Poesie di Ersilio Campostorto


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Il giardino urbano che puzza di gasolio bruciato
i bimbi e i vecchi creano il cerchio e
dentro giovani studenti vuoti e appariscenti come greggi industriali
anime da catena di montaggio in corpi primaverili barbaramente addobbati,
i manichini ora stanno fuori! svetrinati !
Non piu' oggetti immobili di un vezzo estetico, ma automi deambulanti
di un'estetica totem simulacrale del cadavere organico dello spettacolo carnascialesco dell'essere urbano.

In tempo di democrazia e lex popolar-capitalista
È dura per gli egotiranni.
In un epoca di diritto alla schiavitù
Si ha il dovere di pietrificarsi e creare simulacri folli.

Ho fatto un sogno
In una stanza infinita
Infiniti orologi
Il mio corpo era un occhio
Il tempo mi accecava
Infinito Biancore
Un atroce sofferenza.

Sarò finalmente vivo, non più solo reale,ma, intento vivo nell'immanente,
quando sarò capace di abbandonare l'identità per la morte e il tormento della resurrezione.
Quando sarò altro da me, colui che tiranneggia e parzializza l'Ente soggettivando,
inventando l'esistente.
C'è oramai una millenaria patologica schizofrenia.
Non c'è anima e corpo, ma, cadavere organico e fantasma divino.
Sono ancora un cadavere spiritato che deve nascere alla fine della sua esistenza…
Sono nato morto, sorto alle tenebre;
morirò vivo, risorto alla luce?

Come se fosse l'ultimo giorno col mio corpo,
il luogo, le situazioni, la paura, l'ansia da galeotto.
Mi illudono castelli di rugiada evaporano
E giocano gli anemoni con libellule e culi psicotropi.
Mantengo fisso lo sguardo sul paesaggio,
concentrato sul niente(O)
Sento rumori come frastuoni da formicaio
Sto sognando…addio.

…quasi morto, la guerra sta per
raggiungere il suo apice,
l'occhio sanguinolento e gonfio,
le ossa spezzate, i muscoli impazziti, spastici,
anarchici e sfibrati,
il cuore acronico, ansioso di pompare,
costretto nel claustrofobico cadavere dell'intento ferale,
lo stomaco ano-ressico, pigro e lento, ebefrenico!..
circondato dal Tiranno dei sensi "cogigolo",
folle autoritario cadavere viandante prigioniero…
qual è il tuo vero nome?

Non ci si può fermare adesso,
non si può annegare nell'interesse
non ci si può ingravidare del quotidiano
altrimenti aborto e maschere da democirco.
Le matrici e il flusso dell'oblio
saranno la nave e il mare di questo viaggio
tra l'ennesimo solstizio ed equinozio.
Il re sacro è ancora agonizzante perché
suo gemello teme l'Uno…
Ti verrà amputato il braccio destro
o sarai crocefisso ad un pruno selvatico.
Squartalo e divoralo!

Mi rincorre il solito dubbio,
l'eterna mortale domanda di un esiliato:
"E' l'esistente che crea l'ente
O
È l'ente che genera l'esistente?
Solo il fuoco e il ghiaccio hanno la risposta.

Noi siamo 11,
siamo nati morti.
La vita è una deiezione dell' eterno gioco inconscio della morte col vento…
Siamo marchiati dove non si può vedere
La nuca è il grembo e la tomba…

lo scantinato onirico si riempie,
il buco diventa sempre più profondo,
le nuvole si ammassano grevi
e promettono diluvio;
avrò un grembo umido
e la mia voce sarà linfa e radice
e il mio corpo putrefatto
sarà matrice per funghi sacri.
L'anima morirà con me e nascerà un sasso.

Ma io non voglio lavorare,
non voglio essere presuntuoso,
non voglio grattare la corteccia dagli alberi,
non voglio graffiarmi con il rovo,
non voglio giocare coi sassi.
Non amo le stufe sulla neve,
non amo il fondo delle valli,
ho il terrore dell'acqua
,ma,
voglio e so che la sua sconfitta è solo una tregua,
non amo la vita,
este(a)ticamente attratto dal simulacro della morte vivente
sono come un sasso che si sposta casualmente,
preso a calci,
trascinato passivo
e ostinatamente sasso
che ,
nonostante tutto,
vilmente fugge l'acqua.

Lenta e parlottante l'aria si sposta…
È l'eco dei muri
E dei morti che li adorano.

Queste rocce giovani e già orfane
ospitano formiche e muli nei loro grembi
fertili e vendicativi,
non ammettono sacro nel micro,
non ammettono muffe sacre e linfe aliene,
e maestose quanto misere non sterminano
la soma delle loro "favolose" valli,
gente che ha pietre nella testa e
caga merda inorganica.
Una pietosa pena mi cola dal naso
per queste montagne
fin troppo ospitali e sovraffollate,
sono come troie impestate.
Montagna e lavoro
generano mostri materiali.
Qua dio è un crocifisso,
le valli sono distese di crocifissi.
Fiumi di rovo scorrono lungo queste montagne.
Ci sguazzano muli e vespe affamate
e qualche gufo esiliato e confuso
che si flagella e bestemmia.

Ho leccato il lercio limo intimo limo
Nello straniero amorfo borgo
Trascinato da sentieri d'antiche polveri
Immobile……

Inizierò usando la solita esiliante parola…
Io
Apolide dell'esistenza,
bulimico di identità labili e sfuggenti
continuo a frugare tra stronzi patafisici e puzzolenti
con il disperato desiderio di trovare pezzi di me,
frammenti di identità organica sacra
che ha passato tutti gli stadi dell'organica!

Il dio del sole nero mi concederà
I suoi frutti bagnati d'ambrosia e miele.
S'avvicina il tempo della luce che rende tutto oscuro
E ricompone gli spiriti frantumati.
Berrò ancora dal seno di Yacca
E abbandonerò le vestigia del grigio fallimento.
Il redento claudicante ora è pronto
Per l'apprendistato del guerriero…
Fra 3re lune l'avvento dell'AION.

Ho sempre desiderato un corpo glabro e privo di orifizi,
brillante come il sole o scuro come il vuoto.
Veloce, agile, sempre immobile.
Un corpo per ogni stato dell'essere
E un anima per ogni non-stato dell'ente.
Ho desiderato un corpo senz'occhi
Per vedere
Ho desiderato un corpo senz' orecchi
Per sentire
Ho desiderato un corpo senza pelle e nervi
Per toccare
Ho desiderato un viso senza naso
Per odorare
Un corpo senza sensi per sbarazzarmi dell'anima.
Per essere
Niente di tutto quello che è stato,
per sconfiggere l'Uno,
per farla finita con l'idea che
"io sono vivo"
…vivo nella realtà e morto nel sogno,
dal quale non smetto di resuscitare…
immemore.

Tutto mi passa sopra come aria sporca, lasciando residui psicosomatici,
non sento né crescita né irrobustimento, la memoria è come un campo d'erbacce
che bruciano e ricrescono senza ricordo come neve che cade copiosa
ammantando la terra per poi sciogliersi ed evaporare tutta e allontanarsi
senza lasciare una goccia d'umidità in questa terra disseccata
e bruciata dal freddo fuori e dal magma dentro;
E' un disordine da regime quello che regna in me!
Come un sasso trasportato da un fiume eterno, che si leviga, fino alla consunzione.
La nausea segue il pensiero formulato come una malattia del rifiuto più recondito.
Sono nato per percorrere meccanicamente il sentiero di una morte inutile?
…e la speranza grigia che mi fa credere in lei, la morte come unico evento percettibile della vita?
La nausea… che se ne fa dIO di me?
Serve carne per la fame eterna!?

Le ombre, i riflessi, l'ansia
E la prostrazione all'alba,
il sangue torna alla terra
che si concede al mare ultimo…
il fuoco si innalza in enormi colonne,
il vuoto si muove, prende velocità,
si fa movimento.
L'avvento del divino non prevede testimoni.

Parole per qualsiasi voce
Respira la spirale
Il tempo delle seghe è finito.
Sono un pezzo di sterco divino disseccato
Sarò polvere che tornerà alla vita
Sarò musica nel vuoto infinito…

Universo,
riflesso,
Un viso inverso,
torvo, nervoso,
ruvido lo sguardo
si contrae…

Bisogna astrarsi e respirare
sangue e aria polverosa.
Nell'arenile la moquette non sfigurava e la cenere nell'osteria era eterea e ammaliante,
lo spago legava mani levigate e i cavi connettivi seguivano spirali inconsuete
nel tentativo di raggiungere i colori dei cervelli ubriachi.
Il mare e i suoi tentacoli giocavano alla svastica con ruote, terra e aria,
incuranti del pericoloso fuoco che cercava famelico un bucombustionante
umido di olii olezzosi, idrogenati.
Nel tavolo del clero dei cadaveri blateravano:
-La Pergamena, scrivi e il sangue fluirà!
Disse il prete;
-Ogni lettera è una cellula corrotta, cancerogena!
Ribatte' lo scriba;
-Io scoreggio,dimeno il batacchio e lecco l'ano dei topi…
e per questo sono Santo!
Disse dio ai suoi miserabili figli.
…………………………………
Le montagne sono sparite e gli alberi morti,
dove prima erano ora è solo freon e alberghi.
Le talpe e i lombrichi sono l'unico esercito…

Nelle parole tue vuote
polvere nel vento che disperde
morali fiducie affidate a
fondi di coscienza mentre bocche fameliche
di sguardi e attenzioni
eccitano il sesso latente…
Carico di mistero l'inchiostro di questa penna dice
le verità del riccio,
lussurioso e vibrante…
il Vizio
nel mare in tempesta.

La svastika nella stella
Periodo di crisi, paralisi del cristallizzare,
spasmi del tatto liquefatto,aneliti di movimento penetrante,
visioni di sguardi apoteotici, fiammanti, vermigli.
Ossesso delle formiche disoccupate e smembrate
e disorganizzate e sessuali.
La morte che si traveste da sipario,
confonde lo sguardo del teschio scarnificato,
l'occhio brucia di polveri ossianiche e…
lontano echeggia il richiamo della lontra…ancora…
…dall'alba atomica.

Ci sono ammalianti vanità che vagano nei flussi immanenti
Che ci avvolgono e modellano.
Io, mai ammaliato, colto di sorpresa!
Investito dal fascino vanificante femminificato
Mi sono lasciato toccare e baciare e penetrare,
abbandonando ogni organo, ogni nervo, ogni muscolo,
mi sono rifugiato nel sangue, ed innocente ed ebbro
mi sono fatto trasportare…fino all'erosione.

Dal mio piccolo e catarroso sempre voi!
Figliastre del mio pensiero;
vi rappresentate solo nella contingenza più arida
e nella disperazione più nera e lacrimosa…
le lacrime, vostre sorelle, si nascondono intimidite
di fronte al vano organizzare che qui ora appare…
Voi mi inaridite ma non posso evitarvi.

Senso e Latta
Gas per la libidine
Acido per le porte
Olio e sfregamento per le serrature arrugginite
Aria alle cavità umide!
E non c'è niente che conti di più della terra sporca.
"POTERE AI MUTI!"
disse il non-santo
"A FUOCO LE DOMENICHE E LA LUCE"!
Disse il non-santo
Risate vane e pietoso pianto…
O tonanti getti d'anidride carbonica
Non ci daranno le violette del caos
Cerulee opache.
Ma la vita prega
E s'inginocchia
Il vile scheletro.

Sono morto a 17 anni
E ho cambiato nome.
Mi è rimasta l'estetica dei sensi,
mi è rimasta un'arida intelligenza,
un corpo frantumato, elettrico,
il suo livore,
un angelo dell'innocenza morbida,
la solitudine degli avvelenati
e,
sopravissuta,
la coscienza, idra bifronte,
l'edera a due dimensioni,
la galera organica.
Ora ho 29 anni,
sono un cadavere che attende l'oblio…
…la putrefazione.

Spaesamento e empatiche esitazioni,
polpi, mufloni,volpi, orsi, caprioli, donnole e lupi
s'atteggiano in situazioni di sodomia quotidiana
per poi masturbarsi socialmente
prima della venuta di Morfeo.
Una merda congelata bianca,
marchetta da schiavetto del sollazzo borghese
che mi campa mio malgrado…

Madre sei!
Tu sei la scintilla,
hai infiammato le braci
madri di questo ventoso fuoco!
Fuoco malato,contorto,
flebile e soffocante,
palpitante e querulo,
spire di fumo dense e attorte
dall'olezzo infettante.
Fuliggine, nera fuliggine sulle pareti.
Tu, scintilla inconsapevole,
le braci arse a fondo,
la legna marcia e umida
gocciolante di me unto.
Acqua purificatrice!

Art,icolo leg.ato so'stanza \ è nome{di,stanza attimo^di} attrito scivola.mento con;giunzione dilata zzzzzzzz Aion entra,tra;tra/tra!tra pane cibo spostato pene(trazione) trame pos"sesso" o appartenenza battito d'ali seg(he)menti curvi per unirsi…accarezzare
Passato da (verso?i) brocche di mercurio azoto dolce nell'immobile pene(trazione!!) femminile con solidale furto di consolanti caldanetereeeeeeeee…eeeeee
I(o)l guado del con-fine tra )( {(AbissiVertorizzodiagospiremploxxx)}
Amore {come?) corre la terra (al) fradicia emette vibrazioni che (la) Luce calda del genitore infuocatoFrocioViscerale evapora in bolle d'inesistente rappresent"azione"§
Merda con sessi multipli(-----)tutti e 5 si fottono nel puzzo di madreperla - penetrazioni endorganiche e Vermi che cerc.ano. anfratti scarnificanti, vogliono bruciare il desiderio, vogliono squarciare e far entrare luce!
SQUARTARSI, ILLUMINARSI, darsi all'im(moto)materiale, all' immanente ORCAS-OM§-

Alla sua destra il maiale porpora giocava col treppiede di ghiaccio parlando di suoni di Plutone e rivoluzioni di Cerbero; alla sinistra il candelabro con sette anulari mozzi e la divina danzatrice d'aria librava i suoi flutti vorticosamente e poi immobile, sospesa devastante immobilità dell'attimo! Sconcertava l'estasi di una folla di onanisti, dal basso, i serpenti cingevano colonne falliche semisommerse dal mare.
La Lontra ardente dall'alto allattava nubi ingoiate e umide, il Sole guardava verso Est, a oriente di tutto, rimpiangeva l'eterna rivoluzione, la nascita, eterna mestruazione della vita, sangue profuso per mancanza di spirito, spirito latitante dall'organizzazione biologica, nel profondo, nelle viscere infuocate, nel suo rifugio senz'organi il cristo muscario, bione, risorto all'oscurità ardente rideva e rideva, accarezzandosi le corna da cervo latteo.
Rideva della carne che ancora brulicava nel suo spirito,
nel suo scheletro da Dio scarnificato.

Non saremo mai una stella.
Librare negli archi stellari,distillarsi nel contrappunto nero-bianco
Disorganizzandosi nel buco nero che è "mente".
Darsi sostanza scarnificandosi, diventare luce che vede, si sposta e si muove deionizzandosi nel buio.
Elementare vuoto primigenio senza più genia.

Purgato l'organo rinasce simulacro di liturgia medicata
Persa la tecnica non c'è altro evento che la morte
Deviare l'apparenza della motilità organizzata
De-i(edi)ficarsi da soggetto presente ad oggetto assente
Costruire antIdoli,
agire
consumare il corpo
la parola
la "creazione"

Sto galleggiando,
le profondità mi spaventano,
ho muscoli atrofizzati e cervello bollente
non riesco a volare; nemmeno ad evaporare,
e non voglio più nuotare.

Nascondetemi, ho perso il sacro terrore
Ho dimenticato la nascita
E confondo oblio con morte
Sono carne insipida per squali di sale

L' Oggetto, per principio di sottrazione
È superiore al soggetto
Perciò se dio è…
È' Oggetto
(Il dio delle moderne religioni non è che un misero simulacro della patologia semitica)
Dio è ariano, "superiore","conciliato", senz'anima…
Se dio è,Esso non ci appartiene,
noi siamo carne per la fame eterna,
più siamo meno siamo!
e ancora, sarò blasfemo!
Il cerchio non è più sacro,
l'uovo deve schiudersi alla luce della fine di ere croniche.
Aion è il futuro trapassato.

Nel deserto, i cammelli ciondolavano incoscienti, consci del loro viaggio,
il ghiaccio stritolava le membra del vagabondo Infinito ,
sempre più sensibile al suo corpo.
Il pensiero era un essere strano,vedeva, prodotto di carne eterea e
Percettiva, un buco nero al contrario…una sorta di Ano divino!
Ano che caga messaggi d'energia che puzzano di organi e vita agita.
Un fuoco gelido come l'aria della terra nel 3049 d.c.
O nel 13049 h.s., o sempre per chi vola.

La sega mentale, la non-pratica,
Il fermento, lo sperma inghiottito,
ABORTITO…
Bisogna saper aspettare
Bisogna ingoiare fiumi fognosi
Bisogna temere il ritorno
Bisogna vomitare
Bisogna l'autoflagellazione
Bisogna essere vuoti
Bisogna sopportare la sopportazione
Bisogna strisciare
E continuare a respirare…

La morte mi piscia in testa…

Voglia di cercare, scavare, scalare, percepire,
giocare,
esprimere parole indicibili e risa assassine.
Ma l'esistenza é stato, il "creato" è
Vapacquacciore!
E' una divinità schiava del flusso eterno
Che noi chiamiamo "movimento",
che
crea energia
che
genera calore
che
trasforma tutto!
Il concettomeno onnipotente ed Uno definito "calore".
E' la matrice di tutti gli elementi,
l'intento che modella la sostanza,
il formatore, l'eterno ritorno,
il Sole,Dio.
Quello che è non può esistere;
non soggetto, né oggetto, forse getto… è indicibile, increabile.

…io, soggetto creato, nato!
Appunto morto… esisto!
E quello che esiste non può essere
che materia organica,
nient'altro che merda di Dio che comincia a seccare.

Svincolarsi dal ciclo rivolutivo,disgregarsi per decircolarsi, dirottare e colpire duramente la percezione! per esautorarsi dalla civilta', fuori dalla "societa'",
dentro l'umanita'! l'unica e possibile aggregazione,
solidarieta',contatto e l'amore???
Stanno al di fuori della "societa'"…
Non ci resta che essere male
o terribilmente bene.


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