Tangò
Poso il mio braccio sulla tua spalla,
in un intreccio appena abbozzato,
tu lo sostieni con la forza del tuo
che s'avvince dolcemente al mio fianco.
Poi la tua mano s'offre alla mia
in un abbraccio che ci contiene
chiusi in rotondità di sogno
in un unico sguardo s'alza il sipario.
Tu su di me, il busto eretto
appena un poco inclinato in avanti,
è quasi per te un piegarsi in preghiera, verso un immagine del creato.
Stabile e morbido sulle tue gambe, mentre le mie fletton leggere
e un piede in punta s'appoggia lieve
mentre l'altro la caviglia sfiora.
Scorrono morbide e profonde le note
tu le senti attraversarti
poi il tuo corpo si muove
e mi porta con sè.
E in questo abbraccio t'ascolto, seguendo la trama che tessono i corpi,
e il mio seguirti è una sorpresa
una scoperta che si fa sempre nuova.
Ed ogni volta anche tu non sai
quale sará il prossimo passo
perche' nemmeno a te il cuore
che si svela poco a poco,
puo' rivelarlo.
Essere ciottolo di fiume
Essere ciottolo di fiume
è di gran lunga sosta più felice
Sbagli se credi
che vi sia più amore in noi
che nel più anonimo granello dentro al mare
Per noi, se fortunati,
si fa bottino delle carezza nell'infanzia
o della breve "danza" ammaliatrice dell'età matura
Ma per lui, ignaro sassolino
miliardi e miliardi di carezze
lasciate dal dolce e inconsapevole
scorrere del fiume
lambito da ogni parte
diviene rotondità di bacio
antico e senza fine
Poi una mano lo solleva
svelando -dorate- virtù divine
per dar lustro alla nostra piccolezza:
Ora, nel piccolo amuleto sopra un neonato petto
Ora, nel simbolo d'amore d' anulare vita
Ora, sulla maschera mortale di lontani e antichi re
Ora, e di nuovo,a roteare per l'infinito spazio:
restare sempre cosi
come un caro ciottolo di fiume
Sono piena di stelle
Sono piena di stelle
galassie sfrecciano
avvinte
da forze gravitazionali.
L'universo di luce e fuoco
m'innonda
caroselli d'energia oscura
m'attraversano.
Poi guardo fuori:
nulla cambia da qui.
(Poesia tratta dalla raccolta: "PETALI SUL NULLA" Editore Firenze Libri
-
Luglio 2009)
Non dirmi
quando sarà il tuo ritorno
perché il mio prevederti
ti eclissa
Se mi elevo a veggente
muore l'inatteso sentirti
la mente non distingue
la consueta presenza
l' incorpora come nube su nube
Sfuggi al laccio del mio pensiero
come inverno sorpreso da estate
e ogni volta rivestiti
coi pensieri che la mente -gendarme -
occulta
Tra gli smarriti velari
avvertirò nuove profondità di canto
così, per gioco,
a colmare, breve, la misura
che mi separa dal soffio.
Presenze nel buio
(Kosovo 1999 - Campo profughi)
Senti le voci mozzate?
Solo il silenzio fracassa il boato delle vite spente
Quanti sussurri di lacrima
Denso impasto il dolore
Ora
sopra i campi
solo l'ombra del nulla
Vana inciampa la preghiera
Ma - ti prego -
sussurriamola ancora!
Testimoni silenziosi i nostri cuori
stringendosi
inciampano sugli occhi attoniti
Guardando l'orizzonte
non lasciare la mia mano nel buio
forse un bimbo, oltre il mare
potrà sentire - ancora -
un tepore di vita lontana
Schegge
La gioia è un lontano
sentore di brezze
su cui posare il piede
allentando la stringa al calzare
Per gli intrepidi
ha minuscole schegge di sole
solo alcune - rare -
sanno trafiggere
Felice falena
Qualcuno trasporterà il tuo corpo
dove un attimo prima abitasti
spinto alla vita all'inizio
respinto alla fine
Ora, nel cunicolo chiuso
si consuma l'alchimia della carne
Vorrei fosse di nocciole e mandorle
- con un soffio -
scoperchiare il sigillato guscio
per lasciarmi avvolgere
dal tuo volo
felice
di falena.
Transito
In certi momenti di vita
gli ostacoli premono
sull’acceleratore
in sorpassi d’azzardo
Che molte vite transitino
nel buio dei veicoli
è risaputo
e rimanere – come si rimane –
all’ombra delle cose
dà regolarità cardiaca
In pochi a seguitare
l'inquietudine
la rovinosa vertigine
per vissuti contro mano
Mentre il cuore apparecchiato
s’appresta a desinare
le falde mute
dal trapuntato cielo –scrutano-
complici silenzi
Fatate messaggere d’esistenza
seguono –caute-
la sinuosa e antica danza
sulle terre dei cuori.
Poi dissolvono sazie –come il piacere-
in rivoli discreti.
Le auree ciocche al tramonto restano impigliate ai vuoti avanzi di sole Nell’ombra chiedono per ultima la grazia di perdere –delle tue dita- dopo il ricordo memoria
Soli dell'inverno Quando molto è stato detto ancora nulla il tuo primo gesto muove. Poiché esso legge lento -come labbra - il solco remoto degli assopiti fiori. Abdicare ai baci è un addio di soli che non hanno potuto ardere l’inverno. Per un momento essere oltre ogni cosa ascoltando in lontananza quel movimento a scatti contorti. Forse così potremmo sorridere ironici osservando, in zona franca questo nostro essere pagine strappate sofferenti, con garanzia a vita. Essere sempre dentro implosi col dolore senza sbocco né ritorni mi conduce a sospettare un paradiso nel silenzioso abisso della terra. Insoliti narratori Quando l’eterno narra ci usa come labbra scegliendo tra i nostri il desiderio senza speranza: fissare il nostro Nome su frammenti di stella o in certi Campi dal profumo di Mirto. Quando la vita narra lo fa con poco prende una mente in prestito e dischiude la porta. Più spesso, scorge mondi d’ironica memoria dove si è ricordati – se ciò accade- per qualcosa, di cui non ci accorgemmo. Celata Migrazione Anche il cielo migra lontano tra le pieghe di novembre dove il seme tenta solchi nella zolla troppo arata C’è una strana migrazione nei cieli autunnali e gabbiani dal volteggio urlante sbirciano la discarica Non è un mare d’ampiezze celesti ad accoglierli né nido mosso da brezze tra i frutti pigolanti solo arrancare frugando miserie per qualche avanzo di meridiana Altro migrare più ignoto scorgo d’improrogabile telegramma come d’arrivo che ha in serbo l’addio sperare terre prossime al cuore per una pagine scritta a matita E poi smarrirsi, sentendo l’assenza -negli spigoli della memoria- di un indelebile traccia dell’anima da serbare –a breve- alla celata migrazione. Bevo da un calice che ha trame sottili vene trasparenti di nuvola Il sorso è effluvio d’aranceti risveglia movenze d’estasi sul tuo alito d’affanno Lo riverso nella ghianda lontana che attende le prime arboree mani Se una brezza d’ali lo disperderà l’odore intatto dell’autunno ridesterà memorie Davanti a Sisley Sospeso è il tempo e il paesaggio trasfigura L'attimo fuggente cristallizza quest'idillio Non brama del corpo ché misera guida della mente Oh! ingiustizia del Creato che mutevolezza inconsistente nella cenere al più, graziosa cornice illusoria poiché nell'immagine è l'immortalità del pensiero. Frammenti sul nulla La mente inquieta non ancora pensiero plasma desideri oltre l’orizzonte Mentre l’istante dissolve la memoria rarefatta sul nulla lascia cadere languida un ricordo. Odori d'addio Sfatto è il luogo del piacere ricomposti i pensieri e i gemiti adagiata riluce l'evanescente forma riecheggia il tuo odore la gioia: ogni volta è addio Briciola di senso decantato il dolore affiora la gioia leggera- come un vino di poche stagioni- raccolta in canestri di lacrime sorvolare come ombra il velo del giorno rifuggire l’Icona smemore al senso dissolta nel fatuo presente dal Nulla trarre questa Briciola leggera con disperata meraviglia
Distonie
dell'umore
che preme
che spira
sulla sfasatura
della fessura
nel labile filo
sospeso
in altura
del tuo pensiero
che muta
di sbieco
e stilla
sul mio
incrinatura
fuggevole
volo
della parola
che scivola avanti
arretra
si accosta
vicina
e ritorna
armonia
di risposta
Ultimi bagliori
Purificata dal fuoco
Vorrei
Bruciare la vita
in me bruciata
Perché gli ultimi bagliori
ricordino al vento
la mia appartenenza
al Nulla
Trame
Scatole fluorescenti
a sera
sentenziano
l'improbabile finale di puntata
Chi più
chi meno
è un frugare
le pullulanti inutilità
Distratte, le inconsce mani
frugano i tasti
mosse,
da implacati bisogni
Sola, rannicchiata nell'angolo
svanisce - smarrita -
come fragile traccia sudata
la trama - labile -
di un senso
Godi-menti
Il piacere
é lui
il primo che accoglie
Effimero e breve,
dischiude i cancelli
per l'incognito viaggio
imminente
E affinché,
la mente sia
ammaliata e ubbidiente,
sospende
momentaneo
il dolore
Nebbia
"…una voce svanisce tra le onde della radio…”
Dispare ora
il mondo che crediamo
avviluppato in nebbia
Sollievo dal dolore
se solo, velo a velo
ci fosse
la realtà dischiusa
Poter vedere del Nulla il poco
e ciò che manca – trarlo –
da un immaginazione cauta
Indifferente a noi
l’insospettata mano
ineluttabile
non cura
il nostro essere – di vento –
per eccesso di miopia
la nebbia
vestita del suo nulla
nascosto ha molte vite
Qualcuna –di più invidia –
a capriccio e ricordo,
ha sottratto
al vuoto
di cui siamo sostanza
Traci-mare La coscienza contiene - esatta - il nostro limite. Il dolore ne è prova. Quando esagera tracima l’argine -invisibile – che lo raccoglie Gli esuberi - mai dispersi- d’appartenenza inviolabile - sono dosati- goccia a goccia all’attimo in cui riprenderemo fiato.
Sorge la luna Sorge la luna dietro a fatue nubi ha messo poco belletto solo una traccia di rosea polvere alle gote. La nube su cui posa sferica la guancia l'avvolge donandola al silenzioso battito delle tue ciglia -che so- ci accoglieranno. Tramonti notturni Nel nostro limite certi della scadenza essere sguardo oltre l’ invalicabile rompere i sigillati dubbi ingannando l’incertezza. Distendersi in arcobaleni sui desideri del mondo da consumare, fino all’ultima stilla e attendere… …della notte i tramonti. Dissolvenza d’amore Nel ricordo ero fuoco con la veste di luna appesa ai capelli da sembrarti pallida Poi il sole scarlatto impresso alle labbra perché non giunga del bacio l’ultimo… …disperso nel vuoto sapore antico e nuovo Tu mia polvere del cuore trattenuta in volo. Diluviati Questa notte, ha ceduto anche il pianto sospeso, nell’aria tra i corpi troppo stanco per osare la scena Così, la pioggia, che guardava dal vetro ha preteso di entrare, con un colpo di mano il bavaglio alla bocca stretto il nodo alla gola con dolcezza: ci ha pianti inzuppandoci il cuore. Tepori autunnali T’amo Come ombra muta di vento Quando il vento sconvolge le tue tristi ciglia T’amo Come esile goccia di pensiero Quando il pensiero svapora nei lembi della mente T’amo Come ebbra sera d’autunno Quando l’autunno languisce teneramente attendo T’amo come petalo caduto sul tuo labbro quando il tuo labbro si accende oltre l’inverno Tracce d'Esistenza Il Cuore chiede: Ascolto, Condivisione, Amore Breve è la Traccia lasciata nella Memoria Ma tenace la gioia d'Essere Nessuno può toglierci del Sogno la Realtà e sorride silenziosa la Vita. Ombre e Luci Sei tutto ombre e luci nel contorno del labbro fino al limite dell'occhio - Con tenui sguardi lambire remotissime dune dove rincorrere il tuo spoglio dorso- Lasciare al tuo tocco scorgere la dolce vena che sale dal ginocchio fino al ventre taciuto non più svelante ma autentico di luce - tuo - Annullarsi alla tua profondità non è ancora avere la tua più piccola sporgente fossetta d'allegria Voci silenziose Silenzioso t'accosti dove tace l'attesa e la muta parola frantuma Sapiente voce in dita si cela lambendo fuggevoli delizie. Nel Silenzio Noi ignoti, nell'oscurità silenziosa immobili. Libriamo eteree Nuvole zefiri immortali. Rose velate sospesi tra rabbia e cuore muto avvinghiare di carne fili a piombo su abisso accogliere su voragini brandelli di cuori martoriati da dardi discreti sul versante salino commuovere col medesimo occhio le rose velate. attendere, Passaggi… annusando petali su facciate antiche |