Poesie di Heinrich Von Sturm
(Marcello Caccialanza)


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Heinrich Von Sturm …al secolo Marcello Caccialanza nasce con orgoglio in quel
di Crema nel 1973…il 9-08…circa 35.000 anime dichiarate…da padre Lombardo e
madre Tedesca…Perennemente in fuga da una realtà che trova artificiale e di plastica
si rifugia nella scrittura per crearsi una dimensione propria …dove nessuno gli
imponga di indossare maschere a lui rivoltanti…se avesse potuto scegliere avrebbe
preferito vivere nel Rinascimento magari alla corte degli Estensi…o perché no nella
Parigi Giacobina …chissà quante teste inutili avrei fatto volare nella lunga notte
dell' oblio…se fossi una città sarei senza ombra di dubbio…
HEIDELBERG
se potessi raggiungerti città tra le città
se potessi varcare l'alte Brucke lo farei ad occhi chiusi
sicuro di giungere laddove la mia fantasia vorrebbe
mi piacerebbe solo immergermi nei miei pensieri
là su quella torre antica di quel maestoso castello
per ritrovarmi lontano da questa spazzatura che chiamano progresso...
e magari vagare in un labirinto di fragole di bosco e ritrovarsi d'incanto
in una dimensione dorata dove un acceso profumo di ambra mi indichi
una casa lontano lontano senza perimetri e senza confini
dove regna l'armonia dove impera il buon umore...
una casa lontano lontano dove tace la superbia dove muore l'ipocrisia
musica di pianoforte scandisce il tempo del perdono
una melodia che sa di antico veglia un bimbo che si abbandona
in quel suo innocente sonno di cannella tra le braccia di una madre ancora in erba
una casa lontano lontano dove se chiudo gli occhi gonfi di lacrime
riscopro la magia del buon vivere
e vedo quel cigno innamorato che danza quel valzer lento
accarezzando quelle limpide acque di un laghetto che non c'è
mentre pegaso amico d'infanzia vola con dignità in quel cielo d'inverno
con la speranza di abbattere quel muro fatto di mille domande
ECCO LA CASA DEI SOGNI…

Chi è Heinrich Von Sturm? …una lunga ed intensa conversazione con la sua anima…
"Nel mio cuore straziato dalla malinconia di una vita muta ....io piango i giorni sperando di rivedere la luce ...io ti invoco per ogni mia fobia e spero che il tuo sorriso presto diventerà anche il mio...
e questa miriade di perchè angoscia la mia sera...tu sorridi a quel mio angelo che in silenzio ha vissuto e che in silenzio si è addormentato tra le braccia di tuo figlio...donale questa mia calda
nostalgia la parte più bella del mio essere uomo...se avessi un figlio sarebbe il frutto di una tua lacrima...se avessi un figlio non avrei più paura di amare perchè guardandolo negli occhi e odorandolo
nella sua purezza...io saprei che la tua luce ha inondato il mio animo fragile...ti imploro con il cuore in mano affinchè tu mantenga viva ed alta la mia stella nel mio cielo...io senza la sua luce..
non sarei che uno spettro in un mondo senza colore...nella tua bellezza io immergo ...le mie membra stanche...nel tuo profumo io sciolgo il mio pianto di essere umano...ho paura di me
stesso...del mio cuore affamato che bramando la tua luce si ubriaca delle tenebre...i miei occhi pesanti sono chiusi al mondo...nell'aria che respiro odoro solamente il tremendo balsamo della
indifferenza...e nella sera io grido il tuo nome...perdona la mia fuga nemmeno un fiore per ricordare il tempo che fu...perdona la mia vita il nulla nell'oscura valle dell'oblio...lui il bianco pastore dono
d'amore ...per volontà del sacro fuoco ha chinato la testa d'innanzi alla stupidità umana...e per che cosa? nessuno gli perdona il nero,il rosso ed il giallo della sua bandiera...vorrei amare la mia
vita...vorrei trovare una mano da stringere...due corpi ed un'anima che corrono felici tra le braccia di un tramonto ...ma tu lo sai nel mio cuore piange ancora un fantasma ingombrante...la tua luce che
avvolga il mio cuore...il tuo respiro che plasmi la mia anima...vorrei correre felice nella pazzia del primo vento di primavera...vorrei ridere beato sotto quel pioppo della mia estate...vorrei volare
nella consapevolezza della tua mano calda...sulla sporcizia di questo mio animo trasandato...nel tuo giardino spero di cogliere la rosa...quella rosa che il mio cuore vuole donare alla signora della
felicità...vorrei fuggire da quanto si dice umano...vorrei scappare da questo tempo che logora ogni mio ideale...di un mondo tutto mio...vorrei la chiave del tuo sguardo e vagare nella penombra
del tuo miracolo...correre restando fermo...in una stanza buia,in una stanza muta...correre con la fantasia verso un altare di un pensiero fisso...inginocchiarsi sapendo di essere fragile...invocando
una forza che ti pulisca dentro...voglio restare solo nel mio silenzio di carta pesta...voglio restare solo nella mia follia di vetro..partire lontano in una dimensione tutta mia...sputare al vento...
amoreggiare...con la luna...voglio restare solo...non so più chi sono...e cosa voglio...sono uscito dal mio tempo...ho dato uno schiaffo alla realtà...per gettarmi nella luce di un nuovo sole...
sono fuori...una maschera indosso...una maschera di ferro...stringe la mia faccia...io sono quello che sono....io sono quello che non sono...non ci sono...forse non ci sono mai stato...spengo
la luce e calpesto il mio cuore...spengo la luce e guardo nel vuoto sperando in quel miracolo che mi faccia sentire vivo...vorrei solo silenzio ...nessuna parola ascoltare in questo oceano di
ipocrisia... maledetta clessidra il tempo fugge scaricandoci contro le sue mille follie..."

 

Inno a Sabine
Sabine...ascolta...risuona nel vento la mia malinconia che si infrange nella disillusione di un mondo che non c'è...io canto una canzone che rompe il mio cuore...
le cui note applaudono un ieri così lontano...io dipingo una donna che è svanita nel nulla del mio pensiero...più triste...io sogno una fuga che mi conduca a te...
Sabine ascolta l'esile voce di un lamento antico...chi è Sabine? è il non senso di un sorriso che profuma di marmellata al limone...mentre l'impiccato chiude
gli occhi alla vita...è la sconfitta di un mio gesto quando si apre una finestra ed entra un raggio di sole....è la lacrima di un angelo che si specchia nelle rughe
di una donna che bestemmia contro una vita sbagliata...è la canzone stonata di un perdente che vomita quell'ultimo bicchiere...chi è Sabine? è un pensiero
ancora vergine...scivola l'inchiostro su quella pergamena...meravigliosamente ti mostri nella tua luce più segreta..albero di pesco nuovamente fiorisce...
immersa nell'abito tuo di rose nere entri nel cuore di quanti incontrano a sorpresa il tuo sguardo...e ne restano assopiti..rapiti da quella tua gentile beltà...
i violini suonano la tua canzone...a noi strana memoria...e il cielo si scopre nuovamente stellato...quel giovane pittore amore che fugge...accarezza le tue
gote d'alabastro...aquilone dono di un felice presagio vola fiero nelle piaghe di questo mio animo così confuso...c'erano tutti e tu lo sai alle nozze sacre....
il saccente ha distrutto il palazzo incantato...e tu Sabine mia ti rinchiudi nel guscio dell'umana follia...dov'è il bastone del saggio? nel pianto di Freia....
qualcuno ha rubato il nettare di Fricka....nella fertile terra della nostra Signora un gioielliere d'alto rango ha creato l'opera d'arte...incastonata tra i monti
galeotti...sta la cittadella alta che veglia il tuo respiro...guarda Sabine quei due giovani amanti...hanno aperto il loro cuore alla maestosa piazza..impavida
...ferma e muta trionfa l'immagine dell'artificio...bagnato dal pianto del Werther prussiano un pallido sole sputa le sue nevrosi ...e la fontana avvolta dalla
magia di uno strano incantesimo...zampilla gli ultimi istanti di una pace perduta...sventola il leone alato in cima alla disperazione....otto amanti tuoi vogliono
un tuo bacio appassionato...ma quel mondo bastardo li deride come pazzi in camicia...hanno tentato invano di distruggere le tue catene..affinchè tu potessi
ancora giocare libera...in quel castello di carta velina...affinchè tu potessi guarire il tuo popolo...ricevere un sorriso per donare una pugnalata e domandarsi
come cretini che senso abbia nascere per sotterrare l'amore...

Una lama nel cuore
Sorriso di madre rapito…legame d'affetto spezzato
Dietro la porta degli anni gentili
La vita continua ma quella lama fissa nel cuore serpeggia
Nei colori di quel ritratto e
Ti accompagna in quel viaggio che più senso non ha
Scrutando il cielo nella notte più buia ti renderai conto tuo malgrado
Che il tuo castello incantato piano piano sprofonderà nell'oscuro regno
Della melanconia …e il mondo mai capirà perché quella tua anima ancora vergine
S'impiccherà all'albero degli alberi…e
La fiera infingarda ha di nuovo azzannato quell'utopia disegnata nel dolore
Di un'alba senza giorno…DO…RE…MI…FA…SOL
Quell'arpa d'oltreoceano scandisce una strana melodia e nel sangue
Di quella triste madre scorre ancora limpido quel fiume che
Mai abbraccerà il mare….
Grida al mondo:RINASCITA
L'ombra di un amore violentato dal mistero di un sorriso
Dolcemente scemato tra le braccia del divo Apollo
Hai chiuso dietro di te la porta dell'inferno asciugandoti le lacrime
Con l'anima dell'artista oggi fai scivolare raggiante d'ispirazione
Quel pennello luce della tua rinascita…e danzano i colori su
Quella tela bianca…ANGELO BIONDO…regala una speranza
La notte piangendo stelle lascia teneramente spazio
Ad un nuovo inizio…
(dedicata a ROPO)

Sinfonia d'autunno
Giace sul freddo suolo la carogna di un randagio...il bianco manto non è più puro...macchia di sangue ormai consumata orna quel prato di margherite agonizzanti...e mille mosche addormentate
giovandosi di quel delitto straziano il cuore di una stagione....un vecchio rugoso e stanco è su quella panchina...e guarda assopito una barca affondare..."se avessi vent'anni sfiderei l'autunno
correndo felice con la mia rivoltella nel furioso vento..."cadono le foglie e si lamenta un popolo...è autunno? no è la stagione dell'ipocrisia....abbiamo smarrito il senso della storia...nebbia dolce
e malinconica...avvolgi il cuore dell'uomo...nebbia dolce e malinconica rapisci la mente dell'uomo...perchè ormai non riesce più ad amare...perchè ormai non è più in grado di pensare...
Dove sei? Io lo so,ma tu non lo sai...Cosa fai? Io lo so e tu lo sai...non volevo una prigione e le chiavi le hai nascoste...tenerle o buttarle?...questo spetta solamente a te...Io ci sono e non ci sono...
Io mi vedo e non ti vedo...io soffro e magari tu sei felice...tu hai teso la ragnatela ...e io povero cretino ci sono caduto dentro...felice di farlo...tacere o parlare?..Perchè? per un sì o per un no...
due stupidissime parole...che nella loro fragile desolazione ti possono regalare momenti di grande potenza o attimi di profonda malinconia...che sia il destino...la folle danza delle tre parche a
dirmi quello che devo fare...ed intanto avvolto nella mia imbecillità vivo nel ricordo del tuo profumo e mi illudo nelle parole delle tue lettere...Amarti è dunque impossibile...lo stesso cielo non può
appartenerci...volerti bene è naturale ...due anime incatenate che cercano la libertà di emozionarsi...due anime alle quali è stato negato lo stesso Paradiso....
Specchiarsi...amarsi odiarsi...di giorno spacchi il mondo di sera soccombi...è la vita quel mostruoso palcoscenico...è la vita quel bellissimo quadro...e tu...oh uomo non ti spezzi...indossi le
tue mille maschere e come se nulla fosse cammini in questo oceano di menzogne...sei egoista...ipocrita e cinico...di giorno....ma di sera ridiventi buono...SPECCHIARSI...e sognare di essere
una pietra lanciata da una mano fortunata....in un vasto prato di speranza ...verso nuove mete...verso nuovi orizzonti....guardarsi alllo specchio ...riconoscere la propria piccolezza....conversare
con l'intelligenza...ricongiungersi con lo spirito...ecco il significato del Natale…

La signora della montagna
Scappare dalla città
All'improvviso
Nella notte
Come l'assassino
Dal luogo del delitto
La nostalgia di un giorno lieto
Ti incendia l'anima di zucchero filato
E allora cerchi la verità rifugiandoti
Come un bambino spaventato da
Quel tuono improvviso
In quella montagna solitaria
Dove il tempo è fedele vassallo
Di una natura madre benevola
Dove il silenzio schiaffeggia la frenesia…le urla
Di un mondo allo sbando
E poi come in una favola
Ti appare la Signora della montagna…
La vedi bella in un manto di stelle
Vicino a quel ruscello
Che ti sorride intonando un
Canto di pace…
Ed io dolcemente le sussurro:
"Vorrei dimenticare tutto ciò
Che si dice umano…
Vorrei che la mia vita
Trovasse la pace…
Quel salice piangente dove
I due innamorati
Si sono detti addio
Vorrei nascondermi al mondo
E solo piangere la malinconia…
Signora della montagna
Vorrei trovare la chiave
Del tuo sguardo
E vagare nella sera
Del tuo cuore…"
E tu sei felice…è come riassaporare
La ninna nanna di tua madre…
Chiudi gli occhi,l'aria odora di rosa
Una musica silenziosa accarezza il tuo pensiero
Ma all'improvviso ti accorgi che
La Signora della montagna è svanita
E allora senza paura
Accarezzi la tua fragilità…
Lacrime di gioia regali a quella montagna…
Pensavi di essere morto,ti riscopri vivo…

La signora della montagna
La luna pallida consuma malinconicamente anche questa ultima mia sigaretta
La città mi stringe alla gola…i fantasmi del passato bussano alla mia porta…
All' improvviso nella notte come l'assassino dal luogo del delitto
Scappo dai miei perché …
La nostalgia di un giorno lieto ti incendia l'anima di zucchero filato…
E allora cerchi la verità…la pace a tutti i costi…
Come un bambino che cerca il grembo materno ti rifugi in quella montagna
Nella solitudine di una baita…dove magari un vecchio nostalgico si scaldava
Un piatto di minestra conversando con quel bastardino amico di una vita…
Oppure dove due giovani amanti sorridendo a Venere varcavano per la prima volta
Il cancello di quel giardino proibito…
Qui in questo luogo baciato dalla sacralità del pensiero che viene dal cuore
Il tempo non è tempo…ma fedele vassallo di una natura
Madre benevola…
Il silenzio schiaffeggia la frenesia,le urla di un mondo allo sbando si frantumano
Nella tua ritrovata essenza…
E poi,come in una favola che mai pensavi di poter vivere ,ti appare lei
LA SIGNORA DELLA MONTAGNA
La vedi bella in un manto di stelle avvolta dal candore di quella nebbiolina sottile
Vicino a quel ruscello che intona un canto d'amore…
Ed io dolcemente le sussurro:"vorrei dimenticare tutto ciò che si dice umano…
Vorrei che la mia vita si tingesse di giallo…trovare quel salice piangente
Dove i due innamorati si sono detti addio…
Vorrei nascondermi al mondo e piangere di nostalgia….
Signora della montagna vorrei trovare la chiave del tuo sguardo
E vagare nella sera del tuo animo…"
Tu sei felice,è per te come riassaporare la ninna nanna di tua madre…
Chiudi gli occhi,l'aria odora di pesco…E poi senza un perché ti accorgi
Che la signora della montagna è svanita nel nulla…
E allora senza paura accarezzi la tua fragilità…
Lacrime di gioia regali a quella montagna
Pensavi di essere morto,ma ti riscopri vivo…

Duchessa
se fossi un pittore in preda ad una amorevole conversazione con la tela ancora intonsa...e i colori accesi..tu saresti la sola in grado di manovrare la mia ispirazione
..vola il pennello sul foglio ancora vergine..un fiume..un ponte ed un lampione...ecco adesso ci sei tu...capelli rame e riccioluti imprigionati con cura nella morbidezza
di foulard d'altro tempo ....quelle perle a doppio giro...si sposano silenziosamente...brindando attorno a quel nobile collo...la camicetta di seta rossa quei tre
bottoni aperti che dicono e non dicono...e la gonna di velluto nero portata rigorosamente al ginocchio...lascia intravedere lo stivale che fascia la lunga gamba...
sulle spalle una giacca nera...vola nella notte complice ...il tuo volto è segretamente rapito da quegli occhiali all'ultima moda...

Caos
"La vita non è altro che un inespugnabile campo di battaglia…
Per vincere il soldato deve sognare quello che il nemico teme
voglio essere ciò che non sono per capire quello che realmente
Sono…
Una pattumiera colma di letame…una donna agonizzante che sputa sangue
Una bandiera che non sventola più dimenticata in tintoria…un gruppo di
300 anime mezze vive e mezze morte incatenate a quell'albero insultano
Quella putrida fiera che ha succhiato i loro stupidi cervelli…
Lampi,tuoni,grandine e sole…in quel cielo puzzolente…si libera in volo
Un dromedario dorato…è la carrozza della Speranza che sta bussando
Nel cuore di quei moribondi…



A Erik

Quando ti ho visto per la prima volta raggomitolato
perso nelle braccia di tua madre
è stato come se un ciclo di vita
fosse improvvisamente andato scemando
ed una nuova alba avesse bussato al mio cuore
e più ti guardo più mi accorgo che cresce il desiderio
di diventare padre
sei forte,testardo proprio come piace a me
se cadi ti rialzi senza pianti e con regalità
tu brami il tuo palcoscenico
ma il palcoscenico è una bella utopia
una balla colossale
che prima o poi ti rinchiuderà in una gabbia
cerca la chiave e scappa da te stesso
rifiuta di indossare qualsiasi maschera
perchè questa lentamente
ti divorerà il cervello e il cuore
non rinunciare ai tuoi sogni
per l'egoismo di chi ti ama
difendili con i denti e con le unghie
perchè essi appartengono solo a te
non mentire mai a te stesso
perchè col tempo ti accorgerai
di aver costruito un castello di vetro
e il primo vento prepotente
te lo distruggerà senza pietà
e allora guardandoti allo specchio
non ti riconoscerai
e con le lacrime agli occhi
conterai i tuoi fallimenti

Ruvidi Ricordi
Fiocco azzurro,fiocco rosa,
risate in quella stanza che recitava
un Miracolo destinato ad infrangersi …
Una bambola sdraiata in un lettino di rose;
un trenino che correva nella
Valle della Gioia.
Quella mano sulla chioma riccioluta,
quel viso sulle ginocchia …
Il Sole prima del Temporale!

Ossessione
Miserabile quel giorno in cui imolai il mio cuore sull'altare di Fricka
Era bello veramente bello il solo guardarti perchè nei tuoi occhi
io leggevo la mia follia perchè nelle tue labbra io percepivo la mia sconfitta...
dovevi essere mia assolutamente mia perchè io mi prostravo
d'innanzi al tuo essere donna ...
stupido io che nella mia ingenuità imploravo al tuo sorriso un inutile TI AMO...
ma il buio di un sentimento tragicamente comico mi fece fare quel patto
fu così in preda di astinenza del tuo profumo chiamato desiderio
che invocai l'orrida fiera e giurandole fedeltà d'intento
insieme a lei costruì la tua prigione...colsi i fiori più belli e te li donai...
presi due monete d'oro e le gettai nell'angolo più buio di quella gabbia
tua dorata...
Ti guardai vestita di quella malinconia a me tanto cara
quella stessa malinconia di un figlio che chiude dietro di sè la porta materna...
ma dovevi essere mia assolutamente mia ...
consegnai le chiavi a quel mostro e scappai ferito nell'orgoglio
in quella notte senza luna...senza stelle...
e ancora oggi che l'amore è solo un pallido ricordo
quando la luce si addormenta tra le braccia dell'amante severo
il tuo volto triste bagnato da quelle mille lacrime di nostalgia
mi perseguita senza pietà....
dovevi essere mia ma in fondo al tuo cuore non lo sei mai stata....


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