Poesie di Armando Bettozzi


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 Bettozzi 2 - Bettozzi 3
e
i testi di Armando


Liti …senza integrazione
Se sono di colore, i litiganti,
son cose fra di loro, ed è normale.
Se son dei bianchi a fare i lestofanti
ci pensa il poliziotto e il tribunale.

Se - non sia mai!- è gente di colore
e gente bianca a darsele da matti
addio Italia, addio bel tricolore…!
La …brava gente grida: "Questi fatti

son fatti di razzismo! L'Italiano
è dunque, alfine, un popolo razzista…?"
E tutti a sproloquiare e a far baccano,
ma mai nessun che aguzzi un po' la vista,

che non può starci altra spiegazione,
sennò come faranno…i paladini?
Multirazziale, Sì! Sì! integrazione:
ma sono i primi a mettere…i confini.

La vecchiaia
(dedicata a mia suocera nonna Rosa)

Parla di sé,
di fatti di giorni che non sono mai passati,
che dentro di lei si cullano ancora,
come le abitudini
che stringe in mani di cartapesta.
Racconta del vento che soffiava
sopra la chioma profumata
di ieri. E il tempo è quello stesso
che conosceva allora, sempre quello
che all'aria sparpagliava un canto,
e che ripete e fa sentire oggi come un'eco…
Un'eco che rimbalza tra ieri e oggi,
e tra oggi e ieri
in una continuità mai interrotta.
Parla di sé,
senza rimpianto,
senza nostalgia, ché
tutto è presente, tutto risponde, tutto tiene
in quelle mani sue di cartapesta,
e nel profondo più profondo suo
alberga, dove il tempo non ha effetto,
e tutto, tutto quanto è come nuovo, ancora,
e sempre, quando di sé parla a sé, e a chi l'ascolta.

Fatica de campà
(da la culla a la cassa…tutto un faticà)

Intanto è già fatica a sortì fòra…
E ancora nun hai fatto proprio gnente.
Ma già lo sai che ora dopo ora
vai verso un faticà ch'è sconvorgente.

E perciò strilli come n addannato,
ché già t'è chiaro er fatto che coll'anni
aumenta la fatica pe chi è nato,
perché crescenno assommeno l'affanni.

Si che fatica a cresce e a fasse granni!
Fra casa, scòla…e un modo de campà
che n pòi cammià nemmanco si te scanni
e te ciaddanni e nun sai mai che ffà.

Te tòcca d'arancà pe la salita,
finché nu regge più l'imparcatura,
e l'ingranaggio che fa annà la vita
se guasta, infinacché - addirittura -

ariva l'urtimissima fatica
che è st'a penzà a straporto e sepportura.
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Il Ministro Scagliòla dichiara meno del valore della casa acquistata...
Viene perseguito, e si dimette (4 Maggio 2010).


Il valore dichiarato
(chi è senza peccato…)

"Chi gode di condanna e derisione
per chi ha frodato ai danni dell'erario
che…scagliòli…. la sua dichiarazione
e vedrà che non cambia lo scenario.

Se il valore che risulta dichiarato
è davvero quello vero che è pagato
per la casa che un sempronio s'è comprato
di sicuro qualcheduno s'è sbagliato".

Appena detto questo, il sorrisetto,
l'ilarità, il sarcasmo, l'ironia,
di chicchessia dai visi fuggì via
e subentrò una smorfia di dispetto.

Sò tutti opinionisti
Sò tutti opinionisti…tutti sanno
si che penzà e che dì de quàrsia cosa.
Si n vòi sentilli ciai 'r telecomanno,
ma sò tarmente tanti, sempre in pòsa

a ffà salotto llì in televisione,
che tu ciaivoja a st'a cammià canale!
Te l'aritrovi in ogni trasmissione
nframezz'a un firm, o a un telegiornale….

Sò tutti esperti: tutti sanno tutto!
Perfino chi sta immezzo solamente
pe zinne gonfie e chiappe messe a frutto…
che è llì che cià er ciarvello…e er che se sente!

Quando la fine
Quando la fine
spegnerà il mio giorno di sole
spero che un angelo
scenderà a farmi luce
mentre per mano, con soavi parole
al nuovo mi conduce.

Calma
(caducità del bello)

Che calma stamane…Ieri
s'è prosciugato il cielo,
e oggi è primavera. Sento l'upupa
nel suo ritmato dire qualche cosa,
chiedere, forse, chissà…
e le vocine più acute e festose
di uccellini indaffarati ad essere contenti.
Non c'è vento, non c'è freddo
e non c'è caldo. Che cosa c'è, dunque?
C'è pace di natura,
che dentro il cuore mio si trasferisce e alberga.
Fosse così per tutto quanto il mondo
sarebbe il ritorno all'Eden…
ma non è previsto.
E presto o tardi, tutto questo incanto,
pure, passerà…
Come succede anche all'amore…che passa…
L'upupa richiama, tranquilla, scandisce la calma…

Indovinello:
la metamorfosi

(aprile 2010)

L'andare delle cose
le idee ambiziose
le vicissitudini
il cambiare abitudini
gli sbalzi d'umore
pe' un nuovo rumore
lo scampanellio
che viene dall'io
i rancori repressi
su scanni e congressi
il voler apparire
per non scomparire
la verve dell'altro
più abile e scaltro
il narcisismo
il nuovo arrivismo
le carte cambiate
le ire covate
il salto di accordi
soltanto ricordi
lo stravolgimento
l'interno tormento
il trasformismo
un nuovo idealismo
ripensamenti
crear movimenti
non più abdicazioni
nemmeno scissioni
meglio correnti
guidare gli eventi
pensiero stregato
ma chi sarà stato?
seguire altri fini
pel cambio di fini
per fini secondi
più seri e…fecondi
per fini più…fini…
Chi è: l'indovini?
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Inghilterra, Germania, Francia, dirigono i giuochi.
Le loro - soltanto - sono le lingue ufficiali della comunità europea**.
Ma l'Inghilterra si guarda bene dall'adottare l'euro.
Per le cose che contano si riuniscono loro tre, e basta.
A noi impongono le regole per fare la mozzarella, il tappo del vino,
la pizza senza il forno a legna, le quote latte…
A noi ci fanno le pulci sulla situazione economica - ben accetta dai nostri governi -
e guai a non stare attenti ai parametri…. Ma poi "imbucano" i paesi finanziariamente
disastrati…da mantenere…(i nostri governi per questo spingono e plaudono).
La Spagna ha sparato sulle imbarcazioni di emigranti che vi si accostavano,
ma a noi ci fanno passare per razzisti…(anche al nostro interno.) Eeeehhh!!
Non sembra essere altro che un carrozzone burocratico dal costo astronomico.
**(per fortuna un nostro rappresentante sta protestando per i bandi di concorso emessi dal "carrozzone" soltanto, appunto, in lingua inglese, tedesca e francese, eeeeehhh!!)


Li primi de la crasse
"A Re', dì un po': sto trio de paraventi,
de primi de la crasse a tempo pieno,
che in ogni cosa sò più competenti
e pare che n potemo fanne a meno

de accontentalli, che qua fanno: "Attenti
a stacce ar passo pe nun perd'er treno…!"
"Che treno, a Ro'? L'isolano, accidenti,
st'a ffà come je pare…E nun è osceno

che llui ancora ciabbi la sterlina?
Pe ffà gni cosa useno sortanto
le lingue loro…E pòi, de la ventina

e più che semo in tutti, na metà
ce tòcca a mantenelli… È quest'er vanto
de'avé fonnato sta comunità?"

Noi famo li secchioni e ner fratanto
sò solo queli tre a ffà er brutto e er bbello.
E noantri? Stam'a ffaje da zimbello?"
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Per evitare malesseri dovuti …alla corrente…

La corente
"A Gianfri, e daje, e chiudi quela porta…!
La stai o no a sentilla sta corente…?"
"A Sì, e che ffa…è n pò d'aria…che te 'mporta!
Te scanzi e vedi che nun senti gnente…"

"Pe mme nun va…sò na person'accorta
e so che la corente, a chi la sente
e ciarimane immezzo anche na vòrta,
lo pò riduce puro malamente!

Pe cui nun te la prenne, che è pe questo
che n vòjo st'a sentille, le corenti.
Pe mme sò un quarche cosa de indiggesto.

Dà retta: è mejo a chiude li portoni…
finestre…quarsia tipo de battenti…
pe nu rischià arcun danno a li pormoni!"

Sacra Sindone
(testimonianza di fede)

È l'unica cosa che di te - persona -
hai lasciato per noi in questo mondo:
il tuo viso su un telo di lino:
come un quadro d'autore
non autenticato.
I secoli e il credo ce l'hanno tramandato
questo tuo viso d'immenso dolore
ma è solo la Fede, o Divino,
e il desiderio recondito e profondo
di averti tra noi, che a credere sprona.

Sprona chiunque in te vuole aver fede,
e dunque anche in mezzo alle trame, ti vede.

Dedicata alla canzone di Napoli
Ascoltando Napoli
Sembra uscire dalla bocca del tuo Vesuvio
questo canto
coi suoi fili di fumo che l'aria spande
e ognuno un angelo lo prende
e in giro per il mondo se lo porta
come fossero aquiloni di bambini
mentre il sole ti bacia,
Napoli,
e il cuore tuo dei mille drammi
lacrima poesia
e malessere
ch'è lo spaccato tuo di sempre,
e da questo canto ti lasci curare
e sulle ali sue t'adagi e voli,
ali di note uniche e grandiose
che figlie son d'un'arte
ch'è arte del cuore
del cuore tuo ch'è irripetibile e immortale.

Una tipica giornata
Un caffè per consolarmi
prima ancora del danno
ché il danno è sicuro: basta uscire
e di colpo trovarmi nel quotidiano scorrere
di titoli, e rumori, e deleterie ammucchiate
di lamiere, e di fumi, e sequele di luci
intermittenti a dire fai, non fare…e poi…
e poi l'orologio che segna il mio ritardo,
e il rimprovero muto, ma che sento
come un urlo, e un senso di colpa
mi schiaccia sulla solita sedia
con le rotelle, pronto a compiacere il mio PC
per tutta una giornata senza senso.
Toccano svogliate le dita i tasti neri
mentre ogni mossa è riflessa
e incorporata, e intanto
ancora la spiaggia mi dà pace, e m'aiuta
a colorare il grigio il sole che porto sulla pelle.
Sono come sdoppiato: il dovere
muove le mie dita, mentre vaga
l'anima e fluttua come un surf sull'onda.
Un suono: "Ciao, amore, come va ?"
"Così…sto pensando ai noi al mare..".
Dei passi di donne, e di uomini, brusio di voci…
Automaticamente m'accodo per la sosta.
Solite facce, soliti discorsi vecchi di anni,
ma che sembra che siano sempre nuovi:
pettegolezzi, dicerie, invidie,
norme sciocche, casi d'ingiustizia
capi imbecilli, il calcio, l'inflazione…
Poi, quasi improvvisa l'uscita viene
e non ha bisogno di spingere.
Ma forse è meglio che aspetti il diluire
del flusso per le strade; resto un po',
così potrò arrivare più tranquillo
e no come tante e tante sere
a scaricare le mie incavolature
su quella santa donna che mi aspetta.

Un grande mistero
Tutti i santi giorni
che piovono sul mondo
ci portano disgrazie
infamie e cataclismi
che vanno a trascinarci
nel pozzo senza fondo
del brutto della vita.

Ma accanto a quello esiste
per merito o fortuna
la via che va in salita
che arriva oltre la luna
che è larga ed infinita
fiorita e illuminata
gioiosa e seducente
e tanto ricercata.

Ma dire per chi è quello
o questa, e il perché e il come
per tutti è un gran mistero,
e infatti lo sa solo
Iddio onnipotente.

Stelle cadenti
Anche gli Angeli giocano su in cielo
quando d'estate è il tempo delle ferie:
giocano a fare ruzzolare le stelle:
fanno a chi arriva più lontano.
E San Lorenzo
dirige il campionato.

Un bèr quadro
(a Lisa)

Dichi un bèr quadro…È bbello sì!
Vedesse un bèr dipinto incorniciato
è robba che - n c'è dubbio - fa capì
si quanto po'esse bravo e raffinato

n artista che sa ffà ste cose llì.
De certo un quarche cosa l'ha ispirato:
quarcosa o quarchiduno, pe riuscì
a fatte un quadro ch'è così apprezzato.

So còse che sa dacce la pittura
che sòrte da le mano de n pittore;
ma mejo assai sa ffà Madre Natura,

e abbasta che uno guarda quer bèr viso
che t'ha saputo fà, e che parl'ar còre
da serio e quann'incanta co un soriso.

No sbarbajo de luce
Na strofinata…e er prospero se'nfiamma.
E subbito è no stecco abbruciacchiato.
Questa è la vita,
questo semo noi:
no sbarbajo de luce
che nun va sprecato,
pe pòi nun piagne…quanno n c'è più er pòi.

Vita …cor turbo
Na rombata de motore de un Ferari,
na schizzata der Cavallino Rosso,
e nun t'accorgi - nfra gioiosi e amari -
de li tant'anni che te porti addosso.

E poi - o pronto o no che sii - un giorno
er tempo che st'a côre viè a fermatte
che è ora de levàttete de torno,
e grazzieaddio! si è stato ad aspettatte.

L'ultimissima: l'aria del K2 è più inquinata di quella di Milano….(?!)
(Aprile 2010)

L'inquinamento…de città
Oh! adesso sì! ch'è tutto bello chiaro!
È chiaro ch'er penziero va cammiato,
che l'induvini nu hann' induvinato,
e lo scienziato è come un pataccaro,

ch'è stata com'er rajo de un zomaro
la chiacchiera che cianno propinato
der monno che noi avressimo inquinato:
ozzono…gasse…e tutt'er…cucuzzaro...

"Via da Milano! La città è 'nquinata!
Le frabbiche…lo smogghe…ce se mòre!"
E mo viè fòra ch'è più avvelenata

l' "arietta de montagna"…quela fina…
der Kappa Due! Caro professore,
abbast'allora, mo, co sta manfrina

de: "ar lupo! ar lupo…!" e "l'asino che vola…"
Me sa che ridovete tornà a scòla!
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A meno che la còsa nun vòr dì
ch'er monno ha principiato già a finì…

Poesia…curativa
Abbasta a mette ggiù, come sia, sia
er primo verzo…e nasce na poesia.
Ma prima devi avella già sentita
ner più profonno, e dopo ch'è sortita -
che a restà drento nu reggeva più -
la coccoli, ce parli a tu-ppe-ttu,
e come quanno una ha partorito
te senti tutto quanto alleggerito.
Poi, dopo te la curi, la fai cresce
e ar dunque sei contento si t'ariesce.
Arfine te la leggi e lei te piace;
poi vai a lletto e te ciaddorm'in pace.

Il dopo elezioni regionali del 28-29 Marzo 2010.

Malgrado…!
Parla la coscienza


Qualcuno gli ha puntato la pistola
addosso per costringerli a votare
o un coltellaccio gli ha accostato in gola
visto quel che son riusciti a fare

malgrado noi avessimo provato
in mille e mille modi a boicottare
il voto a lor, che invece gli hanno dato?
"Regime!" ci siam messi anche a gridare!

Di certo, no! E allora, com'è stato?
Perché abbiamo perso e loro vinto?
"Ma è proprio questo che ci ha castigato:
l'<al lupo, al lupo!> nostro è apparso finto,

e quello stillicidio accusatorio
che protraiamo ormai con tigna abnorme
e la calunnia - il nostro repertorio -
ci ha fatto un danno per davvero enorme!"

E allora, cosa resta ormai di fare?
"Ci resta di capire che il favore
co' un buon programma! si può conquistare
e no con il veleno e col livore,

e specie col capire e l'accettare
chi al mondo non la pensa come noi -
che invece stiamo sempre a giudicare -
ed ecco quello che succede, poi.

Quanto al programma è solo la premessa,
non basta starci sopra a ragionare;
non basta fare mille e una promessa:
qui vince solo chi è capace a fare!"
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Alle votazioni regionali del 28 e 29 Marzo 2010
è una parola, quella che stravince: "Malgrado"…."e Malgrado"…"e Malgrado"…


Li sonatori …sonati
( l'assarti ar Cavajere
fino ar 28 e 29 Marzo 2010)

Annarono pe daje na lezzione
convinti che l'aveveno sfasati
l'amichi fattucchieri e lo stregone
co firtri e sortileggi e confusione.

Ma er Cavajere e tutto lo squadrone
co antidoti e na fede esaggerata
je l'hanno date de santa raggione
a quela banda persa e strampalata.

Così, sonati, queli sonatori
se stann'ancora a massaggià li bbozzi
e a rifreddasse tutti li bollori.

Chissà si hanno capito che Archimia
nun serve, e manc'a ffà li giochi zozzi,
che chi è che vince è la Demograzzia!

Ma quela proprio vera veramente,
e no! quela che inventa certa ggente.

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E mo, stregoni, streghe e fattucchieri
che ormai nun sanno più si che 'nventasse
se stann'a strappà toghe e a disperasse
così come li divi giustizzieri.

E er popolo? Er popolo è sorgnone:
j'aveva fatto crede de capilli,
ma quann'è ar dunque lui nun è fregnone
e je st'a ffà 'ngojà tutti li…grilli!
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La pedofilia di certi preti sta venendo usata dai nemici della Chiesa e del Papa...

Na Pasqua…invernale
(4 Aprile 2010)

Si che tempaccio! Na Pasqua così
nu s'era vista mai.
Dev'esse che llassù sò impaturgnati
e ar sole j'hanno detto de n sortì
perché sto monno ingrato e spudorato
potesse un po' rifrette
su quelo che st'a ffà e che st'a ddì,
e quann'è Pasqua, tòcca ch'er cristiano
se deve aricordà er significato
de quelo che successe sto gran giorno,
che n vò significà annà fòri porta
pe fà na ggita e fasse na magnata
de quelle assai speciali…

E mo Lo vònno ancora mette in croce
nun solo co li soliti peccati...
Ché de sti ggiorni se la stann'a pìà
co chi lo rappresenta - addirittura -
qua su sta tèra piena de invasati,
pe via de li fattacci
de certi preti persi e scellerati...
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Ispirata dalla breve lirica di G.Ungaretti:

Chiuso fra cose mortali
(anche il cielo stellato finirà)
perché bramo Dio?


e dalle riflessioni su di essa, al convegno letterario di Maria Luisa Spaziani, preso la Biblioteca dei Deputati (Roma, 12 febbraio 2010), dell'oratore, professor Marco Guzzi

L'oltre l' oltre
Non basta il pane, per poter campare:
ci vuole anche il pensiero per la mente,
e arte, e astronomie, e filosofie,
dovranno illuminarci, e questo "chiuso"
aprirci e farci liberi e padroni…
nel vuoto e in tutte quante le incertezze.
Perché da questa scatola usciremmo,
ma finiremmo nello scatolone
dell'oltre, e oltre ancora, senza meta,
poiché un traguardo non ci deve stare,
né un dio che leghi a lui e alle certezze.
Che limitano il gusto del cercare,
ma è nel cercare, il senso della vita!
Che vita non sarebbe, accontentarsi
di far del mondo un mondo in pace e giusto,
e vincere la fame ed i malanni.
E invece adoperiamolo a tal fine
lo sforzo della mente nel cercare,
che il mondo, un giorno, certo, avrà una fine -
invece di aspirare all'oltre l'oltre -
al cosmo ed alla luna e all'oltre ancora…
Ché se nel "chiuso" liberi non siamo,
di certo finiremmo ad esser schiavi
di quel volere, a forza…
stra-filosofeggiare.

Timore
(parla la montagna)

Parla, la montagna,
la voce prestata
dal temporale ruggente.
Come orchi a rincorrere, dannati
un piccolo innocente.

Urla di dèmoni,
e schianti di luce…
E la pioggia intanto scroscia.
Impaurite chiudono le tane,
zitta i nidi l'angoscia.

Nelle case, i bambini
cercano la mamma:
"Quando passa questa voce?"
E lei pure, un poco timorosa,
fa il segno della croce.

Er quadro
Si se fermamo un po'a guardacce attorno
viè fòra un quadro che ce fa paura:
la fame che nun passa e, addirittura,
se fa più granne giorno dopo giorno.

Ce sò li genocidi d'oggiggiorno,
che pe na loro granne fregatura
sò storie che nun fanno più curtura
na vorta visto quello fatt'ar forno.

C'è na gran voja de protagonismo
che fa girà sto monno, come sia,
e s'affratella a un gran menefreghismo.

Ma er peggio è che valori e sentimenti
sparischeno e, ner mentre, l'archimia
ce clona senza troppi comprimenti,

che avoja, er Papa, a dì: "Statece attenti…!".

La barbona
Riccoje quei du'stracci che sò quelli
che se stracin'appresso da na vita;
co du' mollette ammucchia li capelli
pe dasse na parvenza rifinita,

e co l'idea s'accenne li fornelli
pe fà scallà un po'd'acqua insaporita
pe còce na minestra coi piselli
e nun sentisse troppo infreddolita.

Gambe de legno e ghiaccio ne le mano
s'avvia e ariva arfine ad un cantone
ndo' stenne quer su' letto disumano.

S'allonga e già se sente riscallata
dar solito cocente lagrimone
che je st'a spreme chi l'aveva amata.

S'addorme e insogna er sogno, sempre quello,
de quanno che pe llui era Giunone
e er loro era n amore accosì bbello...

Trasposizione in lingua:
Raccoglie quei suoi stracci che sono quelli / che va strascinandosi dietro da una vita; / con due mollette raduna i capelli / per darsi una parvenza rifinita, // e con la fantasia accende i fornelli / per far scaldare un po' d'acqua insaporita / per cuocere una minestra coi piselli / e non sentirsi troppo infreddolita. // Con gambe di legno e mani ghiacciate / s' incammina…e alfine giunge in un angolo / dove stende quel suo letto disumano. // S'adagia e subito si sente riscaldare / dalle solite lacrime cocenti / che scolano via per chi l'aveva sempre amata. // S'addormenta e sogna il sogno, (che è) sempre lo stesso, / di quando per il suo lui era Giunone / e il loro era un amore così bello…

Impossibili uguaglianze
Nasciamo.
Cresciamo.
Imbocchiamo il traguardo di partenza
per un viaggio ch'è a scatola chiusa
verso un orizzonte
ch'è di poco in là, o d'estenuante lunghezza.
Nasciamo fiori da giardino,
o rifiuti da chiusura mercato.
Cresciamo ritti e innalzati come abeti della Sila,
o come rovi di spine, aggrovigliati, e senza more.
Tutti comunque diretti
a un comune traguardo, tuttavia
per percorsi diversi e misteriosi,
per vie maestre, o rivoli fangosi,
inciampando, cadendo e rialzandoci,
o finendo in un baratro anzitempo,
previsto, o non previsto, come sia.
Per mille strade andiamo, differenti
pretendendo impossibili uguaglianze.
Nasciamo.
Cresciamo,
e chiediamo: perché nasciamo:
per fare o no soffrire, e soffrire o no noi stessi?
Perché strade diverse per ognuno: tortuose o dritte
o solo adatte a scalatori esperti,
e perché, infine anche per morire
moriamo senza pena, o nello strazio più feroce?
E perché mentre viviamo pretendiamo
impossibili uguaglianze,
se men che meno uguaglianza è mai concessa
nella pur eguale e dovuta incombenza…di morire?

Parla la lumaca
"Me stann'a ddì che io sò quella lenta…
Ma armeno io co tutta sta lentezza
nu scontento nisuno.
Ma nvece er tribbunale, sarvognuno,
inortre ar fatto che nun dà certezza,
me pare er regno de la stitichezza
pe com'è lento; e prima che t'allenta
na sentenza, ciaivoja a st'aspettà…
Che insin'a mme verebbe da sbottà!"

Ascoltando la Marcia Funebre di Chopin (1)
Come fiocchi di neve, fioccano
queste note leggere, che sanno di pace.
Passano davanti agli occhi
e ognuna è un momento della vita mia
che tutta scorre prima di cessare.
Tremule galleggiano nell'aria,
o più decise, sempre, però, dolci, e malinconiche
e accompagnano lo spirito
che piano, senza fare male esce
e s'avvia, accompagnato dal dolce suono.
Come faville d'un focolare
salgono, queste note, verso il cielo.
Portano il mio spirito a respirar la pace.
Poi, anche il corpo ormai abbandonato,
con passo uguale, cadenzato e mesto,
accompagnano nel luogo del riposo.

Almeno una volta al giorno, vorrei morir così.

(1) Sonata N. 2 in si bemolle maggiore.

Sorsi di natura
È come con la mela,
che co' un bicchiere al giorno
levi di torno
medico e malanni.
È figlio della terra,
del sole e d'un lavoro sapiente e ricercato,
e viene dalla storia lontana, e fa cultura.
Son sorsi di natura,
e vanno sorseggiati, non bevuti,
quando in compagnia dà l'allegria,
o quando sei da solo a meditare.
E sull'altare è fede ed è memoria.
È come una carezza
che scende dal bicchiere
a dar piacere ad anima e palato,
è amico ricercato,
di carattere buono,
ma è suscettibile, e non ama
essere abusato.
Lo lasci ad aspettare
nella cantinetta,
e lui paziente aspetta
e nel frattempo si dà un tono
per fare un figurone
alla prima occasione.
Sia bianco, o colorato
se è sano e genuino,
sempre sia presente
il buon bicchier di vino!

Il libro
(Lo dice Lucarini*)

Lo dice Lucarini
e lo conferma il tempo.
Non lo disperde il vento,
né alcun pensiero ottuso
lo offusca o lo deturpa.
Resiste ad ogni moda.
Non segna mai scadenze.
E se restiamo soli
sa farci compagnia.
La mente ci arricchisce
e il cuore ci consola.
E se lo diamo in dono
è più che offrire un fiore,
perché è condivisione,
è come dare un po'
di personalità.
È un fiore ch'è sbocciato
e che non appassisce.
Son pagine d'un libro:
è, il libro, l'essenziale
per crescere, saziando
l'anima, leggendo,
e non restare, al mondo,
pochezza o poco più;
seguir senza riserve
l'antico invito all'oltre
tenendo sempre acceso
-sul mare degl'indugi-
il faro del sapere
che illumina la notte,
e le memorie appunta
ed il pensiero fissa
nell'immortalità.

*Editore "Pagine", Roma.

Mio padre faticava
Mio padre faticava,
mio padre era malato,
mio padre era stanco
e non poteva mai fermarsi.
Il mattino lo spingeva,
il giorno lo inchiodava,
e la notte non poteva riposare.
Faticava, mio padre,
e soffriva, per noi,
e per noi pregava.
Pregava mio padre per noi
e pregava per tutti
anche per gli sconosciuti
e piangeva, a volte,
per i mali degli altri.
Animava il legno -
grandi fette d'alberi -
che le mani sue sapienti
trasformavano,
e con l'anima sua grande
andavano a stare, poi, in cento e cento case.
Mio padre viene, a volte
a trovarmi, la notte,
come un grande crocefisso che mi guarda
benevolo,
e con le mani sue callose mi dà quella pace
che a lungo, in terra, non aveva avuto.
Guardo ogni tanto fra le stelle,
e lui è là
insieme alla sua sposa,
amata sposa, amata madre,
che torna, spesso, anch'essa,
per accarezzarmi, ancora.

Atto di speranza
Troneggia al mondo tanta prepotenza
e tanta delinquenza e noncuranza
e tutto l'egoismo e l'indecenza
che sembra non vi sia più la speranza

che possa rinnovarsi l'indulgenza
che al mondo ha perdonato la mattanza
del Cristo messo in croce, e la semenza
sua quasi scorda - piena d'arroganza.

Ma questo è quel che appare, perché è il male
che ben si mette in mostra, mentre il bene
non ama il chiasso, ed in percentuale

è tanto, tanto più… ma non figura.
Però dal cielo c'è chi lo sostiene
e chi è con lui non deve aver paura.

Sei…
Sei panna montata su cono gelato
nei giorni d'estate che è forte la voglia
d'un po' di frescura e di dolce che plachi
il mio desiderio che porta da te.

Marroni in cartoccio che scaldan le mani
che senti ghiacciarsi per strada in inverno
che prima di tutto ne aspiri il profumo
poi avido sbucci e ti metti a gustarle.

Sei burro spalmato su fetta di pane
che morbido aggiunge alla sua morbidezza
e in bocca si scioglie e diffonde un sapore
che è proprio speciale tra il dolce e il salato.

Sei come una fetta succosa d'anguria
e hai della pesca la pelle velluto
e tutto il colore e il sapore e il profumo
che tante ne gusto e con gusto mi sazio.

Tu sei la stagione più bella che porta
l'allegro risveglio ai boccioli di rosa
ai prati fioriti, ai nidi d'uccelli
e attrae con amore chi cerca l'amore.
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Per l'8 Marzo
Donne
Le donne
ci danno
piacere e malanno
Ma senza, è il tramonto
che oscura la luce
Con lei è l'aurora
il risveglio, la vita
È il miele che scorre
e ti lecchi le dita.
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Prima non andava, e bisognava correggere…
Ma adesso….! Dalle ultime cronache (Febbraio-Marzo 2010):
marito condannato a pagare mille euro al mese alla moglie, dopo appena un mese dal matrimonio.
Lei sta con l'amico: e addirittura compra due appartamenti. Lui va in appello. Sentenza: anziché mille pagherà "solo" cinquecento euro. E poi i "filosofi" stanno lì a spremersi il cervello sul perché la gente non si sposa più…..Ehhhhhhh!


Chi è più mignotta: lei, le Legge, o chi ?!
Ar monno c'è chi ffa, e chi 'o permette,
e prima ancora c'è chi se l'inventa
er modo de st'a ffà, che n s'accontenta
de fà quarcosa...NO! Quelo nu smette

infinacché lo metteno a le strette
ar modo de pensà e de fà, e fomenta
striscianno, o scaciaranno…e te tormenta
ogni bonsenso co le pirolette

der su'ciarvello - dopo avé sniffato -
che arfine un pòro straccio de marito -
lassato appena dopo avé sposato -

se deve mantené lei co l'amico,
e a un bon tenore…arto! e all'infinito!
Beh….io a capì questo ce fatico.

C'è un caso, mo, che lui sta llì a scucì*
pe llei e amico, e cianno appartamenti…!
Chi è più mignotta: lei, la Legge, o chi?!

*scucì = pagare
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A certa politica

Bisogna arinizzià dall'abbiccì
Eh, certo, sì!, c'è la sopravivenza,
l'istinto…quello de conservazzione,
ma tòcca pure avé n po' de decenza
e arfine sapé pìà na decisione.

Bisogna d'abbozzà…e co gran pazzienza
rimette tutto quanto in discusione,
che si nun ciai più gnente in de la lenza,
nu abbasta la più grossa ostinazzione

pe pescà er pesce…che nun vò abboccà.
Ariva…de finì co 'a propaganna,
co' 'e chiacchiere, che artro n se sa ffà…

Bisogna arinizzià dall'abbiccì,
bisogna cammià rotta, che n se inganna
un popolo che ormai sa chi è chi!

Annuncio di Primavera
Sento
e non è voce,
né suono.
E pure si sente
il silenzioso risveglio
che il fiore riveste di bello
e di nobili essenze pregna, e colora.
Sento la vita
che porta la terra
e l'aria la desta, con soffio leggero;
vita che sembra venire dal nulla,
cullata dal sole, e che dà meraviglia.

Notte di paura
È il vento
o sono l'anime percosse
che sibilano, fuori, un tal lamento
che cupo e ostile vola nella notte,
che quasi umane grida
sembrano, dolenti e minacciose?
Il vento, anche, percuote arbusti e rami e foglie
e tante ne distacca, e in turbinii violenti
travolge, e a destra e a manca sbatte e, a piacimento
schiaffeggia
con quel rabbioso sfogo che impaurisce.
Tremano i vetri e sbattono le imposte,
fischiano i camini,
tremano sospese le creature.
La notte pure, è cupa
e cupo è l'abbaiare d'un cane, che,
solo,
contrasta intimorito l'ulular che ingrossa
come mare in tempesta che sconvolge,
e si fondono e confondono, quelle voci oscure,
e sotto le coperte, le persone
si nascondono, e, in attesa… trattengono il respiro…

La schiarita
Ritorna il giorno nella notte scura
a rinnovare il dramma e la paura
e scorre come un'ombra ingigantita
che va a precipitar… per la salita,
ché pace ai vivi non è mai permessa
e solo a chi non pensa vien concessa.
Allora accende il buio, la schiarita
che sempre splenderà nell'altra vita.

L'incubbo italiano
(la…cosa, o er…coso)
(nova moda 2009-2010)

"La mafia je fa n baffo, a Re', a la…cosa.
Lo stai a véde, o no, quer che succede?
Po' avecce na linguaccia velenosa,
poi 'nzurtà un Presidente, e, n ce se crede,

continui a ffà na vita dignitosa.
E pure si è ch'arubbi, che succede?
Gnente, a Re'! E nun è cosa spaventosa
si ammazzi…fanno finta da nun véde:

poi 'nnà giranno come fusse gnente,
che gnente ar giorno d'oggi pò esse peggio
d'annà a…cosa, ché cosa più rovente

nun c'è, pe chi vò ffà er politicante,
che manco a stasse a ffà succhià l'aggeggio -
llà in USA* - fu tarmente devastante!".

"Davero, a Ro', si tu vòi libberatte
de chicchessia je porti e je fai sbatte
la…cosa (o er coso), e ar tizzio
lo incastri sur giornale e perd'er seggio.
Che er peggio de li mali è avecc'er vizzio!"

*caso Casa Bianca di qualche anno fa.
**basta guardare le più, o meno recenti cronache italiane,
tra tentativi di far cadere, e cadute…accadute.

Un feragosto, a Cervara
(a Cervara di Roma, oltre mille metri, al confine con l'Abruzzo
con nottata sotto le stelle
)

Pe tutto quant'er giorno t'abbruciava
er sole si nu stavi un po'anniscosto.
Ma pure sott'a un pino nu scherzava
quer gran callaccio pronto a facce arosto.

Ma quann'ormai Maurizzio boccheggiava,
trovassimo na fonte llì sur posto,
ndo intinse er muso, tanto ce smagnava
de daje na smorzata ar feragosto.

Così arivò la sera e cammiò scena.
Quarcuno trasformò quer callo in fresco,
e er fresco, poi, in freddo, e dopocena

prennessimo dar sacco na cuperta
e pe la notte intera, che artalena…!
Mo a mme, mo a llui, na parte era scuperta…

Tra campanacci e zzoccoli*, a bon'ora,
s'arzassimo che la vallata intera,
tutt'ovattata**, sonnecchiava ancora.

*passavano i boscaioli coi muli coi campanacci al collo
**tutta ricoperta da una nebbia fitta, fitta: scena favolosa.

Semplicità
È chiuso alle orchidee
il mio giardino incolto.
Ci cresce solamente una violetta:
la curo come e più d'un gran tesoro.

Roma… fioccata
(12 febbraio 2010)

E lo scenario de sta gran città
s'è, a l'improviso, tutt' immacolato.
Stanotte cià fioccato
e ancora sta fioccanno, guarda qua!

E l'aria è tutta fredda e frizzantina
e sveja deppiù e mejo der caffè.
E resti llì a vedé
sta tanto bella e nòva cartolina.

E pensi a quann'è stato n'antra vòrta,
e devi risalì a tant'anni fa.
Difatti ognuno sa
che ar massimo, qui pò arivà già sciorta.

E 'nvece oggi, proprio s'è attaccata
su prati, tetti, piazze e in ogni strada
indove nu j'aggrada
a chi deve sortì pe la giornata.

Perché, se sa, che Roma viè bloccata,
ché slitteno le ròte, ortre a li piedi,
e si ce provi, vedi
si che vòr dì na grossa nevicata.

Ma a parte er gran casino che viè a ffà,
la neve a Roma è robba che te incanta
e spece quann'è tanta
e resti a casa a stattel'a gustà.

Le lavandaie
Dov'era più dolce
l'andare del fiume
in uno slargo del greto ghiaioso,
sui grandi sassi levigati e scuri
sbattevano i panni infaticabili donne
sognando quel poco che si poteva.
Cantando e sognando stendevano i panni
al sole sull'erba,
bagnando l'aria d'un bianco profumo.
Li raccoglievano in ceste capienti
posate sul capo
e poi ritornavano, incontro all'amore,
con mani arrossate sul cesto e sui fianchi.

Scorre, quel fiume, ancora, ma è solo,
senza più mani di donna da amare,
mani curate, intrise di creme,
di donne che ormai, pure loro, son sole.
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Pentiti qua…pentiti llà…
Ma a chi fa 'r bravo, chi je lo fa ffà?


Pentìti…prediletti in celo e in tèra
Vedremo, poi, chi goderà deppiù:
si è chi ciabbada, o chi fa er depravato.
Si fusse questo, nun ciannerà ggiù,
che, cacchio! Se n'è sempre strafregato,

è stato boia, ladro e anche fru-fru…
e ll'artro, 'nvece, ha sempre faticato,
penzato…e è stato pieno de tabbù
pe avecce poi er premio meritato:

sarebbe un'ingiustizzia! E poi - mettemo -
se incontreno in quer posto benedetto…!
Direbbe: "Allora, io sò stato scemo -

ar dunque - a ffà na vita che me onora,
ma a uffa…che sto a piàmm'er sorisetto
de quer pentito llà dell'urtim'ora!".

E llà…po' annà così…
Ma er brutto è che a la ggente peccatora
er pentimento frutta aggià da qui!

Noi semo come tanti giocarelli
Noi semo come tanti giocarelli,
de queli che se gira la chiavetta
e quarche pupazzetto o machinetta
se mette a move e a core, e li fanelli

sò tutt'impressionati a st'a guardalli.
Ce giocheno pe un po' tutti contenti,
ma poi je pìa a ffà l'esperimenti,
e gira, gira ariveno a scoccialli.

E puro a noi ce caricheno… e annamo…
Coremo lungo er prato de la vita,
e questa st'a guardacce divertita.
Poi, gira, gira, noi se 'nnammoramo

e lui, Cuppido, gòde ner vedecce
innammorati, e a 'nnà così d'accordo:
ma poi diventa tutto un ber ricordo
ché lui se stufa e n tira più le frecce.

Arfine, poi, se scoccia anche la vita
che vò sperimentà nòv' emozzioni
ciariempie tutti quanti de infezzioni
e poi ce viene a ddà…la bonoscita.

La poesia, è!
La poesia, è:
o c'è, o non c'è.
È dentro noi -
è anima o pensiero -
da dove va sul foglio;
e sta nella natura
e chi è ispirato dalla meraviglia,
la piglia, e, è sempre sopra un foglio,
che alfin la si racconta.
È parole, la poesia,
in libertà,
ma nella libertà, comunque,
lei deve saper dire,
non solo… dir parole in libertà.
Dev'essere compresa e con facilità,
e a volte, invece,
neppur chi ha verseggiato
ne sa il significato.
Non è ingannare -
pur se con sapienza -
la gente senza senno, né esperienza,
che a quel vede,
se presentato bene, lei ci crede.
La poesia nessuno può insegnarla:
la poesia, è:
o c'è, o non c'è.
Come l'amore.
L'amor non abbisogna
di critici e correnti,
o qualche appartenenza:
è senza distintivi.
È timida, e vuol la sua decenza.
Sennò succede come in galleria,
che un punto in una tela
racconta della vita e della morte,
e, per sentito dire, ognun comprende
ch'è un gran capolavoro!
E è lì estasiato, che gli fa la corte,
e neanche azzarda a farsi un' impressione…
Non è una gara a chi più sa inventare,
a chi più sa shockare,
non è una moda:
sennò, che moda, sia!
La poesia, così, non è poesia.
Poeta, vuole dire,
prescelto dalla Grazia,
però che veramente Grazia sia,
diversamente hai voglia a stare a dire che è poesia.
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….E aricordateve che lli' ne la Sabbina
er Carnovale e' bbelo co Tor e co Adelina!


È Carnovale, gente!
È Carnovale, gente! E perciò abbasta
a stà cor muso lungo, triste e griggio,
che pare che venimo da un litiggio.
Prennemo un'espressione più entusiasta

perché accosì s'addice a sta gran festa
ch'è ffatta pe cantà, magnà e ballà,
e bbeve tutti assieme pe scordà
l'affani che ciavemo in de la testa.

Ammascheramo er viso d'alegria,
che ognuno faccia quelo che cià in còre;
facemoce pijà dar bon'umore
che qui la vita core e scappa via!

Fermamola! pe un giorno…due…tre…
facenno le stranezze e le frescacce,
che intanto chiunque stia llì a governacce
gni giorno ne fa più de me e de te!

Tiramo li coriannoli pe ll'aria,
sonamo le trombette a sprofusione
ed intonamo assieme na canzone
e passerà perfino quarsia caria.

Scordamise l'amori lagrimosi,
la crisi co la disoccupazzione,
le tasche vòte, e quela confusione
che c'è nfra li partiti indecorosi

dicenno ste parole de maggìa:
" O Carnovale, Carnovale bbello
spalancace er portone ar tu'castello
ma lassa fòra ogn'ideologgia!"
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Tra le altre ragioni, economiche, sociali…c'è una Legge che è un po' troppo esagerata…
Poi si domandano:"Ma com'è che non si fanno più figli?". Senza contare che su certe problematiche familiari oggi ci hanno inventato su il reddito di chi si va ad impicciare e troppo…fino (come più volte accaduto) a portarsi via il figlio al quale non puoi comprare il motorino o pagargli vacanze alla moda, o garantirgli, quando sarà ora, l'università. ….Aperture…Eeeehhhh….!!!


Na gran bella…fregatura
Pe famme perdonà na marachella,
ar tempo m'abbastava na promessa
e arimediavo puro 'a carammella,
e ar dunque n c'era tutta sta rimessa

si ce scappava quarche scappellotto
assieme all'immancabbile strillata.
Ammò si azzardi solo no sborbotto
ar tu' fanello pe na birbonata -

si quello llì è n tipetto che je gira -
te pò inguajà co na telefonata,
che viè l'addetto che te pìa de mira
e armeno, armeno passi na giornata

che n'antra vòrta prima de dì "ba"-
pe nun parlà de chissà che "tortura"-
ce penserai du' vorte, che, chissà,
te pò mannà in galera addirittura!

E infatti c'è chi penza che a fijà
sti tempi de grannissima "apertura"
che sta portanno la modernità
pò esse na gran bella…fregatura.

E spece, poi, si quanno sò cresciuti
nun vònno faticà ma invecchià a scòla,
che pe la Legge vanno mantenuti
armeno infinacché… nu stai in cariòla.
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Terremoto di Haiti, 17 gennaio 2010, almeno 170.000 vittime.

Il lutto di Haiti
Per fortuna che sono lontani,
e di tanto:
il dolore, così,
se c'è, è affievolito.
Né frastuono di crolli,
né urla, né pianto,
né polvere
irrorata di morte, da respirare.
Notizie soltanto,
di bibliche cifre di corpi
schiacciati; sbranati
da furie che un dio
o un demonio scatena.
Sono giorni di pena
pel cuore del mondo,
ma nessuno risponde alla blanda domanda:
"Perché? Quale colpa?"
E sembra irreale
ogni scena trasmessa:
l'apocalisse da film dell'orrore:
inerti cataste di vite troncate,
lo spegnersi lento
dei vivi sepolti,
le orride smorfie fissate sui visi
nell'atto finale d'un vivere spento,
e d'un morire ugualmente insensato.

Forse per molti
è il finire di pene,
ma per quei bimbi,
la più umana pietà,
quale ragione, per consolarsi,
potrebbe inventare?
È forse - questo -
il mistero sì oscuro,
che dà inizio alla vita
solo in braccio alla morte?
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Nel giorno della Memoria 27 Gennaio 2010

Mai più!
Basta! Carnefici,
aprite gli ugelli:
che m'attraversi l'aria velenosa
così che siano, le pene d'un martirio
portate a conclusione
e il corpo mio alfine abbia riposo
e pace l'anima, e il silenzio
spenga ogni grido, e asciughi
un'ultima lacrima che cola
dagli occhi, ormai ciechi,
che più non vogliono sentire
le orecchie, né gli occhi guardare
l'incubo d'orrore,
che, indulgente, la morte
soltanto può annullare.
Andrà lo strazio mio per tutto il mondo
a dire: basta!
a urlare: "Carnefici, mai più!".
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Un fatto, una poesia. Di Armando Bettozzi.

Un prete (un certo parroco genovese) vuole togliere il crocifisso dalle scuole e da altri luoghi pubblici, così come anche qualche preside di scuola….un altro prete che non fa il presepe…Eeeehhhhh!!!
(durante il 2009)

Ar prete traditore

Ce fusse stato oggi er Giuacchino
ansai si che versacci avrebbe scritto
a tte che vòi fà 'r prete giacubbino
ma che dovevi solo che stà zitto!

Attento - prete strano! - er populino
stavorta s'arivorta, NO a un editto
de un quarche signorotto damerino,
ma viè da te e te mett'a capofitto!

che te fa ffà la fine che quei tizzi -
che tanto stai cercanno de difenne
dar crocifisso che tu detronizzi

tradenno chi te dà de che campà -
riserveno a chi ar loro dio l'offenne.
Abbada, dunque, e nun ciariprovà!

L'amore: Prima, e Mo
(sempre, comunque, in endecasillabi)

Ognun ne tragga quel che vuole trarne

Prima.

"E lassa..e daje…e su, e stàmise bbòni!
Co ste manacce sempre a stuzzicà…
Vòi sempre appiccicatte…e che ciò 'r miele?
Possibbile? Che…nun te sai tenè ?"

"E daje…e stacce…pòi n te tòcco più
E pòi tu ce lo sai: te vòjo bbene,
si nu lo fò co tte, co chi lo fò?"

"Ma è bbello pure a st'a gurdà la luna
che mica c'è bisogno de fa quello!
Poi devo pure annamme a confessà…
E si lo sa mi padre…te saluto!"

"Ma daj che n c'è nisuno, e pòi, si fusse?
Ninè te sposo, stai o no a capì?"

"Ma llora, aspetta, lo faremo dopo…"

"Che dopo, a Nì! Ancora sto a studià…!
E 'nnamo, su, a Niné, nu reggo più
Madonna mia Ninè, quanto sei bbòna
Me stai a ffà penà…leva la mano!"

"Ninetto mio, Ninè…ma che vòi fà?
Me stai a ffà morì me sta a ffà!
Sai quanto l'ho aspettato sto momento
te possin'acciaccà, Ninetto bbello
Sippure pòi me viene er pentimento,
pe mmo io sò contenta de fà …quello!"

Mo.

"A bbella, che m'aspetti quanno sòrti?"
"Va bbè, aoh, ma te come te chiami?"
"Io sò Ninetto" "Ah, mbeh, io sò Ninetta,
aspetta che finisco de ballà".
"Tiè, bevi n antro po'" "Ma ho già bevuto
Vabbè…mo provo pure questo qua.
È bbono, aoh! Ma che volemo fà?"
"Che famo, aoh? L'amore, e che vòi fa?
"Ma armeno …famme mette un po' più mejo…"
"Annamo…?" "E annamo sì!...Che…vò' aspettà!?"

Che fai domani? T'aritrovo qui?
Domani no: ciò n antr'appuntamento.

La pausa
(musicale)

È l'attimo
che tutta in sè raccoglie,
magnetica, la forte ispirazione,
la pausa che sta per dare il via,
e è preludio e dispone
ogni anima all'ascolto.

Inizia,
e la bacchetta con le sue movenze
nervose, ora, e ora dolci o gravi
scandisce il tempo a fiati e percussioni
a corde e ad archi
e tutti assieme crean l'emozioni
d'ognuno che li ascolta e sa ascoltare.

E a ognuno, il cuore, i battiti in sospeso,
ad ogni pausa sembra trattenere
in quella, sia pur tanto breve, attesa
che pare il suono più d'ogni altro esteso,
e più d'ogni altra nota in cuor fa presa.

Pellegrino, che venghi a véde Roma.
Roma è n'idea che t'arimane in testa,
è na scena voluta da un reggista
pe parlà ar còre e fa godé la vista
cor nòvo e coll'antico che je resta.

È l'aria allegra de na canzonetta,
na passeggiata fatta sott'ar sole,
na bella donna, llì, pe chi la vòle,
è er tempo che nun passa e che t'aspetta.

Je dichi "addio", però nun ciai speranza:
nun te la pòi scordà sippuro vòi,
ma in fonno ce lo sai che prima o pòi
ritorni…e te ne vai co sta speranza.

Immezz'ar mare
De certo vale più de quer che pare
a stassene da soli immezz'ar mare
indove c'è na pace che qui in tèra
nun c'è, che pare sempre de stà in guera
sia a casa o fòra - abbasta che c'è gente -
ché tutti vònno dì e nisuno sente.
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Un fatto, una poesia.

Ma non doveva essere solo castigo per gli scansafatiche che prendono lo stipendio a uffa nei ministeri? Ora, per far sì che quelli si guadagnino quello stipendio che gli dà lo Stato per lavorare, gli si dà il premio se lavoreranno!

Ma allora, lo stipennio…?
"L'hai 'nteso, a Ro', si che st'a dì Renato?
St'a dì che infin'a mmo nn'ha arzato un dito
pe guadambiass'er sòrdo de lo Stato,
ma mo che quer ministro s'è pentito

de dà solo er castigo all'impiegato
ch'è assente o v'ar mercato…e ha stabbilito
che pò anche daje er premio, m' ha giurato
de diventà er travet più incallito".

"È giusto, a Rè, ce vò la ricompenza,
ché lo stipennio è de per sé un diritto
che se dà puro a chi fa sempre assenza:

perché a sgobbà nu è proprio che ciaspetta
e mo lo farà solo quarsia dritto
pe pìass'er grano in più che dà Brunetta".

Carnovale der 2010
Sò guasi tutti quanti ammascherati
da tipi griggi, tristi,e diperati,
da quelli che la crisi se li magna
sibbè che ormai n c'è più chi se ne lagna
perché a lagnasse va si pò aiutatte,
ma qua, me pare, ognuno se ne sbatte
e andove sia te bbutti è sempre uguale:
te fanno piagne puro a Carnovale!
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Un fatto, una poesia.

"Legge ad Personam"! Le bocche sono piene - e l'orecchie, pure! -.
Ma vogliamo anche riempire le bocche e le orecchie con "Giustizia ad Personam
" ?

"Giustizia ad Personam", chiama;
"Legge ad Personam", risponde.


Giustizzia… ad Personam
"A Re', io n ce capisco guasi gnente
co tutte ste bojate de partiti,
m'aricordo, però, che da studente
n po' tutti s'erevamo sbalorditi

a lègge che du' forze, si appricate
a un certo stesso punto, gira, gira
s'annulleno nfra lloro, e: <Guardate -
faceva er professore - si se tira

co uguale forza sia de qua che llà,
n succede gnente…e che pò mai succede:
n succede gnente si c'è parità!"
" È vero! a Ro', e se po' vede:

a "Giustizzia ad Personam" - §§forza uno,
ch'è contro er Presidente der Consijo,
risponne, pe nu sfavorì nisuno,
la "Legge ad Personam", e cioè l'appijo

-§§ forza due - indove er Presidente
s'attacca e tira, ed ecco le du' forze
che su lo stesso punto - e mo è evidente -
s'annulleno, che n cianno più risorze"

Aspettare l'alba
Aspettare…
Aspettare qualcosa:
l'alba
sul velo del mare
respirando,
sospirando…
Aspettare che il sole salga
e asciughi l'aria
e la sabbia.
Guardare il distendersi della luce
dovunque
e piano, piano farsi forte,
troppo, per gli occhi incantati.
E pensare…pensare…
Chè il momento è di magia e non va sciupato.
Ascoltare
quello che dice il mare
col ritmo pacato di chi è saggio.
Avvolgersi di luce e piano, piano
di calore
e scaldare il cuore coi ricordi
che il silenzio invita
e il dolce sciabordio accoglie
delicato.
E portare con sé
tutto quanto
prima che il giorno possa cancellarlo
col frastuono che certo arriverà.

Difficile è la felicità
Difficile è la felicità,
grave impegno è mantenerla.
E quando il breve tempo decretato
passa per riprendersela arcigno
restano i nostri visi rassegnati e soli.

Potessero almeno, le nostre lacrime
scorrere in un unico rigagnolo
e liberare il loro caldo profumo, insieme.

Su questa panchina
È qui, su questa panchina
dove noi ci siamo conosciuti
e dove a sera
aspettavamo il sole tramontare
mentre essa cresceva,
e più forte saliva, dolce
la voglia dei momenti sognati
di notte e di giorno
e ancora, qui, insieme
avvolti
in quell'alone di magica attesa,
quando
i palpiti dicevano più d'ogni parola.
Muti stavamo, infatti,
per non destare l'incanto inebriante
per l'aria, perfino,
che l'anime fondeva in una
fino a non capire più
il corpo tuo, da esplorare,
e il mio,
ormai fusi anch'essi in uno:
sogno,
desiderio,
promesse del tramonto di avverarli
lasciandoci pian, piano allo scuro,
e soli…
Il sole continua a tramontare
su questa panchina,
ma senza più promesse
mentre il cuore mio ancora batte
forte, al ricordo
della magia che inebriava l'aria, perfino.
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Non è per invidiare…nè sono gli unici…Ma vedere che una società, e in questo caso la Vodafone,
sta facendo fare svariati spots televisivi - pagandoli con cifre che possiamo immaginare proibitive - sempre alla stessa coppia già sommersa da miliardi, e beati loro, Ilary Blasi e Francesco Totti, dà un po' da pensare. Magari potrebbero far lavorare tanta altra gente meno fortunata, e abbassare le tariffe, innestando un meccanismo di vera concorrenza a favore dei milioni di utenti (seconda parte 2009 e chissà quanta parte del 2010).


Pubbricità!
(co li sòrdi loro…)

"A Rè, la gente nun se renne conto
de quer che vede e sente e quer che ffà;
qui pe davero fanno a chi è 'r più tonto:
se stanno tutt'er tempo a lamentà,

ma Blasi e Totti in coppia nu è un affronto
pe lloro a stà a vedelli sempre llà
ad abbuffasse, e proprio me ce smonto
sentennoli a quei due:"State a invidià…!".

"Stamo a invidià, a Ro'? Embeh, e allora?
N'avressimo er diritto…Ma me lagno
perché ner mentre tutto va in malora

quei due, più peggio de zi' Paperone,
co li mijiardi stann'a facc'er bagno:
li sòrdi loro dati a Vodafone!".

Artro ch' 'a lumaca!
A vorte, si uno dice un quarche cosa
che a n antro nu je piace
perché l'idea che cià è differente,
è come avé a che ffà co na lumaca
che appena che je stuzzichi le corna
se l'aritira assai confusamente.

E poi se 'nfila tutta quant'è lunga
- pe sfreggio e pe vendetta -
ne la casetta che se porta appresso.
Ma le' è n animaletto, poverella:
er brutto è quann' a ffà così è 'r cristiano
che a la demograzzia je fa 'r congresso!
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Visita a Cosenza Vecchia in occasione della cerimonia di premiazione
del Premio Artistico-Letterario "Antonio Proviero", 2° ed. 2009
.

Lettera a Cosenza
Capisco, sì, è l'età
che pesa e che sfigura,
che è come per la pelle delle donne, che s'affloscia
che incartapecorisce e fa le rughe.
Anicia, decadeva pure lei:
però ha reagito,
s'è messa addosso tutta la cosmesi
e adesso è come un fiore a primavera.
Ci voglion le iniezioni, quelle adatte,
le creme ed i massaggi
e no piangersi addosso
che ha per effetto solo
di fare nuovi solchi, nuove rughe,
e nuove crepe e macchie di vecchiaia.
O dar la colpa a chi non se la prende…
Reagisci e stupiremo all'incontrario.
La pelle delle case tue è sfatta, è scolorita,
che l'ha abbrutita il tempo e anche l'incuria.
Si scioglie e viene giù, e l'incarnato
si scopre tutto e è tanto poco bello.
Le case tue saprebber esser belle,
se solo ci tenessi un po'di più,
e ognuna si curasse il proprio aspetto.
Non vedi proprio, o stai facendo finta?
La gemma tua, la gemma più preziosa
ch'è la normanna e sveva eredità
che illumini orgogliosa a ogni tramonto
si va squagliando come panna al sole.
È ora che ti curi, o mia Signora,
e quel che serve è uno scattar d'orgoglio.
Che aspetti a imbellettarti col rossetto,
col rimmel, con la cipria e il fondo tinta?
Fai come fan le donne fanfarone,
che fanfarone sono, ma anche belle,
perché, Signora, tu non sei da meno,
con le tue gradinate e coi tuoi tetti,
coi ponti sopra il Crati ed il Busento,
e i ferri dritti e scuri alle finestre.
E se anche senza trucco
tu m' hai affascinato
mi piacerebbe averti ancor più bella.

Tragedia di guerra
al nido


La guerra tuona mentre l'uccellino
non pensa che al suo nido da approntare
ché sente ch'è in arrivo il suo piccino
e presto deve dargli da mangiare.

La bomba esplode proprio lì vicino
e un esserino scoppia a pigolare
ché teme che un innatural destino
lo lasci al nido e mai potrà volare.

A protezione aveva aperto l'ali
quell'uccelllino sopra il nuovo nato
così che delle schegge micidiali

d'entrambe l'ali l'hanno mutilato
e disperato è lì che rassicura…
ma il piccolo è già morto di paura.

Il meglio è Natale
Ho visto Natale
passare sui tetti
di tutte le case.

Diceva una frase:
"Amore ed affetti
al posto del male

io vengo a portare
a chi il cambiamento
lo cerca davvero,

di questo è foriero
l'Amore, e se è spento
non c'è da sperare".

Un fresco sapore
di buono e di bello
sembrava arrivare.

Ma ecco scoppiare
l'usuale duello
fra l' odio e l'amore,

fra il bene ed il male.
Perché vinca il bene
non resta che amarsi

e dunque schierarsi
con chi più conviene,
e il meglio è…Natale.
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Giovanni Battista Musiu è stato, nella sua Sardegna, contadino e muratore,
con la sola scuola base, ma con un sogno preciso da realizzare. È stato autodidatta, e ha fondato il primo Museo Etnografico della Sardegna (dei due Musei da lui fondati a Quartu Sant'Elena uno è passato allo Stato, l'altro è tutt'ora di sua proprietà esclusiva).
È diventato Cavaliere, e Vice Presidente del Consiglio Europeo della Cultura (nominato a Mosca).


A lui ho dedicato con ammirazione sincera, a Quartu Sant'Elena, dove l'ho conosciuto in occasione della cerimonia di premiazione di un concorso internazionale le di Poesia, il 20 dicembre 2009.

Cavaliere di Perseveranza
(da Contadino a Cavaliere)

Chi più di te poteva, Giovanni,
far germogliare dell'anima il seme
che tra le pieghe hai scaldato per anni
già figurandoti il quadro d'insieme

dei tanti frutti che avrebbe donato,
tu che alla terra i tuoi semi portavi
e che da lei tutto quanto hai imparato,
come facevan da sempre i tuoi avi.

Ed ha fruttato! Quel seme fecondo
con le radici e il suo tronco possente
che i mille rami ha allungato sul mondo:
della cultura sei oggi esponente!

Ed ogni foglia è un trofeo, e è lampante -
di tal miracolo - testimonianza:
ora è un Museo, quel seme, e un gigante
tu, Cavaliere di Perseveranza.
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Nella politica, ma anche nella vita comune di ognuno.

Canticchia er grillo
Canticchia er grillo
risponne na ranocchia
fa eco un passerotto alegramente,
e stanno tutti a ffà: "Ma quanta gente
nun canta, nun soride, e se impapocchia
l'un l'artra co la forza de lo strillo!

Nun sa stà in pace
e n perde l'occasione
pe ffà a chi più se insurta e più s'accusa,
e pe ogni vijaccata cià na scusa.
Ma si guardasse a noi, na soluzzione
verebbe su… Ma è questo, che gne piace!"
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Un fatto, una poesia.
Dopo il ferimento al viso del Cavaliere con il lancio di una miniatura del duomo di Milano
da parte di uno squilibrato, e l'eccitazione dei soliti…, il Cavaliere ritorna più in fiore che mai (dic.2009).


Nun c'è gnente da fà…
Mo, visto che nu ll' ha sarvati l'urna
e manco le biastime de Pi Dietro
e manco le piazzate der Sòr Peppe
o la tigna de certi artotogati
o la bava de quer Cantoro llà,
nè er ciarvello frullato de Fravajo,
mo proveno cor tizzio scimunito
che tira er dòmo in testa ar Cavajere
ma quello aregge er dòmo... er Coliseo...
la tore Eiffelle... e tutt'er monn'intero.
Perciò 'n sapenno più che pesci pìà
daggià ce sta chi sta inizziann'a crede
che quello è proprio un santo pe davero
e che pe lloro è mejo a lassà stà !
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Un fatto, una poesia.
13 Dicembre 2009: il Capo del Governo Italiano
viene colpito e ferito malamente al viso, da un esaltato,
che gli ha tirato addosso una miniatura del duomo di Milano.


Due-più-due-fa-quattro
Che due più due fa quattro, se sapeva…
e mo n se pò azzardà nisuno a dì
che quello ch'è successo n ce voleva
e è solo na pazzia de quello llì…

che questa è ipocrisia e gnente più:
la corpa è di chi ha seminato in piazza
e in rete e sui giornali e llì in TiVvù
sta sorta de odio becero, e ce sguazza,

e spece de quer Sòr "Io-Te-Torturo"
ch' ha predicato proprio l'artro ieri
che: "o quello se ne va, o de sicuro
in piazza scenneranno li guerieri !".

Sì ! due-più-due-fa-quattro, e ecco la prova…
Ma c'è a chi nu j'abbasta sta porcata,
ché tòcca continuaje a rompe l'ova
a chi a la concorenza l'ha spiazzata

cor sapé ffà…sapé penzà…sapé portà
er cammiamento bbòno a sto paese
e certi nu lo pònno sopportà…
e questo è da n ber po' più che palese.
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In pieno regime che, ovviamente, limita la libertà di stampa, giornali e televisione
non fanno che denigrare le istituzioni, pardon, l'istituzione…e diffondere le nuove idee…democratiche.
E qualcuno in TV minaccia addirittura la lotta armata in piazza !(Di Pietro 11 Dicembre 2009)..


La nòva demograzzia

È na fortruna che co 'sto reggime
ce sta chi scenne e strilla ne le piazze
pe mette un freno a chi ce st'a comprime
la libbertà (davero cose pazze !)

de esse solo noi a dì la nostra,
che quella de quell'antri in maggioranza
ce frega poco o gnente, che sta giostra
der governà co tutta la bardanza -

pe veramente stà in demograzzia -
ce spetta solo a noi: è n'usanza
che è ora che se impone co energia:
chi deve comannà è la minoranza !

Capi e capetti spesso maledetti
Il più gran peso in ogni azienda grava
su chi più d'ogni altro è piccoletto
schiacciato spesso fino a far la bava
da un capo, e un altro, e un altro…pur se inetto,

comunque gente ch'è di lui…più brava,
che succhia a lui pazienza ed intelletto
ed è già tanto quando se la cava
nello schivar dei pari lo sgambetto.

Vorrebbe urlare a quella azienda ingrata
la propria rabbia e l'insoddisfazione
ché oltre tutto, ogni aspirazione

a un grammo di carriera gli è negata
dalla serie di capi e di capetti
e tira avanti cupo e a denti stretti.

Il vortice e l'onda
Il vortice che tutto attira e affonda
poi lo ricopre l'onda,
e l'occhio che la guarda
affascinato e ignaro
non sa quanto di lui rida beffarda,
e a sera, che riluce imbrillantata,
fa l'occhiolino a chi la sta a guardare
per attirarlo come lei sa fare,
d'intesa col suo complice, al riparo
là sotto quella placida facciata.
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Un fatto, una poesia. Il mafioso Gaspare Spatuzza - reo confesso di 40 omicidi, 6 stragi, e del bambino sciolto nell'acido,
che gode ancora per la strage di Capaci, parla in tribunale per raccontare…E lo stanno anche a sentire (dicembre 2009).


La…boccaccia de la verità
Ohh-Ohh! Mo sì che stam'ar gran finale!
La bbocca - quella de la verità -
ha detto tutto quanto ar tribbunale

ariccontanno che tant'anni fa
quer tizzio de Canale Cinque, Lui,
ciaveva sempre de che intrallazzà

co mafia e ndrangheta, ragion per cui,
siccome je fa schifo ogni mafioso
(a parte tutti l'ammazzati sui

compreso er fanelletto, pòro còso,
ch' ha fatto scioje pe divertimento
nell'acido, e ancora n'è orgojoso),

dopo essese strafatto a piacimento
pe smove ar mejo la su fantasia
ha incominciato a 'nnà cor…pentimento:

"Pe arimedià e sarvà l'anima mia,
che un prete me l'ha fatta aritrovà,
nun vojo più dì manco na bucìa

ma vojo confessà la verità -
che ne l'ambiente nostro è la soffiata -
su quer tipaccio…quer tipaccio llà".

E come ha operto bocca, è svolazzata
na tanfa colossale da sturbatte
che manco da la fogna più ammerdata,

e t' ha riempito l'aria de ova sfatte,
merdaccia de infettati intestinali,
carogne de bestiacce putrefatte,

carburo e zorfo tipichi infernali…
Ch'è robba che sortanto a riccontallo
ciarischi li più brutti de li mali!

Eppuro, ciò margrado - e questo è 'r giallo
e no quele fregnacce ariccontate -
c'è stato chi se beava llì a sniffallo

quer granne puzzo…embeh, l'indovinate
e chi poteva esse, sissignori,
li soliti fru-fru denigratori.

Davanti al Presepe
È un freddo
quel freddo nella grotta,
che riscalda.
E come l'appannarsi dei vetri di casa
quando fuori ghiaccia e dentro
scaldano forte gli elementi in ghisa,
appanna gli occhi. Di più…
Fa sciogliere il ghiaccio
che stilla gocce,
che la mano asciuga, furtiva.

Ravviva un tepore
dimenticato a lungo,
quasi smorzato,
raffreddato da mille e mille freddi, o
da altri calori confuso, soffocato.

Fa bene quel freddo
sul bambinello nudo,
che tutto se lo è preso su di sé,
così il suo cuore, fucina d'amore,
per noi lo cambia in mille caldi abbracci,
vivifici abbracci di sole, e misera…
misera rimane ogni pelle ad essi refrattaria.

Quelle stille di gocce di ghiaccio trasformato
scaldano anche fuori, dove, a quel che sembra,
il freddo punge e il sole…
il sole rimane ben nascosto…dentro.
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Il Presidente della Repubblica bacchetta
in modo inequivocabile….(nov. 2009)


Da addirittura er Capo de lo Stato!
(…c'è pure quella ideologizzata…)

"Inzomma, a Ro', me pare che ce semo…"
"Ce semo…ndove, a Re', che me vòi dì?"
"Te vòjo dì che arfine ce l'avemo
na voce de quarcuno che fa sì

che nu era poi n discorso tanto scemo
a dì che c'è na parte che sta llì
nframmezz'a li dogati a aggità er remo
ner mare artrui cercanno de corpì

chi nu je va ch'ha vinto lui 'r mannato
e è chiaro ormai che je ne stann'a ffà
de tutti li colori…Che mo è 'rivato -

e bello chiaro - quell'out-out pacato
de stasse bbòni e fallo governà,
da addirittura er Capo de lo Stato!"
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"È vero, a Re', e direi: oh! Finarmente!
Comunque sia, nun è mai troppo tardi,
e che je piacia o no a tanta gente,
le verità nun pònn'avé riguardi:

le verità sò neutre, e n dice gnente
volé negà li schioppi de petardi
che ognuno pò vedelli chiaramente
e pò sentilli a schioppettà gajardi.

Vedennoli e sentenno, che vòi dì:
ch'è tutta na bucia, un'invenzione,
perché te pò fà comodo così?

Ma poi, n fai artro che na figuraccia
quann'uno - che n pòi dije ch'è n filone -
te pìa li schioppi e…te li schioppa in faccia.

E si ce sta a chi ancora nu je sòna
la verità - davero quella vera -
vòr dì ch' è ne le frottole, che spera".

Per l'aria trasognata e calda e scura
Per l'aria trasognata e calda e scura
vien verso la finestra illuminata
un sogno ch'è rigonfio di paura
a rendermi infelice la nottata,

ch'è questa la sua unica premura.
Falena par, mostruosamente alata
e gigantesca, e pronta a ogni bruttura,
ad impari battaglia comandata,

non so da chi, né come, né perché.
Né giova che io provi a allontanarla,
che è cosa che non posso far da me,

e allora è solo il segno della croce
a aver la meglio e alfine e ricacciarla
nel buio senza forza e senza voce.

Quando al calar dell'ombre irriguardose
Quando al calar dell'ombre irriguardose
più chiaro si fa il quadro dell'insieme
giungono care memorie generose
a sostentare l'ore che si teme

il buio e le sue voci misteriose
che sembra di sentir qualcun che geme,
lontane voci, ignote ed insidiose
che al cuore mio allontanare preme,

ché di paura colmano il respiro.
E sono allora le memorie scudo,
e l'arma per difendermi è il sospiro

e ad ogni mio sospiro la paura
arretra un po'di più e la metto a nudo
finché la notte mia divien sicura.

Roma, prima e mo
Ar tempo suo girò p'er monn'intero
p'annaje ad inzegnaje er perché e 'r come
de quarsia cosa e quer ch'è farzo o vero
e pe incurcaje in testa quer gran nome

che sòna come un sòno de campana
e è "Roma", un nome granne quant' er monno,
e ar giorno d'oggi - l'era americana -
bisogna dì ch'è sempre lei…in fonno.

Io sono la Fotografia
Tempo, che vai
e tutto porti via
io so fermare la mania
tua di passare e rovinare tutto
e il nuovo e il bello tramutare in brutto,
ché gli attimi preziosi io vo strappando
dai tuoi artigli adunchi come uncini
e sulla fronte mia ch'è veritiera
testimonianza rendono al passato.
Tu, su di me non hai potere
e chiunque su di me può ritrovare
la giovinezza sua che gli hai sciupato.
Seguo al contrario la strada che fai tu,
lascio ogni traccia, a colori o in bianco e nero,
consolo chi di sé s'era scordato, o dei suoi cari e,
a ognun della sua vita rendo conto
narrando ad ogn'immagine sfiorita
com'era stata, e come l'hai cambiata.
Mentre, tu, tempo, passi via,
l'attimo ti rubo, e lo regalo
a chi ha di tutto e a chi non tiene niente,
con generosità se me lo chiede,
perché son la memoria della gente,
perché io sono la Fotografia.

L'angelo della morte
Guardingo
come ragno
attende nell'ombra,
paziente,
la mano che prende
e che poi si ritira
e in segreto s'affida al macabro rito,
che porta una gioia che è senza sorriso.
E si ritrova in viaggio
a volare
lungo gli effimeri spazi -
prospettive infinite di giochi di specchi -
ribelle alla vita,
e nella vita-non vita nasconde
se stesso,
ma quello che cerca non c'è
e non lo trova,
e si ritrova da solo in balìa
del perfido inganno
e in quello sprofonda, in braccio alla morte,
la sola compagna,
che lo sostiene nell'orrido vuoto,
aspettando, beffarda…

Tutti a spasso!

Vanno bene accoglienza, tolleranza…Ma fino a che punto è lecito arrivare
mentre i nostri artigiani e altri lavoratori sono insidiati da sleali concorrenze
e "protezioni" che specie con i problemi di oggigiorno suonano loro contro ?

L'ennesimo artigiano chiude bottega…varie famiglie a spasso…
Dalla loro parte.


Ho chiuso: tutti a spasso! Lo stragnero
invece cià li santi e resta aggalla
ché lui quarsiasi costo lo scavalla,
e quer che ve dicevo è tutto vero:

a noi ce stann'a facc'er …coso nero
e questi tra spintoni e spintarelle
se stann'a oprì botteghe e bancarelle
che come fanno è proprio un gran mistero.

Sò sagrestani drent'ad ogni chiesa
e sò infermieri e scopeno le strade;
li vedi ormai in tutte le contrade
e ar giorno d'oggi tutto questo pesa.

Però n sia mai a dì - e n sia n'offesa -
che armeno chi ar momento n cià che ffà,
ritorni a casa, che n ce pò più stà
indò noantri stamo già a la resa -

pe strada - e nun trovamo a batte un chiodo
ché o nun ce sta, o lo stann'a batte loro…
Macché la laurea! Qui ce vò er lavoro!
Bisogna ritornà ar mestiere, o er nodo

de sta gran crisi nun se scioje più.
Ma che ce stann'a ddì "dovemo batte
la concorenza"…È come a cojonatte!
Io n ce l'ho ffatta, provace n po' tu!

Eh, già, ma a loro, 'ntanto, che je 'mporta:
quarcuno po' toccaje le portrone?
E ce sò pure tante anime bbòne
che insisteno pe spalancà ogni porta,

che vònno mezzo monno messo qua.
Lo fanno…pe vedecce litigà?
Se vònn'assicurass'er paradiso?
E che magnamo noi: 'r chicco de riso?
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Le elezioni sono democrazia:
ma se le vincono gli altri…
(nuove elezioni ? Novembre 2009)


Più elezzioni…più demograzzia
Quanto je piace a st'a ffà l'elezzioni !
Quanno ce stanno, nun cianno mai pace,
penzeno no ! a trovà soluzzioni…
ma però ar gioco de chi è 'r più rapace,

chi più commanna, chi conta deppiù.
Smucchieno er mucchio pe…ffà novità -
robba che manco all'armata frufrù -
cammieno er nome, e via ' rinizzià.

Quanno n ce stanno, la musica è uguale:
come tra quelli ar governo c'è un "ba"
vanno gridanno ingrifati: "È papale !
Nun ciarimane che annà a rivotà !".

Pori noantri, qua n se fa mai giorno
co tanti galli llì sempre a cantà,
e chi è votato gne deve st'attorno:
demograzzia...? De che stam' a parlà !

15 Novembre 2009, Congresso a Roma sulla fame del mondo,
presso la FAO. La scadenza del 2015 che fu fissata anni addietro per la sconfitta della fame del mondo è stata (per ora) prorogata al 2025…


La fame del mondo: si proroga
Non ha più legame
oramai la fame
con la realtà di chi al mondo la soffre.

Sempre di più dal contesto reale
si astrae, e banale
diventa, ogni volta,
il congresso mondiale.

Ch'è adatto soltanto a sfornare le cifre
ed in cambio a richiederne da capogiro,
ed a spostare la data fissata
del piatto per tutti,
senza ritegno, senza decenza,
senza risparmio, crescendo i salari,
accrescendo i divari…

Piccoli dei idioti e bastardi
frenano il flusso - la parte che esce -
per intascarne "la parte che è loro"
e cambiano in oro la fame che cresce,
la fame che uccide, la fame…
stipendio sicuro e abbondante
di oggi e di un lungo, assai lungo futuro.

Mentre montagne di viveri, al giorno
passano al macero senza vergogna
senza badare al bambino che muore
a ogni giro di ruota…Ma tutti
chi sta in divisa, chi sta in borghese,
gridano "Scandalo!", e
tra mille pretese
guardano in alto la luna che aspira
quanto e di più del denaro che basta
per dare ad ognuno…un piatto di pasta.
Anche con quello che mangia la guerra
si sfamerebbe ogni giorno, la Terra.

L’innammoramento
" Stavorta nu mme sarvo: sò fregato.
Pensavo d’esse esente…d’esse indenne,
sippure che a scherzà co ste faccenne
se sa che pòi finicce forgorato.

E infatti eccome tutto smucinato,
cor sangue ne le vene che s’accenne,
lo stommico che sale e che riscenne,
e er còre llì a strillà ch’è innammorato.

Nu mmagno, guasi, e nu mme sento in pace:
sto a tribbolà, n ce sto a capì più gnente…
E tutto questo, perché lei me piace ?!

Ma guarda n po’ siccome semo fatti !
E lei manco lo sa, lei nu lo sente
che io pe llei me ne sto annà a li matti !"

………………….

" Ma ce lo sai, a Re’, che tutto questo,
me stann’a dì ch’è corpa dell’ormoni…"
" A Ro’, mme frega gnente…Io nun contesto
la scenza de li granni cervelloni.

Ce sta che ciò penzato, e me sò chiesto:
ma allora… la poesia, le canzoni…
L’ormoni…? Embeh, faranno tutt’ e’ resto,
ma è l’anima a svejacce l’emozzioni,

e se fisicamente cià bisogno
de ormoni e gn’artra cosa, che vòr dì ?
L’amore è n’astrattezza, è er più ber sogno,

e a chi lo vò riduce ad un trattato
de scienza da studiasse e da capì,
je dico: "Aoh…sei solo un esartato !".

Il Giorno, quando il tempo andava piano
Il Giorno, quando il tempo andava piano,
che il turbo non l’avevano inventato,
guardava andar le nuvole su in cielo
e a volte accompagnava la lumaca
per una passeggiata rilassante.
Seguiva il defluire delle ore
e le guardava andare una a una.
Poi, affacciato al belvedere immenso,
gustava il tramontare proprio, e infine,
cedeva il posto alla signora Notte
e s’immergeva in lei in un lungo sogno.

La campana di Bettona
La campana di Bettona
quando suona,
dalla voce gaia, o mesta
si capisce
se è per piangere o far festa.
E la sente il monte e il piano,
chi è vicino, chi è lontano,
e chi è giovane e chi è anziano,
ed al cuore parla loro
con i suoi rintocchi: un coro
che si spande in ogni dove
con il sole e quando piove.
Dice: "alzatevi", o "dormite",
e chi è solo lo consola,
e l’ascolta chi lavora,
la massaia e chi va a scuola,
per sentirle dire l’ora.
Mille anni…
e ancora suona
la campana di Bettona
e non s’arrende
al moderno marchingegno,
che soltanto ad uno, suona,
e con impegno
lei continua senza posa
per ognuno a rintoccare…
consolare…festeggiare…
nel venire… nell’andare:
din-don-dan…dilìn, dan-don…
E riesce anche a cullare
chi già dorme al cimitero,
che ricorda, ai suoi rintocchi,
quel ch’è stato: un nulla !
per chi sa del Gran Mistero.

Il pensiero
Come zanzara nell'orecchio, sibila
torbido, un pensiero
ch'è ancora oscuro…ancor non si palesa,
e in bozzolo vola , come foglia accartocciata d'autunno
che non vuol cadere;
e vuole entrare...
come la zanzara fa, e l'orecchio ti schiaffeggi, invano…
Schiaffeggiarlo, però, si può, il pensiero ?
S'insinua, lui,
silenzioso e subdolo, e come un tarlo
inizia a farlo,
quello che vuol fare.
Diventa, a poco, a poco, padrone, lui,
di te, e in te regna…è il tuo sovrano,
e il boia sinistro.
Scuoti il capo…a che pro ? Lui non si scuote:
ha infilato gli artigli, ed è ancorato
all'angoscia che piano, lentamente
dentro ti fa crescere, e non lo puoi cacciare.
Il pensiero…il pensiero….!
Che grande pensiero è
averlo, e così enorme,
e nemmeno sai cos'è e che vuole dire,
e maschera di sé il tuo viso.
Soltanto, sai, che un giorno
si rivelerà…
E questo è quel pensiero che ti assilla
più ancora
di quanto, quel giorno, alfine, ti vorrà svelare.

Ritornerà l'arco multi screziato ?
Sotto i colori dell'arcobaleno
che è l'alleanza tra il cielo e la terra
Dio s'intravede un po'sempre di meno
dietro la coltre dei fumi di guerra.

A quei colori di pace e d'amore
l'uomo non bada, e anzi, gli oppone
quelli del lutto: non vede che muore
ogni colore là intorno al cannone.

L'arco svanisce e il mondo scolora…
Cerca la pace chi ancora gioisce
quando ogni volta si tinge d'aurora
tutta la terra, e la vita fiorisce

col sollevarsi del sole dorato,
e danno il bianco le nuvole al cielo…
Ritornerà l'arco multi screziato
a ravvivare l'azzurrino velo ?

Trafiggeranno i colori pastello
le scure nebbie di notti paurose
in ogni dove del mondo zimbello
di falsi ideali e di menti corrose ?
 

L'UE (visto che si vede che ha poco altro da fare)
si sta dando da fare per far sparire il crocifisso dalle scuole:
radicali e sinistre estreme lo invocano, per…(?).
Novembre 2009


Ma che…crocefissione, er crocefisso !

" A Re', te giuro, nu se ne pò più !
In ogni via de Roma, ma che dico…
in tut'er ber paese da su a giù
è tutto un crocefisso, ch'è er nimico

der quale se dovemo libberasse,
che gniquarvorta è un incubbo a vedelli
su chiese, campanili…e si n bastasse,
perfino ne le scòle ! E ce sò quelli

cor crocifisso ar collo, addirittura !
" Eh, sì, a Ro', così n se po' annà avanti…
Qui tòcca che l'<Europa> fa la dura
e inizzi a daje fòco a… tutti quanti".

" Ma nun abbasterebbe, a Ro': le chiese…!
e santi e madonnelle sparse in giro…
perfino a li musei…sò tutte offese !
Perciò li stann'a pìalli sotto tiro".

" Ma pe fortuna che ce sta l'UE:
ce pensa lei a fà sparì millenni
de storia, de curtura…ma…a Re',
sti tizzi che te danno giù si offenni

curture e mode de ogni minoranza:
li rom e tutte l'artre religgioni…
lo stann'a ffà pe dasse un'importanza
o proprio pe stà a rompe li…palloni ?"
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Fattaccio a Via Gradoli
del Presidente della Regione Lazio
(2009).


Morale…! Morale ! Come ti vedo male !

Vizzietti e stravizzietti
Fa rima co sto monno tutto pazzo
er nome de quer tanto bravo tizzio
che hanno beccato a ffà quer brutto vizzio*
che sempre più sta a diventà un annazzo…!

ch'è uno de li bbelli risurtati
che cià portato er nun volé più lacci
ma annà giù a rota libbera - mortacci ! -
pe facce sentì a tutti emancipati;

perciò volemo stà a scannalizzacce ?
Che sarà mai ! Fa parte der progresso…
Che ce n'è più si er "còso" viene messo
allì…anziché llà…Gnente boccacce !

E infatti, a quello che va pe "Veline"
lo stann'a mmette in croce senza fine;
a st'artro - preso immezzo a tanto sballo -
lo stanno addirittura a consolallo ! **

Morale de sta storia ? E' che Morale
è già mort' ammazzata da un ber po',
e n c'è ! chi è "più morale" ***- er che è papale -
e ar dunque è tutt'un granne fricantò !

*accoppiamento coi"trans" (e coca)
**solidarietà della sua parte
***ritenuto appannaggio di una certa parte
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Ottobre 2009: il Premio Nobel
è stato assegnato al novello Presidente U.S.A
dopo appena sei mesi dal suo insediamento:
stupore e…dubbio.


Er Premio Nobel
Oh !...Bah !...Mah !....
Ooh !...Bah !...Mah !...Ma davero n se capisce
siquello che se stanno ad inventasse !
Sarò gnorante, a Re', ma mai finisce
la smania de fà tutto pe esartasse

sia qua, che fòra, indove che impazzisce
perfino er Nobel che doveva dasse
sortanto a quer campione che aricchisce
er monno, perché - a forza de industriasse -

je dà na quarche cosa strabijante…
E mò te l'hanno dato a quell'Obbama
sortanto perché fa er rassicurante,

dicenno che vorebbe vive in pace
co tutto quant'er monno, e ce ricama…
Ma manco stann'a véde si è capace !

Pe intanto fa la guera,
perché solo così pò avé la fama
de esse l'omo-pace* su sta tera.

*tutti gli altri sono stati dei "guerrafondai".
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La Corte Costituzionale boccia il Lodo Alfano
che chiedeva l'interruzione di processi a carico delle più alte cariche dello Stato
durante la sola tornata in corso del loro incarico istituzionale.


"La Legge dev'esse (magari!) uguale pe tutti !"
(Er Lodo Alfano)

" A Re', che dicevamo ?....la Giustizzia…(!)
E la prova der nove è già arivata:
li vecchi gufi* tronfi de letizzia
la legge Alfano l'hanno boicottata,

ché, dicheno, che è incostituzzionale -
adesso ! - ma però quarche anno fa
un caso che era proprio uguale, uguale,
ma guarda er caso, je poteva annà,

a parte piccolezze da coregge …
Che mo, st'attento a Re', l'hanno corette !
perciò a sto punto quella era na legge
che annava bbene e nu lo vonno ammette".

" Se sò attaccati pure all'uguajanza
che deve avé la Legge…e vedi n po' !
Però, usanno quela tolleranza
che a loro je va tanto a genio - o no ?! -

poteveno aspettà pe li processi,
che n se trattava de un'immunità,
e nu ereno pe gnente compromessi,
e gnente l'impediva a condannà…

Eh, sì, a Ro', poteveno anche fallo:
tre anni de pazzienza ! proprio un gnente:
a tutti cianno fatto facce er callo
co le lentezze loro…e che accidente !

Davero nun poteveno aspettà ?"
"Scommetto che si era un'antra parte
a chiede…certamente c'era er 'la',
co tanto de motivazzione ad arte:

<Pe l'interesse arto der Paese,
s'approva la richiesta e se dà modo
de governà più in pace, che è palese
er bene che ne viè, e passamo er Lodo>".

Ma quanno je se sciojerà…quer nodo…?!

a Beatrice Zanini di Poetare

E tu, così, per sempre sei tra noi
Chi passa pei sentieri sconosciuti
del cielo
apre a chi guarda verso su, la via.
Tu, Bea, già li hai attraversati,
e dall'azzurra meta
la mano in un saluto agiti lieve,
che raccogliamo noi in quest'altro azzurro,
dove hai lasciato parte del tuo cuore,
piccola oasi di spirito e parole
dove le emozioni oltre ogni addio
restano
che parte son di chi le ha condivise,
e tu, così, per sempre sei tra noi.
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ma…il magistrato non era lì per applicarla (soltanto), la Legge ?
Ma forse i magistrati sono ! politicizzati…(certo, una parte).E dunque: la Legge NON È…uguale per tutti. (estate-autunno2009)
Ma…la libertà d'informazione spetta solo alla minoranza e no alla maggioranza, e in primis al Presidente del Consiglio, per rendere conto al popolo di quello che fa, ma anche per difendersi da una propaganda ch'è diventata perlomeno…"allupanata" e si serve delle TiVvù di Stato - pagata da noi- per "allupanargli" il popolo contro ?


La Legge NUN È uguale pe tutti
E manco la libbertà d'informazzione


" Stann'a giocà …a che gioco, co sta Legge,
eh, a Re' ? Ma ce capisci quarche cosa ?"
" A ruzzica*…a Ro', e nun s'aregge,
che la giustizzia vera è n'antra cosa !
….E <quella è na persona ch'è famosa>,
e nun se pò toccà, che guai a fallo ! (1)
Quell'antro, sì, è persona assai vizziosa,
ma pare ch'<è n peccato ad accusallo>…(2)
E er maggistrato adesso s'è inventato
che si è che c'è na legge che gne piace (3)
te dice: "Io obbietto !", e l'imputato
pò annassene tranquillo in santa pace.
E nun sapenno più co chi sfogasse,
se stanno tutti a pìassela a gran voce
co un Tizzio, puro a costo de inventasse
li probblemi, e lo stann'a mmette in croce". (5)
" E sto <bavajo>…a Ro', chi lo st'a mmette:
er Capo der Governo a TiVvù e stampa, (5)
o questi a llui che nun s'ha da permette
nemmanco de campà come lui campa ?
E poi…co tutto quanto <quer bavajo>
me dichi siccom'è che er Sòr Santoro
assieme a quell'impiastro de Travajo
se pònno strugge senza arcun decoro
pe buttà giù quer cristo de bersajo ?
E immezz'ar loro squallido scenario
chi gode pe "sta libbertà de stampa"
è quella mignottona de D'Addario(6)
che grazzie a noi e a quelli ce stracampa !
Però si quarcun antro dice e scrive
su cose che nu stanno bbene a certi,
se metteno llì tutti sur chi vive
e de reggime, parleno …l'esperti."
Ma quanti show se stann'a ffà in TiVvù
sortanto pe dà addosso a quer campione
che ormai n se pònno proprio vedé più,
ché satira nun sò , né informazzione,
sur tipo: "Io ve posso dì de tutto,
ma a mme 'mme dite gnente, che sta brutto !" ?
E chi vò vince su un "martirizzato"
se pìa un'assai granne fregatura,
sippure è er solo - dice ! - accurturato:
però s'è perso un pezzo de curtura !

(1) il regista Polanski stupratore di minorenni, sfuggito per anni alla Giustizia americana, protetto dalla… Cultura, sensibile al fascino dell'artista;
(2) il Direttore di Avvenire, Boffo, protetto dai vescovi;
(3) i magistrati che obiettano contro il reato di clandestinità - Legge di Stato -, protetti…da se stessi;
(4) il Capo del Governo, accusato di tutto e di più, che DEVE ! difendersi da tutti, da sé e come può.. .ma che "non dovrebbe";
(5)Contro il "bavaglio"che imbavaglierebbe la libera informazione, i… soliti unici sostenitori della Libertà scenderanno in piazza, per la solita…folkloristica piazzata, il 3 ottobre2009.
(6) Escort.L'ultima - in ordine di tempo - (inizi autunno 2009) - "carta"- (straccia) - giocata dall'opposizione.
*Quando una cosa è fatta maldestramente, fuori dalle regole….senza regole…
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L'andar del tempo
È l'alchimia che ci scombina tutto
nel volgere del corso della vita,
che quel che è bello lo trasforma in brutto -
nel mentre va con flemma ben scandita -
ed ogni gioia la tramuta in lutto.

Sbiadisce il tempo i sogni colorati
Sbiadisce il tempo i sogni colorati
con noi cresciuti - come sopra un prato
i fiori in mezzo all'erba verde e forte -.
E come quelli il sole china e prostra,
e brucia senza l'acqua che ristora,
evaporano i sogni e si fan nebbia.
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Ci stanno i poveracci, e come !
Ma quanti ce ne sono che sono poveracci soltanto a chiacchiere ! e che vogliono che così risulti,
senza dover arrivare a chi ha lo yacht col prestanome, etc….
(prendono bustarelle, hanno case che danno in affitto in nero, ricevono borse di studio per studenti "poveri", finti, e tutti i benefici pubblici a favore dei "non abbienti", hanno pensioni fasulle,
cercano di farsi mantenere dal governo e dal giro di amici e parenti….insomma quella foltissima schiera di furbi con facce da….)


Li sagrifici
(er pianto frutta)

" L'hai 'ntesa, a Ro' ? St'a dì: <…li sagrifici…>.
Ma te risurta ? A mme, proprio de no!
Pe incomincià 'n se tratta a buro e alici,
se trucca, fa benzina, e ce lo so

che pe llo meno un giorno a settimana
je va la serva a fà le pulizie, je stira…
Cià casa ar mare, e quanno s'allontana
'n va mica qui a Frascati! Lei sospira

ma va a Shangai, a Sharm…co l'arioprano".
"A Re', sagrificasse, ar giorno d'oggi
vòr dì - pe tanti - e nun te sembri strano -
a nun poté fà tutti queli sfoggi

de spenne e spanne e sta senza fà gnente !
Come anche annà in arberghi de tre stelle
e no de quattro, embeh…povera gente…
e nun poté abbronzà tutta la pelle

d'inverno in quarche posto de bellezza…".
"Sai quanti ne conosco io de tizzi
che campeno sbafanno - co destrezza -
e je ce scappa a ffà anche li stravizzi !?".

"E mica ce vò tanto, a Re', ascorta:
abbasta a nun conosce la vergogna
e avé la dignità…manco pe scorta;
e poi se sa: 'r più onesto cià la rogna !"

Estate
Passa la vela
sul blu misterioso
come un pensiero che scorre…

Chiama con voce
di vento a raduno
ogni onda d'intorno, distratta

E culla, l'acqua
il luccichio dorato
L'ombra si bagna
di nubi leggere

Pone la mano a visiera
la spiaggia
laggiù

Il mistero del mondo che gira
Che il mondo giri tanto da sembrare
ch'è invece appeso immobile nel vuoto
nessuno ne potrebbe dubitare
ché è tutto dimostrato ed arcinoto.

Non schizzan via i monti e neanche il mare,
e soprattutto noi che questo moto
non ci sballotta affatto e ci fa stare
in piedi pure in mezzo al terremoto.

È il gran mistero della creazione
che - dicono - la scienza ha già spiegato:
ma ancora non ci sta la soluzione

perché il mistero c'era e ancora esiste
sul fatto del perché e di chi è stato
se fuor da Dio si cerca e si persiste.

La "ratio" non assiste:
e l'illusione di arrivare a tutto
un giorno resterà col becco asciutto.
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dedicata a Lisa
A sorso, a sorso

A sorso a sorso bevo questo amore
su coppa di cristallo, spumeggiante
come morbido champagne,
come mani che intrecciano le ore
brulicanti di ardenti desideri, e tessono
ariosi fili d'oro intorno a noi.
Sorseggio i preziosi silenzi
e le magiche parole, bollicine
che stuzzicano il cuore.
A sorso, a sorso, col tremore addosso
che s'intraveda del bicchiere colmo
il fondo, e restare
come nel deserto, senza vita
rimane chi al miraggio s'è affidato
e la polla non trova, e in sofferenza muore.

Rivediamo il dizionario
Rivediamo il dizionario
perché ormai tante parole
qualcheduno non le vuole:
qualchedun confusionario…

Cancellata va in gran fretta
questa qui: "romanticismo"
messa in bocca all'ostracismo,
ché oramai non va più detta.

Anche "amor di patria" è cosa
che è talmente fuori moda !
Sì, è rimasta un po'di coda,
ma è antica e perniciosa.

Attenzione: "matrimonio"
così pure "Amore eterno"
hanno un motto loro alterno:
" convivenza e patrimonio".

E "pazienza" è esaurita,
obsoleta…va scassata.
Oramai è subentrata
" agitata, va, la vita".

" Libertà" è parola bella
ma dev'essere aggiornata
ché oggi è cosa illimitata
e non è più certo quella.

Leggo "pena da espiare",
ma anche questa più non vale,
perché è cosa antisociale:
va cambiata in "rieducare".

Ci sta pure "maggioranza"
a indicare chi comanda.
Ma è parola assai nefanda:
sovrapporvi: "minoranza".

Guarda qui: "severità"…
Chi è severo non si regge !
È una prassi…quasi Legge.
Va cambiata in: "libertà".
E… "responsabilità"…
di insegnanti e genitori ?
che se fan gli educatori
non ne hanno facoltà… ?

" Sacrificio" va cambiata
ché nessuno più vuol farne.
Beneficio, è meglio trarne
da una vita esagerata.

Oh ! Ancora c'è "dovere" !
Guai parlarne ! ché è: "diritto"
la parola che hanno scritto
per ognun che vuole avere !

Ah, Ah, Ah !...."Purezza": ancora ?
Ma che cosa ci sta a fare ?!
Serve solo a ricordare
le virtù…alla malora.

" Timidezza"…Ma su, dai !
Non c'è motto più obsoleto:
sembra che ci sia un divieto…
Nessun più arrossisce, ormai.

E "paletto", e "freno", e "basta"…
hanno tutte un suono oscuro:
Via !…Via tutte di sicuro,
ché son tutte d'una pasta !

"Gratitudine" è sparita:
cancellarla qui bisogna,
ché nemmeno più si sogna;
da nessuno è più capita.

E "buon senso" è espressione
che nemmeno il giornalismo
vuole più, con gran cinismo,
ché oggi tutto è informazione.

Ma che leggo mai: "vendetta"…
Va scassata ed al suo posto
ci va messa ad ogni costo
questa qui: "perdono"…E in fretta !

Che ci stanno ormai più a fare ?
Vanno tutte estrapolate
le parole ormai vietate
dalla smania di cambiare…

Ma fra quelle cancellate,
ora "merito" è tornata.
E a qualcuno gli è scattata
l'ira e grida: "Ma che fate…!".
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sulla cerimonia del saluto ai sei Soldati di Pace,
della Folgore di Pisa, uccisi da un attentato talebano, a Kabul, il 17 Settembre 2009.


Silenzio, per un sogno di Pace

Silenzio.
Per tutti mestamente
parla un bandiera.
Statue in divisa allineate stanno
composte e gravi: lo sguardo
fissato oltre le bare.
E in comunione con l'aria dolente
le note
sorvolano lievi l'affranto scenario
e si bagnan di pianto.
Suona "Il silenzio" la tromba,
col cuore,
come a ninnare gli eroi allineati
anch'essi, e distesi
di fronte allo strazio orgoglioso di mamme,
di spose, e fratelli, e padri che onorano,
e sono onorati.
Silenzio.
"Mamma, il papà fa la nanna…"
dice la voce innocente di un bimbo;
col piccolo dito ora punta quel letto
che è nuovo…che è strano…e fa : "Ciao, papà!"
Forse è una fiaba, che stanno inventando…
Hanno cercato la pace, gli eroi,
per sconosciuti, in terre lontane,
ma solo per sé l'han trovata, per ora…
Però quell'esempio sublime lasciato,
più d'ogni parola è un tassello di pace,
una scossa, un fremito grande che si diffonde,
e con forza, pian, piano un domani
ne avvererà il sogno.
Silenzio.
Ora il silenzio è pesante, ed opprime,
e la gran pena che pudica esita,
dentro devasta…ruba anni di vita.
Silenzio.
Ora il silenzio è un grande silenzio,
ora gli eroi
riposano in pace, sognando La Pace.
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a proposito di Darwin

Evoluzzione,
        o farsificazzione ?


Chissà che c'era quanno 'n c'era gnente
ner monno si no quarche bestia rara
ch'è sparita, ché se scombinò l'ambiente
e la Tera s'arifece, para, para ?

Ce stava pure l'omo, veramente,
ma che era omo è cosa poco chiara
e ar massimo potemo dì…parente
(ma lassa sempre 'n po' la bocca amara):

scimmioni, che seconno li scienziati
saressimo noantri qui de adesso !
Però…ma chi ciavrebbe rinventati !?

le cure de bellezza che uno fa ?
Ma co la cura che oggi ha de se stesso
allora, l'omo…che diventerà ?

Libera libertà
Libera libertà che baldanzosa
con spocchia senza limiti svolazzi
perdendo in ogni dove ogni creanza
e disonestamente ti sollazzi,
che possa tu e chiunque in cuor t'accoglie
cader prostrata e senza dignità
con tutte le lusinghe e le tue voglie
schiacciata dalla Vera Libertà.

Il traguardo finale
C'è, prima del profumo inebriante
quello dei grappoli attaccati ai rami
che l'aria e il sole hanno colorato,
e prima ancora
l'acre profumo
grondato dalla fronte e dalle braccia
come linfa a far crescere le foglie
coi riccioli e i graspi sui filari.
Ci sono notti brevi e lunghi giorni
stampati a caldo e a freddo sulle zolle,
zolle indurite, zolle raffinate,
e solchi da difendere dal sole.
C'è il rischio e la paura
d'un male o di un assalto
d'un colpo basso che vien giù dal cielo
e occhi, ci sono, a vigilare in veglia.
C'è il premio in palio
che offre la natura
tra sinfonie di grilli e di cicale
a mitigare
lo sforzo e la fatica,
e come un libro aperto, le stagioni
che sanno le ricette antiche e nuove.
C'è il contadino,
e il cesto, prima della botte, e della boccia in vetro
e del traguardo finale ch'è il buon bicchier di vino.

La stanchezza del Mondo
" Sei stanco di girare, vecchio Mondo ?
Milioni di anni, ormai, sono passati
da quando incominciasti il girotondo:
non me ne stupirei…".

" La spinta ricevuta alla Creazione
dall'Ingegnere Sommo è inalterata
e questa mia eterna rotazione
non m'affatica affatto.

Ma è il modo di campare degli umani
di cui, davvero, sono tanto stanco !
ché sempre più peggiora a ogni domani
e sempre più m'offende.

Non era messo in conto, al Grande Inizio,
l'assurda cattiveria, il bruto agire,
il me ne frego, audace, del Giudizio
che un giorno ci sarà.

La libertà si vuole…sconfinata ?
Che se la prendan pure, osino tanto…
In fondo non gli è stata mai negata…
Ma è un conto ch'è pagabile col pianto!"
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un'auto talebana imbottita di esplosivo
s'insinua tra due carri italiani di scorta.
Muoiono in sei, della Folgore di Pisa.
Quattro sono i feriti..
Kabul, 17 Settembre 2009.


Vigliacchi !
La mina…
la guerra…
soltanto rovina…
e sempre la morte che soffia vicina.
La vince il vigliacco
che maschera il viso
che uccide e ne gode meschino, e l'onore
non sa cosa sia:
l'arma che usa è il terrore, che annienta
gente ch'è inerme ed i giochi dei bimbi.
Sa darsi la morte
ma non ha coraggio:
non guarda nel viso il soldato che uccide,
che è solo e soltanto un commesso di pace.
È un grande vigliacco assassino ed abbietto,
è una spregevole puzza di iena.

Giacciono in terra i soldati squarciati
e beve la povere il sangue onorato.

Ora il terrore là intorno ai bivacchi
canta ed esulta:
ma a tradimento non vale, vigliacchi !
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continua senza sosta, né decenza
l' "al lupo !... al lupo !"
di chi è rimasto senza più argomenti,
se non insulti, falsità, lamenti….

La RAI (e non altri) decide di… spostare di …notare…ben due giorni Ballarò,
e manda in onda Porta a Porta (sulla consegna delle case ai terremotati d'Abruzzo- terremoto del'Aprile scorso -… troppo presto, troppo ben fatto, troppa gloria per chi ha saputo realizzare…!)…in Prima Serata: GUAI !
Franceschini rigetta l' invito ad una prossima puntata di Porta a Porta, e chiama alla piazza.
(15 Settembre 2009)


Tutti in piazza !
Allarme ! Allarme ! È mejo er teremoto
de Ballarò, da fà in prima serata !
Poi dice che parlamo l'ostrogoto
si dìmo che la libbertà è minata.

Hai visto, sì, a chi avete dato er voto ?!
Sò dittatori ! che a la spicciolata
ce stann'a stracinà verso l'ignoto !
L'informazzione è stata imbavajata !!!!

Hai visto, si co quale prepotenza
se sò spostati a Ballarò du' giorni ?!!!
Tra un po'ce riduranno all'impotenza,

e er popolo sta zitto, 'sto fregnone !
Che aspetti: d'abbruciatte 'nde li forni ?!
Scenni in piazza a fà la rivoluzzione !!!!!!

Fa bbene er Fraceschini a nun annacce
a Porta a Porta a dije l'oppignone:
ce vò…la piazza ! contro le minacce.

Soffi di speranza
Le urla alate
cavalcano gli oceani
e i cieli della Terra
e cuori e menti non avvezzi al pianto
lasciandovi una supplica soltanto:
"Aiutaci, fratello!".
Giungono le urla,
ma la mano
come e peggio di insetti fastidiosi
le scaccia e l'eco sfuma
com'un tuono che forte giunge e poi
si spegne piano, piano in lontananza.
E allora si rischiara la coscienza
e più tranquillamente si riposa.
Ma a cavallo di aquiloni e arcobaleni
rimbombano nel vento le urla alate
più forti d'ogni sorda indifferenza
e diventano soffi di speranza
che vanno piano, piano ad allentare
le barricate tese a separare.

La forza propulsiva della vita
La forza propulsiva della vita
che genera la vita
è proiettata verso l'infinito
e lì procede sempre in linea retta,
coi geni che intrecciandosi tra loro
la formano e la spingono, la vita,
che sempre si rinnova,
da questa terra al cielo lungo il filo
continuo a ciclo generazionale
fintanto che il buon Dio ce lo permette,
a noi, a chi verrà, a chi seguirà,
a modo di staffetta,
che per traguardo ha l'eternità.

La ruggine del tempo
La ruggine del tempo
corrode il sentimento
e il sole ridurrebbe
potendo a un faro spento.

E tutto quel che passa
diventa poi la storia
la mia, la tua, del mondo:
eterno oblio, o ipotesi di gloria.

Violenza…violenza…violenza…
Diffonde metastasi l'alito greve
dell'aria malata che non si rinnova
tra frutta in rovina e miasmi d'orrore
che sbarrano gli occhi in sguardi assordanti.

Cala la nebbia e nasconde l'orrore;
resta il fetore sacrilego, e amara
è nella bocca d'ognuno la morte,
e attende di nuovo, supina, una bara.
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"chi di chilleraggio ferisce - di chilleraggio perisce".
e se poi chi questo chilleraggio (o sciacallaggio mediatico) persegue e si lamenta se gli ricade addosso, e lascia paventare minacce alla libertà di stampa (perché lui solo ha questo diritto e gli altri nemmeno quello di difendersi e salvaguardare la propria privacy, così tanto decantata per tutti, ma non per qualcuno, o di fare a propria volta quello stesso chilleraggio o sciacallaggio) è proprio lui che è contro quella stessa, tanto declamata, libertà di stampa. Chi ha buonsenso lo capisce, chi, no, no. (settembre 2009, e anni precedenti…).

Ma quanto scotta quer tizzone acceso !
" Ah, Ahhh! Ma quanto scotta quer tizzone
che avete acceso e sempre ravvivato -
sòr còsi - che co tanta ostinazzione
ciavete messo a còce er "depravato"

e ancora nun ve passa ! E: "Dannazzione ! -
mo state tutti a dì - l'ha ruvinato !
Sto chilleraggio è na sopraffazzione !".
E Boffo: "Nu l'avrei immagginato

che se potesse proprio arivà a tanto…!"
se sta a lagnà…. "Eh, già, a Re', co llui,
perché coll'artri st'omo tanto santo,

ce lo sa e come !! Ma nun s'aspettava
che a mette fòco su li fatti artrui
co tanta nonchalance, ce se scottava !".

" Ma…sta gran libbertà - pare a sentì -
nun è che solo a noantri ciaspettava ?
E mo ched'è…? Ndo stamo annà a finì…!?".
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a proposito del testo del 2 settembre
di Enrico Tartagni sul mare blu.
(razzista ?...certo…per chi vuol seguire una certa …moda,
e fare… lo struzzo)


Mosche-e tafàni e farfalle
C'eran solo farfalle col campanello al collo
e niente mosche-e tafàni nei prati;
palmi di mani uniti in verticale
e occhi alzati a perscrutare il cielo,
e lumi di candele…fiammelle…fiammelle…
la musica d'un organo, soave…
e un'arte sublime a far da sfondo
ai voli leggeri, incrociati e celestiali…

Mosche-e tafàni poi si son diffusi
volando dai deserti senza verde,
per mescolarsi al volo di farfalle,
e mosche-e tafàni vengon svolazzando
e i loro voli soffian le fiammelle…
che tremolano e tremolano ancora…
Mosche-e tafàni, tafàni e mosche
su tappeti volanti…. sempre, sempre più…
Ma niente farfalle…mai !
in quei deserti di sabbia
donde spiccano il volo mosche-e tafàni
che vengono a soffiar sulle fiammelle…
Qualche farfalla per fanaticheria
con nonchalance le spegne, o aiuta…
per reclamata solidarietà,
ché…non sia mai bruciacchino le ali
a quelle mosche-e ai perfidi tafàni.

La faccia da….
"A Re', me sai spiegà st'atteggiamento
de quelli che ne fanno na bandiera
a esse contro l'intrufolamento
der Papa, sempre pronti a faje guera

gracchianno: "Nun sia mai l'oscuramento
de Papa e Vaticano !! questa è ll'era
der laico…!!" e nun s'azzitteno un momento
più peggio de na vecchia vaporiera…

E invece pòi sò tutta pappa e ciccia
cor monno clericale, e assai je piace
si vedeno ch'er vescovo se 'mpiccia

dell'artri e poi si a quelli nu je va
- e cianno da ridìije - e addìo pace -
je fanno: "Questo ar Papa 'n se pò ffà !!"

" Ched' è a Ro' !?! Beh…eccote servito:
la quistione è la faccia che uno cià:
la faccia da…nun so si m'hai capito…!".

"Guai a ogn'ingerenza vaticana!", gridano da una certa parte per aborto, staminali, eutanasia, etc, etc…
Salvo poi cambiare quel grido in "ben fatto!" per le tirate d'orecchie dei vescovi contro il libertinaggio a un certo personaggio, i "respingimenti" in mare di clandestini, etc, etc..e, ultimo,
il caso dell' invito di Bossi a rivolgere l'accorato reiterato appello del vaticano all'accoglienza, anche verso se stesso e le proprie proprietà…chiuse a tutto e a tutti.
.
Fino ad arrivare al caso Boffo (direttore di" Avvenire"), il moralista da…moralizzare, che si occupa e preoccupa di quel che succede sotto le lenzuola degli altri, ma dimentica quello che di scandaloso succede sotto le proprie lenzuola….Con l'intervento a coprire del cardinal Bertone….Eeehhhhh!!!
(agosto 2009)

L'Amore prima è sempre un gioco
(a Lisa)

L'Amore, prima è sempre un gioco:
la voglia d'incontrarsi,
il desiderio di piacersi…
Poi pian, piano prende fuoco
come quando, un po'distratto,
getti un mozzicone acceso
tra le foglie e non dai peso
all'incendio pernicioso
che può nascere ad un tratto.
Riuscire ad evitarlo,
a far sì che non divampi,
può dipendere dai tempi,
dai minuti che tu impieghi per smorzarlo.

Su questo sentimento che arde e non s'arresta
io vo gettando foglie e paglia secca
e ramoscelli, e stecca dopo stecca
come si fa pel pranzo della festa.
Quando, più tardi, sarà spenta la fiammata
arderà ancora la brace nel braciere…
Mi farà male, ma sarà un piacere
ricordare, Lisa, che un giorno io t'ho amata.

Il canto del gallo
La notte è trascorsa
l'aurora è vicina
Dei carri dell'Orsa
le luci ha già spento
il chiarore
che lento
si leva tra i monti
maestoso.
Il buio misterioso
pian, piano s'indora
e il velo dell'ombra
rimuove, e colora
e risveglia ogni cosa.
Voli festosi
d'uccelli
invitano ognuno al lavoro
ora che il giorno s'inizia,
come ad un ballo.
Al sole,
per tutti,
si leva per l'aria un saluto:
il canto del gallo.

Il caro amore caro
Domani ci sposiamo, caro amore,
sarà una festa degna d'ogni re,
papà ci paga pure le Comore
sennò che amore caro, amore, è ?!

-------------

Domani divorziamo, amore caro,
con tribunale, giudice e avvocato:
caro era prima e adesso è ancor più caro
ch'è il caro amor, che resta al divorziato !
-----------------------------------------------

Canzone (lirica e musica) di Armando Bettozzi

La Sirena
Spesso mi ritrovo
qui su questa spiaggia;
spero d'incontrarti
e di stare insieme a te.
Non la scordo mai,
e come potrei:
quella notte ha segnato la mia vita;
chissà se tu invece, ci pensi mai ?

C'eravamo solo noi
sulla spiaggia quella sera, ah! ah!
e la luna, come un abat-jour
lassù a mezz'aria sopra il mar.

Poi, pian piano, ad una ad una,
mille stelle si accendevano, e ogni tanto
qualche onda arrivava fino a noi;
ci sembravano carezze;
poi anch'io, poi anche tu…
ed un dolce desiderio
fu più grande di quel mar.
Sulla sabbia, sotto il cielo, così,
morivamo insieme, noi.

Non ricordo più il tuo nome;
forse non l'ho mai saputo, chissà…
Non so neanche come posso fare
per ritrovarti, non lo so.

Ci trovarono abbracciati
quando il sole era spuntato da un po'.
No, non era stato un sogno,
eri ancora accanto a me.
Eri come una bambina; ti guardavo;
dormivi ancor.
Carezzavo i tuoi capelli, così belli
sciolti al sol.
Ti svegliasti sorridendo, e, così,
mi stringesti forte a te.

Piano, piano si fa sera;
laggiù il sole è tutto rosa, ormai, e
la spiaggia già si svuota; è tardi, e tu…
tu, ancora non ci sei.

Ora il sole sta scendendo,
e tra poco sparirà nel mar.
Tutto è come quella volta,
tranne che ci manchi tu.
Qualche onda mi accarezza
ed io penso che sia tu:
forse eri una sirena, chissà,
e mi spetti in fondo al mar.

Forse eri una sirena, chissà,
e mi aspetti in fondo al mar.

In morte di
Giorgio Carpaneto
*

Pesava già da tempo il tempo scritto
- da quando era un ventenne letterato -
col calamaio e il nuovo marchingegno,
sull'esule figura ormai curvata.
Ma l'anima reggeva forte e viva,
sorretta da una mente senza veli
e superiore a cannule e by-pass:
in mano un nuovo testo per la stampa.
Adesso la sua voce tace: il male
ha vinto - crede - e però si sbaglia,
ché quel che lascia parlerà per lui
nel lungo, lungo tempo che verrà.

* insigne docente di letteratura italiana greca e latina;
diffusore della cultura e profondo conoscitore
della romanità divulgata attraverso libri e riviste
di Associazioni Culturali romane da lui fondate e dirette.
Rinomatissimo scrittore e poeta in lingua e in romano.
Di lui e della sua opera si sono occupati per oltre sessant'anni
i più illustri critici letterari.

Il topino
L'avevo visto solo di sfuggita
e vederlo mi aveva un po'eccitato.
L'ho pensato per giorni
sperando d'incontrarlo,
vederlo da vicino, salutarlo,
ed anche un po'studiarlo per vedere
che occhi ha un topino e che codina.
Viveva nella madia, qui in cucina,
vi entrava con un zip
che neanche mi pareva fosse vero.
Ma sì, era vero e come !
Avevo visto che non era il geco
che abita da tempo qui con noi.
A volte l'ho aspettato, ma lui, niente !
Non si fidava povero topino.
Ho smosso tutto, ho fatto un gran baccano,
ma niente…Finché un giorno,
temendo un'infezione, e l'invasione,
ho messo un po'di cacio.
Il giorno dopo il cacio era sparito.
Se ne fosse fuggito! quel topino.
Ma stava in mezzo al legno della madia.
E stamattina, come addormentato,
l'ho visto steso sulla trappolina
che ho preso proprio per il mio topino:
così son diventato un assassino
con pure l'aggravante
perché per me era già…il mio amichetto.

miliardi sottratti al fisco
Agnelli d'Italia

Agnelli d'Italia
che avete raccolto negli anni
messi da saziare

le generazioni
future di Agnelli d'Italia
e le avete nascoste

in siti sicuri
sparite pel fisco nostrano
ridateci i frutti

o Agnelli d'Italia
di Casse e Casse Integrazioni
che avete succhiato

bussando ogni volta
che dritta non era la retta
dell'amato profitto

e tranquillamente
vi intascavate dicendoci
"Sennò…tutti per strada !".

Ma quando grondava
il vostro guadagno alla grande
niente ! ritornavate.

E il popolo usato
plaudeva e plaude a voi, o Agnelli
perché in quella parte

che a voi non compete
vi siete infilati abusivi
e non c'era e non c'è

chi dica a gran voce:
"Agnelli d'Italia, ridate
al popolo distratto

la parte che è sua
di quello che avete nascosto
e volete godere.

Quel popolo stesso
per altri avrebbe messo su
capestro e ghigliottina

e pagine imbrattato
di carta e di TiVvù accusando
da rosse toghe aizzato…

Occupazione-Disoccupazione
Data l'ora
è bene salutarci
ché esaurita ormai è la giornata
e al doppio turno tu t'accingi già,
di là, dall'altra parte dove il giorno
non s'è ancora risvegliato.
Stai sempre indaffarato, non sei stanco ?
Se non ci stesse qualche oscuramento
di quando in quando, ed in stand-by
non rimanessi oltre le nubi, a volte,
staresti senza un'ora di riposo.
Invece io…io son tanto stanco !
Stanco di sperare,
e stare inoperoso,
stanco di aspettare una chiamata
che non arriva mai.

È offesa, l'aria
Oggi sciopera, l'aria:
immobile rivendica
il ruolo suo vitale,
e non si muove -
neanche a compassione -
e invano attende, la finestra,
spalancata,
e il respiro affanna.

La sporcano
e in pochi ci fan caso
e oggi non passa per il naso
di tanta e tanta gente.

E il sole sta al suo gioco
e il fuoco
senza il soffio suo di vita
il sangue di alcuni brucia
ed i polmoni sgonfia.

È offesa, l'aria:
si sente avvelenare piano, piano
e scioperando
anticipa un segnale
della voglia che ha di rivoltarsi all'uomo.

Soavità
Fiori al tuo passaggio
e getti d'acqua in danza
e voli di farfalle,
dolci note azzurre

che sanno incantare.
Cielo terso solcato
da rondini garrule,
suoni di campane

su prati fioriti.
Allegro mormorare
di piccoli torrenti
vispi e cristallini

che bagnano i sogni.
E il gracidar di rane
e il lavorio di api,
l'aprirsi di rose

profumate, al sole.
Papaveri infuocati
in mezzo al grano d'oro,
poi l'entrata in scena

del pallor lunare.
I versi d'un poeta
leggeri come l'aria,
che sono nettare

pel cuore affannato.
Poesia, poesia, poesia,
che scaldi e sciogli il ghiaccio,
supplisci al dolce bacio
dell'Amore andato,
e tanto soavemente
inondami di te.
E scriverò per lei
i versi più sublimi
e lei ritornerà
soave più che mai.

Se gli angeli non scendono
Se gli angeli non scendono
con unguenti adatti
e tra mani spettrali e adunche resto -
ormai indifesa preda -
a vegliarmi,
e se quel che rimane all'occhio stanco
è il pianto scolpito di visi al capezzale,
se né il giorno lenisce, né la notte
il loro affanno e il mio,
e il filo si tende e s'affina e non si spezza,
e nessuno il patibolo smonta
e sopra un nero abisso resto appeso…
e solo di paura mi nutro,
e di urla mute,
e di dolore,
tagliatelo quel filo, pe'amor mio.
Sarebbe allora come se tra noi,
finalmente,
fossero, quegli angeli, scesi per salvarci…
O offesa per loro sarebbe e per il cielo ?

Il viale
dedicata a Lisa

Sono i lampioni
di questo viale, sfocati,
come da nebbia leggera
avvolti,
a farmi luce
in questa stanca sera di Luglio.
Passo, passo
vado ad incontrare una folla
di ricordi
che uno ad uno sfilano ai fiochi lampioni,
o si aggrovigliano e allora
non riesco più a vederli tanto bene.
È una voce,
che sento, o è soltanto
lo sventolare di foglie appena mosse
da un'aria ancora in bozza
a darmi l'illusione ?
Amore, sei tu, amore ?
A questo viale amico affezionato e grato,
quando il braccio cingeva la vita
e la mano stringeva
un raggio di sole
rubato al giorno per regalarlo a te
la sera, passeggiando,
per vederti un momento brillare come lui
nella scarsa luce,
scarsa più di adesso, e che
peraltro, non serviva…
Un'ombra…
ma allora…altro che ombra !
eri, amore, fatto di palpiti, di cielo, di sudore,
e d'aria pura e di sangue impazzito e ardente.
Tutto,
il viale ha custodito e mi ritorna,
per farmi bene, eppure mi ferisce,
seppure di cielo, e d'aria pura ancora
mi nutro e sopravvivo.
Potessi stare qui per sempre, anch'io !
-------------------------------------------

Predicare contro il libertinaggio va pure bene, per un uomo di chiesa,
ma contro "quel" libertinaggio di "quel" tizio…sa un po' troppo di
inquisizione d'altri tempi…di caccia a "il" libertino; di confusione fra anima e poltrona…troppo interessamento…terreno.
(riferimento: Don Paolo Farinella, prete (prete ?...ma va ?!) : lettera aperta al Card. Bagnasco)
22 giugno 2009, Kataweb.it, e a chi prima o dopo di quello).


Finacché er bue cià corna in testa….!

"A Re', pe quarche secolo sortanto
nun pònno fallo arosto a quer "zozzone":
mignotte, minorenni, lesbicone,
na vita godereccia…!" " D'artro canto,

a Ro', tòcca esse chiari: chi è meno santo:
un omo che governa e è mignottone,
o chi rivò la sagra inquisizzione
pe dà 'na mano a realizzà l'incanto

de fà sparì quell'omo e pìaje er trono
pe dallo a chi st'a fasse er sangue amaro,
perché da solo nun c'è proprio bbòno ?!

Perciò, finacché er bue cià corna in testa,
nun pò ann'a dì cornuto ad un zomaro:
nemmanco co la "còtta" * e co e la vesta !

*indumento bianco merlettato usato dai preti
nelle funzioni liturgiche.
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visita a Bettona

Ritorno al passato
Tutto è immutato, i sassi,
le pietre, gli ulivi, gli steccati,
le siepi…le cicale…
i cipressi…
la coltre verde che copre le montagne...
E l'acqua sommessamente canta
lo stesso tranquillo motivetto
che piace alle farfalle,
ai passeri, alle rane
e alle pecore che vanno a dissetarsi.
Gli stessi passi, sulle stesse strade, della gente,
un poco appesantiti
da una parte,
non più così tanto divertiti:
s'è fatta rada, ormai, la passeggiata !
Per quelle strade appaiono i ricordi
che tirano, che spingono,
che frenano…
che cercano… e però
non vorrebbero, quasi…
Tutto è immutato, sembra,
ma la gente d'un tempo non c'è più,
ormai s'è trasformata in giovanotti,
e pure io, neppure io sono più quello:
ché quello ch'è fermo resta;
e quel ch'è di passaggio, va,
col tempo che nel tempo l'ha cambiato.

La pace
Er celo se imbuja
e pare
che sta scennenno giù
pe pijassela cor mare.
Questo s'aggita peggio de un ossesso
e sbavanno je sputa er sale addosso.
Litigheno de brutto.
Uno insiste a attizzà er foco
e je lo tira pe abbruciallo:
vorebbe incenerillo.
Ma l'artro je lo smorza,
e s'allunga pe acchiappallo:
vorebbe arisucchiasselo ner fonno.
Prove de forza indò nisuno vince
da quanno er monno è monno.
Ma a la fine l'arcobbaleno
ariva, e li divide.
Er celo mo è sereno:
è come un velo azzuro steso ar sole
che s'asciuga: deppiù nun pò pretenne…
Er mare torna a 'lliscià la sabbia
ch'era rimasta sola…
…e se distenne…
--------------------------------------------

scherzo sul G8 a Coppito, L'Aquila,
Luglio 2009.


Benedetta Chiarezza !
"Si fusse vero, a Re', sarebbe fico !
Io ciannerebbe a nozze pe davero.
N ce credi ? Io qui lo nego e qui lo dico…
Ma ce lo sai…io, sò uno sincero".

" Perché n ce dovrei crede, sei 'n amico,
e possino cecamme sinn'è vvero:
'st'idea gajarda la strabbenedico
si te pò ffà contento, come spero".

"Vedrai…ciannerai bbene puro te !
Ché nfra de noi che semo granni amichi
se deve fà così, nn'è vero, a Re' ?".

" È vero e come, a Ro' ! Ma… nn'ho capito:
de che stam'a parlà…ma de che dichi !?
Se stam'a ffà un discorso scemunito

che manco nfra stragneri llì a Coppito !".
--------------------------------------------------

immigrazione incontrollata,
ma …alfine…"alquanto, controllata"


Predicà bbene e razzolà male:
questa ! è la morale.


" A Ro', dì 'n po': st' <oprite li cancelli !>
che viè da pie persone porporate
che predicheno tutte preoccupate
pe chi viè qua…sia vecchi, sia fanelli,

nun solo, ma pe puro tutti quelli
che 'n penseno de fà l'attraversate
ma poi le fanno - viste le imbeccate
continue de 'sti tanto pii cervelli -

'n te pare ch' è 'na frase poco adatta,
si è detta da chi chiude li portoni
e che 'n te fà entrà manco si uno schiatta ?!".

"Predicà bbene, a Re', e razzolà male
è un brutto vecchio vizzio…de li bbòni,
e ar dunque è proprio questa, la morale !

E immezz'a tanta ggente tanto bbòna
ce sta ! chi è 'nteressata a li sordoni
der giro, e che sta llì…tutta marpiona…!"

Lasciate in pace la Gioconda
E dopo aver il mondo affascinato
col tuo sorriso dolce di madonna,
e misterioso, l'avresti mai pensato
che non saresti stata più una donna ?

Chi ha messo in giro tanta diceria
che oltre a te il mondo intero offende
dovrebbe il suo cervello in tintoria
portar per un lavaggio, perché intende

con tal bassezza alzare il gradimento
pe' un genere diverso - ch'è da amare -
ma no imponendo e no coll'intervento
dello strafare e del mistificare.

Lasciate la Gioconda, dunque, in pace
col suo sorriso dolce e misterioso
di donna, anzi, madonna - e così piace -
e ad altro miri chi vuol far l'estroso.

Libera libertà smaniosa
Oscilla il pensiero,
la fantasia trabocca,
il credo vacilla, e l'uomo
si perde nel facile gioco
che porta ben poco all'anima sua.
Che subdolamente
lo prende ed in quella spirale
che spruzza per l'aria con tanta perizia
smalizia e riduce
a schiavo padrone d'ogni suo fare.
E liberamente acconsente,
quell'uomo,
al suo declinare,
così abbarbicato
a quella sua libera libertà smaniosa.

Quando il pane era baciato
Il tempo quando il pane si baciava
nell'atto di buttarlo, duro e sfatto,
o anche perché in terra era caduto
e si tirava su, era quando il mondo
ancora stava indietro…e non sapeva…
Le scarpe ai piedi eran sempre quelle
più volte insemensate * e ricucite,
e c'era un grembiulino e la cartella
per chi era fortunato e andava a scuola.
Le strade pur se strette erano larghe,
e il caldo e il freddo erano di casa
e un capo in meno o in più li bilanciava.
Le gambe ci portavano dovunque,
e per parlare a chiunque da lontano
a volte c'era un apparecchio nero
col suono che metteva un po'paura.
Un etto di qualcosa era la spesa
del giorno dopo giorno dal fornaio
e in piazza ai banchi, o …in macelleria.
La messa era lo svago nelle feste
e il suono della banda un grande show,
e il tempo ticchettava meno in fretta
e si cresceva in modo naturale.
Palestra era il lavoro e la fatica,
e c'era il sacrificio pe' "arrivare",
e a scuola ci si andava ad imparare
il buon comportamento, innanzitutto.
La luna era velata di mistero,
le favole riempivano la sera,
la casa e la famiglia erano una,
e c'era la Befana che di notte
portava la sua calza col torrone,
e c'erano i "valori" e più buon senso.
Le case erano piene di calore,
e adesso si sta soli tra le mura
seppure se ne sente il respirare
di gente accanto, sola e sconosciuta.
L'amore e amare eran sentimenti
dell'anima, del corpo e della mente
e ci voleva altro che un litigio
per terminare storie d'una vita !
L'effetto '68 era lontano.
Adesso tutto è assai più complicato…
più ricco e astratto e assurdo e inflazionato,
e basti dir che non è più baciato
il pane quando avanza ed è buttato.

*da semense, piccoli chiodi
che usavano i calzolai.

Tutto riaffiora
(a Lisa)

Riaffiora lungo il palmo della mano
il morbido sapor d'ogni carezza
al tenue luminar d'oziose lune
su prati scuri sempre muti e soli.

Riaffioran sulle labbra, avuti e dati,
i teneri brucianti freschi baci
or per placarlo, ora pe' attizzarlo
il fuoco che mai cessa di bruciare.

Riaffiora d'ogni brivido il piacere
spalmato dai capelli fino ai piedi,
e quel soffiar promesse nelle orecchie
da farci accapponar tutta la pelle.

Riaffiora il fiore multi colorato
di quando il miele ci scorreva dentro
e ancora scorre, un po' più lentamente,
se solo penso a quanto bello è stato.

I tre inferni
Da quell'inferno che sta giù all'inferno
con tutti quei suoi diavoli infernali,
ci salvi il nostro caro Padreterno,
ch'è di gran lunga il massimo dei mali.

Ci salvi pure dall'inferno alterno
degli uomini spietati ed immorali
e dalla Terra, a volte il nostro Averno,
e da ogn'idealità…senza ideali.

E pure dall'inferno ch'è nel cuore
d'ognun che senza il dono della Grazia
per questo mondo strascica il rancore,

e non trovando pace ci si addanna
e più s'addanna e più la mente strazia
così che sempre più s'autocondanna.
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dopo giornate roventi…
Invece dell'Estate entra l'Inverno
(Roma, oggi. 21 Giugno 2009,
giorno di votazione referendaria e ballottaggi).


21 Giugno: st' a schioppà l'inverno !
Che ce vòi dicce co 'sto gran griggiore
mannato a ricopricce a tutti quanti,
e co 'ste schioppettate da terore
che stai sparanno proprio in de 'st'istanti

che me sò messo a scrive: che è, er rancore
perché oggiggiorno 'n semo più galanti
co vvoi staggioni, e stai a avé er sentore
che nun ve carcolamo e annamo avanti…

così…senza più davve er benvenuto ?
Mortacci tua ! Està…ma che è, la guera ?
M'è preso un corpo…! N s'era mai saputo:

l'entrata dell'inverno ar ventun giugno !
Ched'è, un castigo perché su 'sta tera
ognuno sta coll'artro a brutto grugno ?

O vòi che nun annamo ar mare e ar sole,
ché è proprio oggi er giorno, si Dio vòle,
de dije "SI", o "NO" a…la ghimera ?
-----------------------------------------

da leggere cantilenando

La toppa senza la chiave
(le zozzette de turno)

Ma quanto sò bbelle
ma quanto sò bbòne
'ste quattro sciacquette
che vanno cercanno
de st'appiccicate
su quarche testata
de carta e tivvù,
dicenno: "Sò stata
cor tizzio e cor caio,
e quanto me piace
mo stallo a infangallo !
M'ha tutta toccata,
strupata, scopata,
ma come godevo !
Me cià strapagata !
E mo me la venno
gni cosa ch'ho fatto
cor tizzio e cor caio:
me state a pagà
cor grano e la fama,
perciò sto a cantà
qui in questo giornale,
ciò pure le foto,
guardatele qua !
E poi ar bisogno
so pure inventà
che mica ce vòle
la laurea o chissà…!
Ma quanto me piace
sta corte bavosa
de gente vojosa
de spettegolà,
che mo me sta intorno
co un manc' anniscosto
miraggio de fà
la cosa che a loro
gnariesce de fà
che a loro, er ciarvello
se l'è rosicato
la voja morbosa
de fallo zompà…
Ma, poveri fregni,
e chiunque li paga:
nun è co la fica
che qua se pò vince
chi stann'ar governo
sa come se fa.
E nu j'arimane
che sta a rosicà…
E noi mignottelle,
noi manco, potemo !
'nciavemo…la chiave !
Sippure la toppa
noi, sì ! ce l'avemo,
ma serve sortanto
pe facce… chiavà !"

Roma, la mejo !
Che posso ditte, Roma, che oramai
'n sia stata detta mille e mille vorte !
D'artronne, che sei bella ce lo sai,
che questo è 'r tu distino, la tu' sorte.

Er fatto è che noantri, guasi mai
te se potemo mette a fà la corte,
a testa sempre bassa ner via vai
e co le lune guasi sempre storte !

Ma mo che me te guardo - da turista -
e sto a fà caso a come sei davero -
che a tutte l'antre je pòi dà 'na pista -

me viè da mozzicammece…e me scuso
pe chi te inzozza e chiunque te rattrista
co ogni infamità e co ogni abbuso.
------------------------------------

sul golfo di Palermo
in volo per Roma
(7 giugno 2009)


In volo sul mare
( a Lisa)

In questo spazio che innanzi ho immenso
di acqua e aria fuse e indefinite
che vuoto appare pur se pien di luce
mi sento immerso e appeso e solo, e perso
mi ci addentro e penso
a quanto è il vuoto senza te vicina.
Or di bambagia spumosa una distesa
colma di lucciole - sembra -
di sotto l'ali appare oltre l'oblò.
E lì ti vedo e entusiasmato in volo
lievito da te
per rotolarci insieme, là
su quel gran cielo spumeggiante e azzurro
come l'amor che forte batte, dentro
- in questa dolce attesa - e che tra breve
come i fuochi colorati delle feste esploderà.
---------------------------------------------

in merito a certi stupidi battibecchi
che non sto a specificare, che intanto
ognuno di noi ne conosce certamente qualcuno.
Ce ne sono a milioni !


Tra bravi bravissimi
"Chi è il più bravo ?" " Sono io !"
"Tu chi sei ?" "Sono un dio !
Guarda: ho lauree ed attestati..."
"Ma i discorsi strampalati
che tu fai per fare il bello
dicon che non hai cervello..."
"Come osi ! Io so tutto:
non son uno che mi butto...
Ho studiato, e quando dico
dico il vero, caro amico..."
"Ma che amico, come osi ?
Io non parlo a certi cosi
che si credon di sapere
quando è meglio assai tacere...!"
"Io ho titoli a dozzine..."
"Ma le tesi son cretine !"
"Beh...cretino ci sarai,
visto che non smetti mai
di ribattere ogni cosa
in maniera vergognosa.."
"Io ribatto in libertà,
tralla-llero-tralla-lla !"
"Qui ci vogliono le prove:
devi dirmi quando e dove
tu l' hai letta questa cosa
che in maniera baldanzosa
ti permetti di stampare,
raccontare, divulgare..."
"Io le cose le so e basta !
Io non son di quella casta
che va a leggere i trattati
per ripeterli copiati
come neanche un pappagallo !
Scendi giù dal piedistallo
tu che dici di sapere
tutto quanto, ma a vedere
non sai quando è quel momento
di frenare il tuo fermento....
quando è ora di allentare....
ed arrivi ad insultare....
Non son pagine esaltanti:
son piuttosto da ignoranti.
Tutto questo non si fa:
chi si loda, poi si sa
che si sbroda e alla fin fine
qui, del tutto, qual'è il fine ?
Sono belle litigate
tra persone...inoccupate ?

Il Sole e la Luna
(l'importanza dei ruoli)

Lui viene su con metodo, pian, piano,
come usa sempre far da quando è nato:
si desta, si stiracchia e un po'assonnato -
per obbedire a un rito antico e arcano -

s'accende sempre più fino a infuocarsi
pe' illuminare il mondo e riscaldarlo.
E in questo suo vitale indaffararsi
la Luna vien la sera a stuzzicarlo.

Ma lui le sfugge metodicamente
e senza complimenti si ritira
schivando ogni contatto, e lentamente
le cede il posto, e, andando, la rimira.

Perché tra loro non è contemplato
l'amor seppure a entrambe piacerebbe.
Ma ognuno onora il ruolo che gli han dato,
ché a scombinarlo il mondo ne morrebbe.
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In linea con la più intelligente Politica
degli ultimi cinquant'anni, certi rappresentanti politici
continuano a partorire idee…da sballo. Ecco l'ultima:
"Popolo d'Italia, daresti tu, tuo figlio a Silvio
per fartelo educare ?".
Chissà se questo è l'apice di tanta progressione,
o se ne serviranno di più entusiasmanti ancora.
(Maggio 2009).

L'educazzione
"A Re', famme capì…che 'n ciò dormito…
e guasi me ce pìa la depressione:
me ce sto a perde proprio l'appetito,
e in testa ciò 'na granne confusione…!"

"Ched'è, a Ro'…? ched'è…? Nun ho capito…
Ma che te st'a succede: fai 'mpressione…"
"È quello llì…quer fregno…l'hai sentito ?
dovemo da risorve un probblemone:

<daressimo noantri, o no, un fanello (1)
- pe faccelo educà - a Sirvio er Santo ?>.
Capito che finezza quer cervello….?".

"Mbeh…tocc'ammettelo, è 'n'idea ! Stavorta
er Franceschiello ciavrà tutt'er vanto
de stasse a véde a… spalancà la porta !".

(1) bambino, ragazzino.

Non sanno, le aurore
(a Lisa)

Non sanno le aurore
svegliarsi al mattino
con te vicina, quel che vuol dire…
I colori sbocciare negli occhi
e la mano
che prende la mano
nel lieve tepore
che bacia i capelli
accarezza la pelle, indugiando.
Non sanno
del sogno passato
ancor caldo
invisibile meta
partenza ed arrivo
che senza parole racconta di noi.
Sublime lasciarsi
restando abbracciati
per poi ritrovarsi al mattino, e l'aurora
vedere che incredula quasi
invidia chi meglio dipinge
i risvegli con un'emozione
che lei non conosce,
che pur se di bello son pregne,
non sanno, le aurore,
le belle aurore non sanno...

S'agita, il vento
S'agita il vento
nell'impaziente attesa
d'un qualche avvenimento.

Ma tutto ormai nasconde
l'ombra della sera
e a quella voce sua nessun risponde.

Solo un pensiero
nasce e cresce forte:
è un segno di vita, o è il soffio della morte ?

Elezioni = tribbunale !
(ciarisemo !)


Ar lupo ! Ar lupo ! La maggistratura
co quele toghe…che disinvortura !


" Poi dice che uno 'n cià la fissazzione …
Eh, a Ro'?! che dichi de 'sto cammiamento
che proprio 'n vò venì…? È 'na quistione
che certo st'a port'all'esaurimento

deppiù de 'na capoccia…Era ossessione…
ma mo sta a trasformasse in un tormento
che fracica er cervello e dà intossicazzione
ar fegheto, e 'n ce sta medicamento !".

"J'abbasterebbe a smette… Ma nun vònno…!
Pe loro a portà a quello in tribbunale
è l'unica raggione pe 'st'ar monno !"

"Si a 'gn'elezzione, a Re', stann'a provacce
a fallo cascà a un modo assai teatrale…
poi, certo ! giù a 'ngojà e…a ffà boccacce !".

Ar lupo ! Ar lupo ! Mamma che paura !
Ma quale lupo ! È la maggistratura !

Napoletanità
Forse è il mare,
forse è il cielo…
Di certo sono il mare e il sole insieme
che han creato il cuore
allegro…allegro e triste
e gaio e malinconico e gaio
d'un popolo
che all'amore ha innalzato monumenti
che nessun terremoto, o guerra,
o scelleratezza umana
potrà mai scalfire.
E pulcinella poverello
fatto di miseria e privazioni
ha messo il sale necessario
per farlo conservare
nei decenni già passati e a venire
un patrimonio tale, senza prezzo.
Un cuore ricco pure se guastato
da uova andate a male.
Che non son però riuscite
ad infartuarlo quel cuore
alimenatato da note eterne
gocce di cuore,
gocce di mare, gocce di cielo
che il mondo ha commosso
ieri, e lo fa oggi, e lo farà domani,
malgrado le famigerate coltri
di spazzatura e ammazzamenti in nome
di quel che di Napoli è il cancro
inguaribile…
Ma l'anima sua e il cuore suo
continueran, malgrado, a dire al mondo:
che "'O sole mio sta 'n front'a tte".
E a supplicare "Maria, Marì",
e a cullare il "Marinariello", sotto
l'invocata "Luna caprese",
e continua a sospirare "I' te vurria vasà".
Mentre s'allontana un amore su per la "Scalinatella"
e continuamente sfilaccia
boccate di fumo in cielo, il Vesuvio
sopra un mare che…continua a luccicare…

La cometa
(vi voglio raccontare di una storia)

Vi voglio raccontare di una storia
ch'è senza grossi eventi e niente gloria
che parla d'un poeta innamorato
che versi alla sua bella ha immortalato
se non in libri in mostra e di successo
almeno nel suo cuor cui molto spesso
ricorre quando è il caso, e sospirando
qualsiasi cosa storta mette al bando.
È una fortuna essere Poeta
perché con la poesia, la sua cometa,
non perde mai di vista quel suo amore:
no nella gioia e neanche nel dolore.
Per mano lei insieme al fagottello
dei versi nati in cuore e nel cervello
va attraversando sogni ed illusioni
su strade di serpenti e di leoni,
ma lui non si scoraggia: la cometa
lo guida con la forza sua segreta.
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Eh…! E che sarà mai: è simbolico !

Beato simbolismo !
(ma quant'è caro l'hobby der Poeta!)

Ma dite 'n po', stam'a parlà de che:
de cose de poesia e de curtura,
oppuro de "mercato fai da te",
indove er resto è solo copertura

che serve a impressionà, e cioè:
poesia - appunto - l'Arte, la lettura…
Perché, a regà, nfra tutti voantri e me,
la cosa qui sa assai de fregatura.

" Simbolico !", me dite, er contribbuto
pe entrà a fà parte dell'Antologgia (1)
e uguale, dite - co un cervello acuto -

er contribbuto pe cenà…(2). Ma attenti !
me dite che si 'n ceno…ah , furberia !
poi trovo chiusi tutti li battenti ! (3)
Armando Bettozzi

(1) Primo "Simbolico Contributo" per la pubblicazione proprie opere:
traduzione = 25 euro a pagina con una sola poesia foss'anche di tre versi
(per la maggior parte ogni poeta avrà presentato tre poesie;
e inoltre in tanti o pochi che siano chiederanno almeno una copia in più).


(2) Secondo "Simbolico Contributo"per la cena (obbligatoria):
30 euro a persona (solitamente il concorrente ha al seguito almeno una persona).
Notare che se non ci si presenta entro le 20.00 non si potrà accedere né alla cena stessa, né alla
Cerimonia di Premiazione, che si terrà a cena avanzata.


(3) Per accedere alla Premiazione, con ritiro gratuito dell'Antologia - già ben pagata alla
prenotazione. E allora: cena…obbligatoria!
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finalmente intercettato il vero grande problema
della politica italiana, e per l'attuale opposizione.

Veline sì…Veline no…
(un artro, nòvo, granne probblema…)

Veline, sì…veline no…: quest' è 'r probblema !
Nun solo ! mo se stann' a attaccà pure
a tutte l'ipotetiche avventure
co tanta frenesia ch'è… fòri tema.

Ma quant'è bello a stà a spettegolà !
Je piace a fallo llà in televisione
(ndo c'è er reggime…), e su artra informazzione:
giornali, rotocarchi…addò nu sta !?

E vònno che risponna a "dieci punti"
già belli preparati da quarcuno
che già se pensa d'esse er gran tribbuno
che smùcina nfra li piccanti spunti…

" Er reo t'addito, o popolo minchione !
che invece de fà er bene der paese
fa er dongiovanni - er ricco milanese -
e fa rigali puro da un mijone… !

Su moje pure ve lo sta dicenno…
Perciò ve vojo dì: nu lo votate…".
Ma Lui tranquillo, fa: "Nun ce cascate.
Si pure… ? Conta quer che sto facenno

de nòvo, e degno, e granne e assai importante
pe 'sto paese che l'ho risvejato
dar sonno 'ndo l'avevano lassato
e staveno pe mettelo in mutanne !

De quelli llì…insomma…'n ve fidate,
che sanno bussà a tasse solamente.
Io ve sto a dà quer che volete, gente;
er resto - acconsentite - sò cazzate !".

L'Amore quanno mòre
L' Amore
quanno mòre
te spacca tutt' er còre.
Er celo se fa triste
e che consiste
si c'è la villa e er grano...!?
Stai llì cor còre in mano
ad aspettà distrutto
che smette er ticchettacche
e che finisce tutto.
--------------------------------------------

Europa: Ma per cortesia ! Almeno per pudore…
Quante volte sono stati richiesti di spartire il disagio…
Qui: Eppure, quando gli pare,
lo dicono che è un problema,
e bisogna provvedere…In pratica,
spalancando le porte e dando il benvenuto ?

Li Clandestini
e l'incivirtà…de esse civili


" Eh…certo ch'er cervello de la gente
quann'è ch'è tutto quanto inturcinato
nisuno pò capillo, francamente…"
"T'appoggio a Re', io, proprio… sò spiazzato…

Ner senso, a Re', che, adesso no pe gnente,
ma come fanno certi a dì è reato
si a casa mia - puro si dolente -
'n ce posso facc'entrà a chi m'ha bussato

si a bussà a mme ce vengheno a mijoni
senz'arte e parte a fasse mantené,
si nno a scassamme proprio li…palloni ?!

E poi chi lo st'a dì… ? Li coinquilini !
Già, proprio quelli, aoh ! ch'hai da vedé…
cor piffero li vònno ai clandestini !".
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" Ma sì…ma sta' a dà retta…! Pure qui
c'è chi, co queli grilli che cià in testa,
sta a dinne tante che 'n vò più finì,
e come un gallo tira su la cresta

pe sentenzià - che nun se po' sentì -
(ché è gran demagoggia tutta questa:
<Reato…! Incivirtà…! N se fa così…!>),
perché sta bbene solo si protesta…"

" Eh, già, a Ro', ma si pensasse ar danno
de un'invasione matta e incontrollata…"
"O fanno finta, o proprio 'n ce lo sanno:

< Dovemo diventà murtirazziali !>
< E già ce semo…!>. Capito ? Nun se sfata
la voja loro d'esse maniacali !"
-----------------------------------------------

a mia madre
per l'8 Maggio


Mamma
Una rosa t'assomiglia:
ha il profumo delicato
e pure intenso del bene
che m'hai dato.
E ha le spine
come quelle che il tuo cuore han punto
dal giorno del dolore e della gioia
a ciascun altro, via, via
nel tempo,
mentr'io crescevo
e la tua mano fatta di carezze
lasciavo…in fondo al cuore….
--------------------------------------

Tra veline e minorenni
e un divorzio ch'è un tormento
come godono i falsari
…ma - che - bel - di-ver-ti-men-to …
!
(maggio 2009)

Il candidato
giornalista, politicante, opinionista....


"Egregio candidato, allor ci dica:
quant'è che fà tre e uno, ed il colore
del ghiaccio, e non ci pensi tanto, mica !"
"Fà quattro !" allor rispose con candore

l'esaminando e "È bianco !", poi concluse.
"Perché, mi dica, allor si è presentato ?
Lei è bocciato, e non ci sono scuse !"
gli disse quel burocrate, indignato.

E aggiunse, tracotante: "Non lo sa
che la risposta giusta ed azzeccata
per chiunque aspiri a aver l'idoneità
da questa parte della staccionata

è quella di saper mistificare,
e snocciolar menzogne, anche di fronte
a quel che è chiaro e tale a tutti appare,
e cioè cercar di abbindolar la gente ?".

"Ma...io...veramente..." "Basta ! Sono scosso !
Tre e uno non fà quattro ma "sessanta" !
- almen per oggi - e il ghiaccio è: "ROSSO" !!!"
"Capisco ! Certo ! è QUELLO ! che v' incanta...."

Insonnia
Quanto sei lunga a passare,
notte d'insonnia !
Come l'attesa del treno che tarda,
ché ha perso la corsa del turno di notte.
Saltano su i mille pensieri
rimasti nascosti, ad aspettare.
Come l'alba, che invece rimane
lì, chiusa nel buio, e aspetta...e ancora…e ancora…
E - pure se a piccoli passi, felpati -
s'odon passare i minuti uno a uno
nel denso silenzio,
in fila infinita…
C'è come una lente, a ingrandire
le gocce di tempo,
mettendole a fuoco
con quello che il giorno non s'usa vedere.
Lo stillicidio dei lunghi minuti
che entrano dentro forzando la veglia
diventa una nebbia che avvolge,
che placa, sconvolge, che abbassa il sipario,
alfine,
sulla notte d'insonnia,
e mentre un alone di luce,
lontano,
s'appresta a punger la notte che passa,
il sonno con tanto ritardo, pian, piano
arriva e mi trova spossato,
ed in sé,
m'accoglie pietoso, pe' un po'…
che un poco è già tanto, e il mattino comanda:
e basta, riposo…! Chissà se verrà.

La Sirena
Miraggio in mezzo al mare


Lambir le sapide onde
ebbro di sole e dei suoi raggi d'oro;
pe' un attimo sfidarlo e lacrimando
restarne abbagliato e in quell'istante -
ricamata di spuma -
schizzar su tra i flutti vederla, smagliante
e sinuosa
nelle sue bellezze chiare
pudicamente coperte dalla lunga chioma scura.

Guizzar vederla, la Sirena, verso me
che l'arpione ho pronto,
là sopra al profondo immenso
mare d'estate, sotto al sole
d'oro, e re mi fa sentir - dolce visione -
fintantoché mi lascia l'illusione…

Nietzsche, la follia del sapere
(un labirinto senza uscita)

Tutto passa tra i neuroni,
senza filtri,
senza alcuna sentinella.
Passa il vero, passa il falso.
Quel che gira nello spazio
lì è attratto
nella massa che raccoglie.
E di tutto fa un miscuglio
che sia conscio oppure inconscio,
ma di certo è verità
quel ch'è poi il suo aut-put
che t'incanta, ti sorprende,
ti solletica il sapere, il conoscere di più.
E t'affanni a concepire
quel ch'è stato concepito
da chi neanche lo ha capito
e però tra il tutto e il nulla
torturato ha la sua mente:
meglio la filosofia
o lo è invece la morale ?
No di certo la menzogna
che dovunque in ogni tempo
è da mettere alla gogna.
Vuol cambiare il mondo in meglio
anche contro chi ha insegnato
quale il vero meglio sia,
quale sia la verità,
e non può, e allor s'addanna,
ché non reggono i neuroni
all'impatto di un sapere
troppo vasto, troppo vario
intricato e poco chiaro
che gli sfugge e non dà pace.
Anche questa alfin lo lascia
e nel proprio labirinto
lui si perde.
Una luce, un grande abbaglio.
Poi il buio e cecità
della mente…che abbandona,
quando il troppo non perdona,
nel disordine totale.
"Io sono dinamite!",
disse un giorno… Ed è esploso.
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sia che ne sia la causa, sia che ne sia l' effetto -
forse anche questo piccolo particolare
di comportamento dà il senso di un Amore inflazionato
e perciò …svalutato. Per lo meno rispetto
all'Amore romantico, quasi in via d'estinzione.
Almeno, a prima vista…


"Amò !"
(nome standard per ragazze e ragazzi
d'oggigiorno più o meno legati)

Na vorta se chiamaveno pe nnome:
" A Gio'… a Li'…a Marì…a Daniè…a Stefà…!"
Ammò pe chiunque sia, er nome è "Amo'!".
Amo' !…Amo' de qua…Amo' dellà…Amo' de su…Amò de ggiù…
No standardizzamento che impressiona.
Un giorno, nun sapenno er nome giusto,
m'è uscito pure a mme de dì: "Amo' !…"
a una che volevo chiede l'ora.

In quelo stess'istante m'è arivato
un papagnone addosso qui sur naso -
che ancora ce sto a véde er firmamento !
Amò de che ?!…Ma che moderni…un corno !
Er nome No… Però quer giramento
de còsi è sempre quello de 'na vorta
si tòcchi una a uno che je 'mporta !
----------------------------------

Viva il 25 Aprile !
Ma niente esclusive:
è questione di buon senso,
di giustizia, e di… storia.


Er 25 Aprile

"<Er 25 Aprile è robba nostra:
ciavemo l'escrusiva ! Ché è pe nnoi !
si mo su 'sta gran bella tèra nostra
ce sta la libbertà pe nnoi e voi>.

Così sò stati sempre a dicce, a Ro',
e nun se pò negà: hanno combattuto…
ma nu' è pe sminuì, ma nu lo so
si senza quelli avrebbero potuto…"

"A Re', che 'n se poteva fallo è certo.
- e avoja a penzà a Davide e Golia ! -
si n fusse incominciato già er concerto
che co lo sbarco aveva preso er via.

" Regazzi, a Re', venuti da lontano
pe libberà anche gente poco grata,
che - si è che nu je daveno 'na mano -
sarebbe pe davero incominciata

la Resistenza ? È troppo sbrigativo
a dì che è robba de li partiggiani.
Ma proprio sò venuti ar campo estivo
quer mare de sordati americani ?" (*).

(*)
e c'è stato anche il forte contributo dei soldati italiani,
carabinieri, civili…Finalmente, dopo mezzo secolo di arrogante
e irritante misconoscimento, si sta facendo luce...

Cocchine, le rondinelle !
L'è viste ? Enn'artornate !
Già on fatto qualche nido sott'al tetto.
Quann' voleno se fon certe planate …!
e doppo arvonno 'n su con qualche insetto
'n tol becco per portallo ta i fijoli
che stonn'a pigolà.
Gni giorno fonno mille e mille voli
e è 'na bellezza stassel'a guardà,
tutt'arleccate e belle, nere e bianche.
'N se sa quant'on volato
sul mare e su la terra… e 'n son mai stanche,
tant'è la loro voja incorporata
de curre a dicce che la Primavera
s'è risvejata… Ma senza de loro,
per bòno nun sarebbe gioia vera.
Però con loro a fa' le giravolte
quasi a struscià per terra o 'n su pel cielo,
cocchin' mie, che gran capolavoro !
----------------------------------------------

"Se quella notte, per divin consiglio,
la Donna Rosa, concependo Silvio,
avesse dato ad un uomo di Milano
invece della topa il deretano
l'avrebbe preso in culo quella sera
sol Donna Rosa e non l'Italia intera"
R. Benigni
(pervenutomi come estrapolato da un sito che non so quale sia)

BENIGNI LANCIA…BETTOZZI RISPONDE
Poesia di Armando Bettozzi
in risposta a quella di Roberto Benigni
(scurrilità per scurrilità...)

Se anziché avanti avesser preso dietro
il duro barzo in quelle notti fredde
le mamme lor, di Grillo e di DiPietro
la schizzofrenesia or non s'udrebbe,

e neanche di Benigni, divo e vate
le satire che smuovon la risata -
ma son talmente male indirizzate -
se a mamma sua 'n l'avessero scopata.

Ma ringraziamo quando Silvio nacque
che dell'Italia fa una gran nazione,
tant'è che al nostro dio talmente piacque
che alterno a lui l'ha in considerazione.
5 Febbraio 2009
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Ancora una volta M. Santoro col suo "Anno Zero" ha travalicato informazione, e satira.
Anche per tutto quello che di altamente positivo si sta facendo contro i danni materiali e morali
del terremoto de L'Aquila, 2009. Tant'è che ancora una volta ha dovuto intervenire la Direzione RAI, sanzionando lui e la sua trasmissione.


Dissenso !

Ma che faccia ! È andato là: / a far cosa non si sa.
E non è venuto qui: / chi si crede quello lì ? Lui doveva andare su / ed invece è andato giù.
Anzi !... era meglio sopra. / Penserà che non si scopra
ed invece già si sa / perché se n'è andato là.
S'è mischiato fra la gente / per sembrar più convincente.
Fa promesse e le mantiene. / Questo a noi, NO ! non conviene.
Oh, se non ci fosse andato ! / Dicevamo "Vi ha snobbato !".
Ma l'hai visto…accarezzava / e perfino l'abbracciava
quella gente sfortunata. / "Non sarai dimenticata !"
gli diceva appassionato. / L'ha voluto…l'ha cercato…
Non c' è dubbio, è stato lui ! / a volere i giorni bui
del grandissimo sfacelo, / non è stato certo il cielo !
È per poi ricostruire / e per farsi benedire,
per portare la speranza, / l'ottimismo ad oltranza
per calmar quel grande pianto / e poi prendersene il vanto
( come pure con la crisi). / Mentre noi senza sorrisi
e coi musi lunghi, stiamo, / perché al popolo vogliamo
far sentir la sofferenza, / inculcargli l'impotenza !
No ! Diciamo sempre a tutto: / sia al bello, sia al brutto.
Ch'è assai facile così: / abolito abbiamo il Sì.
È così che s'ha da fare ! / Nel lagnarsi e criticare
siam degli ultraspecialisti. / Del dissenso siam gli artisti.
Possediam la verità, / e la nostra libertà
di insultare e sproloquiare / denigrare, e di storpiare
ogni verità degli altri / - dato che siam quelli scaltri -
non si tocca o è regime / e attacchiamo per le rime.
Non sappiamo la vergogna / cosa sia , ma a la gogna
noi mettiamo immantinente / quella di sì tanta gente
per avere un suo pensiero / e no il nostro: quello vero !
E è perciò che amiamo tanto / lo sparlare sacrosanto
nello show che fa Santoro / - per il quale è tutto oro
nelle tasche sue profonde - / la gran gioia che diffonde
fra più o meno sprovveduti / o fra quelli troppo acuti
che cercando vanno il vanto / di attaccare sempre, e tanto,
chi li oscura col cervello / (e non già col manganello).
E a chi più gli si accanisce, / lo stra-sfotte, lo ferisce…
nel "regime" che li assilla / - ma di libertà scintilla -
deve andar l'applauso grato / di chi al dito l'ha segnato.
E la satira che gira / non è satira, se mira
- e è soltanto una scusante - / all'insulto militante
e all'accusa - anche forzata - / ben studiata e programmata…
meglio se con sceneggiata, / molto meglio se inventata.
------------------------------------------------------------

 in ricordo del terremoto dell'Aquila
delle 3.32 del 6 Aprile 2009,
che ne ha distrutto l'essenza.

Quando muoiono i libri sul passato
siano essi di carta o malta e pietra
ognun che il terremoto ha risparmiato
qual morto cade nella notte tetra.

Armando Bettozzi.

Quando la storia muore
I morti di una volta or ! sono morti
che l'anime che avevano lasciato
a vivere nei caseggiati antichi
tra le memorie di avi già passati
or sono state sparpagliate al vento
insieme a malte e pietre che una volta
li avevano protetti nell'abbraccio
del quotidian loro essere presenti.
Polverizzati i corpi antichi, e ora
le case antiche con le lor memorie
il nulla - a chi è rimasto - gli rimane:
no il rimbombar di passi in un androne,
né i calpestii su scale consumate,
né il campanile ad indicare il cielo,
né la campana attenta testimone
di vita giornaliera del passato,
né l'ombra, né il mistero di chi è stato.
I morti, or sono morti e cancellati
e è come morto, il vivo, senza storia.
-----------------------------------------

dedicata ai terremotati de L'Aquila e provincia -
terremoto delle 3.32 del 6 Aprile 2009
8°-9° grado della Scala Mercalli.


Terremoto

È l'incubo che appare ad occhi aperti
e che feroce assale all'improvviso
com'una tosse sorda che percuote
il petto e tutte le altre membra scuote.
Così con suono sordo il mostro ottuso
vien su di notte o mentre splende il giorno
con quella grande rabbia da sfogare
che in seno a nostra madre terra cova
e tien repressa e che alla fine esplode
dopo un ambiguo, sembra, gioco insano.
Come un che colmo d'odio, di vendetta
si pasce e con pazienza la sua rete tesse
per farla poi esplodere violenta.
E all'impazzata e ciecamente coglie
chi trova nel cammino suo sprezzante
e tutto e tutti abbatte e la pietà
non sa che cosa sia e in un minuto
sfigura o peggio in mucchi di detriti
riduce le città e anche la gente
per poi tornare agl'inferi placato
lasciando costernato il mondo intero
e il pianto con la polvere mischiato.

E al capezzale della distruzione
già volan gli avvoltoi con becco adunco
per banchettar con la ricostruzione.
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Pasqua….
filosofia di pace


La sorpresa
dell'uovo di Pasqua


Nell'uovo di Pasqua a sorpresa
giocoforza è trovarci una sorpresa.
Figurarsi perciò la mia sorpresa
nel trovar la sorpresa sorprendente
di non trovarci nessuna sorpresa.
Pe' un po'- lo devo dir - me la son presa,
ma riflettendo ho detto:"Più sorpresa
del non trovarci dentro la sorpresa
non c'è…! - e ho detto: "Oh, ma che sorpresa !"

Carità
Non busso alle porte
Io busso alla gente
Guardaci in faccia:
vedrai tanti uni
e non una folla che è sporca e invadente.
Non cerco ricchezza
né pranzi, né lussi
Un pezzo di pane raffermo mi basta.
Non chiedo di più
di quello che puoi.
Se proprio non hai
puoi darmi un sorriso:
sarà come essere già in paradiso.

                              Amore non c'è fretta
                                L'uvetta prima o poi
                                diventa vino e lui
                                più il tempo passa
                                e più diventa buono.
                                        Son grappoli di sole
                                        sapore di campagna
                                        li han colti dalla vigna
                                        le tue mani.
                                Uvetta, non c'è fretta
                                Uvetta, non c'è fretta
                                io prima o poi ti assaggerò
                                Uvetta, non c'è fretta,
                                Uvetta, non c'è fretta
                                in un bicchiere alfin
                                io ti berrò.
                                        L'uvetta prima o poi
                                        diventa vino e lui
                                        più il tempo passa
                                        e più diventa buono.
                                Perciò devi curarlo
                                da quando è nel tinello
                                o dentro la bottiglia
                                e aspetti di assaggiarlo.
                                        Uvetta, non c'è fretta
                                        Uvetta, non c'è fretta
                                        io prima o poi ti assaggerò
                                        Uvetta, non c'è fretta,
                                        Uvetta, non c'è fretta
                                        in un bicchiere alfin
                                        io ti berrò.
                                Un po' così è con te
                                che un poco acerba sei
                                ma presto, anzi prestissimo
                                maturerai.
                                        E più ti formerai
                                        più bella ti farai
                                        e come con un bicchiere
                                        io ti assaggerò.
                                Amore, non c'è fretta
                                è bello se si aspetta
                                ma prima o poi io ti assaggerò
                                Amore non c'è fretta
                                è bello se si aspetta
                                aspetterò e alfine
                                io ti avrò,
                                aspetterò e alfine
                                io ti avrò.                              
Canzone. Parole e musica di Armando Bettozzi

Donna
(quanta bellezza…!)

Quanta bellezza
travolta dal tempo !
E ogni sua traccia
la disperde il vento.

Dura un sospiro,
il tempo d'un bacio…
Dopo è il ricordo,
l'oblio,
poi nulla.

Resta l'idea
nel fiore che sboccia,
nel sole che nasce, che muore e rinasce.

L'Amore, rimane
e col sole, di nuovo,
nuova bellezza disegna e colora.

Bellezza che il tempo
travolge ed il vento…
…disperde……
E poi…
… nulla !...

Quando l'Amore ti prende la mano
Ti prende la mano   l'amore e non sai
nemmeno reagire    Ti senti cambiare
ti volano dentro       a brucare le api
e mille farfalle        ti fanno volare
Ti portano su        a trovare la luna
e intanto le api        ti riempion di miele
e senti che devi       donarlo e lo doni
Ti sfiora una mano   e un corpo aderisce
nel bagno di miele   e il tempo si ferma
e il mondo sparisce   e un angelo suona.
                        
L'amore ti prende e   nemmen te n'accorgi
che senza pensare lo prendi per mano
e quando lo sai è già troppo tardi
Difese non hai Ormai le api
son dentro ed il miele     è il sogno dei sogni
eppure è reale, eppur le farfalle
ti fanno volare ti portano su
a toccare la luna se un corpo si dona
e un angelo suona, e il mondo sparisce
Ci sono soltanto le stelle e la luna
        che stanno a guardare…
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L'idea lanciata dal neo Capo dell'Opposizione:
tagliare gli stipendi per fronteggiare la crisi dei lavoratori disoccupati.
Beata solidarietà: di chi, a chi ?
(fine Febbraio-Marzo 2009)
Er tajo a li stipenni
(de chi ?)


" A Re', 'sto Franceschini pare in gamba…
Hai visto, ha detto senza giri intorno
'na frase che nun è pe gnente stramba.
Ha detto - dice -: < Qua 'n se fa mai giorno

si s'aggitamo come a ballà er samba
ma a la fin fine 'n concludemo un corno,
che stamo a pìà er probblema sottogamba,
e gnente stam'a còce drent'ar forno:

tajamo li stipenni…!!> "Finarmente !
Era ora ! Deputati e senatori,
ministri e portaborze…" "A deficiente !

Nu è mica a loro…È a noi che vò tajacce"
" Ma li morté…Cacciatemelo fòri,
che quello st'a dì 'n sacco de fregnacce !".

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" Ma...a Re', ce vò la solidarietà…"
" A parte li probblemi a finì er mese
ch'è un gran probblema e questo già se sa,
si in più vonn'annà avanti co le spese

pe mantenè a chi vié e che <'n pòi fermà>,
e chi sta qua - sippure è 'n brutt'arnese -
e che a la granne stamo già a pagà…
me pare che deppiù 'n se po'…è palese !"

" È vero, a Ro'…e poi me viene in mente
che sai li furbi cor lavoro in nero
che cicceno su a dì che - farzamente -

je spetteno l'aiuti, come quelli
che 'n cianno voja, pure si davero
ciavrebbero da fà… quei cicci belli !"
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Cerco di dirlo scherzando, ma la cosa è seria ! Che potere questi cani! Il Parlamento aveva stilato la lista
di quelli tra loro davvero pericolosi, ma i cani hanno fatto Bu ! Bu ! Bu ! e con quella lista, i parlamentari,
ci si sono andati a pulire il….dopo aver….al cesso dalla paura. L'ultimo ammazzato da un cane è un ragazzino di 10 anni. Ieri 15 Marzo 2009, in Sicilia. Sento tutti gridare: "la colpa è dei padroni!". Sì ! Ma la colpa è anche dei cani. E di chi ne sta diffondendo l'affiliazione. Sì ! O anche di loro si rischierebbe, altrimenti, l'estinzione ?
A chi e a quando il prossimo sbranamento ?


Basta a morì…de cane !
Abbasta ! Er cane bau ! Abbasta ! Abbasta !
Nun vojo più sentì' che azzann'a chi…
E nun se ne po' più !!!!
Baù ! Baù ! Baù !
Li cani cianno rotto, e li canari
ce l'hanno sconquassati che 'n se sa !
E che sarebbe !
Nun sta passanno un giorno senz'azzanni
e infinacché se magneno er padrone
lui l'ha voluti e a lui se sò magnati !
Er brutto è quann'azzanneno a quarcuno
che 'n cià a che ffà : Baù ! Baù ! Baù !
Sò armi, sò, sò armi com' a quelle
ch'è proibbito a vènnese e a comprasse !
Sò armi quann'abbaieno e nun dormi,
e quanno che t'azzanneno e nun solo:
te fann' annà tre metri sotto tera !!!
L'animalisti…L'anima-ccia loro !
Li stanno a ffà diffonne che tra un po'
saranno assai più loro de noantri
ché cianno messo su tutt'un commercio
e in Parlamento cianno anche paura
de dije NO ! che sò pericolosi,
e condannà chiunque li fa nasce,
e chi li venne, e chi ce li sta a impone,
. e chi li tiene a casa o che li lascia
a diventà idrofobbi pe strada:
che pòi ce fanno Bù ! e te saluto!
Ma no li cani bravi che porelli
nun sanno fà der male.
Ma male un po' lo fanno tutti quanti,
ché a chi cell'ha più er tempo passa e più
li stann'a ffà rincojonì alla granne:
je metteno er cappotto, le mutanne,
je dicheno: viè, bello de mammà,
che manco a un fijo vero ! E quello: Bù !
je fa scodinzolanno: Bù ! Bù ! Bù !
E dicheno: so mejo 'ste bestiole
che tutti li cristiani de 'sto monno !
Ch'è 'na filosofia che sempre più,
assieme a tutt'er resto che c'è in giro,
ce sta portanno sempre più giù a fonno !
Che gira, gira, aoh, ma che te credi:
sò tutti quanti fiji …de'na cagna !
Mo, anzi, questo 'n se potrà dì più:
che pònno risentisse e a raggione
l'animalisti, e…. Rita Dalla Chiesa *! *in TV sempre coi cani in bocca.

Stamo a parlà de Legge o de demenza ?
" Più 'nnam'avanti e più stann'affogacce
ner pozzo de 'na merda puzzolosa
e nun trovamo er modo de sarvacce,
che in nome de 'na Legge fantasiosa

ce stanno certe emerite togacce
che vònno che sia assai spettacolosa
gni vorta la sentenza, pe pìacce
a merda in faccia, appunto, ch'è 'na cosa…!"

"Lo so, a Re', si qua 'n se pìa riparo…
Du' fidanzati: lui che bacia a lei
sur tipo labbra-guancia…'n bacio …amaro !

Ché lei s'è fatta rode…ha denunciato,
e 'n giudice - uno co li zebbedei -
che t'ha saputo fà ? L'ha condannato !!!!"

Vabbé lo stupro…e pure la violenza…
Ma qui 'n se tratta più de stà a difenne
er debbole de turno…mo è demenza !"

a quando l'obbligo di tests mensili per chi deve
giudicarci, e che magari ci rovina l'esistenza
anche - perfino - con la sola notizia di sentenze
che sembrano uscire da ricoverati del Cottolengo ?
E a quando un ripensamento della donna super tutelata
a danno dell'uomo ormai stretto alle corde ?
A quando un matrimonio senza lo spauracchio del mantenimento a vita
della consorte per aver condiviso magari solo un mese o meno di sorte ?
Ma addirittura prima ancora del Si ?! Salviamo i rapporti umani…ma de che ?!
(sentenza Cassazione Marzo 2009)
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La matassa
(il micetto giocarellone e incosciente)

La matassa - gioca e sfila -
gli si è riaggomitolata
tutta intorno ed il meschino
agitandosi ingarbuglia
quei filami sempre più.
Non c'è verso, non si scioglie
prigioniero è del suo gioco
grida aiuto, fa promesse…
Finalmente chissà come
co' un aiuto non sperato
se ne esce liberato.
Ma ben presto se ne scorda
del pericolo scampato,
e rigioca con la corda…
Ma stavolta è la tragedia:
gioca, gioca…s'è impiccato.

L'uomo ha fatto uguale, uguale, come in questa
storiella del micetto.
Speriamo che la smetta qui con quei suoi giochi finanziari…
e non arrivi ad auto impiccarsi.
(crisi finanziaria mondiale iniziata nel 2008 a NY).
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Ispirazione
(alla Musa ispiratrice)

Vieni… così, senza essere invitata;
dentro di me t'infili e non domandi.
Bussi ? Macché…ti senti la padrona
solo perché una volta ti ho cercata.

Era per dir alla mia innamorata
cose che mai, altrimenti potevo.
Sei diventata ossessiva, però…
Almeno aspetta d'essere chiamata !

Non tormentarmi tutta la nottata:
poi sono stanco, che cosa vieni a fare ?
Non ti disprezzo, anzi, io ti voglio:
ma tu a ogni minuto sei ispirata !
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Il 40% dei galeotti romeni circola qui,
ma in fondo… "non in percentuale così importante" ! dicono qui.
Il Presidente romeno accusa l'Italia di xenofobia-razzismo…(!?!)
Anche qui da noi, è un continuo….
Da noi, gl'illuminati supportano, e giustificano tutto,
che intanto anche da noi ci sono i delinquenti, e perciò….
E poi…E il costo che ci costano ? Più va per loro…meno va per
i nostri disoccupati e bisognosi. Razzismo ?


Rifugium… romenorum
"A Ro', hai 'nteso, sì ?! Va tutto bbene…"
" De che, a Re'….va tutto bbene che ?"
Che quello llì se st'a spurgà le pene
passannocele a noi, a mme, a tte…

E in più sta pure a rompe…Je conviene
a dì "xenofobbia" (che manco c'è).
Però st'a dì che le su' peggio iene
mo stanno tutte qua a… pìass'er tè…!

E dato che daggià ce sò li nostri,
pe le capocce sempre illumminate
è giusto a pìasse pure l'antri mostri…

che in fonno, si 'i volemo stà a contà
nun sò percentuali esaggerate…!"
"Ma allora che se stamo più a lagnà ?!...

Eh, sì, 'ndo' già sò in cento, centomila
è uguale: ce sò solo più corcati(1)…
ma sempre pochi sò ! e er discorso fila !"

" E pòi senza contà…ma chi li paga ?
Pe ognuno qui sò sòrdi fatigati…!"
"Pagamo pure !… Pe aggravà la piaga !".

(1) sopraffatti, stesi a terra; come pure: derubati, rapinati, scippati,
stuprati, svaligiati, impauriti, malessere psicologico, prostituzione, droga, tratta umana, ammazzati da drogati-ubriachi al volante, e altro… esteso a: costretti a spendere per inferriate e allarmi…sempre più, perché più ce ne sono di delinquenti (in aggiunta ai nostri), più le probabilità crescono… ma è normale ! E infine, ma non ultimo, reazione per la sicurezza che manca, caos socio-politico e spesa pubblica per il mantenimento di chi non si mantiene, e l'auto difesa che porta il povero malcapitato in galera per eccesso di difesa…Se non volere tutto questo è razzismo…!
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in attesa del Testamento Biologico:
cattivi pensieri….
E dopo, una realtà ?


Eredi
" A Ro', si a mme che sò 'n bòn elemento
me sta giranno in testa 'sto penziero,
me dichi chi è 'n gran fìo de 'no sparviero
si quello che po' fa cor testamento…

sai quello che te fà staccà la spina…"
" Biologgico, a Re', embeh ? Sarebbe ?"
" Sarebbe che…sai che carneficina !
Ner senzo che poi c'è chi staccherebbe

la spina a chi je va, si nun s'adatta
a annassene da solo…Se va llà:
<Diceva sempre è mejo si se schiatta…>
je fa ar dottore e lui…lo fa schiattà."

" A Re', a parole nun se po' più fà…"
" Je fanno firmà un fojo, quanno sia…
Che 'n se farebbe pe un'eredità,
si la seccaccia 'n se li porta via !?"
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poesia ispirata dalla scena musicata
del bosco sulla home page
del sito "Le voci dentro"
del poeta Paolo Musolino,.
cui dedico.


Il bosco
Il bosco, i colori, le forme,
il silenzio, i profumi, le fronde,
le foglie sparse,
l'aria umida e la luce diffusa e lieve
tra gli arbusti e il ruscello discreto
e i suoi minimi gorgoglii mentre
dai sassi disseminati scende
e tranquillo va a seguir la via,
con la sua vita dentro, invisibile
e quella che in lui si specchia
delle creature intorno.
La chiamano Natura: un solo nome,
per tante tanto eccelse creazioni
cui l'Arte inchini scioglie
e ogni alta ispirazione, riconoscente inneggia.
Tanta ricchezza, tanto arredamento
per vite minuscole, insignificanti, inutili…
O forse no ? Forse
son lì a indicare a noi il perché…
per un esempio che sia da imitare
per esser come loro, sazi,
felici di quel poco così grande
che è la vita
che solo loro san godere appieno
e senza condizioni, e in armonia.

alle donne…d'assalto
(derivato - oltre che di una " libertà" che è diventata un'altra cosa -
d'un femminismo sfrenato e perdente: la "donna oggetto"
è oggi più oggetto che mai, e "modello rovina"
per piccole e grandi…Effetto '68)


Quel rossore che avevi
Quel rossore che avevi
spruzzato sul viso
quando la neve era sola sui monti,
più fine d'un fine profumo
si respirava con l'aria,
era dolce.
Or com'è raro trovarlo nel mezzo
di unghie affilate
e di lingue sguaiate…!
Era il volare di timide occhiate;
ora in gran parte son voli d'ossute
e voraci cornacchie.


Febbraio 2009, giorni di Carnevale:
- 13 anni: di buona famiglia, accoltella (a Chioggia) alla schiena l'insegnante
(coltello portato da casa);
- 14 anni: violentata al parco della Caffarella, Roma,
da adulti romeni, mentre l'amichetto coetaneo è malmenato
e costretto a presenziare alla…cerimonia.


Fattacci - Carnevale da pianto
"Da ride c'è ben poco, Remo mio;
sippure è Carnevale, l'alegria
è proprio morta, a Re', t' 'o dico io."
" A Ro', e nun fa così…e che ! Mamma mia…!"

" Ma come < 'n fa così>…Ma nu lo vedi ?
A tredici anni ammazzeno er maestro….
Se fumeno la vita…Che te credi ?
ormai aggià a dieci anni cianno l'estro

de fà li delinguenti…Oppuramente
sò loro a pagà caro er brutt'annazzo
de 'na stralibbertà beceramente
voluta ed infilata immezz'ar mazzo

de certe ideologgie da cacatore".
" È vero, a Ro'…è uguale a chi se magna
robbaccia e va de corpo co dolore…
La società ha magnato….e mo se lagna…

P'er mar de panza c'è er medicinale,
lo piì e poi te passa…e pei fattacci ?".
" È facile: ce vò che er tribbunale
ingabbi er delinguente…e nu lo cacci !".

Elezioni in Sardegna, Febbraio 2009, giorni di Carnevale:
la Sinistra capitombola di brutto. Non cresce di voti,
ma perché non cresce di idee, e in più insiste con alleanze
poco raccomandabili…Ristagna su sabbie - che loro
sì, sono mobili - ma non gli argomenti che mette in campo….
pietrificati.


Scherzo de Carnevale
(ma vera 'nuova Caporetto')

"A Ro', già è carnevale n'antra vorta..."
" Eh, sì, er tempo passa: ce fa cresce…"
" Nun sempre, a Ro', e c'è chi se n'è accorta,
che a cresce nun c'è verso, nu j'ariesce…"

" Eh, sì, lassù j'è ita proprio storta…"
"Eh, già, a Rò, chi dorme nun pìa pesce…"
"E a forza de intignà a spartì la torta
co quer gran fregno buffo…ecco che esce…!"

"Nun solo quello, a Ro', è che j'amanca…
nun so…che posso dì…j'amanca tutto !"
"È vero, a Re', che poi uno se stanca

co sempre quela stessa litania:
< è 'r cavajere ! è 'r cavajere l'omo brutto…!>.
Sta tutta llì 'sta loro fantasia ?!

Co: < ar lupo ! ar lupo!> stann'a facce un mazzo !
nvece de fasse 'na radioscopia…!"
" Seconno me 'n ce stann'a capì 'n cazzo!"

"Nulla Osta pe l'aiuti a…Costa"

L'attore Edoardo Costa, secondo le denuncie di "Striscia la notizia"
supportate da interviste e testimonianze, avrebbe approfittato della beneficenza spillata ad ingenui donatori,
per arricchire la propria immagine e le proprie tasche con le notevoli somme di denaro ottenute speculando
sulla pelle di bambini africani bisognosi, che dopo quattro anni ancora aspettano i medicinali
ed altri aiuti promessi dallo stesso Costa. 2008-2009.


" A Re', che fai, te sei appassionato
a 'sti strumenti antichi de tortura ?!"
"A Ro', è 'n depliant che m'hanno procurato…"
"Ma che vòi fà: vòi mette sotto cura

a quarchiduno, a Re' ? Che sei 'ncazzato ?
Na vorta annava…mo c'è la censura…"
"Censura, a Ro' ? Si pìo a quer depravato
che sta facenno er bello addirittura

co li fanelli*, pòri disgrazziati
che moreno de fame e malatie,
che a nome loro troppi n'ha fregati

de sòrdi a destra e a manca, promettenno
de dalli a quelli…a Ro'…tutte bucie !!
Ma prega a dio, a Ro', che nu lo prenno…!"

" Ner tempo de la moda der perdono !?"
"E NO ! a Ro', eh NO ! Io nu' mme venno…
Chi vò perdoni…Io nu je l'abbòno !".

*bambini, ragazzini.


Il Seme della Libertà
No! alle angherie-prepotenze-sopraffazioni-violenze
di idee e azioni dall'alto,
ma anche da ogni altro strato della vita
incluso il medio alto, il medio,
il medio basso, e il basso e bassissimo….
La tua Libertà finisce quando urta la mia.
Senza Sicurezza non c'è Libertà.


Come il seme è traguardo di partenza
per le case ed il loro arredamento
e la pizza che è fatta con il fuoco -
perché il fuoco che serve lo dà il seme -

così pure a chi Libertà gli preme
sappi ben che se Sicurezza invoco
è perché più di loro ho il sentimento
di questa Libertà, che non c'è senza

la Sicurezza che di essa è il Seme.
Questo seme ha un colore naturale
ed è sciocco volerlo colorare
con colori che sono idee di parte

e col gioco di chi vuol farne un'arte
per dar via un prodotto che…"sa fare
lui soltanto", ma è lui che gli fa male
perché, chissà…la Sicurezza teme.

Ed occorre tenere bene in mente
che Libertà arriva al suo traguardo
proprio quando di quella di altra gente
ne deve tener conto e anche riguardo.

Stupro
La casa di Maria
più non sorride al giorno
coi vetri chiusi e le persiane verdi
cucite.
Come la bocca sua che più non canta.
Non passa il pettirosso a melodiare
e neanche la civetta sopra il tetto
a raccontar la notte.
Cadono le foglie
senza far rumore
ed è solo un lamento quel fischiar del vento
nel camino spento.


…a quanti stupri "estranei"si deve
arrivare prima di gridare: "basta !" ?


La casa dei mostri
e delle morte vive


Libero s'aggira
nella casa di tutti il mostro
che nessuno vuole e tutti fanno entrare
così…mostruosamente,
perché ogni porta deve stare aperta:
ché libertà lo impone,
e accoglierlo è un dovere e un suo diritto.

Perciò, fanciulle, donne,
non piangete
se tra le grinfie sue cadrete:
voi siete le prescelte
di una ideologia sacrificale
che vivo pasto in mano al mostro getta
per dar ragione a un'accoglienza cieca
e ad una libertà senza confini.
Se un mostro c'è, ben vengano altri mille:
par giusto,
come anche avere voi tra noi
morte vive in casa, a lievitare
accese discussioni senza fine,
ma no vergogna e voglia di gridare:
basta !

San Valentì, fa' qualcosa !
(al modo bettonese - di Bettona, PG)

San Valentì, cocchino, e che fè, dorme ?
Lo stè a vedé tuqua quel che succede,
o ormai 'n ce fè più caso che anche l'orme
de quan che ce bastava avè la "fede"

pe staje appicciato ta qualcuno
mo stonno a scomparì 'n po' dapertutto
e fa 'na pena ! e si ce ne sta uno
che ancora 'n s' è infettato co sto brutto

malanno-epidemia che fredda 'l core
e fa murì l'amore dopo 'n po',
lo stonn'a pià pe un essere inferiore…
Ma te par giusto ta te ? Io nnel so…

E ma..'l so che nn'è giusto, Valentì,
ma allora fa qualcosa: la vergogna !
Si', la vergogna…fajela sentì
ta chi st'a mette 'l bene nto la gogna !


Le larve degl'insetti
le chiamano "Ninfa", "Pupa"
che sono bei nomi piacevoli.
Quella dell'uomo, che è il pupo,
lo chiamano "feto"…brrr!
C'è qualcosa da rivedere.


"Feto"
(cominciamo bene…!)

Scalcia e preme per uscire
da lì dove ha udito dire:
"Feto…feto…feto…feto…
Ecco il feto ora è completo…"
Feto, sempre l'han chiamato,
e è perciò tutto arrabbiato:
" Feto a me ? Ci sarai tu!
E non dirmelo mai più!".
Ed appena è fuori strilla
co' una voce che sfavilla
nelle orecchie dei presenti.
Poi va avanti coi lamenti
perché è pieno di pupù
che incomincia a buttar giù.
E si succhia il latte e ancora
lo rifà in nemmeno un'ora
e così per tutto il giorno
e la notte… e tutt' intorno
ben si sente la puzzetta:
questa qui è la sua vendetta.
E non smette, che è contento
di vedere il movimento
che per lui si va agitando
mentre in sé sta meditando:
"Sarò grande prima o poi
e il ciuccetto lo do a voi!.
Se mi avessero chiamato
in un modo più aggraziato,
me ne uscivo col sorriso
disegnato sul mio viso.
" Ninfa"… "Pupa"…per l'insetto;
per me: "Feto" ! che è, un dispetto ?
Che m'aspetto pel futuro ?
Altroché, se sarà duro !".

Voglia di eternità
(a Lisa)

Saliremo
come eliche nell'aria
Cercheremo
un angolo di cielo
per nasconderci il nostro gran tesoro
lontano da ogni falsa verità
e da ogni seduzione e inquinamento.
Avrem come confine
l'orizzonte
e quello dopo e quello dopo ancora
fino all'agognato - pe' altri irraggiungibile -
traguardo nostro e dell'eternità.
 

Il caso Eluana Englaro: una realtà amara.
Ieri sera, 9 febbraio 2009, a Udine, dopo diciassette anni
di stato vegetativo e di lotta del padre per farla sopprimere -
per non vederla più soffrire - ma intanto sua convinzione
e quella di certa parte di medici e opinionisti - è stata che
lei non sentiva nulla - è finalmente morta…diciamo così…
Resta l'amarezza per chi ha cercato di salvarla; cosa impedita
da chi per lei ha scelto la morte anche tra le istituzioni, certa pubblica opinione e
le correnti….. Le cronache danno i dettagli di questa triste storia.


Eluana, addio.
(la vittoria dell'ideologia)

La corsa contro il tempo è uno strumento
per dar la vita e non per dar la morte.
Ma per Eluana Englaro e la sua sorte
s'è fatta per il loro annientamento.

Con papà suo ha vinto e è soddisfatto
chi la sua morte ha politicizzato.
Ma volontà a morire, si dia atto,
non c'era e la sua morte è sì, un reato.

E or che dorma ! Via i riflettori !
Eluana adesso è morta per davvero,
e per pietà accendiamo ognuno un cero
per gli aguzzini suoi affamatori.

Dolore sì, dolore no…che importa
saperlo se è deciso ormai il da fare
che per l'ideologia è conquistare
un sì e a eutanasia aprir la porta.

Pantani vola
Pantani corre lungo la pianura
poi ruzzola per tutta la discesa
e sembra farlo con disinvoltura
perfino su in salita, che non pesa
perché è un campione, un mostro di bravura.
Con la sua fama in tutto il mondo estesa
e quella sua bandana ben tirata
all'arrembaggio va come un Pirata.

La bicicletta sua va via sicura:
frenarla vuole dir recarle offesa
e chi sta in sella a lei non ha paura
e vincere, così, non è un'impresa !
Son due, ma sono un'unica creatura
che Prima ! al suo traguardo è sempre attesa;
e Prima arriva, infatti: è la più amata
e sempre lo è di più a ogni volata !

Però il destino porta un'ombra scura
sul personaggio che fa tanta presa
e diverrà per lui una tortura
che dal Pirata mai sarà compresa.
Ma la sua fama resta linda e pura
e per Cesena e il mondo vola illesa.
Trentaquattr'anni solo gli è durata
la vita sua, ma lui… l'ha immortalata !

La morta vita
(i bambini delle fogne)

Ballano i topi
la sera nelle fogne
al suono del lamento senza luce
di esseri animati senza nome,
d'affetto nudi e d'ogni grazia esenti
che accantonati ha il mondo,
che li ignora.

E intanto su di loro
la vita viva scorre
tra terra e cielo
………………..
inutilmente.

Cara Poesia
(a Lisa)

Pervadermi di te, Poesia, ti sento
e assai mi duol non riportarti a modo
quant'arde in me per te il mio verseggiare
che dentro sprizza in emozioni e sogni
così come sa far champagne in coppa.

Non è tradir, non è, la mia Lisetta,
che alla sorgente sta di questo fiume,
che insieme a lei, a te spingermi sento,
che è fiume che alimenta il sacro fuoco,
e insieme, in me, dan vita a te, Poesia.
 

intervista TV a Ritanna Armeni
di Rifondazione
27 Gennaio 2009


Certezza de la pena
" Si ch'è arivata a dì, la Sora Armeni -
che nu' è der tipo 'sbatteli in galera!' -
sur fatto de li stupri matti e osceni
che stann'ad incurcà paura vera

in ogni donna, sia de li rumeni
che de artri farabbutti, giorno e sera,
che pe li lazzaroni 'n ce sò freni
e stann'a imputridì l'attimosfera…"

"L'ho 'ntesa, a Ro': "…certezza de la pena!
Ce vò certezza puro si se pente,
pe'er depravato che violenta e mena…!"

"Hai visto, sì ?! Pe questo je va bbene….
Ma pe artri delinguenti nun ce sente:
'certezza' nun vòr dì 'quanno conviene' !"


qualche anno fa ci fu un tale che ebbe a fare
un più che legittimo e dignitoso commento
su un Presidente della Repubblica. "Regime!", si urlò.
Oggi, 28 Gennaio 2009, Antonio Di Pietro
nella pubblica piazza, urla contro Giorgio Napolitano,
per un torto che non ha, accorpandolo alla Mafia.
Qualcuno ha commentato: "Sì, ma…non era premeditato". (!?!)


Er "silenzio mafioso"
Coll'occhi tonni in granne aggitazzione
Tonino llì sur palco in quela piazza
ar solito sta arzanno er porverone
e cor discorso suo qua e llà scorazza

finché je se presenta na visione
e, illumminato, anche deppiù starnazza,
e se solleva… un po'come un santone,
e più è ispirato, più urla e più se 'ncazza.

E pe nun fà la solita minestra
che ormai 'n fa più nemmanco tant' effetto,
stavorta butta giù da la finestra

er Capo de lo Stato, addirittura
perché er "silenzio" suo, aoh, l'ha detto!
" È mafia !"… La sua 'nvece: follia pura.

 

per il "giorno della memoria"
27 Gennaio 2009


E sento il grido
E sento il grido dello strazio immenso
venire dalla notte testimone
dei giorni quando il mondo era stregato
da demoni in divisa.

Or tutto è come fosse stato un sogno
e aprire gli occhi ancora non riesce
ed è confusa ancor la mente incerta
che non distingue…è tonta,

intanto che di orrore sembra esperto
e con il viso asciutto lo racconta
com'una fiaba, o un incubo passato
un ultimo scampato.

Il Brasile non concede l'estradizione
del riconosciuto pluriassassino
Cesare Battisti.
Il quale ha anche altri sostenitori…
(gennaio 2009)


Italia ammazzatora (1)!

" A Ro', ma si a 'n emerito assassino
lo tratteno da eroe nun è normale:
o ce sta un virus che ce sta a ffà male,
o er monno s'è ridotto a un gran casino,

e c'è chi co sniffate o troppo vino
lo vede come fusse un urinale
pe cui senza ritegno fa er maiale…"
"Je stanno a faje fà tutt'er paino (2)…!"

"Fatto è ch'ortre ar Brasile sambettaro
c'è pure Carla (3) co artra brava gente
che stann'a fasse tutt'er sangue amaro

ner vede che 'st' Italia ammazzatora
vorebbe ingabbià a Cesare er fetente
e loro invece vònno che sta fòra !".

(1) ammazzatora: mattatoio.
(2) paino: bellimbusto.
(3) Carla Bruni (che se n'è uscita al riguardo con parole
per lo meno riprovevoli).

Messaggi d'amore
Sopra un foglio tutto bianco e senza pieghe
volavan le parole appassionate
sulle mani che in attesa, notti e giorni,
avevano aspettato trepidanti.
E tremavano le mani nell'aprire
la busta dove palpiti di cuore
si donavano graziosi al proprio amore

E in disparte, in assoluta discrezione
andavan le parole dritte al cuore
addolcendo i lunghi giorni dell'attesa.
Non volan più quei fogli messaggeri.
Hanno perso il loro fascino i messaggi,
ormai una caotica inflazione
di un continuo dire "Amor", svalorizzato.

L'ultima fermata
Al binario di partenza
incomincia l'esistenza
d'ogni essere vivente
pe' un viaggio coinvolgente
sempre e ovunque misterioso
lento, o andante, o frettoloso
con destinazione ignota
con il treno che si svuota
piano, piano a ogni stazione
dove anche altre persone
salgon sopra speranzose
di vedere tante cose.

Sempre avanti corre il treno
con la pioggia ed il sereno,
poi sobbalza e un po'rallenta,
c'è un ostacolo e un po'stenta,
ma riprende l'andatura
e continua l'avventura
tutti i giorni e ogni nottata
finché scendi alla fermata.
Lì soltanto, finalmente,
quando ormai non puoi far niente
sai la tua destinazione
e t'accorgi col magone
che era l'ultima fermata
d'un biglietto-sola-andata.

La vita è una poesia
La vita è una poesia
E ogni giorno è un verso
Scritto coi battiti del cuore.

La "punizzione" passa…ma la "faccia" resta
(TiVvù indecente: lo dice il Presidente…della Repubblica
e non del Consiglio
)
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Personaggi e interpreti
(oltre a Romolo e Remo):
- Tizzio (Santoro, allontanato dalla TV, poi re-imbucato)
- "Quello" (Berlusconi, che lo aveva fatto allontanare, per la sua spudorata faziosità)
- Annunziata [di certo non berlusconiana…che dopo la tirata di orecchie a Santoro
in diretta TV, 16 Gennaio 2009, per la sua, infatti, spudorata
faziosità (sulla questione israelo-palestinese) s'è alzata e se n'è andata].

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" Hai visto, a Re' ? Ma quale informazzione!
T' 'o 'ho detto che fa solo propaganna
quer Tizzio, che gni vorta ce s'affanna
a fatte vede e crede a quer copione

che senza manco un po'de discrezzione
se mette su sia contro chi commanna
che "pro" chi dice lui ....Ed è 'na manna
a fà 'ste cose llì in televisione,

che è de lo Stato, e viè pure pagato…"
"Eh, già…poi stann'annà a dì de "quello" llì….
Piagneva, er Tizzio: "…hi!...m'hanno cacciato !..."

" Allora… è "quello" llì a fà er prepotente,
o 'ste du'- tre linguacce ad impedì
de avé n'informazzione più decente ?"

"Nu è chiaro chi è, a Ro' ?!…Ma l'Annunziata
(no "quello", bada), aoh, je l'ha cantata !
e mentre lui imprecava*… se n'è annata !".

*contro tutto e tutti, anche contro
Veltroni, che: "invece di andare in Africa,
andasse a Gaza…!".

La Terra e il Diavolo
La Terra sarebbe perfetta
se l'uomo non desse più retta
al diavolo che la rovina
con ogni suadente moina.

Ma pure dovrebbe, la Terra,
placar le sue ire che sferra
su sé e sui popoli tutti
che causano biblici lutti.

È che il paradiso terrestre
dei fiori, dei frutti e ginestre
s'è perso sul nascer del mondo
per colpa del diavolo immondo.

Per questo, millenni ha esultato
vedendo l'umano prostrato.
Però può cambiare se noi
cambiamo col senno del poi.

Vogliam dunque ancora che esulti,
oppure riempirlo d'insulti
e farlo fuggire, e la Terra
che torni per tutti una serra ?

La Pace, tra noi e col Cielo,
l'abbraccio di Croce e Vangelo
daranno a ogni bimbo il sorriso
e quello ! sarà il Paradiso.

Filastrocca della pace…che non c'è
Tutto il mondo vuol la pace
tranne chi vuol far la guerra
come in quella Santa Terra
dove ogn'arma mai si tace.

Quella è terra che dovrebbe
esser culla della pace
ma la pace lì non piace
pur se meglio ognun vivrebbe.

Forse pace è irriverenza
ad un modo di pensare
e perciò, meglio sparare
sulla colpa e l'innocenza.

Così ad ogni tir di sasso
si risponde col cannone
ed il torto e la ragione
a braccetto vanno a spasso.

Qualcheduno ha incominciato,
qualcun altro mai finisce,
uno allora ri-ferisce
ed il ciclo è rinsaldato

pe' una storia senza fine
senza capo, senza coda.
Lì la pace è fuori moda:
meglio pianti, morti e mine.

Ma chi ha torto ? Chi ha ragione ?
Uno: "È casa mia!", sostiene;
l'altro, erede si ritiene
d'un'antica donazione.

Mille e mille anni or sono
fu interrato il seme in terra
che ora è un albero di guerra
ed è contr'ogni perdono.

D'altra parte se uno spara
pur se n'abbia ogni ragione
spinge l'altro alla reazione
e la dose gli rincara.

Ci son colpe… celestiali,
ed umane, parimenti,
di promesse…insediamenti…
trattamenti disuguali…

dopo lo scandalo su cui galleggia la società Romeo.

Romeo, Romeo…
(Appaltanti & Appaltatori)

Romeo, Romeo, perché, Romeo, gli appalti
son tutti quanti tuoi nel Bel Paese ?
Qualcosa che non va ci sta, è palese !
Ma quanti ne conosci di quegli alti

papaveri, alti, alti ? Sai i salti
che a ognun gli tocca far mese per mese
se verso sé non ha le mani tese
a "prendere"-e-a-"donare", e sugli spalti

a guerreggiar …per la sopravvivenza
gli tocca stare e per tirare avanti ?
È ora che facciate penitenza,

avidi appaltanti e appaltatori:
per la decenza, dico…tutti quanti,
ché fate schifo più dei roditori !

Né fòco…né guera !
(pure si er cracche ...è tutta corpa sua !)

"A Re', l'hai 'ntesi si che stann'a dì ?
Che vonno daje fòco ar Cavajere…"
"Che stann'a insiste a dì ! vòi dì, che qui
da mo che stann'ann'a dille 'ste…preghiere !

Ma senza stà a vedé che quello llì
sa core come e più de un berzajere
e che ogn' imprecazzione, va a finì,
che s'affatica e… torna ar giustizziere !".

" Ma 'nfatti, a Re'…'n se stann'a renne conto
che più je danno ggiù…più er danno è er loro…
Dellà, d'artronne, fanno a chi è più tonto…"

" E che: - tutta l'Italia zompa e balla
si pìasse fòco… - aoh, sarà un ber còro,
ma cià sortanto l'aria de 'na balla !"
-------------------------------------------
" È vero, a Re', si più che daje fòco
l' Italia j'ha voluto dà er commanno
de un popolo confuso e manco poco,
che infatti stann'a dì che c'è er tiranno

ma me cecassi si anche pressappoco
ne stessi a véde uno…Come fanno !?
E poi mo sorte fòra…pare 'n gioco…
ma sì…che lui, l'Iracche…aoh, ma quanno !

Ma nu era Bushe quello dell'Iracche ?
Ma mo la dico io 'na cosa vera:
è lui che cià portato 'sto gran cracche

sia qui da noi che in tutt'er monn'intero !"
" Ma allora, a Ro', bisogna faje guera,
ce tocca…d'abbrusciallo pe davero !".

"La guera no, 'n sia mai…! C'è a chi je piace…
ma armeno noantri…stamosene in pace!"

Come i petardi di mezzanotte
C'è un violino che suona a mezzanotte
e si tiene in disparte dai fragori
di trombette assordanti e dai rumori
e da voci stridenti e ininterrotte.

Sembra un pianto il suo suono melodioso
che struggente si leva nel frastuono
della festa che ha tutto un altro tono,
che è ben vivo, ritmato, e assai gioioso.

Le sue corde tirate erano avvezze
alle allegre serate, ai balli, ai canti…
Tutte cose che adesso ha lì davanti,
ma non vede che un mare di tristezze.

Sembra come il mio cuore innamorato
che anche in mezzo alla folla resta solo
dal momento che il tuo con me è un ghiacciolo
perché io…io l'ho mortificato.

Non è tardi, amor mio, non è mai tardi…
Dimmi: "Sì ! che il tuo cuore batta ancora… "
Questo aspetta il cuor mio ora per ora
pe' esultar con te come quei petardi.

L'arberello de Natale arternativo
(Natale 2008: con crisi finanziaria e crisi morale)

Puntuale come sempre viè Natale
co tutte le lucette colorate
sull'arberi e le strade illumminate
e er monno ch'è più bbono e più leale.

Però stavorta nun ce sta er morale
e manco la morale. E sò schioppate
le belle palle impossibbilitate
a sta llì a pennolone cor puntale.

Sur solito arberello natalizzio
perciò ce metteremo li "No!"- "No!"…
che certi stanno sempre a dì per vizzio

e tutti quanti queli privileggi
che tutti 'n vònno più vedé, però
nisuno fa le necessarie Leggi…
--------------
Ce metteremo tutti li penzieri
de chi 'n sa come fà a sbarcà er lunario
de chi nun vò abbassasse l'onorario;
dei pòri cristi e chi cià glorie e imperi.

Le tasche vòte e i conti a tanti zeri,
e chi je tocca vive in un carvario,
e chi come lavoro fa 'r precario,
politici corotti e faccendieri.

Li sogni de chi ancora sogna e spera,
de chi vò fregà un divo pe fà er divo,
de chiunque penza solo a la cariera.

Li pianti e le risate de la gente,
la cattiveria e er ghigno der catttivo,
chi fa er dovere suo onestamente….
Inzomma un arberello arternativo
indove nun ce manchi proprio gnente,
co tutto assieme appassionatamente…

armeno pe Natale solamente,
che 'n po' durà de certo eternamente !

Er nostro Pigmalione
(ar Sor De Ninis)

" Ma se po' stà, a Poe', du' settimane
co senza er "blu" che ormai è casa nostra ?
Sto a dì pe mme, nun so l'affari vostra,
ma pure a voi ve manca com' er pane,

ce scommetto…" "Ciavete indovinato
a Sor Poe'! A tutti noi Poeti
ciamanca sì ! ché è come pe li preti
si 'n ponno dì la messa…ch'è un peccato !"

"Eh, sì, proprio 'n peccato senza er "blu…".
" È com'er mare senza 'na barchetta…"
"Davero, aoh! è proprio 'na disdetta…"
" Te renni conto si 'n cioprisse più ?!"

"Eh, certo ! er Sor De Ninis nun po'mica
annassene a spasseggio, o a riposasse,
o in ferie…aoh, eh no!...nun se po' fasse !
lui deve stà a dirigge 'sta rubbrica

de le poesie che noi poeti famo…".
"Però, a pensacce, aoh, a Poè, in fonno…
lo so, pe noi sarebbe proprio er finimonno,
ma troppo ce st' a ffà….e nu lo pagamo !"

"A Sor Poè, è vero, ciai raggione…
Ma armeno, aoh, mannamoje l'amore,
na granne gratitudine, de còre,
a 'st'omo ch'è un po' er nostro pigmalione."

Grazie!

Natale 2008
L'Albero Poetico-Natalizio di Poetare


Sulla cima, per puntale,
c'è il Magnifico Lorenzo
che più scrivo e più lo penzo*.
Poi, in via eccezionale,

quelle palle colorate,
dato che son tutte rotte,
o se no, sono stracotte
da fattacci e baggianate,

sono state rimpiazzate
con le voci dell' "azzurro"
che con grida o col sussurro
si son sempre prodigate

ad offrire gioie e pene
rabbia o umili preghiere
o anche sogni oppur chimere
ricercate o come viene,

e gli amori disperati
e scenette naturali
ed i sogni e le morali
e i ricordi assai datati,

frustrazioni ed emozioni
quale pane quotidiano
di chi più che con la mano
scrive le sue sensazioni

con in mano il proprio cuore.
E i commenti alle poesie
spesso vere terapie
ché gratifican l'autore.

C'è Santoro che ricorda
un amore e è giù di corda;
ma non quando del Concorso
Boccheggiano avvia il corso.
C'è Scaligine e Reggiani
che commenta a piene mani.
Tinti, che, anche, assai commenta
sempre brava, sempre attenta.
Ci son Wilma, Glò e Cristina
che poeteggia da divina
e è contraria a chi è contrario…
E c'è Bruno …sul Calvario.
Ci sta Aurelio che saluto,
e che a Roma ho conosciuto.
Ci sta Fausto e c'è Giuliano,
Bottiroli e Gulisano,
Conti, alquanto spirituale,
e Burlacco-Ghin teatrale,
Montagnoli, Silvia e Lama,
Pompi che commenta e ama
"Remo e Romolo, i fratelli".
Ci sta Fabi e c'è Spinelli,
Maristella e Stivaletti.
Tutti bravi, tutti schietti…
Come Gide, Tina e Rosa,
Poesia! Che grande cosa !
Per Dell'Acqua e Di Finizio
verseggiar che bello sfizio!
Ci sta Elfe e c'è Gerardo
e Pepato, e ognuno è un bardo !
C'è Morgana e c'è Anileda:
una è aeda, e l' altra è aeda,
C'è Santangelo e Delphine:
poetare: che bel fine !
Come pur per Marchingiglio
è un'ancora, un appiglio.
C'è Taraschi e c'è Notari…
Tutte care, tutti cari.
C'era e c'è tra noi ancora
Lei, Daniela, come…allora.

E le luci luccicanti
son, di tutti, tutti quanti,
le poesie…è ! la poesia,
che ci scalda, che è magia,
che è vitale per chi "sente",
come l'acqua di sorgente.
---------------------------------------

*con la "z", come in romano, dato che
stavo per scrivere in romano…poi così è rimasto.


I nomi o cognomi riportati nella poesia
sono quelli di poetesse e poeti che
hanno commentato mie poesie.
A tutti loro e a tutte le altre poetesse e poeti
del Sito del Magnifico Lorenzo, sono grato
e auguro salute, gioia e prosperità per le
prossime festività e per un Anno molto, molto migliore
(o almeno non troppo peggio di questo in partenza….)

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Cristianità essenziale

La nascita di Gesù
Come aveva l'Arcangelo annunciato
mesi addietro a Maria, già benedetta,
tempo, era, pel parto originato
dalla Fede di quella giovinetta.
Con Giuseppe Maria ha camminato
senza sosta e la notte scende in fretta.
Bussa, bussa, a Betlemme hanno trovato
solamente una stalla, ma è perfetta,
per un Re che non cerca la ricchezza
se non quella dell'anima, e dal cielo
se n'è sceso a portarci la salvezza.
Van le stelle ad illuminar la via
a chi vuole onorar chi è già Vangelo:
Gesù, il figlio di Dio e di Maria.

L'Istituzione dell'Eucarestia
Mentre inizia la cena mestamente,
che presaga è di un gran rinnovamento
di pensiero e di vita, umilmente
Gesù Cristo predice il tradimento.
Lava i piedi, il Maestro, alla sua gente,
per lasciare il più grande insegnamento:
"Come ho amato, indiscriminatamente
emulatemi…Io lascio in Testamento
il mio corpo e il mio sangue in questo pane
e nel vino, e ogniquando ne bevete
e mangiate, giammai saranno vane
quelle pene che aspetto di soffrire:
questa Nuova Alleanza annuncerete,
che varrà per i secoli a venire.

Crocifissione e Morte di Gesù
Con la spugna gettata da Pilato
che ha lasciato la grave decisione
a una folla che il male ha sobillato,
per il Cristo c'è la crocifissione.
Tra tormenti infiniti il condannato
con la Croce e con niente compassione
degli astanti, e lo strazio disperato
di chi tutta ne sente la passione,
giunge all'atto finale: sulla Croce
inchiodato e deriso tra i ladroni,
finché esangue e co' un solo fil di voce
prega il Padre, e poi spira, sul Calvario:
per salvar tutte le generazioni.
E la mamma lo avvolge in un sudario.

La Resurrezione di Gesù
Son tre giorni che Gesù Cristo è morto:
una volta spirato fu schiodato
e tra il grande dolore e lo sconforto
nel sepolcro fu messo e sigillato.
Ma il creator della vita ora è risorto
ché Dio Padre giammai l'ha abbandonato
ed insieme hanno già rimesso il torto
anche a chi a quella croce l'ha inchiodato.
Sono gli angeli a darne la notizia
alle donne che andavan con gli unguenti…
E che invece han trovato una letizia
senza pari…era morto sul Calvario…
ma la morte l'ha vinta, ed alle genti
ha lasciato il suo viso in un sudario.

Omaggio a Franco Balducci                   in bettonese
attore di Bettona (PG)


Aneddoto bettonese
(Ma che barzo…! Era…)

Che te crede, cocchin, che 'n me l'arcordo ?
E come no! Io m' arcordo 'gni cosa.
È cusì che me l'evon'arcontata
e v' la vojo arcontà pur ta vojaltri.
Givam giù pe la curta de Natale
fin'al fiume a fà 'l bagno, e doppo…via !
a fregacce 'n cicombolo 'n ton campo
che pu se 'l magnevamo a 'rtornà su.
Era bono, era rosso, era sugoso,
e le cocce le tirevam'addosso
ta quell'ocacce che strillavon tanto.
Quilla volta ce steva Franc' Balducci
e givamo 'nsu e ngiù per tutto 'l fiume
co le canne da pesca e coi forconi
p'arportà a casa 'l pesce pe la cena.
"Zitti!, Zitti ! - fa Franco - Ho visto 'n barzo!
Mo 'l chiappo, ve', je do 'na forconata !".
E…oh, el sé ? Se lo 'nfilzò per bòno !
"Venite qua, venite qua… l'ho preso !"
Franco strillava e quello nne strillava:
steva zitto, poretto, era de ghiaccio.
'L chiamevamo Pitocco, e 'nfatti, Franco,
dopo essersen'accorto fa: "Pitocco !
Se' de legno !? Oh !... Quell' è 'l tu' ditone !!".

Belvedere e Sfregio a Eboli
Che cosa, poi, di bel dovrei vedere
dal vostro Belveder che bel non è:
cemeto e pietre ? vetri e ferro ? e è bello,
secondo voi, di più del bello vero ?
Che è quel che il Grande Artista ha immaginato,
e fatto qui per noi superbamente,
per noi che figli siam di Eboli cara,
e d'ogni nostro avo che qui dorme,
e d' ogni viaggiatore che si bea
dal nostro Belvedere naturale ?
E Eboli morrebbe per lo scempio
che state per commetter per denaro
-da Giuda traditori - ed annebbiati
dal facile guadagno, e distruggete
il cuore millenario di un paese:
che come un condannato si ribella,
e grida: "Non lo fate ! Non lo fate !..."
Ma per davver... non ve ne vergognate ?!

dal blog di Orazio Vasta
http://rarika-radice.blogspot.com/2008/12/ebolicontinua-la-resistenza-al-cosodi.html

La pioggia sull'asfalto
Piove, oggi,
e le strade rimbalzan
le gocce
che cadon copiose
ed allegre e boriose
scintillan battendo
l'asfalto
che luci fumanti
riflette,
quasi vibranti,
e ancora non smette
la pioggia
e la sua armonia petulante
costante risuona
ed il vento
la scuote,
e percuote,
la pioggia,
i cupi pensieri
di oggi, di ieri,
e come cascata
giù pei parabrezza
cola sferzata dai tergicristalli.
Piove su voci
che solcano mute,
l'aria a miriadi come le stelle,
che un dito pronuncia
e la bocca rinuncia,
e la lingua, e la mano
lo fan sempre meno,
mentre vien giù senza freno
la pioggia,
e la pioggia non bagna i discorsi che fanno.
Lontano è il sereno,
e ancor piove sul fumo
inquinato e inquinante
che infesta il respiro,
che toglie il profumo.
E piove sul fuoco
di eterni valori
e più piove, più scema
il suo bel divampare.
Ieri, la pioggia
cadeva cantando
sui colli, sui mirti,
sul fitto pineto;
portava allegria,
era come il sereno.

Orbo e sordo
(disperazione dei bimbi d'Africa)

Il male al mondo c'è perché si vede
Il male al mondo c'è perché si sente
Se fossi nato orbo
Se fossi nato sordo
Al mondo il mal nemmeno esisterebbe.

Ma io che vedo e sento me ne dolgo,
ché vedo la mia pelle e le mie ossa,
la pancia che si gonfia perché è vuota,
perché mia madre ha le mammelle sgonfie.
Se fossi nato orbo !
Se fossi nato sordo !
Se proprio non ci fossi affatto nato,
in questo mondo tanto orbo e sordo !

Curtura…de che ?
" A Ro', ma te 'n volevi fà l'attore ?
Embeh ! che sta' a 'spettà: fa' er delinguente
che poi ce sò er reggista e 'r produttore
che pure llì in galera, come gnente

te fanno fà davero un firm d'autore !
Che si oggi se' un normale…e chi te sente !?
Mo n'hanno fatto uno, sissignore,
co pure Amanda Knox*, tra l'artra gente".

" Lo so, a Re', è l'istesso si vòi scrive:
o TiVvù cacca, o cella, ciai raggione:
sinnò 'n serv' ar successo e manco a vive".

" Sai quanto cianno speso ? Addirittura
sui quindici mijoni ! È la Reggione
cioè io, te…mbeh, aoh… questa è curtura !"

*dell'assassinio dell'amica Meredith
del caso giudiziario di Perugia, 2007-2008,
appena condannata.

La traccia
Nella sera ch'è fatta di niente
come il giorno passato
ad aspettare niente
Come la scorsa notte
bianca e senza sogni
Senza nemmeno la tristezza addosso
Sol col fardello d'una presa in tasca
e d'uno spray, tutta una ricchezza,
con far confuso inizia…
E sopra un muro, lascia la sua traccia,
l'unico segno che sa dar di sé.

"Dìe de sì!"
" A Ro', che te dicevo ? Er moralismo
'n poteva esse a stà a schizza er veleno
addosso a chi gne piace; o quer bonismo
che 'n vò nessun paletto e manco un freno…

O a stà a 'llarmacce a tutti, addirittura
cantanno a tutte l'ore er ritornello
che sta a venì - 'n sia mai ! - la dittatura…
co 'e toghe llì a fa er tempo brutto e bello.

Che qua, criterio, etica e morale
sò tutta 'n' antra cosa, e sotto, sotto,
giocaveno più sporco der maiale,
che hai visto, ar fine…j'è schioppato er botto.

Mo sò rimasti tutti a bocca operta,
e co la coda che je s'è ammosciata
co tanta verità che s'è scoperta
e 'n ponno più tenella ammascherata".

" Eh sì, a Re'…e in più - stai a capilli ?-
se stann' a pìà li meriti pe Obbama…!
Ma che c'entramo noi co li busilli
loro !? E quella llì…come se chiama…

ah, sì, Lussuria: vince a fa er giullare
in quela trasmissione ar venerdi*
e dìcheno (eh, certo, e che te pare !)
ch'è 'na vittoria loro…". "Dìe de sì !".

*l'Isola dei famosi.
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Se è carità i quaranta euro al mese
che dà il governo a chi ha necessità,
le beghe pei quattr'euro son pretese,
che SKY l'ha chi non cerca…carità.


Vojo…l'erba vojo….!
" A Re', io nun ce sto a capì più gnente:
possibbile che co 'sta crisi nera,
che nun ce sarva manco er sarvaggente
e pò schioppà come na porveriera,

er mejo è fà sto sciopero imminente
e stà a 'ggità pe ll'aria la bandiera
e fa contr'ar governo er dissidente,
che vònno daje addosso a 'gni magnera ?

E vònno avé l'aiuti a la famìa…!
Ma li quarant'ar mese…è carità…!
Però du' euro/SKY è na follia…!"

" Eh, sì, a Ro', che siino pretese
pe dà fastidio a chi sta a governà,
dispiace pure a dillo, ma è palese !"
-------------------

" A Re', nun c'è pe gnente serietà.
Più se va avanti e più lo stamo a véde.
Mo, dato che nun sanno che inventà
se stann'a prospettà - e me devi crede -

la mutua pe li cani ! Se pò fà
a Re' ? e de 'sti tempi ?! "A Ro', abbi fede,
che er peggio deve sempre d'arivà…
Ma tiè, viè qua, lo so, mettete a séde,

che mica è già finita la notizzia:
je vònno pure faje er funerale !
che dice che sinnò nun c'è giustizzia…"

" Ah, sì ?! Mo, anch'io fo er matto: amichi belli,
guardateme: pelato ce sto male,
rifateme avé tutti li capelli !!"

Solo, mai
Io sto con me
e mi faccio compagnia
e per quanto solo sia
mi sento un re
con accanto la poesia
mentre il tempo scorre via…
insieme a te.

Signore e Signori…
(il "nuovo" in politica, o la "politica del nuovo")

(quasi gridando)

" Aderite al Movimento
che è per tutti un grande evento.
Noi portiamo il cambiamento,
e voi site già duecento…

Siamo il "nuovo" assicurato,
che da tutti è predicato
ma nessuno ci ha mai dato
benché sempre programmato.

Non credete a chi avvilisce
la politica e tradisce
chi li vota, il che ferisce
l'elettore, che subisce.
Lo vedrete: noi faremo
questo e quello e vi daremo
quel che serve, e salveremo
tutti voi, se vinceremo.

Dunque, popolo, che aspetti ?
Tutto è chiaro ? Son concetti
che seppur tutti li han detti,
sol per noi son benedetti !

E tu, o elettore ansioso,
ne sarai molto orgoglioso
per il "nuovo" tuo goloso,
di cui essere tifoso".

(fra sé e sé)

Qui di nuovo c'è soltanto
che se prenderemo tanto
nasceran per noi d'incanto:
contributo e molto vanto !

La pazzienza
(…e aspetta !...e damme tempo!...)

Chissà in si quale sito s'è inguattata
e 'n vò sapenne più de sortì fòra
pe via de quella furia scatenata
de chi la sta mannann'a la malòra

che ammò sò tutti: abbasta 'na guardata
pe rènnnesene conto, e nu mijora !
e è sempre pèggio, e ormai sta llì scordata
e nun c'è uno che la cerca ancora.

O armeno semo in pochi che cercamo
de avé pazzienza e 'n c?re, e de carmasse:
ma manco noi nun è che ce la fàmo,

ché pe ogni parte stann'a sballottacce
la fretta co la furia - a tutto gasse -
e a malincòre, ce dovemo stacce !

Pazzienza …! E che vòi facce
si er monno s'è deciso a fanne senza,
sibbè 'a scontamo tutti 'st'impazzienza ?

"Chiaro di luna"
(ascoltando "Chiaro di luna" di Beethoven)

Come petali lasciati cadere da un angelo,
come fiocchi di neve
che leggeri
scendono in una notte di pace
queste note… queste note
fatte di aria, fatte di sogno
fatte di gocce di cuore,
come faville di un fuoco con intorno le favole
salgono, salgono insieme ai ricordi…I ricordi…
Ogni nota è un ricordo…Queste note…
Queste note son lacrime
che accarezzano l'anima,
accarezzano
come amorose mani invisibili,
e penetrano come aghi indolori,
quasi,
e al chiaro di luna soffiano all'orecchio
un segreto, in segreto, da tenere gelosi,
per addolcir la pena…per addolcir la pena…
Chiudere gli occhi, e ascoltare:
"da… dadàn…-...da…dadàn…-…"
e volare con loro: "da…dadàn…-…da…dadàn…".
Veli che danzano tra le stelle
sopra il creato, sopra un ricordo
sopra un affanno che si assopisce,
e quando finisce
cominciare di nuovo:
"da…dadàn…-…da…dadàn…-…da… da-dà…
da-dà, da, dàn"…

Prove d'amore
T'amo talmente che anche se m'ammazzi
poi non andrei nemmeno a denunciarti.

Con te io voglio star tutta la vita
dovessi stare al mondo tutto l'anno.

E mai ti tradirei, sarò fedele,
che intanto vedo intorno solo cozze.

Io mangio pesce e fosforo in pastiglie
per non dimenticare i bei momenti.

Tu puoi portare pure la mammà
a riassettare. Quando stiamo fuori.

E tu per sempre avrai tutto me stesso
quando starò nell'urna cineraria.

donazione d'organi

Trapianto d'Amore
A me non serve più, ve lo regalo,
che mio non è, e non lo è stato mai
il cuor ch'era di lei e più nol serra,
com'osso il cane spolpa e poi sotterra.

E io così mi sento: sotterrato,
che vivo più non vivo e vivo morto
e il cuore mio che in vita ha tanto amato,
che in altrui petto venga trapiantato.

Che a un cuor gentile ancor si faccia dono
con generosità com'io ho fatto,
e viva, Amore, viva, e mai non muoia
e che non lo soverchi mai la noia.

dedicata a Lord fracca

La puzza sott'ar naso
" L'hai visto a Re' si che ha saputo dì
quer tizzio…un Lorde…boh ? che s'è infilato
pe dentro casa nostra e llì-ppe-llì
s'è messo a fa er saputo, e t'ha sparato

quer paro de sentenze " "E certo, sì…
e sì, a Ro', ma chi ce l'ha mannato ?
Ma come se permette a venì qui
pe dì che sto ber posto è aredato

a 'na magnera che nun vale gnente,
co mobbili de scarto… e tutt'er resto…"
" E già, a Re'…è stato strafottente,

e nu mme fa pe gnente persuaso,
ché nu mme piace proprio, a esse onesto,
la gente co la puzza sott'ar naso".

dedicata a Peter Pepato

Evviva ! ad ogni spirito… pepato
" A Ro', e si mo viè fora chi s'offenne
che ar moro j'hanno detto, appunto, "moro",
e tutti se lo metteno a difenne
che vorà dì, che quer capolavoro

pe accontentà a chi vive…un po' arabbiato
dovressimo strappallo ed abbruciallo ?"
" Che t'ho da dì, ce sta chi s'è scioccato
sentenno a dì...ma 'n vojo aricordallo…

ma a fanne un caso de dipromazzia
me pare pe llo meno esaggerato:
ciavesse er monno tanta più ironia…!
Evviva ! ad ogni spirito… pepato !"

C'era una volta
C'erano gli orchi, le fate e le streghe
in quel bel mondo del tempo ch'è andato,
erano tanti i capricci e le beghe,
e quasi niente di allora ho scordato.

C'eran da leggere le filastrocche,
fiocchi, grembiuli, cestini e merende,
mamme alla fonte coi vasi e le brocche
e dentro casa con mille faccende.

E lungo il fiume le donne coi panni
a insaponarli e a sbatterli forte
sopra le pietre lisciate dagli anni,
coi grandicelli già a fargli la corte.

Poi con sul capo le ceste ripiene
se ne tornavano a casa pian, piano
a seguitare il lavoro serene
con pochi sogni ma a un modo più umano.

C'eran le strade ancor bianche e sassose
dove lasciavan le mucche una traccia,
col carro pieno di erbe odorose
messe su a forza di forche e di braccia.

E il contadin sempre scalzo seguiva
co' una pagliuzza di fieno dorata
messa tra i denti, e ogni tanto elargiva
qualche comando alla mucca affiatata.

C'era per l'aria l'odore fragrante
delle pagnotte di pane portato
dentro ogni madia ancor caldo e croccante
che dal fornaio era appena sfornato.

C'erano i vicoli con le comari
a chiacchierare e a fare la maglia,
o intorno al fuoco con ventole e alari
su vecchie sedie di legno e di paglia.

C'eran carezze ricolme d'amore
date da mamma al bambino suo bello,
c'era un linguaggio - era quello del cuore -
che adesso trattano come zimbello.

C'eran, dei sogni, i colori e i profumi,
c'era una volta quel che non c'è più:
or di quei sogni ci sono i frantumi
coi palloncini volati lassù.

Per voi io so la morte
Per voi io so la morte com'è fatta
e come viene per portarci via:
preambolo, e poi breve o lunga scia
o un solo colpo con cui lei ci schiatta.

Per voi io so perché si piange e geme,
lo sfigurar del viso e 'l corpo intero;
per voi so il dramma duro, atroce e vero
e come resta quieto chi non teme.

Per voi io so non esserci vergogna
nel pallido colore di paura
per quel mistero ch' è la parte oscura
d' un fatto che pur vivere bisogna.

Per voi io so il soffrire di chi resta,
forzato a sopportar l'immane prova
e pace per la vita più non trova,
oppur s'acquieta e al dolor tien testa.

Son pronto a sopportar l'annullamento
ma non la pena che gli lascerei
a tutti i cari famigliari miei,
ch'è il cruccio mio più forte e il mio tormento.

Il business delle ossa scrocchiarelle

sentito dire da una snob amante dei cani
e con l'estro da affarista, ad una esposizione
fotografica sugli effetti devastanti della
fame nel terzo mondo.


" Hai visto quante ossa tenerelle
in quelle foto ? Un marketing grandioso !
Ma che pubblicità, ma che trovata !
Son come il pesce: vive, di giornata
co' ancora addosso tanta bella pelle !
Sai come ci godrebbe il mio 'pulcioso' !

Bisognerebbe prendere contatti
e prima che ad un altro venga in mente
trovare un bello slogan convincente
e stipulare subito i contratti.

Ed ecco qua lo slogan già trovato:
"Con l'osso vivo tutto scrocchiarello
il cane tuo diventa forte e bello !"
Faremo affari da mozzare il fiato.

Infatti al giorno d'oggi chi è il più amato ?
Di certo è il cane: ognuno ne ha uno,
degli altri non gli frega più a nessuno,
e ognuno comprerà l'osso griffato !

Gli approvvigionamenti ci saranno
pei prossimi due secoli, è sicuro !
Ci penserà la fame…e mi censuro
che dovrei dire cose…Ma si sanno…

E sempre ossa, alfin, partoriranno
in quelle terre povere e affamate,
che sono terre proprio disgraziate,
le donne che da esperte lo faranno.

Avremo agenti in giro per il mondo
così da garantirci l'esclusiva;
caricheremo i bimbi-ossa in stiva…
Sarà davvero il business più fecondo !..."

Se dici a qualcheduno ch'è "abbronzato"
seppure è nero già per sua natura,
ed è il tuo modo tant'assi garbato
e amico, dov' è mai tanta bruttura ?



Le parole incriminate - rivolte al nuovo presidente USA -
del nostro Capo del Governo (di cui è risaputo il gusto per le battute)sono:
"Giovane, bello e anche abbronzato".
Esagerato ? Forse. Ma più esagerata è la reazione
di Carla Bruni-Sarkozy che, per quell'"abbronzato",
dice di vergognarsi di essere italiana.


L' "abbronzato"
" L'hai 'ntesa, a Ro', si che s'è mess'a dì
la bella cinfarana* der momento ?"
" Su l' "abbronzato", a Re' ? L'ho 'ntesa sì !
E a ditt'er vero sò…io sò sgomento,

che me fa spece Carla Sarkozy
a fasse pìà dar disorientamento
che ha preso chi fa finta de'n capì
che de stà a sfotte n c'è 'r minimo intento".

"A Rò, s'è fatta pìà dall'isterismo
de chi nun cià o nun usa er su' cervello:
sò quelli che je piace l'allarmismo…"

" È vero a Re'. Lei se vergogna - ha detto -,
e nu'esse più itajana è proprio bello…!
Io me vergognerebbe a… avella a letto!"
*cianfarano:imbecille per partito preso.

Tradizione
(Ferragosto sull'aia)

Ci sta per l'aia un misto di profumi
di fieno, stalla, arrosti, fiori e…gonne;
c' e' sulla tavolata il vino a fiumi
con tutto il ricettario delle nonne.
C'e' attorno un'aria bella di magia,
e quella luna accesa tra le foglie
di pioppi e querce antiche, e l' armonia
dei grilli, stanno a stuzzicar le voglie
non solo mangerecce dei paesani.
Un altro goccio e via con la mazurca,
nel mentre tutti battono le mani
col rosso in faccia tipo mela annurca.
Dei giovani si sentono ispirati…
si filano, si prendono per mano…
cominciano a sentirsi innamorati;
e co' una pesca ognuno, piano, piano,
finiscono infrattati dietro al fieno:
si rubano l'un l'altro un primo bacio
e poi un altro fino a farne il pieno,
che via si porta il buon sapor del cacio…
Poi tornano per far l'amore assieme
col dolce al cioccolato, crema e panna:
galeotta cena ! In cuor gli ha messo un seme…
È amore…! È amore…! Il cuore non s'inganna !
La pupa in carrozzella non ha sonno:
si tira su con quella capoccetta…
e poi sorride a tutti in braccio a nonno,
contenta per la vita che l'aspetta.
Così, pure stavolta, Tradizione,
ha messo assieme tre generazioni
per una cena ch'è una devozione,
con nonni, nipotini…e canti e suoni…
E fra un sorsetto, un mozzico e un accordo,
per ogni mente semina un ricordo.

Er Diritto
de nun avè er Dovere

….. Che qua er diritto è controllato a vista:
dar pupo, ar vecchio, all'omo ed ar fanello
a ognuno l'ariguarda 'sta conquista
che è nata da la guera ar manganello.

E quelli che nemmanco stanno in lista
se aggiteno anche loro in quer paesello
- da ndove proprio parte quela pista
che va a finì ner sacco der pisello -

che vonno nasce ! Ma nisuno sente,
che ancora nun esisteno: è normale.
Ma uno, Sì, li sente! E come gnente

se mette a diggiunà: "L'inesistente
cià pure lui er diritto univerzale !..."
fa Marco, co quer modo suo teatrale.

Ma quelli se sò dati ! appena 'nteso
a dì de li doveri de la gente,
e Marco appresso a dije: "È un malinteso…!"

Dall'angolo di tempo dov'io ti posi
Ritorni
dall'angolo di tempo
dov'io ti posi
insieme a ormai rimarginate pene
Attraversando il muro
ch'io tra me e quel limbo ho elevato
dove tu fiorivi, e che
con lenti contrarie ed appannate
io vedevo, a volte,
senza palpitar.

Milioni di attimi
sopra quei momenti ha posto
il tempo, inesorabile
e pur chiari or riappaiono,
ché tu ritorni
e spazzi il tempo via
che come mai fosse passato un solo giorno
ritorni
dall'angolo di tempo
dov'io ti posi tanto tempo fa.

La città addormentata
La sera il mio pensiero non riposa
dopo l'ore incerte del mio giorno.
E rimbomba l'assordante attesa
d'un momento di nulla
che non viene.
Né è sazia, ancor
la notte mia, vigliacca
ad infierir rubando sonno e sogni
che più non trovo sotto le lenzuola,
fredde.
E nel silenzio, un grido
dalla bocca muta
esce e oltre le mura si disperde
e in mezzo alle altre grida si confonde,
mentre tutta la città,
sotto le stelle,
sembra, a chi non sa, addormentata.

L'Arcobaleno
(l'Arco Celestiale della Pace)

Pare sparato co' un bazooka armato
d'aria e colori e buona volontà,
che se ci passa il fante e il carro armato
è più che certo: pace si farà.

È della Pace il simbolo azzeccato,
è perfezione ed è solennità
che l'Ingegnere al mondo più apprezzato
ha disegnato in tutta sobrietà.

È quel messaggio eterno per la pace
come una firma messa in cielo e in terra
che solo l'uomo render può efficace

contro il sopruso padre d'ogni male
che partorendo il lutto della guerra
va a scolorar quell'Arco Celestiale.

La nostra preghiera solidale
Come un'eco che vola per valli
questa prece con l'aria si fonde
e per ogni canton si diffonde
quale palla in continui rimpalli.

Sulla scia di lacrime amare
che dal vento son sparse ogni dove -
da sembrare perfino che piove -
fino al cielo va a farsi ascoltare.

Al cospetto di Nostro Signore
umilmente - la prece - ora chiede
con dei poveri motti di fede
una tregua a ogni grande dolore.

La preghiera però va avallata
dall'aiuto fraterno al fratello
che la man come un ultimo appello
va tendendo ma - troppo ! - è schifata.

Per malati, per vecchi e indigenti,
per gli oppressi e pei perseguitati
andrà meglio con noi più impegnati,
generosi, di cuore, e accoglienti:

iniziando da chi ci è vicino,
per finire a chi c'è più lontano,
così il mondo avrà un volto più umano
affrancato da un turpe destino.
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panoramica su Piazza Cavourdi Bettona

Ci stava a Piazza Cavour di Bettona
Ci stava Giovanni, quel buon calzolaio
di fianco alla fonte, di fianco alla piazza.
Usava lo spago, usava la pece,
usava "bullette", martello e sudore,
ed un contro l'altro batteva i suoi ferri.
Venivan le donne a prendersi l'acqua:
con pomice e terra lavavan le brocche,
a quella fontana ch'è il vanto di tutti.
Ci stava Trabalza al bar della piazza,
che "prima" * schizzava su terra e breccino,
e "poi" sul catrame, col tubo dell'acqua
per far che la terra non "mulinellasse";
pe' un po' di frescura in quella calura !
E dentro portava quel primo "vespone".
Da lui si guardava la televisione
ancor bianco-nera con pochi canali,
oppur si giocava a "stecca" e a "boccetta":
più tardi ci stava persino il juke-box.
Semìni e gelati…qualcuno ballava
più sofisticato di un po' d'anni prima.
Fumavano tutti: i grandi e i ragazzi
e tante bestemmie uscivan dai petti,
e specie giocando a briscola e a scopa.
Ci stava Uccellini** con spiders di moda
che c' intratteneva col gioco del rischio:
andava e veniva correndo e bloccando,
e quasi strusciando le sedie là fuori.
In cima alla rampa di scale di pietra
il Sor Colombrini ci stava da un po':
un giorno aggiustava i buchi alle bici
e poi fu promosso guardiano al museo.
E quasi attaccata ci stava Peppina***
con quei tanto vecchi telefoni a muro,
con fili e spinotti e le manovelle.
Più tardi hanno aperto l'Ufficio PT
con nuovi apparecchi con gente di fuori
lì quasi di fronte: di fianco alla fonte,
lì dove una volta ci stava la casa
in cui sono nati quei quattro fratelli****.
Più in là la bottega di semi e mangimi
che poi fu cambiata in banca, com'è.
Più oltre abitavan i Sòri Morganti -
la cui farmacia distava due passi -.
Un poco più avanti, lì prima del Corso,
ci stava un mulino con grandi bidoni
che Renzo faceva rotear con fragore.
Ma poi è cambiato: ci vendono scarpe.
Nell'angolo in fondo, a sinistra del Corso,
ci stava un locale con anche la trebbia.
Adesso si mangia, che c'è un ristorante
coi piatti più buoni di tutta Bettona.
Di qua dalla strada che va a Piazza Nova
ci stava e ci sta quel grande portone
con quel bel batacchio ch'è dei Montedoro.
Più in qua ci stavamo noialtri Bettozzi
e adesso ci stanno fantasmi e ricordi.
Di nuovo la fonte e appresso il Comune
con quelle panchine di tanti racconti…
e infine la Chiesa col suo Campanile
che un tempo vedeva salir fin lassù
Bibò per le luci, e, per le campane,
lui: Bruno Trabalza, ed i Trombettini.
Nei giorni di festa ci stavano i semi
e le noccioline, e le "mosciarelle"
con il castagnaccio, pistacchi e lupini. 
 *prima dell' asfaltatura;
**il medico condotto;
* **P. Balucani, poi ci sarà Vandina;
****i quattro fratelli Bettozzi
Armando Bettozzi da Bettona, 31 Agosto 2008

da N.Y. si spande per il mondo
un crack finanziario tipo '29
(settembre 2008, e oltre)


Er cracche finanziario:
la banca zompa e 'r mattone…balla


" Allora, a Ro', l'hai 'nteso si che cracche ?"
" L'ho 'nteso e come, a Re', quer granne bòtto
de sòrdi, bbòni, azzioni…e de le vacche
de quelle proprio grasse…! Che hanno rotto

la stalla e stanno tutte a scappà via…
E mo come faremo si ce sballa
la banca coi du' sòrdi de famìa…?
Stavorta 'n ce restamo mica a galla !

Me sento de stà ggià 'mmezz'a 'na strada…
Si noi se li perdemo quei du' spicci
a noi, 'sti du' poracci, chi ciabbada ?
Davero annamo a stà 'mmezz'a l'impicci !"

"A Ro', de me nu statte a preoccupatte:
io so conservatore, ce lo sai,
e in più ciò un sesto senzo che 'n se batte:
perciò…conservo, e li sordi in banca, mai !

Ce l'ho sott'ar mattone…ah, te fò ride ?
Embeh, nu ride, a Re', che me sganascio
si da li sòrdi tua t'hai divide !
Li sòrdi mia, all'artri, io gne li lascio !".
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esse troppo de parte
nun è mai un'arte.


L'eroe vijacco
(giustizzia ingiusta alla fattoria…Ramella)

Ce stava 'na faina intraprennente,
de zampa lesta ma un po'vijacchetta
che s'avantava d'esse intelliggente
e a fame era 'n'autentica forchetta.

Annava a caccia in ogni notte scura
perché sinnò potevano acchiappalla;
così la vita sua era sicura
quann'è che se infilava in una stalla,

o in tutti li pollai der vicinato.
Un giorno se ne fece 'na trentina
tra polli e gallinelle e senza un fiato,
se la squajò de corsa, 'sta faina.

Nun ve so dì si quello che successe !
Er granne gallo capo era 'na furia:
chiappò trecento mici e poi je lesse
un fojo, dice: "Laverò 'st'ingiuria

cor sangue de voi tutti, e 'n sò fregnacce !
Ve sbecco a uno a uno, si 'n viè fòra
l'eroe venuto qui per ammazzacce,
e si nun viè, da sé se disonora !"

Te pare che s'annava a presentasse ?
Appena che sentì quela sentenza
tremanno come si se congelasse,
scappò, cosciente de la conseguenza.

Li trenta gatti furno trucidati,
e er granne eroe ancora fa er pavone.
Quei morti mo sò sempre ricordati
da tutte le crature der rione,

e l'oche testimone der misfatto
ce l'hanno - giustamente - cor gallone
ma all'animale ch'ha portato ar fatto
nu stanno a dije manco: "A gran puzzone !!".
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Il tam-tam dei media
minaccia crisi spaventose….
Il mondo è in via di fallimento.
(fine settembre 2008)


La Grande Crisi del 2008
Che gran subbuglio in giro per il mondo !
C'è crisi, e questa volta è crisi vera:
lo stan dicendo i media che ogni Fondo
si sta squagliando come fosse cera.

C'è chi predice che il gran cerchio tondo
si spezzerà tra breve, e una bufera
ne sortirà e perfino il più giocondo
degli uomini farà la faccia nera.

" Segnali apocalittici, son questi !"
qualcuno va gridando, e intimorisce
la gente che non sa a chi dare i resti.

Ma per fortuna…per fortuna mia,
ci sta qualcosa che non la subisce
'sta crisi finanziaria: la Poesia !

Walterin Guerrin Meschino
che ha salvato l'Alitalia


29 Settembre 2008: l'Alitalia resta italiana
come aveva da sempre attivamente sognato e auspicato con forza
fin all'ultimo giorno rischiando sulla propria credibilità, Silvio Berlusconi .


L'aeroplano vola, vola
tra le nubi su nel cielo
con in coda il tricolore
vanto e gioia nazionale.
Era in crisi, l'aeroplano,
e assai poco c'è mancato
che cadesse a fare il botto.
Ma dobbiamo ringraziare
Walterin Guerrin Meschino
se sta invece su a volare
sugli spazi della Terra
e appartiene al Bel Paese
senza più quella paura
di finire tra le grinfie
del rapace che qualcuno
auspicava che venisse
a spolpar la Compagnia.
Grazie, grazie, Walterino !
che con abile manovra
quel programma hai scongiurato,
e con quale maestria !
Chi l'avrebbe sospettato
che un tipetto come te
in sé avesse la magia
con la quale hai manovrato
la manovra manovrata
con l'astuzia di una volpe ?
Mentre l' "altro" s'affannava
con mezzucci improvvisati
per salvare il condannato,
tu, serafico, sei sceso
dalla nube fantozziana
e con fare assai suadente
da stregone navigato
hai offerto al Colaninno
e agli "ostinati contro",
il tuo tè che li ha…offuscati,
e spiazzando il mondo intero,
tutti, lì, si son baciati,
e, stregati, hanno firmato…
Che tu sia ognor beato !

Sssshhhhh !!....non lo svegliate
che finisce il sortilegio….
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alle donne,
a quelle, che forse hanno voluto…troppo


La vela
Le tue piccole mani eran legate
e a lungo han sopportato silenziose.
Eri vela in balìa di mille venti
e dai mari eri scossa e martoriata.
Ma la vela poi l'hai gettata ai pesci
per guidare un rischioso fuoribordo.
Ora navighi ardita in mezzo al mare
e combatti tempeste burrascose:
però temi di andare alla deriva,
che da sola il tornare si fa incerto.
E una vela t'appare, nel ricordo,
con l'amore che allora avevi a bordo.

Di lei ubriaco
Di lei ubriaco vedo da ubriaco
e doppia ancor la vedo, tutta doppia:
le gambe erano doppie quelle gambe,
le mani erano pure doppie mani.
I suoi capelli neri erano neri
e quei suoi denti bianchi erano bianchi;
le labbra rosse sue erano rosse
e gli occhi dolci suoi erano dolci;
i suoi sorrisi accesi erano accesi,
la pelle liscia sua era pelle liscia,
le sue carezze calde erano calde.
Del suo profumo sento il buon profumo
e il suo ricordo in me è un gran bel ricordo
che tutto io di lei ricordo, tutto.
Son sobrio ed ubriaco son da sobrio:
la vedo sempre doppia, io la vedo
soltanto doppia e così soltanto
che mai l'ubriacatura passa, mai !

La bella ninfea del torrente
(arriva l'autunno)

Occhietti nascosti e curiosi
tra i sassi sul fondo del fosso
si godon lo scorrer leggiadro
di quella bellezza del bosco:
la foglia fuggita dal ramo
( perché già toccata da un male
che prima le cambia il colore
e poi nell'oblio abbandona),
pe' un ultimo guizzo di vita
portata dal molle cristallo.

Ma il tempo, impietoso, ha già scritto
la dura condanna: Autunno !
e fuga non c'è per cambiare
il proprio destino ad alcuno.
Ma intanto una raganelletta
co' un guizzo le monta su in groppa
e quella ritorna alla vita
finché il sogno dura, e si sente
la bella ninfea del torrente..

Giovinezza
In sella a un purosangue
vanno i giorni
di madida di sogni
giovinezza
che scalpita e nitrisce
all'aria e al sole
e a briglie sciolte vede
senza fine
venirgli incontro amica
l'immensità di un mondo tutto suo.

Vagar come padroni
su nel cielo
osserva ali grandi
in libertà
e impavida vorrebbe
insieme a loro
andare incontrastata,
e senza meta
seguire il vento amico
più oltre ogn'orizzonte dell'età.

Beve pe dimenticà
Drent'a quele quattro mura
nun c'è più quela cratura,
messa in d'una sepportura

quarche brutto giorno fa.
Se la vede sempre llà
ma la vò dimenticà

ché nun ciaresiste senza.
Ma più prova e più la penza:
si che grossa sofferenza !

La cratura era l'amore,
e l'amore quanno mòre
te se strappa tutt'er còre.

Che po' fà…ma che se 'nventa
uno in mezzo a 'sta tormenta
che gne passa e che j'aumenta ?

Beve er vino da la brocca
co la lingua che je schiocca,
e sur tavolo s'abbiocca.
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sonetto anomalo, in doppi senari

                                             Er micetto filone
                                Un micio roscetto    ruffiano e filone
                                se raschia l'unghiette    sull'erba d'un prato,
                                fa tutto er fichetto,   sculetta beato:
                                la tira, la schiaccia …sta a fà er fanfarone

                                perché me lo guardo;    me smiccia sornione,
                                va indietro, viè avanti,    l'ho guasi toccato,
                                fa un po' er vergognoso    ma poi 'ncoraggiato
                                s'accosta, me sfiora,    fa er giocarellone…

                                La coda se smove    che pare 'n serpente:
                                spennella, s'addrizza…    'Ncomincia a fusà,            
                                e co la capoccia    se struscia, e umirmente

                                me fissa e me pare    che vole parlà.
                                Se lecca, s'aggiusta,    sta a fà er seducente:            
                                mo ronfa contento:    lo sto a 'ccarezzà.

Suicidio
(quando la concorrenza…. è troppa….!)

Il fatto è ch'era proprio tanto bella
e quel color marrone le donava;
l'avrebbe anche portata in carrozzella,
che il suo profumo tanto l'inebriava !

E se ne stava lì a filarsi a quella,
e quella stava muta e lo guardava;
e si sentiva troppo villanella
rispetto a tutta l'altra che inondava

di sé i luoghi pubblici e privati
e piazze e strade e luoghi aperti e chiusi
fin dentro crani vuoti e rispettati…

E si sentiva troppo svalutata,
sia nell'aspetto e anche negli annusi…
Ed è perciò che si è suicidata

restando tutto il giorno sott'al sole,
che piano, piano tutta s'è essiccata
e non s' attacca neanche più alle suole.

Il moscone
E adesso che il moscone è entrato in casa
bisogna ricacciarlo ad ogni costo,
ma prima che contagi il nostro arrosto,
e che dei figli suoi la renda invasa.

Se lascia le sue uova sono guai,
ché poi si rischia d'essere infettati.
Intanto è bene essere allarmati
per evitare…che non si sa mai !

È vero che anche un povero moscone
ha il suo diritto alla sopravvivenza
ma no mettendo a rischio l'esistenza
di chi, pur, l'ha, ed a maggior ragione.
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18 Settembre 2008. All'annuncio della chiusura delle trattative
con la CAI-salva-Alitalia, piloti e assistenti di volo
esultano con grida di gioia e abbracci all'aeroporto di Fiumicino,
mentre l'Alitalia ha così già spiccato il suo ultimo volo per…. il fallimento.

Pazzia collettiva
"A Ro', l'hai visti bbene ch'hanno fatto ?"
"A Re', l'ho visti, sì, e 'n pareva vero…"
"A Ro', era vero, era…e sò sincero:
seconno me ognuno era er ritratto

de un esartato, o peggio, de un coatto
da fa paura ad ogni passeggero
che a loro je s'affida a còr leggero…
e stanno ad osannà 'r fine contratto !

Sò scemi, o masochisti, o…. "So avvizziati !
Sò un manico de grossi fanfaroni
da troppo tempo troppo ben trattati !

E 'n sanno immagginasse de finì
sur lastrico ndo aggià tanti "fregnoni"
ce sò finiti e stanno llì a patì".


"Nu' mme sò fà capace…che vergogna !
Ma come se po'esse più imbecilli !
L'annassero a sfogà drent'a 'na fogna
la gioia a zompi, e abbracci, e mille strilli

de chi, secconno loro, ha vinto, e sogna
er mejo trattamento, e queli squilli
che stanno ad avvertilli in si che rogna
se troveno, nu' 'i senteno, l'arzilli !….

E giòcheno a fà er topo co quer gatto
che placido j'ha detto bello chiaro:
" Me magno a voi co incruso anch'er contratto,

si state a traccheggià co la certezza
de pìà deppiù in de 'sto momento amaro,
che nu' abbisogna de scelleratezza !"
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2008: si vuole correttezza, efficienza, onestà, rispetto, o…demagogia ?
Castigo no, rimprovero no, grembiule no, bocciatura no, voto numerico no, voto in condotta no…. Eeeh !

Lo studente d'oggigiorno
(come lo vuole chi con lo studente fa pensiero, fa politica… fa la sua rovina)

Arriva alla licenza elementare
sapendo che per farsi più ammirare

papà deve comprargli senza un fiato
l'oggetto che sia sempre il più griffato.

Le medie poi gli metton tra le mani
spinelli che si fuma sani, sani

e inizia l'esperienza del bulletto
con mamma che va a prendere di petto

il povero insegnante che ha offeso
il suo bambino bravo ed indifeso.

Intanto della vita ha già imparato
che a "lavorare" non sei ripagato

e che arricchirsi in modo sbrigativo
seppur spregiudicato è…alternativo,

e è rispettato chi fa il delinquente,
chi inganna, chi tradisce e è strafottente.

E poi gli arriva - al corso superiore -
conferma che non vale alcun valore

e l'unica è ingrandire i suoi diritti
e escludere i doveri ormai prescritti.

Non basta più nemmeno lo spinello:
qualcosa in più gli chiede il suo cervello.

" Protesta" è quella magica parola
che, solo, apprende in casa, in piazza e a scuola.

Si sente autorizzato anche a picchiare
compagni e professori…è il "bel strafare" !

Son pochi, intanto, a dirgli che è in errore,
e c'è chi a quelli guarda con orrore,

che mai, nessuno mai deve azzardarsi
a dire "cosa" e "come", e di non "farsi" !

Intanto, con la logica inculcata,
la laurea gli dev'esser regalata,

e è pronto a tutto: pure che il papà
la compri, senza un po'di dignità,

o a darsi al professore compiacente
ed uso a laurear l'incompetente.

Infine, poi, nel mondo del lavoro
è quel grand' incapace…con l'alloro.

Statistica… a tavola
" E allora, dite un po', morti di fame:
con tutte le assemblee ed i congressi
che noi facciam per vincere il certame
per voi che siete poveri ed oppressi,

vi stiamo, o no, saziando ? Qui la media
di quello che si mangia in tutto il mondo
s'accresce ogniqualvolta …ma d'inedia
morite ancora, eppure il nostro Fondo

pei pranzi solidali spende un occhio !
Possibile che giù non è sentito
quel buon profumo e quel leggero scrocchio
del cibo al dente tutto ben condito ?

Metteteci un po' d'immaginazione !
Se noi mangiamo tanto è anche per voi:
per far salir la media: è operazione
statistica che lega voi a noi…

Son soldi che van via ! Senza parlare
di voli, di stipendi, e lussi, e alloggi...
Bambino mio, ma che ti vuoi lagnare:
avrai domani, quel che non hai oggi !"

Domani la risposta è ancora quella…
E quel bambino ormai aspetta invano:
ma un personaggio va, e una caramella
gli dona…che gli cade dalla mano.

Preludio autunnale
(vento di Ferragosto)

Là, dietro lo scuro telone
s'è andato a nascondere il sole,
e il vento che ormai è padrone
fa quel che gli piace e che vuole.

E sbatte furioso ogn'imposta
e fischia pei spenti camini;
volteggia qual furia scomposta
su siti lontani e vicini.

E soffia e sballotta ogni cosa
ed anche i pensier che carpisce
e neanche un momento riposa
e gli alberi scuote e ferisce.

E spazza le strade e i giardini,
e petali e foglie ammatassa,
e piovono gli aghi dai pini,
e il fulmine il cielo sconquassa.

Trasporta il lamento del mare
finché si disperde lontano
e poi incomincia a ululare
nell'aria ch'è densa, e fa strano !

Scarrozza roteando ogni dove
eppur - più di sempre - la vita
par ferma a aspettar…ma non piove,
e fuori una gatta è impaurita.

Arte e Poesia
Quest'opera è talmente incasinata
che non ci si capisce proprio niente
ed anche se si sa che è inventata
sta a far girare il cranio a tanta gente.

Quest'altra invece è chiara e è raccontata
in modo elementare e convincente
ma troppo spesso vien boicottata
da chi la trova troppo assai decente.

Il fatto è che nel mondo, sissignori,
ha più valore quel che non capisci -
e è questa la ragion di tanti onori

a certe opere d'arte, e a poesie
che san far quelli che - ma lo intuisci -
in testa han solo…troppe nevralgie.

Piazzale der Pincio
(la ricalata de li barbari)

Beh! Quello era un Unno, sarvognuno!
Se sa, campava solo de scempiezze,
che nun capiva l'arte e le bellezze,
e a fa quelo che fece fu un tutt'uno.

Ma quer che stann'a fà llà sopra ar Pincio
'n s'aregge proprio ai giorni de oggiggiorno.
Ma che parcheggi… che parcheggi un corno!
E stanno llì a smicciasselo de sguincio

li marmi de quei granni*, a quer massacro,
e pare de sentilli a dì schifati:
"Ma che je stann'a fà, 'sti scatenati!
Er sotto der piazzale è un posto sacro!

È sacro pe le pietre che la storia
ve cià lasciato, e voi, come 'gnoranti
le state a fà sparì e annate avanti
sibbè che rappresenteno la gloria

de 'sta città, ma voi ve ne fregate!"
Chi te vò bbene, Roma, te difenne
davanti a tutti e specie a chi te venne.
E noi t'amamo, e famo: "Ma che fate ?!

Viè su un tesoro mentre che bucate
e voi lo pìate e lo buttate via !?
Er che rasenta proprio la pazzìa:
possibile che nun ce raggionate ?"

*le statue del Pincio

Pa-(ss)rch eg-gio ar Pincio.

Na vorta armeno certe stramberie
giraveno pe drent'a quattro mura
che manco te metteveno paura,
che 'n ce penzavi manco all'eresie.

Mo 'nvece te le canteno affacciati
llì ar Pincio l'eresie, coll'aria tronfia
de chi se sente er còre che se gonfia
a dille… tutti presi e…architettati !

Nerone, armeno, mentre dava fòco
nu stava mica a dì: "Guarda che bello !"
Piagneva…ce piangeva che er cervello
je s'era inzaccherato, e manco poco !

E questi mentre fanno: "Li giardini
che sò un arredo e ciann' anche 'na storia,
bisogna da curalli…sò la gloria
per un paese e pe li cittadini…"

Vabbè che se po' esse un po' distratti,
ma er Pincio nu je pare ch'è un tesoro ?
Lo sanno tutti ch'è un capolavoro
sì, de giardino, ma anche, a conti fatti

de arte, archeologgìa, e storia…e er monno
nun po' volé che pe st'a fà li belli,
quei quattro fregni fabbrica-macelli
lo vanno a sbucià tutto quant'è fonno !

Ma che 'n ce lo sapevano ch'er sito
è indove stava er Mausoleo Domizio,
e Pincii e Acilii, co quarch'artro Tizzio,
ciaveveno le ville ?....Nn' ho capito:

fra tutt'e quattro fanno li saputi…!
Ma in testa cianno solo 'sto vagheggio
de fa der Pincio tutt'un gran parcheggio
perchè così - pe quei cervelli acuti -

er traffico de Roma è sistemato:
co settecento posti, e trentamila
che stann'ancora fori a fà la fila
cor Pincio che in eterno sta sfreggiato !

L' uomo nel pozzo
(che aveva il singhiozzo)

"singhiozzo mio singhiozzo
vattene all'acqua, vattene al pozzo…"

Ma dimmi un po' tu…!
Che pazza l'idea di quel pazzo col pizzo -
vestito di pizzo, con scarpe di pezza -
di andare nel pozzo co' un pezzo di pizza
a smuover la pozza dell'acqua che puzza !
Che se un paparazzo lo vede, impazza
e scatta le foto che il pubblico apprezza.
Da un pezzo sta giù…se la corda si spezza
non torna più su !

Ma dimmi un po' tu…!
A me mi ci prende persino la stizza
se penso che quello con quella sua stazza
è sceso laggiù: quello - lì - ci si ammazza !
E neanche ha portato una qualche piccozza:
con quella una pietra che sporge rintuzzi
così non ti tagli…Ma quella cocuzza…!
Ho un presentimento che è quasi certezza:
non torna più su !

Ma l'uomo nel pozzo ancor tutto d'un pezzo
ritorna co' un mazzo di chiavi un po' rozzo
scovato là in mezzo, e adesso è più zozzo
d'un topo di fogna, ma è lieto ed abbozza
un certo sorriso…nascosto nel gozzo…
Perché quella chiave trovata nel pozzo
è quella che chiude ogni porta al singhiozzo !
E adesso sta su !
Ma dimmi un po' tu…!

a tutti i superstiziosi

Iettatura
(micio nero, micio bianco, oppure….?)

Un micio tutto lucidato a nero
che neanche un corvo regge il paragone
usciva mogio, mogio da un portone,
ché quasi immaginava fosse vero

il fatto - che è tuttora un gran mistero -
del gatto nero e quella associazione
ai lutti che di star non ha ragione:
lui vuol che ognuno torni a casa intero !

E non capisce, povera creatura…
Intanto lì passava una vettura
che cambiò strada, tutta impressionata.

Ma l'altra via era attraversata
da un micio bianco, e è lì che - ingannata -
trovò l'inaspettata iettatura !

E morto di paura
e incredulo, quell'automobilista
si pente per aver cambiato pista,
e il micio bianco il nero rassicura.

"Libbertà…de votamme a mme !"
(però er reggime - dicono - sta qua)

La pallavolista azzurra TaismaryAguero
cubana naturalizzata italiana
lascia le olimpiadi di Pechino (6 Agosto 2008)
per volare dalla madre che muore, ma…

" Hai visto, a Re'…Che robba ! 'n ce se crede…"
" Ho visto, a Ro': è proprio 'na schifezza !
Eppuro certa gente ce stravede
e ancora sta a parlà de la prodezza

che quello fece quanno - pe 'na fede
che fa passà pe bbene ogni bassezza
e le straggi - che all'antri nun concede -
e gni bucìa de certo è 'na certezza -

portò la libbertà…Beh, qui m'azzitto…"
"Fai bbene a Re'…che intanto che vòi dì ?!
Pe guasi cinquant'anni ha fatt'er dritto

facennose passà pe er sarvatore
der popolo che l'ha tenuto llì
sinnò se l'allisciava cor tortõre*….

E pure mo, dall'arberi pizzuti,
a quella - co la madre che je more -
j'ha detto: "A Cubba 'n c'entri…E zitti-e-muti !"

La mamma è morta e a Cubba nun c'è entrata
e - quell'atleta - co lo strazio ar còre
a fà li giochi in Cina, è ritornata.

*corto bastone nodoso

dedicata agli ammazzati,
feriti, invalidati
dai "delinquenti" al volante
Hanno ammazzato anche Pininfarina…assurdo !


Er defunto da "incidente" stradale

sonetto anomalo
in settenari doppi

Sò stato sempre attento, sò ito sempre piano:
n'ho fatti de ritardi ! Me cianno rimbrottato...
Pe strada ogni segnale l'ho sempre rispettato,
pe annà - come se dice - lontano, ma anche sano !

Ho corso pure er rischio de famme pìà pe strano:
cor giallo o 'r verde in calo nun ce sò mai passato,
che m'hanno pure detto: "Sei troppo esaggerato !".
Ma che…! Ce vò prudenza ! Pe strada, e ar centro urbano !

E me ce rode proprio: co tutta 'st'attenzione
guà un po 'ndo sò finito: tre metri sotto tera !
E quer gran disgrazziato nemmanco sta in galera !

Ma qua io sto preganno pe 'na giustizzia vera:
appiccicato a un palo !….o giù pe 'na scojera
lo vojo véde ! e intanto…l'aspetto cor bastone !

Dedicata a
Giuliano da Rocca del Santo


La storia del lupo nero che era diventato bianco
Dalla rocca del santo poverello
là sul freddo Subasio, un lupo nero
era sceso a cercare un qualche agnello
pei lupetti affamati per davvero.

Eran tutti ridotti a un fagottello
di pellame, perché da un mese intero
il mangiare era solo un sogno bello,
ma serbava il suo bell' aspetto fiero.

E così babbo lupo infreddolito
se n'andava ramingo in mezzo al ghiaccio
quando un tizio premendo un solo dito

sparò un colpo e lo fece trasalire:
uscì il sangue da quell'animalaccio
che sbiancò tutto e incominciò a fuggire.

Arrivò tutto stanco
dai lupetti a farli favorire
col suo sangue… e si stese ancor più bianco.

Lupi e Cappuccetti Rossi
Spaventa andar da soli per il bosco,
con Cappuccetto Rosso che ha insegnato
che sempre ci sta un lupo ch'è affamato
e con in testa un piano furbo e losco.

Che sa mistificare l'occhio fosco
co' un garbo molto bene recitato,
e affabile si mostra, ed educato,
che neanche gli osi dir: "Non ti conosco…"

Ti affidi, dunque, in mano al lazzarone
che già pregusta l'esito finale,
che gli darà una gran soddisfazione.

E vittima ti fa del tuo candore
che è dove sguazza chi vuol far del male,
ed è la forza d'ogni malfattore.

Ma soffia il tuo furore
addosso al lupo, Cappuccetto Rosso,
e lo vedrai fuggire… senza l'osso !

Prima frescura
Un po'grigio, un po' bianco, il cielo
dà una schizzata di pioggia
un po' per spezzare la noia
un po' per un po' di frescura.
Si bagna la terra
si bagnan le mura e l'aria si fa
un po' più sbarazzina,
più adatta, più amica.
Respirano i fiori, e le persone
si tolgon di dosso il gran caldo opprimente
e inoltre si gustano il lieve profumo
che vien dalla terra, che vien dalle mura
e guardano, gli occhi -
alfin liberati dal troppo bagliore -
senza strizzarsi,
e luce e calore
da tutti cercati
or lasciano il campo ad un grigio celeste,
ad un nuovo profumo, ad un nuovo vigore.
S'asciuga il sudore,
più fresco è il respiro.
Spalancano porte e finestre, le case
a questa prova di pioggia d'estate
che ancor non si esprime,
che aspetta e dà tempo - a quel nuovo sapore -
di dare un avviso e creare un'attesa
che è intima e bella, e ognuno l'attende
mentre il ciel si distende
e di nuovo s'affaccia il sole, vincente,
ma un poco più fioco,
a far brillare le perle di pioggia
su di una tela di ragno d'argento.

"Sessantotta e sessantotta…"
(40 anni: 1968 - 2008)

"Sessantotta" e "sessantotta",
stamo immezz'a 'sta gran lotta
e se fàmo le sfilate
si, o no, otorizzate.
Se n'annamo a bracalone,
pe… così…pe distinzione,
che a noantri 'n ce s'adatta
er vestito e la gravatta.
Protestamo pe 'gni cosa:
pe la droga velenosa,
che lo Stato deve dacce
senza facce le linguacce;
pe 'nn'avecce più tabbù,
come fanno a le tribbù:
li cerchietti appesi ar naso ?
'n ce se deve fà più caso !;
li disegni su la pelle ?
sò la libbertà ribbelle !;
pe l'amore a tutto sesso:
che bisogna che viè ammesso
senza pali né paletti
senza preti e chirichetti.
E volemo l'inzegnanti
sottomessi tutti quanti,
e er diritto de menaje,
e strappaje le medaje
ai carubba* servitori
de' padroni: traditori !
E volemo pe diritto
che nisuno sia più affritto
da doveri sorpassati,
solo adatti ai minorati !
ch' er diritto è sacrosanto
e 'r dovere rompe arquanto !
E la nostra società
deve fà quer che je va.
Er diritto è illimitato:
l'orizzonte, l'ha segnato!
solo quello po' indicacce
quann'è ora de fermacce.
Abbolimo er "sissignore",
li valori, er tricolore…
che 'ste cose ciànno rotto.
E finimoli de bbòtto.
l'ideali e la famìa
che sò solo un'archimìa
degna solo der passato,
e inventamo un nòvo Stato
senza manco più galèra:
sarà tutta un'antra Era
'ndove che la maggioranza
sottostà a la minoranza,
e chi mò fa er terorista
pòi sarà un protagonista
su li banchi in Parlamento
ch' è 'r più granne cammiamento !
Qui va tutto scancellato,
come pure ch'è peccato
abortì, "ch'er corpo è 'r mio
e nun c'entra manco iddio…!"
Basta co le "donne oggetto",
ché ogni donna tiene in petto
amor proprio e dignità
e 'n po' fà pubbricità
co le cose sue de fora
ogni giorno e ogni ora
sui giornali e llì in tivvù:
d'ora in pòi 'n se farà più ! (?)
E volemo separacce
e perfino divorziacce,
e fà sì che sia pe corpa
che così 'na lei se sporpa
quer Sempronio ch'ha sposato
pure si è che j'è durata
poco più de 'na nottata.
A scienziati e praticanti
mai 'no stop e sempre avanti !
ché oramai più che la scenza
qui ce vò la fantascenza
e a la fede e a la morale
noi je fàmo er funerale,
che - co tutta la coerenza -
l'obbiezzione de coscenza
vale solo quann'è contro
ogni lèva e ogni scontro:
(sarvo che nun sia voluto
da noantri,e cioè: dovuto !)
tutt' er resto se po' fà
soprattutto si strafà
senza manco stà a penzà
si c'è razionalità,
si fa senso o si è 'n capriccio
che va a spanne er raccapriccio
tra chi vò diversamente
che pe noi nun conta gnente,
e s'in caso ce incasina
e a 'sta vita la ruvina
più de quant'è ruvinata
troveremo 'na trovata
tutta quanta disuguale
che andrà bene, che andrà male,
ma - così - pe falla corta -
ch'è assai lunga la rivorta -
porti certo a quarche svòrta.
E così, svòrta e risvòrta
arivamo che Caino
nun se tòcca, e l'assassino
va trattato co li guanti
come tutti li furfanti,
che a la pòra gente onesta
pònno faje anche la festa,
ma però tòcca capì,
sopportà, interloquì…
e perfino prdonà -
ch'è 'na moda che verà -.
C'è de mezzo er bon decòro
che all'infàmi - pure a loro -
noi dovemo garantije….
Tutt' er resto sò… "quisquije".
E le murtinazzionali
che sò cause de li mali
che ciaffriggono oggiggiorno
a levassele da torno
è 'na cosa necessaria:
le volemo mannà all'aria
e er lavoro, poi, si 'n c'è
………………………..
parleremo der perché…
*carabinieri

al dottor Walter  Massimino                                     cura della cervicale
fisioterapista             Le mano che…danno 'na mano
a Villa Sandra     
di Roma

e a Rita,  
e a Diletta     
e a Cristiano.

                                 " Pija 'e lenzola e stennele sur letto -
                                fa er dottor Walter come che te véde -
                                metti 'na firma llì su quer libbretto
                                e poi, spojato, mettete qui a séde".

                                E come che facesse pe dispetto
                                te 'nzuppa còllo spalle e…'n ce pòi crede !
                                te inizzia a strapazzà senza rispetto…
                                Ma quele mano dicheno: "Abbi fede !"

                                E poi te fa sdrajà e te tira er collo
                                e fa: "È pe rieducà la cervicale".
                                Beh, armeno nu mme stira com'a 'n pollo !

                                E: "Respiranno, soffia" insiste a dì….".
                                E io lo fo, che so si quanto vale
                                'sta cura che fa smette de soffrì.
                                                        
                                -------------------------------------------------------
                        
                                E intorno, all'artri letti, c' è anche Rita,
                                e c'è Diletta e c'è pure Cristiano,
                                che le du' mano co le venti dita
                                je danno a chi abbisogna de 'na mano.

Vilipendio a Ironia e Satira

I girondini di Di Pietro - Grillo - & Co.
fanno "Ironia" e "Satira" per le piazze di Roma
insultando villanamente:
Papa, Presidente della Repubblica, personaggi politici.
In nome della libertà d'espressione.


Con la vergogna addosso, Ironia
e la sua amica Satira, intristita,
pei vicoli di Roma fuggon via
e piangono dicendo: "È finita !

Ci stan portando dritte all'agonia
quelle boccacce grasse e la sgradita
lor grande affinità alla villania:
siam condannate senza via d'uscita.

Indecorosamente van ruttando
con voci che di fogna sanno, e basta.
Insultano soltanto e van sperando

di aver persino il plauso della gente
per quella loro esibizione guasta
che d'Ironia e Satira ha…un bel niente.

La bella pensata
Ma che bella pensata che ha pensato
chi vorrebbe un potere incontrastato
e che a chi con il voto l'ha bocciato
gli ripete: "Devi esser liberato !

Senza noi al potere è una pazzia
che così non ci sta democrazia,
ma regime ! Eh, sì, parola mia:
dai, cacciamola questa tirannia !

Perché il bene più grande che c'è al mondo
è per tutti la libertà, che in fondo,
puoi averla con poco: un girotondo
e gridando allarmato ogni secondo.

E chi mai ti può dar la libertà ?
Solo noi lo possiamo, il che si sa…
Nessun altro ne ha le capacità:
e seppure c'è, questo, a noi, non va !".

L'applauso
È sceso il telone sul palco
che muto è rimasto d'un tratto
e in quel frastornar del silenzio
la sala anche è vuota e già buia.

Ognun s'è portato una frase,
o qualche parola soltanto,
o un pianto, o un sorriso, o un'idea,
ma sempre e comunque un tesoro.

E come ogni sera il teatrante
nel cuore ha nascosto geloso
la sola energia vitale:
il bis e l'applauso scrosciante.

Per il giorno della memoria

I fantasmi
I fantasmi….
I fantasmi hanno paura:
non vogliono vedere i corpi
né sentir le grida,
e il lamento silenzioso dei bimbi senza giochi
senza lacrime:
le madri e i padri
non vogliono il rimorso
che ritorni - di averli fatti nascere -
che già s'è lacerato ai campi.
Né udir la propria voce gridare il nome
del figlio a loro strappato ed alla vita.
Han dimenticato il proprio nome
ormai un numero marchiato sulla pelle.

I fantasmi, fantasmi già erano,
tremanti, dietro un riparo
che riparo non fu, e più ancora, poi,
nelle casette di legno e nei cortili
con la patata in mano - lauto banchetto -
per la dieta degli scheletri viventi.
Non vogliono vedere cogli occhi da fossa
Non vogliono vedersi nelle fosse -
stoccafissi rinseccoliti - e nei forni,
non voglion che ritorni nemmeno più il ricordo.

I fantasmi ora stanno
con l'angelo che hanno cercato e che non c'era.
Adesso li consola: stanno tutti quanti insieme in un castello,
un castello fatto di stelle, grande quanto il mondo.
L'inferno ne è geloso:
lui non avrebbe saputo immaginare tanto !

Vedono fumare, nel rigido inverno,
i camini delle case, e fuggono, i fantasmi,
fuggono ancora, e impauriti
vanno a nascondersi dentro le nuvole,
specchiati nei panni bianchi stesi sui reticolati.

(Di Pietro dà del " magnaccia" a Berlusconi)
La rabbia de Antonio
Er cervello sta a zompaje
a quer tanto brav'Antonio,
come pure le frattaje
drent'ar pett'a quer demonio.

Perché è questo è quer che pare
quanno sgrana l'occhi a palla…
o quarcuno immezz'ar mare
che 'n sa più come stà a galla.

Soffre tanto, poveraccio,
a vedé che 'gn'ariesce
d'acchiappà la preda ar laccio,
e la rabbia je s'accresce.

Oramai s'è messo in testa
d'esse er granne giustizziere,
e si 'gne farà la festa
creperà dar dispiacere !

Le due nature
di Massa


Qui, la landa mutevole e molle
a perdita d'occhio distesa
che ora è un segno di pace
ora è assurda esplosione di rabbia
che da sé si modella e trasforma
e guarda gelosa
l'immobile biancore irraggiungibile,
che acceca e di lei non si cura,
dall'alto del monte.

Lì, è l'opposto: c'è solo durezza
a veder senza vita, della montagna,
tenace e inamovibile paesaggio,
che al ciel si protende
e orgoglioso nasconde un cuore che pulsa
e, solo, attende mani geniali
per donarsi in mille diverse espressioni
e immortalarsi in qualche plasmata creatura
che sia parte di sé.

Potesse il mare schizzare fin lassù
ed alleviar l'arsura
degl'intrepidi eroi della fatica
e tavole di marmo potessero
volare invece giù
sull'acqua a reprimerne l'impulso
alla violenza; e l'arte del buon Dio convivere
in armonia con l'arte che sua, pur sempre è,
di chi da mare e marmo trae genialità.

Cantatemi una nenia
Cantatemi una nenia
che addormenti il cuore,
ombre della notte
che silenti
qui v'attardate in veglia
al mio vegliare inerme.
E il profumo, spandete
dell'oblio che annulla
il tormentoso amare
che agita - e mai placa -
come tempesta -
il mio sentire dentro,
qual balsamo
pel cuore mio dolente.
Traghettami, o notte,
a un domani di sole,
di voli, e di speranze.

Sogno d'Amore
La porta è aperta
alla nuova stagione
a un profumo diverso che non conoscevo
a un sogno d'amore che illumina il sole,
che sullo zerbino indugia,
discreto.

I grandi non sorridono
I grandi non sorridono.
Ridono, a volte
per sdrammatizzare il dramma
di esserci,
schiacciati dal peso dei pensieri
nelle giornate tanto, tanto grigie.
I grandi hanno dimenticato i giochi,
il gioco dei sogni,
hanno perso il filo dell'aquilone
ch'è volato senza ritornare.
Stanno attaccati al suolo
e sudano senza neanche correre
e s'appoggiano stanchi
a sentimenti indolenziti.

I grandi non sorridono.
I grandi non parlano,
sono ammutoliti.
Ci prendono per mano
ma pensano ad altro.
Cercano un riparo
per qualcosa da salvare.
Fuggono dai bagliori dell'innocenza
e sbadati attraversano la strada,
e ad un incrocio,
improvviso, un semaforo
li blocca,
e soli restiamo a seguitar la strada
sempre cercando speranzosi, quel sorriso...

La filastrocca der fumo
"Er fumo nun va.
E nu' llo fumà !"

Abbada: er fumo ammazza !
Ma tanta gente pazza
nun vòle facce caso,
e da la bocca e er naso
je piace a fà uscì er fumo;
je piace quer profumo
de morte llì in agguato.
E po' puzzaje er fiato,
po' avé le mano gialle
ma…se rompe le palle
a stà a sentì ogni vorta:
" Ciavrai la vita corta !
Si presto nu la smetti
ce crepi….ce scommetti ?"
Ma piano, piano er fumo
cor sangue ce fa un grumo
che ne le vene blocca
la vita, e infatti scocca
er fatto già previsto:
"lei" viè, e je porta er visto,
je dà 'r fojo de via,
l'ammazza…e così sia !

Qualunque cosa ar monno
pe quant'è granne e tonno,
si fuma nun va bbene.
Er fumo porta pene:
l'arosto è ito in fumo,
li sòrdi sò iti in fumo,
l'amore è ito in fumo,
la pace è ita in fumo,
l'affare è ito in fumo,
l'ha soffocato er fumo,
'gni cosa sta 'nnà in fumo…
ch'è uguale a 'nnà in frantumo.
Si fumeno le palle
è mejo a nun urtalle!
E quann'è solo fumo
e nun c'è gnente aròsto
nun pònno trovà pòsto
bravura e intelliggenza,
ch'è tutta 'n' apparenza.

Sortanto quann'è er segno
che un cardinale è degno
a esse papa, allora
er fumo s'avvalora;
ma è sempre 'no sconforto
pe quello ch'è già morto.

"Er fumo nun va.
E lassalo stà !"

La vertigine
La vertigine scende giù dal cielo,
s'inabissa nel mare più profondo
e gira, gira tutt'attorno al mondo
come ognun ch'è foglia in balia del vento.

La quercia
Straripa la diga, / rovina giù a valle,
e impietosamente / trascina con sé
con forza ogni cosa / per tutto il pendio:
rumorosamente, / e a niente dà scampo.

Soltanto una quercia / con forza si oppone,
resiste, ma alfine / il cuore le scoppia
e cade e rimane / - ancora pe' un po'-
co' un ultimo lembo / al suolo aggrappata.

Ma è inutile sforzo. / Ormai mutilata
la quercia la presa / stremata abbandona,
e un monte di fango / va giù e la ricopre:
nessuno lo nota, / nessuno la cerca.

Il sole risplende / e il fango s'asciuga;
la terra si assesta / e il tempo che passa
pian piano allontana / il dramma vissuto.
Ma ancora ha la forza / la quercia sepolta,

e dalla radice, / che è viva, che è forte,
vien fuori uno stelo / e vince la morte.

Cenetta sul mare
(a Lisa)

Un velo steso fresco di bucato
su quello specchio grande…come il mare,
d'un celestino che si fa rosato
man mano, laggiù, finché scompare.

Intanto il sole è sceso e s'è appoggiato
in fondo allo scenario, mentre appare
sopra all'ultimo riflesso dorato
un abat-jour a mezz'aria…almeno pare:

s'illumina pian, piano e si fa notte.
Noi due spettatori, noi attori,
con pizze margherita assai ben cotte,

ci gustiamo il teatro e la cenetta,
su questa spiaggia, e gli unici rumori
son l'onde, e io che dico: "…Elisabetta…".

È caduto un capello !
È caduto un capello, e un boato
come di cannone s'è sentito
vicino.
E questo è strano, visto che è planato
come un fiocco di neve
dondolando incerto fino a toccar terra
e rimanerci.
Lo ha raccolto
con mano trepidante e incerta:
" È il primo mio capello a volar via…"
geme con stupore e un po' di stizza
e poi sconvolto seguita così:
" Tra un po'di giorni resterò pelato",
e intanto non dà peso al notiziario
sul devastar di bombe tra la folla
che annaspa disperata e quasi affoga
nel sangue ove galleggia l'arroganza
d' un mondo insano e perso e sovrastato
dall'egoismo e mille vanità .

L'adunata
(estate a Bettona)

" Aurelio, Giorgio, Armando, Alberto ! È ora !"
Echeggia - per la piazza di Bettona -
così il richiamo ben cantilenato*
di mamma Anna per riavere in casa
i quattro moschettieri, chissà dove -
in quel momento - presi a far che cosa.
Forse in battaglia a rotear le spade
che a Roma il loro babbo falegname
faceva ad arte, o ad aguzzar la mira
sui draghi appollaiati tra le crepe
dell'erbose e gloriose antiche mura,
con quei fucili ad aria, quasi veri,
o a valle in mezzo all'acque del Topino,
o a ringraziare un albero di pesche.
Oppure all'ombra degl'ippocastani
dei giardinetti a Santa Caterina,
a fare il gioco eterno del serpente,
che attira - tentatore - nel peccato
la tanto amata e bella ragazzina.
Ci guarda attento un vecchio per la strada:
" Voi siete i figli di quel gran brav'uomo,
Domenico…ma come somigliate !..."
Pei vicoli, le strade e le piazzette
si sentono venire dalle case
i sacri tintinnii del desinare.
" È tardi, dai corriamo, che ci sgrida !"
E dopo un po', sudati e impolverati,
il tintinnio incomincia anche da noi.
Soltanto una manciata di minuti,
e poi di nuovo liberi di fare:
sinonimo - a quel tempo - di giocare,
star fuori cogli amici, o a cercare
le prime tenerezze dell'amore.
O in giro in bicicletta ore e ore,
e a volte fino a Assisi, o su a Perugia,
non sempre senza segni sulla pelle.
O intorno ai bigliardini o al gran bigliardo
del bar Trabalza a un lato della piazza,
dove era stato - un tempo - il podestà.
Ed anche, a sera, andare alla funzione,
e dopo ritrovarsi e punto e a capo:
andare, e ritornare e poi riandare,
e alfine, stanchi, e allora, solo allora -
che dodici ne dava il campanile -
mamma Anna richiamava l'adunata
per consegnarci in braccio alla nottata.

*dalla finestra di casa sulla piazza Cavour

L'ospedale degli orrori
(la clinica Santa Rita di Milano)
(orrendi fatti criminosi emersi in Giugno 2008)

Lasciate ogni speranza, o voi pazienti,
che entrate all'ospedale Santa Rita,
ché questo è un vero covo di serpenti,

che per due soldi tolgono la vita.
Ma voi ci entrate pieni di speranza
che ogni malattia vi sia guarita,

finché non viene a galla la mattanza
di gente che si affida a chi ha giurato
a Ippocrate, ma in tutta noncuranza

ignora, e della vita fa mercato,
e taglia e toglie e infila pezzi a caso:
un tendine, un osso ch'è avanzato…

nel corpo tuo ignobilmente invaso,
e lo racconta agli altri dissennati,
da un pazzo orgoglio putrido, pervaso.

E grati vanno a casa gli ammalati -
a parte chi è rimasto a gambe tese -
convinti che le iene li han salvati.

Perfino han ringraziato, che - è palese -
nessun può sospettare: son dottori !
Ma son dottori pieni di sorprese,

e questo è il loro regno degli orrori.
Qui senza scopo squartan chicchessia;
e, certo, no, non per fatali errori,

ma solo per la pura bramosia
di tramutare in oro gl'interventi
sporcando il nome della chirurgia.

Ma il turpe affare or vola ai quattro venti…
Maestro, tu, al girone adatto affonda
la feccia di quei turpi malviventi

là dove il pianto maggiormente abbonda
ché forte lì è la pena e senza posa
del fuoco e del letame che li inonda.

Lo stesso fa' con chiunque altro osa !

Paghiamoli di più !
(il toccasana…all'italiana)

Paghiamoli di più, i magistrati,
così che la Giustizia, finalmente,
vedendosi trattata più equamente
sarà davvero giusta, ed i reati

saranno in fretta e furia processati:
mai più quell'iter lungo ed avvilente.
Nessuno più agirà subdolamente,
né ci saranno più ideologizzati.

E diamo anche più soldi agl'insegnanti
così che finalmente insegneranno
sentendosi più agiati ed importanti.

E se elargiamo al pubblico impiegato,
gli assenteisti pure, sgobberanno,
e girerà alla grande, questo Stato !


Di quando in quando vengono aggiornati gli stipendi, a volte più per una sorta di ideologia che per necessità. Anni fa ci fu la campagna pro aumento stipendi magistrati: per assicurarne la correttezza e l'impegno. Fu fatto. E i processi - infatti - sono diventati più veloci e giusti.
Un referendum popolare voleva la condanna degli errori dei magistrati, ma…sorvoliamo.
Idem per gl'insegnanti, seppure magari è rimasto ancora basso.
Ma a rincarare la dose è intervenuto il "nuovo pensiero" per cui l'insegnante prende le bacchettate, una volta riservate agli alunni somari e indisciplinati. Certo, un aumento di stipendio eliminerebbe il bullismo, la poca voglia di studiare, e l'arroganza - all'ordine del giorno - dei genitori degli alunni (oltre che degli alunni stessi) contro i professori troppo ligi (seppur poco pagati).
Per gli statali il discorso aumento per assicurarne la fedeltà e il rispetto del contratto di lavoro (=lavorare), è di sempre. Certo, aumentando lo stipendio e - addirittura - inserendo incentivi per i "bravi" le cose si aggiusterebbero a tal punto che in ogni ufficio scoppierebbe un tale malcontento ancora sconosciuto: questi incentivi chi li da, a chi, sulla base di che, giudicata da chi ? Si assumessero persone valide. Se un aumento è necessario, che si dia. Ma chi fa il furbo, chi non rende - viste le evidenze - deve lasciare il posto a chi è più onesto e più valido.
I "poveri" e "sottostimati" medici del Santa Rita di Milano insegnano molto…

M'ama…numm'ama…
(la margherita e la rosa)

" Sei 'na rosa: sei bella e vaporosa,
ma vòi mette: sei pure assai spinosa !

Appett'a tte io sò 'na poverella;
sò modesta e nemmanco troppo bella,

ma, però, nun è a tte che va cercanno
chi vorebbe sapé si come stanno

le quistioni d'amore, e lo viè a lègge
su li pètali mia, e me s'arègge

co 'na mano, e coll'artra, piano, piano,
me li tira a uno a uno, e quann'in mano

je ciarimane er gambo solamente,
saprà si l'ama, o no, sicuramente.

Come vedi noi due semo importanti
pe l'amore, ma io…sto un po' più avanti:

io sò quella che dice si l'amore
c'è, e in quer caso tu - pòi - je porti un fiore".

L'ha detto la Tivvù !
L'ha detto la Tivvù !
Che vuoi saperne, tu,
d'inganni e verità,
di quel che va e non va,
di idee e di ideali
che riempiono i canali
per tutto quanto il giorno,
dai Tele-G ai porno.
Di chi sa tutto quanto
per cui si prende il vanto
di dirci quel che vuole
e inonda di parole
chi ascolta ma non pensa
che quel che ci dispensa
può essere menzogna
(da mettere alla gogna)
di parte o di partito,
di chi si crede un mito
e non è mai smentito.
Di chi ti fa: "Al regime!"
e che però si esprime
in piena libertà
(e ne ha la facoltà)
spargendo confusione,
o vera convinzione.
Che vuoi saperne, tu,
di quel che la Tivvù
- con modi seducenti -
sa fare nelle menti
di tutti i ragazzetti -
che ormai non più protetti -
per unico ideale
han quello che non vale,
e il clou di aspirazione
è che in televisione -
- digiuni d'ogni arte -
ottengano una parte
con anche i culi in aria,
tra l'immondizia varia,
ch'è il massimo e di più.
Che vuoi saperne, tu,
dell'era del frou-frou !
D'imbrogli in piena luce
del tizio che conduce,
del bell'esempio sano
(ma come suona strano!)
di prendere la vita.
Di tanta malavita
che non è mai punita,
e par che lei t'invita
a farlo pure tu:
attenti alla tivvù !
Non credere alle cose
che vedi assai seriose:
la tua fortuna, amico -
lo dice un saggio antico -
si fa con il lavoro,
vivendo in quel decoro,
che certi - bontà loro -
non voglion più che esista
e portan fuori pista
i soliti Pinocchi
coi moscerini agli occhi.

Er bene lasciato
Bevèmose er vino, / magnàmose er cacio,
movèmose adacio, / nu' stamo a penzà.
Tiràmo a campà, / nun fàmose prenne
da troppe faccenne. / Sognamo sortanto
che tutto l'incanto / un giorno s'avvera.
Penzàmo a com'era: / 'n se fàmo pijà
da quer che sarà: / sarà quer che vòle
chi vede e che pòle. / Godémose er bello:
guardamo l'ucello / che vola e che canta,
che sopra a 'na pianta / fa er nido e lo cova
a mai s'aritrova / co senza magnà.
De quer che nun va / nun dàmose pena :
'na vita serena / già è ricca da sé.
Lasciamo i perché / a chi nun capisce
che tutto finisce, / pe pure chi è ricco,
pe chi ha fatto er micco, / chi ha tanto penzato…
E in tutt'er creato / la cosa che resta
è solo che questa: / er bene lasciato.

Tempo !
Chi cià tempo nun aspetti tempo.
 
Er tempo 'n cià più er tempo
de perdese artro tempo.
Mo è tempo de inizzià le cose in tempo,
de falle bbene e de finille in tempo
e no ! seconno come gira er tempo.
E aivoja a dì che aritornamo ar tempo
de quanno se marciava tutt'er tempo…!
Sò cose che oramai sò fori tempo,
ch' er monno s'è cammiato da quer tempo !
La vita dura tanto poco tempo
che - come quanno sòni e vai a tempo -
nun se dovrebbe annà mai fori tempo.
E ar giorno d'oggi ancora stamo in tempo
per auguraje ar monno un mijor tempo
vivenno tutti in pace tutt'er tempo,
che è quer che l'omo spera in ogni tempo.
E in caso che avanzasse un po'de tempo
e senza stà a 'spetta che scade er tempo
bisognerebbe dà 'na mano in tempo
a chi cià fame e 'n po' aspettà più tempo.
E quann'er tempo è poco e nun c'è tempo,
bisogna sfruttà bbene er poco tempo
e no stà a piagne che nun ce sta tempo.
E tòcca aricordà che in ogni tempo
è valido quer detto che der tempo
ce dice: "Chi cià tempo
nun deve aspettà tempo".
E arfine pe noi tutti verà er tempo
de véde tutti i treni arivà in tempo.
E quanno un giorno ariverà quer tempo…
speramo che ciavverteno pe tempo
così potremo avecce tutto er tempo
pe un giusto pentimento fatto in tempo.
E come ar tempo quanno che era er tempo
dei vàrzere o mazzurche o artro ber tempo,
comincio a batte er tempo
e m'auguro che ognuno abbi più tempo
pe amori e balli finacché è ber tempo.

Dove vive la morte e come campa
Dove vive la morte e come campa,
e con chi passa il tempo suo eterno,
o è da sola a goder che non si scampa
alla falce che offre per l'Averno

un biglietto gratuito 'sola-andata' ?
O è ignaro e incolpevole strumento
e non sa quanto grande è la portata
del mestiere che fa e in qual sgomento

mette ognuno che parte e ognun che resta ?
Non risponde la mente e neanche il cuore:
sono oziose domande e è troppo mesta
la risposta sull'antico rancore.

Dedicata a tutti i giovanotti con …badante.

"Badante mia bella !"
(er corteggiatore incallito e l'atto de speranza)

"s'ammoscia tutto, ma la voja resta
perché arimane tutta scritta in testa".

A statte qui a guardà e nun fatte gnente
lo pòi capì pe mme si che tortura !
E daj ! famme levà 'sta svojatura
de un bacio su 'sta bella bocca ardente.

A mme 'ste voje nu mme se sò spente
e ar limite farò brutta figura ;
E su ! viè qua, e nun ciavé paura:
fa' conto che sei Eva e io 'r serpente.

Aspè, che mo me levo la dentiera,
sinnò dà 'mpiccio…Ammazza si sei bbona !
Me levo anch'er catetere…Com'era ?...

Ah, sì ! Io monto sopra e te vai sotto.
Mannaggia, aoh ! Qui proprio nun funziona !
Ma un giorno…s'arisvejerà de bbòtto !


"s'ammoscia tutto, ma la voja resta
perché arimane tutta scritta in testa".

Il Clown
La luce s'è spenta / sul palco ormai vuoto,
e il dopo è già noto: / ritorna a star solo,
e strisciano al suolo / i piedi suoi stanchi
per quei gravi ammanchi / che gli hanno squarciato
il cuore svuotato. / E smaschera il viso
che ha smosso il sorriso / di tante persone.
Va giù un lacrimone: / rugiada del cuore,
pensando a un amore / che non ride più.

 …. Ma che ciazzecca !?
(un giudice e un politico ar veleno)

"Abbasta co la toga: me sò rotto !
Abbasta cor marciume che c'è in giro !
Ormai ho fatto quer che sotto, sotto
quarcuno m' ha permesso...e me ritiro,

che quer partito granne che ce stava
adesso 'n ce sta più: ho fatt' er gioco
de chi ce se rodeva e ce smagnava
de fallo scomparì e de daje fòco.

Mo torno all'orticello, come quello,
quer granne condottiero: Cincinnato,
ed eccove la toga cor cappello.
Ma, no...aspetta 'n pò...? ciò ripenzato !

Siccome co la toga 'mm' è riuscito,
me vojo libberà da 'sto veleno
schizzannojelo addosso da un partito:
che vojo avvelenallo ! pe llo meno.

Abbada a te, che un giorno, o prima o poi,
te faccio piagne, e a la televisione
je devi dije addio, vòi o 'n vòi !
Me stai a fà sbavà, e la pressione

me sta schizzanno su...però, vedrai...!
che in quer tranello tuo ce porti a quello...
Io nun ce casco *: ce 'o sai o nun ce 'o sai
che qui ce tengo un cacchio de cervello ?

Scastagno ner parlà…ma "CHE CIAZZECCA" ?
Si nu sparisci, qua io fò un macello !
Pe tte io sarò peggio de 'na zecca !"

*dal discorso di sfiducia al governo nascente

La mimosa
La mimosa s'è spenta.
E la chioma dorata
ora è un ricordo di liete promesse.

Soli, restano i rami:
braccia al cielo protese
come a pregar che ritorni il profumo.

"Privacy"…in "trasparenza"
(misfatti de du'ministri* in liquidazzione)

Nemmanco i regazzini mocciolosi
farebbero in quer modo ch'hanno fatto
quei du' campioni a un giorno da lo sfratto
co tanta bava in bocca e co l'artrosi

nei cervelloni opachi e comatosi,
che pe ripicca - come po' fà un matto -
se sò inventati un urtimo misfatto:
tajà li freni ai parti fantasiosi,

e mette in mostra - pe la "trasparenza" -
li conti de la gente popolana
ch'è er massimo e deppiù de l'incoscenza,

ché è solo adatta all'avvelenamenti
dell'aria (che è daggià assai poco sana),
che soffia tra parenti e conoscenti.

E a mann'a spasso "privacy" e bonsenso,
ché, ar dunque, je po'daje anche 'na mano
a chi te vò entrà a casa…piano, piano,
perché gn'hai dato manco er tu' consenso.
-------------------------------------------------------

T'annava de sfatà quarche mistero ?
Volevi fa 'na cosa trasparente ?
Allora, sòr ministro intelliggente,
me devi dimme come un Ministero

ha sperperato tutto l'anno intero
li sòrdi che s'è preso da la gente;
me devi fa vedé quant'è efficente
la casta che sta llì e gne pare er vero !

Me devi damme tutto er renniconto
der "come", er "quanto" e er "chi"ha amministrato
le cose belle e brutte, pe un confronto:

così 'na vorta visto chi 'n sa spenne,
sippure pe 'na vòrta m'ha fregato,
cor cavolo ch'er voto l'ariprenne !

*L. Turco: sulla diagnosi preimpianto per i parti assistiti,
contro la Legge 40, e contro i risultati del referendum del 2005.
V. Visco: pubblicazione - illegittima - in rete
dei redditi 2005 di tutti i cittadini italiani.

Artalena in libbertà
(sinistra e destra: uguale dignità)

Er monn' è fatto come 'n'artalena:
'na vorta penne qua e 'na vorta llà,
ce sta chi canta e c'è chi ce s'appena,
e quanno tutto è fatto in libbertà

deve annà bbene…Ma ce sta chi mena
o co le mano, o co la lingua e sta
sempr'appizzato peggio de'na iena,
ché nu je piace a stà in serenità.

Ma si 'n c'è gnente de più naturale
pe un'artalena de stà a dondolà
de qua e de llà, perché me tratti male

si me ne sto tranquillo da 'sta parte ?
Si tu stai llà, pe forza ! ho da stà qua,
ciaivoja te a rimischià le carte !

--------------------------------------------------

C'è la minestra e c'è la pastasciutta,
e quella che vòi te a mme nu mme va,
me ciarimane l'artra, pe magnà:
si vòi capì, mo te l'ho detta tutta.

Piccolo mondo
L'intarsiato bruchino variopinto
gibbosamente arranca
come a scalare la foglia carnosa
d'un cavolo fiorito.
Chissà che pensa che ci sia più su ?

In giro ci sta tutto un gran via vai
di eserciti di ansiose formichine,
che in subbuglio ordinato
riempiono il caveau pel dopo estate.

Saltella il grillo da uno stelo all'altro,
si ferma, bruca, canta
e sparisce d'un tratto con un zip!
mostrando il rosso-blu sotto le alette.

Immobile su un ramo
una mantide a zampe giunte prega
devota e seria, seria,
perché un insetto le finisca in bocca.

Un grosso ragno invece
aspetta pure lui, però non prega:
tende soltanto, sicuro, l'agguato,
e dopo un po' la mosca e la zanzara
son prigioniere alla sua mercè.
E camuffato da rametto secco
ci sta un insetto stecco
che con mosse feline
pian piano s'avvicina…

Ci sta una farfallina:
che bocconcino buono !
Ma il vento vede e sa e co' un solo soffio
le fa spiccare il volo in libertà.

Un grosso macaone è ora a tiro:
ma quella non si tocca: è tropo bella,
ed anche troppo grande, in verità.

Sta lì a pavoneggiarsi
specchiandosi sull'argentata scia
che - andando a spasso lemme, lemme - lascia

la chiocciolina tutta casa e erba
che mai si turba e va per la sua via.

Sul ramo d'un gran pino
da ore, una cicala, senza sosta,
il monocorde canto leva al sole
oziosa, e non si cura
dell'oggi e tanto meno dei domani.

Passa una libellula:
va dritta verso dove l'acqua stagna,
si ferma, guarda un'ape che lavora,
si sente "più" di lei, più signorile,
più bella e snella: come una "velina".

Ma l'ape non la degna d'uno sguardo
e scrupolosamente succhia il fiore.
E poi la sua maglietta gialla e nera
è sempre di gran moda!

Seppure, forse, non così elegante
come quella livrea della citona
col suo lucente verde che fa invidia,
ma lei non sembra neanche farci caso.

Sotto un sasso dappresso
si muovono, e qualcuno ne vien fuori,
tribù di millepiedi e scolopendre,
maialetti-Sant'Antonio a pallina,
forcinelle e scorbutici scorpioni,
che guai a chi li tocca !

Un calabrone passa,
passa e ripassa: forse fa la corte
alla vespetta tutta sbarazzina
che se n'è accorta e fa la finta tonta.

Col muso a punta sgorga dalla terra -
lì dove è un pò bagnata -
un lombricone grasso e lungo, lungo,
che a fatica vien su,
e orridamente striscia,
e s'allunga e s'accorcia con ribrezzo
di chi lo guarda…ma così è il destino
a volte di chi è bravo e fa del bene.

Due coccinelle giocano fra loro:
si rincorrono in terra e poi su in volo
con le piccole ali
che escon dalle maculate elitre.

E spargon tutt'intorno un forte odore
le campagnole cimici cercando
di farsi ben notare.
Ma vari scarabei, e insetti rossi con triangoli e puntini neri addosso,
non sembrano gradire
e scappano per non sentirlo più.

Ed ecco, infine, appare
un dinosauro in quel piccolo mondo:
una verde lucertola si aggira…
La segue zampettando un sauro maschio
che a scatti la rincorre e lei gli sfugge;
l'aspetta e scappa ancora, per quel gioco
che lì da loro è ancora solo bello,
che la natura è ancora naturale
e senza cattiverie a imbastardirla.

----------------------------------------------------------
( Né stizze matte e codici a punire,
chi vuole corteggiare, e in buona fede,
fa il filo, guarda, segue e con pazienza
attende un sì, o un no, col batticuore
).

Capolavori unici
Ho aperto il sipario
sul palcoscenico del Creato:

ho visto il mondo
che non è questo piccolo mondo
che io conosco;

ho visto altezze
e spazi infiniti
di aria, di acque e di terre;

ho visto e sentito
il bianco gelido
che nemmeno immaginavo;

ho visto le forme e i colori
che mai vedrò
nei quadri di eccelsi artisti;

ho visto luci
e ascoltato suoni
senza paragoni;

ho sentito e visto
la pace serena
da cogliere ed appuntare al petto…

Ho visto fra tutto questo
l' invisibilità visibile
del Creatore del mondo.

Ed ho pensato all'uomo:
forse, del Creato,
la parte meno riuscita.

Pioggerella d'Aprile
Si sente l'odore della pioggerella
che è scesa a bagnare i nasi all'insù.
Guardavano il cielo che si ombrava un po'
e lui, birbantello, scherzoso, d'umore,

ha fatto pipì, una spruzzatina
gradita dal prato e da un pigro micetto
che non si lavava e… sognava di farlo.

La luce del giorno s'è un poco riaccesa
e tutto qui attorno è assai più sereno,

coi densi colori, più intimi e soli.

La verità vera
(fine delle "verità" ?)

La verità è 'na cosa che bisogna
che sia davero vera pe esse vera,
sinnò si nun è vera è 'na vergogna
a stalla a riccontà, ché chi ce spera

ch'è proprio vera, manco se lo sogna
de stà a penzà che po'esse 'na chimera,
'na farsità, e che, come pe la rogna,
che si s'attacca 'n trovi la magnera

de falla spiccicà e de libberatte,
e passi anche 'na vita, llì, a grattatte
( ma più te gratti e più 'n te passa mai),

così più pensi de conosce er vero,
più nun t'accorgi che nun è sincero
er vero ch'hai 'mparato, e artro nun sai.

Perciò ce tòcca spalancacce l'occhi,
pe nun finì fregati come allocchi,
e pe scansacce tanti de quei guai…!
-------------------------------------
Mo pare che sò in tanti a avè capito
che a volè impone certe verità
a un modo esaggerato ed accanito
più manco in Parlamento se po' stà.

E er popolo, arfine, ripulito
da tante idee e farse libbertà
vò soddisfà le tasche e l'appetito
sicuro drento casa e a spasseggià.

Le verità sò belle si sò vere
o pello meno si je se po' crede,
e nun fa gnente si sò rosse o nere.

Ma qui la cosa ch'è venuta a galla
è che la gente ormai nun ce stravede
pe certe verità…ed è 'na palla

sentille a dì, e, a vòrte, in malafede;
ché artre verità, je stann'a còre !
e de quell'antre è inutile a discore.
C'è chi infarcendosi di letture e ideologie e demonizzando l'avversario
allo spasmo, crede di avere i semi della verità vera in tasca e vuole seminarla
nelle tasche degli altri. 14 Aprile 2008.

In cerca di orme
(al Trionfale)*

a mia madre e mio padre
ai miei fratelli, agli amici
del quartiere e agli amici preti


I banchi del mercato stanno in fila
come sempre, con le cose di sempre.
Però la gente, no, non è più quella.
Non mostra più, la strada, quelle orme
che conoscevo e che usavo incontrare
andando a scuola e tornando, ogni giorno.
La falegnameria non ci sta più:
ci sono gli sportelli di una banca,
e neanche la bottega del barbiere.
Non ci sono gli odori e quei rumori
e i passi della gente per la strada.
E al posto del palazzo ove stavamo
di Via Santa Maura, hanno messo un nuovo
palazzo tutto a vetri, con gli uffici.
Ma quel che non c'è più era assai più bello.
E all' oratorio, se oratorio è,
non c'è nemmeno l'ombra di qualcuno:
niente è rimasto dei giochi chiassosi.
E adesso, San Giuseppe al Trionfale
non è parrocchia più, è cattedrale.
L'hanno scritto: "cattedrale minore".
Solo le anime, ormai, dei preti antichi,
vagano tra l'altare e le navate.
L'avevano cresciuta proprio loro,
la chiesa, con la scuola e il nuovo albergo.
Don…quanti Don…quanti amici di allora!
Non vi ritrovo più, tutto è cambiato.
Non ho visto l'armadio delle "cotte",
e neanche del vin bianco e delle ostie.
Né Mario il sagrestano con i fiori
e le candele per l'altar maggiore.
Spostato è pure il 'quadro campanaro'
che un giorno stuzzicai per curiosare
e un suono assai festoso di campane
ne uscì, mentre incensava il catafalco
Don Carlo, e in tanti corsero a azzittire
l'allegro scampanio …e a consolarmi.
Tra i banchi, poi, mi pare di vedere
le due figure a me più care al mondo,
coi loro occhi devoti e a mani giunte
pregare per me ed i miei tre fratelli,
come anche un tempo avevan sempre fatto,
e, grato, anch'io ho pregato per loro.
E m'ha sfiorato… come una carezza….
*quartiere di Roma

L'incubo
Qual chiatte giganti
le macchie
vagavano placide al sole
e fiori su prato sembravan
i pesci
sul pelo dell'acqua fioriti.

Gli abeti
per tutto il pendio
perdevano gli aghi nel vento
ed erano i campi di grano
ridotti
a nude e sabbiose distese.

Ai Poli
gli eterni ghiacciai
smagrivan pian piano inondando
il mare che sempre cresceva,
e tutto
copriva, copriva, copriva…

Dall'ultimo pozzo
rimasto
un ultimo sorso scolava -
riarso di sete - un barile
che al mondo
non dava ormai più energia.

Andò alla finestra
Martina
svegliata dall'incubo insano
e come impietrita, rimase:
guardava
sia l'erba che i fiori, spariti.

Sgomenta
si vide riflessa
sui vetri col capo pelato.
Cercò di veder se sognasse,
urlò:
tremò nel sentir le sue grida.

Concertino sul prato
Ancora splende il sole in cielo, quando
le campanule iniziano a suonare
e soffiano i tromboni i bei narcisi
e cantano le bocche di leone
sul palco verde in fronte alla platea
di margherite, di trifogli e viole,
e di asfodeli e primule gentili -
che han guadagnato un posto in prima fila -
e tante erbe selvatiche e le malve
e finocchielle e cicoriette e cardi
e qualche ortica che si tien lontana.
Son tutti quanti pronti ad ascoltare
come anche i ciclamini che hanno scelto
di stare sotto l'ombra d'un castagno
un po' in disparte; e gli eleganti gigli
che accolgon con l'inchino chiunque arriva
da quella stessa zona o da lontano:
gerani scesi in frotta dai balconi
e ricercate rose profumate
fuggite di soppiatto da un vivaio -
che le canine sparse sui cespugli
guardano arrivare senza invidia -
e i piccoli ranuncoli per mano
ai tulipani in ferie per l'estate.
Gli snelli ed azzurrini fiordalisi
giungono compìti ed orgogliosi
ché sanno di destare ammirazione;
garofani, mughetti e violacciocche
insieme alle cantate malvarose
vengono in gruppetti frammezzati
da girasoli presi a sentinelle.
S' accendono i papaveri di fuoco
in mezzo alla gramigna e falsa avena.
E finalmente, insieme a un'orchidea,
arriva da lontano, un po'spaesata
la bianca stella alpina silenziosa
a impreziosire il palco e la serata,
come applaudita ospite d'onore.

L'arietta fresca della sera scende,
e i glicini con le edere tenaci
si mettono - ad un cenno silenzioso -
ai lati, e sopra - a mo' di pergolato -
per dar riparo a tutti, finché giunge
la notte ad abbassare giù il sipario
ed augurare a ognuno il buon riposo.

È Pasqua !
Mistero
del Dio
venuto
nel tempo;
mistero
del Cristo
ch'è morto
per noi, e -
risorto -
a destra
risiede
del Padre
nel cielo.
Ed ogni
campana
risuona
"osanna!"
al figlio
di Dio
che, ucciso,
da uomo
su in cielo
è asceso.
È Pasqua,
fratelli,
lasciamo
le armi
e gli odi e
preghiamo e
dal figlio
di Dio
ch'è Dio
lui stesso
avremo
la vita
eterna
del cielo.
E' Pasqua:
osanna
nell'alto
dei cieli.
Perdona,
Signore,
l'umana
progenie
che un giorno
t'uccise
e ancora
lo fa.
Aiuta
chi soffre,
diffondi
la Fede,
perdona
chi sbaglia,
e porta
la pace
che tanto
volesti
e ancora
non c'è.
Osanna
su in cielo
all'Uno
che è Tre.

T'accarezza il mio sguardo
T' accarezza il mio sguardo
prima ancor della mia mano
e lungo i rilievi, tenui,
sosta e s'attarda
come su vellutati petali di viola
l'ape destata dalla primavera.

E qual piacevole antipasto poi mi guida
a goder le delizie apparecchiate,
e al lauto banchettar m'accingo
mentre Lussuria spumeggia generosa,
come in coppa di cristallo esultano
vini pregiati d'annata feconda.

Morti de serie A
Morti de serie B


" A Giò, ma a te te pare ch'è normale
'sta voja de giustizzia e sicurezza
de gente - pare - ch'è sortanto avvezza
a pìassela cor monno padronale

e ariempie piazze e pure ogni "canale"
contro ogni menefrego e leggerezza,
ma è sempre pronta a mettece 'na pezza
si er morto l'ha ammazzato un criminale ?

L'hai visti mai a quelli llì a aggitasse
si ammazzeno a quarcuno drento casa,
pe strada, nei negozzi… e radunasse

pe dì: "Abbasta ! Ma 'ndo sta lo Stato ?
"Certezza de la pena !" o "Italia invasa…" ?
" No ! Ho 'nteso solo a dì: - L'hai perdonato ? -.

Morì pe un incidente o assassinato
è un fatto che a prescinne ! va evitato,
e a colorà la morte è un gran peccato".

Malaria !
(milioni di bambini muoiono di malaria.
I medicinali a loro disposizione o sono inefficaci
o sono contraffatti.
I soldi per le medicine buone non ci sono.
Né tanto meno per operazioni di disinfestazioni
a tappeto
)

La notte non di stelle ma di voli
riempie l'aria calda intorno al sonno
di bimbi senza sogni.

Voli sottili, silenziosi e sparsi
s'aggirano pungenti e minacciosi
che neanche il cielo, vede.

Van seminando il seme della morte
negl'indifesi corpi ai mali avvezzi
e rassegnati e stanchi.

E senza vergognarsi, la vergogna
vola anch'essa, seppure mestamente,
sopra capanne e fango,

sopra la mano che soltanto chiede
di non morire, e che non può pagare:
ma la vergogna, ignora,

e l'uomo sta a guardare.

La povesia moderna
(in un seminario sulla poesia è stato detto- da illustrissimi poeti - che è proibito
utilizzare le parole: "anima" e "fiamma" in una poesia, al giorno d'oggi
).

"Arvà, nu sto a dormì, ché ciò un penziero
che m'hanno mess'in testa e nun va via.
È stata certa gente co davero
un cervellone granne, mamma mia,

che devi da sentilla ! Sò sincero,
in testa cianno un'encicropedia
e appett'a loro io sò un sottozero
in quer ber monno de la povesia.

Però, Arvà, sarà che so 'gnorante,
sarà che nun cell'ho quer gran bagajo…
sarò rimasto…ar grillo parlante,

ma l'hanno detto come fusse un dramma
che ormai - ar giorno d'oggi - è un granne sbajo
a mette in povesia "anima" e "fiamma".

" Ma l'anima…nun è che è eterna, a Giò ?!
E fiamma…come mai…Ma che: s'è spenta ?"
" Che t'ho da dì, Arvà, io dico: boh ?!"

L'omo d'onore
(sceneggiata siciliana)

S'ariccommanna a Santa Rosalia,
infila li du' botti a la lupara,
se specchia, aggiusta er baffo e poi s'avvia
co quell'idea in testa bella chiara.

" Salute, Don Caloggero !", "A vossìa !"
risponne coll'inchino a Donna Chiara.
Pell'aria st'a volà l' "Ave Maria":
fra poco finirà 'st'attesa amara.

La sposa sorte, e er sangue je va in testa:
lei s'è sposata a un artro e l'ha incornato;
bisogna che finisce qui, la festa.

" Santuzza !" chiama, e intanto ha già mirato,
e mentre spara strilla: "Disonesta!"
E er disonore è bello che sciacquato.

Ma sente che je s'è spaccato er còre
e riarz'er braccio - che artro nu je resta -
e spara…pe ann' appress' a quell'amore.

Tutti fìi de la "violenza"
"L' hai 'nteso in tribbunale ch'è successo ?
Sò tempi brutti, Arvà, tocca stà attenti…
Ma…dico, je pijasse un accidenti,
possibbile che manco più a fà sesso

pòi stattene tranquillo? Guarda, adesso
la Legge sta allupata sull'attenti
a véde come fai…a li lamenti…
si arivi o nun arivi a fà l'amplesso…"

"Eh, sì, a Giò, l'ho 'nteso. Ma sò matti !
Ner mentre che se stava a intorcinasse
dar granne gusto proprio de quei fatti,

j'ha detto de sortì…Se po' anche fasse…
Però si 'n ce l'ha fatta je fai l'atti
perché t'ha violentata ?!? È da sturbasse !"
……………………………………………..

"E l'hanno condannato… Che bojata !
Ma, er còso, si 'n cià tanta resistenza
pe bloccà tutto e batte in ritirata,
sentenzi e me condanni pe violenza ?!

Lei dice "sì", me bacia appassionata,
se sdraia tutta voja e compiacenza
e sur più bello de quell'accoppiata
me dice: "Abbasta ! Nun ciai più licenza !" ?!?

"Qui stanno a dà li nummeri, davero !
Arvà, famo a capisse: si succede
che poi la panza cresce, sò sincero,

ar dito je ce metto anche la fede:
me pijo er pacco tutto quanto intero:
co lei, la panza e er pupo, ce pòi crede.

La Legge…OK si c'è la prepotenza.
Diversamente, Arvà, si vai a véde,
sai quanti semo fìi de 'sta "violenza" !"

Pensiero
Ritorna nottetempo quel pensiero
che il giorno neanche un'ora t'ha lasciato;
s'è trasformato in sogno ed al risveglio
è tutto amalgamato.

Spegni la luce, Luna
Spegni la luce,
Luna,
ché il giorno di fatica che non cessa
nel turbine suo grigio ancor ci frulla.
Pur resta al posto tuo,
luce sincera,
ma senza rischiarare questa notte,
ché gli occhi altro non cercan che riposo
negato già dal giorno illuminato.
Buio, o Luna, provvedi su di noi
e parlane alle stelle luccicanti,
che non s'offendano e tu che non t'offenda:
lasciate che una tenebra serena
discenda taumaturgica sul mondo
come al capezzale d'un malato.

L'ombrello
L'ombrello ci copre,
ripara la pioggia
e in più ci nasconde
se glielo chiediamo.

Fa fronte agli schizzi
di macchine in corsa
su strade allagate,
fungendo da scudo.

C'è chi ci si appoggia
e chi si diverte
roteandolo come
facevan gl'inglesi.

L'ombrello è un amico
che spesso perdiamo.
Si bagna per noi
ma lo maltrattiamo.

Infatti ha le stecche
che spesso son rotte
ed anche la tela
a volte è bucata.

Il vento lo scuote
di qua e di là
lo succhia all'insù
vuol farlo volare.

E a volte gli riesce.
Perché lo farà ?
È forse per dargli
la sua libertà ?

Ma lui non la vuole:
si fa riacchiappare,
e come è suo uso
ritorna a coprirci.

Non è un bell'esempio
di sottomissione
di sana amicizia
e di fedeltà ?

Schifezze
Perché tanto* sulla "monnezza" ? Perché tanta è la schifezza !
Eh già, Bassolino che c'entra ?
È soltanto l' ex Sindaco di Napoli
e il Governatore in carica della Campania…


(*ennesima poesia sul caso immondizia di Napoli e dintorni).

" L'hai 'nteso, Arvà, che va dicenno quello ?!
St'a dì che sì, l' ha fatto quarch'erore,
ma è proprio pe aggiustà quer gran macello
de la monnezza e der cattivo odore

che nun se po dimette sur più bello
e deve restà llà coll'assessore
e er sinnaco, e dai co er ritornello
" Che c'entr' i'…I' songo 'o Governatore,

e nun songo 'o scopino comunale !
E poi sto qui da solo quindici anni-
tra Napoli e Campania - e meno male !

ca senz''e me t' 'o piense, ohé, che schifo !
che altro che tumori e paratifo !
Cchiù schif' assai 'e chista faccia…anale !
"

T'amo
(dedicata a Lisa)

T'amo malgrado le tasse
T'amo tra la polvere dei ricordi belli
lungo il ruscello gorgogliante e fresco
T'amo guardando gibbose colline
e frondute foreste con sopra
cineree cime di monti lontani
T'amo in mezzo al crocevia senza benzina
dei nostri pensieri profumati
T'amo tra la gente d'un tempo
T'amo sempre
T'amo anche se non ti penso
Anche se ho la febbre e tremo
T'amo per divertimento,
per non pensare al carovita
T'amo con la passione e senza
T'amo perché l'aquilone vola
e ancora canta e torna l'usignolo al nido
T'amo tra il fumo delle guerre
e il morso nefasto della fame
T'amo come unica certezza
tra la terra e il cielo
T'amo perché altro non saprei
Forse soltanto perché tu sei tu ed io son io,
ma soprattutto perché, semplicemente, t'amo.

Roma
Roccia forgiata
a mo' di scena eterna
cui m'inginocchio.

Qualcuno -a scoppio ritardato - sotto elezioni -
scopre la certezza della pena e della tolleranza zero (!?!)
.

Certezza…de la portrona
" Ma… 'sta "certezza", Arvà, semo sicuri
che sarà certa proprio pe davero ?
De botto se sò fatti accosì "duri"
da sta a dì pure "tolleranza zero" ? "

" Sta a dì…! Hai detto bbene…È 'no spergiuro,
a Giò, scopiazzeno er penziero
a chi è che pe 'ste cose è più maturo.
Ma come se po' crede ch'è sincero

quer Tizzio che va predicanno in giro
'sti bei principi, quanno infino a mò
j'è stato contro ? Se sta aggiustann' er tiro…"

" Eh, già, Arvà, pe pìasse la portrona
vorrebbe infinocchiacce come po',
ma è come dì a la gente: "A abboccona! "

Un campo d'angurie
Ho fatto un tassello all'anguria
ed è stata goduria immediata
per quella vampata d'intenso profumo.
La polpa consumo, che è rossa e fragrante e succosa
e radiosa era l'ora di sera
e qual primavera fiorita
che invita all'amore e alla vita,
sbocciavi, ed allor ti coglievo…
La mangio e la bevo, l'anguria polposa
e però è poca cosa, in confronto a com'eri -
e mi par solo ieri - un campo di polpa di pesche e d'angurie.

Rinnovamento
Guarda laggiù,
là, oltre l'orizzonte:
che voli lo sguardo,
e trovi spazio il cuore
e s'apra ai campi estesi
dell'interscambio d'amore.

E i domani fioriranno,
come fa un roseto
quando vola la rondine portando
per tutti nel suo becco
i colorati sogni della nuova Primavera.

Oh, San Faustino,
Patrono dei "singles".


Oh, San Faustino, che in cielo
beato te ne stai
e vedi lo sfacelo
che non finisce mai

di coppie scoppiettate
e cuori infranti
di spose non più amate
e sposi singhiozzanti

guarda con favore
il singolo che, solo,
non sa a chi dare tutto il suo vigore
e tutt'al più ha quel po' d'amore a nolo,

e triste in casa sta del genitore.
Oppur gioisce e gode del suo stato
e singolo per scelta e con rigore
vuol vivere, contento ed appagato.

San Faustino caro,
singolo e beato,
dammi tanto amore, del più raro,
pur se singolo amerò e non da sposato.

Così che avrò una donna, oppure tante,
e se andrà male non dovrò pagare
e non dovrò cercarmi qualche amante
e sempre ! in casa mia potrò restare,

senza beghe di leggi e tribunali
e una moglie rapace che vuol tutto,
e senza mai finire sui giornali
pe' aver …creato in casa un brutto lutto.

La Trottola
Su lei stessa lei gira e gira e gira -
la trottola - con tutti i suoi colori,
dai vènti smossa e sfarfallanti umori,
seguendo il fuoco della grande pira.

Finché vien notte e lì, insonne, vira
e intanto, come avesse dei rancori
con quello, gli accecanti suoi bollori
da tutti i lati da lontan rimira.

Vertigini non prova per quei giri,
né per trovarsi appesa nel gran vuoto,
che altri…sono invece i suoi sospiri !

e grande è la sua voglia di frenare.
Ma per fortuna dall'eterno moto
d'amor sospinta, seguita a girare.

Fuochi
(tramonto d'amore sulla spiaggia)

Spira un'aria gioconda
e la vela sull'increspata onda
scivola leggera
sul far della sera.
S'acquieta poi, pian piano
il mare, e di lontano
si fa rosato il cielo
e scende come un velo
giù, giù fino a bagnarsi.
Amarsi !
Or che l'orizzonte prende fuoco
e il cuore, pure, a poco a poco
si scalda, s'incendia, divampa e preme
sul tuo che, anche, sta bruciando e freme.

L'aria si ferma e si fa seriosa
e l'acqua si fa muta e sciabordar non osa
sulla battigia più, e il sole
s'è quasi inabissato, come suole.
Ascolta !
Come fosse l'ultima volta,
galoppano rapiti i nostri cuori
sulla magica scia dei nostri ardori.

Silenzio…Ora il silenzio regna
e un inizio di notte spegne i fuochi;
resta l'aria immobile e pregna
dei passati giochi.

Buio di catrame
(buie e fredde pene d'amore)

Quant'è buio
quel buio di catrame
che disillusi occhi san vedere
seppure il sole arde e infuoca il cielo;
ma il cuore affranto a tanta luce è cieco.

Dov'è, dove
è la viva sensazione
che più d'un dolce nettare inebriava
il cuor che a nuove e rare meraviglie
s'affacciava
e ne coglieva il fiore di passione ?

Così, è questa ! e ora, sì ! l'intende
il cuor la pena delle pene umane,
e in seno al buio nero, freddo e amaro -
nero di catrame -
avvolto nel suo stesso lutto giace
e, persa ogni speranza, vivo, muore !

Parole d'ordine: abbassare i toni.
(campagna elettorale: 7 febbraio 2008 a "ballarò")

" Toni pacati, civili, rispettosi"
chiedono in tanti - compreso il Presidente,
ma Colombo coi suoi schizzi fegatosi
stasera com'è stato deludente !

E come han detto i due giovani focosi*,
ha fatto solo la parte del demente
coi suoi attacchi ormai vecchi e assai pietosi
sul cerone e sull'età di chi è vincente,

quando con tutta la rabbia i due ragazzi
stavano gridando la disperazione
di sentirsi emarginati dai "palazzi".

Ma è questo un modo intelligente, o imbecille
di affrontare una pubblica tenzone
che si vuol priva di risse e di scintille ?

Ma addirittura quel Tizio s'è azzardato -
tanto pe' abbassare i toni -
ad accostare il nome dell' "odiato"
a quelli dei più grandi mascalzoni !

*due giovani disoccupati e disperati
facenti parte della platea, che, con tutte le ragioni del mondo
han dato il fatto suo a Furio Colombo (che tra l'altro ha addirittura
tentato di accomunare l'avversario-nemico, a Riina &Co.), con toni e parole,
sì, da trivio, ma così ampiamente meritate!
7 febbraio 2008

Il topolino e il fisco
C'è un topolino che gira per casa
e d'ogni cosa fa tabula rasa.
Esce dal buco con fare sospetto,
corre in cucina poi va sotto il letto
a rosicchiarsi il bottino goloso.
Trema il topino, ma fa il coraggioso:
sale di corsa sul mio comodino
portando appresso il suo lungo codino:
ha annusato un profumo speciale:
carta moneta, e non sa quanto vale,
si lecca i baffi per quanta ce n'è :
quello è davvero un banchetto da re !
Rosica, rosica, il soldo sparisce
ed incosciente il topino squittisce
per il piacere di aver rosicchiato
tutto il mensile che mi hanno pagato !
Ora ogni chicco di cacca è prezioso:
con nostalgia me li fisso pensoso.
Il topolino mi guarda pentito,
dice: "Perdono ! ma ho tanto appetito !"
" È meglio a te, che al…'rapace che abusa'
e neanche s'azzarda a chiedermi scusa.
Non ha - il rapace - né denti, né becco
ma succhia sempre, lasciandomi a secco !"

Er diritto de avecce er diritto
Ammazza che buciardi patentati
'ste quattr' otorità de cianfrujoni
che 'n sanno vergognasse e sò ingrifati
de esterofilia e bbone azzioni !

Ma noi nu li vedemo i risurtati
dell' inventiva de 'sti cervelloni ?
Ce stannn' a pìà p'er culo e sò appoggiati
da tanti bboni e bravi e creduloni.

Siccome ner cervello cianno scritto -
stampato a foco che nun se scancella -
che "ognuno in de 'sto monno cià diritto"

nun vedeno - perché nu je conviene -
quell'artra parte ch' è uguarmente bella
e parla de "dovere" : notabene !
------------------------------------------

Così succede che c'è l'invasione,
che ognuno po' fa quello che je piace,
che a scola ce commanna er pelandrone
che chi nun paga er pizzo arfine giace,

e er delinquente manco va in priggione
che ogni legge nostra è inefficace,
ché è fatta pe difenne chi è puzzone
e er cittadino onesto 'n cià più pace.

E in più ce tocca vede sempre più
che le stragnere stanno a pijà li posti
che le nostrane in tutte le tivvù

"nun vonno prenne…" ! Come i giocatori…!
Capito, sì, 'sti fìi de paragnosti !
Qui vonno solo chi è che viè da fori !

Ma c'è chi je va appresso, eh! se capisce !
Sinnò è "dittatura"…Aoh, sò tosti!
E er regno der bengodi je finisce.
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Nun finiremo mai co 'sta questione:
diritto…libbertà…e chi po' dì gnente.
Ma nun pò esse solo un'oppignone
er fatto che ortre un limite è evidente

che è solo prepotenza e ribbellione
e legge der più forte, e poca gente
vo' impone a tutta 'na popolazzione
gni cosa che je gira e che se sente.

Ce vo' da esse bravi equilibbristi:
cor passo sempre attento e misurato
che metta un freno a tutti l'arivisti,

a chi stravorge er senso de la vita,
a chi vo' impone un monno ch'è sbajato
e pieno de marciume e malavita,

a chi i processi llì in televisione -
che cianno preso er vizzio fitto, fitto -
insiste a dì ch'è solo…informazzione,

e a chi "er diritto" dice ch' "è un diritto"
e che er "dovere" è quello che 'no Stato
lo deve d'aiutà, si vo' fà er dritto !

L'aiuti pe la fame der monno
T'abbotti come un porco a pranzo e a cena
e co la panza piena d'ogni bene
pretenni de sapé si quali pene
je toccheno a chi magna a malappena -

o pe gnente - e beve acqua co la rena -
quanno c'è - e a nisuno je conviene
de pensalli, si no a corvacci e jene,
ché è troppo brutto a stà a guardà la scena.

Er celo pure, poco se interessa
a gente che te pare che viè ar monno
pe solo impietosì, e fà dì 'na messa,

e a fatte mette a pòsto la coscenza
co un po'de carità, inventanno un "fonno"
pe avé de che campà, e riconoscenza.

Il tempo che va
Penso
penso
penso
che il tempo
passa
passa
passa
e scala ogni montagna
e in fondo al mare scende:
il tempo non si ferma, non si arrende.
E penso
penso
penso
che mai s'incontreranno
abissi e cime
se al fondo e sulla vetta
resteranno.
E il nodo non si scioglie e
s'annoda la matassa
e il cuore si sconquassa sempre più.
Scende
scende
scende
granello per granello
la sabbia,
e la clessidra, colma
non è più.
E chiude gli occhi e prega
chi crede e va cercando
l'incontro con la fede,
e chi non crede
se chiude gli occhi, teme
di non svegliarsi più.

I rumori della notte
La notte ha i suoi rumori:
piccoli rumori
che di giorno dormono.
Li sente soltanto
chi di notte sta attento
anche cogli occhi chiusi.
Parlano tra di loro
i piccoli rumori della notte,
che la notte stanno svegli
e si parlano, e si parlano.
E se non dormi
li senti parlare:
sono i piccoli rumori della notte
che la notte non dormono.

Respirano i tubi
e assai sommessamente
si lamentano i muri
e la goccia chiacchierina chiacchiera
chiacchiera…
E sul cuscino batte la vena dentro
l'orecchia in dormiveglia
e sembra il cuore salito fin lassù.
E l'aria sonora
avvolta dal silenzio
fa udire il suono pauroso del mistero,
mentre scandisce amplificato il tempo
la sveglia, senza tregua,
inesorabilmente.

La caduta
(la sfiducia al Grande Prodi)

Ch'è successo in Parlamento
dalla parte del Senato,
che s'è inteso quel boato
da coprirti di sgomento ?

Com'è stato che s'è spento
quel sorriso disegnato
su quel viso da beato
ottimista e mai scontento ?

Ci voleva far felici
ed ancora ne è convinto
ma purtroppo è stato vinto
dagli stessi suoi amici.

Il suo sogno s'è spezzato,
era bello ed innocente
anche se era un po'incosciente:
chi lo sa se si è svegliato ?

Gli piaceva far vedere
che lui c'era e che contava
e era lì che si beava
con i fumi del potere.

Un potere che non c'era,
che se lui fin qui è arrivato,
è pe' un voto che ha incassato
senza maggioranza vera.

Chi lo sa se sogna ancora
che "va tutto quanto bene"
mentre il popolo conviene
che s'andava alla malora ?

Forse si era reso conto
che da sempre è cominciato
il finale che c'è stato,
ma faceva il finto tonto.

La spallata non c'è stata
ma era molto meglio quella
che finire di Mastella,
uno della propria armata.

"Oh, gran rabbia, mi corrodi !
Ma già covo la vendetta:
che sia sempre maledetta
la sfiducia al Grande Prodi !"

Prodi, subito dopo le dimissioni di Mastella
e dell'intero UDEUR, con la crisi ormai senza ritorno
e a un passo dal…baratro.


La tigna
" La tigna, lor signori, è quella cosa
che non si vede e non si compra in giro,
ma io la sento in me e mai riposa,
ché nel cervello mio sta sempre in tiro

come arco teso, teso senza posa
che a volte può sembrare che deliro,
ma è solo tigna, tigna perniciosa
che mi sostien dai "contro" che mi attiro.

E con la tigna vinco e tengo banco
seppur nella tempesta del dissenso -
in mezzo al quale sguazzo, intigno, arranco -

E pur se tutto, intorno, va in malora
io resto in piedi e l'incoscienza addenso
con la mia tigna che arde e m'infervora !"

Monnezza a tutto campo
da Napoli all' Ateneo di Roma La Sapienza

Che puzzo ! si che tanfo esaggerato
che viè da quela parte ! Che vergogna
pe Napoli e l' Italia ! Taja er fiato !

che è come a respirà drent' a 'na fogna,
e fa a cazzotti cor ber celo e er mare,
e ar minimo te fa venì la rogna,

si no er colera o er tifo. E che te pare
che c'è quarcuno che se pìa la corpa ?
Cor còso...! La monnezza llì è 'n affare,

ma 'n affarone grosso ! e se lo sporpa
chi cià er potere in mano: la camorra !
Così cianfruja er sinnaco a discorpa.
......................................
L' istesso, poi, 'na vorta sottotiro
der popolo incazzato e de la stampa
fa dice: "Nun ce stamo a piacce in giro:

seconno voi la gente come campa ?
qui a Napoli se fa co la monnezza :
politici, camorra...nun se scampa,

sippure a noi er core ce se spezza.
Ma che vòi fà, dovemo d'arangiasse
ed abbozzà de stà ne la schifezza

che intanto nun ce sta da vergognasse
si stamo a guardà er granne monnezzaro
che ce sta in giro e è robba da 'mpiccasse !"
……………………………….
In quanto a questo nu' è che ciabbi torto:
abbasta a stà a vedé che fa er governo,
oppuramente 'n te ne sei accorto ?

E si la strada è un monnezzaro alterno,
na gran monnezza sta anche in quei cervelli
che a 'na magnera che è da padre eterno

te dicheno: " E che c' è si t' aribbelli
ar Papa, che (siccome ch' è invitato)
vorebbe venì a dicce: - Oh, fratelli,

usatelo er bon senso che c' è dato,
e solo poi parlate in libbertà…
Io nun ve impongo gnente, ma è scontato

che la raggione deve illumminà
così come succede co la Fede,
e la democrazzia ce vincerà...- ".

E uno po' benissimo nun crede,
però diventa lui l'oscurantista
si la parola nu je la concede !

Colpo di fulmine
(dedicata a Lisa)

Come il fulmine
che improvviso schiocca
e l'aria con lama di fuoco trafigge
al suon di tamburi rullanti
e veloce e preciso colpisce ed infiamma,
è stata la scossa che ha scosso
il mio cuore dal lampo svegliato ed acceso
al primo vederti, al primo odorarti,
al mio primo specchiarmi in te.

Sempre a proposito di Napoli pattumiera
Fetido lezzo putrido e inquinato
Fetido lezzo putrido e inquinato
che in immondo respiro ti trasformi
vai alle nari di chi ti ha creato

si che del luridume tuo l'informi,
ché fino ad ora ancor non s'è curato -
per il favore d'interessi enormi -

di toglierti di mezzo ed ha approvato
in modo silenzioso e assai vigliacco
il tuo volar nell'aria incontrastato.

Di chiunque ha colpa buttati all'attacco,
diventa il suo miasma personale:
che senza pièta paghi alfin lo smacco !

Amministrazioni napoletane: Vergogna !
Governo : Vergogna !
Napoli e dintorni trasformati in discarica.
Neanche si trattasse di un problema sbocciato all'improvviso.

Napoli ! Napoli !
(Profumo napoletano)

" Profumo 'e malvarose e sciure 'e arancio"
dei tanti canti belli d'una volta
adesso non c'è più.
Ci son ben altri fiori per le vie
dal lezzo nauseabondo e soffocante
che chi t'ha amministrato e t'amministra
a piene mani spande,
e in te offende il mondo che ti ama,
e Civiltà e Decoro e Dignità
impunemente annega nei miasmi
e Napoli, abbandonata, langue…

È nata una poesia
Come aquilone -
fluttuando -
è passato un pensiero
e in me s'è posato.
Qual creatura appena nata -
con cura - l'ho preso
sulla punta della mia matita, e con l'anima
l'ho adagiato su un foglio di carta.

In me, indelebile, è rimasto
lo stampo originale.

Bontà, Amore e Pace
(effetto Natale)

Bontà, Amore e Pace
van fioccando da bocche e cuori impuri -
soffiati dal momento di magia -
e poi come la neve al primo sole
si sciolgono e si danno appuntamento
al prossimo Natale.

In occasione delle feste natalizie e del nuovo anno (2007-2008).
Con tanti auguri al Sommo Sovrano De Ninis e a tutto il suo Popolo Blu.


Quel Regno Blu
Per l'aria c'è un mondo diverso,
è un Regno che è blu più del cielo
e come e di più anche del sole
riluce.
Senza scettro, un Sommo Sovrano
benevolo e saggio
lo guida e conduce,
e un'areola di Muse inanella
e per lo spazio lo fa lievitare
coi soffi ispirati di spiriti inquieti,
che lì si rifugiano e cercan risposte
al creato, all'amore, all'odio, alla pace
con voce che tace e il cuore in subbuglio.

Una lacrima
Una lacrima,
per far prezioso un dolore
ed esaltar la gioia,
quando la parola è poca,
e dal cuore erompe,
come poesia non scritta.

La codina cioncata
Sta a svirgolà, se 'ngrifa, se intorcina
er mozzico de coda che ha sganciato
la bestioletta senza sparà un fiato
che pare solamente 'na manfrina

che fa pe dì "e mo senza codina…?
L'hai visto, sì! Si che m'hai combinato?",
e famme sentì come a un disgrazziato
che tocca 'na creatura e la ruvina.

Ma sta soffrenno, e nu lo vò fà véde,
e me sta a fà penzà a la pòra gente
che soffre ner silenzio, ne la fede,

co tanto orgojo addosso, e che subbisce
le tante prepotenze der potente
che, o che ce fà, o è proprio che 'n capisce !

Così o cosà 'n c'è giustificazzione,
e chiunque fa der male a un'innocente
la paghi de santissima raggione!

Natale
(Babbo Natale per noi che bimbi più non siamo)

È il ritornar del tempo d'un bambino
coi sogni soffocati dal grigiore,
è il rotear di luci e fantasie,
di favole reali di quei giorni.

È il dire basta, è un modo di fermarsi
dal divenire grandi e disillusi
per cogliere un sapore mai scordato,
di quel ch'è andato, e vuoi sentire ancora.

È voglia di parlare a quell'amico
che mai nessuno ha visto, fuor che noi,
scomparso troppo presto, la cui traccia,
però è rimasta sempre in fondo al cuore.

Il silenzio
Immagino e quasi mi par vero
quasi sembro palparlo
il silenzio
nel bosco di betulle infarinate.
Soltanto un tonfo sulla morbida neve
scuote il pigro sostare d'un uccello infreddolito:
un frullio d'ali e nulla più.
Come nella notte di passione, un gemito.

La Via Santa alla Valle dei Templi
(Agrigento)

Che scenario che c'è per la Via Santa
che fai per andar su fino a Giunone*
dopo esserti ubriacato d'emozione
davanti a quel Concordia** - che t 'incanta

per come è ancora come allora era -
e dove anche i fantasmi della storia
ci vanno per riviverci la gloria
di gente che pregava Zeus e Hera !

Ancora c'è ogn'impronta lì stampata
che il tempo non ricopre e non cancella
di dèi, soldati…e d'ogni brava ancella
che a un qualche dio s'era dedicata.

E quando sai vederlo uno di allora,
cogli occhi di ricordi mai vissuti,
a quei fantasmi son riconosciuti -
nel Tempio bello - altri cent'anni, ancora.

Dal cielo chiaro e sopra all'acqua scura
il sole indora le colonne tonde
e è bello assai guardarle oltre le fronde
di mandorli, di ulivi e di…cultura.

* il Tempio di Giunone
**il Tempio della Concordia,
che è il più perfettamente conservato.

Dedicata al Circolo Empedocleo di Agrigento.
In particolare a Antonio Lauricella
e a Giuseppe Adamo.

Er carburante verde
A Scà, a Pecorà*, viè qua, sta' bbono,
nun fà l'esaggitato e invece, ascorta!
Nun è che a sarvà er monno dall'ozzono
è robba tua e a noi chissenemporta.

È solo che tu ciai la vista corta
e invece io su questo ce raggiono:
tu vòi levà er petrojo e oprì la porta
ar carburante verde e presuppono

che pe fà carburà tutt'er motore
che smove i marchingegni de 'sto monno
ce vò 'sto monno e 'n antro, sissignore !

de tera cortivata a un certo modo.
Ma allora sì! che viene er finimonno!
Chè pe magnà 'nciavremo manch'er brodo !

*On. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Verdi e Min. Ambiente.
Basta con carbone e petrolio. E' ora di
energia vegetale: grano, granturco…
Ma questi servono per l'alimentazione !
Ci sono altri vegetali adatti : faremo grandi coltivazioni di quelli.
Su quali terre ? Sostituendo le coltivazioni di grano e granturco ?
Abbattendo foreste…? Staremmo punto e a capo…Ma poi basterebbe?
E allora ? Bisogna spremere meglio le meningi. Di tutti.
E usare il buonsenso.

Poesia ardita
(preghiera ardita)

Hai creato la terra
ed anche il terremoto.
Hai riempito il vuoto coi mari e gli oceani
e hai creato tempeste che quelli oltraggiano e noi.
A tua immagine hai fatto l'uomo
e l'hai lasciato inventare la guerra.
Hai invaso il mondo con frutta e grano
e, anche, hai piantato l'albero della fame
e i suoi frutti uccidono bambini innocenti.
L'hai solcato di lunghi fiumi straripanti
e vi hai affiancato la sete.
Hai lasciato la pace, e dove hai vissuto,
da allora, lì non c'è mai stata.

Col tuo venir tra noi
hai riscattato
l'anima del mondo,
lasciandoti immolare.
Hai dato, agli uomini
di buona volontà, speranza,
certezza,
per l'incontro finale nel tuo cielo.

Forse, Signore, c'è da ristrutturare,
eliminare o aggiungere…
perché degna sia pur questa tua terra.
Rivedere il patto
e il libero arbitrio:
sii tu, senz'aspettar domani,
il giudice e l'amministrator dei beni
da te donati e sparsi in malo modo.
Sii lo strizza cervelli, il leader
di questo nostro mondo e tuo,
per rimediare a torti e delusioni:
prendi il tuo ruolo di Capo e
chiunque al mondo pensa di esser come te:
un dio,
a coatto riposo fallo stare, per sempre, senz' appello.

Allarme ! Allarme !
sulla struttura dell' "Inno di Garibaldi"
 

Si sbatton le porte a destra e a sinistra
Di chi ci amministra, di chi vi si oppone.
È questo lo sprone che aleggia sui banchi
E mai sono stanchi di scherni e d'ingiurie
E su tutte le furie si scontrano ognor!
Nemmeno il signor Quirinal che li osserva
E nel cuore conserva un pur qualche decoro
Sopisce quel coro di voci striate.

"Va fuori dal Monte Citorio, fellon !"
"Su questa poltrona ci muoio, cialtron !"

Si sbattono i pugni, si levano i fischi
Nessun che si arrischi col dire ora basta
Perché la sua casta ognun vuol salvare.
"Se tocca affogare affoghiam tutti assieme !"
Così, chi la speme non ha di restare
Ricatta per farsi girare a favore
Seppur senza onore, quel gran polverone,
E la Grande Finzione continua a durar !

"Va fuori dal Monte Citorio, fellon !"
"Su questa poltrona ci muoio, cialtron !"

Nessun vuole perder la propria poltrona
E la propria persona espone a la gogna
Ma senza vergogna perché la vergogna
Non prova chi agogna a restare sul podio;
Nemmen bada all'odio e alle risa beffarde:
Non sono alabarde…e tutto s'incassa
Pel pieno di cassa e quei bei privilegi
Che sono i lor pregi, ché altro non han !

"Va fuori dal Monte Citorio, fellon !"
"Su questa poltrona ci muoio, cialtron !"

Ricatti da destra e ancor più da sinistra
Ognun se ne esce, ognun fa da sé:
"Lo sai cosa c'è ? Faccio un nuovo Partito !"
Ormai s'è sentito che siam nauseati !
"Con questi alleati si va al fallimento !"
Ci sta chi è sgomento, sa già che ha fallito,
Ma come impietrito rimane, il bamboccio,
Finché un suon di coccio che cade s'udrà.

"Mettiamoci insieme così non cadremo !"
"Cialtrone…Fellone…mai più li diremo !"

Sicilia
un giorno ad Agriggento


Lo vòi sapé er perché qua in de 'sta tèra
de màndoli fioriti e aranci in fiore
te sembra ch'è diversa l'atmosfera ?
Perché è inzuppata tutta der gran còre

che batte in petto a gente assai sincera
e operta e generosa, er che se sente
appena te ciaccosti, e in una sera
te dà quer che nun trovi ar "continente".

Te còccola, te fa sentì importante,
te pare che l'hai sempre conosciuta,
te pija a benvolette ar primo istante.

È gente caricata a simpatia,
e ad Agriggento tanto m'è piaciuta
che nun vorebbe annammene più via.

Libertà…tradita
Ti diverti,
Libertà ?
Che tanto hai già pianto…
Da dietro la vetrata,
altro non puoi
che stare a guardare
ironica,
o triste ?
o beffarda ?
E a sorridere
con il sorriso
di chi più niente ha da perdere
e impotente grida
con la voce che non esce,
inebetita.
Fragile creatura
nata dal sangue
e lampi di baionette
e sputi di fuoco
e grida per le piazze,
e da grandi pensieri…
Ti senti tradita ?
E offesa ?
E umiliata ?
Sciogli il patto
con chi ti getta nell'immondizia.
Emigra dove
c'è chi ti brama e ancor muore per te;
dove c'è chi ti rispetta
e non ti confonde - ancora -
con la colpevole voglia di far quel che più aggrada,
e non esalta e mette in mostra
i mostri !

Mille e mille sono gli spunti, ma di oggi è l' ultima goccia…
Il Rom che poco tempo fa ha travolto e ucciso, ubriaco,
quattro poveri giovani non solo non è in galera, ma dagli "arresti domiciliari" (?)
sta guadagnando fama e ricchezza (pubblicità, shows, e perché no, libri, films…).
Nessuno è capace di mettere fine a tanta assurdità ?
Bisogna davvero ritornare indietro per poterci, poi, riguadagnare la LIBERTA',
quella VERA ? O che i familiari, umiliati nel loro lutto tremendo, si facciano giustizia da sé ?
Sarebbe quella, la così tanto aborrita vendetta ? O si tratterebbe, invece, di giustizia fatta al posto di chi Giustizia non fa ?Bell'esempio! Poi tutti a cadere dalle nuvole davanti a misfatti di giovani…Paese ipocrita, di gente ipocrita. E a chi si fa, seppur appena, solleticare dalla magica parolina "razzismo" (perché c'è il rom di mezzo), tanti auguri di trovarsi a dirla davanti ai genitori di quei ragazzi.

Come Zorba
(a Lisa)

Vorrei come Zorba
danzare
su spiagge infinite di sogni
e a lunghe sorsate
scolare
la fiasca del suo buonumore.
Senza ali
volare
e guardar da lassù
formiche operose malate di stress,
insieme ai gabbiani
mai stanchi, mai sazi di aria e di cielo.
Essere il tutto
ch'è fatto di niente,
e a te ritornare col più bel regalo:
un uomo diverso, per farti giocare.

Damoje 'na mano a quei porelli! *
Magnavo un maritozzo a colazzione
e m'è venuto in mente che a 'sto monno -
che pare che st'annà sempre più a fonno -
mijoni de pupetti in tante zone
nun cianno manch'er latte da succhià
e manco più le lagrime pe piagne,
ner mentre noi bevemo lo shampagne
e famo diete pe nun ingrassà.
Mi madre, poi, è stata llì a 'mmattisse
pe sceje nfra i giubbotti quello adatto
pe famm'annà a giocà…e tutt'a 'n tratto
sò stata a penzà a chi 'n cià da vestisse
e a chi nun pò giocà perché sta male
e manco cià quarcuno che lo cura
pe fà passà er dolore e la paura,
e che da noi sta mejo un animale.
Porelli, si ce penzo me ciaccoro:
li mali je se succhieno la vita!
ner mentre noi guardamo la partita
e nun pensamo a come stanno loro.
Porelli, sì, porelli! AIDIESSE !
MALARIA, TIFO, PESTE…mamma mia!
E tanta FAME e SETE ! Aoh! Maria,
che stai lassù ner cielo, ma pò esse ?!
Nun cianno medicine..Nun conviene
a dajele, che poi…e chi le paga?
E questo è come e peggio de la piaga
che sta a freddaje er sangue ne le vene!
E io ce sformo a nun poté fà gnente.
Ma chi pò fà, ma che sta a fà, che aspetta?!
Che aspetta a dà 'na mano, a daje retta
e se la pianta a fà l' indifferente?!
Così nun sò sortita e me sò messa
a fà un ber pacco pe li regazzini:
ciò messo scarpe, gonne, pedalini,
du' camicette, maje (mamma stessa
è stata a suggerì e a dà 'na mano),
e anche giochi…e pure un'adozzione -
usanno la paghetta…'na porzione -
de quelle che se fanno da lontano.
Semo ite a portà tutto giù in parocchia,
e llì a la posta a fà 'r conto corente
e ho detto a mamma mia: "Si la gente
smettesse d'esse tant'assai pidocchia
er monno andrebbe mejo, quest'è certo".
"Sì, ciai raggione, Giù…ma sai che famo ?
appena che potemo ciarifamo…
È bello a sentì er còre un po' più aperto !".
*nelle medie frequentate da una nipotina hanno chiesto di fare una poesia in dialetto sulla solidarietà per i bambini poveri e malati e l'ho immaginata a fare questa poesia, augurando che " le belle intenzioni" non rimangano un mero " compito in casa".

Ranocchia e Rospo
(incomunicabilità)

Ranocchia zompettava alegramente
sasso, sasso pe tutto quant'er fosso
co appresso Rospo, scuro e tanto grosso,
che s'era innammorato pazzamente.

Ma se sentiva brutto, e come gnente
si lo guardava diventava rosso
e fra de sé diceva: "Come posso
annaje a dì le cose che ciò in mente ?

Così passava er tempo, e intanto, er còre,
je se gonfiava, e Rospo se decise
a cammià strada e 'n penzà più all'amore.

Ranocchia, che se n'era innammorata
sippure mai 'na vorta je sorise,
lo sta cercanno tutta disperata.

Oggi non piango
Oggi non piango:
il pianto
lo lascio per domani.
Non rischio di finirle
le lacrime:
mi serviranno.

Ne avrò bisogno
se la notte
non porterà la luce
al nuovo giorno.

Le tasse sò belle !*
(vabbè mazziati…ma anche cojonati !?)

" Arvà, ma che diceva Romoletto ?"
" Che "quello" è un evasore patentato…".
" Embeh, lo vòi sapé che s'è inventato ?
É ito a stà in affitto, er poveretto,

in una casa de cooperative
a quattrocent'ar mese, e indove stava
ch'è robba sua ma che nun ce pagava
'na tassa, ché, diceva, " 'ndò se vive"

le tasse nun se devono pagà;
e l'artra ereditata da un parente
che pure llì 'ncià mai pagato gnente,
se l'è affittate in nero, embeh…eggià…!

E ce sta a fa tremila euro ar mese !
Capito, sì ? E in più, a quer gran fetente,
siccome che figura poco abbiente,
je stanno a passà tutto senza spese:

dottore, l'università, pensione…,
che 'ncià nemmanco i contribbutti adatti…
Sai quanti ce ne stanno de 'sti fatti ?
Ma a mme me stann'a prenne pe fregnone ?!

Gne pago più un centesimo de tasse !
E poi si penso a quelli in parlamento
che stanno a strafogasse…me ce pento
d'avé aiutato a rimpinguà le casse

de quei bambocci che nun sanno fà
che dì stronzate e annà in televisione
e fanno disonore a 'sta nazzione:
io me ribbello e 'n vojo più pagà !

Si se le paga pure Romoletto
invece de stà sempre a dì de "quello",
e smette de fà er finto poverello,
e er parlamento pia e se sbatte er petto,

je pagherò perfino l'aretrati !
Ma PadoaSchioppa deve rimagnasse
la fesseria che ha detto su le tasse, *
ch'ortre a mazziati, pure cojonati ?!"

Bionda Sirenetta
(a Ilaria, biondina)

Oh, Bionda Sirenetta che dall'onde
spumosa sorgi a noi mostrar beltade
non ti tornar nei fascinosi abissi

se pria non m'hai legato ai tuoi capelli
per trascinarmi teco in fondo al mare,
ché or che t' ho vista qui non vo' restare.

Non vò restare, ma seguirt'io bramo
laggiù in quel regno ch'è del dio Nettuno
ed ogni squama del tuo corpo amare

oh, Bionda Sirenetta, ch'hai incantato
il debole mio còr che vuol seguirti
giù in fondo se là in fondo potrà amarti.

Ti amo davvero
(a Lisa)

T'ho portato
un fiore di prato
e su ogni petalo ho scritto un pensiero:
"ti amo davvero".
È un semplice fiore,
ma ha il rosso color dell'amore
e una bella corolla,
e ho lasciato una piccola zolla
sulla radice
così potrà esser felice
piantato nel nostro giardino
e oltre il suo breve destino
saprà ricordarti il mio dolce pensiero:
"ti amo davvero".

Fino alla pace dei cipressi…
Spòstati, Mike,
spòstati, Pippo,
Costanzo, aria !
Ch'è già tanto Maria…

L'eterna giovinezza
volete possedere -
e per voi c'è chi ce la impone -
alla faccia degli accantonati…
Indispensabili menti…Menti… ?
Indispensabili visi….sì !
stirati al botulino…

Che ne è stato, che ne è
del "largo ai giovani !"
che ognun di voi spesso ha auspicato ?
Ah…! era per copione…
Eh già…Senza di voi
possiamo dire addio ai pomeriggi
alle serate, alle ore piccole,
perché, chi mai potrebbe meglio,
ma neanche uguale a voi condurre
shows e giochi, e "formare" ed informare…?
Chi più ?
Dopo di voi il buio…la notte…
la desolante fine
d'un lungo, tanto lungo e prepotente esserci.

Visibilità…potere…per voi, come per chi
alle "poltrone" mai rinuncia, e però
lo "sgabellino" vuole togliere
da sotto al culo dei lavoratori, a cinquant'anni,
o vuole farli scoppiare, "come loro scoppiano",
fino a la pace dei cipressi…ma non è "à la paire".
Verreste dietro al vostro funerale
per la cronaca in diretta,
col microfono all'occhiello.

E allora rimanete…
Restate, Sì, finché tele di ragno
non vi rivestiranno,
e topi balleranno
uscendo dalle bocche spalancate
ancora in cerca dell'applauso esaltante
che troppo ha pazientato, annichilito e privato
di quel discernimento necessario, ma oramai
evirato e incapace di vedere…

Quer foco che arde ma che nun abbrucia
Se sente, ma però nu lo pòi véde
quer foco che te arde drent'ar còre.
Lo sente solamente chi ce crede:
è 'r foco che sa accenne er granne amore.

È un foco che quann' arde te fa bene
ma si se spegne pò fà tanto male
perciò si 'n vòi soffrì le brutte pene
lo devi da trattà come un fanale

che serve a vince er buio de la notte
e si se smorza caschi, vai a sbatte…
e t'aritrovi co le gambe rotte
o cori proprio er rischio d'ammazzatte !

Er Pompiere
Ner mentre tutti scappeno dar foco
ce sta chi je va incontro a faje guera
e è come annà all'inferno o pressappoco
e a vorte de tornà manco ce spera.

Ma va…Er pompiere va e 'n se ferma mai
ché pensa a sarvà all'artri e no a sarvasse
e spesso s'aritrova in mezzo ai guai
ma 'n ce fa caso, e senza lamentasse,

margrado er foco, insiste a dà 'na mano
e pure si s'abbrucia 'n se dà pace
ché si s'abbrucia nun s'abbrucia invano
perché sta a fà er mestiere che je piace,

e si ce mòre pe sarvà a quarcuno
fa parte de 'na generosità
che in de 'sto monno nun ce l'ha nisuno
e che pe lui è la normalità.

Ciavessimo 'n pezzetto solamente
de 'sta granniosità che cià er pompiere -
che ortre a 'na medaja 'n chiede gnente -
er monno, sai che granne medajere !

L'ucelletto vendicato
e la gattaccia giustizziata


Un ucelletto drento ad una gabbia
cercava de scappà, pòra cratura,
perchè se sa quel'è la su' natura,
e cioè volà e no ròdese de rabbia

rinchiuso come fusse un priggioniero.
Na gatta stava llì a 'spettà er momento
de faje un ber servizzio a tradimento
e aggià se l'aggustava cor penziero.

Ce stava pure un cane , un bastardello,
che co la gatta nun ce se pijava
ché ortre a tutt'er lardo che magnava,
voleva anche abbuffasse co l'ucello.

A un certo punto la gattaccia infame
che ormai s'era stufata d'aspettà,
infila l'ogne drento, e llappellà
je strappa un pò de penne cor pelame.

Ma er cane addenta ar collo la gattaccia
e j'opre la gabbietta a l'ucelletto,
che scappa e vola, e va a pià de petto
la gatta mezza morta, e su la faccia

la sbecca e je spelacchia tutt' er pelo
e poi, contento che s'è vendicato,
ringrazzia er cane perché l'ha sarvato,
e rinfrancato vola verso er celo.

Er cane mette in fuga la gattaccia
e tutto preso fa: "Giustizzia è fatta!".
E ancora sta a leccasse, quela gatta,
che j'è passato er vizzio d'annà a caccia.

E mo quanno che vede 'na gabbietta
"bypassa" perché ormai se l'è imparato
che o è pe fà giustizia o è pe vendetta,
er male che se fa va ripagato.

Rimostranze di un morto ammazzato
" Ci stanno morti e morti…ammazzati:
quelli che hanno avuto il fatto loro
e quelli, poi (che a dirlo mi ci accoro),
che son da definir martirizzati.

E io tra questi son considerato,
ché ero una persona ligia e onesta
e lavoravo, quando sulla testa
un qualche sconosciuto m'ha appoggiato

con forza un'ascia e son caduto steso
nel negozietto mio di sartoria,
e dopo un gran dolore… l'agonia…
E poi da morto m'hanno pure offeso,

che li ho sentiti (qua sentiamo tutto),
i soliti cretini domandare
ai miei parenti: "Vuole perdonare ?"….
La beffa, lo capite ? oltre al gran lutto !!

Gli ammazzerei qualcuno che gli è caro !
Vendetta ? E perché no ! È più che umano !
È un sentimento da individuo sano *
e serve a mandar giù il boccone amaro.

E credo di non essere eccessivo:
perdona Dio, io non sono un santo !
Posso anche perdonarlo, ma soltanto,
se lui fa il morto e io ritorno vivo".

*seppure lo si vuole estirpare dai vocabolari.
Ma poi, "vendetta", "giustizia"…alla fine non sono
forse la stessa cosa espressa in maniera diversa ?
(checché se ne dica).
Il perdono va anche bene, ma è la "mania del perdono"
che diventa spettacolo, che non va, e che alla fine
si può rivelare controproducente e diseducativa.
Forse è solo questione di misura.

Roma * uguale a Troja
sippure senza cavallo


" Me ciaribbolle er sangue, a sentì a dì:
-Eh, Sì ! sò entrati in troppi pe davero !
Mo stamo ne la merda…"Quelli llì"
ciaveveno raggione a vedé nero:

e noantri co la tigna a nun finì,
a vède solo "rosso" ! sò sincero !
dovemo da finilla, sinnò qui
ricanteno: "Non passa lo straniero !"

Capito, sì, Arvà, er sor Vertroni ?
Ammò ! se sta a svejà, morammazzato !"
" A Giò, 'n te crede…Che 'sti gran furboni

'n fanno artro che buttatte er fume all'occhi…
Ulisse cor cavallo 'gn'ha inzegnato
si che vòr dì a esse tanto allocchi !!"

" Allocchi solo, a Giò ?!
Sò comprici ! de ognuno che ha strupato **!!
Ché a tutti j'hanno detto: -benentrato !-" (!!!)

*sta per: Italia.
**o "soltanto" scippato, rubato, scassinato,
impaurito, ferito, ammazzato…. Ma non si
può mettere sotto accusa per complicità - per quanto indiretta-
un governo (il cui ideale è non porre alcun
paletto a un'invasione sfrenata, addirittura invogliata, di chi sia ,sia,
in nome di un pericoloso-forse interessato- senso di accoglienza/tolleranza,
nella persona dei suoi rappresentanti a livello locale e/o nazionale
se non agisce in modo da prevenire al massimo i delitti di qualsiasi natura ?
Come succede per un Amministratore che con la sua cattiva amministrazione
fa saltare posti di lavoro, risparmi di azionisti.. .ed è processato.

C'è voluto l'ennesimo efferato delitto-stupro
di questi giorni a Roma per 'scuotere' (?)
Veltroni, Prodi e altri della Compagnia.
L'augurio? Che escano veramente dalla tana
e facciano il loro dovere, anche a costo della poltrona.
O, diversamente, che possano provare personalmente
(sarà brutto a disse, ma…quanno ce vò, ce vò ! e: o è sicurezza,
oppure è solo merda).

Haiku
Tiro del sasso .
Cerchi entro cerchi
si rincorron sull'acqua
e il sasso affonda .

Bisogna abbozzà !
(l'effetto tempo a lo specchio)

Te guardi …t'ariguardi 'n'antra vorta;
te metti de profilo: fai l'esame…
nun va…te tocca ancora a fà la fame:
ciai mezzo chilo in più e 'n te n'eri accorta !

Er viso cià le rughe e te s'ammoscia:
te studi, e co la pelle un po' tirata
te la confronti e fai: "quant'è invecchiata !"
La stiri un antro pò…e s'ariaffloscia…

Allora pii le creme, tutte quante:
barattoli, tubbetti, flaconcini…
te impiastri: te fai indietro…t'avvicini…
voresti che lo specchio, llì, all'istante

te riflettesse senza quei segnacci…
Ma quello 'n cià riguardi, e te fa vede
che sei così…sippure 'n ce vòi crede.
E posi…posi…e fai tutti versacci…

Poi pensi che sortanto un ber tiraggio
è l'unica, pe 'na rimodellata
a tutt'er viso, e 'na "cortisonata"
indò ce vòle. Ma…e un ber lavaggio ?

Che dichi de un lavaggio a quer cervello
pe rinsavillo tanto da abbozzà
ch'er tempo camminanno deve fà
quer che sta a fà, sippure è poco bello ?

La cura der poeta
(a Lisa)

"A sòr Poeta ! ma che scrivi a fà…?"
"Perché, devi sapé, che si nu scrivo
sippure campo è come si nun vivo
e l'unica raggione è questa qua".

"Ma 'n ciai de mejo ? un ber divertimento…"
"Mbeh…?! Me diverto, e poi che avrei concruso,
si poi m'addormo tutto un po'confuso
pe nun avè sfogato er sentimento ?

Hai visto ? l'ortolano annaffia l'orto,
se lo concima, sarchia, lo zappetta…
lo cura…come fusse 'n'amichetta !
E io cor verzo in rima o quello sciorto

me curo er sentimento e la raggione;
me fo passà li mali de la vita;
e poi 'gni povesia è 'na pepita
che più ce n'ho e più sò un gran riccone,

e spero solo che quer giacimento
che pe fortuna m'aritrovo in còre
me facci mantené 'sto bell'amore
che ciò pe Lisa e me fa stà contento".

Italia 2007
Italia del primato dei bambocci
Dei culi baldanzosi alla ribalta
Del Papa e della gente che lo assalta
Dei sindacati o meglio dei lor cocci.

Italia che s'offende e si difende
Se dici "Ma…" al proprio Presidente
E pur se affonda e il popolo è perdente
Chi sta al governo esulta e non s'arrende.

Italia democratica, avanzata
Che sforna portaborse e ministeri
Ch' è avvolta da violenze e da misteri
E da tre o quattro tizi è ricattata.

Italia dei litigi e dei processi
Che durano una vita e oltre ancora
Che figlia poco e poco s'innamora
Di chi si sposa, e cerca nuovi amplessi.

Italia complessata che ogni volta
Ti sbatte in faccia quel che fanno altrove
Per dire "quello è meglio, ecco le prove !"
e parla, parla, parla e non si ascolta.

Italia dei furboni in Parlamento -
E non ! soltanto in qualche "quartierino"-,
Dei dritti e chi protegge il malandrino
Nascosto dietro qualche paravento.

Italia terra d'ogni libertà
Per gente che non c'era stata avvezza
Nel suo paese, e qui la sicurezza
Diventa niente più che velleità.

Italia che vuol bene agli animali
Che van trattati meglio degli umani
Seppure ci sta sempre un battimani
Che a questi è riservato ai funerali.

Italia del mugugno e lo scontento
Del pane ch'è il più caro in assoluto
Dei miseri salari fatti a imbuto
E l'ottimismo cede allo spavento.

Italia bacchettata dal di fuori
Ripresa e a volte pure maltrattata
Però a seconda da chi è governata
È cosa grave o son solo rumori.

Italia governata… l'hai capito ?
Da chi non ne ha mandato ma si esprime
E questo è un fatto grave che ci opprime:
Non tutti: ché c'è chi ne è ben servito !!

Irrespons-Correspons
                                  e Respons-abilità.

Sai quanto piacerebbe pure a me
godermi da un terrazzo il cielo e il mare
con gente che mi porta da mangiare,
e non necessitare il fai da te.

Lontano da persone lacrimose
pei lutti che gli avessi cagionato
per cui sarei da tutti coccolato
perché così, da noi, vanno le cose.

Sai quanto anch'io vorrei sfogar l'istinto
di eccedere, delinquere, colpire…
e i benpensanti poi sentirli dire:
" Oh poverino, il diavolo lo ha vinto !"

Vedrei biasimar chi vuol giustizia
con grande mio sollievo e per mia pace
che è poi la "dannazione" per chi giace
e in chi è rimasto aumenta la mestizia.

E infatti si vorrebbe che chi ammazza
debba esser perdonato, perché: " in fondo
chi è che non ha colpe a questo mondo ?"…(!?!)
E intanto la ragione affonda e impazza !

Riferimento al massacro dei quattro ragazzi ammazzati
dal rom ubriaco al volante del suo furgone, agli arresti domiciliari
in un residence sul mare Adriatico (sei anni di condanna: nemmeno due per ogni
ammazzato - per quanto si voglia non volontariamente -).
Il che segue al casualmente mancato ulteriore assassinio
da parte del b.r. Piancone -mai pentito, e però in festosa circolazione- malgrado i tre ergastoli-
alla facciaccia dei sei innocenti da lui ammazzati, molto volontariamente (anni '77-'78).


Dedicata a Salvatore Armando Santoro
Poeta e Organizzatore del Premio Letterario Europeo
di Poesia e Narrativa Città di Montieri.


Boccheggiàno (GR)
Vedi il mare ad occidente mentre vai,
e poi fra le montagne sali
tra boschi di castagni, verso oriente.
Nella strada che va su, tu non li vedi,
ma a salutare sostano i fantasmi
dei pozzi di miniere abbandonate.
Il buon profumo e il fumo della legna
che arde nei camini delle case
è festa per chi aspira smog e gas.
E il sugo di cinghiale sulla pasta -
- le buone e appetitose pappardelle -
ti attira e senza farci caso imbocchi
in qualche trattoria, col timbro in mano.

La sala del teatro era gremita
e Salvatore Armando là sul palco
non recitava: era ! persona dal gran cuore,
che è quel che è ! co' un grande sogno addosso:
portare Boccheggiano in tutto il mondo
con le sue case, con la sua poesia,
o tutto il mondo avere a Boccheggiano !

A ricordo del Premio di Poesia e Narrativa Città di Montieri, 2007,
e a ricordo anche della conoscenza fatta
di Rosino Maranesi - Poeta padrone del Palcoscenico -
e Bruno Amore, alto e barbuto, entrambe del sito azzurro.
E con un grande grazie al prof. Lorenzo de Ninis.


Arsura
Quanto è tanta questa sete prepotente
sotto il cielo brulicante della notte !
che pur dona a chi ne vuol la sua rugiada.

Che tormento è questa sete senza fine
che nemmeno il sole alto su nel cielo
la saprebbe provocare, tanta arsura.

E non è come all'inferno, che pur brucia;
anzi sembra di trovarsi in paradiso
dove gli angeli fanno aria con le ali.

Ma non basta: questa sete che si sente
per l'amore è paradiso, ma anche inferno,
è tormento e è anche gioia, ai gradi estremi.

Quanto pesa questa pace che non c'è,
in balìa d'una passione che riarde
e che il bacio non disseta e attizza ogni ora.

E la fine non ne smorzerebbe il morso,
che seppure assai diversa, quella sete
diverrebbe un gran tormento sul tormento.

…ma ce sò, o ce fanno ? ma nu j'abbasta mai ?!
…ma fusse che questi sò laureati in stronzologgia…(?)


Bamboccioni e…Bamboccioni
(Bamboccioni torna ar mittente)

Mo Sì ! che stamo a 'nnà p'er verso giusto !
Lo senti ? Se respira un'aria nova
tutt' ingorfata de materia griggia
che schizza da quer cranio illumminato
che spremi e spremi…arfine l'ha trovata
la soluzione ar "peggio" de li mali !
E in primis j'ha appioppato er nome "adatto":
se chiama "BAMBOCCIONI", fresca nonna* !
Sarebbe a dì che i giovinotti nostri
che sò incollati ancora a papà e mamma -
a trenta-quarant'anni e anche deppiù -
se devono da dasse**, e a la sverta !
pe incomincià a campà pe conto loro. (!?!)
Ma che genialità ! Ma che trovata !
A quello tocca a daje er premio Nobel !
Ma nun ce sò parole…'n sò che dì…
'Na cosa ce l'avrei: "A Padoa-Schiò !
Ma te e tutti l'artri BAMBOCCIONI
che state appiccicati a le portrone -
che manco v'areggete più a stà in piedi -
che state ad aspettà pe annà affanculo
o annavvene a rinchiude in quarche ospizzio ?!?

Tommà, te la potevi risparmià !
E poi ciannate in puzza*** si quarcuno
la butta**** sui malanni demenziali…
Po' esse !! Ché quaràntun euro ar mese
che je vòi daje ai gioveni nostrani (1)
j'abbasteno pe mette un mezzo pieno,
fà un giro a cercà un posto, a trovà casa,
e appena, appena pe tornà da mamma !

*fresca nonna !: modo di dire: accidenti ! accipicchia !
**se deveno da dasse: se ne devono andare
***ciannate in puzza (ci andate in puzza): ve la prendete/vi offendete
****la butta sui…: la mette sul piano dei …
(1) non ai VOSTRI…

Legge, maledetta Legge !
Legge maledetta, Legge contro la Legge
che inquina ancor di più di quell'inquinamento
dell'aria delle strade di città
che tanto è combattuto a tutto campo
da chi si sente tanto paladino e chiude gli occhi
innanzi a danni tanto assai più tristi
e lesivi e letali !

Inquinamento del buon senso,
smog dei tribunali,
falso civico e falsa civiltà,
Legge criminale quanto e più del crimine,
Magistratura venduta a insulse teorie
che solo semina ingiustizia
e raccoglie favori per banditi criminali
e uccide chi già ucciso giace, accartocciato e senza pace !
e lacrime rinnova in chi lacrime ormai non versa più, inorridito.
Magistrati errabondi tra Leggi insane
da loro rese nemiche del senso di giustizia e civiltà.
Civiltà…! Quale…? Quella di riseppellire
innocenti morti ammazzati sotto il riso beffardo e malvagio dei malvagi
e la stolta arrogante soddisfazione
di idealisti che appestano il vivere civile della gente
con criminali ideologie*,
invece di giacere, loro ! tre metri sottoterra ?!

*per combattere "altre" criminali ideologie, sembra sentirli dire. Comunque, quelle sono ormai
fonte infinita di disorientamento, preoccupazione e lutto - per lo meno psicologico- giornalieri per i cittadini;
le "altre" …qualcuno le sta vedendo qui da noi ?


Piancone, terrorista,sei omicidi!!, mai pentito,
in semilibertà , dicono i magistrati, perché c'è una Legge che lo permette…(L. Cirielli).
Che lo permette, ma non obbliga-tanto per precisare- ! E la scelta e la responsabilità è e rimane
tutta a carico dei magistrati, che comunque non pagano mai, a dispetto
di un certo referendum di diversi anni fa…(Ah ! beati referendum, che vincono ma se ne
tiene conto solo se e quando fa comodo…).
Un altro morto ammazzato da Piancone, in semilibertà, è stato evitato per pura fatalità: pistola inceppata.
Come ogni volta, si alza la voce di qualcuno- On. Amato-, ma presto tutto ritornerà
a giacere nell'oblio, come sempre, in nome di….(???!!!???)…Si spera di no.
Aggiungo: contro la Legge sul lavoro Biagi c'è stata la "rivoluzione"; contro le leggi a favore degli assassini
c'è qualcuno che ha visto o sentito il "furor di popolo" ?Nessuno! Mai !

Gratitudine
(Feragosto… da cani)

De bòtto sò spariti tutti quanti:
seranne chiuse…chiuse le persiane
e in giro c'è un mortòrio…! Solo un cane
sta a zonzolà…fa un giro, va un po' avanti,

poi torna indietro e - ar massimo abbacchiato -
se sdraia e butta er muso sur catrame:
boccheggia…guasi mòre da la fame
e 'n sa perché er padrone l'ha ammollato

se infino all'artro giorno ce giocava…
Na vecchiarella tutta un po'acciaccata
passanno pe annà a fà un'improvisata
ar marmo freddo e caro de chi amava,

je dà 'n'allisciatina co la mano.
Lui tutto stracco s'arza e zitto, zitto
je ce s'accoda e come un derelitto
comincia a 'nnaje appresso, piano, piano.

Sur pòsto, pòi, pensanno fra de sé
er cane fa: "Quer giorno che anche tu
starai qua drento e 'n se vedremo più,
ce verò io a stà un pò qui co tte".

Ombre
Ombre in rassegna sfilano
davanti agli occhi chiusi,
ad animare i sogni, che la notte
intrattiene, affascinata.
Parole senza voce raccontano
storie in bianco e nero
dietro sipari di nebbia
che il respiro dipana, e colora.
Pensieri sfarfallano
disordinatamente tra i ricordi
e prendono corpo piano, piano
e s'accendono al pulsar d'un cuore insonne
che giace e non riposa,
e la mente riordina sbiaditi fotogrammi
senza mai riuscirci,
ché il giorno arriva presto e spegne i lumi
e l'al di là svanisce, e fugge via
ogn'ombra,
che tornerà, però, finché un pensiero
la invocherà seppur senza saperlo.

Sogno
Stanotte t'ho sognata
in un sogno di miele.
All'alba sei andata
e in cuor ne sento ancora,
lieve,
sciogliersi l'ultima dolce goccia.

Aida e Nicola …sposi
                   (nozze d'oro al Panevino Restaurant, 246 Via Antonio, Las Vegas)
                                      13 Ottobre 2007 - hr. 6 p.m.
                
        Nicola:          " Ai', te l'aricordi si che fico
                                ched' ero quanno ch'ero un giovinotto
                                che te venivo appresso, io, er tu Nico,
                                che, pe quant'eri bella m'ero còtto

                                ar punto che nemmanco ce dormivo...
                                Ai', eri la mejo ciumachella,
                                   'na cosa proprio d'esaggerativo,
                                e ancora deve nasce una più bella !

                                E quanno t'ho sposata e m'hai sposato,
                                Ai', eravamo er re e la reggina,
                                e dopo un po' è arivato er primo nato,
                                e l'artri, fino a fà mezza dozzina !

                                E ammò che c'è 'na barca de nipoti
                                e tanti calennari sò passati,
                                èccoce qua, così, sempre devoti,
                                e bell'e pronti pe esse risposati".

        Aida:          " Nicò, n'avemo viste proprio tante
                                in de 'sti lunghi e belli cinquant'anni:
                                io te sò stata moje, amica, amante,
                                immezz'a tante gioie e a tanti affanni.

                                Ma…dichi ch'ero bella…e che vòi dì,
                                che nun sò più reggina…'n so più bella ?
                                De certo sò cammiata: eccome qui…"
        Nicola:          " Ai', semo cammiati, ma 'na stella

                                che sia 'na stella come piace a mme,
                                nun c'è nemmanco in cielo, ce lo so !
                                Ai', stamm'a sentì, lo sai che c'è ?
                                Che sei reggina e bella pure mò !"
                                                
        Armando:      E mò er Poeta Armando fa l'auguri
                                a 'sta coppietta bella e affezzionata,
                                pe i tanti e assai felici anni futuri…
                                E ar "Panevino"… ricca scorpacciata !
dedicata a Aida e Nicola Santoro per il loro 50º Anniversario di matrimonio

I sogni tuoi
(a Lisa)

Come un gioco bello tra te e te
li coltivavi.
Giorno dopo giorno li vedevi
con te dentro, diventare vivi,
mentre studiavi e in più già faticavi
per solo qualche soldo.
Col fagotello in spalla
pieno delle tue poche cose andavi
e andavi e andavi e andavi…
e il Texas alfine era realtà,
e si arricchiva con te
della tua preziosità,
e in cambio lui ti dava
la tanto tua agognata fattoria.

Non lui, però, ma io…
son io che ho avuto
la tua anima, il tuo corpo e la tua mente
e il sogno s'è interrotto
e s'è avverato il mio.

Di quei tuoi sogni belli ancora parli,
ne senti il lontano richiamo
dalla pellicola sbiadita di vecchi films del west.

Il Grillo…urlante
Non si tratta di quel grillo
buono e saggio di Pinocchio:
poco grillo e più mandrillo,
lui vuol mettere in ginocchio

il sistema di comando,
e: " Politica fasulla ! -
per le piazze va sbraitando -
più di te è meglio il nulla !".

Con la voce che non cede
e la gola di metallo
la sua folla ci stravede,
e va avanti senza fallo.

E si sente lievitare
quando il popolo gradisce,
e gli sembra di volare
e il suo grido non finisce…

Sembra un pazzo scatenato
quando strilla vaffanculo
a un ormai svalorizzato
mondo sordo come un mulo.

Sforna accuse a tutti quanti -
veramente "quasi" ! a tutti,
ché lui sa ! chi sono i "santi" (?!)
e i cattivi storti e brutti.

Tuttavia fra tanto chiasso
nel suo show dice qualcosa…
ch'è pesante più d'un sasso
e è senz'altro più insidiosa

di decenni di boccacce
fatte quasi a denti stretti…
Lui con quelle parolacce
perlomeno li ha costretti -

i politici, s'intende -
ad uscire dal torpore
ed a togliersi le bende
e a guardare con orrore

quello che li sta aspettando,
con il bàratro già pronto,
se essi andran continuando
a chi fa più il finto tonto.

Ma una cosa mi sorprende:
che l'insulto è cancellato
e che c'è chi se lo vende
per sentirsi ringraziato !

Ma (ci sto pensando su):
tu sei un "altro", caro Grillo,
e perciò, senza che strillo,
vaffanculo pure tu.

Novelli Nostradamus
La scienza colla palla tra le mani
e torbidi pensieri nella mente
ha visto che il destino degli umani
andrà a finire assai tragicamente.

Ché pei ghiacciai arriverà un domani
che il fuoco - in forte aumento - il che si sente -
li scioglierà, e allor saranno vani
i pianti ed i ricorsi ai salvagente.

E verdi e ambientalisti come un'eco
rilanciano - co accuse ed anatemi -
a un mondo che va avanti sordo e cieco -

da belle e grandi case riscaldate
coi soliti colpevoli sistemi,
e da auto di grosse cilindrate - !

Si senton tutti quanti Nostradamus -
che ha indovinato solo se ti spremi -
però, onde evitare, insieme: "Oramus !".

Poltrona e Piazza
(chi troppo vuole….)

"Chi troppo vuole alfin non prende niente"
dicevan le persone illuminate,
ma certe cose ormai son superate...
Così che può volare qualche mente,

e un governante (e non un deficiente)
megàfona di fare le piazzate
a le persone troppo esasperate
da lui, ma SI da lui ch'è assai carente

nella funzione pubblica coperta.
Così va il mondo in questo nostro mondo
in cui la classe dirigente è "aperta"

e cerca il nuovo, ma a pensare impazza,
ed ogni tanto, giù ! tira un affondo
e oltre al trono vuole anche la "piazza".

Il Ministro Ferrero incita alla piazzata gli emigranti che fanno la fila
per i permessi di soggiorno, invece di essere lui stesso, quale responsabile
della Solidarietà Sociale, a chiedere ed ottenere efficienza dal servizio pubblico….
Quelle file mi fanno venire in mente le notti passate all'addiaccio dai nostri giovani
Universitari, a Roma, per "accaparrarsi" un posto in aula. Ma questo a chi interessa!
(parlo di non molti anni addietro: non so se è ancora così).

Bucia galoppante
"Sta annanno su…" "Ma NO ! sta proprio a scenne
l'economia cor PIL che je va appresso…"
"NO ! NO! Guardate bene perché adesso
cor tesoretto in mano nun po' esse !

E noi de certo lo sapremo spenne:
ciattureremo er "buco" e poi, appresso,
ciaricchiremo er popolo depresso,
e tutti i forastieri, embeh, se intenne !

Poi ce faremo scòle e ospedali,
e strade e anche galere…queste NO !
che intanto qui noi semo… "libberali"…

Chi è…ma che sta a dì… !?!" "È Padoa Schioppa*.
Sta a dì : - devi piantattela, a Sor Prò !
Sta gran bucia tua quanto galoppa ! -"

(* ogni riferimento è puramente voluto)

                         A Luciano Pavarotti
"Nessun dorma !"
L'eterna azzurra cupola infinita
quegli echi serberà della sua voce
rimasta dentro il cuor del mondo intero,
che ancor la pelle sente accapponarsi
a quell'appello forte e appassionato
che acuto gli risuona nelle orecchie
e "Nessuno dorma" gravemente esorta,
e senza scampo chi ha ascoltato ha scosso
col culmine d'un canto ch'è immortale
e come furia grida: "Vincerò…!"

La goccia di perla
(a Lisa)

Rimani.
Stanotte l'argento del firmamento
è tutto per te.

Per me tengo solo
la goccia di perla
che dal tuo viso è scesa per dire:
" Non farlo finire l'incanto",
e che ancor calda ho riposto nel cuore.

Se po' cammià… se pò : basta a volello !
(…ma davvero ci vuole Beppe Grillo ?)

(un po' di luce: anche la delinquenza minorile può essere condannata; a scuola ripristino di materie ed esami - prima aboliti - e "guerra" a professori assenti e al commercio di lauree…)

Ce vò 'na soluzzione !
Mo, dopo li grillini ce sta er grillo
a smove tutto quanto er formicaro
che sempre meno riesce a stà tranquillo
cor naso de un governo pifferaro

che più s'allunga e più come 'no spillo
je se sta a 'nnà a infilà in quer posto caro
e a rossi o a neri o a bianchi, manc' a dillo,
sta cosa nu je piace: sa de amaro !

" Le tasse caleranno !" è diventato:
"È certo che pe mo nun cresceranno",
e in quanto a sicurezza ha spalancato

confini e cancellate all'invasione,
che a tutti viè da dì: "Ce sò, o ce fanno ?"
Così o cosà ce vò 'na soluzzione !

---------------------------------------------

Un po' de luce
" Abbasta co l'età dell'incoscienza !"
Ha detto finarmente un governante,
che ha visto che 'n ce vò 'n pozzo de scenza
pe dì che un "pupo" a vorte è un gran gigante.

" La scola sta perdenno d'efficienza
e sta sfornanno un popolo ignorante.
Bisogna garantì la conoscenza
e fà finì ogni cosa stravagante !".

Sarà che se sta a 'ccenne quarche luce
pe dà 'na rischiarata a li cervelli
de modo che nun serva nissun duce

pe riordinà 'sta società avvizziata
che vive immezzo a troppi macchiavelli
e co l'idea ch'er mejo è la drittata ?!

Roma, prima de la classe
Me t'aricordo co la spada in mano
che annavi in giro a pijatte er monno intero
per insegnà a ogni popolo stragnero
si che volesse dì esse romano.

Più tardi hai rinnegato er dio pagano
e te sei messa a predicà er mistero
de un novo Dio, er solo, quello vero,
e te se inchina er popolo cristiano.

Siccome, poi, 'n c'è er due senza er tre,
appresso a spada e croce, mo coi bolli
e carte e auto blu sei sempre te

a esse ancora prima de la classe,
ma c'è da dì che da quei sette colli
sai solo corcà er popolo de tasse !

Il salotto bello di Pistoia
(Piazza del Duomo)

" Pretorio" (1) e "Giano"(2) dalle grandi arcate
son l'un di fronte all'altro antichi e fieri,
e come guerrieri in reciproco rispetto,
pronti, sembrano, a attraversar la piazza
pe' un corpo a corpo, o stringersi la mano,
dai migliori stilisti vestiti d'arenaria
e ornati di bifore e trifore di moda.

Le calde pietre come libri aperti
su pagine orgogliose
lascian che sguardi ammirati e presi
portino a casa il fascino immortale
che, inalterato effonde
quel buon profumo antico della storia.
Si lascian carezzare
da chi un contatto vuol col tempo andato, ché,
mute raccontano dei secoli passati e ancor presenti
per la presenza loro, che - incorrotta
da azzardi e compromessi è ancora intatta -
e di quei tempi trasudano memoria.

Pur così è per gli striati marmi, alla senese,
bianchi e verdi - che son preziosi e rari -
del Battistero ch'è gioviale e bello, e di San Zeno (3)
elegante sulle magre colonne, a sollevarlo
sugli archi in quattro piani in prospettiva;
dai "Vescovi" (4) protetto
e dal suo Campanile onnipresente,
con la cima rifatta e di gran pregio,
che, alto e snello domina il salotto,
ed a Pistoia tutta quanta intera
bada con sempre rinnovato zelo.

(1)Palazzo Pretorio o di Giustizia
(2)Palazzo di Giano, o del Comune o degli Anziani
(3)la Cattedrale
(4)Palazzo dei Vescovi

Bella come l'estate
Bella come l'estate
quando l'estate è bella
coll'onde fiorite di bionde sirene
o more o rosse ninfe di mare
e spiagge solcate da forme di donna
soffiate dal vento;
quando morbide pelli velate
dal bronzeo colore - che il sole spennella
e nel caldo suo abbraccio accomuna
in pensieri di ozioso piacere -
indugiano offrendo a chi vuole,
sogni di giorni d'estate.

Come madonne in un quadro antico
Pur se il tempo non la smette
di girare, o bella mora,
non ti toccan le lancette,
che ogni giorno e ogni ora

lascian segni del passaggio
sui bei corpi delle donne:
su di te solo un assaggio,
come fan con le madonne

sulle tele dei pittori
dove tanto erano belle
a quei tempi - come fiori -
e tuttora son donzelle.

D'altronde, se non ci fosse cattiveria, delinquenza,
e tutti i mali di questo mondo, sai quanta gente a spasso…!


L'arternativa
(che nun c'è…O ce starebbe ?!

" D'artronne, Arvà, un giornale deve scrive
e si fusse che 'n succedesse gnente
irebbe pe cicoria tanta gente
che cor giornale, invece, campa e vive.

Perciò bisogna falli sopravvive
ar male che nun vede e che nun sente,
a chi fa er capo e 'n ce capisce gnente,
a le perzone stupide e cattive,

ai dritti, ai rompipalle, all'assassini,
all'imbrojoni, a chi vò fà la guera …
Sinnò l'arternativa sò i santini

da fà stampà pe gente eccezionale,
che è poca, e poi nun dà l'attimosfera:
nu renne come renne er criminale !"

…e se invece, tutti i giornali e TV parlassero meno del marcio
e tanto assai di più di tutto quello che è buono e sano in questo,
e in ogni paese…?

Libero pensiero
                      in libera mente

Penso a come pensano
i pensatori che pensano,
e voglion che pensiamo
come pensan loro.
E a tal pensiero
un pensier m'assale e penso
che se penso
a chi pensa di farmi pensare
così come lui pensa
finirò per pensare al suo pensiero
e a pensar come lui pensa, appunto,
e allora penso di
non pensarci e penso invece di pensare
al mio modo di pensare
e cioè come mi pare.
E allora, tanti pensieri
mi par di udir pensare
che se ognun si mettesse a pensare
col pensier che pensava nemmen di possedere,
per tanti di loro sarebbe ora di pensare
di andarsi a buttare dritti, dritti in fondo al mare.

Il "Giglio" s'è svegliato *.
Il Giglio s'è svegliato:
il letargo è cessato all'improvviso:
le corolle, deciso, al cielo ha alzato,
che d'una luce nuova appare intriso.

Il Giglio s'è svegliato:
e respira il buon senso innovatore
che gran clamore intorno ha suscitato
e riscattato il lungo suo torpore.

Il Giglio s'è svegliato:
e ha decretato il gran rinnovamento
che il vento ai quattro canti ha sparpagliato
perché ognun ne trovi giovamento.

Il Giglio profumato
ora ha acclarato il punto, finalmente !
che il puzzo irriverente va azzerato
seppur c'è chi lo impone "idealmente".

*Firenze, prima città in Italia a prendersi seriamente
le proprie responsabilità contro il degrado e la delinquenza
sempre più diffusi, al contrario di chi degrado e delinquenza
in un modo o nell'altro favorisce e protegge per un morboso
attaccamento a un suo proprio ideale dal quale non sa staccarsi
e che non riesce a "rivedere" (checché se ne dica).

A chi volesse mettese a fà er delinguente
La certezza de falla franca
(visto che quella de la pena nun c'è)

Arubba, spaccia, insurta, imbroja, ammazza…
Fra i tanti modi de esse un forilegge
te sceji quello che deppiù te arazza
ché poi, un santo che te sa protegge

se trova, e proprio indove ce svolazza
la parolina tanto bella : "LEGGE",
che immezzo er maggistrato ce se sguazza
a un modo che oramai 'n se pò più aregge !

E più sei tosto e più sarà più mejo
ché quello, pe fa vède ch'è uno svejo
se inventa un sottominimo de pena

e come imbocchi, sorti de galera
che manco a tte te po' sembratte vera
st'indegna sorta de gran messa in scena.

Vedrai che ne la fama te cianneghi
e si dovessi aveccene la "vena"
ce scrivi sopra un libbro e te ne freghi !

(ultima, in ordine di tempo: Genova - Agosto 2007 -
P.M. tiene in libertà un assassino che…riassassina, come
la Polizia aveva preannunciato allo stesso P.M.
)

Un'opera buona
(vitaccia da…deputati)

… e Cesa, o Signori,
è uomo d'onore
quando al povero Mele *
propon di elargire, magnanimo,
tangibile aiuto
onde alleviargli l'acuto dolore
dell'uomo ch'è solo
e che, solo, attende
di avere con sé nella casa romana
la dolce metà, ora lontana.
E intanto sta lì a logorarsi,
meschino, in soventi sniffate ed approcci,
ché, pur gli tocca di stringersi, affranto,
a esperte e costose altobordate puttane:
due alla volta !
" Tal dramma, o Signori -
così parla Cesa, che esorta e conclude - lui, che, sempre
è uomo d'onore -
vi ispiri pietà…pietà e comprensione,
e finanziamola ! - dice - questa riunione
di moglie e marito,
doppiando il modesto onorario,
così che potrà alfin traslocare signora e bagagli,
il povero Mele,
nella sua casa, ora vuota, di Roma.
E il cittadino saprà, finalmente,
che coi soldi che dà
sarà stata fatta un'opera buona !"

*deputato travolto dallo scandalo di droga e sesso d'alto bordo.
Ma …cosa possiamo fare, allora, per il povero Signor Rossi
che, poverino - lontano da casa - gli tocca sniffare e andare a puttane anche a lui….(?)
Forse decuplicargli- almeno - il tanto povero salario
(!?!)

Il Picchio picchiato
Ci sta un picchio rumoroso
sulla quercia silenziosa
che picchietta il vecchio tronco,
tutto fiero e baldanzoso col suo becco picchiatore,
che la quercia secolare
rassegnata lascia fare.
Così il picchio picchia, picchia,
picchia e sbecca la corteccia,
ed un popolo si desta:
chi si allarma, chi gioisce ed allegro salta e balla,
e nemmeno se ne accorge di finire dentro il becco
lungo e aguzzo e ingannatore.
Le formiche in processione si scompiglian tutte quante,
bruchi e larve d'ogni sorta
non ritrovan più la porta per salvarsi da quel picchio
che non smette di picchiare e non fanno che tremare.
Un bruchetto grassottello viene fuori a protestare
ma nemmeno può parlare che quel becco l'ha beccato,
e prosegue il suo riposo nella pancia già pienotta.
Ma a forza di picchiare non s'avvede, il temerario,
che picchiando picchia un favo
che sta dentro il tronco cavo
e la sorte si rovescia: le api tutte quante assieme
l'assaliscono in picchiata
ed al picchio non rimane che un'indegna ritirata.

Così nel mondo animale, così nel mondo degli umani.

Arnia
Arnia,
partenza e traguardo comuni
di api operose
fedeli al reame.
Patria
di medesimi intenti
senza fazioni,
solo e soltanto il bene comune
regna sovrano.

Anche i fuchi,
seppur condannati,
sanno che è solo pel bene di tutti
e che amar la regina - per cui sono nati -
vuol dire: castrati e,
poi morte sicura.

C'è dittatura ?
O democrazia ?
Solo parole… e non contano niente !
Comunità in perfetta armonia:
miele per tutti fatto da tutti
senza raggiri alla luce del sole,
senza distinguo, in pieno consenso;
insieme, sempre, contro ogni nemico.

Troppo precisa…
Troppo operosa…
Troppo onesta…
Troppo legale
e anche con Leggi che fanno tremare !

Non possiamo imitarla:
l'arnia è un'ipotesi
che c' impaurisce !

Coerenza
Coerenzare ? Mah…chissà…!
O, se no, non coerenzare !
Che grandissimo dilemma !
Ma è un bel modo pe' inventare
sempre qualche stratagemma…

La coerenza qui è un'anguilla
che gli sguiscia dalle mani,
dalla lingua - in mezzo ai denti -
ai signori intelligenti.
Di coerenza c'è carenza.
D'incoerenza c'è licenza
nel Paese della scienza
dove dicono "eccellenza"
dove il dritto e l'incontrario
a seconda chi assecondan
voglion dir la stessa cosa
o, se no, vogliono dire
come dice il dizionario.
E' così che l'efficienza
viene fuor nella sua essenza
a mostrare la sapienza
e a nasconder l'insipienza
di chi sogna di sapere -
di grondare intelligenza -
ma - con tutta la pazienza -
non ne trovi addosso a quello,
perché lui non la possiede,
pur se invece se lo crede.

" L'ingerenza ! Ecco la chiave !
Se coi D.I.C.O. interferisce
da se stessa si ferisce:
proprio per l'interferenza
che non deve mai mostrare:
dico mai e poi giammai !!!"

" Perché, dunque, la "sentenza"!
se ai fedeli la coscienza
non scrolliamo affinché al fisco
non gli tocchi l'astinenza
delle casse in sofferenza ?!
Ma era questa la "visione"
per combatter l'evasione ?"

"Mi perdoni, Sua Eminenza,
farò tanta penitenza:
starò senza mortadella…
E vedrò che la coerenza
non diventi fatiscenza…"

Sulla "bacchettata" di Prodi alla Chiesa perché non predica contro l'evasione fiscale, dopo l'out-out dato alla stessa Chiesa, per l' "ingerenza" sui DICO….

Irlanda
Distese tranquille di verde,
d'un verde più verde che c'è -
sul piano o su dolci colline -
e altro colore - soltanto -
è il cielo un po'grigio, un po' triste.

Incorniciate, di primo mattino,
nel finestrino del treno che va
ci soffiano contro il profumo
dell'erba bagnata, in attesa
d 'un raggio insicuro di sole.

E quando al tramonto, oltre un colle,
una luce che brulica lieve,
proietta quel verde anche in cielo
rimani incantato a guardare
come diverso è, il bello, nel mondo.

Integrazzione !
(...de chi ?!)

" Arvà, l'hai 'ntesa a dì st' integrazzione ?"
" L'ho intesa, sì, a Giovà, ma nn'ho capito:
me pare che dovemo annà a lezzione
de storie, de abbitudini…Ho sentito

che dàtosi che nun ce sta intenzione
da parte loro d' accettà l'invito
che sempre stamo a faje, mo è quistione
che visto che qua gnente è provibbito -

e che a 'sta cosa tocca proprio a falla -
bisogna che ce s'adattamo noi
ad integracce, visto ch'è 'na palla

pe tutti quanti questi, poverelli!
Invece noi ciannamo matti, e pòi,
ansai si che goduria ! pei cervelli

che a noi ce stann'a dì: " Rinnovamentooo…!"
Ma in piena libbertà pe 'sti fratelli
che proprio 'n vònno fallo ! er cammiamento !"

Riposo
Rumoreggiava… e il Rumor si compiaceva
del rumoroso suo esser presente.
"Certo - si disse - io piaccio alla gente…!"

Da un punto astratto col suo far cortese
venne il Silenzio e silenzioso stese
il velo suo silente su ogni cosa.

Rimase, il Rumore, come affascinato
e lui che, mai ! si era riposato,
s'abbandonò al Silenzio e, alfine, riposò.

La Luna, il Sole e i grillini.
Stasera la luna è imbambolata:
sta lì affacciata fra un nugolo di nubi
e sembra lontana….
Nemmeno sta a sentire la campana
dell'orologio antico, chi lo sa…!
Se si accorgesse che la sto guardando !
Di certo sta pensando a certe voci …
Le voci come un fumo vanno su…e su…e su…
E lei disincantata ascolta e tace;
da tanto tempo ormai, solo, guarda,
incapace di esprimere emozioni
fuor da quelle che un giorno lei provava…
Nemmen la scuote questo dire ansioso,
questo scabroso voler forzare il mondo
a saper quanto gay Alessandro il Grande è stato,
e quanto Michelangelo e Leonardo
e Oscar e altri grandi del passato.
Con fare compassato pensa: "E allora ?
Perché tanto baccano ? Non lo sanno
che anche il Sole è gay, ma finora
nessun l'ha sospettato ?
Altro che Ale, e Miche e Leo !
Son bella, sì o no? Ebbene il Sole,
appena arrivo io lui si defila
e torna solo quando non ci sono:
più segno di così ? Il Sole è gay…è gay conclamato !!!
Ma qui da noi non lo pubblicizziamo:
dovremmo farlo allor per tutti gli astri
e tutte quelle stelle…miliardi di lumini assai normali.
Son beghe queste, adatte a quegli omìni,
piccoli, piccoli…che sembran dei grillini !"

(di certo stasera le voci della "7" tra cui quella di Grillini, sono arrivate su, su e la Luna ha ascoltato…)

Legge
(Legge Innocente …? Legge Colpevole… ?)

Sei forse tu, o Legge, inferma
più d'un "terminale"
ma altezzosa rimani, fuori
da corsie e stanze d'ospedale -
come se fossi sana più d'un pesce -
a gloriarti indegnamente,
e a guardare, e a prontamente presenziare
a funerali di Stato, e a pregar sommessamente
e a ricevere l'acqua santa del prete,
ogni volta ? E, forse, con la faccia falsa, con la faccia doppia ?.
Sei tu che sei incapace,
o - che Dio mi perdoni -
sei forse tu, a sostener tra le intricate maglie,
colpe impunite e pene ballerine,
tradendo chi in te crede,
o inconsapevole
ti lasci abbindolar da chi
di te si prende gioco e impunemente ti confonde ?
O sei, tu, la prima vittima di gente
vestita di invisibili vesti da sicari -
e forse, tue vestali -
e hai sofferto con Paolo e Giovanni,
e hai respirato - innocente - la stessa aria che han respirato,
là dove si cova, e si ordina la morte, con disprezzo
di Te, e di chiunque, o Legge, per Te vive o muore ?

Per il 15° anniversario dell'assassinio
di Paolo Borsellino (19 Luglio 1992, Palermo),
seguito a breve distanza a quello
del suo amico-collega Giovanni Falcone
(23 Maggio 1992, Capaci, Sicilia).
Dedica estesa, comunque a tutte le vittime della malavita,
o di semplici approfittatori, che dalla Legge-e-i-suoi-Tutori
non ottengono che ulteriori danni e umiliazioni.

Er tappo
(quante chiacchiere…! quante chiacchiere…! Ma 'n ce vò un tappo ?!)

Er tappo ! Si che granne soluzzione !
Sarebbe 'na finezza, 'na trovata !
pe fa stà zitto er solito trombone
che dice: "Er callo sale all'impazzata !

E mo è troppo ! Fatece attenzione !
Se gronna ! Se boccheggia ! E ogni giornata
è peggio de quell'antra e mo è quistione
de vita o morte: l'aria s'è infocata !!!"

E poi quela boccaccia stessa, fa:
"Sto freddo 'n s'aresiste: o ve coprite
o presto o tardi ve farà ammalà ! "

Solo a sentillo, io me sò abbuscato
insolazzione e broncopormonite
ma si l'acchiappo a quer morammazzato….!

L'estate er sole abbrucia, che 'n se sa ?
L'inverno er freddo affredda, ch'ha da fa !?
Ma meno ! si 'n sentimo a quelli llà !!!

Sòcere….e fugoni !
(angeli o diavoli ?)

Sò tante assai deppiù de la metà
le coppie che - sopporta e arisopporta -
se scoppieno e se sbatteno la porta
pe quer bell'angioletto de "mammà".

Lei senza staje immezzo 'n ce sa stà,
e mo pe 'n falla lunga e falla corta,
c'è sempre -'nfra li due - chi la vò morta,
ma fa la finta tonta e 'n se ne va.

" O io o tu' madre ! " arfine c'è chi strilla:
ma l' "angelo" co quelle lunghe corna
te dribbla i "côrpi" peggio de 'n'anguilla,

e a tte te l'arimbarza tutti addosso.
La tu' "metà" co llei pòi te se inforna…
e scappi inforchettato insino all'osso !

*imprecazioni: i côlpi.

Candela
T'ho accesa, io,
ma poi t'ho spenta
come candela da consumarsi ancora.
E pe' ogni goccia
non sciolta di cera,
e pe' ogni lacrima che bagna,
invece, il tuo viso
piange e s'addanna l'anima mia
ora per ora,
e senza mèta, tra le pieghe del tempo, disperata
cerca un bagliore tenue
per non morir nel buio,
e, forse, di quella luce, un pallido alone appare -
sembra - tra le goccioline della densa nebbia
laggiù…laggiù…sempre di più laggiù
come in un incubo, irraggiungibile !
E intanto, come fiamme d'inferno
non può cremare le mie ossa
questo pensare mio spietato
che più non m'abbandona.

Il cuore del poeta
Non è blu, o bianco
il cuore del poeta,
né rosso o nero o viola:
più d'un arcobaleno è variopinto.
Stilla gocce di miele
e lacrime preziose
esulta al rintocco di gaie campane
sente la pioggia cadere
e disegna nell'aria voli
leggeri di rondine
o cupo rimane pensoso a cercare…
a capire…a soffrire…
nell'affannarsi del giorno che va,
e inquieto osserva
il girar della ruota…che ruota…che ruota…
E il passato è il presente e il futuro è il passato…
ed in sé tutto assorbe: è una spugna di mare.
E si gonfia…e si gonfia…e si gonfia…
Bacia l'aurora che porta la vita
vede invisibili ombre
parla ai fiori e ascolta il vento
e ad occhi aperti guarda il sole e sogna…
Mangia emozioni e si ribella al fato
dell'uomo sull'uomo.
Sanguina
per l'amore che muore,
e piange col pulcino che pigola, solo.

A Daniela Fodale
e Antonio Isgrò


Daniela e Antonio sposi.

                  Santuario di Montalto di Messina
                  30 Giugno 2007

Sole, Estate,
voi vi credevate i "Più" del mondo intero:
ma questo non è vero !
L'avete vista voi quella ragazza
col bel vestito bianco andare sposa ?
S'udiva un bisbiglìo: "Meravigliosa!"
venir da dentro e fuori il Santuario
quel 30 Giugno ch'è da ricordare.
Per la navata andava su all'altare
con eleganza e bella da sognare,
tra i tanti fiori il fiore assai più bello
col babbo suo Rosario - fiero -
di più d'un grande Cesare d'allora -
e su ad aspettar - la sua Signora e Mamma,
a ricordare ed a fantasticare… emozionata.
E la solenne Marcia accompagnava
la sposa dal suo sposo che aspettava
con cuore trepidante e innamorato,
e poi l'Ave Maria celestiale
a far delle due anime una sola,
e con le fedi al dito a dire: "Sì !",
Daniela e Antonio, e il loro cuor che vola !
Montalto di Messina è testimone
di quell'appassionato giuramento;
ed agli sposi invio questa canzone
d'augurio d'un eterno sentimento !

Il mondo ruzzola
Il mondo ruzzola
per gl'infiniti spazi;
impallidisce, arrossisce,
cade, s'inabissa nel vuoto
e come meteora incandescente
brucia il paese delle stelle.

Nel chiarore del fuoco
come a cavalcioni, cerco inutilmente
di domarlo.
E alfine esplode.
E poi vagano l' anime,
repentinamente amputate.
Ed io con loro,
in cerca d'un sito
dove - finalmente - trovare riposo.

Poesia
(poesie di...classe)

Blasonate parole
raminghe in cerca
di blasonate orecchie
attraversano piazze gremite
ma nessun le ascolta
e incomprese e altezzose vanno,
vanitose e nascoste
come larve in bozzolo,
finchè non trovano ostentato rifugio
e chi di lor si cura e che saccente
sbozzola, a volte anche per chi a lui le invia...

Altre, non men belle, ma diverse,
e ben disposte ad incontrar la gente,
cui ben san presentarsi da se stesse,
vengon seguite e spesso anche invitate
a fermarsi a un tavolo o a fare quattro passi
nel cuore della folla, che a un fumo blasonato
antepone spunto, chiarezza e comprensione.

Ma alle feste ci van le blasonate, a fare il minuetto,
a gruppetti, secondo provenienza:
'Classicismo', 'Simbolismo', 'Futurismo'
'Ermetismo' ....perfino 'Criticismo' !
Però il buon principe tutto il tempo balla
con una cenerentola bellezza
che ha conosciuto in una oscura via
e ha un nome bello e semplice: POESIA !

Dedicata a chi ama e fa poesia
con passione e semplicità,
anche e soprattutto
al di fuori di schemi e di mode
volute, inventate, forse più dai critici, che
dai poeti stessi.

Dorme, la notte
Dorme, la notte,
silenziosa,
e dubbiosa attende
il chiaro mattutino
per vivere ancora.

Er 'transatlatico' affonna !
Fa acqua, er 'transatlantico' dorato,
è come un colabbrodo, e le portrone
scorazzeno su e giù e anch' er timone
je scappa da le mano...Ha infrociato

sur granne scojo tutto scojonato
der documento de navigazzione
che co la tigna e ne la confusione
fra tutti quanti aveveno approvato !

La ciurma è scojonata anche deppiù:
e pe nun affonnà in quell'acque scure
se sta a slongasse er collo pe stà su.

E l'ammirajo cor 'seconno' e er 'terzo'
se stanno a pià a capelli, loro pure
pe restà a galla, ma però 'n c' è verzo !

ché ormai se sò sbracate le sicure
e er gorgo s'arisucchia addirittura
a chiunque j'ha appoggiato l'avventura !!

E quanno l'acqua aggià j' ariva ar muso
ognuno vò aggrappasse ar 'tesoretto'
ma er sale se l' è sciorto e ner bauletto
le bùfole ! ce sò !! e sò bbòne all' uso !!

Il pensiero di te.
(dedicata a Lisa)

Si scioglie un pensiero
dalla matassa dei mille pensieri:
e' quello più vivo, è quello più vero,
che resta e non passa,
e riempie e guarisce quel senso di vuoto -
o di troppo che è troppo ed è troppo confuso -,
che ho scelto e che voglio;
e a fare ogni giorno più degno,
ogni giorno riaffiora più vivido e nuovo
a curare le angosce, a lenir le fatiche,
a dare un senso,
e a compiacermi e a consolarmi.

Madonnelle romane *
Sta a sparì tutto, ma 'na Madonnella
gni tanto poi incrocialla spasseggianno
pe vicoli e piazzette, che, llì, stanno
'ncollate a un muro a fà da sentinella

ormai più a sé e a quarche funtanella -
ch'è arimasta - e se stanno scoloranno
e te fanno appenà pensann' a quanno
ognuna era un gioiello, accosì bella !

Ma er tempo passa e se le porta via
un po' a la vòrta: er tempo nu j'amanca
pe facce arivà a dì co nostargia:

" Chissà ch'era la macchia su quer muro ?"
Ma nun sia mai ! Già er viso me se sbianca,
ché, allora, sotto ar sole… farà scuro !

*a Roma ci sono molte Madonnelle (così chiamate)
addosso ai muri dei palazzi del centro storico
(specie a Trastevere), in forma di pittura, bassorilievi,
statuette…

Sognando Anita
Fata della Dolce Vita,
sei la mia calamita !
Stai lontana, ma mi attrai,
e se pure non lo sai,
ti ho nel cuore e nella mente
e non posso farci niente...
vien da sé, vien naturale
e è del tutto assai normale
ch'io ti pensi e che ti brami
che ti sogni e che ti ami
pure se non ti ho vicina;
che mi svegli la mattina
con il nome tuo che chiamo
e m'immagino che stiamo
tutt'e due in quel vascone
mentre suona la canzone
del maestro Nino Rota
e il Divino prende nota
per la scena magistrale
che è rimasta un'ideale
di bei tempi ormai sfumati,
quando ai cuori inappagati
la visione immaginata
come panna ben montata
dei tuoi seni senza sole
cui non servono parole
ma emozionano un passato,
che, con fare compassato
dà un'occhiata tutt'attorno
ribadendo il non ritorno
tra 'stampelle' ritoccate
sempre più cortisonate,
davi quell'ossigenata
che ancor oggi è ricordata.

La Bici
La Bici non va, va a spinta:
eh, sì, mi tocca, povera Bici malata.
Non ha appetito, è in depressione,
e l'energia che viene dal filo non viene assorbita.
Ci vogliono cure specializzate,
e il luminare così raccomanda: ci vuole un trapianto !

Va all'ospedale la Bici ammalata
e senza indugio con fare sapiente
il male è rimosso.
Ora la Bici fa salti di gioia,
mi prende su in sella e mi porta lontano.
Adesso, di nuovo, con grande appetito,
avida assorbe per tutta la notte
il magico fluido e piena di vita
è lì che m'invita
nel nuovo giorno a girare con lei.

Che bel telaio e che ruote che ha,
la mia Bici, guarita !

Tanto è ito er gatto ar lardo….
(sparlà dell'artri se po' fà…è un piacere ! Ma quanno tòcca a tte è un dis-piacere !)

C'è ito accosì tanto a sleccà er lardo
che, hai visto, pòro gatto ?
arfine cià lassato lo zampino !
E quer che lui nun vòle
che un antro facci a lui, lui già l'ha fatto
scordannose che in celo
quarcuno tempo fa ciaveva scritto
che chi è che nun cià corpa
pe primo sganci er sercio a chi cell'ha !
Ma quanto sale p'er cervello umano
in quelle tre frasette !
C'è pure addirittura quer che disse
a tutti noi quer Tizzio
che se intignamo a nun volè sentì !

E artro che du' serci !!!
A quello l'hanno più che lapidato,
e l'hanno messo in croce
pe via dell'interessi perzonali,
che a un omo de governo
gne pònno esse permessi…Nun sia mai !

E ammò a guardallo te fa pure pena,
così tutt' ingrugnato,
perché nun po' fa più er predicatore
che ormai s'è sputtanato,
sippure se sapeva…ma copriva…!
Sì ! proprio come er gatto:
che fa er bisogno e liggio l'aricopre,
ma er puzzo ciarimane !
E puzza oggi e puzza anche domani,
più peggio dei tappeti
che a Napoli sò fatti de monnezza,
er marcio è uscito fora !
E se la sta pijanno cor dogato,
che è robba che a quell'artro
appena ce provò se lo magnòrno !

Ma nun te statte tanto a impaturgnà !
Che vòi stà a reclamà !
Abbassa giù la cresta e sbatti er petto:
" Mea culpa !" dì " Mea culpa, sò pentito !"
che qua 'n c'è mejo modo garantito
per uscì dar cesso tutto ripulito !
" 'Mea culpa'…Ma che corpa !
La corpa è stata ! E' ! E sarà la sua !!
Nell'urtimi dieci anni
è questo e solo questo che a 'sta parte
se semo messi in mente:
ma certo mo ce vò quarcosa d'artro !
Tappate la 'pandora' !!!"

Er diavolo ambizzioso
(proggetto: succursale inferno)

Un diavolo mannato su 'sta tèra
pe fà un po' er punto de la situazzione
e prenne chiunque pija a la leggera
la cattiveria e ogni malazzione

s'è reso conto ch'era proprio vera !
la chiacchiera che c'è in circolazzione -
da un sacco - llì in quer sito, indò se spèra
che arivi giù 'na quarche inondazzione.

Se mette llì a smiccià e più va a fonno
e più se renne conto che all'inferno
dovrebbe da portacce mezzo monno !

Ma poi pensanno che così facenno
pe chi rimane è più che a vince un terno -
pe bontà sua -, ritorna giù dicenno:

"'A la gentaccia è mejo a falla stà,
così l'inferno mio se va ingrannenno
che inferno è llà, ma… inferno è pure qua !"

La Rendita del "SI'"
(cassa, autonomia…e senza rischi !)

" Graziella, dove vai ? Fai la spesa ? "
" Sì…" "Allora andiamo insieme e mi racconti
di come fai a far quadrare i conti…
che, ti giuro, per me è una grossa impresa…

E che vestiti ! Tu vai su…in ascesa,
e guarda io…acquisti con gli sconti,
oppure pago dopo e senza acconti…
E non lavori…! E' questa la sorpresa !

E in più, con Giorgio ti ci sei lasciata…
Ma forse hai vinto qualche lotteria ?"
" Ma cara, la risposta già l'hai data…

perché, hai visto, no ? blà…blà …la Legge…
se io …se lui…sta dalla parte mia…
e bzz…e blà…e bzz…e mi protegge,

così, capisci, e blà… e sshhh…quel fesso…
e io sto a posto: cassa…! autonomia…! "
" Ah Sììì !!? E se anch'io mi separassi adesso…?! "

Alzheimer
Come tela di ragno,
avvolge lentamente,
e inesorabile preme
meschina, per la resa
dell'indifesa vittima
e tutto annulla, e toglie anche il decoro.

E la mente ricopre
di impalpabile nebbia
che addensa pian piano
e ne fa muro,
e quello che v'è inciso lo cancella.

E avida scava intorno una trincea
per la lunga prigionia
che sfianca e svuota e rende, inconsapevole,
pronto il corpo - ormai dimenticato -
ad impietosa e solitaria agonia.

Nel tuo deserto senza orizzonti,
senza, ormai, storia,
si va spegnendo senza un'emozione
quel tuo bel navigar, senza più approdo.

Valori bollati !
(il qui pro quo di chi più non ne può !)

(i genitori non possono…gl'insegnanti non possono…
la Chiesa non può…insegnare i VALORI.
Bambini e ragazzi hanno il telefono azzurro per denunciare
e va bene finché si tratti di questioni "serie" davvero.

Però tutti: dalla stampa alle TV possono insegnare,
I CONTRO VALORI, e volendo si può fare anche
nelle scuole, nel qual caso non ci sarebbe notizia: tutto regolare !

Ma veramente…!?!)

Quando al sommo d'una porta vedo scritta,
in questa via ch'è ormai, ahimè, smarrita,
la frase che qualche anima diritta,

che ancora tiene a cuor la nostra vita,
ha messo quale monito, là in vista,
e "VALORI BOLLATI" dice, e addita

chi sta portando il mondo fuori pista,
con tale sua denunzia acuta e forte
che par l'invito a prender chi rattrista

il bon pensar ch'ogn'omo ha avuto in sorte,
per batterlo finché non se ne penta
e gridi: "NO, alle libertà distorte !

non è 'più-libertà' se 'più' accontenta !"
io non dispero più per i VALORI,
che presto sortiran da la tormenta

non più BOLLATI, ma con grandi onori
RICONFERMATI E BEN RESTAURATI:
sennò non cresceranno mai più fiori !

Questo è quanto, illustrissimi signori.

Er monno sta giranno all'incontrario !
Stann' all'inpiedi, ar monno lo sto a vède
che gira tutto quanto all'incontrario;
pe lloggica, perciò, si m'arivorto,
dovrebbe da vedesse ar verso giusto !
Allora sto a provà a stà a gamme all'aria
e la capoccia - manco a dillo - in giù.
Macchè ! Nun cammia gnente…nn'è questione !
Qui tocca a pià de petto quer ch'è storto:
'gni cosa va addrizzata a una a una !
ché, nun sia mai, fra un antro po' finimo
co tutte le montagne de monnezza
bruciati dentr'a 'n inceneritore:
ché quella de mannà a quer professore
ar fresco perché vò incurcà a quer fregno
un po'd'educazione e de bon senso,
er celo 'n ce la passa, 'n ce so santi!
E specie a quela massa de babbei
che stanno llì ogni vortà a dì "perché ?...
perché succede questo e quello e 'st'artro ?
La scola è responsabbile ! e anche più
de la famija stessa…!" Cervelloni
che nun sò artro che quaquaraquà !
E all'intelliggentoni der penziero,
e a chi je sta a dà corda in parlamento
che stanno a stracinacce ner burone,
er popolo incazzato j'ha da impone
de scrive:  "penso de esse chissà chi
e invece sò un grannissimo fregnone
!"
pe centomila vòrte e… bacchettate !
appena che se ferma e che opre bocca
pe dì che quello è solo che un abbuso,
e è l'incontrario de la libbertà !!

Vento sardo
(a Vanda Luna Palmery)
( in vita e in morte* )

C'è un vento forte, ed è pieno di sale,
porta gli spruzzi dell'onda del mare,
è infuocato dal sole,
e il tronco percuote ed i rami, dei pini
piegati nell'aria come a implorare…
Oltre la costa s'addentra, e diffonde
l'odore di mirti, di fichi e ginestre,
e intanto spumeggia la liquida landa:
s'increspa dapprima, e si gonfia e si sgonfia
e va all'arrembaggio, e assale la spiaggia,
e questa, paziente, respinge ogni attacco:
sia bianca farina, o chicchi di riso,
o ciottoli neri che il tempo ha lisciati,
o pietre di rosa, o sabbie dorate…
Schiaffeggia il nuraghe che sempre, da sempre
resiste e perdona, da grande vissuto.

Un cuore, lontano dal suolo natio,
n'è attratto con forza, e si fa trasportare
da lui e con lui si mette a volare,
e quel sibilo fiero
si acquieta e diventa una nenia che culla,
e tra sogno e realtà, Vanda rivede,
e ne fa poesia,
quell'isola magica, il suo gran tesoro !
---------------------------------------------
Adesso quel vento, suo amico,
l'ha presa e portata là, dove
c'è il regno più bello e più antico,
e il sole non brucia, e non piove,
e il sogno è realtà così bella
tra cori gioiosi e poesia !


*oggi, 8 Giugno 2007 ho saputo
della recentissima scomparsa di Vanda.
Le avevo dato questa poesia su pergamena.
L'ultima volta l'avevo vista circa tre settimane fa.
Non ho fatto in tempo a darle la pergamena leggermente ritoccata,
che aspettavo di darle Martedì prossimo a Via Tripoli.
Ed ora, purtroppo, non mi è rimasto altro che aggiungere
la ovvia coda a questa mia poesia.

Stasera c'è un'aria diversa
Stasera c'è un'aria diversa:
in piazza soffia più fresca.
E la piazza è più scura,
e le due lampade appese, senza interesse,
stanche, spaesate, illuminando
creano ombre, dondolanti…un po' sinistre…
Sembra un'aria di pioggia,
s'avverte il sapore…
Ma il cielo è stellato:
è l'autunno, che viene ?
Qualcosa di nuovo
avvolge le piante, turbate, nel sonno:
è quell'aria, più fresca, un po'strana,
che gira, che gira...
Ma è muta, quell'aria,
e immobile è il tempo,
e pure i pensieri.
E i giochi, distratti,
- di noi, nella piazza,
che non comprendiamo: non così bene !-
E' quel tremolar della luce,
è il profumo di cera,
è il cuore trafitto dell'Addolorata,
che dai giochi serali, lì innanzi,
vediamo, sentiamo;
che fan compagnia nella chiesa*
all'anima della vecchina,
la prima che ho visto, coperta di nero;
sembra che voglia giocare con noi
e intorno ci gira - mi par di sentirla -
insieme a quell'aria più fresca, un po'strana,
che, forse, vuol dire qualcosa, che
adesso soltanto, incomincio a capire...

*la "chiesa della morte" attigua alla chiesa di S.Maria Maggiore
nella Piazza di Bettona
.

C'è crisi !
(e dopo il dibattito parlamentare del 6 giugno 07
su interferenze istituzionali, ce n'è ancora di più
)

C'è crisi !

Sondaggi…sfiducia…!
Perdiamo consensi…!
Nessuno più crede…!
Perché ? Come mai…!?

C'è crisi !

Dobbiamo…!
Si deve…!
Bisogna…!
Occorre…!

C'è crisi !

Faremo…!
Diremo…!
Daremo…!

C'è crisi !

Chiarezza…!
Coesione…!
Unione…!

C'è crisi !

Analizzeremo…!
Daremo risposte…!
Risolveremo :
cambieremo il nome,
ancora una volta… !

E' che c'è il TIZIO…!
La colpa è la sua…!

C'è crisi !

Perché un dibattito, addirittura ?!
E che sarà mai un' interferenza !
se non abbiamo quella coscienza
che ci fa fare brutta figura ?
E cos'è mai la terribile gogna
per chi non conosce cos'è la vergogna ?

Domande…domande…ma quante domande…!
E quello, alle tre domandine precise,
va fuori tema e imbastisce un comizio:
della risposta nemmeno la puzza:
lo fanno per vizio, ma anche perché
è meglio così…lo capisci da te.


C'è crisi !

Mea culpa…Mea culpa…!
Ma cos'è: cispadano ?!
Ma questa è soltanto una roba di chiesa...!


C'è crisi !

Ah, sì…?! Allora faremo
in gran fretta un Congresso
per coalizzarci
per rinforzarci
per rinnovarci…sempre fra noi…!
Perché quel che conta
è salvaguardare
la voglia di lei:
la bella poltrona
di cui noi siam tutti….gli eletti custodi !!!
---------------------------------------------
Speriamo di avervi un po'divertiti.
La Compagnia ringrazia e s'inchina.
Noi siamo i còmici che ai Partiti
stanno mandandoli tutti in rovina !

Come un boxèr
Come un boxèr incasso
i colpi e disinvolto
saltello e mi destreggio per schivare
il peggio.

E daje…! a daje giù…!
(scandali in Vaticano su RAI 3 )

dopo le "verità" del "Codice Leonardo"; dopo gli attacchi all' Arcivescovo di Genova, Bagnasco, è l'ora di una irrefrenabile divulgazione su larga scala, degli abusi sessuali in Vaticano, con incluso attacco diretto al Papa.

La carne è debboluccia anzi che no,
e er sesso pure quanno ch'è deviato
è sempre e ovunque come l'ape e er fiore
che stuzzica, la invoja, e lei, si pò,
lo va a succhià co tanto, tanto ardore,
sippure che è un vizziaccio e va stroncato !

Quell' api, stai a dì, llà in Vaticano
nun deveno da stacce e ciai raggione,
ma tocca annacce tanto assai più piano,
e no fà fòri Chiesa e Religgione !

Chè nun te crede, che quer Tizzio llà
ce sbava pe vedelle bastonate...!
Che, sai che propaganna che se fa,
pe coprì er monno d' artre puzzonate !

Chiunque cià la rogna se la gratta
possibbirmente senza fasse vède...
Va a dije un po' a quer Tizzio si se adatta
a tirà fori er marcio da nun crede

che c'è llà immezzo a chi sa bene lui:
Cooperative, Unipol, Scalate...
e insabbiamenti..., che sò affari tui !!
Te fanno quelle stesse gran boiate

che j'hanno fatto già a li finanzieri*
che, pell'appunto, stavano a indagà
la zona "franca" de 'sta società,
che, pure, cià furboni e puttanieri,

e se li sò scanzàti e castigati
cor nulla osta de… certi alleati !

*Guardia di Finanza.
……………………………..
detto questo, bene a tutte
le indagini e denunce di fatti
e misfatti in Vaticano
(senza velleità distruttive),
ma, anche fuori….su tutto…
su tutti !

Come sassi di torrente
(dedicata a Lisa)

Sassi, oltre la trasparenza
dell'acqua chiara e d'un cielo terso
che su lei si specchia -
doppia serenità - increspata appena
da uno scatto di trote
improvviso, che pare farli sparire.
Ma breve è il tremolio,
e tornano a mostrarsi, sereni,
e lisciati dal carezzar dell'acqua
che assieme al tempo scorre su di loro.
Sotto il cristallo frantumato e offeso
da un temporale scuro e rumoroso
che ne fa liquida poltiglia
scompaiono allo sguardo,
per riapparire ancora, immutati
e caso mai, un po' più avvicinati.


Noi, come sassi di torrente,
in balìa di eventi che ci attraversano,
ancorati restiamo sul fondale
del nostro bell'amore originale,
che sa frenar la corsa più impetuosa
di acque tumultuose
e, guai, se non sapesse !
ché, ne sarei travolto e trascinato
e non sarebbe quello a farmi male !

Er dramma de la…Legge-rezza

( è morto un regazzino a scòla pe 'na dose
e quarcuna sta a sbàttecese er petto. Sarà…!
)

La sòra Livia un giorno se svejò
e dopo 'na lunghissima tirata,
fra sé e sé se disse un po' annoiata:
"Allora…Oggi…Proprio 'n so che fà…
Me sento che potrei anche volà…
Leggera…! 'Na farfalla: ecco che sò….
E vojo fa 'na Legge …sinfasò…
che faccia volà pure a chiunque vò
così che tutti assieme voleremo
e vola e te rivola …rideremo…!
Sia granni che pischelli…senza età…
potranno pure mettese a fumà
er doppio…e anche deppiù…ma sì ! abbonnamo !
com' a un turco ! eh, già…così, me chiamo !
Ah , ah ! che bello…un gioco de parole !
Potranno fallo pure ne le scòle !
E er professore je potrà inzegnà
a ogni alunno come fà a fumà:
e sarà er segno d'una civirtà
che sguazza allegra ne la libbertà !!!
E - nu lo stamo a dì - ma…eh ! se sa !
pe forza ce vorà chi va a spaccià !
Sò proprio forte stammatina, io !
Sai quanti voti in più che me ce pio !?
E in più quela promessa der Capoccia
de fà felice er popolo, sarà
'na cosa vera…tutti a fà bisbboccia
co fumo, co sniffate, buchi e pere:
dai campi a scòla, tramite er coriere !
Ed ecco qua: la Legge è aggià firmata !
-----------------------------------------------
Ma ch'è successo ?! Chi è che m'ha svejata ?
Mannate i NAS pell'aule ne le scòle !!!
Sò aggià crepati in tanti, ma che vòle
si solo mo m' accorgo d'esse stata…
leggera…assai leggera…che bellezza !
Me sa ch'ho fatto quarche nefannezza !!!"

Miraggio d'un meriggio d'estate
Pigro è il corpo
pigra è la mente
nell'ovattato silenzio del meriggio.
E l'occhio assonnato segue
ed insegue sogni disegnati in cielo
mutevoli e incantati.
Batte l'orologio tre colpi
e attacca la cicala la nenia antica, che,
sola,
ha imparato chissà da quanto…e altro non sa.
E il tempo pare parcheggiato
tutt'intorno
e pur se l'orologio aggiunge un colpo
nulla di nulla cambia
e pure il sonno esita, mi prende…s'interrompe
e un passare di uccelli lo distrae.
E guardo…continuo a guardare
un sogno che invento pigramente
a mano a mano:
il solo segno che ancora sono qui, ad aspettare…

Quando poi l'azzurro si tramuta
in un tenero rosa, poi rosso sullo sfondo
il tempo mette il timbro e passa il giorno.
E l'ingranaggio impietoso mi risucchia
e nel vortice suo incandescente
mi ritrovo a pulsare, costretto, e senza sogni.

Er fiore più bello
(dichiarazione in bianco e nero)

(se si colorasse, nessuno ci soffrirebbe
ma invece ci guadagnerebbe l'amore!
)

" Ma che bei fiori che ciavete messo
là sur barcone, e come li curate !
Io nun sarei capace a fà lo stesso:
me piacerebbe, ma però…guardate !"

" Lo vedo, sì, ma si annaffiate spesso,
le rose che ciavete le portate
infino a verso ottobre.. mamma mia, ciò er lesso !
si 'n coro me s'abbrucia, ma...aspettate !"

" Allora, dicevate, sor Michè ? "
" Stavamo a dì li fiori…ma si posso
ve vorei dì che ce n'è uno che

a mme me piace che nun ve sò dì…
e si lo dico pòi divento rosso
perciò cercate voi 'n pò de capì !"

Sogno… svaporato
(discussione udita a Montecitorio fra quattro personaggi
angustiati da una presenza strana e scomoda assai
)

" Come sarebbe bello il Bel Paese
con noi soltanto a fare e a disfare
anche con l'aiuto d'un compare
e il popolo con minime pretese! "

" Va bene pure a discussioni accese
con chi s'oppone ma non sa quagliare,
o al più che si potrebbe comparare
a noi artisti del politichese ! "

" Sarebbe un paradiso per davvero !
succhiarci pure il minimo soldino
e spendere e diffondere il pensiero…"

" E c'eravamo già così vicini !
Ma è arrivato quel cervello fino
a dare una svegliata ai cittadini…!! "

Così, vendetta e rabbia pel maltolto
per dieci anni han distratto l'arlecchino
che ancora ne è sconvolto !

Purcinè, fatte sentì !
Purcinè, viè a vedè !
Ma che fai ? Te stai zitto
ner mentre la monnezza l'aricopre
a 'sta città der sole,
der mare azzuro e dei giardini in fiore,
d'aranci e de limoni,
de rose e de viole,
che stanno llì a commatte quer gran puzzo
e la vergogna li sta a fà appassì !
Ma proprio nun ciai gnente da ridì ?!
Che dichi ? Che nun vale più la pena ?
Che aggià te sei sgolato e 'n ciai più voce ?
Che daje e daje arfine er còre schioppa ?
E a te t'è aggià schioppato ?
Ce vòi provà co un' urtima canzone ?
E dai…fatte sentì !

" Sò Purcinella, eh ! C'è chi me sente ?
o sete diventati tutti sordi ?
Na vorta c'era, sì, chi era fetente,
ma adesso a forza de stà appresso ai sòrdi

ve sete annati a venne "anema e còre"
e a Napoli la state a fa schiattà:
però Ministro caro, Senatore,
si schiatta, " 'O sole mio" v'abbruciarrà !".

Oltre l'ultimo viaggio
(l' indesiderata compagna di viaggio)

(variazione a "Brutta megera")

Creata dal male, orripilante creatura ,
pauroso insieme di sbiancate ossa
più ti disdegno e più mi ronzi attorno
come fastidioso insetto schifoso,
fin dal via a questo mio andare,
sempre pronta a ghermire…
Raccapricciante metamorfosi
disgustosa e puzzolente , ma vanitosa
ti presenterai improvvisa come cercata ospite ,
maledetta !
Ché, perfino, verrai
al mio ultimo tragitto verso i freddi marmi,
a goderti il pianto, e i fiori…
e con me dividerai la notte eterna
e al mio vagare vorrai accompagnarti,
maleodorante compagna di viaggio …
E se l' anima mia non potesse…
se non potesse volare via da te
saresti padrona , tu , della mia morte:
ma qui tu perderai la tua partita !
Ché, anche se un passo in più il mio corpo non potrà…
e contenta sarai per l'alt imposto
al bel percorso mio meraviglioso,
oltre non verrai.
Oltre, non potrai più seguirmi,
e ritrarrai la tua spavalderia,
e ne soffrirai, brutta vecchia megera,
ancor più brutta con quegli occhi bucati
per non veder chi miete
la falce tua roteante precisa ed impietosa ;
tu che porti sconforto con capezzoli indegni …
tu , donna , indegna ,
che senza pudore assisterai al finir
d' un amato esserci,
mentre la luna scopre il malcelato ghigno
avvolto nel nero cappuccio del tuo mantello nero,
e l'anima mia volerà, finalmente,
oltre l' ultimo mio viaggio, libera !

Prima di esserci
(il viaggio della vita)

Prima di esserci
non conoscevo niente…
non sapevo com' era…
Ricordi lontani…
Che lentamente scendono come fiocchi di neve ,
che assorbo in me
e ricordo…Ero un' idea
sulla giostrina in un parco del cielo
spinta soltanto da fantasia e amore .
E un battito d' ali mi prese
e siamo scesi oltre le stelle e le nuvole ,
oltre il reame dei sogni ,
e mani tenere mi presero
e mi bagnò l' acqua della vita .
Prima di esserci…non c'ero :
ma ero in attesa…
Ho ritrovato la giostra che gira…che gira…
un po' bella…un po' brutta…
dove in fretta si sale…dove in fretta si scende…
E' illuminata pe' un po' e poi si fa scura ,
senza smettere mai…E scenderò
quando , chissà , rimarrà tutta buia .
E allora vedranno i miei occhi di più…
E tra nuvole e stelle…risalirò lassù .

Er monno
Un tempo er monno era un còso piatto.
Più tardi, invece, uno scienziato matto
diceva che era come un gran pallone.

Ammò ch' amo* capito com'è fatto
lo stamo a trattà a un modo poco adatto
e immezzo a la più granne confusione

lo stamo a vède che se va sgonfianno,
ma famo finta de 'n sapenne gnente.
Ma più famo accosì, più s'arisente,
e un giorno senti si che capodanno !
*avemo (abbiamo)

Lucciole di città
(l'illuminazione alternativa)

sfilate per le città…interviste…protagonismo in TV….pretese…diritti….eehhh!!!!

Nel buio della notte
che avvolge il traballante mondo intero
le lucciole mignotte
d'importazione, senza alcun mistero
si lanciano "desnude"
all'arrembaggio.

Forti del retaggio

d'istinti primordiali
unite van gridando la protesta:
" Oh, uomini maiali !
da quella "In" a quella più modesta
noi ci asterremo tutte !"
Così van minacciando.

E vanno denunciando

il "barbaro" disegno
che primi cittadini hanno azzardato,
con rinnovato ingegno,
di avere il Bel Paese illuminato
dal faro del buonsenso,
e non da altre luci !

" Ma questi son dei duci !

Il vento liberale
non può arrestarsi per il loro ardire !
La nostra "azienda" vale
di più d'ogni altra impresa, come dire,
è tutto senza spese
e senz'alcuno spreco !".

E il "pappa" guarda bieco,

e pungica da dietro
qualcuna ritrosetta, e la minaccia:
" Ti sfregio con un vetro !"
E intanto senti dire, e il che m' agghiaccia:
" Salviamo loro e loro:
son quei mestieri così tanto antichi…!!"

Le nozze con i fichi…!

Cos'è che van cercando ?
Soldoni ! e libertà senza confini !
E già si va aggregando
la lunga processione dei "cugini"
battenti la bandiera
di culi pronti a fare concorrenza !

Ma non è strafottenza :

voglion solo fare
la cosa che conviene e che gli piace,
perciò: legalizzare !
così staremo tutti quanti in pace !
Legalità… illegale !
ed illegalità…legalizzata !

E' questa la trovata

pe' un bell'arredo urbano
che segnerà la vetta del "progresso"
che gli smaniosi, invano,
cercavano da tempo: ma era il cesso !
Evviva ! Adesso c'è !
E questo è un innegabile successo !

Sul palco c'è….
Sul palco c'è un buffo pagliaccio
che ride di sè e dell'ingrato destino:
fa sciogliere il ghiaccio ed il grande
trasforma in bambino, e il sorriso si spande.

Sul palco ci sta un venditore
che imbroglia e che incanta e ogni cosa la vende
a un tizio confuso che non se ne intende,
e che sorride poi quando s'avvede
della furbizia dell'imbonitore.

Sul palco ci sta un ciarlatano
che chiede sostegno e promette promesse
in bolle d'aria soffiate dal vento
e al "flop!" che ne segue, e che non è strano,
ormai si sorride con rassegnazione
e sempre s'aspetta un'altra occasione.

Sul palco ci sta un cantastorie
che canta e racconta, e ironicamente
o vuoi o non vuoi fa fare un sorriso,
seppure alle volte a bocca un po' storta,
ma non gli si nega che sia intelligente!

Sul palco* c'è un nulla, un nessuno, un chissà…
che pensa di essere un imbonitore
o un ciarlatano, oppure un pagliaccio,
o un cantastorie, o non so quel che crede...
Ma è solo quel nulla e quel nulla rimane
e non smuove un sorriso né allegro, né amaro;
e' un nulla, una puzza che è già evaporata:
cerca il successo con frasi forzate
che nulla san dire, son solo azzardate,
in cui non c'è nulla che sia ben(e) detto…:
e vigliaccamente poi dice: "Che ho detto ?!"
Perché non fa il furbo in altra maniera ?
E qui vorrei dire altre cose, ma…ometto

*sul palco del Primo Maggio 2007, a Piazza San Giovanni, Roma.

Poràcci noi !!
(Diritti & Doveri)

(monologo di cittadini liberi e democratici,
e - giustamente ! - impauriti a seguito della elezione
a Presidente Francese del conservatore Sarkozì:
"ora bisogna vigilare…!" è stato un comune commento
)

" Poràcci li francesi ! e pòri noi
si er male se propaga ! Sò dolori !
Oddio !, 'n sia mai !, pensatece un pò Voi
Ve prego, a scongiurà che 'sti signori

ritornino senz'atorizzazzione
de noi che semo pe la libbertà
e la democrazia pe vocazzione,
e semo quelli de le verità !

Pe cui 'n potremo mai stà a sopportà
che ar monno ce stia gente che nun vòle
pensalla com' a noi : e che sarà !
Ce tratta com' a un dente che je dòle !

L'avete inteso, Sì ?! Che sfrontatezza…!
S'è messo a dì: "DOVERI…" ! Ce pensate ?
Quer Sarkozì incomincia 'na schifezza !
Vorebbe ariggiracce le frittate:

decenni spesi a piàcce li DIRITTI
verebbero de bòtto scancellati !!
Eh NO ! 'N potemo proprio stacce zitti:
ma che, vònno arimettece inquadrati

come ar tempo che c'ereno i DOVERI ?!
E pòi noi semo quelli pe la pace:
' n ciavete visto ? Tutt'er giorno, ieri,
avemo acceso cento e una fornace

co machine e furgoni parcheggiati,
pe dì che nun potemo fanne a meno:
ciavemo li pensieri emancipati
e pace sia, cor fòco e cor veleno !

Noi, p'er progresso, semo assatanati !
Faressimo anche più, ma 'sti boiacci
nun ce lo fanno fanno fà, che sò aretrati:
sò gente de reggime…so tipacci !!"

L'abbacchietto
(che non odano ! i vegetariani).

Un abbacchietto de nemmanco du' anni,
che ancora, chiaramente, s'attaccava
a quei zinnoni gonfi e belli granni
de mamma sua, un giorno zampettava

immezzo a un prato, quanno vide a Gianni,
un tizzio secco che te impressionava.
Questo annò llì: "So pieno de malanni…! "
je disse, e ariccontò che nu magnava

'n se sa da quanto tempo, e l'abbacchietto
se lo guardava e guasi ce piagneva:
je fece, dice: "Te fò fà un banchetto

che pòi te scorderai tutte le pene !"
Ner fasse "karakiri" aringrazziava
pe aveje fatto fà quer po' de bbene.

E fece in tempo a dì: "'N te preoccupà !
Pe questo stamo ar monno !" e je inzegnava
er connimento e come cucinà !

Raccapricciante ! Ma se l'è cercata…
Certo !che pena, povero abbacchietto…Ma la vegetariana che stasera
ne diceva di cotte e di crude sui "carnivori" merita di inorridire
leggendo questa poesia che le farò pervenire come ornamento
a un piatto di insalatina mista. I "carnivori" non vanno a dirne tante
a chi è vegetariano: sarebbe possibile avere la stessa discrezione e riguardo
verso chi ha dei "gusti" che sono poi i gusti del mondo, da quando il mondo è mondo !?
Prima erano le pellicce…Poi la caccia tanto per cacciare…Poi la caccia anche
per mangiare…Poi gli allevamenti per mangiare…Poi una crescente contrarietà,
e superiorità nei confronti di chi mangia…E mandano anatemi: "peggio pe voi…ciavrete
er colesterolo, e questo e quell'artro….", ti dicono. (per fortuna i pesci non sembrano
essere, ancora, sotto la "protezione" di animalisti e vegetariani).
E dài…!


Acqua

(rimedi…all'itajana)

Score l'acqua ne le vene de campagne e de città
pe lavacce e abbeveracce, pe annaffià e pe cucinà.
Ma da quelo scolabrodo che oramai sò diventate,
'na metà se n'esce fora a mijardi de litrate !
'N antri ettòlitri li buttano i nasoni* qua e llà
sempre operti notte e giorno; e poi stanno a reclamà
che ho da chiude er rubbinetto mentre me sto a inzaponà:
come sempre, tutti bbòni solamente a predicà:

" L'acqua è un bene assai prezzioso: nun dovemo da sciupàlla !
E' la vita ! E in quanto tale, noi dovemo rispettalla !
Verà er giorno che 'sto bene varà più dell'oro nero,
e nun solo qui da noi ma ner monno tutto intero !
".
E incomìnceno a incurcàcce che "li prezzi sò stracciati"
'sti gran fii de paravente, e  "l'utenti sò invojàti
accosì a nun facce caso si se sciupa un litro in più
".
E già cianno pronto er piano pe potecce dacce ggiù:
"pe combatte sprechi e abbusi !" che vordì come ogni vorta:
ritoccata a la bolletta, che je lièvita …la torta !

Come sempre er sor ladrone, oh!...pardòn: er sor padrone
bussa a sòrdi e in un momento è messa a posto la quistione !
Ma da noi è assai normale che se po' aggiustà ogni cosa
cò li sghèi e anche er governo nun se frena e osa…osa…!
Come quanno succedèvano le lotte "verdi" a ortranza
contro er troppo inquinamento da Palermo a la Brianza,
che, diceva: "Mo chi inquina e ciavvelena pagherà
più dell'artri che accosì nessuno più s'ammalerà !
".
Semo un popolo gajardo sempre pieno de trovate !
Semo er Ber Paese indòve le questioni sò trattate
o a "tarallucci e vino" o "a bollette rigonfiate" !

*fontanelle di acqua potabile a scorrimento continuo
(a Roma ce ne sono ancora tante)

Lorenzo er Magnifico
          (redivivo)

(al Professor Lorenzo De Ninis)

" Ma chi LORENZO…dichi er Professore ?"
" Ma SI' ! Quer tizzio che da quarche parte
fa er mecenate come un gran signore:
come a quer tizzio omonimo che all'arte

je fece avè l'appoggi necessari
così che noi potemo arimirà
quei gran lavori più unichi che rari
che mai nessuno ar monno po' rifà.

Ma chi sarà, ma come sarà fatto
' sto professor Lorenzo che ciaccoje
in de 'sto ber castello tutto astratto,
e tutte le poesie ce l'ariccoje

e ce le mette in mostra senza chiede,
co generosità, zelo e passione,
e 'na pazzienza proprio che se vede,
e no pe sordi, ma pe vocazzione !?

Così me sò risposto aggià da me:
"Chi è ?...Com'è…?" Abbasta 'na parola:
MAGNIFICO ! E lo pòi capì da te !
E a lui un devoto inchino parte e vola !".

Temporale
Infurian gli elementi
vorticosamente, in cielo;
s'affannano i boati
roteanti e si disperdono
rincorrendosi in echi lontani,
sempre più borbottii dimessi…
e intanto scroscia rabbiosa e ondeggiante
in turbinii musicali
la fitta pioggia sulla nudità del mondo.

Io guardo e ascolto, dietro
gli appannati vetri,
seguo i rigagnoli solcarne il velo,
e l'anima mia si accheta.

Giustizia è fatta !
Senza la certezza de la prova certa!
A Maria Franzoni

Je s'arivorta inquieto ne la mente
a chi cell'ha - er bonsenzo - e pure in còre,
vedenno che a 'sto monno ce sta gente
che penza che j'abbasta avé er sentore

ch'hai fatto un grosso danno e, impunemente,
fa tanto de quer bècero rumore
che, senza avè 'na prova convincente,
un giudice, cor capo accusatore,

se deve da adattasse pe fà vède
che è uno che a la pubbrica opignone
ce tiene e la rispetta e je ce crede !

Ma dato che 'n sò uscite le certezze
pe condannalla in pieno, quer campione
je sconta l' anni…Ammazza che finezze !

Marìa Franzò ! consòlate cor fatto
che l'assassini plurimi accertati
nu'stanno 'ndò stai te pe gnente affatto,

così nun pònno insudiciatte più
de quanto 'sta giustizzia de allaccati
t'ha già sporcata co quer dito in giù !

Processo all'itajana
"Bisogna d'abbrucialla a 'sta stregaccia
che ha trucidato a quer fijetto bello !
Ma come pò guardasse ancora in faccia…
Ma che j'ha detto llì-ppe-llì er cervello…!?"

E' stata tutta quanta qui la caccia -
de streghe, beninteso- : un ritornello
che subbito ha cantato, la razzaccia
de chi se crede tutto saputello,

copiato da 'na massa de caproni
che a pappagallo fanno: "E' stata lei…!".
E la condanna de Maria Franzoni

è cosa fatta già dar giorno appresso.
Così l'Italia giudica li rei.
Poi, pe formalità, se fa er processo.

Pe "privacy" però 'n po' esse ammesso
de st'allessà un politico che cerca
de rallegrà la vita annanno a sesso !

Com'è possibile che in un paese Civile - almeno sempre così, invocato -,
sia permesso processare e condannare una persona in diretta TV, per deduzione
dei soliti "so tutto io !" ?
Non è cosa da rivedere ? Davvero si possono riempire le "serate" e le "testate"
in questa maniera…? Davvero, Libertà di opinione e stampa ?
…………………………………………………………………………………………….
La "privacy" scatta per i politici…Ma se c'e qualcuno che dovrebbe sempre
essere "sotto il mirino" , non dovrebbero essere proprio loro ? Tutti, però.

Baule di sogni e speranze
( il corredo da sposa)

Baule di sogni, e speranze
ambìte d'un promettente
futuro trepidamente atteso,
di sacrifici e notti
insonni - da tenere visioni
accarezzate -, geloso racchiudi
di mani esperte e pazienti, e di occhi
stanchi - ma ricchi, però,
della luce dalla dolce attesa
profusa -, il lungo lavoro che schiene
dolenti hanno un giorno ormai
lontano in te deposto fiduciose
e co'un sogno dolce nel cuore.

Mai t'hanno aperto le spose
passate per usare i teli
e i lini e le lane e i preziosi
merletti, né l'erede sposa
di turno per non sciupare
per non ferire quel sogno
bello che li generò,
ma sol per rimirare ore e ore,
e orgogliose mostrare e suscitare
meraviglia, e raccontare storie
su quell'intatto tesoro,
di teneri legami e rinnovate
speranze per la prossima sposa.

E adesso resisti più tu, vecchio
baule fedele, con le tue vecchie
cose, che un sogno di sposa
troppo presto deluso.

Se ogni lacrima
Se ogni lacrima
Si unisse a un'altra lacrima
Con retro effetto
Da quella che solcò la prima gòta
Un quarto oceano inonderebbe il mondo
D'un' acqua assai salata
Appena insipidita
Da spruzzi d'acqua dolce.

C'è il suono vibrante di un organetto
(dedicata a Lisa)
C'è il suono vibrante di un organetto:
un suono tranquillo, a basso volume.
Teneramente un piccolo coro
spontaneo si unisce, e quel canto avvicina
la casa, il paese, l'amore lontano…
Sono parole d'un tempo passato
parlan di guerra, parlan d'amore.
Sopra le brande, il cuore di molti
si scioglie in un tenero e caldo ricordo
che sgorga dal cuore e dagli occhi riscende…
Oltre il soffitto, lassù, c'è una stella:
ogni soldato la guarda sognando…
quello è il contatto, e anche lei sta guardando
lo spicchio di cielo e lo stesso brillìo
che nell'attesa unisce e consola.

L'alba è veloce: già suona la tromba;
c'è l'alza bandiera, ci sta l'adunata.
Passi ritmati di marcia spedita
sono la musica d'ogni giornata
nel grande piazzale imbandierato.
Ordini secchi riempiono l'aria,
il "passo" risuona e ancor più la "cadenza".
Tutto va bene, tutto si fa
mentre s'aspetta di aver tra le mani
quel foglio che parla di tenere cose…

Ora è finita: non c'e più la "leva":
la lunga battaglia s'è chiusa in vittoria:
niente caserma, né marce, né attese…
Però che sia meglio non possono dirlo
soldati mancati perché non chiamati.
Davvero son spesi in un modo migliore,
quei mesi che pur se non sempre amati
sono tra tutti i più ricordati ?

Senza mai più quel tesoro nascosto:
una lacrima d'oro, e un dolce organetto,
oltre all'attesa di cuori promessi,
molto s'è perso e ogni cosa lo dice:
senza ideali e la loro ricchezza
tutto va e passa, e non lascia una traccia;
così viene il vuoto che sbadatamente
si vuole riempire co' ancora più vuoto…
E il sentimento se c'è è antiquariato
e, sembra, la Patria, caduta in disuso.
Ma io ben ricordo un vibrante organetto,
una bandiera, una lacrima calda.

Commenti alle poesie di "Poetare"
(tra imbarazzo a mandare e imbarazzo a non mandare, mando…
Dedicata a tutti coloro che hanno accolto
e accolgono con favore le mie poesie e quelle di altri poeti
e in particolare a chi mi ha fatto sentire un po' in colpa
per non aver mai risposto a graditi commenti,
sollecitando una risposta, appunto:
Elfe Lektor, Angelo Taraschi, Bruno Amore)

Beh…mo l'ho letto e dico: cià raggione…!
Me sento un tantinello imbarazzato.
Fa senso quer che dice e l'ho apprezzato,
ma in testa ciò 'na tale confusione !

Nun ce l'ho avuta mai 'na recensione;
sò vergognoso, e nun ciò mai pensato
a ringrazzià a chi m'ha considerato,
sippure che m'ha fatto un piacerone !

Nun è pe avè la puzza sott'ar naso,
che, infatti, a quarchiduno der ber sito,
com'ebbi modo (ma così, pe caso),

l'aringrazziai de còre p'er piacere
che c'ebbi da un commento suo gradito.
E mo, a chiunque ha dato un suo parere,

e lo darà pe mme sinceramente
qua 'ndò t'affacci come a un bervedere,
lo vojo aringrazzià pubbricamente.

"Mamma…li cinesi !"
" Mamma...li turchi !!" un tempo se diceva,
quanno, feroce, er turco ce invadeva:
fiamme a le case, scimitare in pugno,
l'occhio cattivo su quer brutto grugno;
strilli e fugoni…spiagge insanguinate,
teste affettate, donne violentate…

Oggi quer detto è ìto fòri mòda:
oggi chi invade è un drago, e co la coda,
caccia a chi c'è, e s'acchiappa li quartieri,
sputa fiammate e arubba li mestieri,
e, bbòno bbòno, nun vò rispettà
leggi e decreti, e si je lo fai fà
pe la gran rabbia sputacchia e da fòco
pòi te se magna, o ce manca assai pòco…*
Ecco, perciò, che mazziati e indifesi,
oggi se dice: "A Ma'...li cinesi !! "

Da un celo giallo c'è er Mào che dice:
" Guai a chi fa un cinese infelice !"
E qui da noi, chi vòle fa er bello,
dice: "Er cinese è più che un fratello…!
Er polizziotto l'ha da abbraccicà,
e er manganello se l'ha da infilà…"
Ma qui me fermo e co un velo pietoso
copro ogni cosa e rimango pensoso…

*l' insurrezione cinese - Milano,12 Aprile 2007,
causata dalla rilevazione da parte di un vigile,
di un'infrazione di una di loro la dice lunga…!

Quel senso della sera
Quel senso della sera
che viene
quando viene la sera
frena la corsa
e addolcisce la via;
distende i fili
del corpo e della mente
e ammorbidisce l'anima;
placa l'ansia, la tensione,
la fatica,
come una benedizione
di cui, per abitudine, noi
non ci accorgiamo.
Ci rassicura
coi battiti del cuore che,
finalmente ascoltiamo,
e, finalmente, pensiamo…
E attraverso il buio
e i sogni, ci traghetta
al sole
e alla speranza dei domani.
Perciò, con gratitudine
ogni sera aspetto
quel senso della sera.

L'orologgio
Ciaveva un orologgio grosso, grosso
che ar tempo lo faceva sempre core,
era quello addosso ar muro de la tore,
che nu je dava un attimo de tregua.
Così che je frullò drent'ar cervello
st'idea che 'n pare vera, ma che è ! vera !
Pensò che si è che invece lo metteva-
-er tempo- in un affare piccoletto
doveva annà più piano, era normale!
E subbito se mise a fà er proggetto
pe fasse un'orologgio, come ho detto.
E tutto er marchingegno era perfetto,
doveva solamente da provà,
e poi pensà, ner caso, anche ar brevetto.
Ma ciarimase ! quanno le lancette
le vide ad affannasse ar girotonno
co un ticchettìo da fallo esasperà !
Così inventò un cosetto in miniatura,
ma er tempo, co ancora più premura,
coreva all'impazzata, e solo allora
capì che nu lo pòi fà rallentà-
ar tempo- ed è così che finarmante,
se mise da 'na parte ad aspettà
che quello llì passasse…e se n'annasse…
Er tizzio ancora campa e sta benone:
ché, se ne frega d'annà appresso ar tempo,
che, annanno sempre più come un ossesso,
te se strascina, e te se porta via…!

La viggija d'un matrimogno d'amore
(dedicata a Lisa)

Domani se sposamo, e finarmente
anneremo a stà soli, caro amore,
e la passione che ciabbrucia er core
rimarà accesa in noi eternamente.

Quer "SI" che me dirai me l'ho insognato,
l'ho già sentito co la fantasia,
l'ho cunnulato ne la mente mia,
pensanno ar matrimogno e ar pangrattato.

C'è chi me dice: " Nun è più er momento
de crede ne l'amore ner Dumila".
Questo è un discorso che pe me nun fila,
perché quelo che conta è er sentimento,

che nu è 'na scapricciata, che a piacere,
ammò la piji e mò la butti via:
nun è una moda: è la vita mia
che arinasce co te tutte le sere.

Er Tesoretto
Pareva solo tutta un'invenzione,
na favola pe fà capì a la gente
che è sempre brutta l'esaggerazzione,
perfino quanno in ballo, gnente, gnente,

c'è l'oro, la ricchezza a sprofusione,
che arivi a trasformà in oro lucente
quarsiasi cosa e, inesorabbirmente,
Sor Mida, mòri peggio de un pezzente.

E invece, anche si nu è che è proprio uguale
(ma l'ingredienti sò come ch'ho detto:
trasformazzione e sordi e l'irreale),

c'è stato chi ha saputo trasformà
un buco de bilancio in "Tesoretto",
e questo ce fa a tutti un po'sognà…!

Perché spingi il tempo
Perché spingi il tempo
che corre
a correre ancora di più ?
In mano gli metti
l'aereo che annulla
distanze lontane,
e un treno saetta che scocca
e che sfreccia
e non lascia vedere
i tragitti in affanno.

Da tal falsariga
suggestionato
ti par di vedere
il giorno
inseguire la notte
e la notte il giorno
col turbo innescato.

Parole a torrenti,
rumorose e irruenti,
che lèggi, che senti,
impazzando nell'aria
straripano,
e come ubriaco è il pensiero
che stenta a formarsi,
e che non si forma,
e ti par di affogare
in quel turbinio
vorticoso,
che tutto t' avvolge,
e che mai ! ti dà tregua.

Su vie e su strade
l'attrito di gomme
impazzite, preannuncia,
stridente,
un suono, tra poco, di meste campane…

Così, facilmente,
oltrepassi il confine
del tempo concesso,
non ancora scaduto.

Vivere
Arranca per la via
e non s'avvede
di quanto è scivolosa,
in modo tale
che un passo fa in avanti
ed uno indietro,
ed a fatica,
resta,
e non si muove,
chi senza scarpe adatte
vuol salire…
E solo il tempo
sfila innanzi a lui.
La mano allunga:
cerca di ancorarsi,
ma vuota la ritrae
e se ne duole.
E ormai è buio,
e un lume
lui chiede alla preghiera
per rischiarar la notte
e illuminare
quel poco di speranza che ha nel cuore,
e accenderci, domani, un nuovo giorno.

Angeli
L' Angelo è sceso
tra un gioco di bambini:
ha preso il più buono
e lo ha portato in cielo
a giocare con le stelle.

Li coraggiosi…piagnucolosi
(l'avventura è bella…finché dura)

Occore de capì che in de 'sto monno
ce stanno cose che se pònno fà
ed artre, invece, proprio che 'n se pònno:
ricetta un po' più mejo nun ce sta !

O vòi stà a galla, o vòi finì sur fonno:
amico mio, che vòi stà a chiacchierà !
Presempio, i giornalisti, vònno o 'n vònno
annà nfra i lupi a scrive e a riccontà ?

Ma er lupo po' stà bbono pe 'na vorta…
che, poi, si ha fatto un tot de astinenza,
pe la gran fame, pija e s'arivorta:

e te se magna !! E devi pure stacce !
Nun eri coraggioso ? Abbi pazzienza !
Ma quanto ce volete stà a costacce ?!

Perché se sa: pe esse libberato
se fa quer piagnistèo a l'occorenza,
poi…sempre evviva er fesso che ha pagato* !

*con pesanti perdite finanziarie
o trattative con cui un governo
ci perde anche la faccia.

Quello che manca
Quello che manca
non è il non aver avuto mai,
ma è quello che avevi
e che non hai più.

Le granni riforme
Fra tutte le riforme più azzeccate
che serveno pe dacce 'na svortata,
er nostro ber governo n'ha inventate
più d'una che sò proprio 'na figata !

Pe prima, le licenze illimitate
ai tassinari, e poi quella azzardata
(che t'ha spiazzato un po' tutta la gente),
dei lunedì co barba assicurata.

Ma 'sto governo rivoluzzionario
ha fatto anche deppiù: s'è scervellato
e ha riformato pure er dizzionario,

aricchenno de botto er Ber Paese:
ché mo, chi è ricco, e ardunque è tartassato,
è chiunque intasca mille euro ar mese !

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E c'è Epifani* che n' ha preso nota,
e pare che se n'è un po' vergognato…
però la piazza…era e resta vòta !

*segretario CGIL, in una trasmissione TV
di questi giorni.
Di una situazione inaccettabile di tassazione sulle buste paga modeste
ne dà ampia illustrazione addirittura il sito di un partito dello stesso
governo che ha combinato il guaio.

Tra nebbie e luci
In questa strada di
nebbie e
stralci di luce
nemmeno un cornicione
a ripararmi.

Il pane di una volta
L' hai viste le donne
come equilibriste, venire
dal forno, bilanciando
quel tanto lungo ponte porta pane
di legno sulla testa,
oltre una corona di panno
sui capelli, per attutirne il peso ?
Filoni fragranti
di pane fatto a mano, quasi all'alba,
e quindi portati al fuoco
del forno antico, a legna,
lasciavano, poi,
intorno a mezzogiorno,
scie di profumo saziante
per l'aria tutt'intorno,
nel ritornare a casa, dal paese.
Come oro
erano custoditi, quei pani,
nella madia:
ricchezza di tavole imbandite
di sé e di poche cose,
per sette giorni, almeno,
in quelle case, "ricche", di una volta.

Pippo…SUPERPIPPO !
(er dopo Sa' Remo)
(TV, 4 Marzo 2007)

Pippo ha fatto la sparata
in Tivvù in prima serata
mentre stava intervistanno
er più mejo de quest'anno:
er cantante che ha svortato
cor quer pezzo che ha cantato
e che ha fatto impressionà
co parole novità…
S'è infuriato e ha detto: "Aoh !
Io so PIPPO e nun ce stò !
Date retta a 'sto regazzo,
voi che state llì a Palazzo !
Lui ce dice a tutti: "Penza !
Nu sciupàtte l'esistenza !"
Ma 'nciavete artro da fà
che impicciavve e controllà
li mijardi che me danno ?
Io qui sgobbo e nun inganno !
Voi, invece de sgobbà,
state sempre a litigà !
Nun c'è uno che nu strilla:
qua è ora de finilla !
Mo me cacceranno via…
Ma ho voluto dì la mia !
Io comunque resto qua:
me venissero a caccià… !
Senza me nun se fa gnente,
io so PIPPO…er Presidente !
Mah…! M' ha detto de penzà…
Penzo… che me sto a intascà
più de quanto i spettatori,
che me danno glorie e onori,
ponno guadagnà in dieci anni
cor sudore e tanti affanni,
tutti assieme ner totale:
Mamma ! PIPPO, quanto vale ! "

L' incontro
(a Nerina, Lina, Franca)
(3 Marzo 07)

Che mossa !
Indovinata.
Come a un gioco
di combinazioni:
il punto esatto
sul luogo e l'orologio
è uscito, e noi,
noi eravamo lì, pedine
vincenti !
Ritrovati,
mai persi;
smarriti sì,
nel labirinto dei ricordi…
Poi,
dopo un abbraccio
impreparato,
e un ciao troppo breve,
lo stupore è scivolato,
senza volerlo,
insieme ad un ricordo, lieve.
Ma ora è tornato
e si sente più forte.
Cos' è:
la nostalgia
d'un tempo ch'è andato ?
Chi muove le pedine,
vincerà di nuovo ?
E quando ?

La formichetta
Ce sta 'na formichetta disperata
che va qua e llà disordinatamente
pe via che j'è arivata 'na ventata
de 'na robbaccia tanto puzzolente.

La fila indiana 'ndove era inquadrata
ammò sò cento e cento anime spente
e lei nun se sa dasse 'na carmata
e gira e piagne, silenziosamente.

E' questo che succede in ogni parte
indove ce sò i pazzi a fà la guera
ed ammazzà è considerata un'arte !

La formichetta, mo, è quarsia creatura
che ancora, de 'sti tempi, su 'sta tera
je tocca a vive…morta de paura.

Chi non c'è più
Chi non c'è più non teme
il pensiero
che anticipa il soffrire:
morto,
non devi più pensare di morire.

Ricordo in bianco e nero.
Un tuffo
tra i ricordi:
e il passato
ritorna
coll'arpa che suona
per pecore a spasso,
nell'intervallo,
dietro il vetro
d'una scatola chiusa,
tranquille,
in attesa.

La magica scatola
attira lo sguardo,
stupito,
in un sogno sfumato
di bianco e di nero.
E poi
piano, piano,
quel sogno finisce
addosso a colori
chiassosi, e svanisce.

Er dodecalogo
(li dodici comannamenti
in sostituzzione der Patto…spattato)

E daje e daje arfine è arivato
lo scivolone, anzi…er ruzzolone,
che te l' ha messi tutti a pecorone
cor muso lungo, nero e incavolato.

Girava aggià nell'aria, era scontato…
ché…due più due fa quattro ! e la raggione
è che un'armata a la brancaleone
nun po'che annà a finì a quer risurtato !

Ma come er pupazzetto "sempre-in-piedi",
che casca e s'arimette su e trabballa,
ammò sò ritornati tutti a galla:

però pe nu rischià, er Gran Capo loro,
j'ha fatto giurà un piano de lavoro:
sarebbe… un dodecalogo, ce credi ?

Sur tipo Dio…Mosè… e tutti in coro,
sò stati llì a giurà, come già fatto,
dartronne, cor er daggià spattato Patto* !

*Patto di Governo firmato dall'intera coalizione (perciò ritenuto
loro punto forte), al momento del proprio insediamento al governo, appunto.

Archimia politica
(libbertà, demograzzia e er tappo in bocca)

" A Gì, ma l' hai sentito a quello llì ?!
S'è messo a dì: "Fa schifo*..!". Che schifezza:
l' ha detto come fusse 'na prodezza !
Sò cose che 'n se ponno più sentì !"

" E l'ho sentito sì ! E c'è da dì
(de quell'istesso tizzio) la finezza
de quanno, co una gran naturalezza,
ha detto che 'n te devi da stupì

si è ito a fà er corteo su a Vicenza**,
ché: " In primis, Libbertà !..." - fa -, e poi, cor voto,
ce s'è rimesso a posto la coscenza ".

E mo, come se fa in demograzzia,
er capo der governo, com'è noto,
j'ha detto: "Zitto ! E in riga !"… Che archimia !!

E "schifo" co "Vicenza" si che esempi…!
Ma nun se renne conto ? (che è ostrogoto?),
che sta a soffià sull'odio de 'sti tempi ?!

* al capo dell'opposizione (ex capo del governo);
** contro la decisione, già presa, del suo governo
per l'ampliamento della base americana di Vicenza,
cosa che, comunque ha avallato, poi, col voto in parlamento.
Contribuendo, con i due fatti (* e **) ad "attutire"
quella divisione-odio che di sé impregna la nostra società
in questo periodo.

"Abbasta un voto in più !"
(er voto e la demograzzia)

" Ma lo sapete che in demograzzia
abbasta un voto solo pe fà sì
che a governà ce va chi se lo pia
quer solo voto in più ? Certo !...E' così !..."

Sta cosa me sta a 'nnà in antipatia
pe quante vorte che la stanno a dì.
Comunque è così pure a casa mia,
e è giusto: anche pe un punto se sta llì !

E fino a qui va tutto quanto bene:
co un punto se governa e nun se nega.
Ma tutto cammia quanno nun conviene ?

Che, mo che chi governa ha fatto er botto,
ce sta l'intelliggente, llì, che spiega:
" Nun vale…pe du' soli voti sotto ! "

All'ospedale
Faceva capoccella da le scale,
quann' io scennevo pe sortì de fora,
dar quinto piano de quell'ospedale
ndove ero stato pe nemmanco un'ora.

Nun è che er male suo era mortale,
ma è sempre quarche cosa che t'accora
vedesse mamma che nun è più uguale
de giorno in giorno, guasi d'ora in ora.

Je staveno cavanno tutti i denti,
che l'anni je l'aveveno ammazzati:
ma un tempo ereno perle risplennenti…!

Cor ber soriso, stanco, salutava
( io quei sorisi null' ho più scordati):
"Ritorna, cocco mio !"… e me guardava…

Il passero sul filo
Ancora è sotto l'aletta
protettrice
il capino del passero
sul filo,
quando l'urlo
improvviso
della scura motrice
lo scuote
e il beccuccio giallo
si schiude prima ancora
degli occhietti addormentati.
Un fremito d'ali,
e via, immediato, un tuffo
nell'aria
dell'umido mattino
a ricercare il sogno
che è fuggito via.
Vorrei anch'io
rincorrere i miei sogni
fuggiti,
ma ho perso le ali
dell' ingenuità.

Miserie
Miserie, lutti e sopraffazioni
su gente, di gente
che seleziona e cura
la spazzatura
e lucida le nerofumo canne
dei fucili.
La fame non esiste
con le pance ripiene
di brindisi festosi e di festini
senza contagi di mali biblici,
e con la benedizione d'un cielo
in bella copia.
E il pulviscolo portato dal vento,
con la mossa di un dito,
è subito rimosso.
E stroncato
è il pensiero nascente.

La visita
pe la macchia sospetta
(la fifa fa novanta !)
(dedicata al dott. Roberto Ziantoni, Marino-Roma)

"Dottò ! Guardi un po' qua…qui ciò 'sta cosa…"
"Da quanto tempo hai visto che ce sta ? "
"Me sa da quanno …ma che è pericolosa ?"
"Nun so, vedremo…seguita a parlà…"

"Me pare che cell' ho da quanno Rosa,
mi moje, sa…me fece pitturà
la stanza, che mò pare luccicosa
pe quanto la sò stato a spennellà ! "

"Fa male, qui, si tocco ? E qua che senti ?"
"No...no…nu mme fa male…'n sento gnente…"
"Bisogna c' ariccojo più elementi…

Fa' subbito 'sta lastra…o sei finito ! "
"Oddio…!" , "Ma qui ar cervello, a deficiente !
Qua passace er sapone…e sei guarito ! ".

Le Lei, i Lui e San Valentino
(l' ammodernamenti de Lei)

Le Lei e i Lui 'na vorta ereno fatti
a un modo, che era un modo…disuguale:
lei tenerella e dorce tale e quale
a un sorcetto...co belli modi adatti

a entraje ner cervello ar "gatto", e infatti
ogni omo, si era omo, era fatale
(e questa era 'na cosa abbituale),
che incominciasse a corteggià da matti.

Ma dopo tanto tempo, tutt' a un tratto,
la donna ha incominciato a ribbellasse:
voleva esse lei a esse er gatto

e l' omo er topo ! E gira e t' ariggira,
fà er gatto è poco, e mo pe accontentasse,
vò esse, ortre che gatta, anche vampira !

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San Valentì, così nun po' annà avanti !
Te renni conto che l'amore vero,
l' amore quello tenero e sincero
sta scomparenno, e sempre più e più tanti

sò quell'amori, llì-ppe-llì importanti,
che vanno a finì presto ar cimitero
pe vere cavolate…? E nu è un mistero
che ar solito sò pronti già artri amanti…

Me sa che è proprio questo er vero nodo:
è ch' er banchetto è troppo apparecchiato
e Lui e Lei nun sanno trovà er modo

de accontentasse…E più che er granne amore,
qua conteno le belle che ho beccato,
ma nun è questo che fà bene ar còre,

ché è sempre brutto, si un amore mòre !
Ridacce er senso e quer significato
de un solo granne amore ripagato !

Pace
(specie in Medioriente)

La Pace è una chimera
che vaga per il cielo;
ognun la vuole avere,
però non vuol saltare
e lei, così, scompare.
Ma dopo un po' riappare
e ognun la vuole avere,
ma lei sta troppo su,
e non la vuole più.

Vacanze a Bettona
E dopo il treno,
sotto un sole senza veli,
la "1100" trebbiava
la polvere bianca e fumosa
che per la strada sterrata
ci accompagnava
tra granturco e vigneti
antichi, e uguali,
e rade case rinnovate.
Un sobbalzo sul ponte e poi…
e poi su ! verso il campanile
serpeggiando tra gli ulivi argentati.
Un tacito saluto,
il suo e il mio,
si è già incontrato
fin dal piano:
la campana non può
nell'assonnato pomeriggio,
ma le cicale, sì !
tante, a salutare, festose…
saltando in continuazione
sull'albero più avanti.
La scorsa estate
tumultuava nell'anima,
quando la prima mano,
dal ciglio della strada,
dava il benvenuto.
Non era più tempo di ricordi:
ora c'era da avverare
una storia ancor più bella,
già pronta, in attesa,
come già a lungo sognata
col cuore e con la mente
per tutto l' anno,
sui banchi di scuola.

L' onore è sarvo e la portrona…pure !
(onore alla…furbizzia)

(votazioni parlamentari per il finanziamento/ rifinanziamento
delle missioni di pace nel mondo da parte dell'esercito italiano
)

Er voto noi nu je l' avemo dato
così come avevamo stabbilito:
perché pe noi bisogna che er sordato
ritorni a casa: questo ! vò er partito !

Chè abbasta lo striscione colorato
appeso in ogni dove e in ogni sito
pe fa tornà agnellino ogni esartato
che vò incasinà er monno all' infinito.

Noi semo gente piena de ideali
e avemo messo a rischio la portrona !
Ma che potemo fa si so leali,

e j' hanno dato er voto …l'avversari ?
Lo sapevamo ! e noi gente vorpona,
così, ce semo iti a piedi pari !

La nostra, è strateggia de quella bbona !
L'onore è sarvo, e, cari amici cari,
qui ancora c' è er governo che funziona !

Er peggio è…er virus !
La peggio cosa de 'sto ber governo
è er virus che cià in testa e che da llà
va e torna…va a infettà... e, gira, gira -
(quer virus che je sta a fà fà un macello
succhiannoje la linfa dar cervello) -
pensate chi s' è ito a pià de mira:
l' Inverno ! che, porello, sta a scontà
quer cacchio de contaggio, ch' è un inferno !

E infatti 'n sa nemmanco più chi è:
se crede addirittura Primavera:
fa callo…E questo a noi ce po' piacé…
Ma er che nun po' succede - e chi ce spera !?-
cò quell' impasto che 'n se sa chedè !
ché er virus lo sta a sgangherà tarmente
che nun è più affidabbile pe gnente !

Tra i chiodi e il legno.
Chiodi appuntiti
dal filo dell' odio,
martellati nel legno
imbevuto di sangue,
senza stupore
senza riguardo.
Tra i chiodi e il legno
un inno di pace
d' amore e perdono
che vince il dolore,
che vince il peccato;
riporta la vita
e asciuga il pianto.

La bottega di sementi e mangimi
(dedicata a Bruno Barbini di Bettona
e alla sua famiglia
)

Sacchi…tanti sacchi:
nella stanza quadrata
del negozio in piazza,
dietro l'ampia vetrina,
in terra, aperti,
o chiusi ed ammucchiati,
accatastati addosso alle pareti.
Ora, moduli e sportelli
d' una banca popolare.
C' era l' odore di granaglie:
mangimi,
fave secche,
miglio,
granturco,
cetrioli interi,
farine…
E salti…tanti salti
sulle balle morbide e invitanti:
navi di corsari
in balia d' un mare burrascoso,
come la fantasia che lo creava…
Quella fantasia
ch'è intrappolata, ora,
nei polpastrelli sopra una tastiera:
un mare liscio, sempre, e senza vele…

Parla l' Esedra dell' Acqua Acetosa *:
"Quarcuno me vò fa 'na brutta azzione"

" Nun so si che penzà , nun pijo sonno ;
sto sempre più aggitata ; c' è quarcosa
che sta a succede qui all' Acqua Acetosa :
'na cosa vecchia quant' è vecchio er monno :

'na prepotenza ! Guasi tocco er fonno
così scrostata e tutta un po' cenciosa,
eppure certa gente capricciosa
me se vò prenne, ma nun t' annisconno

che aggià ce peno, ché ogni prepotenza,
da chiunque fatta, nun se po' accettà !
Se sò anche aruffianati a Su' Eccellenza,

llà in Campidojo, dannoje l' onore
de annà a fa er socio llì de qualità,
llì ar "canottaggio" , gente senza core !

No, nun ce sto ! Nu ponno famme questo !
Io so de Roma e dei Romani, e qua
devo da stà ! Ma riaggiustata ! E presto ! ".
*si tratta di un celebre monumento
caro a Roma e ai Romani, che qualcuno vorrebbe...
incamerare nella propria proprietà
.

La luna e le tre sorelle
(Procida, Ischia e Capri)

Dorme, Procida,
nella notte placida,
sopra un mare di luna.

Mentre Ischia
se ne infischia
di dormire,
stregata dalla luna.

E a Capri, la Regina,
apri il tuo cuore e canta:
sognando lei ti ascolta,
riflessa nella luna.

Troppi…troppo bboni !
(la moda der bonismo)

In celo c' è 'na gran preoccupazzione
pe via che troppe anime beate
se stanno a presentà p' esse premiate
per avé fatto quarche bbona azzione.

Cò la bontà che mò è un' ossessione,
'na moda da seguì, le cammerate
sò piene zeppe…E nun ce sò portate
bastanti a pranzo a cena e colazzione !

Sò diventati tutti troppo bboni :
te trucidano un fijo e s' arza un coro:
" Caino nun se tocca…!"…"Lo perdoni…?"

" Er cane l' ha sbranato ?...Se coregge ! "
" State a 'ffonnà ? Imbarcate pure a loro…! "
" Mettete fora tutti i forilegge !"….
--------------------------------------------

San Pietro, pe vedecce un po' più chiaro,
a ognuno de quei bboni je fa avé
l' istessi guai così che po' vedé
si poi sta ancora a dì: "Fratello caro… !".

Dovessi da sentì ! "Aoh ! Te sparo !"
" Perdono ? Aspetta…Mò je fò vedé !"
" Va via ! Nun ciò er posto anche pe tte !"
"Le cure ai delinguenti ? Cor curaro...!

ché immezz' a loro c' è chi m' ha fregato,
e pure chi fa er bello cò mì moje,
e Arvaro, quer condomino fissato…"

" Ma…allora…?!" Fa San Pietro ar Padr' Eterno…
" Pe loro c' e' er "sistema de le foje" :
volà assai lentamente giù all' inferno !".

" E a chi diggiuna tanto pe un infame ?"
" Beh, visto che cià quelle strane voje:
che soffra in sempiterno sete e fame !".

Care bancarelle de piazza Navona
(le tradizionali bancarelle della Befana
a Piazza Navona di Roma
)

Romani e no sò stati a favve festa
scorenno lentamente, un pò ammucchiati,
frammezzo a lo scenario de colori
e luci e cose de la tradizzione.

De tutti li pensieri ne la testa
de botto se ne sò tutti scordati
passannove in rassegna, e li rancori
se sò cambiati tutti in emozzione.

Pe mme la mejo cosa è stata questa:
vedé tanti presepi apparecchiati
coi bambinelli, i magi e li pastori…
a la facciaccia de ogni "abbolizzione" !

Addio, Nicky
Micio,
sei andato,
e io non c' ero
per l' ultima carezza;
a sentire il tuo mao!...mao !…modulato,
ma ormai flebile;
a risponderti con un mao !...mao !
cercando di capire…
Più non verrai
a chiamare Lisa
per un pò di pappa
alle otto di mattina,
e all'ora di pranzo e di cena,
tutto educato
elegante e composto ad aspettare
paziente:
impaziente nel chiedere,
paziente nell'attesa,
ritto sulle zampine davanti
sulla soglia della portafinestra
della cucina a te nota.
Caro Nicky, tutto nero:
quel nero tuo lucente ora si addice
al nostro lutto
e alle tue scodelle vuote…
vuote già da qualche giorno.
Ronfa, Nicky,
non smettere di ronfare:
ché ti accarezzo ancora;
e verso di noi
punta ancora
quegli occhi belli,
quegli occhi tuoi di giada:
ch'io possa ancor vederli nella notte...
Riposa e sogna…
Sogna i giochi con Andrea;
e pietanze buone e profumate,
nel nuovo regno dei micini buoni.

Professor Giorgio Carpaneto
E' arguto e assai sincero ed istruito;
è intelligente , e onesto, e assai garbato;
espone con chiarezza…è illuminato :
sa tante e tante cose a menadito.

E' letterato, colto e rifinito
e è professore e insegna , sia lodato,
a un modo assai piacevole, e ha fondato
e pubblica un mensile assai seguito.

E' ironico e scherzoso e mai volgare:
Trilussa è il suo modello di poeta
per chi in romano voglia poetare.

E' un giovanotto d' una certa età
ma co' un cervello degno d' un atleta
alla scoperta della sua città.

E ancora tiene in testa tutta intera
la chioma dei vent' anni, e con Rossana
è un' anima…una sola…così come era…

Il Tevere e i suoi Platani
Morbido scorre
seppur torbidamente
per tutto quel che vede
per tutto quel che sente ,
ma spera ancora e crede…
e un giorno saprà imporre
benevolo e paziente
la grande civiltà
che in sé gelosamente
ancor conserva
per questa sua città
e la sua gente .

Però recentemente
un grosso dispiacere lo tormenta
e scorre controvoglia verso il mare…
Ché al solito ci sta una mente insana
che vuole farsi bella e dimostrare
l' umana deficienza
fin dove può arrivare ,
e vuole eliminare
per sempre chi da sempre
per fargli compagnia
vigila il suo andare :
quei buoni e bei giganti
dei Platani fronduti
che tutti quanti noi ci siam goduti
e che San Pietro pure , con Castello ,
si godono e vogliono godersi
pei secoli a venire :
e non sia mai che debban maledire
chi si macchiasse di cotanto ardire !

Sonetto a Pinocchio
(visita al Parco di Pinocchio, a Collodi)

Caro Pinocchio ,
T' ho fatto visita di cortesia
lo scorso lunedì , lì , a Collodi .
E ho visto che la fama di cui godi
non è riflessa al meglio…E la malia

della tua storia e della fantasia
non l' ho trovata lungo quegli snodi
del circuito del Parco , dove approdi
sicuro di trovarci la poesia

e certo di svegliare insieme a te
quel burattin ch' e' dentro ognun di noi
in cerca d' avventura e…non so che…

Peccato non trovarci l' emozione
di rivedere il re dei nostri eroi…
la fata (brutta…!) e… l' immaginazione…

" Moderna Arte…" dicono , ho trovato :
lamiere…ferro…pietre…delusione !
Lo so che non hai colpa…ma….Peccato !

Un bimbo - lo guardavo - ti cercava
smarrito…e un po' avvilito…Ed allarmato :
" Papà…ma c' è…Pinocchio !? " domandava …

La tregua…
              (er Party de Natale)

Sarà pe l' aria santa de Natale,
sarà pe chiude l' anno in allegria,
de certo è che nun è che pò fa male
stà tutti, pe 'na vorta, in compagnia.

Stasera se pò vède quanto vale
a stà senza veleni e tirannia.
E' vero: po' sembrà pure anormale
a nun vedé serpenti e quarche arpia.

La voja de potere è un brutto mostro,
che è contro li principi belli e sani;
e questo, penso sia er pensiero vostro.

Comunque er bello dura sempre poco:
nu state a preoccupavve: da domani
potremo incomincià a…ridacce foco !

Bellezza…addio!
"Che vai cercanno cò quer lanternino ? "
" Sto annanno a ricercamme la bellezza
che me sò persa; e er còre me se spezza
si penso a quanto ero un figurino !".

Così cercò…cercò…E cercò perfino
indove sta ammucchiata l' immonnezza !
Finché dovette mettece 'na pezza
e fà bon viso a quer che dà er destino.

Un giorno, poi, pe caso fece caso
ar pennolo che stava appeso ar muro :
che er sole ce batteva, ed era invaso

dai tanti pezzettini, tanti, tanti
de la bellezza sua a lo stato puro.
Se gira, e er calennario, in mezzo ai santi,

cià appiccicati i pezzi più importanti
de 'sta bellezza. E cò 'na stretta ar còre,
stramaledisce l' anni…i giorni…e l' ore.

Ho ascoltato il silenzio
Il silenzio, ho ascoltato,
che mi ha parlato al cuore,
e con flebile voce mi ha pregato
di non fare rumore.

" Per far sì che un pensiero
non si disperda - ha detto -
prima ancora di prendere il sentiero
che porta al tuo intelletto ".

La legna e il suo sacrificio
Arde e scoppietta allegra
nell' antro del camino
dopo che, generosa,
l' anima sua nascosta
da tramutarsi in fuoco
ha fatto uscire fuori.
E al crepitio ritmato
danza la fiamma ardita.
E intanto si consuma
e sfavillando muore
e in cenere si muta,
quand' oltre alla fiammata
si cheta anche la brace,
e lì rimane e giace…
a dar testimonianza.

Inverno a Roma, 2006
Ed eccolo de botto !
Pareva che ciavesse soggezzione
a scenne e caccià via la primavera
che fino a ieri è stata assieme a noi.
Ma poi però, nun ce l' ha fatta più,
chè llì su le montagne er freddo affredda !
Così è sceso pe svernà qui a Roma,
e fà contenti pure li scontenti
che staveno a smagnà pe mette adosso
cappotti e sciarpe nove e li giubbotti…
Ma già ristanno tutti a lamentasse :
rivonno er sole… Ma oramai è fatta,
e nun se po' cammià ! Tocca aspettà…

Stralunamenti
(chi ce capisce arzi la mano !)

Giggi è stato dar dentista
pe er controllo de la vista.
Nunziatina l' artro giorno
ha infilato drent' ar forno
la lattuga cappuccina
sporverata de farina ;
la scarola l' ha connita
cor ragù e l' ha servita.
Romoletto er pescatore
è zompato sur trattore
e è ito a tajà er grano
cò la canna e l' amo in mano.
Gina gira p' er mercato
pe fà lègge er risurtato
de le lastre che s' è fatta,
ma la pijeno pe matta.
Mamma mia che confusione !
E' l' istessa de ogni azzione
che ar Governo stanno a fà,
e che sta a fà stralunà
specie a chi se l' è cercato.
Pe un esempio, ben carzato,
c' è la granne meravija
che già stamo a la viggija
de la TAV*, che, sarvognuno,
'n ce se incacchia più nisuno,
quanno fino a poco fa
tutti quanti ll' a strillà !!
Lo potevano anche dì
che pe faje dì de sì
ce voleva che sortisse…
la "bandana", pe capisse !
Mò pe falla ancora mejo
e rincojonì chi è svejo,
nun sapenno che inventasse
dice…tajeno le tasse !!
E pe quelli più fresconi
stanno a dì che all' elezzioni
ce sò stati imbroji ad arte…
(tant' è vero che llì !! stanno !
ce lo sanno…o 'n ce lo sanno ?).
Ma nemmanco a "scherzi a parte"
cianno tutta 'st' inventiva !
E nun è definitiva…
chè, nun toccheranno er fonno
finchè Lui starà a 'sto monno !!
*Treni Alta Velocità

Due travi di legno.
(ricordi… velati)

Due travi di legno
finirono un giorno
sulla collinetta
e vi salì su
uno che diceva
tante cose strane.
Ne sapevo il nome,
ma i ricordi miei
son come offuscati
da un immenso velo
e non lo so più.

Emozioni…perdute
(ma…è meglio trovarsele mezze nude per strada,
e in ogni momento nude-o-quasi in TV, o….?... )

Quando il vento,
galeotto,
alzava una veste
era un botto…al cuore ,
un respiro sospeso
un momento atteso
di un…belvedere .
Lo stesso effetto
offriva , galeotta ,
la "cinquecento"
che controvento
lasciava scoprire
le gambe tornite
che , disunite ,
uscivano fuori
con mossa…osservata .
Ed ogni spiaggia
era invidiata
pel…caldo contatto
dei corpi al sole
di sirenette .

Ora un occhio curioso
scruta voglioso :
…un pezzo
ed un altro…
e un altro ancora…
L' emozione incalza :
infila la calza…
son sensazioni…!
Finch' è tutta vestita
e il cuore…esplode !
Dalla cabina ora esce ,
mutata : è un "dieci-e-lode"
e l' occhio la guarda…
Lei va…
Lui la segue…
Vuol rubarle di nuovo
una nuova emozione ,
ed immediata , scatta...
l' immaginazione .

Il messaggio
(cosa importa: rosso…nero…
quel che conta è che sia vero !)

Parla, dunque, cantastorie,
che imbonisci chi ti ascolta
con la bocca spalancata
e la mente atrofizzata ;
chiama il popolo a raccolta
e ricama le tue glorie.

Ecco: guarda quanta gente
speranzosa è lì che aspetta
quel discorso preparato
da qualcuno ammaestrato,
e nemmeno lo sospetta
quel che è dentro la tua mente.

Con la faccia insuperbita
o dimessa e tutta pia
lanci accuse all' avversario
e prometti il giusto erario,
il decoro in ogni via,
tanta cura per la vita…

E ricette toccasana
per la crescita e il lavoro,
per sanare le finanze…
E che ascolterai le istanze,
degli Uffici e di coloro
a cui serve una…tisana.

Ma una volta lì sul trono
ti rimescoli le carte
e ti fai voltagabbana.
Ecco allora una campana
che rintocca e spande ad arte
un "messaggio" col suo suono...


Così il popolo è svegliato,
e ritira il suo mandato.

Dentro e fori Monte Citorio.
(da leggere cantilenando)

Volemo la canna, volemo la canna !
Voi dateme er voto che io ve la dò !
Volemo sniffà, noi volemo sniffà !
Voi dateme er voto che ve lo fò fà !
Volemo bucasse, volemo bucasse !
Va bene, così nun pensate a le tasse !
Che bello ! Accosì noi potremo spaccià
più "robba" e più tanto potremo incassà !
Adesso potemo fumà a sprofusione,
e senza probblemi e senza priggione !
Evviva ! Er Governo l' ha fatti contenti
lottanno coll' unghie, lottanno coi denti,
facenno vedé che pe cose importanti
se metteno assieme un po' tutti quanti.
E mò che ha risolto sia coi delinquenti,
oprenno i cancelli, sia cò li perdenti,
facennoli "fa", e coi tanti fetenti
che venneno morte, po' pure avantasse,
e fà un finalone corcanno de tasse
er popolo fesso, fregnone e ignorante,
ar quale n' aveva cantate…ma tante !
E lui ce credeva ! che avrebbe pagato
sortanto er riccone… ma è stato fregato !

E' nata Gaia
Su , ar barcone, e ar portone e pe le scale
ce stanno dei gran fiocchi tutti rosa
pe dì che una pupetta favolosa
è entrata ne la vita cognugale

de Alessia e de Maurizio, che, è fatale,
sò, adesso, lei, la mamma più amorosa,
e lui 'r papà pe cui nun ce sta cosa
più mejo, ner festivo e ner feriale,

che stasse a spupazzà cò Gaia sua.
E se la tiene in braccio e se la culla,
e ha già imparato quanno cià la bua.

E Alessia nu je trova 'na magagna ;
la pia, la strigne e guasi se la frulla
come a un bon frutto dorce che se magna.
zio Armando

Emarginati
… E mò m' attacco sì, m' attacco forte…
Nisuno me se fila: so un "normale";
si me va bene…bene ! e si va male,
pe me so chiuse ormai tutte le porte.

Nu me siringo, e pe 'na malasorte,
so bianco, nun so zingaro, e nun vale
che fo l' amore solo ar naturale.
Né so un profugo, o un condannato a morte.

Nun posso manco dì d' esse un pentito
ché nun so fà er mafioso o er brigatista…
Nu m' ariesce proprio a fà er bandito !

Ma pure a me, bisogna che lo Stato
me facci quarche Legge…quarche lista
ndove pur' io risurto…emarginato !

Un mare di pace
un mare d' amore

(dedicata a Lisa)

La schiuma del mare riposa
sotto una coltre oleosa .
E' un lago che dorme
e non mostra orme
di chi è già passato .
Non si muove un fiato:
c' è un' aria di pace
or che la loquace
e agitata onda
non fa baraonda
e neanche del vento
si sente il lamento .
Ma è in questo frangente
che nella mia mente
più acuta si fa la ferita
da niente attutita
che mi agita e squassa
e in cuor mio ammatassa
ricordi e ricordi
che or sembrano sordi
al mio implorare…
Vorrei , come il mare ,
ridare al mio cuore
la pace che , solo ,
può dargli il tuo amore .

Embeh…!!
Embeh…che si può dire !?
Embeh…che si può fare !?
Embeh…che, non si sa !?
Embeh…che, non si vede !?
Embeh…come si fa !?
Embeh…che ci vuoi fare !?
Embeh…e lascia stare !
Embeh…se è così !
Embeh…e perché no !?
Embeh…che vuoi che sia !
Enbeh…non ci pensare !
Embeh…lasciamo andare !
Embeh…Embeh…Beh…Beh…
Beh…Beh…Bee…Bee…Bee…Bee…
Bee, Bee, Bee, Bee, Bee…BUM !!!

Caro Dante
Quando non si vuol
ciò che si deve
colà dove si puote e non si vuole
hai voglia a dimandare !
---------
E infatti nun domanno e prego solo
che chi comanna possa fa un ber volo !

Cade la neve
(speranza di pace)

Cade la neve
come a livellare
con unico colore
il variopinto mondo .
E sfarfalla e
dondola lentamente e
senza ostacoli
pazientemente tesse la coltre bianca…
Come un segno…
Un segno da osservare…
Un sogno da avverare…

…………………………….

E poi la Pace
copre ogni mente…
Poi la Pace
è una cosa vera…
E poi la Pace
si stende…si distende e tutto avvolge
come un sogno tutto bianco…
come un' immensa epidemia benefica ,
tutta bianca ,
come i capelli dei vecchi .
E tutto il bianco , poi
a mano a mano si colora
con caldi nuovi colori
davanti agli occhi del mondo ,
che riprende vita…
sotto un sole felice .

Letterina di un baby soldato
a Babbo Natale


Per caso mi hanno detto che ci sei
e porti dei regali a noi bambini.
Ho nove anni e i genitori miei
non possono comprarne, poverini.

Perciò ti scrivo questa letterina
per chiederti un fucile più potente
che spari per lo meno un' ottantina
di colpi tutti simultaneamente.

Così potrò ammazzare più nemici
e fare più contento il superiore,
e lui insieme a tutti i miei amici
dirà che mi son fatto tanto onore !

Io sono stato sempre un buon soldato
seppure a volte, un po' soprapensiero,
mi son lasciato andare ed ho pensato
di smetterla di fare il guerrigliero.

Ma mi hanno sempre detto : " E' tuo dovere
combattere il nemico…Anzi, un piacere ! ".
Sarà così : aspetto il regaletto,
e già il leone mi ruggisce in petto !.

L' ultima benedizione
L' odore dell'incenso seguitava
a spandersi intorno al catafalco
ad ogni sbuffo di nuvole leggere
al ritmato cantilenar di catenelle.

Silenzio. In quel momento neanche un canto
nemmeno un pianto; solo, sottovoce,
il mesto pregar del prete, il tintinnio,
e il leggero frusciar dei paramenti sacri.

E ancor così, durante l' aspersione
tutt' intorno, con schizzi d' acqua santa.
E il cuore, stanco, era come ipnotizzato,
affascinato, forse…forse consolato.

E c'eran tanti fiori…e le candele
con le fiammelle dritte verso il cielo.
Come a una festa, ma senza il festeggiato:
ed è a questo pensier che il cuor si ribellava !

Luna
Rischiaravi la notte ,
Chiara Signora
d' un tempo andato :
che superato è ormai ,
il tuo baglior celeste .
Fari e lampioni
la fanno da padroni
e smorzano il chiarore
che , alternativamente ,
diffondi nei due mondi .
Non ti guardan gli amanti
e , appoggiata al nulla ,
muta rimani e pensi…
Forse pensi , chissà ,
al glorioso passato ,
quando ai poeti
inquieti e innamorati
ispiravi poesie
di bellezza sublime .
E tuttavia ,
malgrado il tuo mistero
sia stato profanato ,
ti guardo con stupore
seguirmi passo , passo
in questa notte
comunque fosca e scura ,
ché tu non mi consoli…
ed io non ti consolo ….

Vola la fantasia
Vola , la fantasia…
Speriamo che ritorni !
Non come il tempo
che passa
e non ritorna più .

Caro Macaco
(allo zoo)

Tu dentro
Io fuori
Ti guardo
Mi guardi
Chissà che pensi
Dicono che non pensi
Io penso di sì ,
perché mi guardi in un modo …
Chi dei due
veramente è dentro
Chi dei due
veramente è fuori ?
Poco spazio per te
Tanto spazio per me
tra mille e mille tonnellate
di ferraglie che mi corrono intorno ,
e di fumi dannosi , che mi fanno male…
E dentro, poi ,
settanta metri quadri di stanze ,
e mobili ,
o otto metri quadri d' ufficio :
non è più di quel che hai !
E problemi di soldi…
Di convivenze…
Di amori falliti…
Di sopraffazioni…
Di prepotenze…
Il tuo tempo è lento
Il mio corre veloce
e mi trascina
e non mi da tempo…
Tu mangi la tua nocciolina
tranquillamente
e puoi pensare…
Io prenderò un panino
tra spintoni in un bar :
al massimo penserò
una parolaccia…
che nemmeno dirò .
Stasera non so
che atmosfera troverò
dentro i settanta metri.
Qui tutto è uguale :
ma anche il mio lavoro
Qui state in pace
e vi aiutate l' un l' altro
con le pulci invadenti :
noi le metteremmo
uno addosso all' altro.
Domani sarai qui
di nuovo
Domani non sarò qui :
domani anch' io
sarò nella mia piccola gabbia .

Lo specchio dell' anima
Osservi tutto di te :
le mani…i piedi…
e tutto il corpo intero :
però non il tuo viso .
Non sai del tuo sorriso
o dell' umore nero…
perché…perché non vedi
il viso tuo com' è .

E allora c' è lo specchio
che dice come sei :
com' è il tuo naso
e come la tua bocca ;
se l' espressione è sciocca…
E puoi far anche caso
alle tue rughe e ai nei ;
quanto giovane sei…e quanto vecchio .

Ma l' anima, però, che è trasparente,
non puoi vederla…non la puoi guardare ;
e com' è fatta e quello che sa dire
lo senti solamente .
Però con la tua mente
e il cuor, puoi farla uscire :
coi versi tuoi…con il tuo poetare ,
e vederla, tu, insieme ad altra gente .

Lotta alla droga
Chiacchiereno…E avoja a intervistà…!
La droga, stann' a dì, fa proprio male…
Ma sempre c' e' er saputo che fa : " E' uguale
a chi è che beve er vino…! " e 'n ce vò stà…

Ma er medico se mette llì a spiegà
che er vino fa anche sangue…ma è anormale
che un giovine pe dì siquanto vale
se deve annà pe forza a ruvinà…

Se bucheno e impasticcheno…pe gioco…
E pare che la vita nu' je preme…
La discusione, a vorte, pia 'nche foco…

Ma mai nisuno s' arza a dilla tutta,
e cioe' che co 'ste Leggi tanto sceme
la cosa sarà sempre più e più brutta !

Ché infinacché si spaccio
me ingabbi e nù lo fai si me strafò
me pari er cane mio…giro-girò !

Ninna nanna
(dedicata ad Andrea, bambino)

Questo bimbo
non si tocca
filastrocca
filastrocca

Questo bimbo
è tanto bravo
e non piange
se lo lavo

E' sincero
non inganna
ninna nanna
ninna nanna

Questo bimbo
è tanto caro
generoso
mai avaro

Lui dà tutto
quel che ha
ninna nanna
di bontà

Io gli do
tanto amore
ninna nanna
con il cuore

Questo bimbo
è tanto bello
ritornello
ritornello

Bel nasino
bella bocca
filastrocca
filastrocca

L' angioletto
scende giù
e lo veglia
nel suo letto

Ora il bimbo
fa la nanna
sogna bello
ninna nanna .

La notte
( la speranza )
Senza più luce
né ombre ,
senza più colori ,
tutto copre ,
la notte ,
col velo color notte
uguale e giusto
su tutti…su tutto .
Non i gemiti ,
però ,
che più forti in ogni cuore ,
in ogni anima
si fanno
fino al nuovo giorno .
Dà fiato a' lamenti
ora al riparo
dal fermentare impulsivo
di un vivere irrequieto e rumoroso .
Porta il timore….
Porta la speranza !
pe' un domani più giusto ,
migliore ,
per ognun che spera…
per chi aspetta o sogna
un suo giorno migliore .

a Santa Maria sopra Minerva
(piazza della Minerva - Roma)

Dentro la Basilica

L' odore del tempo
è solo immaginato ,
ché i marmi sagomati di colonne
o quelli plasmati in fisse statue viventi
e le figure sui vetri colorati
che illuminan di fresco la penombra
e sfocano con luccichii dorati
gli ori preziosi sull' altar maggiore
sembrano nascere
il momento che li guardi ,
e nello stesso tempo sembran dire
che non invecchia mai , l' eternità .

Er mistero de la fame
Quarcosa nun funziona troppo bene
immezz' all' ingranaggio de la vita :
a la bontà de Dio , grazzia infinita ,
j' arisponnemo peggio de le jene .

S' affratellamo co chi ce conviene ;
dell' artri che ce frega ! E' 'na partita
che giocamo così…trita e ritrita :
noi s' abbuffamo , e all' artri…solo pene .

Possibbile ?...Sta piega tanto brutta
pò esse che ha attecchito puro in celo ?
Ner senso che ce sta chi ce l' ha tutta

l' abbonnanza che sur monno ce cresce
e l' artri… gnente ! Armeno , ner Vangelo ,
ar povero je dava pane e pesce !

Er fatto , veramente , è ch' er Signore
vorebbe ch' er cristiano , lui , da solo ,
arisorvesse er quibbus… co l' amore .

"Guera !"
In guera ognuno perde , ognuno vince .
Senza fa caso a morti e distruzzioni ,
chi vince è uno che entra ne la storia ;
chi perde vince un frizzico de gloria .

Ognuno che commanna sa convince
er popolo su tutte le raggioni
d' accoppà e fasse accoppà…pe la boria
de nun piegasse a fa 'na sanatoria .

Fratanto vince l' indice d' ascorto ,
fregannose de rispettà chi è morto ,
e in nome de la libbera oppignone .

E appetto a chi se perde l' arsenale ,
gia' l' armarolo conta quanto vale
a rimpiazzà ogni botto de cannone .

Le formiche
(Pace e Carestia)

(piccolo…grande esempio
contro le tante scelleratezze dell' uomo)

Le formiche in processione
come in preda a un' ossessione
vanno e vengono in gran fretta
ché l' inverno…non aspetta !
C' è il caveau che è semivuoto
e che va riempito in toto
di cibarie…e non parole !
per se stesse e per la prole .
Solo quello è il gran tesoro
altro che… le bombe e …l' oro !
E perciò tutte a sgobbare :
non si può filosofare :
non c' è tempo…e il tempo stringe ,
ché il colore già si stinge
dell' estate che c' è stata ;
la cicala…è già crepata…
E in quell' ordine impostato
che nessuna ha mai cambiato
non c' è guerra , né violenza :
unica arma è la pazienza
e la unicità d' intenti :
piccolezze , ma…vincenti !
E così , secondo il piano
è riempito tutto il vano
d' ogni cosa che gli piace
da mangiare in santa pace…
Con la puzza sott' al naso
l' uomo parla…parla a caso…
così, Pace sfugge via…
e troneggia…Carestia .

Il fiore è appassito
Il fiore è appassito.
L' acqua era assente.
Ha bevuto soltanto l' arsura
dei caldi giorni d' estate…
Il fiume è in secca.
L' acqua non e' scesa
dal monte a rimpiazzare
quella volata…bevuta dal sole…
Non ci sono germogli
ma solo sterpi essiccati.
E le rane non cantano.
E i pesci boccheggiano e muoiono.
I prati aspettano trepidanti
gocce vivifiche di rugiada
che anche qualche fiore fortunato
riesce a succhiare…
Cristalli di sale brillano al sole
sulla riva del mare.
Il sale si ammucchia
ed è una fortuna ,
però non disseta…
La salvezza è la fonte …
Bisogna raggiungerla
tra il verde dei bossi
e dei rovi spinosi
sulla montagna .
Sulle sue labbra.
Per non morire…
Per non morire più di così…

Il destino delle parole
La mente le forgia,
le plasma e trasforma,
e le diffonde…
Ma il tutto risponde
all' invisibile guida
che è il loro destino .
Amore, ad esempio,
è legato a Cuore e
il sentimento le sposa
e ne fa un' unica cosa .
E Poeta, a Cometa ,
ché dar luce è d' entrambe
la propria natura .
Paura e Sventura
son l' una con l' altra per sempre avvinghiate .
E la Morte è la Sorte
che spetta ad ognun che nasce e che vive
e che deve !... morire .
Lo stesso Destino
non è forse il Cammino
che è già disegnato…e ognuno lo segue
e tutto…consegue ?
E non ci sarebbe Pittore
senza Colore
ché di questo e con questo vive e si bea .
E Pace ! e' quel che ha chi Giace.
E la Guerra ci Sotterra.
E la Carezza e' come una Brezza
che sfiora la pelle.
E il Mondo e' Rotondo
E la Parola…che fa ?
Vola…e Vola…e Vola…
senza limiti , senza sosta
finché Amore entra in un Cuore…
finché da un Cuore esce Amore…

Il ciuchino scolaretto
Come in tante storie vecchie
il maestro per le orecchie
tira fuori dal suo banco
(pel timore tutto bianco
e col cuor che pompa in petto)
il ciuchino scolaretto
che non vuole andare a dire
la lezione , ché , a sentire ,
non è punto preparato
pur se ha tanto assai studiato .
E gli crescon gli orecchioni
dei somari pelandroni .
Ed in preda allo sconforto ,
co' un sorriso (un po' contorto)
per incoraggiarsi un po' ,
fa : " Maestro…ohibò…!
Pur se studio…non imparo !
Che vuol dir…che son somaro ?..."
Ma il maestro , comprensivo ,
che e' più buono che cattivo ,
lo perdona , e lui promette
e fra se' e se' riflette :
" Un castigo , meritavo …
D' ora in poi … sarò più bravo ! ".

La miniera e il fanciullo
" Lasciatemi…Lasciatemi passare…!
Ché 'l babbo mio ancora sta laggiù…
Son tutti risaliti e…lui non c' è !
Il pozzo l' ha ingoiato…io lo sento :
mi chiama , devo scendere…Gesù…! " .

E dal piazzale fuor da la miniera
il cuore insanguinato del fanciullo
si getta generoso in fondo al pozzo…
nel mentre lo trattengono , lassù.

E passano le ore…E le sue mani
han già scavato tutto il Monte Amiata
e in quella galleria ch' è crollata
il babbo gliele stringe…E si rincuora …

Poi sotto a un plumbeo cielo una campana
rintocca e mestamente da il saluto
a una farfalla bianca che dal pozzo
volando viene e gli accarezza il viso…

Bagnato dalle lacrime , un sorriso
la segue nel suo volo…verso il cielo .

L' inferno degl' innocenti
E' scura , l' aria
e è poco sicura
nel ventre ulcerato
della montagna .
E però non si lagna…
E come se fosse
quello l' unico mondo ,
giù , giù nel profondo
va rassegnato e mesto,
piccone alla mano ;
e più il passo scende
più il cuore va su…
E per ricordare
la luce di fuori ,
un lume ha per fendere
il buio profondo
a cercare il suo pane
per lei e un bambino
che, il proprio destino
ha già nelle mani :
il tunnel…il pozzo…
il caldo asfissiante…
il sudore annerito…
il senso di morte…
il " nome del padre "
senza unghie alle dita…
il sorriso mancato
e un' età senza tempo…
il cielo nascosto…
che saran la sua vita…

L' Estate
L' Estate sta annà a mettese a riposo :
saluta le città , li monti , er mare ,
e er celo , che diventa nuvoloso ;
se pija er callo , se ne va , e scompare…

Er sole ce diventa permaloso ;
vorrebbe ancora stà , e così riappare
pe potè dà 'no sguardo caloroso
a tutte le campagne e a ogni filare

e a la paja , rimasta 'ndove er grano
pareva un mare d' oro e , schizzofatto ,
comincia a spegne er foco a mano , a mano…

E all' omo , poi , che gia' se l' e' scordato ,
je fa ammiccanno tutto soddisfatto :
" Ma l' hai capito , SI !? , chi cacchio è stato ?! "

Viaggi della speranza
Oltre i confini…oltre l' orizzonte
mi porterà per mare il mio Caronte
quale anima dannata di una terra
dove c' e' fame…dove si fa guerra .

Il piede metterò con riluttanza
nel tuo paese ricco di…abbondanza ;
cogli occhi bassi ti offrirò le mani :
sola speranza d' ogni mio domani .

Settembre
Tintinna
la pioggia
che cade copiosa
e il sole riposa
cullato
là sopra la coltre
di nuvole grigie
e sogna beato
la prossima estate,
le belle giornate…
E intanto, pian piano
si fa trasportare
dal vento, lontano…
E rotola e rotola…
e tutto si fredda :
anche un amore
da poco sbocciato…

A Oriana Fallaci
(tante facce per ogni verità )

Moderna Cassandra,
le umane verità han tante facce…
e ognuna è farcita d' un qualche delirio…
Di facile scelta…
di difficile scelta….
Tu hai scelto una faccia difficile ,
contraria…non di moda…
ma non men vera in certi aspetti ,
pur coi suoi difetti e i suoi deliri,
come ogni altra ;
come quelle che altri
intendon vedere prive d'ogni delirio,
indiscutibili…inappellabili…
Davanti a verità tanto ostinate
lontane dalla faccia di mezzo ,
quella piu' al di là , t' era rimasta…
E l' hai gridata con forza
con la tua voce scomoda
irritante e irriverente
urlata al vento
e al buonsenso di menti libere…
che ieri ha cessato di dire…
Improperi , dicono ,
pazzie , dicono ,
eresie , dicono ,
istigazioni…dicono color che a senso unico
vorrebbero mandar le verità ,
e dicono del danno dei tuoi scritti
troppo letti , seguiti ed ammirati ,
troppo pieni di troppa Libertà
fuor dagli schemi… da imporre , o già imposti ;
troppo coraggiosi nel dire all' incontrario ,
ché il Vero tuo discorda
dal Vero , dicono ,
dell' ufficialità…
Ma fuor dall' "onde" potenti ,
quei tanti milioni di libri letti…divorati…
voglion dire quel che nessuno , sembra ,
abbia il coraggio di dire .
E intanto e' costretto a chieder scusa
"chi" per la pace spende parole di persuasione…
maliziosamente recepite quale terribile offesa …

C' è un nido
C' e' un nido :
dentro c' e' un grido:
" Mamma…! La pappa…! "
E il beccuccio si riempie
di un piccolo verme
che inerme
grida in silenzio
il dolore…lo strazio…
L' uccellino ora e' sazio ,
e in quel nido si canta.

Nostalgia
Ti sento
Avverto la tua ombra
Mi spii
E come un felino
ti appresti a saltarmi alle spalle
per mordermi
e lacerare il mio cuore
appena mi distraessi un po' ;
ma cuore e mente
fingono
di non vederti
per tenerti lontana…
Però intanto s' affollano
e già li sento bussare
i ricordi…ogni cosa passata
E pazienti aspettano
di entrarmi dentro…
( … o di uscirne fuori…? )
E sta all' erta
il mio cuore ,
in difesa ,
già immaginando
quanto soffrire
quanto dolore
sapresti portare .

Omaggio a Verdi
Sull' " Ali dorate "
volan le tue note
a riscaldare i cuori
nel mondo ,
che il genio tuo fecondo
ha concepito immortali .

Con tatto
Con tatto
Ti tocco
E stabilisco il contatto
E della tua pelle
Ogni anfratto
Accarezzo…
E tocco le stelle !

E' il tuo…ricatto .

Brutta megera
Creata dal male , orripilante creatura ,
pauroso insieme di sbiancate ossa
piu' ti disdegno e piu' mi ronzi attorno
come fastidioso insetto schifoso ;
raccapricciante metamorfosi
disgustosa e puzzolente , ma vanitosa
ti presenti improvvisa come cercata ospite ,
maledetta !
E invece…perfino , verrai al mio funerale
brutta vecchia megera
coi buchi negli occhi per non vedere chi miete
la falce roteante precisa e impietosa ,
e porti sconforto con capezzoli indegni …
e senza pudore assisti al finir d' una vita
mentre la luna scopre il malcelato ghigno
avvolto nel nero cappuccio del tuo mantello nero .

Radici
L' ulivo ha messo le radici
sulle pendici
della collina .
Gli steli del grano
l' han messe nel piano
che tutto s' indora ,
e i pioppi d' argento
sui bordi freschi
d' un' acqua corrente :
un fiume…un torrente…
E la vite le affonda
dove il cibo abbonda
pe' appender numerosi
i grappoli…vinosi .
La Storia
nel tempo passato ,
e il Futuro
nel vuoto ignoto
dell' incertezza ,
e la Pace
nelle sabbie mobili
di pensieri insani ,
di teorie ignobili -
diffuse con destrezza - .

Davanti al ritratto di mia madre
Ecco….
Tutti ! Son ancor pieni
i miei sensi , di te
come una volta…
e come l' ultima volta
quando ti accarezzavo
come mai
in tanti anni , prima ;
forse da bimbo…
Ma le tue le ricordo :
colme di dolcezza ,
tante da sommergermi…
E anche i rimbrotti
e i momenti severi , tutti !
Anche quando ero più alto di te .
Che fatica a starmi dietro !
Quante fatiche…quante pene !
Tu da sola a battagliare
coi quattro maschi , più uno .
Quante…quante…quante…quante…
quante cose ricordo e vorrei dire…
Sei bella , ti dico ,
eri bella ,
coi riccioli e il rossetto e gli orecchini…
Sei ! bella ,
mio primo amore ,
nel viso e nel cuore
nei tuoi sentimenti ;
quando vieni a trovarmi
a volte , nel sogno .
Poi che con quattro sussulti
come il saluto a ognun dei quattro figli
sei volata a riabbracciar chi t' aspettava :
il tuo Mimì .
E sai, quel che mi lega
a te più d' ogni cosa
e' una parola , il nome tuo ,
che semplice , è
nella sua grandezza :
mamma .

" Si scopron le tombe…"….
… E da le fosse tutte scoperchiate
co 'na gran rabbia addosso che 'n se sa
a una a una l' ossa scarcinate
mò stanno a venì fora in libbertà

pe dì la loro su le gran boiate
che in tanti…in troppi stanno a comminà
scordannose le lotte insanguinate ,
e che la vita ! j' ebbero da dà

pe avè una Patria tutta quanta unita
e senza più l' inghippi e prepotenze
de gente forastiera …! E mò…è tradita !

Co più de prima tanti "staterelli "
ndo ognuno pò inventa' le…competenze ;
e all' " invasioni " j' apreno i cancelli !

E datosi che 'n vonno stà a sparà
quell' ossa s' arituffeno schifate
tre metri sotto tera e , inturcinate ,
mò stanno a penzà a come riparà !

E tramano….magari de…vota' …

A un pluriassassino carcerato
( capobanda della uno )
(24 trucidati tra l' 87 e il 94)

Ognuno che ciavesse quela faccia
d' annà a 'mmazzà la gente qua e llà
- perchè je gira…pe potè arubbà -
più peggio de quarcuno che va a caccia ,

sarebbe solamente una bestiaccia
da prenne , da legà e d' abbruscià
e avrebbe solamente d' accettà
che uno vò azzeralla a sta minaccia !

E invece t' hanno solo incarcerato…
E mo' te metti a sbannierà 'na Legge…
E voi sortì…voi esse perdonato…!!!!!

Te sei pentito , dichi…E l' ammazzati…?!?!?
Nun c' è cavillo o pianto che pò aregge !
Stavorta armeno pure i maggistrati

nun se sò fatti pià da…mode strane…
Amico mio , voi esse scarcerato ?
Mbeh…fai sortì li morti da le…tane
e da la tana tua sei libberato !

Sinnò…llì stai…e fai er…giustizziato .
Sò dodici anni che stai llì ingabbiato
e già voi sardà er conto…ma hai contato ?
sei mesi solo pe ogni trucidato !!!!!!!!!!!!!!

Bandiere di Pace
Non m' accarezza piu' lo sventolìo
dei bei colori dell' arcobaleno
che ornavano le strade e i davanzali
come a gridare : Pace ! Pace ! Pace !

Non sfilano piu' madri e padri e figli
per vie e piazze con trepidazione
a dire Basta ! Basta ad ogni guerra !
A chiedere il ritiro dei soldati…

Adesso tutto tace…C' e' la Pace ?
Macche'…! Adesso che si rischia grosso
son mute le coscienze…e anche le lingue
ed anche le bandiere colorate…

Adesso tutto tace…Niente accuse…
La morte potra' prendere i soldati
I costi…quali costi…?! Ah ! pardon !
Un cambio di Governo…Tanto , basta

per dire bene a quel ch' era un gran male…?
ed a spedire il numero piu' grande
di gente in arme a stabilir la Pace
laddove Pace la chiamavan Guerra ?

E ripagare i morti che verranno
a chiedere : " Perche' la vita , prima ,
valeva cosi' tanto e adesso niente ?
Morti eravamo e…morti ancora ! siamo…". ??

Qual' e' il diritto che qualcun si arroga
di dare il suo colore anche alla morte ?
e dice : " Ora si spara e puoi morire…
che' il cambio della guardia…ormai c' e' stato ! " ??

La morte e' nera . E sempre ! Anche quando
e' colorata di celeste e bianco .

" Tana libera tutti ! "
Parole di magia
gridate in allegria
a un gioco del passato
da noi ragazzi…allora …
Che mai avrei pensato
di risentire ancora
da ultra cinquantenni
per dire : " …a la malora…! " .

Filastrocca in…libberta'….
Tutti i ragni so' ingrugnati
perche' er Granne Caporagno
pe' decreto l' ha forzati

a rimette in libberta'
quell' inzetti intrappolati
bell' e pronti da magna'…

Mo' l' inzetti libberati
che so' su i quindicimila
se li so' bell' e magnati

ai bei ragni tessitori :
che insettacci brutti e ingrati…
l' hanno pure messi fori !

Prima tutti a reclama' :
quanti strilli…quanti cori…!
Tutti a di' : " Nun s' ha da fa'…!

Tanti inzetti lazzaroni
nun se ponno libbera'…! ".
Nvece mo' so' tutti bboni :

fili e tele…lavoroni !
sfettucciate…! e…tutti a spasso !
a fa' piagne i ragni bboni !

Sembrerebbe 'na commedia ,
ma pei ragni , piu' fresconi !
e' sortanto 'na traggedia !

Bevagna
Bevagna bella dei sapori antichi
con San Silvestro, Domenico e Michele
la fonte in piazza presso il Podesta'
sei scivolata nella modernita'
cosi'...senza scomporti , come vele
sul lago della storia , e mai smollichi

la pietra che e' tua forza e tua cosmesi
di case , piazze e vicoli cortesi .

Paese mio
Te ritorno a vede' mentre la neve
che scenne sfarfallanno giu' dar celo
imbianca tetti e strade , e mette un velo
ar campanile antico de la Pieve .

Davanti a sto scenario de maggìa
che nun vedevo piu' da tanti anni ,
de botto me dimentico l' affanni
e dentr' ar core m' entra l' alegria .

Quanti ricordi e quanta nostargia
der tempo de quann' ero ragazzino
me sento in petto mentre m' avvicino
a la casa che mo' nun e' piu' mia !

In quela piazza indove so' cresciuto
de me nun s' aricorda piu' nessuno ;
nun trovo tra la gente manco uno
che se ferma e me dice " benvenuto" .

Allora guardo verso er Camposanto
ndo' papa' e mamma fanno er sonno eterno ,
innarzo 'na preghiera ar Padreterno
e l' occhi me se veleno de pianto .

Guerra !
Buummm !....Buummm !....
Agrodolce di pirite e sangue…
Buummm !!....Buummm !!...
Ammazzato…Annientato….Annullato…
Buummm !!!... Buummm !!!...
……!!!!! ….!!!!!!!! …. !!!!!!!!!!!.….
Tutto … cancellato…
Men che l' orror per quel che resta ,
e il pianto senza voce
nel cuore e sulle tombe
e croci senza nome ,
e il rumor di bombe
che le grida han nascosto e il loro strazio .

Dolore
Lacrime
Calde e dense
Lentamente
Scendono
Come lava bollente
Nel sordo tumulto
E muto
Del cuore.

Dissipa
Il vento
Le nubi su in cielo :
Il sole riappare…
Svanisce il grigiore .

Chi !
Dissolvera'
Il mio dolore ?

Lippiadi 2 - Italia , Mondiale !
(dopo la Germania , anche alla Francia riesce difficile digerire…) anche a livello di FIFA .
Questa poesia vuole riflettere questo particolare aspetto
di un Campionato che e' e restera' nella storia tutto AZZURRO
come il mare e il cielo…)

Nell' arena de Berlino
visto che 'n ce so' li tori
quarchiduno se improvvisa
Gran Cornuto e vo' fa' fori
chi ha tirato quer pallino
co' la coccia sua de ghisa

infilannojelo in rete
e facennoje rimpone
li chicchìrichi' gia' pronti
a ogni singolo galletto
pe' er pareggio maledetto !
Cosi' va a chi 'n fa li conti
co' chi e' 'r vero Gran Campione :
cari Galli , e che volete…!

Addrizzateve le fette (*)
che' magari po' aiutavve
coi rigori…un' antra vorta…
E poi fate che lli' in porta
ce stia chi ve po' sarvavve …
Ma 'n cercate le vendette !

Su Berlino er celo e' … Azzuro !
E la Coppa e' tutta d' oro ;
Lippi ha vinto er Campionato :
tutt' er monno cia' guardato…
Chi lo vo' ce po' loda'
e chi proprio 'n ce vo' sta',
mbeh…so' solo cacchi loro :
se pijassero er bromuro :

pure certi della FIFA:
che s' e' visto…nun ce tifa .
Ma i Mondiali semo noi
che lo voi o nullo voi !!
(*) piedi

Lippiadi 2006
Lippi e li giornalisti .
C' e' sempre chi je vo' inzegna' er mestiere
e scrive e dice un monte de frescacce
capace solo a faje le boccacce
speranno de cantaje er miserere .

So' imbrattacarte , so'…Che giornalisti !
So' chiacchieroni a uffa artro che scene !
E mo' che i risurtati se so' visti
chissa' si la vergogna…li intrattiene ?

Italia-Germania: 2 - 0
Ai giornalisti tedeschi .
A Crucchi birraroli e patatari !
Che c' e' da di' su pizza e spaghettate ?
Semo i piu' forti e ve l' avemo date…
Mannate giu' 'sti du' bocconi amari !

E un' antra vorta nun ciariprovate
ad insurta' co' fischi vergognosi
quell' Inno che , magari , ce invidiate…
Che', voi ! l' avete messi su , i tifosi !

La squadra . E la poesi-cronaca.
Zambrotta , Cannavaro , Materassi ,
attenti che er pallone nu' ortrepassi
la porta sacra indo' Buffon er Granne
te blocca tutte quelle scoribbanne
de chiunque ce vo' anna' a imbuca' er pallone .
Camaranesi , e poi , in sostituzzione ,
Iaquinta , e Grosso insieme co' Perrotta
cammiato co' Del Piero quanno scotta
er fatto che pe' un palo e 'na traversa
che stanno cor nemico (e nun se schersa…!)
quer zero a zero nun va su ne' giu' ,
sippure che Guttuso , Pirlo e Totti
e Toni , che coi crucchi ormai stracotti
er giro l' ha passato a Gagliardino ,
so' stati a core ed a inventa' un ber gioco .
Ma quanno che a fini' mancava poco
c' e' Grosso che impazzisce da la gioia :
che' Lehmann 'n po' fa' artro e percio' ingoia
er primo goal , che , pe' nu' resta' solo ,
fa in modo che Del Piero imbuchi ar volo
all' urtimo seconno lo schiaffone
a chi faceva tanto lo spaccone !

Il coro silenzioso
E' ancora caldo
il cielo chiaro , quando
l' ambiguo giorno
e' pronto a dare il passo
a quel che gia'
e' in palpitante attesa
oltre le quinte .

Son pronte l' ombre
mentre il sole sbiadisce ,
e vaga in cielo
un accenno di luna
che tra le stelle
va gia' a posizionarsi
per il gran coro .

E poi comincia…
il canto , silenzioso ,
fatto di luci
che solo il cuore , sente ,
e il Gran Maestro
guida la notte intera
senza bacchetta .

Er rimedio
(l' amore in…pillole)

E' un po' che er Sor Bastiano batte fiacca ,
e nun c' e' verso de vedello smove
( che so, perche' magari se commove )
nemmanco accosto accosto a na patacca .

Cia' un sacco de ricordi e ce s' attacca ,
che'…nun po' sta' a vedesse appennolone ;
ce rosica , e 'n ce sta a capicce un' acca :
com' e'…si e' stato sempre un gran chiavone ?!

Ma eccote ariva' 'na passerina
che je fa , dice : " Embeh…po' capita'…
Nun e' che poi sia tutta 'sta ruvina !

Da adesso nun farai mai piu' 'na magra ,
che' cio' er rimedio adatto a fa' ingrifa' :
sarebbe…io in perzona , e questo : er viagra ".

Ecologgia
Cor verde e l' ecologgico , oggiggiorno
er monno e' piu' pulito e ce fa effetto
a vede che c' e' tanto piu' rispetto
pell' omo e tutto quello che cia' intorno .

Pe' ogni parte c' e' tutto un gran ritorno
ar naturale e a un amore schietto
pell' arberi , le bestie , e pe' ogn' insetto ,
dovunque e sempre…giorno dopo giorno .

Se bada a tutto : pure a cammia' er nome
ar monnezzaro : e' tutta un' antra cosa :
mo' e' ecologgico e sona bene eccome !

Mo' la cacca de cane pe' ogni via ,
che s' attacca a le sole e e' stommicosa
che te credi ched' e' : e' ecologgia !!

Ingenuita' d' un cane
Ma sicche robba…! In meno d' un minuto
ner core a famme la villeggiatura
s' e' operto lo sportello a la vettura ,
l' aria m' ha 'risucchiato , e te saluto….!....

Mo' indo' se trovera' er padone mio ?
Poraccio…me s' e' perso a quell' incrocio…
E io sto qua cor sole che me cocio ,
ner mentre lui me cerca , santo dio !

Sto steso da un par d' ore sur catrame
e 'n c' e' un cristiano che me da un passaggio…
Me tocca a fa' la fine d'un randaggio ?!
Possibbile che l' omo e' tanto infame ?

Er bonsenzo
Sta a scompari' dar monno piano piano .
Lo sta succhianno via 'na qualche strega
cor un malocchio dar cervello umano
per ammischiallo cor chissenefrega .

Pe' fa' un esempio , puro si e' un po' strano ,
c' e' che tra l' omo e er cane , nun se nega ,
qua chi e' piu' amato e' lui : bassotto o alano…
e cia' la protezione de la Lega .

Nun e' che mo' uno vo' sta' a fa' quistione ,
ma ce sta gente cor terore addosso ,
e a vedelli je zompa la pressione…

Basterebbe er bonsenzo de capi'…
Ma troppe vorte stamo ar paradosso :
senti ieri si che ho sentito a di' :

" Ma nun fa gnente…e' un pupo…E' lei che e' strana !
Nu' mozzica…lui vo' gioca' collo' osso :
lei e' tutt' ossa…e' chiaro che la sbrana ! " .

La pace trovata
Il mare e' stanco…
E disteso supino
guarda la luna
che si specchia e inargenta
quel fresco riposo .
Racconta una storia
che stanno a sentire
i pesci curiosi …
in silenzio sospesi…
Era stato agitato
Ora dorme
E la luna
si copre d' un velo ,
per non disturbare…
Il cuore si placa…
E in quella quiete
scura e totale
ritrova i colori
d' una cercata serenita' .

Signora Romania
(parenti da parte di…Roma)
Dedicata alla Poetessa Romena Marilena Rodica Chiretu

Non ti conosco…
ma gia' ti sento mia
Signora Romania .
La voce tua la sento
nei versi dei poeti
e la malinconia dei canti
che va portando il vento…

E tra le nebbie
che velano i ricordi
la liberta' ancor mordi…
E cupe fantasie
la Transilvania muove
li' dove son piu' fitte…
E notti insonni celan
e voli misteriosi…
tra case col cappello
serene ed austere .

Un di' trafitta
dall' imperiale daga
d' antica parentela
mi parla il tuo idioma :
che come il mio discende
da quella luce vivida
e grande che ha inondato
il mondo intero : Roma .

L' urtimo Campanaro-a-mano
Chi je la sona la campana a morto
a Menco che , poraccio , se n' e' ito ?
Ce sonava da anni lli' in quer sito
pe' celebbra' la culla e lo straporto .

Era da mo'…! Che camminava storto ;
ma lui pareva sempre divertito…
Din-Don-Din-Don…! E quann' era avvilito ,
cosi' : Din-Don…! Chiedeva a Dio conforto .

Sentite…! Le campane fanno festa
pure si noi qua stamo tutti in lutto :
chi po' sona' , si manco uno ne resta

de Campanaro-a-mano ? Proprio quelo
stesso sono , e se sente dapertutto…!
Ma…e' Menco ! che le sta a sona' dar Celo !

Na moje d' oggi ar marito
" Appena che me svejo la matina ,
si proprio me voi fa' 'na cosa fina ,

prima de tutto nun devi fa' caso
a le creme che cio' sull' occhi e ar naso .

Preparame er caffe' , come me piace ,
cor maritozzo e poi lasseme in pace ;

vojo sta' a letto un antro quarto d' ora :
hai da capi' : so' una che lavora !

Famme trova' la machina ar portone
pe' quanno sorto , doppo colazione .

Quanno torno , la sera , te preparo
pe' svojatura , quarche piatto raro :

come li pmmidori a ojo e sale ;
pochi , pero', sinno' ponno fa' male .

Oppuro un ovo co' la mozzarella ,
cosi' che…me mantieno tutta snella ! ".

La promozzione
(raggionamento d'un somaro)

" Che so' la promozzione ? la cariera ?
- se stava a domanna' 'n poro somaro -
Vordi' ch' er fatica' e' un po' meno amaro ,
sippure sgobbi 'na giornata intera !

La cosa se po' di' in de 'sta magnera :
che si pe' caso ciai 'n padrone avaro
magna' un po' piu' de biada e' assai piu' raro
de quanno te s' avvera 'na ghimera .

Sarebbe a di' ch' e' un bell' apprezzamento
che se dovrebbe fa' a un somaro svejo
pe' aringrazziallo e fallo sta' contento…

Perche' , famo a capisse , piu' lui sgobba
e piu' ar padrone j' annera' piu' mejo …
Ma lui se ne strafrega…sicche robba !

A lui je cresce er conto e a te…la gobba ! ".

Invidia
Peste dell' anima
Crogiuolo di mali
Verminosa essenza
dell' esistenza…
Diffondi la puzza
d' un marcio che bolle
e nauseante
fermenta
e come cancrena
ti morde e tormenta .

Montagna che frana
sotto il piede audace
Pensiero capace
che volatilizza
Bellezza accecante
che piu' non attizza
Successo esaltante
deriso e schiacciato
Ricchezza fallita…
i demoniaci bàlsami
son per la bocca
di bava
e del bieco sguardo
di un viver meschino .

Piu' sei incapace
e piu' ti alimenta
la grossa tormenta
che il cuore e la mente
ti stringe furente ...
E mascherata
di falsa giustizia
imprechi pregando…
E fine ingloriosa
d' ogni fortuna
(intendo d' altrui)
tu vai velenosa
e blasfema
senza fine invocando .

Il primo dispiacere 2
(la macchia sulla letterina di Natale)

Cade
La goccia
Nera
Sul foglio azzurro
Della letterina .

Calda
Sgorga
Una lacrima
E sulle promesse
Si spiaccica
Come sigillo
Di rara nobiltà.

L' Opera Buffa
(quann' er toro dice cornuto all' asino)

Se sa : l' "Opera Buffa" ce fa ride
perche' cosi' ha da esse…ed e' normale…
Ma ar dunque pure qua tocca a decide
si c' e' da ride come a carnevale :

cioe' 'r Tizio ce vo' uni'…o ce vo' divide ?
Che'… i dispari ce fa la paternale
pe' esse bboni e nun volecce male ,
e i pari dice : " Tocca a suddivide :

li Rossi li tenemo pe' folclore
e i Verdi stanno lli' 'n mezz' ar miscujo
pe' daje un po' 'na nota de colore …

Quell' antri ponno pure anna' all' inferno
co' lo schiavizzatore …giu'…ar bujo !
a parte quanno serve su ar governo

pe' concerta' su quer che tocca a fa'…
Poi ce sto io che ho vinto 'sto ber terno
e che nun vojo…famme arifrega'…! " .

E avoja a di' : " Ma… Sorbole…! E' inventato…! "…
che' 'r teutonico ha bell' e confermato !

Tutt' er cucuzzaro .
S' e' preso tutto quanto er cucuzzaro
e co' un soriso …certo…proprio quello…!
ha incominciato a dì : " Mo'… concertamo
pe' nun anna' a fini' 'n mezz' ar macello ;
cosi' da qua…davero nu' schiodamo…! …
Speranno che 'n se...'ncacchi pe'…lo sgaro !..."

La faccia sua l' aiuta…proprio quella…!
a rivorta' ogni vorta la frittella :
che prima spara…e poi : "… La communella…!!! " .

Botta…e… risposta .
Iersera s' era tutto annuvolato
e stamatina oprenno l' occhi ho detto :
" Chissa' si oggi er sole ha decollato ? "
Macche'…! Un griggiore…! Pare pe' dispetto !

Ma che mme frega : m' arinfilo a letto ,
opro er TV e m' aggusto un ber firmetto !  

Riammazzamoli…!!
(e' un sonetto del '90: niente e' cambiato, salvo l' ultima strofa, aggiunta).

Poracci ! Moro e er General Giorgieri
e tutti l' antri cristi trucidati :
prefetti…giudici…carabbinieri …
caduti come in guera li sordati !

Gni vorta se ne parla seri , seri ;
se piagne…l' assassini so' acchiappati…
Ma er doppo e' sempre pieno de misteri :
quarcuno … li vo' sempre scarcerati .

Te dicheno : " Perche' ce sta 'na Legge
che permette de fa' 'ste cose qua…" .
E no ! mio caro amico…E no…! Nu' regge !

Che' qua chi e' piu' assassino e' er maggistrato ,
che mettenno l' aguzzini in libberta'
riammazza er morto... ch' hanno gia' ammazzato !

E si nn' e' 'r maggistrato , e' un deputato ,
oppuro quarchiduno der Senato ,
oppuramente…er Capo de lo Stato !  

Santa Rufina
(presepe di Rieti)

Disteso nella valle in mezzo ai monti
t' abbeveri d' estate alle sorgenti ;
d' inverno ti ricopri col mantello
tessuto coi leggeri fiocchi bianchi…

In piazza c' e' il vociare delle feste
e mani che si stringono in saluto
tra chi qui passa i giorni e chi ogni tanto
ritorna a respirare i suoi ricordi .

E Terminillo vigila e ripara
le case tue dai venti troppo forti
e in piu' Maria del Popolo e Rufina
respiran su di te… il loro amore .

E l' aria di Castagni , Quercie e Faggi
purifica e profuma il cielo e il sangue
qualora su a Ficocchio in giu' t' affacci
ed incantato resti li' a guardare…

Cittaducale appare incorniciata
da un cielo blu e montagne verde intenso ;
e allora con in bocca una castagna
un tuo pensiero che si fa preghiera

va in volo verso lei , Santa Rufina :
che vegli su di te quand' entri o esci
da la Via Aia …Lei che , oltre che vostra ,
e' anche di Siviglia , la Patrona .

A Natale per te e su te risplende
la stella piu' lucente : la Cometa
e tu , paesetto bello , ti trasformi ,
magicamente…nel piu' bel presepe .  

Certezze…Incertezze…
(quanno l' abbuso e' in….uso….)

Manco er padre , e' risaputo ,
po' esse certo…E nun discuto :
e difatti tutti quanti
so' d' accordo…pure i santi…

Quello che nun se capisce
e che proprio me stupisce
e' che un goal fatto o mancato
com' e' stato sentenziato
quello E' ! E quello resta !
si accosi' s' e' messo in testa
chi ar momento sta a 'rbitra' …
Poi avoja a " smoviola' " :
strilli solo pe'…strilla'…!

E poi certi maggistrati ,
pure si se so' inventati
de fa' pelo e contropelo
co' quer massimo de zelo
che…piu' che de di' : " dovere "
se potrebbe di' : "potere " ,
nun se ponno sospetta'
de strausa' l' otorita'…

La certezza…! La certezza…!...
Ma nn' e' mejo un' incertezza
che je po' spunta' un po' l' ali ,
visto che nun so' speciali
ma so' solo dei…mortali
e fa' si' che onnipotenza
je diventi…penitenza ?!

Ma la sola cosa incerta
e' la pena…pe' 'na scerta…,
e la sola cosa certa
e' la porta…sempre aperta !   

Codice da… Verita' Vera !
(altro che "Codice da Vinci" !)

(Dan Brown e' diventato ricco e famoso col suo "Codice da Vinci" …
E se qualcosa di altrettanto irriverente fosse stato scritto e filmato su un dio di qualche altra religione ? C' e' da inorridire pensando alle conseguenze …! Allora e' probabile che anche la nostra opinione pubblica avrebbe gridato al blasfemo…O no ?! Ma io riporto tutto al giusto verso, perche' io so davvero come effettivamente andarono le cose. Diventero' anch' io ricco e famoso?).

Nun e' pe' mette er solito bastone
nfra le rote , cosi' come se dice ,
ar tizzio che mo' sguazza strafelice
in mezzo ar grano che da gran vorpone

ammucchia a sfotte Chiesa e Religgione
co' pure er gran Leonardo pe' cornice
dicenno co' la Casa sua Editrice ,
che Cristo se sposo' e c' e' un' allusione

perfino ne la Cena der Da Vinci :
beh…! Quello fa er saputo ma e' ignorante !
e pure tu ! si leggi e te convinci !

Perche' la Verita' e' ch' era finocchio * !...
e Maddalena … un modo assai carzante
pe' 'n fa' capi'…Percio' …attenti e…occhio !

E poi … 'n cianno' pe' gnente quella sera
a fa l' Urtima Cena , Maddalena ,
che' stava a batte…! E questa… e' storia vera !

(* Eh…! Congettura per congettura : non stava forse sempre con quei maschioni degli apostoli ? )
(viva la " liberta' " di dire tutte le…cazzate possibili e immaginabili ! Troppe !...)  

La miccia…dentro .
Il filo dritto e liscio piano piano
Si tira un po', si accorcia e un po' si arriccia
E si prepara a trasformarsi in miccia
E addosso senti un non so che di strano…

E passa un giorno , e due , e tanti ancora
Finche' si sfila tutto e poi si spezza
E il dubbio che covavi ora e' certezza
La miccia esplode e un gran dolor ti accora

Vedro' di nuovo sorgere l' aurora ?  

Pa-ta-pa-ta-punfete…. !!!
Era ora !!!

(non bastavano gli scandali dei fondi…sfondati
delle Societa' Sportive…i fallimenti…le ruberie…
Adesso e' il momento dei risultati…addomesticati…
Ma quanto c' e' ancora che…ancora non si sa…?
E quando scoppiera' lo scandalo di stipendi e ingaggi ?)

Che ruzzolone giu' pe' quella china
appresso a quer pallone
che stava ruzzolanno giu' da mo'…!
facennose piu' zozzo a ogni partita…
" Ma chissenestrafrega…! "
facevano i Signori onnipotenti…
" E chi ce po' tocca'…E chi ce fa gnente…!
Er monno va cosi'… perche' e' rotonno…
E' come di'…er pallone !
un carcio e quello gira…gira…gira…
e er monno fa cosi'…un carcio ! e gira…
Abbasta a piallo bene ar punto giusto
e…er goal e' assicurato ! "
Ma quer pallone ammo' s' e' vendicato :
e' ito a fini' drent' a un pozzo scuro
e lli' s' e' trascinato tutt' er marcio :
li granni dii der carcio
e tutto er ber contorno de ruffiani
e poi j' ha acceso un faro dritto in faccia ...
A fa' i raccattapalle…! ma in mutanne… !
Cosi' bisogna annalli a fa' fini' !
Nisuno escruso: Capi…Sottocapi…
e i Giocatori e i Favoreggiatori…
Sinno' er pallone tonno e maledetto
continuera' a inzozza' chi je sta attorno :
na paggina se chiude
ma un' antra o prima o poi se riaprira'
piu' zozza e piu' schifosa ,
che' in mezzo a la zozzura
all' omo piace tanto a ruzzolasse
per inzozzasse come e piu' d' un porco !
E tu , tifoso , ridi…e piagni…!...Invano !  

Il bombardino
(a mio padre)

Pom-pom…
pom-pom-pom-pom-pom-pom…
Fioriva tra le labbra
il suon del bombardino
che al tempo suo suonava .
E su dal cuor saliva
e in viso si vedeva ,
sottile ,
un canto ,
come da lontano…
Radioso lui sembrava
e il suon si mescolava
a quello acuto e forte
metallico e raschiante
di sega e pialla
su cui il pesante legno
andava a modellar ,
che le callose mani
tenevano contente ,
e tanta segatura
facevano volar
e trucioli schizzar
con forza indietro .
A sera , stanco
e tutto impolverato ,
prima di salir batteva forte
le scarpe sue marroni
e a mano spolverava
lo spolverino grigio
e quel cappello fatto di giornale
e alfin soffiava il naso .
E poi saliva …
la tinozza di brace tra le mani ,
lasciando la maestria
e il buon odor di colla
e il martellar sui banchi da lavoro
dei bravi falegnami ,
e creando invece con la fantasia
la favola che sta per raccontare
a la nidiata sua…da addormentare .  

Crisi energetica
(rimedi…)

Piu' stamo e piu' er petrojo costa caro
e i pozzi stanno pure pe' asciugasse
percio' la scienza deve da industriasse
a fa' ogni cosa pe' sarva' er denaro

(ch' e' quer che conta in de 'sto monno avaro
pe' cui la gente e' pronta anche a 'mmazzasse) ,
cioe' trova' un quarcosa che costasse
de meno e fusse pure meno raro .

Nu' mme n' intenno…ma ciavrei un' idea :
facioli…! Si'…! facioli in abbonnanza
pe' opri' le porte a tutta un' epopea

dell' energia pulita e a bon mercato :
magnamo ! e dopo…fora da la panza
sottoforma de gasse , deodorato

co' un marchingegno… e poi intrappolato ,
compresso e pronto all' uso…Coll' inchino
ar giusto verso e sgancio (poco fino…)
in faccia ar petroliere…ch' e' fregato !  

I papaveri
(dedicata a Lisa)

Piu' rossi non potevano
i papaveri
nell' ore ancor calde
testimoniar l' ardore…
imbarazzati ;
di noi
senza voler
carpendo
gl' intimi segreti
e respirando
lo stesso sospir
nell' aria immota…
immota ed avvolgente
come impalpabile ovatta .
E su di noi
stuolo di nubi
a guardar
maliziosette…
in quella culla di grano ;
e
oltre al silenzio
era per noi soltanto
l' intermittente e
monocorde suonar
delle cicale .  

Sull' arte

Commento di A :
Vedi,Armando,siamo tutti d'accordo sul fatto che un'opera ,sia di arte figurativa che di poesia o di altro,debba suscitare nel fruitore un'emozione,ma non possiamo ridurre tutto a questo,perchè altrimenti verremmo a negare addirittura l'esistenza di una Storia dell'Arte che,fatta dai critici e dagli studiosi nel corso dei secoli,hanno dedicato la loro vita alla ricerca dei perchè gli artisti si siano espressi in un modo piuttosto che in un altro.Il discorso sarebbe troppo lungo da affrontare in questa sede,ma qualunque produzione artistica è condizionata da elementi di tipo sociologico,storico,caratteriale ecc.che i critici hanno il compito di far emergere per dare al mondo risposte ai tanti interrogativi che qualunque opera d'Arte che sia veramente tale, suscita.
Quando io parlo di forzature ,quindi,mi riferisco non ad un giudizio espresso da chi fa bene il mestiere del critico,ma da chi pensa che la funzione dell'Arte sia solo quella di suscitare emozioni,cosa che mi sembra veramente molto riduttiva.
Sempre cordialmente
Adele

Commento di F :
In...."ispirazione-sensazione-emozione? "...del Bettozzi non ci trovo nulla di strano?!?!...
A parer mio Armando non è stato daccordo con te sul Fatto che tu hai detto che non è necessario...."...a tutti i costi caricare un quadro di significati che l'autore non pensa proprio di attribuirgli è privo di senso e fuorviante...."
Un opera è d'Arte quando suscita emozione....esprimersi su un opera è positivo per quell'opera stessa, in quanto si vede che quell'opera è riuscita a colpire, a emozionare, a non passare inosservata.
Questo però non vuole essere riduttivo per l'Arte come sola sua "funzione"....ma tutto ciò che segue, non ha niente a che vedere con la creazione, è solo una spiegazione della stessa.....spiegati meglio su cosa non sei daccordo.....
Flavia

Mia risposta finale con i seguenti versi :

Sull' Arte
Abbaglia il faro come il sol cocente
ogni occhio che lo fissi un lungo istante
e aiuto e refrigerio gli conviene
trovar nella penombra men brillante
ma assai meno accecante, certamente .

Ispirazione insieme a Sensazione
e ad Emozione son le tre motrici
che Arte crean per mano d' ogni artista
e poi riaffioran per goder la vista
oppur l' udito , a mo' di spettatrici .   

Mamma !
'Sto nome m' arisona ne la mente
e m' arimbarza nfra la bocca e er core ;
e' dorce che piu' dorce nun c' e' gnente :
e' er nome de la vita e de l' amore .

La sola che te vede e che te sente
sippure stai lontano ore e ore
e' mamma tua che , amorevormente
te tira su co' gioia e co' dolore .

Davanti all' occhi sui 'gni fijo e' bello
e lei pe' lui e' pronta a da' la vita
fuss' anche solamente un trovatello .

Finche' poi chiama' "mamma" e' sempre festa ,
ma pure quanno se ne sara' ita…
quer nome ce l' avrai pe' sempre in testa !  

Gelosia
(la rosa e il sole)

Stava la rosa , ritta
sul ritto stelo verde
aprendosi alla luce
del sol che le asciugava
il bagno di rugiada .
In cambio offriva , casta ,
se stessa…il suo profumo…
la tenera bellezza
dei petali dischiusi
e il bel color rosato ,
e il sol se ne beava…
Un' ape impertinente
s' intrufolo' … si perse…
tra i petali e il profumo .
Ne usci' e rientro' di nuovo
e il sole si acciglio'…
Poi prese un nuvolone
e lo strizzo', geloso ,
sull' ape e sulla rosa .
La pioggia li inondo'…
E pallido , il bel fiore ,
co' un ultimo sospiro
cercando il sole: " Asciugami…! " , grido'.
Ma il sole non senti':
la pioggia ancor batteva…
E quando poi la vide
distesa in terra …pianse .
Tuttora piange , a volte ,
il sole mentre infuoca
furioso , spiagge e monti ,
campagne a grano e spiagge …
Ma non quel fior di rosa
a cui nego' quel di' il calor vitale .  

Marilena
-A Marilena Rodica, poetessa Romena, anche in italiano !
In risposta ad un interrogativo di Marilena.-

Marilena
in te e' la vena
della poesia
sia che sia in rima
oppure in versi sciolti :
le due van bene
e non conviene
dar retta a chi
vorrebbe che la prima
s' andasse a rintanar
nascosta e vergognosa
di farsi ancor vedere
in mezzo al dilagar
di versi che del verso
han solamente…il verso :
cioe' … l' incolonnamento…
e no il talento .
E allor che prosa sia !
Nulla a che far , pero' ,
con la POESIA !
Corrente…? Moda …?
Ma la moda , se non sta
fa soltanto sfigurar !
Guarda quell' esposizione
li' , al museo della cultura :
ma e' arte o e'… sventura…!?
ci sta proprio esposto un cesso :
e vedessi che successo !
Basta il primo che lo dica :
" Si…! E' molto interessante…! "
Questa ormai e' storia antica…
Liberta'…che bella cosa !
" Niente schemi…non sia mai…! "
Ma chi predica cosi'
ci sta dentro e non lo sa :
e' incastrato nel teorema
di far tutto …senza schema !
E poi , senti ?….Metrica…
fa assonanza con…Rodica !  

Passa , il tempo .
Passa , il tempo ,
uguale ,
d' un monocolore
o variopinto ,
e giovane ,
sempre :
il prima e' adesso
del giorno che verra' ,
lo stesso e' il dopo
del giorno ormai andato ,
ad ogni di' che viene…
ad ogni di' che va…
Noi… sempre a meta'
di questo andirivieni
di questo altalenarsi
dell' eternita' .  

Soffia la storia
(manipolazioni genetiche…proliferare di bome atomiche…)

Soffia
la storia
sul fuoco del progresso
ma il turbo ormai innescato
lo spinge troppo in la'…
Ed e' il progresso,
adesso
a spinger via
la storia
in turbinii dubbiosi …
Ed insicura teme
per quello che verra' .  

Er fiore
Ner fa' er gran ripulisti giu' in cantina
fra tanta robba vecchia ho aritrovato
un libbro un po' ammuffito e rosicato
co' una dedica scritta fina fina .

Ce se leggeva a malappena : " Annina ,
te sposo come torno dar sordato " .
L' aveva scritta babbo innammorato
de mamma poco piu' che regazzina .

Comincio a oprillo tutto incuriosito
e me commovo ner trovacce un fiore
che puro si e' accosi' rinseccolito

sa ancora de profumo e de freschezza…
Pensanno che io so' fijo de quell' amore
me so' come imbriacato de dorcezza .   

Er cardiochirurgo innammorato
La fronte gronna stille de sudore
pe' la tenzione e la concentrazzione :
se sente guasi che je batte er core
ner mentre inizzia a fa' l' operazzione .

Speranno ne la guida der Signore
va oprenno senza un po' d' esitazzione ,
poi je da giu' de sdegno pe' un par d' ore
cor bisturi , la pinza e cor tampone .

Ma ecchete er momento delicato :
dar sette operto in petto tira fora
er core scarcinato all' ammalato .

E a la collega , che corteggia invano ,
je fa : " Lo sai che sei 'na bella mora….
Te l' ho da confessa' cor core in mano ! "  

Bugie e verità
(…elettorali)

E' stato tutto detto ;
che si puo' dir di nuovo ?
Che il gallo ha fatto l' uovo !
E il sangue negro…e' nero !

Ma…se non sara' vero ?
Diremo ch' e' uno sbaglio :
che' intanto nessun maglio
s' abbattera' su noi .

E poi…o prima o poi ,
convinceremo il mondo
che il globo e' tutto tondo…
… cosi' stravinceremo :
il popolo… e' scemo !!!  

Cip-cip…!
Cip-cip…cip-cip…su un albero o su un tetto
se la canticchia allegro ogni uccelletto
per festeggiar la vita e la natura
di cui si sente piccola creatura
e guarda l' uomo dalla gran statura
ma sempre senza gioia dentr' al petto .  

Er baraccone de la felicita' .
(nell' ultima settimana di marzo 2006)

Successione: 250,000.00 euro; 330,000,000 lire; 500,000.00 euro; 700,000.00 euro …solo i ricchi…solo i 100/200 paperoni…..!!!!!
Tassazione: tutti i BOT ; solo i nuovi; solo quelli dei grandi investitori…
Legge Biagi: cancellare completamente..; fare solo aggiustamenti….
Eeehhhh……!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

" Siore e Siori…! Venghino qui a vède
er baraccone de le pinocchiate…
Vedrete nasi lunghi da nun crede
e ve farete un sacco de risate .

E infatti ner copione se prevede
de davve a ognuno i numeri…Su ! Entrate !
che , hai visto mai , potrebbe anche succede
che ce vincete , si ve li giocate ! " .

E in quer copione lungo , poi , se dice
'gni cosa e anch' er contrario de ogni cosa
cosi' che 'n ce capisce…ed e' felice

chiunque abbocca…e imbocca er baraccone ;
e nell' attimosfera assai scherzosa
ce sta 'na tale e tanta confusione

sui nummeri che danno pe' giocalli ,
che pe' confonne mejo er credulone
un giorno sì e uno no…stann' a cambialli !!  

Nebbie
Sull' alba velata
incerta…assonnata
Sull' autostrada
piu' fitta… piu' rada
Sulla vallata ,
densa e ovattata
Sui campi e sugli orti
Sugli ulivi contorti
Sul campanile
La stalla e l' ovile
Su spiagge e colline
Sopra ogni confine
Su prati fioriti
da fiori avviliti
Sul porto chiassoso
Sul santo riposo
Su fari e lampioni
Sui muraglioni
d' un vecchio castello
Su un nido d' uccello
Su grigie ginestre
Al di la' di finestre
che lo sguardo ne duole
in attesa del sole
Sopra ogni torto
Su gioia e sconforto
Su sguardi e sorrisi
Su mondi divisi
Su un pensiero gia' morto
ch' e' appena risorto
Sull' aquilone
Sopra ogni passione
Su un sogno d' amore
che passa…che muore…  

Mefisto e la Nunziata
intervistatori….

12 Marzo 2006 Canale 3

Un diavolaccio un giorno anno' da Cristo
pe' faje un' intervista ner deserto
e come un giornalista tanto esperto
incomincio' cor dije : " Aoh…! L' hai visto

si quanto ben de dio…? Beh…e' previsto
che si e' che m' arisponni a core aperto
ner modo che me piace e me diverto ,
e' tutto tuo…parola da Mefisto ! " .

Ma Cristo , lo sapemo , fece chiaro :
" Si tu domanni , certo , t' arisponno
ma come piace a me , amico caro…! ".

Ma quello era tarmente indisponente
che Cristo je fa : " Vade a lo sprofonno…!
Io cio' un cervello mio…indipennente …! " .
--------------------------------
E er diavolo se sprofonno' all' inferno…
Stasera m' e' successo de vede'
quarcosa un po' fac simile , e cioe'
che la Nunziata , ar Capo der Governo ,

co' un modo che cia' pure der materno
ner senso de la mamma cor bebe'
che je vo' mette in bocca quer che c' e' ,
je fa domanne come a un subbarterno :

sarebbe … co' 'na superiorita'…
e co' 'na prepotenza che 'n se po'…
Nemmanco lo voleva fa' parla' !

Ar che senza fa' tanti comprimenti
er Tizzio fa : " Me chiedi ma…pero'…
poi 'n voi che spiego bene l' argomenti…!

Che gioco stamo fa fa' bella Nunzia' !?
Abbada che t' ammollo…e lo faro' !
Ah…! Insisti…?! Beh…Ciao cara , hai da impara'

a esse seria… e poi poi intervista'….
Io me ne vo… 'n poi mica imbavajamme !
E tu arimani a fa' … la baccala' ! " .  

a Luca Giurato

Luca
…modestamente…Granne
Ce vole poco a fa' spari' de botto
le nebbie de la notte ch' 'e passata
de chiunque sia : sia giovine o anzianotto ,
e a dasse fiduciosi 'na sgrullata

pe' fa' cade' e pe' faje fa' fagotto
a li pensieri e a ogni pajacciata
che lli' in TV , sippure cianno rotto ,
subbimo pe' passa' un po' la serata…

Ciabbasta a spigne un tasto su la "Uno" ,
e Luca , che nun sogna gloria e onori
( sippure e' un "Granne" ) fa' : " Io 'n so nisuno…"

e scastagnanno a braccio , e disegnanno
pe' ll' aria tanti e tanti ghirigori
co' quele braccia lunghe , va abbraccianno

cosi' , a parole , a ognuno che sta lli' …
Ma un braccio pe' davero je s' avvita
attorno a la piu' bella …e che voi di'…!...

Se sfotte si scastagna….E' simpatia…
e' umanita' …intelliggenza pulita
che ogni matina….entra a casa mia !  

La Grande Disfida
(Prodi contro tutti ,
tra sogno e realta' )

1 - Il sogno

" Io co' 'na botta me ne faccio due :
li porto tutt' e due lli' da Fede
e a voi ve faccio vède
si so' 'na mortatella o si so' un bue

che scorna a quei du' cosi
che penseno de metteme paura…!
Co' loro me ce faccio 'na frittura…
Daggia' se stanno a piasse 'na pzicosi

che nun se sa nfra i due chi cia' piu' strizza !
che' ce lo sanno che si do un affonno
co' 'sta linguaccia mia io li confonno…
e poi…l' addormo…E vedi si che stizza

li prennera' ar momento der risvejo ,
che er pubblico m' applaude riverente
e a loro invece…gnente !
E vera' fora che io so' sempre er mejo… ! ".

2 - Sveglia da parte del segretario

" Se sveji , a Onore'…che er Cavajere
ha gia' accettato quell' imposizzione
che Lei j' ha messo come condizzione
speranno in un rifiuto…Cio' piacere

che quello 'n fara' piu' quela puntata
daggia' approvata come gran finale
pe' chiude la Campagna Elettorale ,
cosi' je potra' anna' a da' 'na svejata

da Fede pe' la granne chiacchierata…! ".

3 - Commento finale dell' Onorevole
" Eh…! beh…! Eh…! bih…! Eh…! boh…!
Sorbole ! Non ti puoi fidare miiica…!
Qui la fortuna non mi e' mica amica…!
Mo io ero tranquillo…e guarda un po'…!
Mo mi ha fatto una bella carognaaata !!! " .  

Lo spauracchio
(er Crocifisso)

(…e dai cor Crocifisso…!
Sta diventanno troppo un chiodo fisso…)
(ennesimo caso: Genaio 2006)
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" Ma chi e' quer coso…Ma che ce sta a fa'
lli' sopra ar muro appeso a quela croce…!?
Levatelo…! Levatelo da lla'
N' se po' vede' pe' quanto che e' feroce

' sta scena : sangue...! spine…! e sta a 'ngustia'
la classe …e pare de sentije anche la voce
che urla…! e ar pupo mio je fa addrizza'
li peli dar terore e je se coce

anch' er cervello da la gran paura…
che' er sangue je vie' su da lo spavento !
E poi si pensa che la sepportura

se operse e quello lli' sorti' de fora…
je vie' pensato che in quarsia momento
quer tizzio se po' smove e…percio'…allora

me po' resta' stecchito...No…! No…! Via…!
Er pupo mio qua deve sta contento !
' Sta religgione e' vostra…mica e' mia !!! " .  

San Valentino…saldatore
A San Valenti'…'nfra moje e marito
nisuno , dice , cia' da mette er dito…
Po' esse…ma pero' qua nun funziona !
Perche' ogni nota che 'nfra loro stona
je po' manna' per aria er granne amore
coprennoli co' un velo de griggiore
da fa' spari' er colore dell' Amore ,
ch' e' de un gran bell' azzuro e se confonne
co' quello che c' e' in cielo e in mezz' all' onne .
Ma pe' nun fa' succede 'ste scempiezze
nu' sta a da' retta a tutte 'ste…certezze…
e mettecelo ! er dito in mezz' a loro
pe' fa' ogni vorta quer capolavoro
che solo tu sai fa' de sardatura ,
nell' eta' acerba e in quella piu' matura !  

San Valentino
Paladino d' Amore
Dove trova rifugio ,
in quale pertugio nascosto
e' riposto lo stampo
che il lampo produce , e ogni freccia
che apre la breccia nei cuori
a nuovi bagliori pulsanti ,
o ai pianti…se il tiro e' uno sbaglio
e solo un abbaglio e' quel che ne viene
invece del bene agognato
da chi innamorato ti chiede
con fede , o San Valentino ,
e il proprio destino ti affida
e insieme a te sfida anche il mondo
pe' un amore profondo …?
Dicci tu dove , o San Valentino ,
tu che d' Amor
sei il gran Paladino !  

Campi di sabbia
Dietro l' angolo ho visto
campi di sabbia
sterminati,
e occhi grandi
e scuri
e senza domande,
e mosche in attesa
di lacrime da bere
che non scendono giù….
seccate…
come l' ultima polla
e le pelli aggrinzite…
E belve feroci
senza interesse
passare…
e corvi impazienti ,
e un sole che guarda
impacciato
pel fuoco che attizza
su quei campi di sabbia,
sterminati…
e bollenti...
e senza farfalle:
non ci tornerò più.  

Du' pesi e du' misure….
(SI…! e…NO….! ; NO…! e…SI…! )
(ripreso da quello che si vede e che si sente
senza alcuna ambizione di fare politica ,
ne' di esaltare nessuna delle parti…
Un aspetto della vita politica, da semplice spettatore).

1) Ingerenza…SI ! Ingerenza…NO…!
(le…coerenze di Pannella e Co. )
( fine 2005 )

" L' ha detto pure er Papa che er perdono
se sposa coll' indulto e l' amnistia
e a daje ascorto ar Papa… e' cosa pia…!
Che dichi ? Er Papa 'n vole fa' sposa'
du' ommini o du' donne nfra de loro ?
Lo sta dicenno pure ar Concistoro ?!
Ma tutta 'st' ingerenza…. e' da ferma'…!!! ".

2) Rispetto… SI ! Rispetto…NO…!
(e' auspicabile che si pretenda perlomeno la
reciprocita'…o NO !?!)

Ma nu' era cristiano
er popolo itajano ?
Benvenga er mussurmano…
ma noantri annamo in celo
co' Bibbia e co' Vangelo
mica cor Corano !
E…er segno de la croce…
me lo sai di' a chi noce ?!
Ma chi je la sta a da'…tutta 'sta voce….!?

3) Mani… NO ! Mani…SI….!
(Paolo Di Canio fa il saluto romano allo stadio)
(Dicembre 05)

So' diventati tutti libberali ,
pero' la mano stesa pe' er saluto
t' ha smosso tanto de quer porverone
che ha imporverato tutti li giornali…
Ma si se chiude… ariva er benvenuto
da la libbera pubbrica opignone ?!

4) Privacy…NO ! Privacy…SI…!
(il caso Fazio e Bancari vari…e quello Fassino, D'Alema…)
(Dicembre 05-Gennaio 06)

Coll' intercettazzioni ar giorno d' oggi
se possono sgama' inghippi e appoggi
pe' cui e' necessario e sacrosanto
a falle …e chi le fa se prenne er vanto…!
Co' un' unica eccezzione…se capisce !
Abbasta che ner giro 'nce finisce
chi ormai se sa che pe' definizzione
sta sempre come sia ne la raggione
e fa una giusta e onesta…opposizzione…!

Ma ormai messi a le strette , che' e' papale ,
nun so' li "santi" in mezz' a 'sto sistema ,
mo' vanno in giro a di' : " Si'…c' e' un probblema
ma nu' e' da usa' in campagna elettorale…!
Pe' chi lo fa…sarebbe 'na vergogna…!
Sortanto noi…. potemo usa'… la gogna…! " . 

5) Mani in pasta…SI ! Mani in pasta…NO…!
(ma…'ste cooperative rosse…!?)

Mani sporche…acchiappa tutto…
assetate…assatanate…
sempre pronte a di' : " Me butto… .
' ndo' ce stanno le porcate ! "…

De quell' antri…beninteso !
Che' chi sta in Cooperativa
nun cell' ha st' aspettativa…
e si accusi…fa l' offeso ,

torna pupo e come ar mare…
gioca e…copre co' la sabbia
co' l' aiuto de un compare…
Come er gatto che l' ha fatta
che da bravo…tutto inguatta…
Ma poi vedi si che rabbia
si un quarcosa poi… riappare…!!
e se scopre ogn' artarino
ner ber mezzo der casino !!

Ma le Coo-perative
so' pe' er bene der paese…!
Tocca da tenelle vive :
nun so' mica delle imprese !

6) Poverta'…NO ! Poverta'…SI…!
(assistenti sociali…si' ! assistenti sociali…no !)
(fatti..anzi, misfatti successi nel 2004-5)

Ar sor Cesare , a Testaccio ,
che e' SI ! un poveraccio
( pure si e' che sta a sgobba'
tutt' er giorno che 'n se sa…)
ma e' persona tant' ammodo ,
devi vede in si che modo
quelli lli' dell' Assistenza
so' iti a faje prepotenza !
J' hanno preso da le mano
quer fijetto bello e sano
perche' dice che nun cia'
la TiVvu' da sta' a guarda'…
e 'n cia' manco er cellulare
e l' estate 'n po' anna' ar mare…
'N se po' manco laurea'
co' la sola dignita' …

Ma sto svejo… o sto a sogna'…!?!?!
Ma nun cianno artro da fa'…!?!
Laura che…! Si poi vor di'
anna' a fa' 'ste cose lli'…?
Un ammasso de teorie
pe' anna' a fa' 'ste scorrerie
co' la scema convinzione
de sta' a fa' 'na bona azzione…!
Co' la Legge che fa : " Bene…!
Libberato e' da le pene !! " .

Ma poi dice….che uno dice…
che ce sforma e che stradice…
Ma me dichi come fanno
a abbozza' chi sta a fa' danno
come modo de campa'
senza un po' de dignita'
nella gran normalita'
de la loro incivirta'
che la nostra civirta'
deve solo che abbozza'
o perfino anche apprezza' !
che sinno' se po' anche urta'
quela sensibbilita'
der bonismo ad ogni costo
che assai spesso e' fori posto…!?
Eh…! Ma lli' c' e'… er zingarello…
Della' , invece , er …. pezzentello !
Cor diritto de…de gnente !!!!!!
Manco a sta' co' un su' parente !!!!!!!!!!!!!!!! 

7) Scalata…SI…! Scalata…NO…!...
Morale…NO…! Morale…SI…!...
(casi Banche, Dic.05-Gen.06)

Quanti NO…! e quanti SI'…!
che 'n se ariveno a capi' !
Chi se sente otorizzato
a scala' tutt' er mercato
(si potesse , beninteso…
ma… coll' Unipol , cia' preso… )
mentre l' artri scalatori
so' dei granni approfittoni
forilegge e mascarzoni
sempre contro ogni morale
sempre a filo der penale .
Pero' quanno e' r' turno loro
fanno tutti quanti in coro :
" E' pe' sbajo ch' e' successo…
Noi nun semo da processo ! ".

8) Denuncia… SI…! - prima… - Denuncia… NO…! - prima…
(i tanti casi di denuncie, per immoralita' politico-economica negli ultimi anni … fino ad oggi - Gennaio 06 - quando alla fine il Capo del Governo va a denunciare intrallazzi bancari dell' Opposizione)

Quann' oramai me c' ero abbituato
ar fatto che a un ministro o a un deputato
o mejo ancora ar capo der governo
lo devono spedillo giu' all' inferno
du' giorni prima de le votazzioni
sbattennoje sur muso l' ingiunzioni
a compari' davanti a un tribunale ,
ammo' se la so' presa tutti a male
pe' 'na denuncia che quer certo chi
( che pe' anni e anni je so' stati a di'
" er male dell' Italia eccolo lli'…"
e l' hanno ammanettato ner Congresso
davanti a tutto er monno …SI ! E' successo !... ) ,
j' ha fatto a uno de loro ,
dovessi da sentilli si che coro …!
" E' aggressione…! e' vilipendio osceno…!
Ce sta schizzanno addosso 'sto veleno
pe' fasse la campagna elettorale !!
Doveva fallo prima…! E' immorale…!!
Noi semo onesti…! Semo la morale…!!! " .
Po' esse …Ma po' esse annata a male …!

9) I V A …SI !....IVA…NO !...

" Pe' fa' giustizia , qua ce vo' 'na svorta...! "
' na voce fa co' rabbia ogniquarvorta
che parlano de tasse e tassazioni .
" Coi privileggi e l' aggevolazzioni…
e l' esenzioni qua tocca a finilla !
La chiesa glissa come fa l' anguilla
e e' 'na vergogna che nun paga l' IVA .
Che' , chi e' che deve avecce l' escrusiva
de nun pagalla…. e' la Cooperativa !! " .

10) Litigata…SI !…Litigata…NO…!...
(democratiche considerazioni)

" La litigata e' cosa sana assai
nfra quelli de un partito…nu' lo sai ?
Vor di' che c' e' "dialettica" e "confronto" .
Presempio… metti er caso… fatte conto…
si nfra de noi se piamo a cortellate
vor di' che lli' da noi so' rispettate
le regole de la demograzzia !
Ma e' prova che c' e' gran disarmonia
e che la "maggioranza" nu' e' piu' adatta
si quarche discusione viene fatta
in mezz' a quella e…deve d' anna' via !!! "

Un brutto momento …
Ruzzolano tra le nuvole
rumorosi ,
e impietosi
lanciano lingue infuocate
i tuoni rabbiosi
tra il pianto incessante
e disperato del cielo
e il cupo
luttuoso lamento
del vento :
e' un brutto momento .

Curvan le cime
dimessi
i neri cipressi
frustati e muti
e pazzamente ondeggiano
impauriti .
Perfino i sorrisi
dai volti dei bimbi
sono spariti .
Zampillanti rivoli
improvvisi
s' ingrossano
e disordinatamente
corrono…corrono
giu'
per ogni pendio .

Chi puo'
sta nascosto ,
disorientato ,
e timoroso aspetta
che qualche preghiera
porti un segno di pace .

Il Sito
Il Sito :
un mondo
in un dito

e se e' di poesia :

un prato
fiorito
di sogni e magia ,
di petali
d' anima
in cerca di se'

un dove
lasciar
delle gemme preziose
e farle trovare
e anche rubar

semina
e raccolta
di voci
del cuore

anime
nude
che han trovato
rifugio .    

La scatola dei baci
La scatola dei baci
Stava chiusa
E stretta la teneva tra le mani
Preziosa
Come e piu' d' un gran tesoro .
Ma un di'
Si apri'
La scatola dei baci
E fugaci
------------------
Volaron tutti via .   

La brezza bussò…
La brezza
Bussò
Lieve
Alla finestra…
Che restò chiusa
E non s' è aperta mai .
E l' aurora
--------------------
Non fa più capolino .   

La festa del Santo Patrono
La piazza brulica
e in tutto il corso
come un tranquillo
scacciapensieri
lo struscio struscia
di suole e tacchi…
Bene allineate
e tutte festose
le bancarelle
gia' illuminate
offrono tante
curiosita' .
La processione
in fila ordinata
va per le strade
devota e attenta
mentre i clarini
gli ottoni e il tamburo
suonan la marcia ,
e le note gia' note
van seminando
serenita' .
Sopra le spalle
di volenterosi
il santo Patrono
ascolta contento
canti e preghiere
e par benedire
chi almeno in quel giorno
della sua festa
l' ha accompagnato
e ha chiesto pieta' .     

Che c' è…?
(dedicata a Lisa)

Che c' è…?
Pensavo a te…
Dillo anche a me…
non startene sola…
con una parola
il cuore vola…
Quando ti penso
capisco il senso
dello scompenso
di non vederti
di non goderti…
dei giorni coperti
col sole nascosto
che lascia il suo posto
a tutto l' opposto :
al grigio piangente
a un freddo pungente
a la vita morente…
E la mente ti pensa
e il pensiero si addensa
e grande ed immensa
nell' anima mia
la malinconia
e' un' alchimia
che allevia la pena
e un po' mi avvelena
a mo' di cancrena…
Che c' e'…?
Pensavo a te ,
e piu' bello non c' e'
perche' ora anche tu
ti avvicini di piu'
e voliamo su , su…su…!     

L' Etrusco
Dedicata a Tiziano Uccellini e Andrea Castellini
(per gli scavi a Piazza Cavour di Bettona in Dicembre 2005)

Pe' du'-tremila anni e' stato ar chiuso
lla' sott' ar pozzo in mezzo a quella piazza
de 'sto paese ch' e' una gran terazza
sull' Umbra verde…E ammo' tutto confuso

e stufo de sta ancora lli' anniscosto
tutt' interrato come in una tomba
se sta aggitanno e …senti si che bomba !
si pe' davero vie' a ripiasse er posto

de quanno che a Bettona lui ce stava
co' tutta la tribbu'…co' li paesani…
gia' prima de li tempi dei Romani…!
A onor der vero un po' se l' aspettava

Tizziano , che a ogn' inverno ce pensava :
" Perche' solo in quer punto…? - se chiedeva -
la neve ogniquarvorta se sciojeva
e invece tutt' attorno s' ammucchiava ?

Ciaveva visto giusto ! Era l' etrusco !
Che la succhiava giu' pe' dissetasse !
Fra un po' ce soneranno le grancasse
qua , quanno vera' su…fra er lusco e er brusco !    

Amore, amor
Amore, amor
Goloso d' ogni moda
Pel mondo vai
Mordendoti la coda …

Natale
Tu scendi dalle stelle…

Un fiocco …una nota
Una nota… un fiocco
Dondolando…melodiando
Leggermente
Giu' dal cielo
Piano piano
Scendon giu'
E s' incrociano ad un tratto
Con le bolle di sapone
Che al contrario salgon su
fluttuando dolcemente .
Incantato il bimbo guarda…
Guarda e ascolta
E nel suo cuore
………………..
Nasce un fiore .    

Ma la Legge…co' chi sta ?!
E er bonsenso… chi cell' ha !?


Chi fa da se' fa per tre…se nessuno provvede .

Pronto…! Pronto…! A Commissa' !
Cio' quarcuno drento casa…
Quello lli' me vo' spara'….!
Sparo io o ho d' aspetta'
pe' vede' si vo' ammazza'…?
Ah…me devo assicura'
si er revorve che cia' in mano
è davero caricato
e capi' si sara' usato ?
Vedo…e in caso…. poi richiamo dar Verano .! *
(* camposanto romano).


Quanti sono gia' stati e quanti dovranno ancora essere sbranati e
deturpati ?
*

Ma ched' e' 'sta costrizzione…!?
Perche' deve sta' legato ?
Ma lo sai che po' ammazza' ?!
Beh….sarebbe un' eccezione ,
tocca a fasse 'na raggione…
eh…! l' istinto va sfogato :
che voi fa'…lo voi frena' !?!
Viva er cane e chi cell' ha !!!
Io pero' devo porta'
la cintura ner guida' !
Ma ar padrone de chi addenta…
sbrana…ammazza…che se inventa
la Giustizzia ? che je fanno ?
E pe' chi ha subbito er danno ?
Mai nisuno che in TiVvu'
te lo dica : che…e' tabbu' ?!?
Che e' proibito a di' : abbasta !! ?
Pure qua…le mano in pasta ?!
Ma se po' sape' er totale
che 'st' amico d' animale
ha mannato all' ospedale
pur co' tutta la mania
de di': e' bono…nun fa male…
A le vorte e' un' arma in mano !
Si 'n te sbrana te violenta
co' quer bau che spesso attenta
ar cervello …piano piano…
come un tarlo ne la notte
che cor sonno fai a botte…

Ma pe' la psicologia
se po' tutto….Pussa via !

* ultimo caso : 1 Dicembre 05 bimbo di 6 anni morto
sbranato da tre pit-bull .. Ma …ai padroni che cosa gli tocca ?


La liberta' ci deve stare…o nemmeno il Papa
puo' fare il mestiere suo ?


Senti er Papa ...!.....Che sta a di' …!?!
Nun vo' ave' omosessuali
nell' ambienti parocchiali…
E' 'na cosa da allibbi'…!
Beh…pur' io vorrebbe fa'
un lavoro che me va
ma nu' mme lo fanno fa' :
dice…. 'n cio' le qualita' !
 

Giustizia…sommaria…cieca…!
(caccia alle streghe e liberta' pei terroristi )

Domatina e' 'n' arzataccia :
ma ar processo * cio' d' anna' !
che' me vojo sta' a 'ggusta'
quella sorta de stregaccia
quanno sorte la condanna
che sara' come 'na manna
pe' chiunque sta a 'spetta'
de vedella intorcina'…
Dimme un po'…ma sei sicuro
che sia stata proprio lei…?
Fino a mo' l' unichi rei
pe' me e' tutta la TiVvu',
coi psicologhi…e anche tu !
che l' avete condannata
prima de esse processata !
Stamo ai tempi de 'na vorta
quann' er popolo a raccorta
s' aggustava er rogo ardente
che' nun c' era TiVvu' e…gnente !
Ma piuttosto…de quei tre…**
ce lo sai : so teroristi !
ma li giudici…l' hai visti ?
So' patrioti…! stanno a di' :
questo SI !...fa inoridi' !
Gia'…de quelli che ce frega…!
fa piu' scena a pia'….'na strega !

* delitto Cogne
** i tre marocchini terroristi che il giudice non ha "riconosciuto" tali.


TV come cesso e…anche di piu' !
Dice : Vedi ? Berlusconi
co' le su' televisioni
se fa belle apparizzioni...!
Tutti cianno da ridi'….
Ma com' e' che co' Carrisi
e co' quella…la Leccisi
tutti zitti e addirittura
se fa tanta tiratura ?!
Stanno usanno la TiVvu'
pe' li cavolacci loro
tutti i giorni…sempre piu'…
ma 'n se sente mai quer coro
che fa : abbasta…co' che faccia
te li stanno a faje fa'
tutto quello che je va ?!


Il caso T.A.V.
Prodi ha preso posizzione
co' 'na saggia decisione :
Er lavoro s' ha da fa'
pero' ar popolo se sa
lo dovemo sta a 'scorta' !
Quello dice che nun vo'…
Pare tutto 'no sfotto' !
Si er Governo poi da er via
tutti addosso e…cosi' sia !
E si fa…perche' lo fa…
Si nun fa perche' nun fa…
mi - sol - si - sol - si - re e la !


Adozioni …
Freud….Pe' commodita'
mo' se po' arinterpreta' :
er pupetto po' anna' appresso
a la moda che c' e' adesso :
papa' e mamma…? robba vecchia !
mo' la pisiche arispecchia
quer che ar gay je piace a fa' :
cioe' papa' e anche mamma'…
Er che , ar povero fanello
je scombinera' er cervello !
De 'sti tempi er Naturale
e' davero quer che vale ;
la famija…? Artificiale !!


Tolleranza…
Ma de chi ?! de tutti noantri
verso ognuno de quell' antri
o de chi viene a sta' qua
e incomincia a commanna' !?
Nun e' mejo a precisa'…?
O anche questo …'n se po' fa' !?


Droga…
Tossico e' chi e' dipennente
da la droga…ma rearmente
chi se droga e' in-dipennente !
Che' si tu lo voi cura'
nun sia mai ! nun se po' fa'…
Ma pero' si poi t' ammazza
che voi fa : e' persona pazza …
Ma s' io guido che ho bevuto
poi respiro in un imbuto
e poi quelli me se fanno
perche' dice che fo danno !


Perdono…
Chi intervista a chi sta in lutto
perche' j' hanno trucidato
quarchiduno tanto amato
e je fa : che fa : perdona ?
No…! Nun e' persona bona :
e' cretina…ma de brutto !!!
Vorei vede si succede
pure a lui…vorei vede !!!


L' opinione…
L' opignone pubbrica
pubbrica l' opignone …,
ma si e' giusta o si e' sbajata
la faccenda va accertata
cor bon senso…cor cervello
e no ! di' : L' ha detto quello !
Vo' 'n esempio ? urtimamente
so' iti avanti co' la tesi
che nframmezzo ai bolognesi
poi strupa' tranquillamente !
Ma era vero un accidente !
Che' quarcuno ha dimostrato
che in quer posto der reato
' n se poteva vede' …gnente !!!
Mannerebbero in galera
chi 'nn' ha visto…chi nun c' era….
Mentre a strupo e a strupatore
poi ce pensa er …difensore…


Certezza della pena…
La certezza de la pena
e' la pena che cia' in core
chi cia' uno che je more…
Mentre invece e' cosa oscena
la certezza de la pena
pe' chi causa quer dolore :
cioe' chi stupra…rubba…ammazza…
co' sta Legge tanto pazza
degna solo d' anna' in piazza
a fa' i giochi de prestiggio
co' anche er giudice piu' liggio !
Libberta' pe' er delinquente ,
tanto…nn' e' successo gnente ….
speciarmente si se pente ….
Ma ce sta chi poi ce spiega :
Chi rimane…nun se nega ,
troverara' consolazzione
cor perdono e un' orazzione .
Tutti i "pro" pe' er carcerato :
reintegra'…sia ben trattato…
deve sempre sta' a suo aggio…!
entra a Aprile e… sorte a Maggio !
Che gran cosa li diritti …!
tutti belli…tutti scritti…
E de quello trucidato ,
innocente e incensurato ?
Che ce frega…ormai e' annato !


Il calcio…delinquenza
Ma da quanto stanno a di' :
Mo' nun famo piu' veni'
li teppisti ne li stadi…?
E a quelli che acchiappamo
mo' davero… se li famo…?!
Ma 'n so' manco un po' piu' radi
li fattacci criminosi :
sempre piu' facinorosi
vanno e fanno un gran casino !
Ma che aspetteno : er destino
che li cambi…o che li santi
fanno boni a tutti quanti ?
Ma com' e' che ar terorismo
co' 'na forza e co' un tempismo… !
lo mannarono pe' stracci…
e a 'sti quattro animalacci
' n sanno metteli a tace' ?
Quarche cosa …sotto… c' e' !


Pacifismo…bonismo…e simili….
Co' bastoni e manganelli
co' catene e bomboloni
fazzoletti e cappuccioni
contro i lupi , pori agnelli
vanno tutti in processione
pe' fa'… la rivoluzzione…
E si in caso er polizziotto
se difenne e da un cazzotto
tutto er monno lli' a strilla'…!
Ma…che lo pagamo a fa'…!?!
Cia' da sta'…o 'n cia' da sta' !?!
O sta solo a pia' le botte
de chi mena e de chi sfotte ?
E si crepa…e' der mestiere !
una messa e du' preghiere…
Mentre all' altri onore e gloria…
e una strada …e tanta boria !


Reggime…
Certi…satiri….in TiVvu' ,
( cosi' dicono de esse ) ,
e' da un po' che 'n ce so piu'…
Una sera uno ce lesse
un libretto tutto intero
co' l' accuse , insurti e fatti
da dovesse mette all' atti
come stesse a fa' davero
er… Pubblico Ministero ,
contro er Capo der Governo…
Ma hai da vede si che inferno…
Vilipendio…! Hanno strillato
quanno questo s' e' azzardato
a di' che in Maggistratura
ce sta gente poco… pura …
Pe' 'na chiarificazzione
cor Sor Capo de lo Stato
si che granne porverone
tutti l' artri t' hanno arzato !
C' e' er reggime…! C' e' er reggime…!
commentorno tante cime…
Ma… a proposito…Costanzo
che pe' cena , the' e pe' pranzo
come pure a colazzione
nun se schioda …pure lui !
Si…! reggime…e tempi bui…!
- disse bello bello un giorno -
si me leveno de torno !


Cambio di sesso…
E' successo un' antra vorta !
Na signora de un' eta'
sposa e mamma che te fa…!?
Co' la mente assai contorta
se fa mette er cannellino !
E cosi' corona er sogno
de sposasse a na regazza…
Nse po' mica di' che e' pazza…
Nse po' di' : e' na scapricciata…
S' ha da di' che e' pe' bisogno…!!!
Si…! er bisogno de fa' tutto
pe' lista' 'sto monno a lutto…
Mamma mia…ma che sto a di'…?!
Numme devo fa' senti'….
manco si ho contribbuito
coi mi' sordi all' intervento
che davero me ce pento !
che' ar mi' povero zi' Vito
l' hanno steso in una bara
perche' quell' operazzione
dice che era troppo cara…!!!
E' la sete d' ambizione…
E' er crea' la confusione…
E' che 'n c' e' piu' religgione…
E' er protagonismo matto…
E' er bonsenso sotto sfratto…
E' che tutti stanno appresso
a chi s' arza pe' discore
e ce porta tutti ar…cesso
coi discorsi sur progresso…
mentre tutto er resto…score….
sciacquone…shhhh….shhh…shhiiiiii...
Ma chissa' si se po' di'…(?!)
shhhh…shhhh….shhhh…!


Democrazia….Libberta'…
Ho imparato da un ber po'
che 'ste du' parole qua
vonno di' che a chi je va
po' fa quello che lui vo'…
ner rispetto de…appunto ,
quer che vole e…metto er punto  

Er Ponte su lo Stretto
( stretto , ma…profonnoooo!!!)

Panza mia fatte capanna
che fra un po' vie' giu' la manna
su lo stretto de Messina .
E ce sta chi aggia' se inchina
a bacia' tutte le mano
ar ber modo sicijano
pe' acchiappasse l' escrusiva
e succhia' da riva a riva
er piu' lungo ponte ar monno
ch' e' anche er pozzo piu' profonno
tutto pieno de mijardi
ingrossati coi ritardi
e interventi non previsti
dai pur granni specialisti .
Ma ar dunque l' importante
e' che er ponte e' funzionante
e che arfine er sicijano
po' veni' cor secchio in mano
a pija' l' acqua ar continente :
l' acqua fresca , de sorgente !

Per il suo onomastico.
(dedicata a Lisa)

Van
le pagine
del calendario
dal tempo sfogliate
e non si posan
mai;
come petali
di fiori
per l' aere portati
dal vento ...
Ma,
" Ahime'…! ",
si cruccia
indispettito
il dispensator dei giorni,
che', poco o niente,
di se' e del suo passar
lasciar non sa,
scolpir non sa,
che non gli riesce,
sul suo bel viso,
ancor di ragazzetta.

Giro, giro tondo…
Giro, giro tondo,
mano nella mano,
sta cascando il mondo,
Nanni fa lo strano…

Piena è ormai la piazza
come in una festa;
nella folla sguazza…
che s' è messo in testa!?

Napoli…affonna e sprofonna…!
(cor benepracito de…tutti !)

Mezz’ ora d’ acqua e… guarda : er finimonno…!!
E’ robba che nemmanco ce poi crede !
Daggià l’ hai visto…! e mò lo sta ‘ a rivede
er vommito de fogne , scuro e immonno

su quele strade che so’ senza fonno ,
ed è lo stesso pe’ ogni marciapiede ,
cosi’ che tutto quanto po’ succede
a pori cristi ! e a cose…porco monno !

Che poi la corpa …che voi fa’…! “ E’ ‘r celo ! !
che piscia addosso a ‘sta città e l’ ammazza…!!...”
s’ affannano a di’ a tutti co’ gran zelo

tra Sinnaci e Assessori…E er che gne stona
ar popolo che va strillanno in piazza ,
si manneno affanculo a Maradona…!!!!!!!!!! 

Con l’ascensore
a Manhattan
son salito su
a toccare il cielo,
al disopra delle stelle,
che luccicavano, infinite,
nel vuoto, giu’
giu’ fin sulle strade…
Ho guardato il mondo
tutt’intorno
e m’e’ sembrato
troppo grande…
E la paura
mi ha preso
di non trovarti più.
Allora t’ho chiamata,
per sentirti vicina.
(dedicata a Lisa)

Caduche foglie,
per voi e' la fine.
Vi vedo tristi,
smorte, pallide.
In voi vedevo la vita
pochi giorni fa ;
ora sembrate
l'immagine della morte.
E cadete al soffio del vento,
e spogliate i rami,
e tappezzate invece
le strade dei viali.
Lentamente scendete
e poi risalite verso l'alto
al soffio del vento,
quasi non voleste
abbandonare i vostri rami;
e ricadete ancora
e vi posate in terra
oppure volate lontano .
Volate e andate a dire :
e' arrivato l' autunno.

La cura
Si e' che se vo' capi' che 'n va a 'sto monno
ce tocca a fa' lo stesso che er dottore
che vede dar colore e dall' odore
de tutto quer che c' esce giu' dar fonno

che male c' e' e perche'… e da la cura .

In quell' istesso modo noi dovemo
guarda' e capi' la merda che ce copre ;
analizza' e studia' finche' 'n se scopre
er come e anche er perche' …e ce sarveremo

tiranno er tappo su , cosi' se stura…
e schizza giu' all' inferno ogni bruttura .

A Cristoforo Colombo
A sor Cristo’…ma che ciai comminato !
Se’ ito a scoperchia’ quer monno novo
servennote de un ovo
che mai nisuno s’ era mai inzognato…
e guarda er risurtato…!
C’ e’ guasi mezzo monno assatanato
pe’ via de ‘sta scoperta…
gente chiusa de troppo o troppo aperta…
com’ a quella de qua che e’ furibbonna
perche’ quer giorno l’ onna
te fece mette er piede su ‘na tera
da ‘ndove c’ e’ chi parte a fa’ la guera
(che ‘nfra me e te , a noi…cia’ un po’ giovato..
sia a chi aggia’ c’ era e a chi nun era nato )
e va portanno sordi… libberta’…
Ma chi je lo fa fa’ !?
Te fanno , dice : “ Embeh ! Cia’ er tornaconto…! ”
Ma nun sara’ pe’ via de un certo…affronto
a chi voleva tignece de rosso
ma j’ e’ schioppato in mano er…corpo grosso ?!

Prevedibbile…imprevedibbile….
(Tipi…e…tipi)

Un giorno stavo a fa’ ‘na passeggiata
quanno me trovo accosto a ‘ na cacata.

Intanto un fregno pure lui veniva
passeggianno co’ un’ aria assai giuliva

dritto, dritto verso er medajone .
Com’ e’ lecito cammio direzzione ,
ma sento quello a fa’ : “ si che cojone…! “

E a un modo der tutto imprevedibbile
s’ abbassa , pija la merda e…incredibbile !
la ingoia e fa’ : “ aoh…sei prevedibbile…!

Senza tabbu’
(dopo l’ennesimo pazzo crimine di giovani e specialmente ragazze… ultimo quello di Novi Ligure – febbraio 2001)

Nun se po’ piu’ anna’ avanti a ‘sta magnera :
da Maso in qua, le straggi senza senso
so’ all’ordine der giorno, e piu’ ce penso,
e piu’ me pare peggio che a ‘sta in guera.

Armeno la’ se sa che c’e’ un nimico,
ma che l’ amiche ammazzeno l’amica
cosi’, come spegnessero ‘na cica;
e er regazzetto, tanto pe’ fa’ er fico,

a scola infirza a lei e se dispera;
regazze che t’accoppeno ‘na sora
e vanno a divertisse dopo un’ora;
e fiji, poi, che a la famija intera

la sgozzeno che manco a Dario Argento
potrebbe veni’ in mente pe’ copione…
e tutto senza manco un’ emozzione,
nun te l’aspetteresti : e’ da spavento… !

E poi ‘gni vorta, quarche cervellone
se mette li’ a discute… a raggiona’ :
“ Perche’…percome tutto ‘st’ammazza ? “
Ma nu’ j’abbasta che in televisione

vie’ fora quer Ministro bello, bello
a di’ che “ a fasse ”, in fonno e’ assai normale…
che dopotutto, er “ cracche “ nun fa male…
e a “Ciao Amici” fanno : “ Lo spinello,

che volete che sia…! a la gioventu’
j’ abbisogna de fasse l’ esperienze…!
e padri e madri, senza reticenze
li deveno campa’…senza tabbu’…! “

Sentimento,
oggi ti rinnovi.
A mezzanotte
fra noi ti ritrovi,
mai spento.

Caro ballo
di quella sera,
stretti piu’ di allora,
nella stessa atmosfera,
vassallo
mi rivedi
della mia regina

Spumante in coppa,
nottata divina
provvedi.
(dedicata a Lisa)

Se puo’ esistere al mondo
Se puo’ esistere al mondo
rosso piu’ vivo del fuoco
e’ il rosso delle tue labbra

E la pallida luna
non ha il pallore del tuo viso
dove i tuoi occhi
sono il cielo piu’ sereno

Se il sole e’ per tutti
e per tutti da’ luce e calore,
` tu sei solo per me
e tu sei il mio sole

Se le rose fioriscono
presto moriranno, ma tu…
tu non appassisci mai

Se in cielo manca una stella
io so dove trovarla :
qui, accanto a me.
(dedicata a Lisa)

Se piove mi riparo
con l’ombrello
o sotto un cornicione.
Se fa freddo
basta una sciarpa
e un giubbotto
per star meglio.
Ma se sto volando
perche’ son cotto di te
e tu non m’ami,
cado giu’ in terra
e non mi alzo piu’.
Fatti crescere
le ali addosso
pure tu,
e vola insieme a me.
In alto, noi soli,
saremo vicini a
nient’ altro che a noi,
mentre laggiu’
restera’
quel che di noi
non va.
(dedicata a Lisa)

L’ Anello rubbato
( er furto e…la pressione )

Se so’ portati via questo e quello :
robbetta de valore ,
ma gnente m’ ha potuto strigne er core
de piu’ de nun vede’ piu’ a quell’ anello

che nonna mia bonanima me diede
che stava pe’ mori’…
e da quer giorno lo tenevo lli’
come un atto d’ amore … de fede …

Nu’ lo toccava manco mamma mia
pe’ rispetto a nonna e a me ;
e adesso opro er tiretto e lui nun c’ e’ ,
nc’ e’ piu’ : me se lo so’ portato via…

Valeva come un fonno de bicchiere ,
ma la pena che sento…!
me pare come si se fusse spento
un lume…eh , si’ , mio caro brigadiere

capisco pure a lei…a voi dell ‘ arma :
si puro l’ acchiappate
finisce sempre che li libberate …
Che dice ? de pijammela co’ carma ?

Eh, gia’…che ce voi fa’ : rubbagalline…
Ma intanto , ogni matina ,
me devo sta a pija ‘ ‘la medicina
pe’ la pressione annata su…e a la fine ,

se sa…me devo pure stamme zitto…
sinno’ rischio d’ anna’ … contro er diritto…!

Lo vedi ?
E’ li’ che soffre
Piangi
Dici : Potess’ io per te .
E’ noiosa
vero ?
La mosca che ti gira
intorno .
Asciughi con la mano
gli occhi
con l’ altra scacci
l’ insetto fastidioso
Pensi Non vorrei
essere al tuo posto .

La lucertoletta
In cammera da letto , ar primo piano ,
me so’ trovato ‘na lucertoletta
tutta impaurita , accosto ad un cantone :
me pare de sentije a usci’ er fiatone…
sta a fa’ la finta morta , poveretta !
Me vie’ d’ istinto d’ allunga’ ‘na mano ,
ma quella serpeggiando pia er fugone
su le zampette che nun cianno presa ,
in un crescenno de disperazzione…
De certo ‘n se po’ ave’ quela pretesa
che immaggini er perche’ vojo acchiappalla :
pe’ primo e’ che vorebbe accarezzalla ,
e poi perche’ vorebbe aringrazzialla
pe’ la visita e la bella sorpresa .

Er calo de inflazzione
L’ economia e’ ‘na cosa compricata ,
difficile a capisse ; e’ un’ illusione ;
na sorta de maggia...e’ un callarone
indove ogni ricetta combinata

co’ titoli…monete…vie’ studiata
da gente esperta co’ tant’ attenzione
cosi’ che er piatto forte , l’ inflazzione ,
po’ veni’ fora o arzata , o ribbassata

seconno l’ esiggenze der momento :
s’ abbassa , mescolanno all’ ingredienti
li prezzi a saldo , o quelli in fallimento ,

e de li vu’ cumpra’…aoh , sta de fatto
che qua ce stanno a pija’ pe’ deficienti
seconno un rito vecchio e putrefatto !

Ma che nun ce lo so quanto me costa
l’ affitto…a pija’ un vestito…anna’ ar mercato…!?
Je frega assai si l’ inflazzione e’ in calo !
E devo da prega’ che nu’ m’ ammalo …!
Nisuno ancora ce l’ ha mai spiegato :
perche’ piu’ scenne…e piu’ pe’ noi e’ tosta ?!?

23 Novembre 2000
ecco er DOTTOR ANDREA BETTOZZI

Ce s’e’ sguerciato l’ occhi e ha perso er sonno
sui libbri de COMMERCIO e ECONOMIA,
co’ mai manco ‘na tregua…un’amnistia…
ma sempre co’ un ber disco in sottofonno.

Dormi’ perfino come un vagabbonno
ner sacco a pelo steso pe’ la via,
pe’ pijasse, la matina, come sia,
un posto in classe…cose d’artromonno…!

E pe’ tene’ la media che je piace,
rinuncia a boni punti, e er ‘ventisette’
se l’assicura, e sta cor core in pace.

E arfine ecco che ariva a nervi tesi
(che la tensione sua se taja a fette),
ar gran finale : er giorno de la Tesi.

------- -------- --------

L’ha messa su co’ tutta la passione,
connennola co’ impegno e tanto amore,
spruzzannola cor sangue e cor sudore,
sfornannola co’ tutta l’attenzione.

E’ stato come a fa’ ‘na professione ;
pe’ un anno ha fatto come fa un pittore,
che s’aritocca er quadro e ce discore…
finche’ e’ arivato a fa’ la discussione.


Doveva fasse a Giugno, ma er docente
je fece, dice: “ Ancora nu’ l’ ho letta ;
te leverei du’ punti come gnente…

mannamola a Novembre…”, e cosi’ e’ stato.
E er ventitre, a le quattro, in mezz’oretta,
ANDREA BETTOZZI e’ stato dichiarato :

DOTTORE ECONOMISTA, e ha meritato
ogni lode da chiunque l’ha ascortato.
Auguri cari e tanto, tanto onore
ar caro Andreino nostro, NEO-DOTTORE !

A Lisa
(7 Giugno 2005)

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Di poesie
Cercando la piu’ giusta
La piu’ vera
La piu’ bella .
Or che le leggo
Son giuste ,
Vedo ,
E vere
E belle tutte
Che’ per te son scritte
E tuttavia
Ce n’ e’ che non appare !
Non son le rime
E neanche le parole
Non gli accenti
Non il poetare…
Eppure il fuoco
C’ e’
Del sol d’ Agosto
E del vulcan che erutta
E la forza del vento
E di onde furiose
La viril potenza
E il profondo infinito
Di abissi marini
E l’ altitudini dei monti
E i colori dei mattini
E quelli dei tramonti .
Ci son pietre preziose
E delicate piume ;
C’ e’ il nascere d’ un fiume
E note danzanti
E dolci melodie
E fiori profumati
E i giuramenti fatti
Le sensazioni avute
Le sensazioni date…
I palpiti d’ amore…
Ma manca ancora
Quel che non ho detto
Perche’ non lo so dire e resta dentro . 

Filastrocca Lecca – Lecca
Dedicata a tutti quelli a cui dev’esse dedicata (senza riferimenti alcuni).

Filastrocca lecca-lecca-e-arilecca
che giri attorno tutta ammascherata
de inchini e ossequi, sempre assai educata
ce provi e speri de nun fa’ cilecca.

Co’ quela presunzione che te imbecca
te senti tutta sopravvalutata ;
aspetti…poi dai l’urtima leccata,
con umirta’…cosi’ nun fa ‘na pecca…

Te presti, e finacche’ e’ che te conviene
te stenni e fai la parte de un tappeto :
“ Passate sopra a me, si ve vie’ bene…! “

Ma come un ragno che sta a da’ la caccia,
si nun acchiappi…rughi e piji d’aceto.
Ma nun te perdi er vizzio…ne’ la faccia !    

Dal cor dettato
Dal cor dettato piu’ che da intelletto
movo la mano in tua lode.
L’amor che in me trabocca
spinge a cantar tutto l’affetto
per torre da me ‘l peso
che il tacer comporta.
Onde palesar e’ mio desio
tutto l’amor che ‘l cor mio nutre
per lo tuo cor gentile.
Non mi fia colpa l’aprir apertamente
‘l sentimento mio
poi che questo e’ nobile e puro
come si vuol che a te s’ addica.
E per cotanta gioia che mi dai
mi sia dato ringraziare il ciel che t’ ha posta
in mia stessa via.
E se alla volta mia tu volgerai
‘ l sorriso e la favella,
tra li omini felici I’ saria
lo piu’ felice.

Europa…SI’ !....Europa…NO !
Hai visto ‘sti Francesi ? aoh…so’ forti !
So’ iti ar voto e j’ hanno detto : “NO ! “ .
Europa…po’ esse pure…ma ‘n se po’
che pe’ essece dovemo fa i contorti…

sarebbe a di’ accetta’ li fatti storti
che ciaribbutterebbero lla’ indo’
stavamo un tempo e che oramai , da mo’ !
‘n ce stamo piu’…Che , ‘n ce ne semo accorti !?

Beati a loro…tanto de cappello !
Pe’ loro libberta’ e demograzzia
so’ cose vere e no ! solo un ombrello…

T’ abbasta a senti’ qua che stanno a di’ :
“ Quer NO e’ a Chirac che vonno che va via !... “
E tutti lli’ a discore e a sminuvi’…

Nun vonno ammette…pe’ nun fa’ capi’…
Nun vonno che artri seguano la scia…
E ‘n vonno fa’ vota’ ne’ er NO…ne’ er SI’ …!!!

Il “ NO “ dei Francesi
(a questa Europa )

Del grido antico l’ eco
oltr’ Alpe si rinnova
a far sentir la voce
d’ un popolo che sa…

Che vede e non e’ cieco
e vuol che si rimuova
avanti che sia atroce
il morbo che e’ gia’ la’ .

Da tale prospettiva
il tuo cugino e’ escluso
e soffre , ahime’, deluso
e senz’ alternativa !

Che’ pur se a la deriva
lui va rimane ottuso
quel meccanismo in uso
che ha la prerogativa

di dirsi Liberta’…Democrazia…
e dalla tua vittoria
vuol torre onore e gloria
e gia’ ne dice…come di idiozia .     

Risveglio
Soffia la brezza
colorata rosa
sul sonnacchioso mare
azzurro chiaro.
E invia carezze
timide a svegliare
la sabbia umida e sola .
Sbadigliano i gabbiani
e l' orizzonte
s' illumina pian piano,
e il velo dissolve
dei sogni trascorsi
il primo tepore .
Un brivido nell' aria
ancora incerta
alita leggero
e sale verso il cielo,
donde si specchia
pigra e civettuola
la prima nuvoletta.
Intanto un granchio
è tutto indaffarato
a ripulir le chele
dalla sabbia .
L' anima mia prega
e io padrone son
di questo mondo.     

Festa di quartiere.
Arde
Parigi
sotto il temporale.
Occhi velati
guardan
le notti illuminate…*
quasi festa di quartiere.
Non serve ombrello:
si scaldino ai falò
i danneggiati…
E tutto e' normale
nella fitta e umida nebbia .
E le infuocate lamiere
a ogni alba
saran già fredde;
e per domani
approntiam noi
le nostre strade…
festa di quartiere .
* nove di già.

Poeta
Te pari de esse come 'na cometa
che va schiarenno er buio de la notte ;
te credi "puro" come a un Don Chisciotte ,
te senti un po' gueriero e un po' profeta .

Coll' arma tua che va dall' A a la Zeta
te pensi de sta' come in una botte
e si anche scrivi cose ormai stracotte
nun poi fermatte mai che', pe' un poeta

e' come quanno che se squarcia er celo
pe' sgravidasse er peso…e nu' la smette
infino a quanno ridiventa un velo

stirato e asciutto …E' come un pescatore
che affonna l' amo…NO pe' l' alicette ,
ma pe' pesca' er tesoro che cia' in core !

E scrive un verso pe' smorza' quer foco
che je fa di'…e di'…e di'…l' Amore !
che nun da pace e pare sempre poco

quer poco che vie' su…pe' anna' sur fojo .
E l' anima , leggera , ce discore
furiosa o allegra o piena de cordojo…

La Rosa dei Venti
Stava vagando
nel cielo turchino
portato dal vento
un fiore di rosa .
Sentendo il profumo
altri venti , curiosi ,
gli corsero incontro
da tutte le parti .
E tutti restaron
e ancora lo sono
al fiore d' intorno
innamorati .
D' allora quel fiore ,
la rosa incantata ,
Rosa…dei Venti
nel mondo e' chiamata .

Libberta'-De-Stampa'
libberta' de…magna'


In mezzo a le lenticchie c' e' anniscosto
quer breccolino che 'n sia mai l' addenti ,
pe' quanto po' esse piccolo… lo senti…!
Eccome si lo senti quant' e' tosto !

Per evita' de fatte spacca' un dente
bisogna da capalle co' coscenza
e no che butti giu' e le coci senza
capi' si poi magna' tranquillamente…

Sinno' ce sbatti er grugno ! Gia'…l' hai visti !?
Si quante n' hanno scritte de stronzate !
" Che fortuna…! co' Biaggi…! che sarvate…!! "
so' stati sempre a di' li giornalisti ;

ma mo' che hanno sentito quant' e' dura
a sbatte er muso contro er precariato ,
che t' hanno fatto ?! T' hanno scioperato ...
Ma l' hanno fatto pe' 'na cosa…pura !

" La-Libberta'-De-Stampa " …eh…che voi mette !
' Nu' e' mica come chi se sta a lagna'
perche' cia' er vizzio de vole' magna'
du' vorte ar giorno e nu' la vole smette !!!    

Orfanelli
Dentro il bosco degli affanni
tra spinosi rovi e liane
van vagando tristi e soli
bimbi e bimbe senza posa
a cercar l' azzurro...il sole...
di cui vedono filtrare
poca luce tra il fogliame
fitto e denso...il loro cielo .
Son gli uccelli a raccontare
quel che c' e' la' sopra al tetto...
che a sentirli fan sognare .
Forse un giorno non lontano
anche loro avranno le ali
coi visetti tutti uguali
per volare fin lassu' .

No, non piangono i bambini ,
fan sorrisi…non si sa…
Forse vedono una mamma
che li viene a coccolar .      

Azeglio batte Silvio…
(figli di… oche diverse…)

Azeglio ha dato un calcio…!
Un calcio ad un pallone :
“ E’ un fatto straordinario !
dice l’ “ opinione “…
“ da festeggiare insieme ! “ .

Silvio ha risposto al tiro
con lo stesso pallone …
“ Che immagine-vergogna! “
grida l’ “ opinione ” :
la stessa che era in festa…            

L’ Abbronzatura…
e er sonno…traditore

Ner mentre me ne stavo appennicato
llà su la spiaggia ar primo pomeriggio
me so’ insognato de finì affogato…
E schizzo su de botto….So’ inzuppato…
Quer ch’ era illumminato è tutto griggio…
So’ come San Lorenzo : cucinato…!      

La foglia
Scende cullandosi come tra l’ onde
poi ad un tratto schizza all’ in su ,
s’ avvita su e giù...fa un po’ di manfrina ,
ruzzola , scivola , fa un mulinello...
Cala e risale che sembrano l’ ali
d’ una farfalla che gioca col vento...
Si calma per poco , ma poi ci ripensa ,
pare ch’ è allegra...che sta a divertirsi...
e invece è già morta e...non se n’ è accorta !      

Come una voce si spegne
man mano che vola per valli,
gli echi d’un tempo passato
or son lontani e sfocati.

Piu’ non tormentano il cuore
rimpianti di gioie perdute,
di sogni e illusioni svanite :
per sempre un ricordo, non piu’.

Di lacrime e pianti abbondanza
ha avuto ogni storia d’addio,
e lunghi malinconici giorni
chi ha rivolto lo sguardo al passato.

Da te la mia forza ricevo
per dare un addio sereno
ai sogni, ai ricordi d’un di’ ,
e addentrarmi nel nuovo sentiero
non sempre fiorito d’aiuole
e che pur quest’amor che ci unisce,
ridente e felice fara’ .
(dedicata a Lisa)

A Lisettina
Betta, Bettina, Lisa, e Elisabetta
son tutte belle e van sempre di fretta .
E infatti van correndo tutto il giorno
e me le trovo sempre tutte attorno
per dire , fare cose e aggiustare ,
nonche’ amministrare e anche sgridare
se non e’ usata bene la ragione
per cui si fanno guai e confusione .
Con un vulcano in testa e dentro al cuore
san ragionar su tutto ore e ore
e san gioire e pianger per amore .
Soltanto a lor va sempre il mio pensiero
la notte e tutto quanto il giorno intero.
Le amo tutte appassionatamente ,
pero’ fra tutte quante , certamente ,
quella con cui di piu’ ci sto in amore
perche’ sa intenerire piu’ il mio cuore
e’ un’ altra ancora : e’ Lisettina mia
che e’ la piu’ cara e dolce che ci sia .
Quattro piu’ una : e’ proprio un bell’ affare !
che io quel giorno ho fatto sull’ altare :
ne prendi cinque e paghi solo una :
davvero m’ ha baciato la fortuna !!!

Colpisce il cuore
Vedere nei prati
Fiori appassiti.
Cogli coi petali
Gia'avvizziti
Un sorriso ormai spento
Della natura .
Gocce di vita
Dal cielo cadranno
Come a pianger
E dare speranza.
Mentre silente
La lucciola vaga
Sospesa nell'aria
A portare un lumino.   

Na cerasa…tira l' artra…
(storie de umani…storie de cani )

Ce sta 'na tizzia tanto tanto brava
sensibbile…de core…'na signora…
che s' arza ogni matina de bon' ora ,
pulisce er cane suo che fa la bava

e acchiappa du' piccioni co' 'na fava :
se porta er cane a fa' le cose fora
e er grasso in piu' lo manna a la malora
corenno appresso a lui…e se la cava !

E infino a qui starebbe tutto a posto ;
er fatto e' che la senti a dije: " Amo'…!
Tesoro…! A bello…! Sei gajardo e tosto…! ".

Na vorta stava a legge su un giornale
le nozze gay…: lo prese…lo bacio'…
je fece : " Anche pe' noi vera'…e' fatale ! ".

Er cane , lli' , che je scodinzolava
straní e stoppo' de botto…abbajo'…
Stava a capi'…: quarcosa nun annava…!    

Per quanto tanto
(dedicata a Lisa )

Per quanto tanto
L’ amor che a te riservo
Pur sempre e’ poco
Seppur questo fuoco
E’ quel che in seno
Arde
D’ un vulcano ,
Non quel che getta e scende al piano
Che in cenere si muta ,
Repentino .
Non quel che al mattino
Tiepido e distratto esce di casa
Dopo i notturni
Giochi appassionati .
E’ gli attimi ritmati
Che il tempo batte
Incessanti e uguali
Sullo spartito dell’ eternita’ .
E’ una scelta o una fatalita’,
Son l’ anima e il corpo ,
E’ il mio tutto a te dovuto
Per l’ amor che rappresenti ;
E’ un dono ricevuto
E’ l’ istinto
E’ tutti i sentimenti ,
E’ l’ aria stessa
Che di te e’ pregna ;
Percio’ di tanto amor ,
Amor mio ,
Sei degna .        

La ballata dei “Perche’”
parole e musica di Armando Bettozzi

Questa storia e’ senza senso
ma ascoltiamola ugualmente:
finalmente capiremo tante cose che

mai nessuno ha detto chiaro e tondo,
come del perche’ l’acqua ci bagna…
Meditiamo, gente, meditiamo,
che’ la verita’ e’ messa a nudo ;
basta canticchiare questo motivetto
e ogn’ ombra svanira’.
Senza le ombre in cielo sara’ sempre chiaro,
sempre il sole brillera’ per noi.
E si sapra’ perche’ l’amore
ci fa morir…ma non ci uccide,
e perche’ un cane abbandonato non ci morde,
si sapra’.

Perche’ ogni volta chiedi scusa
e pero’ ogni volta ci rifai;
perche’ certa gente sa soltanto predicare
e non vuole comportarsi
come dice che e’ bene fare
per avere un po’ di dignita’.
Perche’ si fa agli altri quel che non si vuole
che sia fatto a noi stessi.
E si sapra’ perche’ le rose
oltre al profumo hanno le spine,
e perche’ la lingua a volte serve
per salire un po’ piu’ su.

Perche’ tante verita’, col tempo,
vanno diventando un po’ piu’ vere;
perche’ il tempo non si ferma mai,
neanche quando il vento dorme e non soffia.
Perche’ due binari fanno tanta strada insieme
e non si toccan mai.
Perche’ un bambino quando nasce
vuole che una mamma gli stia accanto.
Perche’ il buon senso non si vende
a chilate nei supermercati;
perche’ il mondo e’ strano, ma la gente
e’ assai piu’ strana,
si sapra’.

Perche’ il cielo si distrae
e qui da noi succede sempre un gran casino.
Si sapra’ che cosa si puo’ fare
se ogni gallo resta senza voce,
per svegliare il sole tutte le mattine,   
 

e illuminare il nuovo giorno;
perche’ ogni campana incomincia subito a suonare
come per pregar .
Perche’ piove sempre sul bagnato ;
perche’ il fiume porta l’acqua al mare ;
perche’la bilancia pende sempre da una parte,
si sapra’.

Si sapra’ perche’ si prende a calci
il mondo che non e’ un gran pallone.
Si sapra’ se e’nato prima l’uovo
o se e’ nata prima la gallina,
e se e’ matto chi ama, o se e’ matto
chi l’amore non sa neanche quello che vuol dire.
E perche’ la pace sguscia dalle mani
come fosse un’ anguilla.
Perche’, fra tanti con le corna
solo il toro entra nell’arena.
Perche’ un capo non sa fare il capo
ed e’ pagato piu’ di te .

Perche’ c’ e’ qualcuno che alla vita
preferisce il nulla della morte .
Perche’ a chi ha il cavallo niente frusta ;
perche’ a chi la frusta neanche un ciuco,
e perche’ il topo che si rosica ogni cosa
non ci lascia mai il codino.
Perche’ il cielo e’ in alto
mentre tutto il resto e’ in basso
finalmente si sapra’.
E si sapra’ perche’ il mondo
non e’ mai stanco di girare ;
si sapra’ se e’ meglio avere Fede
che ci aiuti a campar .

Perche’ sole e luna van d’ accordo
a spartirsi il posto su nel cielo;
perche’ al privilegio e al potere
non c’ e’ mai nessuno che vuol rinunciarci ;
perche’ e’ piu’ importante una corona
che riempire un piatto vuoto.
Perche’ la formica sgobba tutto il giorno
mentre la cicala canta .
Chi capira’ prima di tutti
poi lo dira’ a tutto il mondo,
cosi’ tutti insieme grideremo :
“Finalmente, ora so…! “.

Se la storia ha avuto un senso
ascoltiamola di nuovo :
finalmente capiremo tante cose che… 

Er Cesso
Aoh ! So' er cesso ! Stamme a senti' bene :
io so' venuto ar monno pe' 'na cosa
precisa e indiscutibbile e conviene
che me usi a 'na magnera decorosa .

Riccojo , e' vero , tutte le zozzure
che t' escheno dai buci naturali
che ciai lli' in corpo … pero' e' vero pure
che senza…sai le puzze colossali !!

e le schifezze e tutte le infezzioni … !!
Pe' cui m' hai da tene' sempre pulito ,
e sempre sprofumato e…attenzioni !
Nun devi da intasamme…Si ! Hai capito :

l' ovatte , i pannolini e i pannoloni
li devi da butta' drent' ai cassoni !
(Nun vojo fa' la fine der Governo
che affoga ne la merda in sempiterno !) .     

Farsità
Ormai la farsita’ sta dilaganno
che nun s’aregge tanto e’ spudorata ;
e in mezzo a le notizzie che ce danno,
ce sguazza allegramente e nun se sfata.

Che’, pure si lo sa che c’e’ l’inganno,
la gente mo’ se sente disarmata,
che’ ce lo sa : rimedi nun ce stanno ;
perfino er voto e’ ‘na carnevalata !

Buggie so’ state dette tante vorte,
ma co’ benzina, mutui casa e tasse,
che stanno galoppando a brije sciorte,

assieme a gasse, luce e sigarette,
che dichi : “ l’ inflazzione sta a fermasse…” ,
ma ‘ndo la conti : su ajo e cipollette ?!    

Torbido intorno
(dedicata a Lisa)

Torbido intorno
Da non vedere
Pur se per caso
Qualcosa brillasse,
Nulla,
Senza ne’ oro, ne’ gloria
Usare per esca
Nel mezzo ho gettato
L’amo.
Poca speranza…
Tanta paura…

Dal vento il velo
Da occhi inesperti
Disteso
A coprir egualmente
Ogni cosa,
Mosso,
Muta l’idea prima
Fantastica,
Come luce d’aurora
Pian, piano rischiara
Pur se ancor notte,
I monti.
E poi si fa giorno…
E c’e’ tanta luce…
E c’e’ tanto amore…  

Tenue fiammella
tremolante nell’aria
che,
impercettibilmente,
ti scuote,
lentamente
sciogli
la candelina rossa
pel nostro piacere
e per il tuo.
Che’, si’,
anche tu
sai goder
di questo nostro
stare vicini.
Dove proprio
tu, sei,
in mezzo a noi,
la ricercata complice
della nostra romantica
occasione.
Il tuo lieve baglior
si specchia
nei suoi occhi,
che son riflessi
nei miei.
Ma,
i tuoi tremolii
non sono fremiti
come lo son
le scosse
che, leggere,
scorron
nelle nostre mani
che si cercano,
e si stringono
una all’altra…
Mentre il piatto
resta pieno,
e si raffredda…
(dedicata a Lisa)  

Ho sognato di te,
e avrebbe dovuto essere bello
il sogno.
Ho sognato di te.
Ma andavi via.
Io gridavo
il tuo nome
ed ero muto.
E tu ti allontanavi.
Correvo a fermarti,
e mi affanno invano,
immobile.
E divenivi piccola,
e piu’ piccola, e svanivi…
E piu’ grande
nel mio cuore ti facevi,
e di piu’,
e di piu’…
finche’ e’ scoppiato.
Mentre morivo
aprivo gli occhi,
e ti stringevo,
piano,
per non svegliarti.
(dedicata a Lisa)   

Er perdono
Sor Presidente , so ch’ e’ tanto bbono
e tanto bravo e so che lei, si vo’ ,
po’ fa’ ogni cosa , visto quer perdono
che ha fatto aveje ar tizzio che ammazzo’

quer poro cristo…ma pe’ dasse un tono
nemmanco je l’ ha chiesto e che pero’
a piallo se lo pia , mbe’…presuppono
che si io ‘na grazzia invece la voro’

me fara’ ave’ un lavoro come sia
magari ad aiuta’ lo stesso tizzio
che pe’ ingrandi’ la vostra opera pia

l’ avete messo in una bibbrioteca…
Ar che lui gode un doppio benefizzio
mentre io sto co’ ‘na rabbia che m’ acceca

ner vede che chi ha fatto er forilegge
ottiene… e senza manco un sagrifizzio !
e la quarcosa e’…cosa che nu’ aregge !       

Regazze d’ oggi
‘ Na vorta se chiamaveno zitelle
si je toccava a ‘sta senza marito ;
se sposaveno che ereno pischelle
piu’ per amore che pe’ er bon partito .

Si annaveno giranno scollacciate
s’ arivortava pure er perbenismo
ma si ereno un po’ troppo esaggerate
se scommodava tutto er puttanismo .

Poi so’ cresciute , e dopo er femminismo
ammo’ so’ tutte quante emancipate :
mo’ so singole e piene de arivismo
e assai meno guardate e coccolate .

Mo’ er mejo sogno nu’ e’ piu’ er granne amore
ma e’ esse fine come l’ alicette
e anna’ a fini’ drent ‘ ar televisore
co’ ‘na striscetta ar culo e su le tette.    

La relatività
Pe’ ogni cosa , da quanno er monno e’ monno ,
esistono du’ pesi e du’ misure .
Presempio un fatto brutto in fonno in fonno
seconno er caso po’ esse bello pure :

pe’ er solato e’ arivato er finimonno
ma er sola gode pe’ le fregature
che da’…Chi pe’ gnente pia ‘n affanno
e chi nun sa che so’ le incazzature…

Çhi je va a cecio e chi odia la citta’…
Quarcuno tempo fa ce l’ ha inzegnato :
dipenne da la…relativita’.

Pero’… perche’ dev’ esse ‘na puttana
Ninetta a dalla in giro , ma e’ appurato
che é ‘na Signora la real Diana ?    

Corri perché temi
di non arrivare
dove neanche sai .
Davanti
vedi tutto
credi ,
ma a destra
non volgi lo sguardo
ne’ a sinistra .
La notte
corri ancora
per inerzia ;
non sogni
e di giorno
non c’ e’ tempo .
La strada e’ lunga
e con pochi passi
vuoi toccar la fine ,
per questo corri ,
ma non arrivi mai .
Indietro ti volti ,
torneresti .
E’ troppo tardi .    

Er peccatore
“ Padre nostro , che vivi llassu’ in cielo…”
se po’ senti’ a prega’ drent’ a ‘na chiesa ;
“ Santíssima Madonna der Carmelo ,
io ce lo so : er peccato ve fa offesa ;
percio’ sto qua a rifavve ‘sta promessa :
saro’ piu’ bono e cerchero’ anche er modo
de trova’ er tempo de veni’ a la messa ,
e saro’ sempre ‘na persona ammodo…”.
Eh, si’ ! perche’ ogni vorta er peccatore
se sbatte er petto , piagne e se dispera ;
vole esse perdonato e con amore
intigne er dito nell’ acquasantiera ,
e e’ pronto a incenerisse la capoccia ;
ma come l’ occasione se presenta
se scorda tutto , e mentre fa bisboccia
fa , dice : “ E’ Satanasso , che me tenta …! “.           

Er Fisco
Na vorta , cor sistema feudale ,
che fu inventato da li gran signori
pe’ aranciasse in quer monno medievale
tra poveri artiggiani e zappatori ,

e’ certo che era piu’ che naturale
che er Fisco sguinzajasse l’ esattori
a prenne er suo…in percentuale ,
co’ le bone o buttano a tutti fori…

for de casa … e abbrucianno e anche ammazzanno !
Ar giorno d’ oggi , e’ vero , uno se lagna ,
ma quelle brutte cose nun se fanno .

Voi mette ave’ la gran soddisfazzione
de otorizza’ noi stessi er magna-magna
cor voto…demogratica invenzione !?

Sfumature
In un quadro, sai,
quello che conta
son le sfumature dei colori.
Sfumature…
Che ci tengono lontani
e fan triste ogni domani.
E allora … ?
Sono importanti, le sfumature.
Ci fanno sentire
estranei fra di noi.
Sfumature…
Ci separano pian, piano
come nebbia in mezzo a noi.
E allora…?
Basta un ritocco,
com’un pittore fa ad un
quadro suo,
e poi…
Mi dispiace, sai,
che te la prenda :
sono sfumature,
non te n’accorgi ?
Sfumature…
Che ci tengono vicini,
se van bene a tutti e due.
E allora…?
Sono importanti, le sfumature.
Lo vedi ?
Adesso si’, che siamo noi.
Sfumature…
Danno un senso
ai nostri giorni ;
ci sentiamo piu’ importanti,
tu ed io…
Basta un ritocco,
com’un pittore fa ad un
quadro suo,
e poi….  

…E verra’ ,
anche se non vuoi,
un momento
che sara’ la fine
di tante cose.

Forse non saprai
che quel momento sara’
il principio della vita
che volevi
che cercavi da sempre.

Una voce ti dira’
che e’ giunta l’ora,
e’ giunto un grande momento ;
sara’ l’ora di dare e di chiedere
tutto il bene che vorrai.    


Li Sgarbi de Vittorio
Cor ciuffo da aggiusta’ in continuazzione
pe’ libbera’ la fronte intelliggente,
l’occhiali adatti, e tante idee in mente,
Vittorio inizzia a fa’ la trasmissione…

Da li giornali li’ a disposizzione
vie’ fora quanto po’ esse deficiente
la gente tante vorte, e argutamente
lo dice mentre va in ebbollizzione.

Er viso chiaro se fa rosso, e spara
un fiume de improperi a chi sia, sia
cosi’ che chiunque : vede, sente…e impara…

Ce sta chi dice : “ E’ troppo esaggerato
quer modo suo…”, ma l’opignone mia
e’ che quer modo, invece… va copiato!!

Er conduttore tv
Sergio Di Mambro


S’ affaccia pe’ lo schermo illumminato
e a un modo tanto semprice e cordiale,
che’ nun e’ proprio er tipo der teatrale
armeno infinoacche’ nun e’ incazzato

perche’ magari c’ e’ chi ha esaggerato
a di’ un po’ troppo fora dar normale
ner salottino suo lli’ ar canale,
saluta a chi sta a casa e a ogn’ invitato.

E’ lui, Sergio di Mambro, er conduttore
de quella trasmissione : “ Scacco matto “
su canale 23 ; e’ er signore

de programmi tv e editoriali
lla’ sur “ bravetta news “, dove ogni fatto
lo spiega come fa su antri giornali

cor bonsenso ognisempre in primo piano
contr ‘ ogni ipocrisia e ciarlatano .

Padre Pio, Beato, pe’ mo’…
Er due de Maggio, Roma e er monno intero,
cor Papa e co’ la Chiesa tutta quanta,
se so’ trovati drento a quer mistero
che gira attorno a ‘sta persona santa.

Ner mentre tanti fanno : “ Sara’ vero…? “
un fiume de fedeli-prega-e-canta
se sente er core diventa’ leggero,
se guarda a Padre Pio, e ce se incanta.

Da drento a ognuno sorte ‘na preghiera :
“ Te prego, Padre Pio, fa che er Signore
ci aiuti a intenne che sia tutta vera

la storia tua de frate tribbolato :
co’ le sagrate stimmate, e co’ un core…
da fatte Santo, e no solo Beato.

D’artronne, che hai parlato co’ Gesu’,
noi ce credemo, si lo dichi tu.

Viva l' amore
L' amore e' come un valzer che
Ti fa incontrare e poi
Ti fa girar e girare e girar
Finche' alla fine ti senti cader .
E' come un vino novello che
Lo assaggi e ti va giu'
E bevi e lo gusti
E lo bevi e ribevi
Fin quando non c' e' piu' .
Viva l' amore
Che ci fa sognar
E ci fa volar
Fino a toccare il cielo , lassu'.
Viva l' amore e ogni cuor
Che sa palpitar
Che si fa incantar
Che si fa stregar !
E quando l' amore e' veramente amor ,
Quando e' tanto grande
E' come una piuma
Che cade sul fuoco
E pero' non brucia ;
E' come un fiocco di neve
Che vola verso il sole
E non si scioglie mai ,
E non si scioglie mai !
L' amore non e' mai tutto blu
E solo rose e fior :
Puo' fare male , un mondo di male
Ma cosi' male da farti morir .
Ma e' molto peggio se non ci sta ,
E allora : Viva l' amor !
Beato chi l' ha conosciuto e ce l' ha ,
Perche' meglio non puo' star !

Curati … da schiatta ‘ !!
So ‘ antro ! che vampiri coi dentoni
che fanno er buco ar collo pe ‘ succhiatte ,
quei du ‘ monopolisti approfittoni
de leggi che l’ aiuteno a ‘mmazzatte ;

perche ‘ cor sangue infetto de imbriaconi
ce fanno pasticchette pe ‘ sarvatte
(te dicheno), e le venneno a sordoni ,
e tu le piji … e poi sei da buttatte …!

Nu ‘ abbasta che gia ‘ ciai l ‘ emofilia ;
te serveno su un piatto tutto d ‘ oro :
aidiesse e epatiti come sia…

Nisuno vo ‘ ferma‘ ‘sta gran schifezza ;
e tutto pe‘ du sordi , ‘ tacci loro !
capito , si’ ?....mettemice ‘na pezza !

La favola…de legno
(dedicata alla famiglia Bartolucci
artigiani in Belvedere Fogliense di Tavullia
)

Si passi lli’ pe’ via de li Pastini ¹
ar 98 resti senza fiato
ner vede a un negozzietto ch’ e’ affatato …
Ed incantato imbocchi nfra l’ inchini

dei Pinocchietti e de antri burattini
che pareno tornati da un passato
che te pareva ormai dimenticato ,
e pare come a usci’ da li confini

de na rearta’ che stava lla’…e de botto
e’ diventata favola , e te senti
Pinocchio anche te stesso…e sotto , sotto

guardanno li gingilli in movimento
lli’ addosso a le pareti…strigni i denti
per annisconne quer che provi drento .

Ma presto passa e vie’ da ringrazzia’
li Bartolucci…belle mano e menti…
pe’ avette dato er modo de sogna’.
¹ presso Piazza di Pietra a Roma

Nullità ….
Al ristorante
Dell’ imbecillità
Vanno a saziarsi
Senza sobrietà
Tante persone…tante…tante…tante
Senza mai riempirsi
Ché il vuoto resta…vuoto
Se le abbuffate son…di nullità.

Giallo
Gialla
La luce
Diffusa
Del sole ;
Gialla
La ginestra
Sparsa
E tenace ;
Giallo
L' oro
Prezioso
Che attrae ;
Giallo
Il fiume
Senz' argini
Che inonda ,
Gialla
La paura
Di chi e' inondato…
Di chi affonda…

La filosofia de la fame
(li cicli : “Brutto” – “Bello”)

Incomincio’ cor sangue de un gemello
la storia de ‘sta gnocca de citta’,
e co’ mijara de ommini ar macello
se diede inizzio a la cristianita’.

E poi quer frate detto er “Poverello “
soffrenno guadagno’ la santita’ ;
ar “BRUTTO” je vie’ sempre appresso er “BELLO” ; dopo ogni guera vie’ la libberta’.

Ner monno er “BENE” core appresso ar “MALE”,
pero’ si ariva tardi , embeh…so’ cazzi !
L’ arcobbaleno dopo er temporale

vie’ subbito e va bbe’…pero’ la fame
da secoli ‘n se schioda e null’ ammazzi,
e er “BENE”… ‘n pare artro che un rottame…

Pero’ si er ciclo “BRUTTO”-“BELLO” e’ un fatto
pe’ come e’ stato detto insino a mo’,
che vora’ di’: che er “BELLO” s’ e’ distratto
e er “BRUTTO” po’ sta’ a fa’ quello che vo’ ?

Ma si er “BELLO” ce la dovesse fa’,
l’ affamati , pe’ er ciclo “BRUTTO”-“BELLO”,
potrebbero ave’ troppo…da schioppa’…
cosi’ addio fame, si’, ma…addio fratello…!

Percio’ tocca a pensacce proprio bene
e fa’ sortanto…quello che conviene…!

Chi nu’ mmore s’arivede
(i TG annunciano azioni sindacali dei metalmeccanici)

Di’ un po’, famme capi’, ma che e’ cammiato,
che solo ammo’ ariciccia er Sinnacato ?

Che e’ ‘na gran cosa, nu’ mme sta’ a fraintenne;
ma nu’ je s’addrizzaveno l’antenne

co’ li prezzi che annaveno a le stelle…
la disoccupazzione su la pelle

de gente diplomata e laureata
che nu’ j’ abbasta de esse accurturata ;

de affitti che ce vole la cariola
pe’ anna’ a pagalli…e arfine e’ ‘na ciriola

er “consumismo” che te porti a casa…?!
E e’ da un ber pezzo che e’ “tabula rasa”

er monno der lavoro ! e er “precariato”
che tutti quanti l’hanno coccolato

farsannolo co’ la “mobbilita’ ”,
contratti a tempo, e quelli pe’ forma’,

sta dilaganno come ‘na cancrena,
ma in quarsiasi “colore” c’e’ chi frena :

“La “mobbilita’ va… e va allargata !…”
Eh gia’…co’ la portrona assicurata,

che svizzio a opri’ la bocca e a daje fiato !
Don Chisciotte, da mo’ ch’era arivato

a da’ ‘na mano… a fa’ un po’ de giustizzia…
Ma quello nun ciaveva la malizzia :

nun era rosso, o azzuro, o bianco, o nero…
era ‘no scemo…un idealista vero !

Er nostro “ PiCci’ “
Na cliccatina ar punto giusto e …addio…!
Ar giorno d’ oggi abbasta a fa’ accosi’ :
‘na passata de “mause” piu’ un invio…
e in meno d’ un minuto fai spari’

er tempo de una vita dar cervello
de quer “compiute” indo’ ciavevi messo
tanti anni de pensieri e che mo’…adesso ,
dopo quer clicche , appunto, bello , bello

sparisce…come ‘n fusse ma ’ esistito…
Ar massimo la carta l’ abbruciavi
e poi , volenno , te ciariscallavi…
e si capivi de essene pentito

potevi sarva’ un pezzo abbruciacchiato…
la cenere…che so’… ! pe’ ave’ quarcosa
da vède…da tocca’…E poi…’na cosa :
e si er dito ‘n doveva…ma ha cliccato ?

Pe’ sbajo…! Si che dramma…! Sta ’ a capi’ ?
Ma pe’ evita’ ‘sta brutta concrusione
che po’ portacce a la disperazzione
dovemo da esse noi ‘r nostro…PiCci’ !

In morte di Papa Giovanni Paolo II
Papa!
Venivi da lontano…
Ma è proprio adesso
Con quello ch’ è successo
Che tutto il mondo è qui e ti dà la mano
Pe’ accompagnarti e sentirti vicino
Nel proprio cammino.

Roma,
ma chi sei… ? Sei 'na forza naturale,
sei tutta la potenza der creato !
Hai vinto lo scudetto e er campionato…
Sei undici campioni, sei speciale !

Se deve vergogna' chi te fa male
annanno a fa' violenza , e scammia er tifo
pe' quarche cosa che e' sortanto schifo
si nun addirittura criminale !

Me pare de vedelli ancora a core
MONTELLA, BATISTUTA e er granne TOTTI :
ciavete fatto sanguinacce er core,
ma mo' potemo di': " L'AVEMO ROTTI …!!!!!!!!!!!! "

Poracci!
(bidonville Nairobi - Km2 di discarica - Canale 2 - Dicembre 2000)

L'ho visti a smucina' 'nfra la monnezza
la' sopra a un montarozzo puzzolente
piu' peggio de li cani, pora gente,
che nasce e crepa in quella gran schifezza.

Ce cercheno quarcosa d'anna' a venne,
ma peggio ancora…robba da magna'…
che solo a vede vie' da vommita'…
Ma er luridume sgocciola merenne,

pranzetti putrefatti gnente male,
liquami pe' bevanne, e a conti fatti,
si nun sei schizzignoso te ciadatti…
D'artronne puro er sorce…e anche er maiale…

Se sa…quanno che e' gratise, er magna'
nun e' che poi sta' troppo a controlla'…
Ma…insomma…e' tutta corpa dell'antenne
che', senza 'n se vedeva gnente e ammenne…!

Mo' invece avemo visto, ma, uguarmente,
io che ce posso fa' si no un reclamo
perche' le trasmissioni che guardamo
nun devono sconvorgece la mente !?!

Er "baco"
Cor 'baco' pronto a entra' in azzione, er monno,
pensanno a nostradamuse e ar dumila,
nonche' a l'apocalisse come sfonno
a la traggedia che je se profila

peggio de le tasse,
ha pensato ar da fasse…

E co' la strizza addosso ha incominciato
a spremese er cervello… a fa'...'a spenne…
pe' nun subbi' er gran danno immagginato
co' la compricita' de …chi sa venne.

Ma come un brutto sogno more all'arba,
l'allarme s'e' sgonfiato tutt'a un tratto,
e mo' vie' da penza', garba o nun garba,
che er 'baco' sta ridenno come un mattO

pe' avecce aggitati,
e, ar dunque… cojonati !

Prima luce risplende a sera
Prima luce risplende a sera
Astro che il cuore all'amore ispira
Venere lucente nell'aer sereno.

Così, come strale pungente,
I cieli fende il tuo raggio che, ardente,
Infonde nei cuori passione d' amore.

Venere Dea ch' agli amori attendi
Ricca di tanta fulgente bellezza
La donna che amo al pari tuo risplende.

Ella è stella in terra discesa
E' un lembo di cielo di sole infuocato,
E così com'è bella, e come innamora,
Par che sia stata da te generata.

In mezzo a una piazza
(dedicata a Lisa)

In mezzo a una piazza,
gambe in aria
passeggiare tra la gente.

Saltare su un balcone
al secondo piano
di una casa.

Su un filo invisibile
lentamente procedere,
ad occhi chiusi,
dal sesto piano di un palazzo
all'altro
di là dalla strada.

I tuoi occhi incuriositi,
poi attoniti,
ed ora tesi e trepidanti,
laggiù a guardare,
conquistati.

E poi, io ad aspettarti…
Invano.
Ché, di me solo t' accorgi
per una parola d'amore
che ho chiuso tra le tue mani
ballando,
una sera….

Succede….
Ma che succede
Quando succede
Quel che succede
Fra noi?
Ma poi
Senza sapere
Come è successo
Quel che è successo
Tutto è lo stesso,
Di nuovo.

Don Oliviero Centi
Parroco di Bettona
- Omaggio a Don Oliviero per i suoi ottanta anni e sessanta di sacerdozio. -

A servizio del Signore
ha passato la sua vita;
l’ostia sacra tra le dita,
nella mente e dentro il cuore.

Sulla terra ha camminato
con lo sguardo al Paradiso;
le miserie ha condiviso
del suo gregge più ammalato.

Con Francesco che lo guida,
è arrivato a ottant’anni
superando sfide e affanni,
umilmente e senza grida.

Con rintocchi disuguali
ha battuto il tempo adatto
a trascrivere ogni fatto :
vite, morti e rituali.

Affacciato alla finestra
sul bel colle di Bettona,
benedice ogni persona :
dalla furba alla maldestra,

dalla povera alla ricca,
dalla trista alla devota,
chi è modesto e non si nota,
chi si mostra e di più spicca.

Coi suoi versi delicati
li raggiunge anche lontano
come a tendere la mano
ai giammai dimenticati

figli del paese amato,
che lì, ha visto giovinetti
e che padri e madri e affetti
in custodia, lì, han lasciato.

Col Signore e con Maria
stampigliati dalla Fede
nel cuor suo che prega e crede ,
pio, segue la sua via…

Curtura dell’ ignoranza
(pericolo “Grande Fratello” e compagnia bella…)

Si scali ‘na montagna e arivi in cima,
poi ‘n poi fa’ artro che ariscegne giu’;
ma po’ succede che pe’ fa’ un po’ prima,
vai giu’ de peso e nun t’ariarzi piu’.

Coll’arte, grossomodo e’ un po’ l’istesso:
pian piano ariva ar massimo livello…
ma e’ prorio li’, che in nome der progresso,
ce sta chi sfascia e ammazza tutto er bello…

Ma in de ‘sto caso, er bello po’ torna’
si vie’ quarcuno che ce sapra’ fa’…

Mo’, quello che sta a da’ preoccupazzione
e’ quer che stanno a faje a la curtura,
co’ quer programma la’, in televisione…
Sta’ a cresce mo’…e’ solo ‘na cratura…

Ner mentre che la stanno a fa’ conosce,
quarcuno sta cercanno de ammazzalla
facenno gira’ l’occhi su le cosce
de una che quarcuno vo’ scopalla;

facenno spia’ a ‘sta massa de guardoni,
quer che fanno, la’ drent’ a quattro mura,
certi cosi pagati a bijettoni
pe’ quella che e’ na gran minchionatura.

Si attacchera’, ‘sta mistificazzione,
‘sta curtura de cesso…addio speranza:
ce restera’ sortanto…Taricone
e de affoga’ co’ lui nell’ ignoranza !!!

Giulia di Villarosa
Bambina graziosa
dolci occhi seriosi
capelli setosi
che cadono lisci
fin oltre le spalle
e son sul davanti
appoggiati alle ciglia .

La mano li piglia
ed una mossetta
li sposta, li aggiusta
e scopre la fronte
che inserra una fonte
d’ intelligenza.

Con gusto e pazienza
la nutre ogni giorno
leggendo ogni testo
che trova d’ intorno :
un libro, un giornale,
perfin le istruzioni
di un medicinale….

E poi e’ normale
vederla alle prese
con versi e poesie
che, senza pretese,
lei legge…divora…
con tanta passione
da se’ o con l’ aiuto
di mamma o papa’.

Cosa dir si potra’
per finalizzare ?
gia’… un’ ultima cosa :
e’ lei la piu’ bella
lli’ a villa rosa !

L’ ISTAT e …. l’ approfittoni
(un’ antra sur caro-vita)

V’ ‘o ricordate ? Insino a poco fa
pe’ dieci lire in piu’ su la tazzina
la stampa ce scriveva : “ Domattina
er caffe’ ar bare l’ hai da strapaga’… ! “

E poi pe’ cento lire sur magna’
er CIP s’ arivortava : “ ….e’ ‘na ruvina… !
se sta facenno tutta malandrina
la gente in de’ ‘sta nostra societa’…! ”

Mo’ che e’ zompato tutto e ‘n se sa quanto ,
e nun sai piu’ ‘ndo’ sbattete le corna
so’ stati tutti boni a di’ sortanto :

“ Se tratta solo de arotonnamenti …..”
E l’ ISTAT senti quello che ce sforna
convinta de parla’ a li deficienti :

“ L’ aumenti si ce so’, so’ contenuti….”
So’ « contenuti » SI’ ! drent’ a li conti
de tanti approfittoni fintitonti ! !
E noi….stramazziati e stracornuti !!!

L’ Opposizione
Sta llì a appizzà le recchie pe sentì
si in caso c’ è quarcosa da ridì….
ché intanto tutto quello che sa fà
è sempre e solo a sta’ a spettegolà
su ogni battutaccia strampalata
che a Sirvio j’ esce fora naturale…
Così l’ opposizzione è …assicurata
e soprattutto è sarvo ogn’ ideale.

Foibe 2005
Cársici báratri profondi e scuri
Custodi involontari
Di abominevoli vergogne
E di voluti silenzi decennali
Di rei conoscitor d' infamie
Da cancellar da la memoria
Or luce e' fatta
Sui martiri negati
Vittime di ínfíma sorta
Colpevoli innocenti
Negletti dalla storia
Come immondizia gettati
A morir vivi
In fondo al pozzo ammucchiati
Da ideali puzzolenti
Come lor carne putrefatta ,
Qual è la differenza , deh !
Se mai sapete ,
Tra un pozzo…e un forno ?!

La guera…è …guera !
Eh !…se fa presto a di' : " La guera e' brutta…! "
Nun se dovrebbe fa : la gente more…
ognuno s' impaurisce…scappa…core…
e li sordati a mettecela tutta ,

e i giornalisti a vede come butta
pe' ariccontallo e pe' strazziacce er core ,
e a ognuno ch' e' ammazzato un gran rumore ,
manco stessero a coje fiori e frutta…

Pero', a le vorte , nun c' e' arternativa :
che' avoja a dije : " Amico , statte bbono…! " :
la perzona continua a esse cattiva ;

je l' aridichi e poi je fai : " Te meno…! "
e quello insiste e t' arisponne a tono…
te spazzientisci…piji…e ammolli er freno !

E spari…che voi fa' : la guera e' guera …
finche' un Saddam Hussein sta su ' sta Tera .

San Valentino!
Tu sai ch’ è ammalato oggigiorno l’ Amore;
deh ! curalo tu come un bravo dottore:
vaccina ogni cuore così che sia eterno
l’ Amor che lo coglie …e giammai un inferno!
Però cura sol l’ Amor Vero e Sincero
e a quello…sparviero non ci badar.

Oh ! San Valentino , che sei il Protettore
di chi è innamorato orsù ! facci un favore:
fa’ che in nessun cuore mai scenda l’ inverno
e che finalmente l’ Amore sia il perno
d’ un mondo di coppie felici davvero!
Fai che chi si cerca si possa trovar
e gran sentimento e passione donar!

Primavera
(la prima rosa)

Ho visto la rosa , la prima che e’ nata ;
iersera non c’ era e stamane e’ sbocciata
su un ramo spinoso d’ un vecchio roseto
che pur nell’ orgoglio rimane discreto .

Di esser felice la rosa ha ben donde :
e’ bella e il profumo per l’ aria diffonde
e un’ ape richiama che vola e si posa
su lei e con lei si confonde e si sposa .

Ho visto una donna che prima non c’ era
e’ solo vestita di fiori di prato
e il cuore suo tutto ha di gia’ riservato
a chiunque sa amarla : e’ la Primavera .

Er zingaro
Er zingaro ce porta la curtura.
abbasta a sta’ a guarda’ la gran zozzura

dei campi che te piazza su li prati
pe’ stacce a senti’ tutti accurturati.

Ce garantisce la sopravivenza
de zecche e de pidocchi, perche’ senza

potressimo arimpiagne cor magone
de avenne provocato l’estinzione.

Ce insegna a vive senza fatica’,
co’ un amor proprio che te fa incanta’

tutto spesato da la societa’
ner mentre acchiappa…senza domanna’…

Eppuro c’e’ chi vo’ caccialli via !
Ma ariva semprre ‘na parola pia

de brava gente a di’ : “ accojete…
pero’ qui no…c’e’ casa mia…vedete…?

Metteteli piu’ in la…si, si…piu’ in la’…
Che nu’ li debba vede, ne’ annusa’…! ”

La legge, poi, completa er ber quadretto :
“ dovrebbero anna’ in giro…? e chi l’ha detto ? !

So’ nomadi ? … Va be’…se fa pe’ di’…! ”.
“ Ma allora me volete fa’ capi’

Er zingaro perche’ nu’ sta soggetto
a la legge che a noi ce pija de petto ? “.

Il pensiero tuo
Il pensiero tuo
Ogni cura allontana
E dolce invade il mio spirto
Ed esso volge in cerca di te.
E allo sguardo
Appare
L’immagine prima
Cui sempre ricorre
La mente e l’anima
Tra bianche spume
E onde leggere
Al sole d’estate
Che sulla tua pelle
Patina sparse
Di bruno colore.
Là sulla sabbia
Grigia di ferro
E di silicea roccia
Bionda
A me venisti
E ancor da me
Non so partire
Il ricordo tuo
L’amore mio per te.

Follia …oceanica
(in memoria delle ingenti vittime del maremoto
nel sud-est asiatico)

Pur se fosse per colpa
tanta sfrenata vendetta
è sopra ogni eccesso :

quel che è successo
è forse un demo
dell’ Atto Finale ?

Con fare…teatrale
sembravi invitare
a scoprire conchiglie ,

ma intere famiglie
hai preso , distratte ,
col tradimento

nel divertimento
intente…felici .
E or piange nel lutto

il popolo tutto
del mondo angosciato
per tanto martirio

e tu, il tuo delirio
di già l’ hai scordato ,
e calmo e disteso

ten stai…illeso
forse a contar
i corpi rimasti

sui fondi sì vasti :
lor tombe spaziose
che copri in eterno

a lor , che l’ inferno
l’ han visto vivendo
quell’ attimo assurdo
di immane follia.

Macchie
D’ eterno verde intricate,
bello allo sguardo,
folta parrucca alla terra
donate
a livello del mar
o su un monte posate,
da mille creature abitate
e da bacche e da frutti di rovo.
Sorelle minori
di boschi silenti
lontan dai fragori
ombra alla terra, ombra al passante
insieme ai piu’ grandi parenti
donate, preziosa .
Insieme, tenaci, frenate
il franar della terra.
Profumo donate all’aria e alle nari
donate il respiro..la vita!
che più ?....
Finché il fuoco doloso
di gente vigliacca
vi uccide e riscatta
la terra annerita
ma assai valutata .
E intanto ci piange
indifesa e nascosta
per tutta risposta
lor madre Natura
per tanta malizia…per tanta bruttura

Fiori non trovi
nei prati a Capodanno :
solo spine nei rovi.
Farfalle che vanno
danzanti non vedi
sui rami stecchiti.
E’ triste, tu credi…
Ma non sono finiti…
La terra prepara
nel gelo il ritorno ,
felice chi spera,
del nuovo giorno.

Poro Gesù Bambino
Quann’ è che vie’ Natale, er Bambinello
lo vedi a sbraccica’ a manine tese
dar Presepio de casa e delle chiese,
che’ vo’ sta’ in braccio…come ogni fanello .

Ma avoja a fa’ quer sorisetto bello!
Qua le perzone ormai so’ tutte prese
da pranzi…da rigali e antre spese ,
e resta lla’, cor bue e er somarello .

Eppuro nun ce costerebbe gnente
trovaje un angoletto in fonno ar core…
Ma si nun costa, po’ piacè a la gente?

Ancora Lui nun perde la speranza,
e questo è er segno der su’ granne amore:
ma ‘n sia mai a paga’ ‘sta noncuranza!

Sulla Torre Gemella
Con l’ascensore
a Manhattan
son salito su
a toccare il cielo,
al disopra delle stelle,
che luccicavano, infinite,
nel vuoto, giù
giù fin sulle strade…
Ho guardato il mondo
tutt’intorno
e m’è sembrato
troppo grande…
E la paura
mi ha preso
di non trovarti più.
Allora t’ho chiamata,
per sentirti vicina.

Er grillo e la farfalletta
(corteggiamenti e… traggedie campestri)
Un grillo
zompettava tutto arzillo
da un zeppo a un antro der grano tajato
finche’ tutto spompato
se fermo’.
Na farfalletta
je ce s’ accosto’
tutta educata
e lui je fece : “ Famme un po’ de vento
coll’ alette
che m’ aripio e te fo ‘na serenata “.

-----------------------------------------------------\\\

Intanto lui e lei
steso un panno
ce se sdraiorno su…
E nu’ lo sanno
che grillo e farfalletta…’n ce so’ piu’ .

Autore e Esecutore
e er Diritto d’ Autore


Un culo bello tonno e scureggione
un giorno stava a raggiona’ sur fatto
che e’ martrattato…senza ‘na raggione

e ‘nfra de se’ diceva : “ Un ber ricatto
e’ quello che ce vo’ pe’ fa’ fini’
sta storia de soprusi…” e schizzofatto

se mise a sciopera’ e pote’ capi’
che tutt’ er corpo aggia’ n’ arisentiva
e daje e daje questo se ‘mpauri’

che’ manco’ poco che se ne moriva ...
E allora er culo fece ‘na scureggia
cosi’ sonora che , mentre sortiva ,

la merda che calava da…la reggia
scenneva donnolanno…e er deretano :
“ Sta storia solo a un modo , se pareggia…! ”

diceva ‘nfra de se’…e piano piano
riempiva tutto quanto er cacatore…
e poi co’ un sono basso e poi soprano

e soffianno : “…cor diritto d’ autore…! “
strillo’, e inondo’ de note tutto er vano :
“ Lo senti ? si che autore e esecutore !? “.

Filastrocca de le tasse
(Co’ lo sconto su la tassa…
nun se sbroja la matassa!)

Senza er tajo de le tasse
Lui ‘n se po’ senti’ un gran bosse
perche’ ha fatto la promessa…
Ma cercamo de capisse :
er lavoro… : chi lo passa ?
Po’ anche anna’ come scommessa …
ma si er tajo de la tassa
nun aumentera’ quer flusso
der lavoro piu’ de adesso
( e de un tipo piu’ “ ortodosso “ )
qua diventa tutto un cesso
artro che ‘n’ antra Canossa…!
Qui si ‘n c’ e’ chi da ‘na smossa ,
l’ elettore mica e’ fesso !
e je dice : “ Pussa…pussa…!
si va avanti de ‘sto passo
io me ‘ncazzo a piu’ nun posso
e nun te potrai fa’ er bisse …! “.
Nero o Bianco oppure Rosso
er lavoro mica e’ un lusso !
Qua c’ e’ troppa gente a spasso…
Ma de chi se po’ fidasse
chi sta in cerca e …batte cassa ?
si anche la Sinistra rossa
predico’ : “ Chi se pensasse
d’ ave’ er posto…lo scordasse
perche’ ognuno ha da inventasse
quarche cosa … e stipenniasse !!! “ ??
Ma ‘n saranno da buttasse
tutti in uno scatrafosso ?!
E poi qua tocca a chiarisse :
nun sara’ che pe’ ‘na tassa
che s’ abbassa , ‘n antra passa
quello che pagamo adesso ??
De sicuro c’ e’ che rossa
quarsia tassa …se fa grossa…
e in un impeto de scossa
po’ aggrava’ pure …la Messa…. !

Momenti di tanti anni fa….
                    (dedicata a Lisa)

Momenti di tanti anni fa
Da tempo assopiti
Ritornano uguali
Nei gesti amorosi
E nelle premure
Nelle speranze
E nelle paure
In uno scambio fatale
Di ruoli .
E sei tu
Che ora prendi per mano
La mamma ora incerta nei passi…
Come lo eri ,
Bambina
Ed i giorni suoi
Soli
Li riempi con tante attenzioni .
E la curi…e la prendi con te…
Vai a spasso con lei
Com’ ella faceva…
Ora a te , grata
S’ appoggia
Che’ e’ stanca…e’ malata…
Ma da te la tua forza riceve
E le passa…
Che’ la vita le dai
Che un giorno ti die’.

L’ oche e…er toro
A furia de sta’ a spalanca’ ogni porta
er bove, anzi…! er toro s’ e’ imbucato
e sta scornanno a oche e pecorelle…

Ogni oca…cioe’….! la gente se n’ e’ accorta
e va dicenno : “ Cazzo…! Amo sbajato…!
Arichiudemo porte e tapparelle…! “.

Ma er toro, che ha chiamato artri otto tori
l’ incorna a tutti e poi li butta fori!

Er Core
Si er core e’ quello che ce fa campa’,
er monno e’ tutto quanto un cimitero
sippure nun se n’accorgemo, ma,
siccome er core e’ morto, ha da esse vero.

“ Ma allora, noi, com’e’ che stamo qua ? “
Beh, questo nun e’ poi ‘sto gran mistero :
te vojo di’ che la’, nell’ ardila’,
nun ce po’ annacce assieme er monno intero ;

cosi’ stamo a ‘spetta’ sopra a ‘sta tera
come li zombi… appresso a ‘nse sa che,
che venga a pijacce la seccaccia nera.

Pe’ sarvacce ce vo’ che, come er fiore
che arisboccia e e’ sempre mejo piu’ de un re,
a ognuno ciarisbocci in petto… er core!

Colori … scolorati
Quanno er cielo rimane senza sole
è un quadro che s’è perso li colori
e fa tanta tristezza…

ma invece è ‘na schifezza !
che ogni colore è stato fatto fori
da un Potere de tante banderole.

Quelle pore ‘Gemelle’ de Manhattan
(11 Settembre 2001)

C’e’ er teremoto…No !…E’ un aeroprano
che s’e’ infilato in panza a ‘na ‘Gemella’
pe’ faje zompa’ er core e le budella
a lei, a lui, e ar gran pienone umano.

Pora crista, s’e’ sciorta e e’ annata giu’,
e ar posto suo, pe’ un po’, c’e’ stato er fumo
che ha fatto sali’ tutto er gran frantumo…
e mo’ nemmanco quello ce sta piu’.

Ma tra gemelli, com’e’ risaputo,
succede che er destino e’ sempre uguale :
e infatti, ‘sta traggedia, tale e quale,
t’ha preso pure all’ antra in quer minuto.

Mo’, resta solo er grido disperato
de quelle mani viste a chiede aiuto :
ma e’ stato solo l’urtimo saluto
a chi guardava… come trasognato ;

e chi e’ annato a ‘iuta’…nun e’ tornato.

Er botto, er foco, er crollo, i morti e er pianto,
ce resteranno sempre ne la mente,
e a sta’ a guarda’ ndo’ adesso ‘n c’e’ piu’ gnente,
ce lascia ‘na gran pena, ner rimpianto.

Manhattan,

Sapessi…me fa tanto piagne er core
vedette mutilata a ‘sta magnera.
Sii forte; tutto er monno prega e spera
che presto passi quer tu’ gran dolore…

Er grado …
(è arivato …finarmente !)

E mo’ che fo’…a chi vado a pija’ de petto ?
Me cianno cosi’ tanto abbituato
a stammene accosi’ sempre incazzato
che guasi guasi manco ce connetto….

Vorebbe di’ co’ questo mio sonetto
che so contento…è chiaro…e pure grato ;
pero’ ce so’ arimasto impressionato
a vede er grado co’ quer brutto aspetto :

rugoso e vecchio che ‘n se po’ guarda’…
Pero’ è cratura mia e me lo tengo ,
e mo’ me lo sto pure a coccola ‘.

Vabbe’…mo’ famo pace…io so’ cosi’…
m’ ha fatto male che a le vorte svengo…
ma l’ importante è che…mo’ lui sta qui .    

Simona e Simona
Fra li tanti teatrini e pajacciate
che cianno fatto vede urtimamente :
li pacifisti sempre a fa’ a serciate ;
li giritonni fatti pe’…’n fa’ gnente…

er mejo è quello de le sequestrate
porelle, che, inaspettatamente
se so’ inchinate a fa’ le sviolinate
a certa gente…e poi pubbricamente!

Ma indo’ deve ariva’ ‘sta propaganna
che è spudorata e marcia infino all’ osso!?
Simone care, certo, un granne Osanna

ner rivedevve sane e sarve a casa…!!!
Però vorebbe di’, sempre si posso:
nun è che a spigne troppo ve se intasa

de …troppa vanagloria quella storia
de brave missionarie…tinte a rosso…
e più che de bontà…piene de boria?!       

Tradizzione
(Feragosto sull’ aia)

Ce sta pe’ l’ aia un misto de profumi
de fieno, stalla, arosti, fiori e fronne ;
c’ e’ su la tavolata er vino a fiumi
co’ tutto er ricettario de le nonne .
C’ e’ tutt’ attorno un’ aria de maggia,
e la luna anniscosta tra le foje
de pioppi e querce antiche e l’ armonia
de li grilli , stuzzicheno le voje
nun solo…magnerecce de l’ anziani .
N’ antro goccetto e via co’ ‘na mazzurca ,
ner mentre tutti batteno le mani
co’ er rosso in faccia tipo mela annurca .
Li gioveni se senteno ispirati…
se fileno , se pijeno pe’ mano…
cominceno a sentisse innammorati ,
e ballanno sparischeno pian , piano…
Na pupa in carozzella nun pija sonno :
sgambetta e tira su la capoccetta ;
poi soride contenta , in braccio a nonno ,
a la vita felice che l’ aspetta .
Cosi’ pure stavorta , Tradizzione ,
t’ ha messo assieme tre generazzioni
pe’ ‘na cena che ormai e’ ‘na devozzione ,
co’ nonni , nipotini…canti e soni…
E fra un sorsetto, un mozzico e un accordo ,
pe’ ogni mente… fa scivola’ un ricordo…

Zinfonia notturna
in Bau maggiore

Dopo esseme affannato a pija’ sonno,
a l’ improviso er primo bau da er via
a la piu’ strampalata zinfonia ,
e ar bau baritonale, laggiu’ in fonno

s’ aggancia un bau soprano, e er finimonno
e’ bell’ e scatenato; casa mia
ammo’ sta in mezzo a quela frenesia
che e’ contaggiosa e attacca a tutto tonno,

che abbasta er bau de un cane pe’ fa’ si’
che un antri cento poi je vanno appresso
e la nottata tua…diventa un cesso …

Er fatto e’ che ave’ er cane oggi e’ de moda
e s’ama piu’ quer quattro-zampe-e-coda
che er… bipede, che ‘n se po’ piu’ soffri’…!

E in mezzo a tutto quanto ‘st’ abbaja’
la vera bestia chi e’…. Daggia’ se sa :
chi vo’ dormi’ e ‘n fa artro che impreca’!

Soldato di pace
Bare allineate,
da mani sconosciute
piangenti e grate accarezzate
da Nasseriya
seguitan la via
per far ritorno
a casa.
Gente armata
per la Pace
vi giace e dice:
”Io son caduto
e di più non ho potuto;
va’ tu, fratello:
SOLDATO DI PACE
è bello!“.

Er diggiuno… universale
Er peggio de ‘sta cosa sai ched’ è ?
E’ che fra tutto ‘sto gran frega-frega
c’ è sempre er furbacchione che lo nega
e chi la corpa…la sta danno a te…

Davanti all’ evidenza più evidente
che tutti, a parte minime eccezzioni ,
so’ stati e so’ bojaccia approfittoni
e insisteno a frega’ ‘r poro criente

Doppianno er prezzo appetto a quello che era
(de quarsia cosa) ar tempo de la lira ,
ce sta chi ancora nega e gira, gira
er solo aiuto è quella tiritera

De nun anna’ a compra’ da chi ce frega
ma anna’ cor lanternino a cerca’ a chi
fa un prezzo giusto: ma me fai capi’
si ‘n ciai la palla maggica da strega ,

come farai a ‘nna’ dar tizzio onesto ?
Ce tocca a sta’ a fa’ er giro dei quartieri ?
E entra’ e scappa’ da li filibbustieri…?
Ma pe’ davero è questo e solo questo

er modo d’ aggiustà la situazzione ?
Ma ar governo ‘n cell’ hanno artri sistemi
pe’ arisorve ‘sti tipi de probblemi ?
Ma certo ! Sì !… Se fa coll’ inflazzione :

neganno mille vorte ufficiarmente
che er costo de la vita è aumentato :
arfine quarsia prezzo vie’ accettato ,
er prezzo ladro passa da la mente

E sei com’ ogni vorta, a ogn’ occasione ,
“cornuto e arcimazziato “ ! E er portafojo
(che l’ ha imparato che nun c’ è erba vojo) ,
arfine dovra’ fasse ‘na raggione…

Ma s’ invece ‘sta vorta se impuntamo
co’ un granne e ber… “diggiuno… universale “
Da faje aripensa’ a si quer che vale
quer che ce vonno venne…e nun compramo?!!?

A Don Raffaello
(l’amico Raphael Vargas Hidalgo - Cileno )

E certo…! è la curtura , quella molla
che spigne l’ omo a ‘nna’ sempre piu’ avanti…
V’ aricordate Ulisse quanno ammolla
la frase scritta ‘nfra i “ divini canti “ :

” Fatti non foste a viver come bruti ,
ma per seguir virtute e conoscenza…” ?
E mo’ che so’ ‘sti bei discorsi arguti ?
dira’ quarcuno ; mbeh !...’n po’ de pazzienza ,

che’ quanno c’ e’ de mezzo Raffaello
Vargas Hidalgo c’ e’ anche la curtura ,
che , pe’ ‘ st’ amico mio e’ er ritornello
da avecce sempre in bocca ; e’ ‘na cratura

da cunnula’ e fa’ cresce forte e sana ;
e’ ‘r menu’ suo pe’ er pranzo de ogni giorno :
l’ Incas…l’ Eggitto…l’ Epoca Romana ,
er Monno Etrusco , Greco e d’ Oggiggiorno .

Vorebbe avecce er tempo pe‘ sta ‘ a scrive ,
pe’ legge e fa’ gira’ l’ informazzione….
Drent’ a un Museo lui ciannerebbe a vive :
creallo e’ la su’ granne aspirazzione .

Pe’ adesso s’ accontenta a fa’ l’ artista
scattanno foto pe’ un’ esposizzione
o pe’ stampalle sopra a ‘na rivista :
lo fa’ cosi’….pe’ ‘na soddisfazzione .

Come Avvocato er Posto je va stretto
dopo tant’ anni a ‘st’ anima irequieta .
Che’, a parte la curtura va anche detto
lui cia’ anche la cariera come meta .

Siccome la cariera – qua - e’ un “rebbus”
lui se la va a cerca’ da un’ antra parte :
e noi je l’ auguramo e famo : “ Oremus…! “
pe’ la cariera, la curtura e l’ arte .

La stanzetta di Van Gogh
(dedicata a Lisa )

Nella stanzetta di Van Gogh
Che da bambina
Vedevi sulla copertina
Dei quaderni di scuola
Con dentro te, sola, sola
China sui libri, tranquilla,
Ogni tanto a sognare,
D’ un tratto riappare,
Preziosa più di allora .
Or le sedie son vuote
Ma le cose a te note
Di quella stanzetta
Vorresti averle ancora tutte con te;
E quella finestra rimasta socchiusa
Aprirla e vedere al di là cosa c’ era:
Se c’ è quello che hai
O se invece, delusa
Di non averlo già fatto , ti pentirai .
In quella stanzetta
Sono stato anch’ io
Quando il tempo volava in gran fretta …
La porta è ancora aperta
Com’ era stata lasciata;
Forse è già lì
Che ti avevo incontrata.

Roma città…aperta
Sei bella , Roma , e come ‘na puttana
a tutti , tutta ignuda opri la porta ;
chi sia la gente che entra nun te importa :
è uguale si è stragnera o si è nostrana .

Te se respira, in primis, chi vie’ qua
e come che te guarda è giò ingrifato
e vo’ toccatte …tutto emozzionato
e tu, sorgnona, je lo lassi fa’…

Lo piji pe’ mano e lui se fa pija’
e te lo porti a gode le delizzie
che artisti, papi, re, famije patrizzie
lassorno in sempiterna eredità .

E ar tizzio e ar caio che te porti a zonzo
je pare de sta’ in un’ attimosfera
che nun è de oggi…e penza a come che era …
e s’ accarezza un sercio…un marmo…un bronzo…

Pe’ ave’ come un contatto cor passato ,
che’ lli’ vo’ sta’ anniscosto e ‘n vo’ sorti’
perché ‘n vo’ avecce gnente da sparti’
co’ un monno che s’ è troppo sputtanato.

Pasqua e la Sacra Sindone
" Chi sei … ? " " So' Cristo… Dio sceso in tera…"
" Vabbe'…però: che sei venuto a fa'? "
" Sto qua pe' opri' le porte a un' antra Era ,
indove vincerà la Verità….

indove chi in me crede, chi in me spera
nun morirà in eterno, e salirà su in cielo".
" Ma 'sta storia nun è vera …! "
" A quello lo dovete d' ammazza'…! ".

Così fu messo in croce, er poro Cristo,
e poi fu seppellito sur Carvario.
Però c' è gente che l' ha visto

in carne ed ossa anna' su in Paradiso
dicenno : " Pe' ricordo, ve lascio er viso
stampato su la tela de un sudario".

Notizziari tv
se stamo abbituvanno a 'na magnera
che ormai nun se stupimo più de gnente;
da quanno che sei ancora un innocente
te fanno entrà pe' casa fame e guera

Mischiati a quella bella attimosfera
che po' creà 'no spot che ner tramente
va in onna e fa scordà immediatamente
la traggica diretta de la sera.

Così mentre te ingozzi pe' la cena
e er notizziario batte la gran cassa
su fame e artre disgrazzie da fa' pena,

Quer che resta è la bella giornalista;
e la notizzia è come …er più che ingrassa,
appetto a quella e a un quiz che incroci a vista.

7 Giugno
(dedicata a Lisa)

Hai visto com'è bianca la neve ?
Così era il velo
e la lunga veste.
L'accarezzava il vento
e la baciava il sole
che tra le nubi dissolte
apparve.
Giugno le pose
cento fiorellini bianchi
sui capelli neri,
e nero e bianco
eran sul suo viso
combinazione magica
di colori.
Sai com'è grande
il mare, e profondo ?
Così era la gioia immensa
nello sguardo.
Gli occhi s' incontrarono
e un punto luminoso
crebbe vorticosamente
e fu più grande del cielo :
ci sentimmo smarrire
in una felicità infinita.

Kathiù,
Sei diventata granne in un momento;
ma invece diciott' anni so' passati
pe' te … e pe' noi che semo sempre stati
vicino a te co' tutto er sentimento

cercanno de esse bravi educatori
e fatte restà fora da ogni affanno :
dall' esperienze brutte e ogni malanno … .
ma quant' è tosta a fa' li genitori !

E pene e bisticciate 'n so' mancate ;
ma è normale , ché , quanno che sta a cresce ,
quarsia regazza a casa entra e esce
e nun vo' sta a sentì le cazziate….

So' l' amicizzie, a vorte, a scombinà
er come e er quanno devi fa' le cose ;
qual  è er motivo e quale che è la dose…
e volevamo fatte raggionà….

Ma ammo' 'n c' è più bisogno, grazzie a Dio ;
ammo' ciai diciott' anni …sei cresciuta
e aringrazziamo a Dio d' avette avuta :
tu sei er tesoro de tu' padre e er mio !

Auguri, Kathia bella, Kathia cara;
che la vita co' te 'n sia mai avara
ma possa datte sempre amore e gioia
lontana da l' affanni e da la noia .
- Dedicata a te, tramite me, dai tuoi genitori 10 Aprile 2004 -

Fede, speranza, carità
Vede,
’l cor
co’ suoi occhi di Fede,
e tu
che al capezzal
mio
giungi oziosa
o ver
pietosa
puoi ripartir.

Domani
tutto il mal
sarà curato,
ché
la Speme
ho in cor,
non il Fato.

Va’
ad altrui ghermir
che senza speme
giace,
fugane il dolor,
riposi in pace;

che non rieda,
tu,
a fardello vuoto.

Mire’,
E chi t’ addrizza più si ‘n t’ ha addrizzata
nemmanco er tempo quanno se menava ,
che aggia’ eri una …che se ribbellava ,
perché, che ce voi fa’…così eri nata!

Ne’ scola o artro t’ hanno mai domata;
‘ no spasimante po’ sta’ a fa la bava
si nun è come er core tuo sognava …
quer core che anche mo’, da staggionata ,

ce ruga … e come ! a vede o a sta’ a senti’
‘ na quarsia cosa che sia fatta o detta
da chicchesia , o Papa , o Sirvio , o chi

ar posto der cervello cia’…’n se sa…
Sei fatta senza intruji…bella e schietta:
un bell’ impasto de sincerità.

E ne le mano ciai quer quarche cosa ,
( che sii lodata e sempre benedetta),
che co’ un massaggio…t’ arimette in posa !

Eva…pe’ sempre
e Adamo…pure !
(quistione de ….DNA )

Pare proprio che e’ vero che er casino
che va giranno senza aripija’ fiato
pe’ er monno intero e’ solo er risurtato
der fatto che anziche’ azzanna’ un panino

un giorno a Eva je pijo’ er pallino
de da’ er pillotto a Adamo che , ingrifato ,
dovette accontentalla a fa’ er peccato
de coje , contro l’ordine divino ,

la mela…! In mezzo a tutto er ben-de-dio
che se poteva pijasse a piacimento
lla’ in mezzo ar paradiso…dico io ,

se vorse * sta’ a intigna’ a pija’ quer frutto…!
E oggi e’ uguale : ogni Eva da’ er tormento
a ogni Adamo…e lo commanna in tutto !
* volle

Nino.
A Ni’,
sei stato granne:
un modo
de di’ e de fa’ ,
così…senza strafa’ …sempricemente .

Sei piaciuto a la gente
pe’ esse stato sempre
er “burino “ gentile,
er simpatico co’ stile
dar soriso dorce e la battuta azzeccata,
che ar momento bono…sa fasse anche gira’…

Co’ “ voce poca ma intonata…”
ciai rallegrato…che manco tu sai quanto.

Pezzente o in grana
sempre bilanciato,
de core…
amico mio e de tutti…amico nostro,

cor “ caffè che più lo bevi e più te tira su…”
e quer Geppetto…
vero…più che in ogni fantasia ,

e er “ fusse che fusse la vorta bona “
che ciai insegnato a di’…

E da quei gran “Pasquino“ e “Rugantino“ che sei stato
nun preoccupatte:
er popolo ar completo
t’ ha bell’ e immortalato
e nun sarai mai più dimenticato!

A chi po’ fa’… e nun fa’….
Terorismo e...terorizzati...
(gioveni troppo vecchi…!)

Ce state a fa’ du’ cosi
co’ ‘sti fatti rognosi
che nun sia mai a sbattecece er muso… !
ma so’ confuso…

E’ vero : er terorismo bombarolo
der Medio Oriente…o Basco…o der Tirolo
ce mette strizza…tocca da fermallo
e guai a noi a nun fallo….!
Ma ce n’ e’ un antro , che nun fa rumore
si no drent’ ar cervello e drent’ ar core
de tanti pori “ vecchi de trent’ anni “ !

Che stai a fa’ : li guardi…e li condanni
a sta’ disoccupati ?
quelli SI’ ! che so’ terorizzati !
anzi , accosi’ l’ hai gia’ ammazzati !

No ! …No !...Nun te inventa’ …ciai torto marcio
si nun condanni a chi e’ che je da un carcio
sparanno frasi come questa qua :
“ Si ciai trent’ anni… nun poi lavora’… “ !!!!!!

Ma sei cieco…o me stai a cojona’.. . !?!?!

Li buci neri
(fra sacro e profano)

Cosi’ , dopo tant’ anni , i “ BUCI NERI “ ,
chi l’ ha inventati ha detto : “ Nun so’ veri….

Scusate tanto si me so’ sbajato
ma ‘no scienziato e’ sempre un po’ sbadato…

Pe’ arimedia’ ve do un parere mio :
chi sa la Verita’ e’ sortanto Dio ! “ .

Comunque ce so’ buci… e buci…. neri :
presempio li romani , seri , seri

a ognuno che ne passa stanno a fa’ :
“ Anvedi si che bucio…guarda lla’…! “

E quello e’ un… bucio nero…pe’ davero…
e’ pe’ davero…un gran ber … bucio nero !

Libbertà….de opponese
(come che sta anna’)

E’ robba che ce vie’ da assai lontano :
no Cesare , no Antonio o Ottaviano ;
no Carlo , no Filippo e no Luiggi
dei tempi chiari , o scuri , o solo griggi ;
no re , o doggi , o zar , o imperatori ,
no papi , o duci…solo senatori
coi deputati drent’ ar Parlamento ,
cioe’ la demograzzia…cioe’ er tormento
che chi arimane fora e ‘n ce vo’ sta’
da’ a chi e’ gia’ stato messo a governa’,
cosi’…pe’ pratica’ la…Libberta’,
ma che deppiu’ nun sa ne’ di’ e ne’ fa’… !

E si er monno era quadrato?!
Si er monno anziché tonno era quadrato
sarebbe stato tutto spigolato
e scommido pe’ ognuno che vie’ a stacce :
anzai a sta’ seduti…le boccacce !
Toccava certamente d’ allisciallo…
Ma ‘sto strapazzo nun dovemo fallo
e avressimo da essene contenti !
Ma l’ ommini so’ nati…intraprennenti
e stanno a creasse sempre li probblemi ,
e dimme te si ‘n semo proprio scemi!

Certi forastieri
Nun solo stanno come drent’ a un ovo !
ma c’ è de novo
che vonno sta’ a sbecca’ ‘r becco a la chioccia…
tarpaje l’ ali
e ar limite… tajaje la capoccia .
So’ mejo l’ animali !
che si je metti er pane in mezzo ai denti
te so’ riconoscenti .
Comunque, un ovo, quann’ è pieno…è pieno !
e ‘ n c’ entra piu’ nemmeno…
nemmeno un ago: nun ce va più gnente
e a insiste, l’ ovo…schioppa su la gente …!

La farfalla
Na farfalla s' arampicava in cielo
zighezzaganno alata doppo alata .
Poi se fermo', leggera come un velo ,
su un fiore che pareva 'na fiammata :

un papavero rosso com' er foco .
Sognava chissa' che , mentre succhiava
er nettare . Ma intanto , a poco a poco ,
na mano malandrina l' agguantava .

E mo' sta incorniciata in un quadretto
appiccicato ar muro , e fa figura…
Vorebbe spicca' er volo…Maledetto !

er fero che l' inchioda e la tortura !
Chissa' si sta pensanno ar vento amico ,
e ar sole , e all' aria de la primavera…

Forse ner sogno suo , novo e antico ,
continua a vola'… libbera com' era….

Cori …pupo…cori…!
Er pupo drent' all' atomobbilina
se sente granne e sogna de sta' in pista
e core…lli' inchiodato a la giostrina
co' mamma sua che lo controlla a vista .

Se immaggina l' odore de benzina
e fa "brum-bru " … e se sente er primo in lista
der granne premio " fantasia bambina "
e quanno scenne , piagne e se rattrista .

Poi cresce , er pupo , e tutto resta uguale :
continua er gioco bello der volante ,
e a core resta er massimo ideale .

Pero' nun c' e' piu' mamma che controlla :
cosi', pe' un' imprudenza , in un istante ,
finisce…co' la vita…che lo molla…

Onna
Te sento , onna , che sputacchi ar vento ,
sippure sto lontano ; e ner pija' sonno
me pare de sta in pace co' 'sto monno
ner mentre che me cunnuli ; e sto attento

a respira' ogni sono assieme ar sale
pe' gòdeme quarsiasi sfumatura
de 'sti attimi che solo la natura
sa damme a 'sta magnera senza uguale !

La poesia della Regola
La regola
Che regola
Ogni regola
E’ di regola
Che ogni regola
Abbia la sua regola,
E la stessa regola
E’ applicabile anche a quella regola
Che, come regola
Non vorrebbe alcuna regola .
Per la quale regola
Chi non vuole regola
E’ pur tuttavia succube di detta regola
(Pur se non se n’ avvede, di regola)
similarmente a chi a ogni regola
invece sottosta per regola.

Il Pane
Chicchi di pioggia
E goccie di grano
Si prendono per mano
E il cielo e le campagne fanno festa.  

Filastrocca der cinesino
Cor chicco de riso vie' giu' er cinesino
e senza caciara sta a fa' un gran casino
che' a un " eulo " te da quarsia cosa che qua
deppiu' de otto vorte la devi paga'…
Pe' ventiquattr' ore e anche piu' je da giu'
a fabbrica' cose…che ormai 'n dorme piu'…
Percio' che cia' l' occhi calati accosi' :
perche' mentre fa…cerca un po' de dormi'…
Pero' sta in salute e cosi' 'n more mai
che tu si ce provi…ansai 'ndove vai… !!
Qui vie' a venne tutto , ma qui 'n compra gnente
che quello che serve vie' giu' da l' oriente .
Che bello ! Era ora ! Ciariposeremo !!!
Che' , mentre lui sgobba , noantri anneremo
a spasso a braccetto , ner mentre ogni cosa
se tigne de giallo…ma e'…poco costosa…
Mo' er " competitivo " va e fa' baricata
ma lui in du' minuti…l' ha gia' scavarcata !!!
Ce ruga e ce pena ogni nostro artiggiano
che arfine gne resta che arza' su le mano….

(fino a qua la filastrocca)

" Cosi' 'n se compete… me pare un insurto…!
E io me ce affliggo…ce peno…me ce urto !!! "

(commento der lavoratore/artiggiano nostrano)    

Murta ... cor morto
(divieti de sosta)
(da 'na notizzia su li giornali)

Stamatina pe' via de 'no straporto
me so' piazzato accosto a un marciapiede
ad aspetta' de caricamme er morto
che' so' uno de le pompe…che…'n se vede…!?

Ner mentre me ne stavo tutto assorto
pensanno all' ardila' e che e' mejo a crede ,
so' stato preso dar…piu' gran sconforto…
perche' vie' un pizzardone e fa…me chiede :

" Lei 'n ce lo sa che qua 'n ce se po' sta ?
Ce so' tre punti in meno…e da paga'…
Che fa : concija…o manno tutto a casa ? ".

" Che fo…!!!??? Vorebbe fa' tabbula rasa…!
Vorebbe avecce in mano quarche bomba…!
o…anna' cor morto a sta' …drent' a 'na tomba !!! ".
………………………………………………………..

Nun e' che me po' famme un granne effetto
sto fatto che me dichi…e sai perche' ?
piu' peggio ancora e' capitato a me
che ancora sto che manco ce connetto…

Stavamio fermi in fila in atostrada ,
quann' e' che un polizziotto ariva e fa :
" Qua nun se po' sosta'…V' ho da murta'…".
E co' 'na biro ar posto de la spada

s' e' messo a giustizziacce a tutti quanti
murtannoce e…ammucchianno li contanti…   

Er micetto
Rimasto solo, smiavolava ar vento
co’ tutta la vocetta che ciaveva
lla’ sopra ar davanzale…e ce piagneva
pe’ nun pote’ zompa’, ne’ rianna’ drento .

Perche’ era tutto buio…tutto spento
e , poro cuccioletto , ‘n ce vedeva
e a ogn’ ombra…chissa’ che se credeva ,
tra la malinconia e lo spavento…

Ma ruzzola giu’ sotto a piu’ nun posso
appena sente a oprisse er portoncino ,
e lli’-pe’-lli’ ce se spennella addosso

e e’ er micio piu’ contento che ce sia
e accenne in corpo…come a un motorino
e zompa e fa le feste e ‘n va piu’ via .
-----------------------------------------------------------
Nun era pe’ er magna’
che aveva smiavolato notte e giorno :
la pappa stava lla’ ;
voleva solo ave’… quarcuno attorno .  

Nero...insino all' osso
(dedicata a Papa Benedetto XVI)

Che e' "nero" me sta bbene , amico caro ;
lo so che c' é chi lo voleva "rosso"....
Ma er monno qua se sta piscianno addosso
e ar buio 'n se n' accorge...Ce vo' un Faro !

pe' illummina' ...ed ecco , paro, paro
un Papa ( dichi : " nero insino all' osso " ) ,
che po' aiutacce a tutti a zompa' er fosso
pe' anna' a sta' indove ce se vede chiaro .

E benedetto sia 'sto novo Papa
che ha scerto de chiamasse Benedetto
che ... a chi a 'sta vita la vorebbe sciapa

piu' peggio de 'na sbobba da galera ,
sortanto co' quell' occhi aggia' j' ha detto :
" La verita' e' una sola...e e' quella vera ! " .  

Famolo mo’
Che’… dopo nun se po’…! ...   

No all’ Amore
L’ amore e’ passato
A lungo ha bussato
Non l’ hai ascoltato
E al fin se n’ e’ andato…

E adesso rimpiangi…
E a volte non mangi
E spesso ci piangi…
E speri che cangi...

Che cangi il destino
Ma il cuor tuo tapino
Affoghi nel vino
E in qualche festino…

E passano gli anni
Non cessan gli affanni
E dentro ai tuoi inganni
Sei solo…e…ti addanni .

A Giovanni Paolo II

Karol !
Or sei di tutto quanto il mondo intero
E non hai piu’ d’ andar pei continenti
Pe’ accarezzare ed abbracciar le genti
E alzare forte il grido battagliero
Contr’ ogni iniquita’ e sopraffazione
Poiche’ il messaggio tuo forte e audace
Cosi’ come le foglie in mezzo ai venti
Or turbina nei cuori e nelle menti
Sciogliendo in essi il seme della pace
Sia fuor che dentro ogni religione .   

Chiudemo er centro
Chiudemolo ‘sto centro cittadino !
Cosi’ faremo belle passeggiate ;
s’aggusteremo i mesi dell’estate
tra i fori, ar callo o ar fresco ponentino.

Nun ce stara’ mai piu’ quer gran casino
de fumo, de motori e de sgommate ;
vedremo le colonne sagomate,
le statue...e tanta storia lli’ vicino.

Sara’ un’ imbriacatura de curtura,
co’ cesare lla’ in mezzo che fa : ” vale ! “ ;
sara’ la piu’ gran bella svojatura !

Ner mentre se godremo quella scena,
le strade attorno…..…ma che ce ne cale
si pareno le bolgie, o fiumi in piena….. !?   

Zanzara tigre
E’ piccoletta, e’ nera, e’ assatanata.
Va matta pe’ le gambe de la gente,
e nun ce sta rimedio, nun c’e’ gnente
capace de evitanne la succhiata…

Lei vie’, e pe’ tutta quanta la giornata,
sippure nun se vede e nun se sente,
te se lavora e, scrupolosamente,
te piaga tutto, ‘sta morammazzata.

Le gambe, mo’, so’ piene de ficozzi ;
nun sai che fa’…incomincia er gratta-gratta
e te vie’ in mente che tu abbozzi…abbozzi…

Nun abbastava er Fisco d’abbozza’,
che co’ ‘sta succhiatutto ce s’adatta
a fa’ coppia ?!…li possino ammazza’ !!   

Roma campiona
17 Giugno 2001
tutto Giallo-Rosso !

E' stato un diciassette straordinario
che', invece de la jella cia' portato
quell'urtima partita in calennario
e er finale grannioso che c'e' stato.

E mo' potemo tira' giu' er sipario
sull' emozzioni da levatte er fiato
de quanno er rischio de cammia' scenario
strigneva er core…finacche' ha segnato !

E mo' e' SCUDETTO TUTTO GIALLO-ROSSO !!!!
Facemola senti' pe' tutto er monno,
strillamola 'sta gioia a piu' nun posso !!!!

Sei forte ROMA, granne, immensa ROMA;
t' amamo de un amore assai profonno;
tu poi arisuscitacce anche dar coma !!

E grazzie a te e a la formazzione intera,
quer sogno s'e' avverato a tutto tonno,
e ammo' nun e' piu' un sogno : e' STORIA VERA !!!   

La civetta
Nel chiaror della notte
Monotono e triste
S'ode il lamento della civetta.
In cima a una torre
Tra i coppi d' un tetto
Il lugubre uccello
Appollaiato sta.
E l'aria dapprima
Festosa di suoni
Di grilli e di rane,
Più mesta si fa.
Il sonno si turba
Di gente paurosa
Dei luttuosi presagi
Di cui nunzio si fa
Il triste lamento della civetta,
E s'affretta a maledir senza ragione
La povera bestiola sfortunata.   

La gabbietta
" Vie' a vede…qua sur muro…'sta gabbietta
co' un paro d'ucelletti canterini;
so' 'na coppietta…gua' si che carini…
e senti che allegria su 'sta loggetta ! ".

" Nu' e' pe' contraddi'…ma li giardini
j'andrebbero piu' mejo, damme retta .
Magari vonno avecce du' purcini…
ma come fanno, ch'e' gia' tanto stretta !?

Verebbero a soffri', pore crature…
Cosi', margrado er forte dispiacere
rimangono da soli. E er canto, pure,

sippure pare un canto assai gioioso,
a stallo a senti' bene, cio' er parere
che e' un canto triste…triste e angoscioso…".   

Porvere da sparo
Er Giubbileo der giovine e' passato ;
ce n'ereno a mijoni a Torvergata
a fa' le feste ar Papa : una ventata
de gioventu', che a Roma ha aritrovato

la voja der mistero, e ha dimostrato
che ancora nun e' tutta aruvinata,
e che a 'sta vita troppo esaggerata
nun ce vo' sta' soggetta, ed ha pregato

fra battimano a tempo, e a ole, e a canti,
pe' un monno indove solo l' omo ! conti ;
percio' che so' venuti a Roma in tanti !

E a chi commanna l'hanno detto chiaro :
" Piantatela de fa' li finti tonti :
pe' voi noi semo…porvere da sparo !"   

Sognanno Brianza
Fra vigne e ulivi lla' pe' via Ardeatina
c'e' un bon odor de legno allucidato :
castagno…noce…pioppo staggionato…
che e' diventato cammera…cucina…

salotto…libbreria…vetrina…
pe' cui er falegname cia' sudato.
Ma quer sudore e' bello che passato
quann' e che sente a di' : " Che robba fina …! ".

Ner mentre che stavamio a raggiona',
mi moje e io, sur pezzo da compra',
Benito, er capo Brianza ce smicciava…

E a vèdece a discute sorideva
contento de l' effetto che faceva
su noi clienti quello che smerciava :

" Io posso fa felici le perzone…"
se disse er sor Benito 'nfra de se' :
" Venno er legno … e arigalo un' emozzione….! ".

E a Angelo e a Donato fa : " Vabbe'…
lo sconto je va fatto che', artrimenti,
'sti signori nu' andranno via contenti….

e invece vojo arivedelli qua
nun fuss' artro… che pe' veni' a sogna'…! ".    

Amore…bestiale
Amico mio, stamme a senti’ bene:
io contro er cane, o er gatto…nun cio’ gnente ;
te vojo solo di’ che tanta gente
se sente bona assai gratuitamente…

Presempio quanno fa’ : “ Bell’ innocente ,
vie’ qua che mamma tua te da’ un bacetto…”
e un cristone de alano, er su’ pupetto ,
je sbava er viso , e lei lo strigne ar petto .

O quanno se le infila drent’ ar letto
le su’ crature ; o quanno je cucina
filetti ar sangue, e petti de gallina
pe’ falle sta’ contente. La matina,

pero’, che da ‘na casa lli’ vicina ,
se sente ariva’ er pianto d’ un neonato ,
scordannose ch’ er cane ha ‘bbajato
svejanno dieci vorte er vicinato,

fa’ : “ A regazzi’ !…a te e a chi t’ ha cacato…
e statte zitto , va’ ‘mmori’ ammazzato ! “.   

Che sconfusionamento !
‘ Na casa si’ e ‘na casa no c’ e’ er cane ,
e le perzone se so’ fatte strane :

capiscono piu’ a quello che a un cristiano,
e puro si e’ che abbaja a tutto spiano

de notte e all’ antre ore de riposo
co’ un sono dall’ acuto ar cavernoso

rompenno a tutto quanto er vicinato
che ce voi fa’ : e’ natura…E’ ar neonato !

che tocca d’ attappaje la boccuccia
si frigna e piagne e nun vo’ fa’….la cuccia !   

Er verzo è giusto!
Ma quanno che ‘sto monno fu creato
e l’ omo ce fu messo su a campacce
assieme a le bestiole e a le bestiacce
nun e’ che er verzo de gira’ pe’ un lato

invece che pe’ un antro je fu dato
pe’ facce veni’ a tutti quanti a stacce
a un modo da ‘n dovecce vergognacce
de fa’, de di’ e pensa’ ar modo sbajato ?

E allora perche’ nun se fa capace
la gente che ce sta a passa’ la vita
ner fa’ l’ unica cosa che je piace

e cioe’ a insiste a faje cammia’ rotta
co’ una sdegnosita’ trita e ritrita
che e’ piu’ indiggesta de ‘na pasta scotta?   

Buuummm !!!!!!!
(è schioppato er pallone )

Oh, finarmente ! senti sì che botto !
Embeh, e mo’ che volete… e che e’ ‘sto pianto ?
Ma era ora…si tanto me da tanto…!
che ‘n se sapeva quer che c’era sotto ? :

er marcio…l’ingordiggia…ingaggi ar trotto…
che pe’ vojantri e’ stato sempre un vanto !
“ Aiuto “ ?! ma da chi…ma manco un santo…!
Dovete solamente fa’ fagotto ,

e a pecoroni, co’ li sordi vostri
aricopri’ quer buco der bilancio,
e nun provatece a tocca’ li nostri !

Vergogna ! sur “ber carcio” se fa notte ;
che serva pe’ affreddaje quelo slancio
de credese de sta’ drent’ a ‘na botte

ai presidenti e all’amministratori,
e speciarmente a tanti giocatori !   

A le armi!
Ce stanno a straparla’ senza piu’ un freno
de solidarieta’ e de tolleranza
che ormai nun e’ bonta’, ma e’ aroganza,
cor cittadino lli’ a ‘gnotti’ er veleno…

Ma ariva che nun ponno piu’ fa’ a meno
de di’: “ la criminalita’ avanza…! ”,
cor muso lungo pe’ la circostanza :
tre bare appena stese sur tereno.

Ma poi fra aresti in casa, e sconti pena,
fra collabborazzioni e pentitismo,
la criminalita’ po’ sta’ serena.

Chi se la pija in culo e’ er cittadino,
che deve senti’ di’: “ all’ isterismo…! “,
si nu’ je resta che… punta’ er mirino…
- Da giornali e TV : “…è in preoccupante aumento l’acquisto di armi in Italia…” -   

Er liscio
A noi ce piace proprio tanto a fallo.
Noi semo dua che come che potemo
se preparamo e subbito coremo
a scapicollo in pista a fassse un ballo.

Avemo faticato pe’ imparallo,
ma e’ robba, mo’, che manco ce credemo:
mo’ annamo a fa’ le gare, e le vicemo !
E mi’ marito, in piu’, e’ tornato un gallo…

Nun se pestamo manco piu’ li calli,
che a forza de pistalli so’ spariti
tra sambe, polke, valzer e alligalli.

Ce devi vede, quanto s’acchittamo !
E tutti belli, co’ quei bei vestiti,
vedessi si che scena che te famo !   

Rumore!
“ E abbassa un po’ er volume…ammo’ e’ un pezzo…!
Me stai a fa’ introna’ tutto er cervello
co’ quela voce che nu’ me ciavvezzo…
‘ n se sente manco a di’ “cio’ er settebbello…” !

“ …e un antro sette…gua’… er ‘granne fratello’ !
Arincomincia fra un mesetto e mezzo ;
ascorta !…e arza un po’ che ammo’ vie’ er bello…! “
“ Te stavo a di’…ah, gia’…poi co’ un attrezzo

che j’ ha infilato drento pe’ la gola
pe’ vede si nun c’ e’ quarche tumore…”
“ Te vo’ azzitta’…! che e’ tutto ‘sto rumore…!?

... Cio’ scopa , cio’ primiera e cio’ denara…!
… ve state a confessa’ ? che e’ ‘sta cagnara !?
dai , arza ! fa senti’…ansenti che ola…! ! ! “   

La chiave der mistero
(er singhiozzo)

" Na vorta se penzava assai de meno ,
che' c' era tanto piu' da fatica' ;
oggi , ar contrario , avanti senza un freno
a sta' a' penza' a si che se po' penza' .

E penza e t' aripenza…e io ce peno
sentenno certe gran bestialita'
che a vorte e' proprio come quanno un treno
te viene addosso a gran velocita' .

Poi leggele e sentille a la tivvu' :
chiunque scrive o parla dice er vero ,
se penza lui …! ma chi li sente piu' !?

La sai l' urtima nova ? sta' a senti' :
" la vita nun e' piu' quer gran mistero :
prima che scimmie …pesci ! : tutto qui !

Che' … so' le branchie a facce singhiozza' ,
perche' eravamo pesci , si'… ! davero !…
quattordici mijoni de anni fa " ….
- Notizia TV di questi giorni : " L'uomo deriva dai pesci; il singhiozzo è l'effetto di residui delle branchie che ci portiamo addosso…" -   

San Valentino
(l’emozzion d’ amore)

San Valentino , dacce l’ occasione
d’ ave’ ‘na vorta armeno ne la vita
quer senso de felicita’ infinita
che un granne amore pieno de passione


sa da’ a chi vo’ prova’ quell’ emozzione
che arimarra’ pe’ sempre accustodita
ner core , come ‘na quarsia pepita
e’ messa in cassaforte , a protezzione…


Cosi’ lei resta lli’ ‘na vita intera
pe’ fallo sta’ ar calluccio ogni momento
quer core e si e’ che schioppa ‘na bufera


e ce se trova in mezzo , e’ proprio allora
che lei e’ piu’ che mai ‘r medicamento
che in mezzo ar buio fa sorti’ l’ aurora.  

Lecca-lecca
Chi lecca er francobbollo pe‘ attaccallo ,
e chi pe‘ svizzio lecca er lecca-lecca ;
chi lecca pe‘ sali‘ su un piedistallo ,
chi cerca de lecca‘ ma fa cilecca .

Chi lecca er cono crema e cioccolato
che je se squaja e ardunque lecca er dito ;
chi sa lecca‘ perche‘ c’ e‘ proprio nato ,
chi der leccaggio e‘ proprio un gran patito .

Ce sta chi lecca e manco ce fa caso
e c‘ e‘ chi pe‘ lecca‘ ce s‘ affatica ;
c’ e‘ chi ce studia su e chi lo fa a naso ,
e chi pe‘ quarche … tradizzione antica .

Ce sta chi lecca a un modo assai leggero ,
sfioranno solo , senza sta a forza‘,
e chi ar contrario , senza arcun mistero ,
ce mette tutto er core ner lecca‘ ;

ma tutti quanti sanno er fatto loro :
cioe ‘ che cor leccaggio arivera‘
quarcosa bona e specie ner lavoro ,
percio‘ che stanno sempre lli‘ a sbava‘,

che‘ intanto je fa schifo solo a pochi
a fasse sbava‘ addosso ; perloppiu‘
dev‘ esse ‘na goduria , si ‘sti giochi ,
ar solito , te fanno anna‘ piu’ in su…!!    

Il mondo corre
(dedicata a Lisa)

Il mondo corre
per cercar non so cosa
Ombre che fuggono anch’ esse
e non si lasciano raggiungere E piange chi ha sperato
Tu ed io, noi sapremo fermarci
e guarderemo il sole tramontare
e sorgere l’aurora
senza domandare perché.  

Letter-ona a Babbo Natale
Ciavressimo bisogno de ‘ste cose :
silenziatori pe’ abbassa’ er rumore
de chi ‘n se renne conto de la dose
de voce che j’ abbasta pe’ discore .

Li diti “usa e getta” pe’… er signore
che ar cesso nun se sente de sta usa’
li diti sua pe’ spazzola’ e fa score
tant’ acqua pe’ puli’…quer che se sa….

Un piede in piu’ pe’ l’ atomobbilista
che avenno er suo tarmente addolorato
nun po’ mai rallenta’ e te chiede : “ Pista…! “
e sbuffa e fa’….finche’ ‘n te sei scansato .

Palette e musarole pe’ li cani
da da’ a la brava gente che cell’ ha ,
perche’ a tant’ artri poveri cristiani
ammo’ je stanno solo a fa’ gira’…

E scope pe’ scopa’ tanta monnezza
che e’ sparsa in tante strade de citta’
che’ a li scopini nostri je se…spezza
cosi’ che ‘n ponno stalle piu’ a scopa’.

E scampoli de stoffe a camionate
per allunga’ le veste e li carzoni
pe’ aricopri’ le panze scoperchiate
de tante poverelle…a bracaloni .

Poi porta un marchingegno spuntalame
pe’ mette fori uso i forbicioni
che tajeno er lavoro…monno infame !
e metteno la gente…a pecoroni .

Tant’ ojo pe’ unta’ tutto er meccanismo
perche’ e’ tutt’ inceppato che ‘n se sa
a incomincia’ dar gran menefreghismo
e fino a certe Leggi…da butta’…

E porta un antro po’ de Associazioni
che’ quelle che ce so’…nun so’ abbastanza
cosi’ spennemo tanti piu’ mijoni
e quarcun artro po’ arempi’…la panza .

Aggiungi li colori e li pennelli
da da’ su li colori scolorati
de tutti li Partiti che , porelli ,
se stanno a senti’ tutti un po’ spaesati .

E porta pure tanto comprendonio
a tutti : governanti e opposizzioni
che possino capi’, porco demonio ,
che devono fini’ de fa’ i furboni .

E un po’ de scolorina che cosi’
la damo sopra a quer regolamento
che fa scatta’ i stipenni a nun fini’
a chiunque sta ar Governo e ar Parlamento .

Du’ pasticchette pe’ l’ opposizzioni :
pe’ aricordasse de sta lli’ a rema’ ,
e pe’ scordasse che e’ er Sor Berlusconi
la peggio probblematica de qua…

E ‘na bilancia tutta quanta nova
perche’ quella che c’ e’ nu’ je funziona
e er giusto peso guasi nun se trova
e la Giustizzia passa da…fregnona .

E poi modestia in granni quantita’
pe’ chi se pensa de esse chissa’ chi
che invece quer che e’ lui , lui nu’ lo sa…
pero’ chi lo conosce , invece…Si’!

E porta anche ‘na casa in proprieta’
a chi , diversamente , a tutte l’ ore
( donne e ommini senza sottija’ )
je tocca a sta’… drent’ a un televisore !

Poi metti i tappi pe’ attappa’ la bocca
a gente che ‘n sa manco quer che dice
ma fa… e dice…e guai a chi la tocca…
e piu’ stronzate dice e piu’ e’ felice .

Poi tanti treni pieni de certezze :
de quelle der domani pe’ ogni tizzio
e de le pene e de le ristrettezze
pe’ chi … ammazza’ e rubba’ cell’ ha pe’ vizzio .

E tanti libbri adatti pe’ spiega’
che un ospite e’ gradito ma nun po’
sta’ a di’ ar padrone quer che deve fa’,
a meno che nu’ sta in un casino’…

E pe’ le porte troppo spalancate
na chiave cor lucchetto pe’ ‘n fa’ entra’
quela corente che entra inverno e estate
che , gira gira , ce po’ fa’ ammala’.

E in piu’ , tantissimissima vergogna
pe’ chiunque la vergogna ‘n sa chede’ …
nu’ la conosce e manco se l’ inzogna
che peggio razza ar monno , No ! nun c’ e’ !

E metti anche un unguento pe’ sana’
le lingue che se so’ troppo azzardate
a fa’ troppi leccaggi da rischia’
de fa’ abbruscia’ le lingue aggia’ arossate .

Poi tanti freni novi e funzionanti
pe’ frena’ un po’ a ‘sta strana libberta’
che core a rota libbera e che a tanti…
a troppi , li fa solo che …addanna‘….

Cervelli de ricambio pei capoccia
che stanno ne li posti der commanno ,
che’ je se so’ annacquati a goccia a goccia
e fanno danni…e manco ce lo sanno !

E pe’ fini’ ‘na scorta a nun fini’
de quer bonsenso che ‘n se po’ fa’ senza
perche’ sinno’ avoja a di’…a di’…!
nun finira’ mai piu’… tanta indecenza !

Aspe’…l’ urtima cosa e poi abbasta :
quarche lingua de scorta , chiacchierina ,
pe’ chiunque sa chi cia’ le mano in pasta ,
che parli e se ne freghi dei…Riina …

Un’ antra cosa …Un antro Presidente
che com’ a questo ciabbi drent’ ar core
li bboni sentimenti e ne la mente
famija vera…Itaja…e Tricolore !

Questa e poi basta…abbasta veramente :
ortica a tonnellate pe’ alliscia’
la lingua a tutta quella brava gente
che dice:“ Er Crocifisso…sta a ‘mpiccia’…!”    

Er presepio
Du’ granni foji de carta blu stellata
appiccicati co’ le cimicette
su ‘na parete ; cinque o sei casette
sopra un colle de carta colorata ,

de quella apposta , e tutta ciancicata
pe’ fa’ sembra’ piu’ vero ; le lucette,
la paja , er muschio , du’ stradine strette,
e un ruscelletto de carta argentata ;

farina pe’ fa’ inverno , li pastori ,
la grotta co’ la stella , er bue , er somaro ,
e maria co’ giuseppe , i genitori

der pupo appena nato : er bambinello,
che te smove un soriso dorce e amaro…
poi l’angeli e li magi cor cammello…

Nu’ l’ ho piu’ fatto , ma me pare ieri :
noi quattro e mamma cara e papa’ caro
a fallo tutti presi…seri , seri…

Ricordi belli de un passato bello
sippure che nun c’ era accosi’ tanto…
Eppuro , drent ‘ ar core c’ e’ er rimpianto
de quanno che abbastava solo quello…   

I Prodi….i vili…
Prodi guerrier
avean di fronte
i vil mercenari
in politichesi scontri
e da questi inseguiti
fuggivan rabbiosi
con quegli dappresso
a ruggir…vittoriosi .

I Prodi, allor,
preso il dizionario,
voller saperne
di più
sul…Mercenario…    

Vorresti dire al tempo
Vorresti dire al tempo:
Fermati…
e indietro andar
come un che teme;
e di felici momenti
far rifugio alla paura.

Dei tesori lo scrigno
troveresti,
non il gran baule
che di tante ricchezze
e’ da colmare ancora.

Non ristette nella zolla
il seme pei tempestosi giorni;
e non invano
il sole
giorno dopo giorno
paziente ha atteso: oggi è un albero fronduto.

Lassù di tra i rami
guarda la natura;
la cima lievemente scuote
a salutar gioioso un flebile arboscello:
la sua creatura.   

Inverno a Bettona
Bettona,
indossa il cappotto pesante
or che d’ inverno
un gran freddo si sente .

L’ inviano a te
i figli tuoi sparsi…
E’ fatto d’ infanzie interrotte
e di addii,
d’ ombelicali legami
e di nodi mai sciolti.

E’ fatto d’ amor
pei padri rimasti,
di voglie di star
non ancora risolte…

Con tutto questo
copriti bene.

In special modo
l’ amica campana
che sia ben protetta:
suona per noi .
……………………

E l’ onda si spande
per l’ aria
e il din-don, din-don-dan
si diffonde
e infin si confonde coi desideri nostri

e ci tiene vicini.   

Tranquillità
Una vita da imitare.

La lumaca
Va piano che de meno ‘n se po’ anna’
e noantri stamo tutto er santo giorno
a core come matti che ‘n se sa …
Se guarda tutto quello che cia’ attorno
che a noi manco ce viene da pensa’…
ma ariva sempre in tempo ‘n do’ ha d’ anna’.
------------------------------------------------

Na lumaca
Annava lemme lemme nun so dove
striscianno ‘nfra l’ erbetta e le viole…
ma tutt’ a un botto je se mette a piove
e lei tutta tranquilla , senza fretta
se infila dentro , chiude la casetta ,
e tutta beata aspetta che esce er sole .  

Er Sor Pochi e er Sor Tanti
Er Sor Pochi fa come er fanelletto :
lui vo’ ogni cosa e si nu’ je la danno
se mette a fa’ ogni sorta de dispetto
e ar limite fa pure quarche danno…

E rompe…! Infinacche’ nun cianno effetto
li capricciacci sua…cioe’ infino a quanno
cia’ quer che vole ave’…senza rispetto
pe’ er Sor Tanti , che je sta a pia’ un malanno

ner vede che co’ tanta prepotenza
quer coso der Sor Pochi vo’ pretenne
de staje a ruvinaje l’ esistenza

co’ lo stravorgeje ogni verita’…
Cosi’ er Sor Tanti ammo’ s’ ha da difenne
dar Sor Pochi e cioe’…dalla Libberta’…!!

Eh , SI’…! De quello lla’…!
Che stann’ a di’ che e’ de “ Serie A “ !!!?    

Pentiti
Quer bubbone maligno de briganti
che appesta l’ aria piu’ d’ ogni colera
nun poi seccallo a forza de contanti ,
nemmanco si la lagrima e’ sincera .
Ce vole un tajo de arta chirurgia ,
artro che er “Mea Culpa” in tribbunale
che vie’ confuso co’ la sagrestia ,
ch’ e’ er posto giusto p’ er confessionale !
E’ solo che pe’ ave’ l’ assoluzzione
qua basta a recita’ ‘na litania
e ciai pe’ effetto la consolazzione
che l’ anima va in celo…e cosi’ sia .
Della’, piu’ ammazzi e smovi er porverone ,
piu’ canti , anche si a rate , contro chiunque ,
piu’ sorti cor sussidio e la pensione
( a rate renne piu’, quanno ch’ e’ er dunque) .
Cosi’ er mafioso che fa penitenza
co’ ‘na fava t’ acchiappa tre piccioni :
fa’ fori chi je fa la concorenza ,
e a la faccia de tutti noi cojoni
l’ emerito assassino e’ condonato
cor conto in banca aperto da lo Stato .
Si questa e’ la giustizzia , o er monno e’ pazzo
o saro’ io che ‘n cio’ capito un cazzo!!    

Mi socera Nonna Rosa
Co ‘ sempre du’ o tre fanelletti attorno
sta tutto er giorno a traffica’ in cucina
de cui e’ reggina e guai ‘ chi s ‘ avvicina
a li fornelli oppuramente ar forno ,

che ‘ po ‘ sbajasse e prennelo e impastallo
co ‘ er ripieno pe ‘ pollo e cannelloni…
e meno male che so ‘ sempre boni
li piatti che prepara ( poi giurallo ) ,

perche ‘ nu ‘ je sfaciola assai pe ‘ gnente
sentisse a di ‘ che ha messo troppo sale ,
o nun ha cotto bene l ‘ animale ,
e er minestrone o e’ freddo o ‘n sa de gnente ...

Sta sempre a fa ‘ … e nun vole mai sta ‘ bona
che ‘ si se ferma pure pe ‘ un minuto
se troverebbe a ozzia ‘… e te saluto :
diventerebbe un disco che nun sona .

Lei viene da san Vito ma e’ romana ;
a Roma ha fabbricato sei fanelli
che so ‘ li mejo , tutti bravi e belli .
Dar prati ammmo ‘ e ‘ finita a la Majana

passanno ar san Michele e a san Francesco ,
e poi pe ‘ li du ‘ monti Verdi e Mario ,
badanno de ave ‘ sempre er necessario
sgobbanno sempre in modo assai pazzesco ;

e ‘ stata a fa ‘ la sarta lli’ ar Trionfale
che j ‘ e ‘ piaciuto piu ‘ d ‘ ogni antro posto ,
ma poi , mannaggia a loro , pe ‘ er gran costo ,
dovette d ‘ anna ‘ via , ma poco male ….

Che ‘ a la Majana , indove che sta mo ‘ ,
t ‘ ha messo su quela nipoteria
che ammo ‘ e ‘ tutta cresciuta , ma …allegria !
La prima pronipote , aggia ‘ da un po ‘ ,

l’ aspetta a Alba -Adriatica , e se sa ,
che Rosa pe ‘ artri ancora sta a smagna ‘
che ‘ vole spupazzasseli e imbocca ‘ ,
margrado quella bella eta ’ che cia ‘ ,

che ‘ fa ottant ‘ anni , dio la benedica ,
ma ancora e ‘ ‘ na gajarda berzajera
perche ‘ e’ rimasta uguale a come che era
e ancora nun conosce la fatica ,

e je da giu ‘ a lava ‘ e stira ‘ li panni
che artro che le nore co ‘ meno anni ,
ma gia ‘ acciaccate e piene de malanni !   

La passerella
Ce sta un gran vecchio co’ la barba bianca,
che e’ lunga, lunga che nun se sa quanto.
Dar tempo de li tempi nun se stanca
de mette in passerella , co’ gran vanto,

li fiji sui…Incomincia co’ GENNARO,
che ariva tutto quanto infreddolito ;
se porta appresso tutto er cucuzzaro
dell’undici fratelli…e imbianca er sito

che e’ preso da FEBBRARO, che va in giro
co’ tanto de cappuccio e doposci’ ;
fa scherzi a tutti, e a chiunque je vie’ a tiro
j’ appiccica er contaggio lli’- pe’- lli’ .

Ma dura poco, e dopo, MARZO, sfila…
Cratura mattarella, ma sincera ;
cor sole pia l’ombrello, e fa la fila
ar botteghino de la Primavera .

Poi, lemme, lemme, ariva APRILE, stanco ;
cia’ sonno e la matina nun vo’ arzasse ;
ma quanno che sta in vena tiene banco
tra le violette, bone da odorasse.

Intanto, MAGGIO vie’ a cura’ er giardino
cor pollice piu’ verde che ‘n se sa ;
li prati se li veste da Arlecchino,
e ogni rosa sa fallo innammora’ .

Ariva GIUGNO, che, co’ ‘na manata,
se scanza via le nuvole dar cielo :
la tera e’ tutta quanta illumminata
da un sole senza piu’ nemmanco un velo.

Vie’ er turno, poi, de LUJO, che da’ er via
a le vacanze, dopo er fine scola ;
sa fa’ la mejo frutta che ce sia,
riccoje er grano, e arfine se ne vola

pe’ lassa’ er posto a AGOSTO, che fa er pieno
su spiagge, monti e piazze antiche e belle ;
attizza er foco ar sole senza un freno,
e sparma creme a spasa su la pelle.

SETTEMBRE vie’ a sona’ la campanella
pe’ ariporta’ sui banchi ogni studente ;
pian, piano je va via la tintarella,
ma quell’amore estivo resta in mente…

OTTOBBRE, intanto, fa aggiusta’ l’ombrello ;
fa er giro de le vigne, e, soddisfatto,
ad ogni contadino da’ un cestello,
e tutti sanno quer che sara’ fatto...

NOVEMBRE vie’ un po’ tutto rattristato
pe’ via che c’e’ la commemorazzione ;
pe’ prima cosa, infatti, se n’e’ annato
ar camposanto a fa’ la bona azzione.

Arfine ecco DICEMBRE tutto allegro,
perche’ va a porta’ in giro la notizzia
che in ogni core, o bianco, o giallo, o negro,
l’amore, er sentimento, e l’amicizzia,

(lo dice Dio e lo dice anche la scienza),
so’ uguali, uguali, e nun c’e’ differenza!   

Fiji … a mezzi !
Fra poco pure noi ciariveremo
a pija’ la spada e a di’ : “…Meta’ per uno…”,
che’, st’ egoismo tanto assurdo e scemo
ce sta a sbrana’ er cervello , sarvognuno !
Fanelli o fanelletti , come sia ,
se senteno mori’ ner piu’ profonno
a vede papa’ o mamma che va via ,
e in piu’ devono dije a chi e’ che vonno !
Pori anelli de ‘na burocrazzia
pe’ la quale so’ pacchi da’ porta’:
fiji a mezzi…cor timbro…che pazzia !
E pe’ nun fa’ soffri’ mamma e papa’
je tocca a fa’ la parte de sta’ bene ,
mentre ignotteno le piu’ peggio pene …   

Er DiEnneA’
Da quanno hanno inventato er diennea’
la verita’ sta tutta quanta lla’

e abbasta a legge quello che c’ e’ scritto
pe’ di’ si uno e’ un fesso oppure un dritto ,

senz’ arcun dubbio de pote’ sbaja’
perche’ la scienza ormai sta a funziona’

che mette anche paura…e fa penza’ …
E si pe’ caso ar Cielo nu’ je va ?

E si quarcuno , metti ….se fa rode… ?
Vedrai si che finaccia …artro che lode !

Stavamo a di’ : ma si e’ er diennea’
che a ognunno je fa fa’ quello che fa

allora de che stamo piu’ a parla’
de carcera’ chi deve da rubba’

perche’ cosi’ c’ e’ scritto e aggia’ se sa
che pe’ natura er tizzio l’ ha da fa’ ?!…

Presempio…Hitler….che voi condanna’
si pe’ natura sua doveva fa’
er pazzo e le scempiezze che se sa …!?!?   

L’ abbraccio infinito
(dedicata a Lisa)

Sgorga
dal seno colmato
improvvisa, e giù
dal tortuoso pendio
si lascia portare, indecisa,
finché non s’ allarga su un prato…
Intanto che cresce
traccia la via
e niente e nessuno riesce
a frenar la sua scia .
Non cede a lusinghe:
” Fermarsi…perché…?
C’ è il mare assetato
e ha bisogno di me…”.
Senza riposo lei va generosa ;
non forma paludi per stare,
ma va…
e stretto il suo letto si fa
nella corsa impetuosa .
Alfine è raggiunto
l’ abbraccio infinito:
s’ annulla nel mar
pe’ un amore profondo ,
senza confini, smarrita…
Ma qui non s’ arresta ;
va verso le stelle;
poi torna giù ancora
a provar nuovamente
quell’ emozione
che vuole…che sente
così fortemente.

Tutto è presente
(dedicata a Lisa )

Tutto è presente
scritto indelebile
nella memoria delle sensazioni,
inalterato
pur sotto cumuli di polvere
di tempo consumato
in cose non nostre .
Il sentimento
che, sì, è nostro,
stampato nella mente
e cullato
nel cuore,
come ago magnetico
a te ogni pensiero
volge
ogni momento .
Tutto è presente
e niente è cancellato
del bene
e, scusami, del male che t’ ho dato.

Padano
Mo’ stamo a esaggera’ co’ ‘sta quistione
che Roma e’ ‘na ladrona e che er Padano
ciaregge a tutti quanti sur groppone
e co’ ‘sta scusa…ce sta a fa’ lo strano

annanno a di’ che e’ duro de nasone
e vo’ portacce via quer che e’ Romano :
la Rai…la Bankitalia…fa er Padrone…
vorebbe tutta Roma su a Milano !

Ma si e’ che proprio vole un ricordino
se pijasse a Malagrotta (*) tutta intera ;
ma poi abbasta , caro er Meneghino !

Va’ e gioca cor Caroccio e li stendardi…
ma nun ce strapazza’ storia e banniera ,
e lassa a dormi’ in pace a Garibbardi !!
--------------------------------

(Hai fatto le valigge ? …hai fatto bene !
Beh ? … e parti…si proprio te conviene…!)

(*) zona smaltimento rifiuti.

Er primo bacio…. Pe’ sempre
Chiudi l’ occhi , opri la bocca
Senti un sono che rintocca
Come fusse de campane…
Senti cose accosì strane
Che nun te ce raccapezzi ;
Senti er core fasse a pezzi
Manco fusse ch ‘ è schioppato ;
Senti er sangue riscallato …
E poi tutto s’ addorcisce…
Ciai pavura che finisce
Tutto quanto quer calore ,
Ma er miracolo d’ amore
Dura sempre finché er core
Nun s’ affredda e pure allora
Nun se ferma…e cerca ancora.

Politicanti
E accusi’, caro popolo fregnone,
a detta der padrone
in vista de le prossime elezzioni,
nun ce so’ paragoni
fra i prezzi in euro e quelli de la lira…
e gira…e gira…e gira…
ma come sa giralla la frittata!
si infino a ieri e pe’ tre anni interi
cia’ fatto: “ E semo seri…!
Si er costo de la vita nu’ e’ aumentato
a senti’ l’ ISTAT che l’ ha carcolato ,
che vai cercanno …. compra e statte zitto… ! “.
E mo’, cor muso lungo de un afflitto
se n’ esce fora a ditte: “ Ciai raggione …!
ciavemo l’ inflazzione….
e l’ euro è stata ‘na gran fregatura….”
E annanno avanti co’ disinvortura,
fa: “ Ammo’ ogni approfittone se saprà,
e v’ ariscucirà
li sordi che v’ ha fatto paga’ in più…
“ Ma…e…er libbero mercato….? “ dirai tu
“ Com’ e’ : mo’ er prezzo …se po’ controlla’ ..?
E perche’… prima… ‘nse poteva fa’ …?! “.
Dicevano de NO …tutti…! un ber coro… !
 li stramortacci ¹ loro !!!

¹ Questa parola non è da considerarsi propriamente una parola ingiuriosa, ma una parola-sfogo del Romano, e riflette esattamente l’espressione di stizza e malcontento di tutti quelli che, con gli stipendi rimasti uguali “ pe’ ariva’ a la fin der mese hanno dovuto, devono e dovranno fa’… li zompi mortali! “.

8 Marzo
Donna t’ amo
ché m’ assomigli a una rosa:
tanto sei bella e delicata
vanitosa e ricercata,
altrettanto assai spinosa;
e tuttavia ti bramo.

Le grazie tue ti chiedo
io, che in te ancor credo,
con questo ramo
di profumata mimosa.

Il salmone
Non ci si capisce niente
Perché forse o perché ormai
Non c’ è niente da capire

Tutto quanto è stato detto
Con la voce e con lo scritto
Poi negato e poi sancito
Ribaltato e ribadito
Con le buone o le cattive
Col sorriso o a brutto muso
Dagli antichi e dai moderni
Ma bisogna continuare
Anche a costo di barare
Trascinati dalla scia
Tutti per la stessa via
Dritta o storta o come sia.

Il salmone solamente
Ha capito sempre tutto
E è così che fatalmente
Se ne va controcorrente.

Pare opportunità
All’ anima de l’ “opportunità “ !
de quelle “ pari “ , dico , cioè a di’ :
perché ce stanno sempre quelli lli’
in ogni trasmissione che se fa ?


Me pare tanto che ‘sta “parita’ “
pe’ cui ‘na legge e’ stata fatta uscì
l’ hanno inventata solo pe’ fa’ sì
che fra quei due ‘n ce stia da litigà …


Così, si lui cià quarche trasmissione
in una mediaset, quella che sia ,
lei pure deve sta’ in televisione…


E visto che ‘n ce sta chi è mejo , in giro ,
a lui va un’ antra…e un’ antra va a maria ,
e via così…sempre aggiustanno er tiro…

Karol e … Maria
I)
Pe' lui er monno è 'na gran sagrestia,
e da operaio Solvey, in quer griggiore,
ciaveva già contatti cor Signore
e tanta confidenza co' Maria.

Ner mentre faticava, anima pia,
pregava a mano gionte a tutte l'ore
che a un certo punto venne er direttore
che fece: " A Ka, te devo manna' via…".

E Karol se n' agnede in seminario;
là, studia, impara lingue e soprattutto
se sgrana l'acinelli der rosario

co' tanta fede e tanta divozzione
che in cielo fanno: "Deve coje er frutto
de tanto amore e tanta dedizzione…".

II)
E così è stato, e morto quer che c'era,
fa er Papa e cammia er corso de la Storia
pe' er nome de Maria e la sua gloria,
schizzanno l'acqua de l'acquasantiera

sur muro de Berlino che va a tera;
cor 'mea culpa" a antre Fedi, e a la memoria
de illustri personaggi …in sanatoria,
in nome de una Verità - più - Vera…

Fa er giramonno, va a cerca' la pace;
je spareno ma ce la fa a campa':
quer che lui vole, a tanti nu' je piace.

Va in USA, a Cubba, a Mosca, in Tera Santa…
Mo' in giro ce sta un po' più libbertà…
Mo' è vecchio, se stracina…e ancora canta:

"Madonna Nera de Cracovia mia,
Maria aspettame in cielo e così sia!"
Giugno 2001
- Questa poesia è stata rilasciata nelle mani del Papa direttamente un paio di anni fa e da lui, tramite un Cardinale,  ho ricevuto complimenti e ringraziamenti.-

A r b e r t o n e!
Te l' aricordi , aoh , sì che risate…
che er firme ancora manco incominciava ,
perché ognuno aggia' se figurava
battute…scene…finte inciampicate …

Er vocione romano…e quelle occhiate…
e er ber faccione che se trasformava …
(che a vede er cartellone aggia' abbastava )…
le mano che te pijavi a mozzicate…

La strizza…li scongiuri…la sorpresa…
la mano che mannava a quer paese…
la gran bravura tua a ogni ripresa .

Mo ', coll ' istessa identica passione ,
dar cielo guardi a roma e a 'sto paese ,
e fai ancora: " Mamma…che impressione…! " .


Si ', Arbè, tu stai lassù…ma che vor di' ?
coi firmi tui tu stai ancora qui !

E come te, immortali semo noi,
ché … a tutti ciai portato o prima o poi

là drent ' a quer telone illumminato
dicennoce ner modo più azzeccato

Er modo come semo fatti drento
in tanti firmi, tanti… più de cento,

pe' esorcizzà, co' er ride e er " pussa via ! ",
li vizzi che ciavemo…ogni mania…

Ciai fatto ride e piagne , e pure adesso ,
mo' ch ' è successo quello ch ' è successo ,

te salutamo tra un soriso e un pianto
pensanno che ciai dato proprio tanto :

pe' questo er core nostro sta a mezz' asta ;
ma pe' te …Questo ancora nun abbasta :

mo' Roma tua cià un antro monumento ,
che è er nome tuo…che vola assieme ar vento…

L’ eredità
(lo sfratto più grosso)

Tantissimi, tantissimi anni fa
quann’ è che ancora nun ce stava gnente ,
un dio scojonatissimo de ozzia’
decise de fa’ er monno e poi la gente .

E a chi lo mise qui , e a chi più in là
pe’ falli vive pacificamente ;
ma quelli incominciorno a litigà
e prese le difese, apertamente,

de certi che ce s’ era aggià affiatato
e je promise a tutti un gran ber sito
pe’ loro e chi da loro fusse nato .

Però pe’ certi fatti capitati ,
smammarono ma se legorno ar dito
che prima o poi sarebbero tornati .

E infatti mo’ so’ aricicciati lla’
quanno artri aggià ce staveno a ‘bbità ,
ma a questi j’ hanno fatto incavolati :
“via dall’ eredità…sete sfrattati !!“

“Onorevole “ …ma de che?!
Er cieco è diventato “nun vedente“;
er monnezzaro ammo’ è “ operatore “
assieme a lo scopino, sissignore:
“ eco-loggico “…aoh…m’ hai detto gnente!

L’ impiegato nun è piu’ un dipennente :
è un "co'- co'-co'" e sgobba e magna …a ore !
ammo’ un sordato è un “ pacificatore “
e ar bidello lo chiameno “ assistente “ …

Ma ancora avoja quanto ha da cammia’….!
Presempio, un giovinotto laureato
se deve da chiama’ “ disoccupato “,

e Onorevole….tocca sta’ a guarda’…
e di' : " Disonorevole " e …smammallo
si nun po' più sta' sopra… ar piedistallo!!

E, a proposito, visto quer che è "er carcio " ,
er nome più azzeccato è questo: "er…marcio"!

Imboscata mortale.
Menti assassine…
Lontane…
vicine…

Boato…!
Come d’ un vulcan che esplode
s’ode
ad un tratto
nei pressi di Palermo,
con destrezza maligna
e polso fermo
guidato.

Boato… !
E una bocca mostruosa
sputa asfalto e detriti
ed inghiotte vogliosa
cose e corpi e ne ride,
oltraggiosa.

Coraggiosi, poi fuggon
i vili mafiosi,
operai di morte
per Falcone e Signora
e le scorte .

Boato…!
Chi è stato?
Qualcuno,
frattanto,
prendendosi il vanto,
senza tremare ha già fatto uno “squillo”,
e qualcuno (che conta)
ha già fatto un sospiro:
può andarsene in giro…tranquillo…!

Menti assassine…lontane…vicine…

Li Quattro Moschettieri
…der soriso


Li Quattro Moschettieri der soriso ,
de le risate fatte a crepapelle ,
de storie de la storia e de storielle ,
de fatti d’ ogni giorno….. hanno deciso

de tira’ giù er sipario .

Tognazzi , Gassman , Sordi e mo’ Manfredi
a uno a uno, annannosene via,
se so’ portati via quela maggia
de incanta’ a tutti, che mo’ è senza eredi

ner cinema nostrano.

Le machine da presa ce lo sanno
che nun sarà mai più come ch’ è stato,
co’ gente….che nun è che ha recitato!
ma che ha vissuto, senza trucco e inganno,

drent’ ar telone bianco.

E. U.
Dicevano: “ L’ Europa e’ er toccasana
pe’ fa’ anna’ mejo tutto er meccanismo…
Coll’ E.U. l’economia americana
ce fara’ un baffo…”, e giu’ coll’isterismo :

“ Si nun c’entramo, noi, porcaputtana
faremo ‘na finaccia…! ”, e giu’ allarmismo…
“ Se perderemo quella poca grana…! “,
“ Nun e’ piu’ tempo de menefreghismo…! “…

Sara’, ma er solo fatto che ho capito,
e’ che c’ e’ in giro un mucchio de invidiosi
che vonno aruvinacce l’appetito :

…e er forno a legna, NO !…e la mozzarella…
…e poi la cioccolata…Aoh, a cosi…!
…mo’ puro er vino…e NO !, ‘sta comunella

me pare che sta a pija’ ‘na brutta piega :
de quer che metto drento a la padella
se po’ sape’ che cazzo ve ne frega !?

Qua andra’ a fini’ che l‘ Europarlamento
ce dira’ pure come falla ar cesso :
si piano, piano, o tutta in un momento,
si dura, o sciorta…e questo SI’, e’ progresso…!!

Pe’ intanto quer che e’ chiaro veramente
e’ solo che ce sta a manna’ pe’ stracci
coll’ euro ch’ assai spudoratamente
ce sta a fa’ esse sempre piu’ poracci !
E ‘st’ idea mia de certo e’ anche la tua :
mortacci loro…li mortacci sua….!!!

Facce
Facce scure , facce soridenti
Facce de chi perde e de vincenti
Facce da teatrino , facce farse
Facce prime-facce e de comparse
Facce co’ la maschera sincera
Facce da pija’ e butta’ in galera
Facce senza faccia , senza senso
Facce affumicate coll’ incenso
Facce che se guardeno a lo specchio
Facce de chi e’ giovine e chi e’ vecchio
Facce nove , facce imbarzamate
Facce sveje , facce addormentate
Facce allegre , facce addolorate
Facce tisichelle o abbronzate
Facce che t’ attizzeno er malocchio
Facce che combineno er papocchio
Facce che te pijeno pe’ cojone
Facce che te fanno er ribbartone
Facce tutte piene de bucie
Facce tutte bone e tutte pie
Facce sempre pronte a vola’ in cima
Facce da allisciasse co’ la lima
Facce che nun vonno proprio stacce
Facce che te fanno le linguacce
Facce che de te…chissenefrega !
Facce de chi dice… e poi lo nega
Facce che davanti so’ ossequiose
Facce ozziose , dannose e vizziose
Facce lecca lecca e t’ arilecca
Facce che nun vonno fa cilecca
Facce de bambocci e furbacchioni
Facce allucinate dai sordoni
Facce tutto fumo e gnente arosto
Facce che nun vonno lassa’ er posto
Facce senza un po’ de dignita’
Facce che nun sanno piu’ che fa’
Facce dei piu’ fichi der bigonzo
Facce a fa’ …chi e’ piu’ faccia de bronzo
Facce senza mai ‘n po’ de vergogna
Facce che la mejo cia’ la rogna
Facce da fa’ ar sugo o co’ er ragu’
Facce che ‘n se ponno vede piu’
Facce de chi vota e chi e’ votato
Facce prima e dopo er risurtato
Facce che nun vonno anna’ mai via
Facce …che e’ assai mejo quella mia !

Filastrocca dell’ attempato
Te gira la coccia,
nun fai più bisboccia,
te scrocchieno l’ ossa,
nun ciai più la scossa
che prima ciavevi.
fa male si bevi;
de meno ce senti;
cor sale…attenti!
cor zucchero pure:
mai piu’ svojature.
Te balla ogni dente
e sicuramente
ce vo’ la dentiera.
Si ‘n ciai la pancera
vie’ fora ‘na panza…!
Mo’, co’ l’ arternanza
der giorno e la notte
ce stai a fa’ a botte.
Sei guasi cecato,
sei tutto ammosciato.
Vai pe’ ambulatori
da tutti i dottori.
Te scordi de tutto,
er che, e’ ‘r meno brutto:
cosi’ ciai ‘r mordente
de nun penza’ a gnente:
te scordi i malanni,
e…’ffanculo all’anni!

Mossa da… foss
(epitaffio)

“ Pe’ via che se sentiva a rode er naso ,
qua sotto ce sta er povero Tommaso
sbranato da quer tanto bravo Pippo
che j’ e’ zompato addosso a sartalippo
che’…poverello ! …s’ era impavurito
ner vede a lui a smove in su quer dito .
E’ accosi’ che er psicologo aricconta
e…a chi e’ er piu’ stronzo fate ‘n po’ la conta…! “.

C u p p i d o becalino
D a u n pezzo c’ è quarcosa che nun va
qua su ‘sta tera ; er fatto è che lassù
me pare che Cuppido ‘n ce pia più
co’ le freccette pe’ fa’ innammora’….

E’ vero che sta sempre lli’ a tira’ ,
ma becca o troppo in su o troppo in giù,
quanno è ar centro !! che ciai quelle virtù
che pe’ davero sanno fa’ scatta’

er vero granne amore duraturo ;
così succede quello che succede ,
che avoja lui e lei a di’ : “ …lo giuro!

Io resterò pe’ sempre assieme a te…”,
perché siccome quello nun ce vede ,
finisce… e nun se sa manco er perché…

Cuppi’, perché ‘nte fai un ber par d’ occhiali
e piji ar centro er core de le prede
e sarvi tanti amori connjugali?

Le lucciole
C’ e’ un tremolio de punti luminosi ,
che stanno a tarla’ er velo de la notte
leggeri come in preda a ‘na nevrosi ;
se smorzeno e la notte l’ arignotte ;
galleggiano nell’ aria calla e nera ;
s’ ariaccenneno de botto un po’ piu’ in la’
facenno rischiara’ l’ attimosfera ;
so’ cinque…dieci…e poi un’ infinita’ …
e vanno sparpajannose la’ attorno
da la campagna cortivata a grano .
Cor core che je batte , un fanelletto
sta lli’ co’ ‘na speranza drent’ ar petto :
che vadano a finije ‘nfra le mano
pe’ illumina’ la strada der ritorno.


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