Racconti di Anna Cecchini
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Una prospettiva distorta L'umanità si è sempre dovuta dibattere contro inaspettate e dolorose malattie e innumerevoli decessi. Basti ricordare la peste di Giustiniano che, nel 541-542 d. C., solo a Costantinopoli ha causato il 40% delle morti e 4 milioni di vittime complessivamente in tutto l'Impero romano; la peste nera, che si è andata diffondendosi in Europa tra il 1346 e il 1353, riducendone la popolazione da 80 a 30 milioni; il vaiolo, che ha registrato tassi di mortalità mediamente del 30% e che si espanse anche nel Nuovo Mondo; e in tempi più vicini a noi, la spagnola del 1918, che si disseminò in tutto il globo, causando da 50 a 100 milioni di vittime; l'influenza asiatica, di origine aviaria; l'influenza di Hong Kong, l'HIV (o AIDS), la difterite, la polmonite, la pertosse, il morbillo, la parotite, la rosolia, l'ebola, la sars, la mers…e adesso il covid-19. Ancora oggi l'umanità si trova a dover gestire una nuova ondata pandemica più virulenta e letale del solito, dovuta anche al fenomeno di una globalizzazione sempre più accelerata. Si è scoperto il suo meccanismo di trasmissione, anche se non tutti sembrano riconoscerlo e volerne evitare le cause. E forse è proprio così che deve essere, per accelerarne il processo di trasmissione, al fine di cercare di debellare l'unico vero artefice della distruzione della Natura: l'essere umano, la vera cancrena di un mondo che potrebbe essere, senza di lui, perfetto nella sua mutevolezza e finitezza. Inondazioni, deforestazione, uragani ogni volta più violenti anche in aree geografiche che non li prevedevano, deforestazione, cambiamenti climatici sempre più ravvicinati e vistosi, alterazioni del rispetto degli equilibri naturali e degli ecosistemi, violazioni sempre più crudeli dei diritti degli animali con il loro annientamento in grado di causarne addirittura l'estinzione, lo scioglimento progressivo ed inarrestabile dei ghiacciai… L'opportunismo, l'egoismo individuale e l'avidità, che sembrano essersi evoluti a sistema, è innegabile, stanno causando la distruzione del nostro pianeta e della Natura e hanno portato il nostro globo a reagire contro le crudeltà e la mancanza di rispetto verso di esso e verso le generazioni future che stanno gridando il loro disperato disappunto verso il nostro modo dissennato di agire. La Natura non può e non deve rimanere impassibile di fronte ai disastri ecologici che stiamo causando con il nostro sconsiderato modo di agire. E quello che noi non comprendiamo è di fare parte di questo complesso ecosistema: è come se da una parte ci fosse la Natura e dall'altra il nostro smisurato EGO che vuole ottenere solo un beneficio momentaneo in termini di profitti materiali. E ciò comporta il declino della biosfera di cui facciamo parte assieme a tutto quello che ancora, per ignoranza intellettuale, non vediamo. Le foreste secolari scompaiono e la desertificazione avanza. Tutto il nostro ecosistema sta collassando. L'economia, legata ai profitti delle multinazionali, sembra prevale sul nostro pianeta. La Natura non è di nostra proprietà - e in cuor nostro lo sappiamo - ma ne facciamo parte: e ciò comporta la necessità di trovare un'armonia tra di essa e gli uomini. La Natura, con tutte le sue creature viventi ha dei diritti, mentre sembra che l'uomo non le voglia tenere in considerazione. Fino a che l'homo sapiens ha saputo vivere bene o male in simbiosi con essa, tutto è proceduto secondo la legge naturale di nascita, morte, trasformazione e rigenerazione. Poi, a partire, in particolare, dal XVIII secolo è avvenuta la grande e definitiva rottura determinata dalla Rivoluzione industriale, la quale ha decretato che non tutta l'energia di cui ci si poteva servire proveniva dal sole, ma anche da sostanze altamente inquinanti e non rinnovabili come il petrolio e il carbone. Ciò ha dato origine al riscaldamento globale, il quale ha determinato un infausto cambiamento climatico che ha causato un innaturale innalzamento delle temperatura con conseguente rilascio nell'atmosfera di CO2 che continua a fuoriuscire dallo scioglimento dei ghiacciai. E noi siamo i colpevoli di tutto questo, considerando il fatto che il peggio dovrà ancora venire se non saremo disposti ad invertire la rotta. L'impatto del nostro agire, determina la nostra estraneazione dal pianeta che ci ospita e ci sostiene e che è costituito da molteplici forme di vita, tutte con lo stesso diritto di portare a compimento il proprio processo vitale. La Natura adesso non può più tollerare un tale scempio, considerando anche il fatto che tante specie viventi, di cui non conosciamo neppure l'esistenza, si stanno estinguendo a causa del nostro sconsiderato modo di agire. E allora? In fondo l'annientamento del genere umano non potrà che portare un beneficio al nostro pianeta. E se provassimo a mutare la nostra prospettiva di vista? Ecco allora che il covid - 19 non ci apparirebbe più come una vendetta divina né tanto meno come una rivalsa della Natura nei confronti dell'uomo, ma solo come un meccanismo di autodifesa a tutela di tutte le creature, vegetali ed animali del pianeta, che hanno il diritto di sopravvivere… insomma, un antivirus in grado di arrestare la nefanda azione distruttrice dell'uomo. E se, pertanto, noi fossimo il virus e il covid 19 il suo antidoto? Ecco la vera domanda che dovremmo porci. Forse non è ancora questo il momento radicale di tale cambiamento, forse anche questa volta la Natura dovrà soccombere. Ma non sarà per sempre. E se l'uomo non riuscirà ad autodistruggersi attraverso ulteriori guerre fratricide, verrà forse prodotto un nuovo antivirus verso il quale nessuna soluzione potrà essere trovata in tempo utile, al fine di evitare l'annientamento di ogni essere umano dalla faccia della Terra. |