star chiusa dentro il confine dentro la cornice anticata di quel quadro dove si vedono dipinti con amore moglie e figli e padre dinnanzi al desco e dalla finestra si scorgono ulivi ed oleandri se sentissi che quello è il mio posto lì dove sono attesa se non volessi sempre uscire spingendo e ledendo la tela con gomiti e petto e sgusciar via come ladra bambina potrei rimetter tutto tutto a posto. Bambina Sbuca una bambina guardinga dal portone sotto l'arco minuta in abito d'abbraccio di vento fanali neri sgranati a scrutare a cercare l'amico quello di sempre Alfio,il figlio del barbiere allampanato e goffo poggiato contro il muretto di pietra in abiti non suoi. Si prendono per mano saltimbanchi impacciati lanciandosi ogni tanto una mela sbocconcellata in risa e poi s'accucciano sui gradini della pieve antica e parlano e parlano solo a gesti e si comprendono al volo. Scusami Scusami ancora amore mio scusami per non aver raccolto le tue parole in grembo scusami ancora per non aver carezzato quel mattino la tua barba folta di giorni scusami per non averti fatto nicchia calda dentro il mio letto scusami ancora e ancora per non essere come tu vorresti. Francesco,Salvatore ..ed altri ancora... Case fatiscenti mura scrostate in labirinti stretti. S'odono voci d'urlo porte sbattute in pianto e poi due ragazzini correr via con occhi afoni di sorriso e volti da vecchio imberbe in alito di gioco: nessuno li vuole nè li cerca passano di mano in mano pacchi un po' acciaccati depositati lì al centro della via del paese tra altri come loro in infanzia rubata di sguardi d'amore. Camminano insieme ma soli e lontani ognuno percorrendo il suo viaggio senza un alt gridato per dare a quel fiume perso un senso,un argine,una foce. Tutto si conclude in antro buio vuoto di suoni e colori che l'intrappola senza scampo alcuno. Gl'infanti violati per giorni e giorni si guardano lentamente morire. Agli occhi di una madre appaiono piccoli mai nati. Piangeva dentro Piangeva dentro con occhi di foresta al par di fuggiasco senza meta? come chi ha perso e non ritrova? o chi guarda e si sente cieco? No.Lei piangeva in perfetto silenzio di lacrime. Piangeva dentro con occhi di foresta: aveva udito una canzone e l'amore nel suo bosco era tornato a casa. All'improvviso. Quando d'improvviso senza alcun preavviso arriva quella melanconia ti senti i timpani scoppiare. Come datteri Come datteri bruni sono incollate come api al miele come sagome di bimbi ritagliate sono le immagini di voi seppur lontane. Oggi Ho pescato a caso un giorno con mani di farfalla poi ho gettato piano senza rumore nell'aria tiepida sabbia di desideri chè voli ovunque tutto d'intorno. Un giorno Un giorno hai detto quasi a mezza voce con il volto un po' inclinato in avanti "oggi parto a cercar altri lidi, altri mari, altre donne" hai poi guardato a giro con sorriso non più tuo hai girato la schiena un poco curva e a passi strascicati quasi a scusarti non sei più tornato. Hai trovato sì donne e lidi e mari ma il tuo male non t'ha abbandonato: é solo terra nera che ti culla Vorrei Vorrei che mi regalassi un paio di scarpe nuove tessute di luna quando è quasi piena e filo di grano ben maturo con lacci di segale scura. Così potrei salire in cima a quella scala alta là vicino al leccio non so dove mi porta ma sento dal profumo e dalla sua leggiadra forma che arriverò a toccare Sirio la stella che da bimba immaginavo fosse luogo d'incontro dell'amore . Aiutami a salire dolcemente conducimi nei primi spessi gradini e poi lascia la mano chè da sola debbo spingermi a forza spazzando via dagli occhi nubi e uccelli neri e sentirmi libera in pensiero. Quando sarò arrivata ti farò un fischio e se vuoi puoi salire anche tu ma attento che sull'ultimo gradino solo due scarpe possono volare. Che cosa? Che cosa mi lega al pc? Forse esporre al foglio senz'occhi quella parte di me che pare muta coperta di croste e bendaggi che ,per timido riserbo o per vigliaccheria solo lì un poco denudo e copro altalenando provandone liberazione in piacere? Uomo Hanno una loro galassia hanno sguardo tenace verso il tutto ed esposti sognano in dipinto ciò che avvolgono in mano ferma e nella notte amica hanno luce riflessa di lampo negli occhi portata da lontano e gettata in alto da fiato leggiadro. E l'anima s'osserva in trasparenza come cristallo fino: è materia che attende. Di più Mi osservo spesso non mi dimentico non vorrei sorprese guardo minuziosa ogni piccolo cambiamento di sorriso o di sguardo perchè vorrei per prima vedere l'autunno quello vero proprio in faccia. Malattia Testa pesante voglia di nulla vista appannata in rifiuto del sole gambe fluttuanti in sembianza di danza bocca atteggiata a sorriso contratto moto perpetuo delle spalle occhi senza sguardo si posano e poi scappano impauriti nell'ansia di vedere. Ecco tu sei la mia malattia. Freddo In coltre calda morbidamente avvolta non sento sopire freddo d'ossa di risposte inattese. Nel mio corpo algido pendii,fosse e salti percorrono ansando vene scure in lamento: rotaie di treno deragliato carcassa informe su ciglio di un fosso. Vertigo Ogni androne era il nostro ogni panchina in ombra ogni gradino celato ogni viottolo buio tutto divenne solo nostro ogni umore in stilla mangiato,assorbito ,digerito in pasto luculliano. I nostri corpi lassi plasmati in creta incandescente mai in tregua di respiro scivolarono umidi d'ebbra vertigine. Mi sei venuto addosso come un treno in corsa, m'hai sollevata in alto con le tue forti ali a leggere le nuvole m'hai distesa su tappeto di petali amaranto a navigar leggera in mare aperto m'hai portato dentro pioggia e vento unghie e denti m'hai alzato i piedi verso il cielo divinità barbara m'hai fatto gorgogliare parole effervescenti in gola e mi sono persa in ritmo quasi arcano. Ora è rimbalzar di tuoni incastrato tra il petto e il ventre. Scossa Scenderanno in molti altri cammineranno in piano arriveranno a gruppi o ad uno ad uno in coppia avviluppati di passione chi un poco lento nel passo chi a testa alta chi in sguardo di sogno o avvolto da nuvole di dubbio guance avvampate pelli scure al vento mani di lavoro forti bambini intenti al gioco senza troppo frastuono con zaini e ghirbe scrigno di coscienza centinaia di lingue e di pensieri in ricchezza di sangue antico scalzi con abiti arcobaleno arriveranno nella valle tra i due fiumi ove l'aria intorno umida suona. Cassaforte E scavi e scavi con arti adunchi smuovi terra in profondo e ti pare d'aver agguantato quel granello dolente e compatto ancora caldo ma sollevi in alto mani spoglie persa al vento come chi cerca in affanno d'aprire cassaforte con la combinazione errata. Mano Mano solitaria poi tesa per stringerne in attesa mano sorridente in plauso mano che raccoglie e tiene a volte dà forte a tirare soma pesante mano che avanza piano senza disturbare mano che beve da mille sorgenti mano magica di sortilegi d'equilibrismo mano puntata là verso il tramonto in veglia soffice mano pudica anche un po' smargiassa e infine inquieta. Grucce Abiti appesi grucce senza carne in vuoto d'anima camminano traballano s'arrestano corrono s'accostano si scostano si sfiorano appena e la sera ritornano appesi nell'armadio. Dove? Dove ho nascosto gli ultimi versi forse li ha acchiappati uccello in volo o mano di bambina in ogni dove o quel volto affamato alla finestra oppure il mare a me oggi lontano come ceneri li ha in sè raccolti. Aspetto che l'autunno a me amico mi vesta di abito grigio nuovo per forma ed allora di certo li ritroverò. Di nuovo Torna nei lager! Così sta scritto a lettere cubitali. Gli stessi patimenti devon penare popoli già recisi e piagati messi ancora e ancora alla gogna perchè giudei? Eppure.. Dice passante : "vuoi un poco d'acqua?" e tu sposti come bruciata petto e fianchi e arretrano le gambe senz'altro pensiero "che vuole da me?": eppure hai sete. Lontananze Attorcigliata come vite rossa in autunno su dune langarole guardi oltre il muro di pietra superi colline e frutteti e poi ancora gobbe e valli e punti colorati di magioni e sopra hai quel cielo grigioperla come mare freddo di Dalmazia e nubi basse sparse in dissolvenza che migrano con te in altri siti dove il tuo occhio avido arriva in sforzo poderoso,quasi sgranato vede e torna sazio di vento con abiti di foglia appiccicosa. Paga per un attimo almeno ti sviti dal sostegno ormai stanco. Come se Talvolta raggomitolata accanto a me bambina m'osservo crescere e crescere a dismisura diventare materia enorme esposta al vento e al fuoco e poi rimpicciolirsi incessantemente da gigante a pulviscolo di minuto freddo da vulcano bollente a gelida goccia come se potessi plasmarmi in soffio. Sasso Mi sento di una bellezza che racchiude una storia come sasso raccolto in riva al mare. Vita Mì hai tirato per la vita più e più volte come fosse un ballo. Ma ballo non era. Perseidi Cadono a metà Agosto cadono a doccia le Perseidi come cascata d'acqua sorgiva avvitata in gorghi e trasformano sembianze ricurve in menhir eretti al cielo. Corpo Sento figura in invecchiamento lenta discesa ma ferita a poco a poco mi sento e a voi domando a voi che sensi avete affinato in poetare come lenire quel languore che prende e tira pelle e mente per far tornar ossa e pensieri in armonia. Dentro polvere Dentro polvere mi sento calpestata da cavalli al galoppo: scavalcano anima che tenta sorriso. Afferro da basso redini per capire. inutile sforzo che aumenta il soffrire. Luna Mi porta con sè nell'età dell'oro. Mi cinge con sè in mari indomabili. Insieme da chiaro sonno ci svegliamo. Non cambia Torna di nuovo uomo curvo a camminare piegando la testa al lavoro lasciando dietro tracce di stordimento fuma attonito indugiando a pensare al disgusto sopito ma deve andare ancora a capo chino passante di strada: sempre più mite è sussurro di di sangue. In questa notte. In questa notte di dolcezza in spuma non posso dormire. In questa notte che lusinga in carezze non farmi dormire. In questa notte con l'aria che canta vieni a dirmi parole che non osammo più. In questa notte solitaria di suoni canta tu solo al mio orecchio canta in ardente fuoco. In questa notte inghirlandata d'amore spazza quell'ombra blanda e con me assapora. In questa notte che pare quasi alba non sottrarti alle tenebre sincere in abbraccio d'amore. In questa notte allora poi potrò dormire. Kadika Tiene le mie mani strette strette da bambina occhi di paura in volto da vecchia e racconta il suo viaggio interminabile a piedi e al freddo poggiata di notte ad altre spalle guardando avanti in speranza di vita. Poi una mano forte prese le sue tremanti e cadde il castello in cumuli di pece nera. Tiene stretta una mano nella mia e l'altra sfiora ventre di luna sfiorita. Domanda in timore di risposta abbassa lo sguardo in attesa ed io non trovo parole se non spartire le sue lacrime. Àncora Nata sei con occhi che chiedevano. Sempre ancor oggi domandi e mi domandi ti stupisci e tremi t'inalberi o tramuti parole in musica fai dello sguardo rosa dischiusa propaghi alone di luce nell'aria allarghi spazi per me che in autunno di risposte m'immergo nell'amore che m'insegni. Di madre Guardar dalla finestra in parco sorriso loro che vanno sentir cantare il cuore se ritornano un attimo a raccontare scie di vita con parole lisce e tonde e toccare veraci doni scartati ed aperti e allora l'aria meno greve appare dopo l'acquazzone di foglie fresche ed umide che vanno. Anima bella Non rovesci nè frusti chi non ha i tuoi sogni non sperdi il giorno in fumo e calce non deridi chi scende e sale scale nè rancor di veleno sfiora divorando corpo e mente vince in te la gioia in trionfo portata dentro coppa di frutta di stagione. Non vedo Non vedo più nero di cielo d'Africa Sirio di pagliuzze ardenti. Vedo occhi di nebbia sempre piu' in te. omai infittita. Son'io che lontana negandomi pavoneggio spirito in subbuglio quasi baldanza di poetessa in nuce mimetizzando il vero mentre mi spoglio pian piano d'ogni parvenza di sensualità. Violenza "inutile" "Non è necessario Satana" diceva qualcuno, non occorre attendere altro istrione che legalizzi orrori. Attenzione che spesso l'aguzzino ha in nostro stesso viso ma lo distingue libidine di potere in incantamento di masse. Affiniamo i sensi in lucido pensiero e guardiamo a chi sopravvissuto s'è visto insozzare una vita mai piu' vita. (nel giorno della memoria,per non dimenticare) Un po' per celia e non solo.. Mi sono ritrovata per caso accanto a chi diceva che gli augelli del suo gas perdevano e mi son detta "Forse son gli ugelli che poco han nella forma d'uccelletti festosi e allor sono di nuovo tra banchi ed umori intensi di mille colori: ecco Michele che sommesso ride complice al mio citar "Il passero solitario" o al termine "scopa" crearsi scompiglio ormonale ... poi ..Shaima che recita Giulietta in passione sfiorando con amor struggente le chiome folte d'ebano lucente uscite in vezzo dal chador e.... mi dico" Preziose gioie e piacere immenso ho provato e "..poi penso e ripenso agli augelli e temo ahimè di confonderli anch'io. Filo Tesseva tela su tela per disfarla nel buio in attesa di ritornato amore in pallore argentato di tunica e di volto come Arianna porgea al suo amato gomitolo da srotolare per trovar uscita anche da lei meschina abbandonata dormiente sulla riva o Aracne in sfida divina per oltraggio non potè morire ma tesser come ragno all'infinito. Filo presente in miti e leggende è quello della vita a volte tirato a forza lasciato mollemente adagiato spezzato oppur fitto di punti spesso o sottile che lega ognuno al'altro e all'altro ancora dai primordi a domani e pur con buchi, macchie e sfilacci mantiene in umanità l'esser germani. Là Proprio là sta una mensola di metallo freddo coperta di libri e fogli in ammasso informe e mi guarda e da me vuol risposte del perchè scalza giro a cercare e non trovo a cantare e non esce voce a ballare a piedi fermi e non comprende che io non sono li'. Avvenne Fu proprio in quel giorno si ,giorno di pioggia sottile come semola proprio allora lo vidi all'angolo di strada forse era giovedì all'imbrunire un poco opaco per l'ombra delle case vestito come tanti d'incedere lento e trasandato quasi a passo di danza e parlava lingua sfogliata tra vero e menzogna una lingua di tanti ma a me parve esperanto fui incantata e quel bruciore di macchia indelebile mi trascino' con sè e abbracciai quel corpo sconosciuto. Mentre Sto vivendo inizio d'una notte e penso a chi di là il giorno intriso di luce sta vivendo intenso ed immagino caleidoscopio di colori e suoni poi ti guardo dormire e cerco sorriso e luce quelle che irradiavano anche in pesto buio ma vedo solo notte tutto intorno. Indigesto Di colori musiche parole immagini schermi: ossessivo riempie spazi sempre cibo tradizionale esotico imperdibile unico tanto raffinato grosso grasso multiforme informe diafano brillante nauseante smagliante accattivante ributtante....... Senti dentro malessere di bocconi spinti a forza per non vedere. E' propizio? Riprendere per mano quei sentieri quelli che pur tortuosi ti portavano in cima cantar labbra all'unisono di nuche in cenno ed occhi sprigionati rendere risveglio il sogno immerso in frantumi aprire con forbici affilate parole sveglie avvolte di bruma cancellare con spugna dolorosa illusioni senza una meta masticare innocenza di voli strappar piume di stanchezza addolcendo passato di presente nel poi. Tempo è propizio per lasciar l'esilio e riprendere il tempo della vita vegliandosi le lacrime? Cosmo Quando vedo ruscelli devo sentirmi acqua che scorre rapida e fresca di sassi ed erba se cammino tocco selciato e muri e divento terra o polvere di marmo se tocco le mie rose ne mangio petali succosi e sono fiore che sboccia va e poi torna al mondo se osservo stelle sono luce lieve passante in cielo se sono in piazza sono gente quella stessa di caccia e raccolta solo cosi' sento pace di dentro altrimenti se m'incupisco per un bieco sorpasso divento nulla e mi spengo pian piano. Nugae Ed eran sul nostro balcone gerani e petunie amari oleandri dal fiore presago. Visione Una mano m'invita alle soglie di vecchio maniero ,arcano,remoto mi chiama ,mi prende e trascina e sento lontano ,vicino voci a lungo sapute troppo ignorate che sanno di vita leggiadramente rapita. Bologna Mentre percorro a passo lento immutabili porticati a crociera piazze e cortili di sapore antico sento voci bambine ansanti per la corsa ,visi arrossati scapicollare in bici tra risa e lazzi in tripudio di rosso e poi guardo lapidi ovunque di ragazzi periti e pianti da volti consunti e senza tempo e mi sento dentro i mattoni ed il selciato le porte trecentesche e le taverne impregnate di profumi e di vino e mi siedo con chi mi trovo accanto a cantare a voce spiegata ricordi grassi e popolani ricchi ancora di passione. Il passato fuso miracolosamente al presente lì vive di sua luce. Sputa Sputa pietre dal tronco esofageo piccona quel muro eretto con tanto rancore spazza silenzio di neve strappa ovatta soffiata che ottunde sensi d'intorno mastica a piene mani boli spessi e polposi d'amore e dolore e respirerai a cielo aperto sentendoti finalmente quasi intero. Tg Moncherini mi paiono i miei arti di fronte al mondo. Per strada Lasci, ad un certo punto per strada il senso del tuo del suo ,del vostro nome poi lo ritrovi e ricostruisci con lettere piu' grandi e colorate che metti in tasca per guardarle lungo la via lunga e tortuosa e poi perdi l'orientamento e neppure la casa ritrovi e lasci ricordi e persone che poi riappaiono differenti illuminate da lampioni al neon e le metti negli occhi per rivederle ogni tanto nel cammino e neanche piu' i muri ci sono con tanto sforzo eretti e conservati ma t'appaiono enormi e lontani non tuoi ma passati di mano in mano e li guardi stavolta con le mani li tocchi e li senti quasi umani li vorresti portare sulle spalle ma neanche quelle trovi .. le hai lasciate.... e continui da solo. Deserto Dentro ocra e crema sguasciante ma solo leggermente morbida al tatto rassicurante e quasi evanescente sei granello immerso in estasi assoluta. Anima Appari nudo sudario in sonno dimentico. Il caso volle... Il caso volle per accidente o congiuntura sorte,fato o per pura combinazione involontariamente eppur m'è accaduto... frasi mozze vaganti intorno offuscano il vero. Non c'è più tempo! Occorre dire basta! Uomini dabbene c'insegnarono con la forza della semplicità a voce chiara che noi siam fabbri della nostra fortuna. Baobab E' albero della vita avvolge con vigore di fermezza antica per dare un senso al viver mesto. E' bisogno di linfa ,pioggia e sangue. E' immagine sfumata eppur di tessuta presenza d'alba rosata all'inizio del mondo. Dov'eri Reduce da deportazione manteneva con me bambina ancor sguardo vitale e mi diceva "dov'eri tu che prima non c'eri?" Sempre rammento in occhi liquidi di grigio acciaio quel sorriso in domanda e la mia risposta d'allora "niente c'era prima " e percepivo un mondo appena nato scaturito da una stella cometa su cui io volavo a terra. Pensiero irradiato di grazia e d'amorosa attesa quasi dovessi ancora iniziare ogni volta da zero m'accompagna soffuso di vago e pallido tremore: gli artigli del tempo però l'hanno ferito irreparabilmente. Condanna Siamo condannati a guardare, sapere capire senza scampo Siamo condannati a volgerci in alto verso fumi , vapori e luci artificiali senza veder più le stelle. Siamo condannati a veder fabbricare stumenti di morte da chi di morte ha già il corpo pronto. Siamo condannati a sparger lacrime vane in ghiacci di silenzio d'intorno. Siamo condannati a sapere e a non saper che fare. Abbraccio Scarto pian piano seguendo il mio tempo di rintocchi rapiti e vivai di pensieri preziose statuine del presepe memoria sciolta in ventaglio di remoto dimentico. Le poso con guanto di seta intrecciata a ruggine di sogni delicatamente sempre al solito posto. Le mie labbra luminose osservano in guardo d'insieme rii , greggi e monti come sfogliassi le stelle in antica magia. Arrivano tutti in sentiero leggero dal pescatore alla guardiana d'oche amici d'attimi d'intesa e le tengo sospese in bolla di cristallo addormentate per il dopo. Seduzione Principessa: di lei t'innamori t'ammalia quel candore dell'ovale fossette appena un cenno sorriso ammiccante gia' d'intesa e ..poi pronta a piegare in vezzo di lato leggermente il capo e voltarsi a sorpresa con lamine nere che scrutano dentro e tu indifesa e rapita sei tutta in suo potere (dedicata a Carola mia nipote) Assalto Imperativo categorico: scorta immediata! Guerra in atto? No,sciopero dei Tir.. allora ALLARME! Scaffali presi d'assalto da turbe di visi concitati in inquietante spinta all'accaparramento ad oltranza affannosa quasi a soddisfare l'ultimo desiderio prima dell'imminente catastrofe annunciata. Carrelli straripanti d'ogni ben di dio come non ci fosse domani come sogno da sempre insoddisfatto di preda famelica ed inebetita al par di orde di buoi tenuti da secoli in cattività vuotare avidamente truogoli di piombo fin quasi ad addormentarsi. La prima volta Esile e gracilina come fuscello a Maggio mi sentii palpitare tutto di corpo,testa e cuore in fremito inarrestabile di suoni scintille e lampi in mare a naufragare e pioggia torrenziale e ancor baleni di mille e mille colori e toni e poi ..un senso inarrestabile di potenza assoluta: io piccolo granello ancora in nuce provar in un istante solo possente sensazione di tutto e nulla sperdimento di gioia quasi amara per la sua forza: ero sola con me allo specchio e di colui che tanto amavo mi occupai piu' tardi. Mito Divinità antica osannata con umani sacrifici ardore e straniamento in apatia intossicante ammasso mentale di seme distruttivo innaffiato in menti giovani disperse da fugace illusione di coraggio e clemenza sotto arroventati fuochi di morbosa in fascino "avventura" la guerra. Solo parole... Eguaglianza fratellanza libertà scricchiolano vecchie thonet fuori moda tra crepitii figurano in fumo sfumano dallo sguardo bambino in pensiero distante. Eguaglianza fratellanza libertà paiono inventate da pochi e magari dal caso contro e non per desuete persino da pronunciar chiare come sfocate immagini da lasciar in vetrina e sfoggiarle nelle grandi occasioni. Eppure un saggio diceva che amor è l'unico atto di ragione . Eguaglianza fratellanza libertà .. e coraggio di guardar indietro. Rosso Guardami ora: nutrita d'anemoni rosati sazia di tramonto estivo notte affamata d'amore purpureo avida d'arancio di messi al sole amante di riccioli in rame arruffati. Nutri le labbra esangui di sangue di vita. Illusioni? Su cieli sfocati appendo antiche memorie su pareti spoglie attacco pensieri di vento in acque sfuggenti depongo attimi d'immagine in ombre di luce immergo il volto: ho creato il luogo delle illusioni. Mai Mai la vita vorrei perder di vista. Pic Di sera nel silenzio cantava garrula al suo compagno per tempi lunghi e di dolce sapore e la sentivo vicina m'accompagnava suadente nel sonno: oggi non canta piu' e il cardellino lascia cibo ed acqua e cinguettii e mi par di vederne pelo irto scompigliato in mestizia pigramente e non so se abbisogni d'altra compagnia o di sostare un poco da solo in ricordo d'amore. Il nespolo Guardo dalla finestra che apre sul nespolo e vedo sull'erba fina accanto alla mentuccia vecchio steso supino e anch'io m'accuccio facendomi spazio d'anca tra le rose e in fusione tenera diventiamo uno solo dalla finestra ora si vede coperta gialla mollemente sul prato. Il lavoro rende liberi Il lavoro rende liberi urlano al vento i forni crematori la' ad Auschwitz. Il letto Stanco ti pare di fermar pensieri ti depositi in catafalco ennesima prova teatrale di morte ogni sera rito in buio di nulla : aperte " in illusione di sentirsi più sani per il dopo " aspettando sogni che non vengono o non ricordi solo un oggetto carico di te. Dedica Mentre raccogli resti del giorno quando illumini con sguardo lontano se hai paura del ventre che cresce e rimesti dentro a chi ti ama oppur vorresti cio' che non esiste in ansia di futuro già nell'oggi ti vorrei felice. Lacrime lasciar scorrere calde stille di lacrime compagne raccoglierle come salubre pioggia in pozza di mani e detergersi il viso senza veli in ombra di sorriso. Internet Scoprire biblioteche in rotolo di pensieri. Pesce Un libro dice: mandarini ed eruditi d'antica Cina delusi dall'imperatore si davan alla pesca e alla natura. Noi compriamo. Domani Mi sono sognata in te. A Torino...2007 Lo vedo e lo riconosco minuto e ancor glabro in piscina a combattere col tempo alla play station a vincere sul tempo tra i banchi a carpire in tempo a casa a cogliere a tempo con le ragazze ad arrivare in tempo nei bar a provare senza tempo. Prestazioni disattese ed illusioni d'esser cio' che sei e poi sorriso finto di maschera in sembianze accettate. Il cuore batte a mille e l'ansia rigurgita dolore verde e allora convinto "d'esser troppo debole per vivere e d'esser niente" lascia che il tempo decida per lui e se lo porti via. per Andrea Persico suicida a 18 anni Le bambine di Pattaya C'era una volta terra di pesca in mare fecondo e scorrer di vita innocente lontana dal tempo.. Poi siamo arrivati noi tronfi ed affamati di sesso bambino gonfie le tasche cervello in pappa e anime vergini tramutano merce d'acquisto per 10 euro. E tu bavoso in amore disperato non ti senti mucchio di stracci da strizzare? La Morte Nasce con te abbarbicata al feto e nuota veloce per non perderti a volte tace in soffio leggero di piuma oppure ti copre in velo opaco di diafano pallore talvolta invece s'agita in balzi di tremito franoso oppure scalpita per uscir dalla gabbia rossa e sanguigna poi immobile concerta e tu amandola la cacci. Ninna nanna Non temere mai la notte sono sempre qui vicino t'accompagno nel cammino guarda su le stelle a frotte. Non temere la pioggia sul tetto ripulisce terra e cuore dai malanni d'ogni colore e poi culla,se stai nel letto. Non temere lampi e saette son soltanto risposte del cielo e se poi indossi il mio velo vedrai lucciole là sulle vette. Niente affanno se senti fruscio son dei grilli in prati amici che ti parlano perchè felici o lumache che trascinano il guscio. Stai serena per voli e voci son fringuelli ed usignoli chè per non sentirsi mai soli percorrono il cielo e veloci. Se poi vuoi esser proprio in pace guarda attenta col naso all'insù e sorridi senza sporgerti giù chè la luna, stai certa,rinasce. Dedicata a mia nipote Carola Notti Che bel sapore quelle notti madide d'odori e ricordi d'amore mai vani a cercarsi in giochi rigogliosi notti brucianti evocatrici ancora di risate complici in amplessi di ludico piacere! Fondo tinta Copre nasconde evidenzia al pari di amuleto che salva e protegge oppure terribile specchio deforme senza coscienza? Fango Immergersi nel fango e sentirsi intatta. Sentimento Soffoco ho la gola chiusa da qualcosa di enorme. Quindici anni. Arrivano a frotte ciondolanti s'accucciano sulle scale stappando birra e sgranocchiando pizzette ormai secche passandosi cellulari d'ogni sorta ore ed ore sommergendo parole in battute ..frasi mozze guardando il mondo quasi ostili in risarcimento di struggente solitudine e bisogno pressante di spazio e perdono pelle giovane spesso mimetizzata forzato riconoscimento d'esserci ,eguali al par di conigli che temono agguati in affanno celato. Oggetti? La vecchia statuina di Pulcinella si mette in mostra ogni mattina sbiadita materica di ieri e sempre quel tempo di risate scorticate mi salta addosso: dentro vertebre e rivi nervosi rimane a vita quel fremito in discesa o anche allora incombeva nemica illusione d'esserne padrona. Cambia Come tutto d'improvviso cambia: sguardo d'intesa appena abbozzato energia profumata di suoni ed ombre procedere scalza verso volto dimentico o finito con ragazzi anime da baciare Poi quell'attimo di luce squillante diviene muto. Voce Stasera la luna la luna ha la faccia volta altrove forse per evitar l'intesa. Ecco allor libero in notte silente di buio fitto senz' ombra alcuna ecco che solo ora nasce sogno ed orecchi ne sentono le voci. Trasparenze Quella bottiglia di cristallo antico lucente fuori dentro rattrappita in angoli di dolciastro liquame serrata da enorme tappo argentato contiene un piccolo insetto pare inebetito oppur già morto come uomo che guarda in trasparenza il muoversi del mondo ma poco gli cale beandosi di ricordi ormai incartapecoriti Stanza Ecco finalmente quella stanza ocra di terra chiusa ed io che non m'azzardo aprire per mantenere sovrana sembianza di corpo e mente in spazio di lussuriosa solitudine. Chi Ma chi l'ha detto che quando ti trovi intricata in liane di tormento devi uscirne secandole! Dimmi Come può dimmi come può un uomo ardire tanto: esserci per cantare esistere per un alito di vento? Tocchi di carezza Amerei sentir al tatto odori differenti quel suono inatteso su pelle opaca. Forte! Ma tu sei forte! e comincian richieste d'ogni dove alcune molto dolci altre di striscio Ma tu..sei cosi' brava! ed aumentano pesi su spalle un po' artrosiche. E certo che sei proprio in gamba e non sei mai spossata o stanca dicono cari intorno e tu cominci lentamente ma cominci ad esser stanca ma ..per pudore ..per non perdere il ruolo ..per orgoglio funesto ..per non sentire il tempo ..per stare ancora ..nel primo vagone ..per non spogliarti troppo...in fretta e mostrare a tutti che sei stanca e vorresti mani e piedi in silenzio stenderti a guardare per ore le nuvole che passano e lasciano il posto ad Orione! Orfeo Cammino e poi mi volto indietro e guardo un film che scorre e non mi par cosa mia. Collegno:Op Percorro portici di lustro antico infiniti al par della foresta nera e poi viali d'interminabile silenzio e vedo Mario ormai sulla panchina raggomitolato giunto bambino e rimasto lì tra elettrochoc e cinghie di contenzione: un tempo lo ricordo cantare ballate con la sua armonica e chiamare a raccolta ragazzini che accorrevano a lui senza paura di toccare un lebbroso o spazzatura. -Per Alberto Borgia e per il suo grande impegno per chi "non esiste".- Latte Madre ed infante intricate l'una nell'altra come in ventre creta morbida d'unica sembianza teca di vetro infrangibile di magica innocenza. Perversione Chattando bambina di pulsioni donna s'illumina ho trovato è lui che cercavo e scrivono e scrivono di musica scuola amori e lei prende vita s'anima si sente d'esser qualcuno d'amare e vola.... e poi ecco il momento è arrivato: aspetta con fiore di segno in angolo sperduto del parco la moto alla moda e lui sedicenne da sballo... una mano la tira e l'infila d'urgenza dentro una 600 grigia di fumo e lei ancora sperando solleva occhi di cerva e vede uno sguardo assetato: è quello di un nonno. Porte Sbatti e poi apri d'impeto quella porta per vomitarmi addosso le mie le tue paure d'esser ciò che siamo come brace coperta che riprende forma di fiamma nemica di fragilità comuni. Chiudi allora e lasciami al mio canto- Basta! Basta con cuore e amore e frasi carezzevoli di circostanza: lei dentro apparecchio diabolico di tubi rotelle e manovelle pulsanti e quant'altro dopo il suono della campanella vede correre fuori dall'aula mandrie di cavalli in fermento di giochi insegnanti e bidelli presidi arroganti selve di gambe in smania proiettate a marea verso la mitica uscita mentre lei rimane sola chiusa per ore tra due porte "antipanico" che non puo' aprire e invece di pensare "Cavolo,manco mi vedono,che gente!" affranta si domanda in sudore di mani e di cuore "Sempre un peso saro' per ogni attimo che dovro' ancora vivere?" Per Anna 1963 Sotto portici marmorei di passeggio tra file un po' sbracate di studenti avanti e indietro e poi a capannello lo vidi e fermai un po' lo sguardo lo rividi e diedi tempo all'occhio d'abituarsi a nuovo volto ma gia' mio per timido sorriso di sottecchi allora ripassai con sicumera di chi è certa del suo ed egli alzo' di nero fondo di pupille lucenti avanzo' pian piano per prendere per mano Ludovica. Puo' essere. Scoprire pian piano in assenza d'altri o altro che quanto imparato sudato coltivato bagnato in veglie d'apparente appetito ora non riempie nè porge la mano forse perchè non c'è non esiste si tratta di mero costrutto presuntuosamente incollato mattone su mattone su corpo e mente che alle prime avvisaglie di pioggia a dirotto o calore infuocato s'è staccato peso estraneo a me inutile rimedio per sanare freddo di algido nulla. Spettatrice Quando s'appressan l'ore dell'alba e ombre della notte lascian traccia su gote smarrite tal desiderio spilla di bambagia brumosa in cui sopire per tempo senza spettatrice dei moti d'attorno. Cicale Batter di frenetica fatica sotto luce violenta. Vuoti riempiti in affanno di silenzi. Inverno spento ai suoni. Diletto Metter pensieri in versi è gioco di magia e stralunata fatica non sol diletto: senti mentre tenti e ritenti alla ricerca di linfa una mano amica ma possente sulla spalla. Giovinezza Stanco procedo coperto di polvere tra zolle mattone e guardo alle spalle ma più non mi segue ombra piccina ormai di squarcio in dissolvenza: il passo però seppur vecchio di tronco cavo tradisce ancora nel piglio sete d'acqua chiara là nel curvarsi di sentiero al limitar della vallata. L'ombra s'accovaccia in sorriso bambino fa uno sberleffo d'intesa e gira gira gira gira e rigira su di sè. Per amico Seduta su cattedre d'obsoleto sapore tra paludati in tenzone immersa in lazzi fanciulli inondata da giovani anime in subbuglio sedotta da vampe di brama a volte esiliata in fragili antri di tempo dentro il rumore amoroso del mare assordata da tuoni di festa o di pianto tirata da rocce puntate su cieli di calce mi sono sentita amica "di me" Dove M'avete lasciata su porti assolati d'onde olivastre su nuvole di maestrale tra erica e lentischio nascosta a giocare col sole che trafigge il bosco. M'avete trovata tra nidi di passero in cima a platani alti di suono d'arpa immersa in attesa di pascoli amici. Pensiero Dormi sopra di me cela lacrime avvolgi in tepore tremito insano addormentati su ferite di taglio e di punta ricopri come nebbia di campagna sussulti d'ansia al par d'usignolo volteggia lieve su me che guardo rosa del giorno in ombra di profumo annusami di vento indeciso ed infine tu mare latino fluisci dentro e infondi ritmo d'onda: pensiero Muta Assapora di nuvole il passaggio e di stelle la lontananza in silenzioso tocco d'infinito. Ora Prima che s'inasprisca inverno dentro di suoni odori e sensi è ora di segnare su carta sottile di pelle tirata intimi pensieri d'amore trattenuti da tempo in pieghe ben stirate. Da bambina Ero d'allegria solare tra gli ulivi di Puglia e le colline di Dogliani pronta ad essere felice. Ora ritorna a scatti un forte afflato di malia : gioie ancor da godere in cui mi perdo. Ogni tanto vorrei anzi voglio esser un po' celata fonte segreta da scoprire tra ortiche e passiflora. Chiedo Non andar via così' senza capire o almeno torna a me con mente e corpo ogni tanto. Esci ma adagio senza squasso di passo possente. Fratello Fratello solleva quello sguardo grottesco assetato a far conti e tornaconti a rimestar carte in giochi da niente strappa pensiero da caste che si guatano sottecchi alza il volto ammiccante: intorno mute sembianze che piu' non riconosci fantasmi allucinati in passato di menzogna sottile. Allora sentirai d'aver perso il colore della vita. Padre Di volto aperto ai giochi di movenze e di labbra sottili un po' gessato in sorriso accattivante modi da snob amante del bel canto un po' esibizionista un po' sornione nel girare intorno al mondo. Cosi' t'immaginavo ma non c'eri. Dante Lei un tempo scrisse "rapisco un verso al mio Dante e vorrei che tu ed io fossimo prese per incantamento.." Tardi rispondo "non mi abbandonare dolcezza di venti fanciulli di sere cantate di prati bagnati" Mosche Chi sei tu che parli parli parli con ebbra sicumera di cicisbeo saccente sputi da bocca di cannone spenta vomiti lettere che via via s'incollano a pareti bisunte cadono a terra come mosche stanche e pochi si chinano a raccoglierle? Figli Vascelli nel mondo di bandiere multicolori mai sazi di provare esperimento straordinario riuscito in vicoli tortuosi d'errore. Goccia Quando ascolti ovattato suono costante monotono d'assillo ripetizione perversa di goccia su marmo ti senti chiuso in ordito infrangibile. Pudore Sembra talvolta imbarazzo d'intrecci dolenti attesa di verità in terso ordito eco asciutta senza rumore catena a maglie larghe che tanto vorrei spezzare. Se vuoi è amore Ho tracciato sul mio corpo lasso contorni dei suoi fianchi callipigi segni di gomiti puntuti tracce di ginocchia un po' nodose pieghe del suo sedere umori al suo sudore respiro al borbottio soffio al bisbiglio e mi par che oggi nessuno possa adattarsi a calco cosi' bene alle mie membra stanche. Viaggio Prima mondo della gente poi mondo senza gente tempo dell'assoluto di nuovo tempo terreno caos incastonato in moti d'intransigente animosità ecco allor l'esilio per sperimenti d'inediti equilibri ancor magnanima cortesia d'intenti s'intreccia a richiami di sana vitalità: ora s'accoppiano altalenanti gemelle due anime sempre piu' colluse. Dura Son dura come pietra di lava non do' appello a chi m'ha dato sofferenza son dura come marmo lucidato non do' sconti a chi ha spento sogni e vanti son dura di rabbia e di dolore nel fumo di un mondo senza amore. Davvero La morte m'ha tirata pei capelli in volto cherubino e poi di gorgone in buio pesto nero d'ossidiana tagliente senza scampo di pensieri. La morte m'ha tirata per davvero!. Libro Prenderlo toccarlo e poi entrar pian piano nei pensieri d'altri. Saba " Ci dev'esser stato un errore" dice il poeta " alla mia nascita" "Anch'io a volte mi domando" con voce roca alzando la mano dice Tirzha all'ultimo banco " se uno scambio di culle un camicino troppo stretto una fuga improvvisa m'hanno calato dentro una vita d'altri. Solo così meno d'assillo sono abbandono rinuncia o paura d'esser tale" Dannazione! Vien da dire a chi ameba stanca passa di giorno in giorno sfiorando il dolore. Lessico di casa mamma ha suono di lavanda "pannoso" denso e polposo familiare mmm che riempie il palato di tuffi a braccia aperte. Ti prego Canta ti prego canta per me liriche d'altri tempi odi o sonetti magari una ballata si' uno spiritual suona per me cetra o lira magari un mandolino o un traverso ma riempimi se puoi così sarò tra sfatte lenzuola sommersa da note ballerine e la mattina ai primi suoni apriro' gli occhi sentendo dentro doni. Scorre Non vedi come scorre la' quell'acqua torbida di nero pianto che chiede mani unite a raccoglierla calde di profumo di muschio? Colpo Batte e ribatte sulla nuca un tintinnio ambiguo di suoni gesti e parole in battaglia tra loro. Ritornano lividi fotogrammi di donne meste in fila su terra arsa in cammino di vita mani tese d'infanti ventri spogli sudor di lacrime su strade di morte mano bambina che spara divise insozzate falsi colori di schianti e poi acqua a fiumi in piena e pasti caldi del mulino Bianco e volti in sorriso liftato traffici inquietanti di persone e cose e profitti allarmanti in gran baldanza e tutto questo torna e ritorna ciclicamente e colpo ferisce in anima impotente: ti senti delegittimato come a rincorrer pesci sulla luna. Quando meno te lo aspetti Brulica e poi scoppia in cervello inamidato un che di sepolto o cassato da mani deformi e ti rivedi come mai vorresti Malamore Ecco il mio cuore disegnato come da bambina enorme a punta con frecce e gocce di sangue. Mi par di scorgere la prima crepa mentre fisso una valigia scapicollare dalla rampa delle scale verso il mare. Oggi è ragnatela di ferite ammaccato colabrodo gonfio ed un po' tronfio. Grumi di sangue positivo o negativo? Sabbia Par d'intravedere sabbia sfuggente allo sguardo su lido roccioso segno d'intimo cambiamento al par di sfiorare vetro opaco di macchie di salsedine. Poi treno locale fermo ad ogni sito passa e ritorna alla prima stazione. Compagno Sorride pieno tra berberi blu ai piedi d'Atlante immerso là a marrakech tra suoni e serpenti in profumo pregnate e poi vulcano di rabbia scoppia in tanti lapilli e poi rapito dal sax in estasi d'abbandono e poi notte silente di grandi distanze e poi occhi di fuoco al tramonto pianeta di mare e roccia e poi ritorna piano in lontananza. Inventi e.. poi mastichi pensieri così concreti da sembrar carne e ti ributti inconsapevolmente nel gioco delle piccole cose. In angoli remoti In angoli remoti ci si trova ormai reietti e guardati con compatimento mentre nevroticamente s'accende l'ultima sigaretta del mattino. Inutili sono raccomandazioni benevole o pesanti: il rito del movimento lento sensuale di cercare trovare estrarre gustare e poi guardare le volute che van verso l'alto il filtro smangiucchiato tra denti un po' ingialliti quel riempire vuoti rimane impagabile piacere. Tempo Attraversa un attimo un giorno un anno un tempo in cui sento d'esser invisibile punto lontano al par di Vega Oggi Inconsapevolmente immersa in mota piacevole corpo ancora vivo ma sconosciuto. Ancora.. Ancora azzurro che scorre di canti soavi oppur mesti di puro dolore o pietre lanciate e spesso raccolte in braccia amiche immagini liete d'incanto di suoni oppur intrise d'antiche memorie a volte visioni di mondi migliori e pungoli onesti a mirar verso l'alto o tenzoni d'artista d'alto valore parole fraterne di grande sentire lontano ma qui ed ora vicino nel dolce fluire di cielo..... Ancora ed ancora.. Grazie e bentornati! Mi pare Quando tolgo quella pelle sottile ma aderente e per un attimo mi scopro mi par d'essere preziosa. A volte Quando scrivi a volte accade d'intravedere a tento tra rocce spigolose e fronde un piccolo laghetto lungo stretto sottile di striscio d'azzurro terso e con le mani procedi dolcemente ad esplorare. Bagliori Immediato specchio di bagliore dorato negli occhi piega quasi invisibile di labbra moto impercettibile in sensi attenti in sospiro di ciglia imbarazzo di pesca ambrata. L'ho sentita ieri luce amorosa guardando mio figlio A scuola Loro nei corridoi si studiano si strusciano gustando merendine al cioccolato poi il suono della campanella li riporta indolenti là dove emozioni sopite scoppiano raggi dalle finestre socchiuse Coperta Ti chiedi spesso ormai volgendo sguardo intorno per capire senza troppo subire che fare? Spasmodicamente pensi perchè sei nata qui ed ora e non in altri tempi e luoghi e come e dove possa trovar quiete avvolgendo tutto e tutti in calda coperta. Poi la fuga d'incanti passa e la coperta seppur corta e lisa ti fa sentire cittadino del mondo per cui lottare. Sardegna Entri in territorio amico intatto d'acque diafane e rocce spoglie profumi d'antico silenzio. Parti e lasci brandelli avvinghiati a rovi e gigli di mare. Creature storte C'era un tempo naturale di giochi d' amore in teneri tocchi e rintocchi d'incanto puro. Ora non ludici istanti d'attesa ma stagna lanuggine d'ostile palude muro di gesso schiacciato contro divide inesorabilmente muto. Parole di pietra lavica gettate lanciate afferrate ributtate su moli deserti di pallida luce. Non paghi di tanto dolore squarciamo a brandelli sipario di ieri aborto dell'oggi senza cura di chi intorno richiede. Fumo verdastro indigesto sparge ombre moleste. Sorrisi e vagiti entrano di forza in pantani di rabbia trovando appena un vago sentire. Non c'è ragione di tale strazio se non d'essere piccoli uomini da nulla. Sogno Un filo di seta sottile quasi trasparente tra grattacieli ombra sfumata che vacilla un'altra a distanza in attesa vigile e poi il risveglio improvviso spiazzante. Perdono Donare di piu' di quanto violentemente sottratto di strappo dimenticare il danno senza rancore vindice l'amo appuntito dentro te esca ignara cancellare ampiezze di vibrazioni dolorose. Far rogo in pieghe di ricordi freschi e caldi? Guardiano Riposa in mare dentro di segrete rotte ed inaccessibile pensiero. Città Alla terra mano abbarbicata pantera distesa la città la' sotto ci guarda. Perchè Perchè sempre si chiede si vuole si pretende. Come sipario sono divaricata sul palco della vita. In attesa Leonessa si muove appena bella quasi altera selvaticamente conscia d'esser padrona d'un grande evento E noi intorno in attesa sospesi ne gustiamo la gioia. Attesa Aspetto al solito posto ma tu non verrai. Eppure c'è la luna piena su Portofino vetta il mare è d'ambra profumata fole di vento tiepido accompagnano il passo sulla salita in cielo di S.Rocco oleandri e gelsomini sono in fiore la bouganvillea colora di vento pochi ed algidi appaiono i turisti giù basso al porto incantato ed io indosso,sai quell'abito rosso scollato fino alla vita sottile anche se il freddo ferisce l'ossa. Io aspetto all'angolo. Vergogna Su terra di nessuno riarsa d'eterno sole aria pesante di cenere nera in un paese senza case gioca una bambina saltellando per non ferirsi ancora. Una voce lontano urla nel vento "Guarda laggiù com'è bello quel coniglietto giallo!" e lei sorridendo lo raccoglie. E tutto si dissolve senz'eco nè memoria. A favore della campagna di Amnesty contro mine -giocattolo. Golfo Paradiso Silenzio di merli che sguazzano e tortore al risveglio in lontananza tavola piatta di lama tagliente e tu niente. Poi all'alba di striscio quasi invadente t'accoglie in abbraccio natura di suoni e odori ancor sopiti. La cinciallegra là sul ramo piu' alto della mimosa in fiore ti chiama"Vieni via con me" e ti trascina in paradiso. Disagio E' fretta di giorno finito di altro in arrivo imbarazzo sottile di rientro in case senza gioia nè odori esibizioni ossessive di prestazione affanno di deludere voglia di un fuoristrada ultimo modello la dieta che torce le budella davanti ad un babà al rum ragazzo lontano chiuso a doppia mandata la giovane sexi vista di striscio le notizie sul giornale appena scorse il portafoglio troppo gonfio membra senza suono cervello in stasi. Poi la bimba del vicino sdentata e un po' in carne ti guarda sorridendo e domanda "perchè non giochiamo piu' a se fosse ?". Casa Di senso amato di furori e silenzi di sbarre di burro Dedicata ad Anna Imprigionata in corpo non suo ha mani parlanti in sguardo mesto d'attesa guanto delicato di carezza di foglia d'autunno. son voli d'uccello amico. Senza titolo Mani sfregate di luce parlano al mondo. Donna,bambina Sai,mamma ero sola davanti allo schermo al compito di mate allo specchio in bagno davanti a me stessa tu m'hai lasciata sola per far altro m' attraversavi con lo sguardo senz'entrare nel mio eppure avrei voluto provato a dirti... Vedi,papa' tu eri latitante o ansioso d'ingenue e buffe raccomandazioni su sesso e canne come fosser mostri lontani d'altri lidi. Io non c'ero non sentivo d'esistere se non in trasparenza gelatina grassosa disgustosa che si scioglie e rimane solo acqua sporca sul terreno. Allora ho cominciato pian piano a svuotare il mio corpo involucro di niente e poi a darlo in prestito. -ispirata dal libro "Ho 12 anni e sono una cubista"- Oltre il tempo. Indossi seta d'avorio su pelle di grinze venate: balla ballerina sul punto più alto del cielo e canta indossando ancora nuvole ambrate di raso su mani nodose e salta in cima al campanile coperta di veli fatati fluttuando di luce leggera su case e cose come aliante di carta di giornale. Vuoto Ecco che assale come forza di vento pressante mancanza di te del segno lasciato sulla poltrona del chiacchiericcio dolce come ranocchie estive della torta di zucca su tovaglia rossa delle letture a coppia e dello sguardo vigile in rispetto dolce anemone un po' sfiorito. Allora,se la mancanza si fa dolore intenso faccio il numero a memoria e,solo dopo tempo illimitato mi attraversa a fatica, cavallo a trotto nel petto e schianta il tuo non essere piu'. Ricordo Ti penso spesso china occhiali di consunta tartaruga sulla fronte pensosa che leggi,sottolinei,rileggi giammai sazia il tuo Lucrezio innamorata di carte ingiallite traduci e ricomponi come se non ci fosse tempo. Compiti di latino e di greco a segni rossi inondano poltrone ,tavoli e scrivania e sono a notte piena il tuo panino. T'osservo bambina curiosa dietro la porta socchiusa un po' in disparte e nelle"sudate carte" ravviso amore intenso e palpabile dell'ieri nell'oggi da mancare il fiato. Ho tentato d' insegnare ad essere come te. Senectus I nomi i nomi non tornano! Confusa di rabbia e di nebbia! I nomi i nomi non vengono! Ma è quello sguardo velato liquido senza pensieri di lampo squarciato, luce svettante a volte maligna in altro sito che temo. Straniero Estraneo ti senti e sei se parli e tutti sanno già oppure fingono d'indossare colori di mare coi tuoi occhi. Specchio E' momento di estraneità piu' che di sperdimento quando stenti e fuggi lo sguardo diretto in attesa di risposte. Ascolta Ci guarda sonnecchiando oggi la luna e ride di parvenze d'umiltà, ludici imbrogli, misere scuse : caprifoglio intrecciato inesorabilmente. Dicono Intorno a me dicono che è arrivato è momento di bilanci si deve far il punto tirar le fila in burocratichese verificare il percorso.. Io mi sento fragile legno in tempesta e non mi spiace. Domande Non c'è castello nè casa nè tetto solo pace abitata. Ma da chi? Una nicchia la' in cima? Un libro per viver vite d'altri? Ermetica difesa dal brusio del mondo? La mia non è pace la mia è inerzia in granelli sguscianti di ricordi. Colla Su scaffali e tavolini cassetti e ripiani in cornici o riquadri sotto fogli alla rinfusa in buste ingiallite abbarbicate a legni già bucati in intarsio mentale senza inizio e senza tempo in risveglio di moti d'immenso sapori di terre arse ma amiche di visi e sorrisi e senso di viva forza interiore dolcezza di suoni stanno e vivon di luce di sguardi e di tocco senza segno di polvere le mie fotografie. Non dormiamo piu' Londra 7 Luglio 2005 Mi alzo,doccia ,caffè anzi due mi vesto,prendo le chiavi sto ancora dormendo chiudo la porta .. boato immenso il portiere piange con la testa tra i gomiti a destra sul marciapiede un elegante signore nero con la tibia spezzata a fianco una donna al telefono con il cranio ferito. Tutti guardano in silenzio. Mi giro lentamente sono le 9 e 48 e il 30 è accartocciato su se stesso corpi monchi distesi sull'asfalto sulle finestre macchie di sangue e carne porto lenzuola ,coperte fa freddo.. Guardo e riguardo il bus Grazie ad un caffè in piu' per 30 secondi sono vivo ma non dimentichero' mai questo giorno. Ho visto la morte in faccia.. torno la sera scortato verso casa e mi sento uno di loro. "La verità è una sola" disse mio figlio allora ed io ora ripeto "non dimentichiamo,. non facciamoci sedurre dalle parole non dormiamo piu'" Auschwitz Dietro vetri appannati di fiato dolente immense montagne di carrozzine scarpe e scarponi e piccole pantofoline borse e stivali alla rinfusa e trecce bionde a migliaia e sguardi di spettro in angoli remoti. Allora ti trascini rigido figurante verso l'uscita per fuggire da febbri lontane ma ritorni risucchiato da mucchi di valige rotaie di ghiaccio verso il nulla in fumo fosse e bambini senz'occhi per capire e pianti senza suono e case quasi normali rosse tra reticolati e cancelli immutabili nel tempo su cui è posata una rosa e tra corpi ed indumenti e capelli voli in alto tra spirali nere. Ti trovi poi inerte seduto sulla panchina dinnanzi l'entrata prendi il panino nella borsa schiacciato pestato e senza forma e lo butti dentro il bidone. Piacere E' pur vero che la zuppa di porri e scalogno se bagnata di lacrime e sospiri sonni interrotti e giorno senz'alba è acida al palato, non più delizia nè nettare divino. Ma se poi capita di sorbirla pian piano tra cori amici e voci compagne ti par allora di bere alla fonte di Giove. Amica E' stato per noi da sempre un guardare intorno e dentro con respiro altro sentire a tocco cullare le nostre paure complici ,vulnerabili in fili taglienti in maschera dolenti d'ago sottile. Ma poi pian piano la bruma dirada: è nostro quel raggio di sole. Dogliani E' ocra e rosso di color di vini. Cimitero di fuoco di martiri bambini. Poesia -gioco Compagne di cammino. Guarda ,o Musa, e dimmi chi è mai quella donzella di folta criniera bruna che si presenta al nostro cospetto? Ecco, la riconosco ,è lei che molte rime scrisse di talento e multiforme ingegno. Or si presenta anche se schiva donna minuta e di gentil aspetto con il nome ,mi par, simiglio al mio accompagnata da benigni sguardi. Poco distante due donne gentili che si cimentan in storie e mottetti sagaci a noi graditi. Ci sorride da lungi giovin signora corti ha i capelli color dell'aurora e porge ora qua ora là con un leggero inchino fiori di ogni specie e colore. Ci raggiunge donna abbigliata con tal raffinatezza e regal passo da ritenerla invero una gran dama. Si guarda intorno e poi..passa. Accanto a noi,d'improvviso compare o mia Musa,tu sai ben chi sia : è bionda ,bella e di cantare fa arte ci guarda con occhi arguti e..via! Di tutte lor tu sai nome e discendenze passioni,gioie,amori e penitenze o mia sincera e Franca amica, perche' son nel mio cammin di vita in ogni sorte e tempo compagne di tal guisa! Tu Quel ravviarti distratto insofferente i capelli come a scacciare insetto molesto: così passi su di me se guardi. Dogliani-Agosto 43 Era un Agosto d'un'alba piatta molle e senza vento. Arrivano,a gruppi,neri figuri formiche alla ricerca frenetica di cibo e fan falò di case,donne ed infanti. Ritornano sudati al meriggio assolato gli uomini dai campi e da sinuosi colli onde nel tempo un urlo squassa tutta la vallata . Torna canticchiando verso sera mia madre ragazzina capelli al vento e libri sulla spalla: si piega in membra trafitte e cade su ceneri bianche e resti di famiglia già violati da barbari sciacalli corvi ancora intorno. Ancor oggi i suoi occhi son velati. Credi Credi che con un verso una rima un segno tu possa ferito e spento agli amori trovar ricambio? Come puo' corpo stanco legno senza guida colore senza rinvenir su foglio bianco? Medea Amor vindice d'urla d'infanti appari in coltre nera sulle mura di Corinto e sveli umanità in strazio. Sentimento rosso T'accompagna in cunicoli di paura e nel gioire franco e senza veli. Quando non temi cattivi pensieri nè memoria crudele. Rosse grida in falò di nuovo incanto trapassan l'ossa. Figlia Amata ed armata di risoluta energia solare in tiepida luna difesa nel suo rossore entra nella vita ed abbraccia la mia. Di notte Di notte nel finto sonno ti vien voglia di fantasie ed allora ti trovi coperta da polvere di favole amiche. Indifferenza Veder passare ombre e non scoprirle. Alunni Se ti va di sentire se passa piacere se ascolti il vento se vuoi capire è perchè hai avuto amore. Madre Difficile dire la parola per intero o troppo veloce pregna di confusa opacita' come tir nella nebbia. Condivisione Un'amica nel penoso dover svuotare armadi ed angoli di chi non c'è più, impacchettato graziosamente in carta di giornale mi ha consegnato un po' di se'. Sembri Color di fumo che annaspa fra cenere e braci vive. Color di smalto che sale e osserva dall'alto con occhio incantatore. Color di vento sei antico rimedio per chi teme il divenir dell'oggi. Occhi Lividi e cavi sguazzan nel buio trascinando in agonia comete di memoria. Vorrei Fammi pianta: le mie radici forti saran sostegno saro' ginestra di risate cristalline arbussto invisibile per non sentirmi tale pioppo silente per ascoltare baobab germano del mondo intero. Strappacore Quando un pugno colpisce abisso di corpo ed anima e specchiandoti non trovi soccorso nei tratti smarriti d'impotenza di fragilita' antica allora quel muschio vischioso s'insinua e frena ogn'impeto d'amore le mani cadon basso gli occhi si velano opachi e anche se maschera buffa camuffa il vero è stato strappato un brandello di cuore. A te Oggi ma par d'essere se mi osservo creatura che non mi somiglia. Dov'è lo sguardo avido la risata che prende in gola prepotente Dove la voglia magica d'andare oltre d'incedere pestando il passo in avanti a cercare il vento? Ecco Una faccia di colpo scorgi tra foreste di folle eguali e batte un brivido alla schiena e sai svelato di te ogni segreto. Piccola Lucciola arrivi al mondo amata, bolla di zampilli Bocciuolo tenue pulsi di sangue buono Creatura di morbida seta cullerai le nostre vite. Vento Decidono: parti in abito sottile poi non senti piu' il tuo respiro: boati d'urlo cocci impolverati di ricordi macerie di case e di te senno in frantumi. Riparti in tenue soffio se puoi.. Decidono....... |