Il premio
L'asfalto apre le mani al sudore
che si fa strada nelle crepe
di un esule esistenza che fa scorrere
le ruote in salita.
Quante volte sono salito con il mio passo
quante volte li ho dovuti lasciare andare
quanti rettilinei infiniti
non avevo la forza per affrontare.
Ma la rinuncia è la firma dei codardi
All'ora alzati sui pedali!
Grida l'invisibile al mio fianco
che ha ancora grinta da sfogare.
Raschio sul fondo di un barile ormai vuoto
anche se la lampadina si era già spenta da prima
chiudo gli occhi per non guardare la fatica
ancora tornanti tra spasmi, finalmente la cima...
in premio
l'ennesima
lezione di vita!
Ti cerco, ti aspetto, ti amo... (parte 1)
Dimorano inquietudini
che graffiano le pareti
nella casa riempita di vuoti
silenzioso come fiocco di neve
aspetto il tuo calore
per sciogliere la mia anima di vetro.
Rinchiuso nei miei pensieri
con una matita spuntata
scarabocchio i colori dell'orizzonte
con tetro color nebbia
senza il tuo profilo
non ho le mani per scrivere
senza il tuo fiato
la mia fiamma si scopre fumo...
Ti cerco, ti aspetto, ti amo... (parte 2)
Quando sia apre la porta
finalmente a raso di bui orizzonti
corre la sabbia scarrozzata dal vento
il ghiaccio si scioglie dalle pareti
al tuo profumo di donna.
Cadono le vesti rincorse dalla fretta
finalmente le tue labbra umide
a raccontare l'amore
mentre le mie mani scrivono
pentagrammi di passione
fra i tuoi vulcani accesi
mi inchino ad occhi chiusi
ad un cielo che scende sulla terra
per abbracciare il piacere
una vocale nel silenzio...
un lungo bacio per spegnere un incendio...
Ancora cenere
Intorno a mè
ancora cenere da calpestare
seminata dal vento
come sabbia ai confini del mare.
Ci sono anime disegnate
per pennellare le curve della vita
c'è chi respira senza fiato
alzano le spalle al sole
nascosto dall'eclissi
...e chi come mè piega le ali
rimanendo seduto sull'uscio
guardo il nostro amore in processione
tra i silenzi nella valle dei ricordi.
Mischio l'orgoglio ai gridi di speranza
ma invano il cielo mi ascolta
vuole la gioia di chi non mi ama
vuole le mie impronte nel muro
scolpite con i pugni.
Ritagli di luce
Il taglio di luce nei tuoi occhi
ti vestono di un sogno
che ti accompagna
verso l'altare...
come farfalla
nell'aria guidata
dal suo respiro leggero.
Negli occhi l'arcobaleno...
il cielo si apre
due mani si stringono
in un anello
il sole vi culla
nel giorno più bello.
Là in fondo al canale...
Dal canale scorcio
lo spumeggiare dei sogni
che si frantumano nei sassi
mostrando tutto il bianco dell' illusione
fra il cielo ormai azzurro
e quel sole che nel sorgere
trafigge le onde
e la mia anima incauta
che non si è mai adattata
al mesto vivere.
Ma poi vengo cercare
nei tuoi seni
il gusto del sale...
Nelle mie labbra
tutto il senso del vivere
nel tuo battito tutto il mio mare.
Vita espressa
Messo in una discesa infinita
neanche il tempo per respirare
che il presente diventa un ricordo
scritto con un pugno nel muro
muschio tra le crepe
quello che rimane
espressa la vita
che rincorre il presente
il mio vivere
mi sfugge dalle mani
il mio spirito giace
in un vecchio domani...
ELLE come … Libertà!
Ho trovato la libertà
sfogliando le leggi della vita.
Ho trovato la libertà
fra le pietre frantumate col il sudore
fra le tombe dei silenzi
fra le grida della gente.
Fra spazi infiniti di orizzonti
ciechi dall'amore...
Fra bugie consolate dai sogni
ho sposato l'illusione
vedova della libertà
con povero testimone stolto!
Santa Barbara
Di primo mattino...
le tue vesti bagnate
aspettando il sole
che tra le nebbie sorge
per dipingerti gli occhi
tra freddi riflessi
e caldi colori.
Il profumo del silenzio
è il custode delle mie preghiere
ancora priva di parole.
Respiro solo quel che vedo
sono solo un povero materiale
con i tagli che la vita
mi ha inciso tra le mani.
Ma nella mia solitudine
con pedalata stanca
ti vengo ritrovare
senza esigere alcun perdono
per quel che ho versato
ti porgo solo un modesto fiore
nato da sentimenti
dalla fatica del cammino
forse dettato dall'illusione
forse frutto dell'amore.
Anima depressa
I miei piedi bagnati di conchiglie
come destini trasportati dalle onde
toccano i sogni
per ritornare
tra la burrasca del mare...
La mia vita infranta
tra gli scogli nel male di vivere
le onde cavalcate da sirene
non hanno più carne
ma solo lacrime
da versare
tra la tempesta
mischiando ricordi
paure...
ansie...
nel bugiardo silenzio
della notte.
Sbatte la finestra, stasera.
La serenata del vento
si perde in labirinti di nuvole maledette
mentre la finestra sbatte
fra stipiti di buffi pensieri.
Rimango a respirare fermo
il fuoco dell'attesa...
sta per arrivare quel temporale
per mischiar ricordi
finti sorrisi
e lamenti lontani.
Un lampo divide
le anime dei pensanti
che tra sobbalzi
scappano dalle loro paure.
E il cielo ormai stanco
china la testa al pianto delle nuvole
respirando il vento infuriato.
Mi vesto di ritagli di luce
Mi vesto dei tuoi ritagli di luce
perchè crederti ancora al mio fianco
mi da la forza per combattere...
Perchè anche l'inchiostro
non disegna l'umiltà dei giganti
solo la luce che mi fai vedere mi rende forte...
Solo con il riflesso dei nostri veri colori
che nascono tenendo i ricordi fra le mani
scoprono il disegno della vita.
Per cercar la via più corta
(la febbre del gioco)
Ho sceso le scale
per scelta personale
per cercar di sciogliere catene
mi son rinchiuso
buttando la chiave.
Ho sceso le scale
cercando la via più corta
fra l'umido della notte
fra i pianti si scioglievan le pareti.
Riflessa sul fondo
la stupida illusione
ed io
ormai vuoto
tradito dalle mie stesse mani
ho giocato l'anima
alle tenebre
per raggiungere l'inferno.
Ho toccato sul fondo
ma lassù nel soffitto
una finestra socchiusa …
un ritaglio di luce.
La tua poco umile bellezza
è disegnata nel pentagramma della vita
è raggio sul cielo a scacchi
è scolpita nella pietra con antiche mani
è vena per il mio sangue
è fonte per dissetarmi
è l'acero che sovrasta la vetta
è la fiamma circondata di sguardi
è il traguardo per la vittoria
è l'edera che disegna un sorriso
è il profumo sulla pelle
è irraggiungibile come l'universo...
...e le sue stelle.
Ma di sol bellezza
non ci si specchia nell'acqua
ci vuol l'intelligenza
dei poveri che non cenano
col il sornione
e al mondo
non han grazie da mostrare
ma sanno detestare
il tuo bel arcobaleno
che di intelletto è macchiato
in bianco e nero.
Avrò la forza!
E se poi un giorno
mi ritroverò a nuotar
nel piangere delle stelle?
Non guarderò la vita
con gli occhi della Luna
che rimane ferma
per smazzar solitudine
al nulla...
La pagina azzurra
Ma quando le nuvole basse
mozzeranno le creste
coprendole di tenebre
con il mio fiato corto
proverò a soffiare la polvere
riposta nell'anima.
Cercherò oltre il terreno
con lo spirito di un bambino
la pagina tinta d'azzurro
per esprimere
la gioia
la sofferenza
il pianto
del mio
maledetto, stupendo...
lento passo.
Noiosamente solo
Sole mai stanco di andare a dormire,
la luna nel suo splendore
si mostra alle stelle solo poche ore.
Solo al mare con gli occhi chiusi tra le mani
e una marea di lento scorrere,
che mai non mi lascia.
Mi fermo con una conchiglia
aggrappata alla sabbia
per cercar un rumore
che mi porti con se a viaggiare...
Queste ferie noiose ascoltando un
silenzio assordante che non sono abituato
solo perchè la vita deve riprendere fiato.
Voglia di giocare con la tua pelle tra le mie mani
voglia del tuo amore fugace...
Con le onde della fantasia
nuoto nel tuo profumo selvatico
mentre sogni tra gabbiani stanno a volteggiare
per poter d'inverno raccontare
con sorriso di malinconia agli amici vantare.
Bolla di sapone
Oggi vi lascio
alle vostre lezioni
alle vostre leggi
al vostro sapere
ai vostri poveri castelli
fatti da frasi scritte
libri sfogliati senza mani
tra pagine taglienti
come lame...
Oggi vi lascio
vado a vivere
in una bolla di sapone
perchè mi son stancato
di crescere tra le stelle
che san già tutto sui sogni...
Oggi vi lascio
maestri dell'illusione
voglio far solletico all'aria
riflettere il sole
perdermi nel calore
del mio felice ritrovato
fra i passi della vita
basta poco
per danzare senza fiato...
La gemma altrui
Oltre a questo monte
alle sue rocce
alle sue stelle
stanotte troverò dimora
lasciando i canoni confini
delle valli verdi
per trovare il passaggio segreto
delle perverse emozioni
che solo il furto
della gemma altrui può donare.
Nel buio sfoglierò il libro segreto
dalle pagine corte
dalle emozioni forti
dai gesti bugiardi del muto desiderio.
Nella terra salmastra
si mostreranno le creste
turgide del nettare
bagnate dalla pioggia
che scivola nella notte
dai scuri colori
specchiata dalla voglia
di chi ulula l'animale alle stelle
sorridendo a lupi che gridano
il finto essere agli uomini.
Pozzanghere
Incollo la mia anima
sulla tua pelle bruna
bronzo antico
rovente tra le mie mani.
Come nuvole intingo spazi azzurri
finché un giorno dalla malinconia
pioveranno lacrime...
Rimarranno solo pozzanghere
di dolci attimi
ad attendere giorni migliori
per svanire
elevando nell'aria
come neve al sole.
Amore, senza amore
Mi vesto di cristallo
di fronte a tale bellezza
tu...
tenuta in braccio dall'aria
fine come l'essenza
candida come neve
gialla come l'alba colorata d'estate
stringente come un pugno.
Tra i cuori regnano gli istinti
mi sento soffocare...
Voglio morire tra le tue labbra
voglio vivere un istante
nella tua vita
voglio la gioia di un ansimo dondolare.
Il sole ci guarda tra le spine
apriamo gli occhi
ritorniamo a riempire
i nostri vuoti.
Fiori di Maggio
Mi vesto di maggio
come sposa all'altare
bianca candida appesa sui rami
mentre il pesco si colora le labbra di rosa
fra canti velati di dolci passanti
che tra le sue maestose braccia
cercano un attimo di dolce dimora.
E' la primavera che incombe
tra serate insonni
nascosta da erotici veli
che colorano le stelle di riflessi verdi
e sogni che si svestono al profumar di donna.
Tra i tuoi capelli il nettare degli angeli
nei miei occhi la primavera delle domande...
Vendo la dignità al diavolo
per far sbocciare l'amore
oppure devo scorrer
solo ridicole parole?
25 Aprile
Quel nonno lo sapeva
che era tutto appeso ad un filo
la sua vita al fronte
le sue ossa rotte
la sua bandiera
che sventola al vento
un tricolore nel suo animo
che non si era mai spento.
Quel nonno
con i capelli argento
rifletteva i colori
di un'umile generazione
crescita con il sapere dell'eroe
in anni di lacrime e sangue.
Tante storie da raccontare
legate alla Resistenza
alla sua vita da Partigiano.
Lassù nei monti
per un ideale di libertà
in gioco la propria vita
per darci in dono
una nuova Primavera
con i suoi campi verdi
le grida dei piccoli
nati in una terra di pace
con una difficile Democrazia
prezioso fiore sbocciato
da immane sacrificio del passato.
Provo a difendermi,
per ricominciare a vivere
Provo a difendermi
volando tra gli astri
respirando il sole
che risuona tra i raggi
la melodia dell'essenza.
Corde tese dentro di me
provo a farle vibrare...
Provo a difendermi
dalla tempesta del male
ma la pioggia fredda si gela
scorrendo nelle vene.
Provo a difendermi
volando tra campagne
verdi smeraldo
macchiate di giallo
come sogni in terra bruciata
mi additano la strada
le note vibrano nell'aria
al suon della primavera
ricomincio a vivere
tra i sospiri della sera.
Ho smarrito la pace e non la trovo
Cerco la pace dei sensi
dell'anima e dei versi
cerco la pace nella corteccia
e nel tuo volto sbiadito
all'ora spreco inchiostro per le stelle
che disegnano sogni
sciolti in blasfeme promesse.
Al riparo scrivo l'amore
per sbattere le ali
disegno quadri
con fumi negli occhi
rinchiuso in un quadrato
soffocato dal mio passato.
Creo distruggendo quel che scrivo
mi rivesto con quel che di illuso
mi offre la Primavera..
misero il tutto riabbandono.
Vecchia lettera d'amore
Anche le cicatrici con il tempo
scrivono sorrisi come virgole
nella pelle salmastra dei ricordi
l'inchiostro scrive ancora l'amore
come la Primavera per una viola
il nostro essere era una cosa sola.
Pioggia di poesia fra le righe
per narrare
quel che non è sempre scontato
quel che la follia del vivere risuona
battendo i piedi nel cemento.
Gli anni hanno segnato
nel chiodo i nostri destini
non rimane nulla da mostrare
al sole di mezzanotte.
Ma quando pulirò la polvere
dei ricordi scritti a mano
tremeranno ancora le pupille.
Davanti allo specchio dell'anima
un fiore deposto nel passato
di cui sono eternamente vittima.
Anima nella tempesta
La mia anima prato verde
calpestato da pioggia battente
cerca riparo nella luce della timida alba
Spirito domato che mi fissa
come due occhi sul muro
tra cornici di paure.
Rinchiuso da psicotiche paranoie
che stritolano la mia esistenza fragile
su un letto di spine
mi tagliano pungenti sospiri
mentre nell'aria odore di narcisi.
Antico muro, antico
La mia mano calda ti accarezza la costola
il mio respiro si affaccia alla finestra
scheggiata, deturpata e tradita
come l'ultima cena
di muffa vestita.
Raccontami i tuoi ricordi
tra le voci del vento
cancellami l'esistenza bugiarda
ritornare, ti imploro
bambino fammi ritornare.
Tutti giovani, padri madri e figli
con vite da baciare.
Rinchiuso tra enormi specchi
abbandonami sorriso
tra maestose rughe,
devo far finta di vivere!
Un giorno mi lasciasti
Tra i fiori di rovo
mi lasciasti nella notte
mentre piangevano comete.
Bolle di sapone schiave dell'aria
si frantumarono nel finto chiarore
di eclissi di sole
Tutto non rimase più come prima
nell'eremo
tornai ad amare la primavera
con i suoi canti, bastonati
dalle note della noia.
Il gobbo e la Regina del gelo
Candide
trasparenze di ghiaccio
in vesti d'argento
vieni con mani affusolate in cerca
del tuo principe dal disfatto mantello
nella stonata notte solitaria.
Per mano lo porterai con tè
vestito di seta divina
lascerà cadere a terra
la pelle strappata e le ossa rotte.
Imperfettamente innamorato
della solitudine
il mendicante attende il le tue labbra
per baciare il presepe di stelle.
Non ti copri di nuvole
regina del gelo
proverai invano a riscaldare
ma con l'ultimo sospiro
giacerà fra le tue braccia
risalendo fra i silenzi, l'anima in pace.
Per il viandante
se ne andrà il gobbo
ma per tè Regina, resterà
per sempre la croce
agucchiata nella carne.
Con la tua luce
gli indicherai il calle
per cedere l'esistenza di biasimi
oltre l'oscurità
il paradiso degli ultimi.
(Versione dialettale, Veneta)
'Ndemo ciamar Marso
Un tempo xera antica miseria
ad esser scacià
per far largo ala nova staion
che ormai bate sue porte.
Ndemo sveiarla
con il frastuono de e vai
ciamemo el mese dei mati.
Elora forsa sente
diventem tuti toseti
con i campanasi
pignate
mestoi
racole
sighi
s'ciamasi
tuto queo che ve vien in mente
per far ridare
a Luna e le stele.
Semo qua tuti
scaldemose insieme
via fredo, geo e neve
ormai el peso xse pasà
su' sveia con chele pignate
scongiuriam e guere
a fame
a miseria
l'inverno xsè ormai finio
spetemo a primavera
nel doman el fiorir
nea sana speransa
rinasse.
Andiamo a chiamare Marzo
Un tempo era antica miseria
ad essere scacciata
per far largo alla nuova stagione
che ormai bussa alle porte.
Andiamo a svegliarla
con il frastuono delle valli
chiamiamo il mese dei matti.
All'ora forza gente
diventiamo tutti bambini
con i campanacci
pentole
mestoli
aracole
grida
schiamazzi
tutto quel che vi vien in mente
per far ridere
la Luna e le stelle
siam qua tutti
scaldiamoci insieme
Via freddo, gelo e neve
ormai il peggio è passato
su sveglia con quei pentoloni
scongiuriamo le guerre
la fame
la miseria
l'inverno ormai è terminato
attendiamo la primavera
nel domani il fiorir
nella sana speranza
rinasce.
A te, dolce creatura
Nata dalla costola dell'aurora
generata dall'amore.
Vili stereotipi secolari
come un'ombra camminano
inesorabili al tuo fianco
disegnano soffitti di cristallo
per chiuderti le ali
per impedirti di volare.
Nella vita le tante lacrime
saranno il riparo dell'anima
per sopportare violenze
sarcasmi
ti peseranno
come macigni.
Tu sei un fiore
sbocciato nel vento
i petali volano nell'aria
dopo la bufera
ma riuscirai a rimanere in piedi
la tua sensibilità
sarà la forza della fragilità.
Troverai il coraggio
per spezzare catene
elargendo parole
dettate dalla ragione.
Dama
creatura divina
dal tuo grembo
generi l'esistenza
ispiri la passione
e quando il sole finalmente
scalderà le menti
avrai un sol dono fra le mani
il dono di essere donna.
Dedicata a tutte le donne che visitano il sito, per l’8 Marzo.
Sahara
Respiro nel tuo ventre
il vento infuocato del Sahara
dove il cielo è infinito
dove le notti sono piu' chiare
dove i profumi son più forti.
Nei limiti dei tuoi confini
si fermano le guerra
si fermano i vizi
si ferma l'inutile
Nella tua anima assettica
mi lavo con la sabbia
Sei l'inferno e il paradiso
io puntino vivo in tè
circondato dall'infinito.
Antico casolare
sopra la collina
come un altare
riparo di tre generazioni
piegati come stanchi girasoli
contadini a lavorare,
tante bocche da sfamare.
Antico casolare
bambini sul prato giocare
una falce ed un martello come ideale
una vita dignitosa da sperare
la sposa portata all'altare
una stanza buia
per volare.
Antico casolare
il muro come una spugna
asciuga la sorte
quanti morti hai visto danzare
fra le ripide scale
il vestito da festa,
l'anima esce dalla finestra.
Un mondo tanto diverso
riflesso nello specchio
un tempo un prato verde
adesso solo rami secchi
ed erba incolta
da spostare per poterti
ultimo accarezzare.
Qualcuno ti vuole sgretolare
di tè, non rimarrà più niente
solo un ricordo vivo
un antico giardino
un fiore sbocciato
un bambino, nel ricordo,
piange nel prato.
Briciole
Briciole di rimpianti
tra mani stanche
vò a frantumar
tempo ne è trascorso
ma la lingua la passo ancor
tra i tagli delle labbra
cerco invano il tuo sapor
ma il quadro della malinconia
si schioda, e il lacrimar
di sale brucia l'anima
nel suo respirar
notti
come lupi ululavamo alla piena
cercando una coperta calda
per scappare dalle paure
curarsi le ferite
guidati dagli animali istinti.
Fiato caldo tra i capelli
tra muri che piangevan emozione
dolci parole
il paradiso dei sensi
con occhi chiusi
guidati solo dalla Luna.
All'alba
il sole
ti colorava di rosso
mentre il cielo di ner era tinto.
Mi lasciasti
con le briciole...
Ma avvolte mi fermo a guardare
nel ciel nuvole cariche
disegnano i tuoi occhi
nell'azzurro infinito
sussurrano il mistero
era amore vero?
Rivolta verso il cielo, la speranza
Trafitto dalla falce
ti ha lasciato in “dono”
il patibolo dei ricordi
nati tra intime violenze
soffocate nel silenzio.
Invisibili cicatrici nell'anima
nutrono paure
che ti vengono a cercare
nell'oscurità della notte...
bussano sulla porta
urlano alle finestre
risalgono le scale.
Rimbomba il battito nel silenzio
il tuo cuore scoppia nel pianto
sotto coperte consumate.
Ma nell'alba dell' avvenire
rivolta verso il cielo
coglierai i petali della speranza.
Invano cancellerà la voglia di vivere
quel cappello di nuvole color cenere.
La tua anima sà
che oltre c'è il sole
con i suoi raggi
illuminerà i tuoi occhi scuri
non si fermano i sogni
svaniranno le paure.
Percorrendo la strada
a mani nude
coglierai i fiori
germogliati dalle tue lacrime.
I raggi foreranno il grigio
ti verranno a cercare...
Occhi chiusi
per ascoltare il calore
vento fra i capelli
con ali leggere
tornerai a volare
piuma nell'aria
per tornare ad amare.
Il Ruscello e la Montagna
L'acqua che cammina
nel rumore del suo torrente
transita e s'invola
dove l'occhio non la contesta
e accetta la sua sorte.
La mia vita passeggera
come acqua leviga i sassi
ma passa
e s'invola...
Tè Montagna maestosa
resti immobile
nulla ti muta perchè
sei la VITA
la nostra è solo un istante
di ruscello che passa...
Quando arriverà l'istante morente
salirò la montagna
sopra il cappello di nuvole
resterò immobile
per toccare senza mani
l'azzurro vivente...
La prima...
Come foglia che germoglia
cercherò riparo nella tua luce
o mio sole che sorge
nella distratta primavera
dei freschi amori
tra nuovi colori.
Io prato arso e taciturno
abbandono il casto gelo
nell'incontro del tuo felino calore
germogliano i fiori.
Io prato giovane
vergine di esperienza crescerò
tra le tue membra
lieviterò con i tuoi baci
fra i tuoi seni il calore
delle mie emozioni...
a ritmo tremeranno i muri
una scia di sensazioni
nelle mie costole
nella la tua pelle
sapor limone.
Divamperà un incendio
da un timido cerino
non sono più un bambino
devo vivere per sognare.
Voglio crescere tra le braccia dell'amore
conoscerò fra le curve impure
il segreto maturare
la gioia ed il dolore
della resina pianta dal cuore.
Accompagnami per mano
Quando ormai giungerà la sera
e il vento ormai stanco
prenderà di nuovo fiato
al chetar del vero
cercar ti verrò
per nascondermi nel cieco riparo.
Solo tù mi fai fuggire
dal distorto vivere
solo con tè le spine cadono
per tornare alle radici
per tornare a scrivere il profondo
di emozioni che leggere mi fai.
Oh mia poesia
mio eterno riparo
fuggiamo dal terreno
prendimi
per mano stasera
portami a vedere le stelle.
Mi hai lasciato vestito con il nulla
Un giorno all'improvviso
mi hai lasciato del nulla vestito
nudo di sogni
nel cassetto solo ricordi.
Solo cenere
sotto le membra
abbandonate dal fuoco
che mi donasti
quel giorno con
sorriso sincero
pulito e leggero.
Ormai sono solo
con il retro della copertina
l'ultima pagina è rimasta bianca
l'inchiostro terminò tra noi
prima di riscrivere l'inizio.
Singhiozza il respiro
provando a togliere il nero
sul vetro di un camino
che la tua passione ardente
firmò con eredità
poco gioconda.
Senza di tè
la mia anima non traspare
io povero orfano d'amore
con il mio cielo
e la sua coperta
mi hai lasciato
vagabondare tra le rime
anche se solo laconici discorsi
regalano le nuvole...
indi
solo un piangere
povero e infame
ormai mi rimane.
Davanti allo specchio
Davanti allo specchio
regista dei nostri segreti
tu dolcissima musa
lo incanti.
Vestita solo del tuo profumo
accarezzando le tue curve imperfette
con seduzione felina
mentre riflette un letto disfatto
da superbe manovre.
La Luna attraversa i vetri
per mostrati alle stelle
ed io mi avvicino
per scalare le tue vette
come ape in cerca del suo nettare
la mia mano trova dimora.
Il mio essere diventa vita
che scorre tra le tue vene
germoglia tra gli amplessi il nostro seme
cresce cresce cresce
sboccia tra le nostre mani
il fiore
con il calore dell' amore...
Questa vita mia...
(lettere dal reparto)
Questa vita mia
sola abbracciata
punita
contorta in se stessa
nella malattia.
Questa vita mia
abbandonata
deposta nel patibolo
della psichiatria.
Priva di sapienza
senza arte
senza colore
infinita disperazione
irrequieta virtù
che annulla ogni voglia di vivere.
Rimane nuda
senza pudore si lascia andare
imbalsamata con le bave
con i piedi
batte sulla porta
per una notte intera
non ha sonno
non parla con la ragione.
Questa vita mia
rinchiusa
al piano numero nove
sopra di noi il cielo
dentro profumo del delirio.
Questa vita mia
ha i gesti dell'infanzia
la scrittura elementare
è malata d'amore
per la vita
è inchiodata alla croce
del suo respiro.
Invisibili cicatrici
Di un mantello acceso senza calore
hai vestito le tue spalle curve dal dolore
non riconosci più il fiore spontaneo
maritato con il sorriso di gialla primavera
vestito di petali nella costa del sole
l'amore cieco testimone.
Gioie lontane, tra sogni nascosti
in tasche bucate
vuoti da colmare
di giorno subisci l'impotenza dei silenzi
nella notte fuggi ad occhi chiusi
tra le mura
intrinse di grida
di paura...
ti segue vigliaccamente
la sua ombra scura
brividi disegnano
cicatrici di ostinata
rassegnazione.
Paura...
mi abbandono al desiderio
di volare
Sospiri
lacrime e paura...
Il vuoto...
Un vestito su misura
Avevamo dato forma ad un sogno
cucendogli addosso un vestito
su misura fatto di parole musica e poesia
mani sapienti di maestria
lavoravano tra esperienze amare
della vita mia.
Ieri però il vento ha girato
soffia come il solito contrario,
oggi piove!
Me lo aspettavo
tazza di tisana, miele di castagno
verde fumante,
immobile a guardarmi
scalda solo le mani.
Il pacchetto è cenere per la terra
il caffè è insonnia per pianta grassa
io straccio nel vento
tento di asciugare le lacrime
che scendono dai muri.
La solitudine scritta
nel soffitto di notti bianche
con ossa bastonate, stanche.
Pozzo antico dell'amore
Il tempo passava
imperterrito passava.
Ma un giorno respirando fra
fra le ossa di un scheletro nascosto
ti ho incontrata
con divino sorriso
adagiata
nell'antico pozzo dell'amore.
Il secchio del caglio
ormai vecchio perdeva dai fori
ma tè con maestria della seduttrice
hai dissetato il mio senno
pescando lo stesso.
Un germoglio è nato dentro di mè
esaltato dalla tua anima
ha prolificato nella mia.
Da un germoglio
vigorosa pianta è generata
le sue rame si spingono fino alle mani
che accarezzare le tue labbra
per dipingere il piu' bello dei quadri.
Sei dentro di mè nata con dolce seduzione
vestita con la corteccia
di superbo amore.
Occhi
I tuoi OCchi grandi scuri
due nere perle
ancora troppo innocenti
per capire cos'è l'odio
il cinismo
la fame e la disperazione.
Bambino mio i racconti
non son solo a lieto fine.
Con voce rotta racconterò
di un lungo camino
di fumi neri, odore acre
di piccoli che hanno conosciuto
l'inferno dei grandi
costruito da odio superiore nelle mani
di uomini indemoniati
che magari erano dei bravi innamorati
che magari erano padri
che magari erano figli
che magari erano solo uomini.
Uomini senza OCchi,
perchè non si potevano guardare
la testa sempre bassa,
sperare di resistere
oppure vedere l'ora di morire
esausti di soffrire
voler morire
voler morire
voler morire...
Figlio mio, futuro del mondo
un giorno ti racconterò
per evitare l'errore
di credere che la libertà nasca
versando sangue
seminando orrore.
Ed ogni volta
che onorerai le sofferenze
sboccerà un fiore nella mano di Dio
le ali della colomba si fonderanno
nell'azzurro cielo
tanti colori uniti disegneranno
infinito arcobaleno
unica bandiera di pace.
Piangerai, piangerai
con i tuoi occhi piangerai
ascoltando i racconti di chi
la croce l'ha portata tutta la vita
anche se è sopravvissuto all'inferno.
Gli OCchi sono fatti per amare
quando vedono la morte
non ti lascian piu' dormire,
di notte la falce ti vien a bussare
i nervi diventan lame.
Figlio, amore grande
L'intelligenza è il nostro dono
la conoscenza il nostro valore.
Conoscere per amare la pietà
conoscere per non bruciar streghe
per non gridare ancora in massa
Barabba Barabba Barabba!
Una lacrima al tramonto
Ogni tramonto
è una lacrima ghiacciata
che sciogliendo nel viso caldo
corre fra i solchi di terra arida
secca di spirito.
Una lacrima versata
al tramonto per ricordare
che non ti ho potuto amare.
Una lacrima versata
si spegne nella luce
aspettando un'altra alba
dopo ennesima notte
sbagliata, nell'insonnia vissuta.
Di colpo fermo, disteso
Di colpo fermo, disteso
tra melma di un tappeto
nella mia isola al veleno.
Le nuvole sulle grate
perchè non si incastrano
tra le parole
grevi, di discorsi
da asciutte bocche?
Ho sposato la morte
dei rassegnati quando
le sponde del fosso
hanno tinto l'erba di rosso.
Il veleno del ricordo
bussa alla porta con le mani di Eolo
ed io nel rincorrere
il rimpianto del nulla
vivo alla corda di una lacrima
gelida e morta.
Ma il sangue scorre
fermo non è ad aspettar
il maldestro di sorte
che tra denti sanguina
la miseria dello spirito.
Un cenno per abbandonare Gerico
e mi rivesto con ossa rotte
senza camminare
leggero nella fame
delle mie pene
riproverò a volare
con umili gesta
tornerò a sognare.
Tra statue di cera
Nel museo statue di cera
il mio corpo calvo di spirito
né colori, nè sfumature
impallidito senza accesa fiamma
Le mie facce son quadrate
con gli spigoli rotondi
pronte nell'essere smazzate.
I volti come specchi
d'anima distante
trovano riparo nella bugia
parcheggio abusivo
di anime passeggere
per chi giocar
mi vuol vedere.
Non esiste piu' IL volto
figurano solo LE facce
evapora la dignità
nel gesto della mossa
la volpe ride.
Le mie tombe gridano
Le mie tombe gridano al calar della luce
le mie tombe graffiano spiriti deboli aprendo porte
a viaggi di ansie in grigi pensieri
che fioriscono in terre di ghiaia.
Mandate cinque
per rinchiudermi nell'isolato muto
le mani tremano al passar del tempo
tra labbra bagnate di sangue
nei spasmi dell'anima.
Silenzio che non lascia scampo
a chi purgar crede si deve.
Invece nulla si desta
nel pensiero di sopravvivere
respirando il suo inferno.
Morire mi lascerei se non fosse
per quel raggio in veste
che si mostra dall'unico taglio di
luce vivente.
Salgo in esso
due ali diventeranno cielo
la mia anima
oltre queste mura la vedrai volare
solo tu raggio mi potrai salvare.
Un vestito su misura
Avevamo dato forma ad un sogno
cucendogli addosso un vestito
su misura fatto di parole musica e poesia
mani sapienti di maestria
lavoravano tra esperienze amare
della vita mia.
Ieri però il vento ha girato
soffia come il solito contrario,
oggi piove!
Me lo aspettavo
tazza di tisana, miele di castagno
verde fumante,
immobile a guardarmi
scalda solo le mani.
Il pacchetto è cenere per la terra
il caffè è insonnia per pianta grassa
io straccio nel vento
tento di asciugare le lacrime
che scendono dai muri.
La solitudine scritta
nel soffitto di notti bianche
con ossa bastonate, stanche.
Selfie Ciak!
Bella da distante
appariscente modi da vicino
gesticolando senza grazia
tra capelli lunghi neri
colorati, nell'aria imbalsamati
bambola di porcellana ritoccata
da miope maestria.
Il suo volto pallido è smaltato
tutto finto tutto sciolto
come cioccolato al sole lasciato.
Ogni tanto viene a trovarmi
sa come son fatto
ma si ferma ad osservarmi
selfie ciak!
Vuole fotografarmi
mostrare a tutto tondo
i miei difetti al mondo.
Diventa tutto bello
anche l'orrendo
trova posto nel castello
di sua maestà!
Lugubre deserto
da ignoti confini.
Nel labirinto degli specchi
vede milioni di foto
con un sol volto
un sol numero uno
annebbia lenta la mente.
Ma tra il fiume che lento scende
troverà i sassi a tirar le somme
a capir che sola è rimasta
con quel solito specchio
che discorso diverso
ora deve raccontare.
Sola, depressa e finta
la vanità un giorno morirà
tra le nobili braccia della
signora semplicità.
Sei come la luna
Sei come la luna,
in cerca del tuo sole
per anni per mesi per ore.
Sei come la luna
notti umide e scure
per anni per mesi per ore.
Ma quando arrivò quello vero
nella bianca primavera
il nero del cielo affondò
nella tua luce accesa.
Arrivarono due stelle
brillare agli occhi
del mondo
che le vede giocare
la vita nel tuo sole
ti ha donato
il più acceso e
profondo amore!
A mia sorella
Al bar dalla Sonia
L'ennesima sigaretta
all'uscio consumata
anime si fermano
tra cenere all'entrata.
Si rincorrono nella strada
pezzi di vita frantumata
ma nella gioia
di quattro mura
ritrovo la parola
che serve a cancellare
giornate nate male,
da dimenticare,
accartocciate
da gettare in pasto
al mare.
Nel buio ritrovo
il mio spirito della notte
con la luce
di una sola
perla che splende
tra discorsi
sani e paranoici
della gente.
Parole perse
nei labirinti
per un attimo
trovano il calore
per guardare l'alba
con altro umore.
Per poterti amare
La vita
pianura prima della salita
quando il vento ti soffia contro
tutto si rimette in gioco,
gioia infausta
avvolte regala la vita amara.
Ma speranza però ha due vie
che si incrociano nel presente.
Finalmente mi ritrovo
nella mischia a cercare
il tuo respiro fra la gente.
Lo spartito ha perso la ragione
La nostra canzone
scivola tra le note
cadrà nella notte
e ci farà incontrare
sotto le stelle,
due anime perse
nel desiderio...
per potersi amare.
Cammineremo assieme
tra i prati verdi
arriveremo in cima alla collina
tenendoci per mano
un cuore che rinasce
tra le tue mani
occhi per guardare
orizzonti lontani.
Lo spartito ha perso la ragione
La nostra canzone
scivola tra le note.
La notte ci farà incontrare
le stelle uniranno l'anello
nella catena dei sogni...
per poterti amare.
Nel tuo sorriso
il deserto di miele per
un viaggiatore che ha fame
nella mia saliva
il gusto della tua pelle
mi sento di morire
se ti vedo arrivare
i tuoi passi felini mi spiazzano
come onde del mare
luccichi come pioggia di cristallo
nel buio per indicarmi la via
dimenticando il passato
Lo spartito ha perso la ragione
La nostra canzone
scivola tra le note
cadrà nella notte
vestita di un fuoco che brucia
nelle fiamme dei desideri...
per poterti amare.
Non sono nato sotto il sole
per scaldarti
non sono nato tra la neve
per far splendere le tue perle
non sono nato fra le comete
per sognarti
non sono nato solo per desiderarti
sono nato nel tuo dono
solo per amarti.
Dedicata ad un amico che dopo un periodo buio ha ritrovato la speranza nell’amore
Ti cerco tra i sogni
Tra i sogni ti verrò a cercare...
ali ferite si aprono per volare
fuori parole gridano le loro emozioni
noi due soli nel gelido vento
con realtà crude da sotterrare
ma la speranza rivolta al cielo
dove riflettono le stelle
che chiacchierano l'amore
nel tuo sguardo disegno
la mia gioia,coloro il tuo stupore.
Ma il sogno è come sfera
in un piano inclinato
scorre caldo nell'ansimo senza fiato
all'ora ti ritrovo d'innanzi
con il tuo profumo di nudo
il mio corpo diventa il tuo scudo.
Alba che tinge di rosso
nel mare di piacere
ti aspetto arrivare
con tutto il corpo tra le mie mani,
e con la tua spada mi trafiggi il cuore
l'immenso piacere
senza dolore.
Scatola d'occhi, ombre e felicità
Scatola aperta scopre
nuovo anno con occhi ormai aperti
se né andato anche Dicembre
la nebbia lascia alla neve ai colli irti
pensieri nel futuro tra le ombre,
felicità spero tra braccia accoglierti
anche se i miei occhi incrociano tenebre.
La mia anima verrà a sedurti
per respirare aria salubre
la mia vita tra le mani proporti.
Nascerà un bambino
E anche quest'anno
noi cercatori d'oro
dipingeremo il giorno di gran festa
fra milioni di oggetti ci immergeremo
per riempire di continuo vuoti
di barattoli ormai morti.
Abbondanza, luci, colore,
rossa magia del Natale
ma tra le mani il fiore
non lo vedremo mai sbocciare.
Finchè del superfluo non ci priveremo
invano lo aspetteremo.
Ma quando ormai non ci sarà
più alcuna speranza,
l'anima chiuderà gli occhi
attraversata da un giallo raggio.
Nascerà un bambino dentro di noi
per cancellare pianti e dolori
di un'anima smarrita priva di valori.
Il calore delle stelle
Due innamorati
scrivono sogni sullo sfondo nero
avvolti dalle stelle e il loro calore
baciano l'amore, quello vero
nel pancione il loro fiore.
Pianto d'autunno
Vita piange nel cielo della malinconia
sbugiardando il tempo che scivola lento.
Fredda pioggia che disegna nel viso una scia,
nell'anima nuvole scure tra un amaro lamento
finchè il calore di un amore scalderà ancora la vita mia.
A volte trovo il paradiso
Della nostalgia dell'essere vita mia
respiro l'umano mistero
mentre aspetto che si incendi il cielo
è proprio vero...
dove la mente non lo aspetta
il paradiso la viene a trovare
il mattino deve ancora entrare
il cielo non ha più lacrime da versare,
la nebbia dal vento è scappata
ma una firma ci ha lasciato
per terra un tappeto verde ghiacciato.
Davanti alla vista
milioni di luci nel loro splendore
all'orizzonte con le stelle fanno l'amore
donandoci il loro calore
e io con le aperte mani
aspetto il tuo rosso fiore
dell'alba che nasce dal mare.
Il rumore nella notte
di chi non dorme è lontano
qui in montagna il vento soffia piano
lento fra le braccia di un Dio
che tra questo quadro si fa amare
solo per fermi occhi
di chi lo sa guardare.
Con le mani sporche
Vivo più del sole
all'alba son già stanco.
Al tramonto mi manca ancora tanto.
Con le mani sporche di giornata
il freddo respiro fuori
dentro il rumore dell'illusione
un altro pezzo se né andato
malato di lavoro ed ostentazione,
come servisse a qualcosa
morire accumulando ossa stanche.
Ma ad un prezioso
una gemma regalare
nata dalle spine
di forza fragile e fine.
Davanti un orizzonte scuro
io navigante povero
che non vede futuro,
almeno ci provo
è il minimo per il mio tesoro.
Scherzando con la s(m)orte
Nel tempo ormai remoto
pensai di inchiostrare l'alba
con un semplice “grazie” .
Alla vista sembrava tutto corto
ogni giorno un foglio
bianco morto
ormai.
Tutto questo per un “tot”.
Rilessi nel remoto avvenuto
e ci misi un bel “tot”,
ora, la testa verso lo specchio
quell'infame,
“ è ora di andare”.
La coscienza nella valigia
da preparare
un “tot” può aspettare.
Ansimo di ansia
Irrompono i silenzi della notte
macigni caduti nella botte
dei pensieri miei,
mi sembra di morire
troppo tardi per dormire.
Coperte di lino sciupate, consumate,
da figure con gli occhi spalancati
che girano profumando di morte
vampate di calore ghiacciano
le crepe nel cuore.
Sudore freddo
tra compagna solitudine,
perversa malattia, mostra la sua presenza
soffoca la gioia dei fiori
come gramigna dell'esistenza.
Paura di rimanere solo,
ansimo di ansia,
paura di rimanere solo...
Una vita di compromessi
paura di non ritrovare se stessi.
Il cielo piange stelle di desiderio e pensiero,
un mare per chi sa nuotare
eppure anche la luna ha la sua metà scura.
Sola tra le stelle
varca le mura, parla con la mia paura.
Alla sconsolata anima chiede scusa
perchè l'amore non ha saputo seminare
tra il fuoco freddo
di un camino spento
deve restare.
L'acero dalla voce roca
Una vetta ripida come una vita
bagna gli occhi di nebbia,
ma la giornata oggi è strana
e cerca quella vecchia strada,
non voglio rinviare
come da piccolo nel mio mondo
ti vengo a parlare.
Per anni non ho più ascoltato,
la tua voce roca non ha più cantato
ma oggi il cielo ha due occhi da bambino
e i miei passi riprendono il loro cammino
Tra il verde e il grigio delle pietre
ti ha dipinto la sua mano
il giallo colora i tuoi rami,
con il fiato lungo ricominci a parlare.
Le tue radici crescono
tra la mie viscere e il tuo cuore,
sei dentro di mè
un violino che suona il calore
come anima gemella
vecchia e saggia,
la tua mano nella mia spalla.
Indulgente sei con gli errori altrui
tanto severo quando le tue rame
fanno ombra nel mio mondo intero,
tra mille sogni in bianco e nero.
Solo un paio di scarpe
Il tempo mi cancellava i momenti
non esistevano più gli istanti
ero perso fra i tanti
che rincorrono le lancette
fra teste senza sguardi.
Il tempo dai secondi sommerso
fra milioni di oggetti immerso
per riempire di continuo vuoti
di barattoli morti.
Ma un giorno ho sentito
le campane suonare da lontano
ho toccato la morte con la mano,
vedere la falce mi ha resuscitato
d'un tratto tutto il passato cancellato.
L'anima finalmente
ha chiuso gli occhi
ho gettato tutti i terreni averi
solo un paio di scarpe ai piedi.
Sotto il cielo neanche un ombrello
solo il sole come fratello
mi accompagna fra chiazze
verdi smeraldo
segnate al mio passaggio baldo
tra un brivido al soffio di vento
che finalmente abbandona il tempo.
Il tempo non esiste
il tempo è una sensazione,
il tempo lo cancello con il sudore
e nel silenzio rivivo
la mia emozione.
Leggero, nel celeste sospeso
E mi ritrovi nel raggio
che fora il vetro,
e mi vedi volare,
cercando il celeste oltre la vita
nell'aria come polvere leggera
ricordo la vita terrena.
Il grigio dei giorni
ormai un lontano ricordo
il mio fiato che respira lento
come un soffione nel vento.
Trasportato l'animo
rinasce sospeso
nell'azzurro leggero.
Leggero come la luna,
sospesa nell'aria
come una piuma
in una notte chiara di stelle
riflesse nella tua pelle.
Mi sento leggero
nel ricordo di un amore
leggero come un fiore
che rincorre i raggi del sole,
facendosi strada nell'ombra
di grandi piante,
cerco il celeste
oltre queste sbarre.
E ancora leggero
nato nel colore
vissuto tra la morte e il dolore,
tra il celeste
di due occhi allo specchio
la mia povera anima nel riflesso.
I giardini del vento
E quando mi assalirà la stanchezza
ti verro' a cercare fra la brezza
asciugherai la mia tristezza
che gelida respiro,
fra le viscere si fa strada
ti ricordo come un diamante
fra i cristalli di rugiada.
Tra i profumi di lavanda
mi darai la forza
per guardare l'alba
che sorge tra le tue parole mancate
portate dal vento all'orizzonte
tra creste innevate.
Cullami con il tuo vento
accarezzami il viso
come da bambino,
nella corteccia il tuo sorriso
dammi la tua forza
stammi vicino.
Lungo la strada
Lungo la strada
ballerine danzano nel calore,
ridono della vita
della morte e dell'amore.
Bisonti si rincorrono,
anime si scontrano
io povera formica
mangio l'erba a ciglio strada
con il pollice tocco l'indifferenza
di chi mi disprezza e tira dritto,
la strada verso l'infinito.
Inseguo nuvole
che graffiano il cielo
oltre il grigio il sereno.
Ti fermi con gli occhi chiusi
non guardi il mio passato
non guardi il mio presente
tu saluti la mia semplicità
con lo sguardo da bambina
il verde in fondo la collina...
Mi fai salire sulla tua mano
un orizzonte lontano
senza confine
il nostro abbraccio
senza fine.
Non ti voglio più... Sì ti amo ancora!
Non ti volevo più vedere!
Volevo dimenticarti
allontanarti
per ritornare a vivere
ma cos'è il vivere
se la mia anima non ti cerca.
Ma un giorno un muro
di una città grigia parlava di tè
il tuo nome rifletteva il calore
di un giovane che sporcando
sembrava colorasse il nostro amore
vernice rosso passione.
Ma un giorno ho ascoltato
due note d'amore
che il vento cantava tra gli scuri
di un balcone,
malinconica canzone
che ti cercava tra le stanze vuote
Con un sorriso ti ho ritrovata
mentre ragno invisibile tesse la nostra tela,
un filo invisibile che ci lega.
I fiori non sbocciano in autunno
ma il nostro amore
non conosce
alcuna stagione...
amami ancora amore!
Un pugno di terra rossa
L'ho cercata fra le stelle
cadute dal cielo
fra le onde del mare
ma per trovare la terra
ho dovuto scavare con le mani.
Fra sassi pietre
e scheletri nell'armadio
dalle nuda ossa
ho trovato finalmente
un pugno di terra rossa.
L'ho pulita dall'orgoglio
l'ho asciugata dai ricordi
l'ho rinchiusa tra le mani.
Facile seminare
il tuo sorriso,le tue voglie,
gli occhi neri come perle
le tue labbra bagnate di rugiada.
Giorni e mesi trascorsi
stretta fra le mani
la mia terra
bagnata di pioggia
e pianti silenziosi,
aspettando sogni
che diventano fiori.
Ma senza il tuo fuoco
il cielo si riempie di nuvole
ma senza il tuo cuore
sparisce il sole
ma senza il tuo calore
non può nascere alcun fiore
che può chiamarsi amore.
Inno alla speranza
Ho camminato nel deserto
per dimenticare i ricordi
quando l'esistenza sembrava finita
l'acqua trovata mi ha donato la vita.
Ho nuotato in un mare di lacrime
versate dalla vergogna
ma avvolte le lacrime possono
disegnare un sorriso
la mia forza per rimanere vivo.
Ho camminato nella nebbia
e ho ritrovato le stelle
mi son perso nella fatica
e ho ritrovato la gioia.
Tra noi solo noia
bugia e rabbia
il cuore in una crepa,
ma nel cemento nascono i fiori.
Il nostro lo cogliamo
e si richiama amore.
Purtroppo un giorno
non volevo camminare,
fermo, immobile nel vuoto,
ma poi di un niente sono avanzato
l'amore per la vita
nell'animo ho ritrovato.
Nel dubbio
Nel dubbio di esprimere
controversi sensi
mi ritrovo fra versi spenti
che non esprimono il mio essere
nel vedere dipinta nel tuo volto
l'essenza della bellezza.
Pendo dalle tue labbra
mentre scrivo
ad un passero solitario
frasi d'amore
nel nascosto diario.
Un adulto adolescente
che torna ad amare
la rabbia finalmente
gettata come cenere nel mare.
Malinconica fine estate
Raggi spenti fra pecorelle scure
salutano il nuovo giorno,
le foglie ormai giallastre
versano lacrime
dopo l'ennesimo pianto.
Nella bassa
le prime nebbie passano
il tempo a macchiare
la tela del pittore
che pochi colori ha usato
per disegnare un' estate
grigio scuro.
Affranto il contadino
con le scarpe sporche di fango
nel cuore un animo stanco
fra le distese verdi
che baciano le nuvole basse
e deserti gialli che aspettano
che attendono il loro destino.
Gli ombrelloni oramai
vanno a riposare,
si chiudono salutando il mare,
nella malinconia
dondola una nave,
sbuffano i pensieri,
l'autunno ormai alle porte
fra un mese distese di foglie morte,
addio ad un'estate
dal sorriso mai nato
tristezza nell'animo
come un amore negato.
Non ho tempo!
Giornata cupa,
gente nemmeno si saluta
folla in silenzio
immersa nei pensieri
anime che si scontrano,
mi calpestano i piedi
sospesi nella loro realtà scura,
non mi chiedono neanche scusa.
Negozi ancora chiusi
con lucette desolate,
baffi sui muri,
non c'è tempo per pulire
il nuovo che sembra
già invecchiato dall'incuria.
I cento metri in nove secondi
non li so fare
la strada non la posso attraversare,
loro sono rincorsi dalla fretta
non possono frenare.
Formiche nei marciapiedi
correre, correre
non vedono l'ora di invecchiare,
per morire e finalmente riposare.
Mi fermo
per chiedere un'informazione
diventan tutti stranieri,
non conoscono la lingua
della mia nazione.
All'ora provo a sedermi in una panca
passano e mi guardano male
un barbone da evitare...
Mi sembra di essere diventato
un cane al guinzaglio
camminare, camminare
senza parlare
se incontro qualcuno la testa abbassare.
Sospiro, la testa piano giro
un gatto alla finestra che miagola,
un bambino in bicicletta,
mi sorride, con la mano saluta,
improvvisamente tutto ritorna
con il suo colore naturale,
la giornata non è più banale
dal cielo sparisce il bianco e nero
appare un maestoso arcobaleno!
Danza, leggera leggera
Parte leggera la Nave
per pesce andare,
con la sua luce danzare come
ballerina in mezzo al mare.
Parte la nave
un punto che disegna il nero
tra umili gesti
di vite modeste,
tra le onde perse.
Parte la Nave
per fermarsi in mezzo al mare
gettare una rete
per raccogliere i miei pensieri.
Con la Luna ferma a guardare
i desideri caduti nella notte
e io gli raccolgo
come foglie morte.
Oh paese mio!
E mi soffermo in quell'angolo
che tu sai...
dove l'azzurro si annega
specchiandosi nell'acqua
che lenta scorre
dividendo in due tutto il mio mondo.
Ti ho conosciuto quando
da scuola fuggivo,
di prima mattina l'aria fredda
teste basse rincorse dalla fretta,
io distratto solo dalla tua
immensa bellezza.
Le antiche case di edera vestite
i vicoli che i loro profumi
vengono a donare
il bello
che solo l'antico
può regalare.
Oh paese mio!
Opera di dio,
hai il viso di un bambino
e gli occhi verdi di una donna,
il mio animo come una carruba foglia
si allontana nel rosso tramonto.
E quando la malinconia mi assalirà
passerò a trovarti
al calare della notte
quando le bocche si cercano
nel calore di un ponte
che sembra tenerli in braccio,
e tu mi sussurrerai i dolci versi
come un vecchio saggio.
Pianto d'estate
Piano la scia disegna e se ne và via
lento scivola il vento
tra le nude creste.
In faccia un scuro lamento
mentre scorrono
luci all'orizzonte
tra tornanti
come chiome bionde.
Vita piange sul filo di un rasoio
provando a sbugiardare la realtà,
tra il tempo lento
immerso nel chiasso
di un secchio rovesciato
da ignota mano
nel nostro piccolo quotidiano.
Ora silenzio.
Pianto d'estate, nuvole scure
sole mezzo nascosto,
nella bassa lampi al tramonto.
Ancora pioggia.
Nel senso di un posto
Nati per vivere assieme
con la morte rimanere soli,
è questo l'uomo
nell'essere scritto
eppure deve fermo e distante
cercare il proprio passo
per isolare il tempo.
E solo rimasi,
in una cava fra gli alberi abbandonata.
Per giorni parlare al vento
risposte nude,
sassi lavati dalla pioggia
davanti a me solo scheletri danzare
fra cespugli varcare
tutto e niente da cercare.
E ancora aspettare, aspettare, aspettare...
e finalmente capire
il senso di un posto isolato
scansa l'odio del mondo intero,
può essere questo il chiodo sincero
per trovare il proprio credo.
Improvvisamente
le pietre prendono forma
e parlare iniziano,
le piante scheletri scansare
in fondo l'orizzonte si intravede il mare
la testa finalmente alzare,
i raggi forano il grigio.
Cavalcare nuvole
come pensieri nell'azzurro mentale
dove lo spirito vivo risale.
La bambina di cristallo
La mezzanotte
è lunga
per chi non vuole dormire
la bambina di cristallo
ha le mani di ghiaccio
nel volto l'amaro del brutto vivere
chiede aiuto giocando con la sorte
chiede la vita volando con la morte
chiede amore,
dando odio e rancore.
Nervi tesi
corde di violino che suonano
musica grigia nel mare in burrasca,
trema la terra,
come il foglio sotto l'inchiostro
di una scrittura elementare.
Non ti posso abbracciare
non mi posso avvicinare,
la bambina di cristallo
non si può toccare.
Ci sono malattie che solo la mente pena,
ci sono malattie che raccontarle
sembra quasi un problema.
Avvolte una donna all'improvviso
può cambiare,
bambina tornare,
fragile come il cristallo diventare
e non esiste né pregio né poesia
se l'amore si trasforma in follia
e la ragione se né va via...
Verde macchia
Sentiero stretto,
tutti in silenzio filare
come in un enorme cimitero andare.
Pietre, sole, vista calva,
solo mughe di alta montagna.
Chiudo gli occhi,
il tutto si macchia di rosso,
una generazione allo scontro
uomini contro
madri che i aspettano i figli tornare
figli diventati animali
a forza di vedere sangue scorrere tra le mani.
L'inferno nel paradiso,
miseria e misericordia
nel macabro destino.
Sembra un ricordo tanto lontano.
Rivedo il presente, sospiro,
ma la vista in fondo a quel solco di torrente
mi mostra una macchia verde viva,
intorno l'arso come un'isola nel mare.
Il secolo passato non ha svanito la morte
che trasuda in quel fiore bianco tra le grasse erbe.
Macchia che succhia il nettare
di una generazione
usata e sotterrata, un tempo, comune tomba
ignoti i loro poveri nomi.
Distante sembrava
invece
tutto vicino e vivo rimane
per chi ha il coraggio
e il dovere, di ricordare.
Antico casolare
Antico casolare
sopra la collina
come un'altare
riparo di tre generazioni
piegati come stanchi girasoli
contadini a lavorare,
tante bocche da sfamare.
Antico casolare
bambini sul prato giocare
una falce ed un martello come ideale
una vita dignitosa da sperare
la sposa portata all'altare
una stanza buia
per volare.
Antico casolare
il muro come una spugna
asciuga la sorte
quanti morti hai visto danzare
fra le ripide scale
il vestito da festa,
l'anima esce dalla finestra.
Un mondo tanto diverso
riflesso nello specchio
un tempo un prato verde
adesso solo rami secchi
ed erba incolta
da spostare per poterti
ultimo accarezzare.
Qualcuno ti vuole sgretolare
di tè, non rimarrà più niente
solo un ricordo vivo
un antico giardino
un fiore sbocciato
un bambino, nel ricordo,
piange nel prato.
Tra sogno e realtà
Un caldo maestrale
mescola i miei pensieri
fra la terra e il mare,
nell'orizzonte una nave
porta via i miei pensieri
spenti.
Mi posso fermare
solo il rumore del mare,
addormento la mente
fra sogno e realtà
un lampo taglia
il cielo a metà...
inizia a piovere
la terra bagna
cresce un'edera nel cuore
che non mi fa respirare
tutto nero appare
fredda solitudine a consumare.
Correre per scappare
fretta di respirare
fra pozzanghere calpesto
ansia e sentimento.
Improvvisamente mi risveglio
Un incubo!
Con il mare mi riaddormento....
La cosa da salvare
Non l'ho mai cercata,
non l'ho mai pensata,
al compleanno non l'ho mai invitata,
ma lei puntuale è arrivata.
Una volta erano prati verdi
da rincorrere per la fretta
di diventare grandi
adesso quel prato ormai calpestato
rimane con le orme
di un passaggio
che ha lasciato il segno
cicatrice di un tempo
di un orgoglio ormai tradito
di un coraggio sfinito.
Quanta strada percorsa
quanta gioia cercata
quanto orgoglio da sfoggiare
per alla fine
invecchiare...
ecco il premio
che ci resta da mostrare
Da giovane guardavo le stelle
ma è ormai svanito
quell'animo ribelle,
Sto arrivando al capolinea
di quel lungo rettilineo
che ai miei occhi
sembrava infinito,
l'unica cosa
che mi resta da guardare
è quella nuvola disegnata
nel cielo celestiale,
angeli a cantare,
amore
nell'animo da salvare.
Velluto chiaro
Scivola piano in un velluto chiaro
tutto il mio mondo in una mano.
In silenzio sentire
il tuo calore nelle mie mani
sopra le nuvole mi sembra di volare
leggero,
tra il collo e le spalle
chiudere gli occhi
e vedere milioni di farfalle
nella stanza girare
per farci volare.
La mente chiude gli occhi
per dipingere castelli di stelle
che uniscono i corpi e le menti,
con le mani disegno la tua bellezza
vorrei cancellare ogni tua tristezza.
Tra sentimento e tradimento
mi sembra di massaggiare la mia vita
una pietra dalla faccia scolpita
eternamente mai finita.
Campane al pascolo
Lunghi tornanti.
Rettilinei infiniti,
amara questa vita tutta in salita.
l'obbiettivo dell' esistenza
trovare nella fatica la sua essenza.
Mi sembra di volare
vedendomi arrivare.
Nella mia cima
suoni infiniti nel verde dipinto,
campane al pascolo.
Solo ed isolato
dai rintocchi accompagnato
uno spettacolo mozzafiato...
piano respiro,
sono rinato!
Un amico sincero
Un lampo che spacca l'azzurro sereno
non mi sembra vero,
dopo anni ritrovare l'amico più sincero.
Una diversa serata con una compagnia ritrovata
pareti imbiancate
dipingono le tue ombre colorate,
bel presto si sciolgono le pareti di cioccolato
al ricordo di un passato ritrovato.
Di una adolescenza che ritorna
sulla bocca di chi la ricorda.
Mai pensare al domani
la priorità
voglia di libertà
Litigavamo solo per dei sorrisi contesi,
per cose banali
forse per scacciare la noia
di giorni sempre uguali.
Adesso ormai siamo vecchi,
non serve litigare
è il tempo che ci pensa a domare...
Mi fermo un momento.
Ho ritrovato un passato
che mi ero scordato,
il pensare ci benda la mente
e ci lascia indifferenti
sulla felicità dei momenti.
Giorni passati a vivere senza alcuna virtù
liberi solo nei peccati di gioventù.
Il tempo è volato
torniamo nelle nostre famiglie distanti
i nostri figli ormai sono grandi.
Forse un giorno ci ritroveremo,
a scrivere quattro versi
ad una vita che ci ha abbandonati
per seppellire in una terra arida
l'essenza della nostra esistenza:
“Un secondo per essere nati
un giorno per essere cresciuti
una vita per essere amati
un istante per essere dimenticati”.
Respiro il vuoto...
Una foglia secca ondeggia
e cade sul fondo
di un barattolo vuoto
un tonfo sordo e spietato
nel mio mondo sembra tutto sbagliato.
Un senso non lo trovo
e ogni singolo momento
diventa un'ossessione,
un lamento.
Respiro il vuoto
di un amore finito.
un urlo rivolto verso il cielo
la risposta avvolta nel mistero.
Il vuoto
di un pomeriggio annoiato
di un cielo senza fiato,
di una poesia racchiusa in un verso
di una rima che non vuol far sognare il pensiero
di un difficile domani.
Respiro il vuoto dentro mè
di una vita amara senza te.
Tredici e mezza
Caldo disarmante
nemmeno un po' d'aria a scuotere le piante
balla il profilo nell' orizzonte infinito
intorno serrande abbassate
nemmeno una mosca volare
nemmeno un cane per poter parlare.
Al vangelo delle ore venti
hanno detto che tutto ci può stare
ma che a Luglio faccia caldo
non può essere cosa normale!
All'ora tutti in casa
come ghiaccioli in frigorifero,
fuori non c'è più nulla da vedere,
se sei anziano
puoi morire solo questo mese.
E io...
Un baffo alle raccomandazioni
respirare il caldo
e guardare il sole
sono le mie passioni.
Se un giorno all'inferno
ci devo andare
alle calde fiamme
mi devo pur abituare.
Ascolto la goccia che scende dal viso,
chiudo gli occhi
per sognare il tuo sorriso
ti vedo nuda sul divano
e guardandoti negli occhi
mi tendi una mano
per portare il mio respiro lontano...
A come amore
Lo scalpella lo scultore
lo descrive il poeta
lo mima l'attore
Lo esprime l'oratore,
Questo è l'amore!
Ma se vero che cadono le stelle
e si mischiano i colori
non è sempre vero
di quel che parli
è vero amore.
L'amore per un figlio
è un orizzonte infinito
per lui darei la vita
una pennellata azzurra
per la mia tela sbiadita.
L'amore per una donna
racchiude il fuoco della prima volta,
le serate piovose
i pensieri annoiati
e i lunghi silenzi mai rinati.
L'amore per la bellezza
stupirsi per una cosa banale,
essere felice per una vita normale
il dono di tutto quello che ci sta intorno,
l'amore per il sole che sorge ogni giorno.
Purtroppo non è sempre scontato
della vita essere innamorato
ma quando ti vedo
perdo ancora il fiato.
Sono innamorato della poesia
di una rima che mi fa sentire vivo
che esprime tutto il mio essere
quando la scrivo.
Profumo di limone
Questa sera non ho sonno …
confusi sentimenti
respirando rivivo quei momenti
questa sera non voglio addormentarmi
voglio solo respirare
quel profumo di limone
che l'attimo mi ha fatto accarezzare.
Tanti anni son passati
ma un filo invisibile ci teneva legati
finche' non ci siamo ritrovati.
Musica nella stanza
fuori le stelle
nel cielo infinito
un caffè amaro per rivivere
nel nostri dolci ricordi.
E poi tutto si dissolve quando
ti leggo negli occhi...
Le nostre strade tanto lontane
le nostre storie così vicine,
unite da una mano che scivola piano
leggera leggera
come un fiore che sboccia in una calda primavera.
Attimi che sembrano eterni
parole non dette capite con uno sguardo
basta un profumo di limone
per riaccendere
un'antica passione.
Mi sento come il sale nel mare
quando ho la tua morbida pelle tra le mani
un sentimento ritrovato
che il passato
ci aveva negato.
Niente è per sempre
tanto meno un antico futile amore
ma è stato bello
rimanere soli
con la nostra passione.
Cenere di vita
Hai cercato l'amore andando lontano.
Hai incontrato la morte con il viso di un assassino
vestito di legno sei tornato vicino.
Rimasi di ghiaccio
mi avevi giurato
che tornavi il mese di Maggio,
Che strano venire al tuo funerale
non avrei mai pensato
che il destino ti aspettasse sopra l'altare .
Nel cuore rabbia e dolore,
acqua salata sfuma la vista
la testa fra le dita...
Tu cenere di vita
tre passi nella ghiaia
per darti l'ultimo abbraccio
io resto aspettarti per il mese di Maggio.
Tua madre straziata dal dolore
mi incide un indelebile ricordo
nelle vene,
“Fausto... la vita è breve!”
Pensieri estivi...
Sole mai stanco
di andare a dormire,
la luna nel suo splendore
si mostra alle stelle
solo poche ore.
Al mattino l'erba appena tagliata
fa sentire l'odore di un'estate appena arrivata.
Aria e sole diventano pura energia
addio al freddo e alla pioggia
che sono un'antica malinconia.
Tenere al mare la vita tra le mani,
Cavalcare le onde con la fantasia
basta una conchiglia
per far sentire un rumore
che ci porti via...
Ferie noiose ascoltando un
silenzio assordante che non sono abituato
solo perchè la vita deve riprendere fiato.
Voglia di tirar tardi,
Voglia di ritrovarti,
voglia di amori fugaci
profumo di donna
tra i gabbiani a volteggiare
per poter d'inverno raccontare
agli amici vantare.
Lo spirito in una pietra
Non mi serve andare
in una spiaggia biancastra
non serve sognare di andare
in una vetta innevata
nemmeno la più alta ed isolata.
A me basta quella strana pietra
che il tempo ha scolpito
a mò di mano che mi accarezza
lo spirito.
A me basta sedermi per sentirmi
un artista che osserva il suo quadro finito,
a me basta quel sasso per guardare l'infinito.
Di fronte a me il mondo
che si specchia nel cielo azzurro,
bagnato da un sole
infuocato di un Giugno inoltrato.
I miei pensieri fili argentati
che brillano tra i raggi
in cerca di un vento che li porti lontano,
e finalmente sentendo lo spirito in mano
arriva la risposta che cercavo.
Gli anni volano e non ce ne accorgiamo
che tutti i sogni ci sfuggono di mano,
di risposte continue viviamo
e spesso le cerchiamo
in quell' invisibile cordone ombelicale
che lega ogni uomo ad un luogo
che solo la morte lo può separare.
Il vento come l'amaro destino
Vento...
vento che fa male
vento che non fa respirare
vento che spazza via le foglie
vento che spazza via la vita...
Il vento arriva all'improvviso
come quando si dà tutta la colpa al destino
da noi è arrivato in un secondo
e ci è crollato tutto il mondo addosso.
Il vento ci fa combattere una guerra
ma vincendo lui asciuga tutto, anche la terra,
e rimaniamo immobili
con un animo arido e sconfitto.
Maledetto vento
che svirgola tra gli alberi
e ci scorre nelle vene
cancellando tutti i nostri desideri
e rimaniamo a mani nude
con la paura di un bambino
e per consolarci diciamo
che è tutta colpa del destino..
C'era e non c'è più...
C'era il giorno azzurro
c'era il mare blu
c'era un amore eterno
che non tornerà mai più...
c'era la nostra strada
c'era la nostra via
c'era la nostra canzone
c'era la nostra scritta sul muro
c'era la voglia di sognare il futuro.
C'era il giorno azzurro
c'era il mare blu
c'era un amore eterno
che non tornerà mai più...
C'erano le tue gambe lunghe
c'erano le frasi dette sotto voce
c'era il tuo profumo
c'era il tuo respiro
c'erano le lenzuola umide al mattino.
C'era il giorno azzurro
c'era il mare blu
c'era un amore eterno
che non tornerà mai più...
C'era la notte scura
c'era il mare nero
c'era un amore che non era sincero.
C'era un addio ormai scontato
c'era l'ennesimo amore naufragato.
Per un caffè
Per chi con un caffè
ha la scusa per tornare da tè...
Restare seduti per ore a chiaccherare
facendo finta di sfogliare un giornale,
raccontarti le cose più banali
per vedere i tuoi occhi
tornare a brillare,
è dura la vita
per chi ti vuole corteggiare...
e poi rimanere zitti
per un secondo infinito
accenno una risata e intanto sogno
sulla tua pelle color cioccolato
e i tuoi occhi neri
come due chicchi di caffè tostato
Da quando ti ho conosciuto
quel sorso di vivacità scura
non ha più lo stesso sapore
quel retrogusto dolce
che mi lascia il caffè
è la mia vita assaporata con tè
Finita la serata
finito quel momento
me ne torno a casa
stonando un lamento
con un dolce ritornello
dedicato a chi per un caffè
ha la scusa per ritornare da tè...
Sale tra le labbra
Con la solitudine
che mi fa compagnia,
ritorno nel mio piccolo paradiso,
che come ogni anno
mi fa ritrovare il sorriso.
Rimango immobile per un attimo
ad ascoltare un gabbiano
che mi saluta da lontano,
a guardare il cielo blu
che bacia l'acqua all' orizzonte.
Mi siedo con una lentezza
che non mi appartiene,
niente ho da fare,
niente ho da pensare,
mi resta solo che osservare
l'acqua che si frantuma indisturbata
sotto un pontile ricolmo di gente,
a me basta guardare le onde
per rigenerare la mente.
Passa un emigrante
per proporre un affare
grida che la sua merce è
la migliore del mondo...
si sveglia infastidito un anziano
che dormiva indisturbato
“neanche fosse oro colato”
Io intanto in silenzio mi godo la scena
mentre inizia il solito tema
che ogni anno in spiaggia si ripropone
per far chiaccherare tra loro
le persone.
All'improvviso come un incantesimo
esci tu dall'ultima onda
che si riversa nella spiaggia,
sembri una sirena...
tutti ti vedono, ma nessuno ti guarda,
e in un attimo la tua pelle
ritorna ad essere calda
con un dolce gusto di sale
che mi fa ritrovare
il sapore del mare.
Ho provato a scrivere...
Ho provato a scrivere nel vento
tutto il mio lamento
ma il vento non mi ha ascoltato
e mi ha fatto sprofondare
nel ricordo del passato.
Ho provato a scrivere nella sabbia
ma il mare ha cancellato
tutta la mia rabbia.
Ho provato a scrivere alla mia maniera
tutto il vuoto di quella sera,
ma non ci sono riuscito
perchè il vuoto
è come uno spirito
riesci a riviverlo
ma non a descriverlo.
Ho provato a scrivere
un “ti amo” nel cielo
ma un aereo passando
ha tagliato in due
il mio pensiero.
Ho provato a scrivere un sorriso
nella fronte del mio bambino
ma a lui basta solo
che io gli rimanga vicino.
Ho provato a scrivere la gioia
sul petalo di una rosa
ma senza acqua e senza amore
il fiore è appassito al sole.
Ho provato a scrivere tutto il mio orgoglio
su una cresta di uno scoglio
ma è arrivata l'onda
a farmi combattere
e a domare il mio carattere.
Ho provato a scrivere un sogno
nel mio animo più profondo
e finalmente ci sono riuscito...
perchè i sogni sono
la nostra ragione di vita,
sono il nostro sole,
e fanno tenere in vita
l'animo delle persone.
Pensiero per un'amica
Un' altra goccia di sudore
scende lungo il viso,
cavalcando quel ghigno
che appare
come un sorriso strano
la fatica mi assale piano piano...
Scuoto la testa
e mi metto a pensare
“ ma chi me l'ha fatto fare? ”
Di sicuro nessuno me l'ha ordinato
di sentire i crampi arrivare fino al palato,
neanche la forza di bere l'ultimo sorso
di acqua calda.
Sperando che dopo la curva
la pendenza non sia più costante
chiudo gli occhi per un istante...
Rivedo la mia gioventù,
i miei genitori,
mio nonno che rideva,
il mio bosco,
la mia terra,
la disperazione di quel giorno,
la mia gioia racchiusa tutta in quel secondo.
La strada per fortuna spiana,
l'aria è ormai pungente come una lama.
Devo fare in fretta,
devo iniziare a scendere
prima che il corpo si raffredda.
Pennello le curve senza pedalare,
Respiro pensando a quell'istante
racchiuso nel buio degli occhi,
ed arrivo alla conclusione...
Forse la fatica
serve a rispolverare il passato,
a dare un nuovo colorito
ad un quadro ormai sbiadito,
messo in soffitta
dagli anni trascorsi lenti,
tornati alla mente,
in una salita
stringendo i denti.
Una margherita tra la gente
Come una margherita
in un prato verde,
così sei tù quando sei tra la gente.
Con gli occhi che si specchia il sole,
che in silenzio
dicono dolci parole.
Gli anni trascorrono veloci
fra mille persone che varcano quella porta
fra mille ore di lavoro,
facendo finta di non essere mai triste,
senza alcuna disperazione,
ma sempre di buona lena
scacciare ogni problema...
Ma un giorno
arrivò l'inverno
freddo e lungo
che ti ghiacciò il cuore.
Il tuo sorriso ormai affranto
si trasformò in un lungo
e silenzioso pianto.
la gente si sa...
ti vuol bene
ti fa mille complimenti
ma della tua rabbia
non gliene frega proprio
niente.
All'ora rimani sola,
a chiudere la serranda
a chiudere a chiave
un'altra giornata,
a chiudere a chiave una storia finita
per ricominciare una nuova vita.
Serata di primavera
E' finalmente giunta la sera...
la tua mano tra i capelli biondi si muove leggera
e la stanza si riempie di una dolce atmosfera.
Le giornate le passo pensando al tuo viso,
le notti le trascorro pensando al tuo respiro,
che ansima con i gemiti dell'amore
ti sogno pensando di averti tra le mie mani per ore...
Ma adesso sei qui davanti a mè
e non ho parole per descrivere tutto questo,
e mentre il mio sguardo ti accompagna
la mia testa vola come una farfalla
sbattendo le ali in una verde campagna,
facendo mille dolci pensieri
come gocce di miele
ti cadono nel viso
per disegnarti il tuo splendido sorriso.
Ma intanto le lancette
scorrono appese ad una parete...
il tempo le ore le ha segnate
Il tuo rossetto scrive le mie fantasie
sulle tue labbra disegnate.
Vorrei essere la tua mano
mentre accarezza le tue curve piano piano,
vorrei essere la tua aria
il tuo fuoco
il tuo vento
per esprimere tutto il mio sentimento.
Gli anni passano e non ritornano più,
i rimorsi invece restano
e come un tormento
ti fanno sentire il loro lamento.
Il destino ci ha fatto incontrare,
lasciamo a casa i nostri pensieri,
chiudiamo a chiave per un attimo le nostre vite,
lasciamo tutto per una sera,
andiamo a cogliere la nostra mela,
in questa serata magica di primavera.
Una diva a Passo di Riva
Stasera mi sarebbe piaciuto scrivere
una poesia d'amore,
ma non mi venivano le parole.
Ho provato a guardare fuori dalla finestra
mi son fatto mille castelli in testa,
ho mangiato
ho fatto la doccia
ho aspettato fino a mezzanotte,
ma il verso giusto proprio non arriva
neanche se rimango qua
fino a domani mattina...
Mi vien solo una storiella senza amore
e neanche tanto bella
che mette un po' d'allegria,
così per scacciare la malinconia.
Questa è la storiella di una barista
di un piccolo paese di provincia
che di turisti non né ha mai visti,
però è passaggio di tanti camionisti.
I maschietti diventan matti..
Tutti vogliono fermarsi al bar
di Passo di Riva
perchè c'è la barista che si atteggia
come una pornodiva.
Lei è giovane, bella e astuta
dagli occhi felini,
per trattarli tutti come bambini.
Lì si ferman proprio tutti,
l'imbianchino che entrando gli fà un inchino
il farmacista,
il sacrestano,
l'operaio e l'imprenditore
e tutti si “impiantano” là per ore...
si atteggiano, fanno stupide battute
ma lei non si scompone
in scacco tutti li tiene
perchè in fondo in fondo
così gli conviene.
Ma all'improvviso arriva uno
che sembra proprio il suo compagno,
le dà un bacio,
la stanza si riempie di ghiaccio,
le smorfie si leggono nei volti,
tutti pronti per andare a casa,
escono chinando la testa
è finita la festa!
Profumo
Quella sera fra mille sguardi
che vibravano nell'aria
mi avvicinai a te,
e lessi il tuo profumo inebriante
un brivido lungo la schiena
per un istante...
Il tuo profumo mi ha stregato,
il tuo profumo mi ha cercato,
e mi ha portato a casa tua
facendomi scivolare
fra le tue curve proibite
di quel nostro amore clandestino
incontrato una sera
per colpa del destino.
Le lancette si fermarono,
le nostre storie rinchiuse
fuori dalla porta,
i nostri corpi che si uniscono
per la prima volta.
Ti muovevi leggera
sembravi quasi una farfalla,
vestita solo di quel tuo profumo
che riconoscerei fra milioni di fiori,
e si accendono gli ardori...
in ricordo di una notte magica
dalle mille sensazioni.
Il tempo ormai
ha svanito i sentimenti,
ha dimenticato gli sguardi,
ma tra tante donne
conosciute nella mia vita
solo il tuo profumo
mi è rimasto fra le dita.
Ho visto il tuo volto
Ho visto il tuo volto
in un albero con la corteccia stanca,
il tuo volto voleva dire speranza.
Ho visto il tuo volto
riflesso in uno specchio
lì a tremare,
ti ho guardato negli occhi,
e mi hai dato la forza di ricominciare.
Ho visto il tuo volto
in un bambino che piangeva
le sue urla sembravano il mio dolore,
le sue lacrime la mia disperazione,
il suo sorriso la tua resurrezione.
Ho visto il tuo volto
tra le crepe di una terra che non dà frutti,
tra il vento che spazza via le foglie,
tra lo sguardo di una bambina
al bordo di un marciapiede,
smarrita,
imprigionata nella sua vita...
Ho visto il tuo volto
nonostante la morte cadesse dal cielo,
nonostante la gente scappasse disperata
nonostante il sangue versato
nonostante tutto....
Ho visto il tuo volto.
Maledetta malinconia
Il sole ormai spento,
si incastra fra due case all'orizzonte
la luce piano piano se ne va via
e puntuale giunge...
la maledetta malinconia.
Il vento entra dalla porta
con un lamento,
forse arriverà il temporale,
l'unico modo per smuovere
questa noia mortale.
Maledetta malinconia
che mi fa rimanere in questa stanza
con l'alcol nel bicchiere
a calpestare i miei pensieri.
Basta!
Adesso me né vado,
è troppo tardi per andare a dormire,
stasera non voglio addormentarmi
senza prima aver trovato
un senso a tutto questo.
Smarrito, vago lento,
fra le vie del centro
a quest'ora solo la mia ombra
può farmi compagnia,
e mi assale la maledetta nostalgia...
Ti vedo sorridere,
fresca come un fiore donato per amore,
fresca come un fiore sbocciato al sole,
in un giorno di primavera.
Ma all'improvviso
nell'oscurità di una strada senza luci
un tacco rimbalzando a ritmo sull'asfalto
mi risveglia,
il sogno svanisce
il fiore appassisce,
si inchina a questa memoria
per dare vita, forse,
ad una nuova storia.
Malessere
Mi guardo e non vedo via d'uscita,
penso che domani forse sarà finita,
continuamente
cerco un mare per nuotare,
un cielo per volare,
un pensiero per scappare.
Scappare...
da queste mura che si restringono
e non mi fanno respirare...
Andare fra la gente
che mi guarda con aria indifferente,
mille volti vogliono la mia pena
senza capire il mio problema.
Il mio mondo non esiste,
però esiste il mio malessere
che mi fa allontanare dai miei cari,
da chi mi vuole aiutare,
da un cielo
che vorrebbe vedermi volare!
La donna dagli occhiali scuri
Una ciocca di capelli mossa dal vento,
un occhiale dalla scura montatura
nasconde un volto che fà finta di non avere paura.
Il domani fa paura a tutti
anche ad una donna piena di coraggio,
anche ad una donna che ha cancellato il suo destino
di figura perfetta al fianco di un maritino.
Hai domato il tuo carattere per anni,
hai soffocato il tuo grido
fra le lenzuola di mille colori
solo per fare felice i tuoi genitori,
Mà il tuo carattere ha una forma naturale
come il respirare
non lo puoi fermare...
E poi un giorno ritorni ad amare,
d'un tratto la paura scompare,
della passione ritrovi l'ardore
d'un fuoco che era bruciato
dalla noia dei giorni che trascorrevano lenti,
con un uomo che non si accorgeva
dei tuoi sorrisi sempre più spenti.