Poesie di Pietro Peter Capra
Home page Lettura Poeti del sito Racconti Narratori del sito Antologia Autori Biografie Guida Metrica Figure retoriche |
EUROPA In
onore di Jack Kerouac, Bob Dylan, Julian Beck e di tanti altri. Ballata triste per i giovani americani. Dall'America giunse qui nell'Europa l'urlo d'amore e d'angoscia, dallo spazio infinito in cui uomo e compagna smarrirono l'Eden, dall'America con le armi lasciò orme profonde di fuoco e di sangue calpestando il mondo, calpestando la povertà del mondo, calpestando l'ignoranza del mondo. I giovani Americani sfidarono i padri avvolti dal petrolio, avvolti da iniqui poteri, armati fino ai denti: i venditori di morte, i gangster malvagi, i ricchi ottusi. I giovani soli pagarono il loro prezzo di sangue. Certo, non c'è nulla più potente del danaro e quei giovani osavano urlare che dei soldi non c'era bisogno; certo, avete riso di quel sogno mentre i giovani cantavano in coro "the times they are a changing" mentre crescevano i loro capelli, si radunavano nelle piazze, stendevano i loro sacchi a pelo ai bordi delle autostrade. Non voglio dimenticare quelle luci del mattino, quella polvere di strade, l'armonica della solitudine; non voglio dimenticare quei volti amici quando la fiducia si scambiava con la mano; Non voglio dimenticare quelle donne fragili vergini dell'amore, alate d'innocenza, dal sorriso rotondo, che divelsero le catene cui l'uomo le aveva legate. Si, fu fragile quel sogno, lo ripudiò l'umanità. Eravamo fratelli veri, giocando con la vita ripudiando il terrore respingendo il sogno iniquo dell'hashish, respingendo la menzogna sinistra dei piccoli borghesi avvelenati di corrotta intelligenza, vestendo panni non loro, sadicamente impugnando la pitrentotto, uccidendo, evocando illibertà. Si, fu qui in Europa che l'odio prevalse, tornarono le orde barbariche da oriente: era il fuoco che covava e dalla cenere, tra i fumi densi dell'oppio e le prediche alla Sorbona fu il trionfo del terrorismo, la morte della pacifica rivoluzione. Venne l'era dei venditori di panico che armarono il braccio dei politici, che prostituirono le parole sui pubblici giornali e intanto i beati corpi bianchi si facevano fragili come in sogno. Oh, i miei sogni, le avventure irrefrenabili dei giovani poeti, le città dell'arte, i giardini dell'oro, nelle retine degli occhi incise le immagini della pace paradisiaca, tutti i colori della gente, riuniti. Seguivo il Living Theatre nelle stazioni delle processioni mostruose, coi volti grondanti di dolore, le membra storpiate dall'angoscia, e sulle spalle la carità del mondo invocando: Paradise now! Io qui lo dico: infausti giorni quelli del teppismo, di chi nulla sapeva di povertà del diritto dei poveri di crescere e di sapere. I commercianti d'arte uccisero coi colpi del danaro, con l'arroganza del potere rubato, la vena superba e ricca dei poeti, dei poveri poeti armati di sola pace sullo spirito insanguinato. Ditemi: chi altro c'é qui in Europa che preferì la libertà alla schiavitù del benessere? Piangi triste e divisa Europa, dagli spazi angusti e dagli orizzonti grigi, dove trionfa la guerra, dove si coltivano i germi dell'odio nel mondo. Europa fu storie di vendette e di rancori America ne bevve il sangue e il mondo intero si unì sterminando i popoli delle pianure e delle montagne, i popoli poveri del mare. Che ne è del Paradiso mediterraneo? della cornucopia dell'abbondanza? dei cavalli alati, dei campi dei mitici guerrieri, che mossero a civiltà dei popoli, scrutando nelle stelle il loro destino? Dove sei infanzia? tenera e verde età, dove gli occhi guardano stupiti e divertiti, dove gli occhi increduli, incredulo l'udito dove il cuore ruggisce e mai soccombe. E invece al nostro udito non giungono che gli spari e i pianti, mentre le nazioni commerciano in silenzio la morte, le armi di nessuno, le banche ingurgitano denari senza nome, con l'odore del sangue e il puzzo della morte. Chi oserà combattere gli eleganti e profumati signori della morte? Chi oserà combattere i politici di lingua doppia? No, non predicherò la morte e la vendetta: di troppe vendette è insanguinato il mondo. Non predicherò neppure la falsa bontà di chi ha negato la sua coscienza in nome dell'ideale: eredi di Hitler, non voglio credere alla vostra cecità, eredi di Stalin non voglio perdonare la vostra crudeltà. No, io ho un sogno di bontà cosciente, so che sta nel lavoro paziente il segreto della nostra età matura: la pietà, l'amore, l'erotismo, la libertà, so che sta nel nostro patto, uomini e donne, bambini e bambine, dividere i sogni e la bellezza dei giorni, di parlare con voce di poesia, di farsi simili ai nostri sogni divini. Tacete portatori di notizie e di sventure, grancassa del terrore e del commercio: che si chiudano le vostre bocche sporche, che vi si cacci in quell'inferno che amate proiettare sul mondo. Fermeremo le fabbriche dei fabbricanti d'armi, dei fabbricanti di danaro, dei fabbricanti di veleni, dei fabbricanti di corruzione. Insegneremo ai nostri figli ad amare, anche a combattere, ma insegneremo parole di bontà: che non ci sia più nessuno che debba per fame lasciare la sua terra, che non ci sia più nessuno che uccida l'amico per il danaro che non ci sia più nessuno che tradisca per il potere: uomini e donne senza catene e la loro voce d'amore. dalla raccolta "Le Due Sorelle" edita da Asefi Editrice, Milano,1996. Copyright dell'Autore e della Casa Editrice. ISBN 88-86818-04-1 Commentando e poetando Il faut etre absolument moderne |