Pensieri alla luna
Tremo di saggia paura
del lato oscuro
che aspetto.
Se ti racconti di vero
piante aromatiche e marmellate
mandi pensieri alla luna.
Zingaro nobile
che collezioni memorie
tu infrangi il tempo.
Allora regalami il tempo
se gentile se sincero se reale
custode di me e te.
E… vivo
Nel tempo che non c’eri
ti cercavo
Nel tempo che ti penso
è prezioso
Nel tempo che ti vedo
respiro ancora
Nel tempo che sei mio
è eterno
Nel tempo che non ci sei
ti adoro e…. vivo.
Dieci sorrisi belli
Volevo sogni reali
che domani diventassero regali
volevo galoppi solari
di mete serene raggiunte
volevo parole di oro
prive di false voci
volevo dieci sorrisi belli
dove cento gioie nascere
volevo un angelo folle
anche un demone tenero
volevo certezze di carezze
dove risognarmi sempre
invece esistevi.
Ti vedo
Da tempo non so distinguere emozioni
so scrivere però i pensieri
ti vedo che forgi cupo
vedo il tuo sguardo inquietante
vedo l’arte che ti abbraccia
sento il tuo desiderio dell’immutabile
sento che graffi mordi la vita
ma vedo che sai lisciare i giorni
oggi mi turba come ti vedo
mi turba come ti sento
mi turba come ti ascolto
e sei come sei
mi spaventa
Quel foglio macchiato
Quel foglio macchiato
ti sperde nel mondo
attrice impacciata
ora sai gli anni perduti
a trasmettere tutto di te.
Strada fatta. erba bruciata
e tu girasole solitario
resti immobile ai margini
del campo di gramigna.
Il sole ti assolve
un peccato veniale
che i puri stanno a guardare
voglia di fuggire
forse l’unica scelta
è dormire.
La via
Salire e scendere
questo tragico bianco
dentro il colle madre
che pasce sui fianchi
in corolle di tanti ricami
pennellate di tanti colori
adottati dall’astro perenne
nutriti da linfa piovosa.
E’ un piacere guardarvi
che rallenta il profumoso percorso
in fondo alla via
ridono ancora gli occhi
ride ancora il cuore.
Domani
I boschi saranno bianchi
domani….
Finalmente meandri
esplorati dell’anima
dove odi e maledetto noi
serravano l’affetto Divino.
Ci saranno premature
poi eterne Primavere
e paradisiaci tetti
dipinti di rosa
terrazze sul mondo
a badarci
tenere per mani.
Valli di manna
ruscelli di latte
dove tutti si inebrieranno.
9342
Voglio vivere di più
di tutti i giorni uguali
aspetto i miei brava
da 9342 giorni.
Anche se il sole mi accalda
il mare mi imbianca
il verde mi accoglie
il vento mi cura
la terra mi serba.
Sui muri di casa mia
ombre bianche ed arcane
che mi fanno compagnia
senza darmi consigli
solo oblii.
La penna che scorre
e il variabile umore
in sintonia con voi tre
distratti da altre luci
nella salita infinita
di farmi volere.
Ruberò un uomo
Ruberò un uomo, so che c’è
nel disegno naturale
di vagheggi veri.
Che mi accompagni d’inverno
quando i pomeriggi sono grigi
lungo gli argini umidi.
Aspettare nel punto più alto
scelto solo per me
la nascita di una sola alba.
Prima cospargere di petali
il mio letto.
Rinventarmi piccina
col buio annunciato
al telefono buonanotte.
Ai piedi di un camino fervido
da solo, sappia
leggere le mie poesie.
Qualche volta
mi porti un fiore.
Saper ridere insieme
e insieme lasciarci
ai cari silenzi.
Perché
Mi hai
mai amato?
Non ho visto indugi
nei tuoi occhi di rete
ne tremori incerti
sulle tue mani nascoste
nemmeno un sospiro doloroso
dalle tue labbra mute.
Mi hai
mai amato?
Di sorrisi, carezze, parole
a chi ho regalato
i miei veri
10.585 giorni e notti
e quanti troppi perché
sono rimasti perché.
Lampare
Perché scrivo e sogno tenue lampare
su specchi inquinati
brulicati di stelle cadenti
tante quanti i desideri.
Schiaffi di sottile bruma
come grande battesimale
che cerimonia da sempre
rene disorne di conchiglie.
E lui con la presa nel crine
che a pelo galoppa
la bestia ubbidiente
nel fascio della luna
e finalmente mi trova.
Mai detto
A mezzanotte le ricordanze vagano
caro dolore lontano
presenti figure garbate
e sognare un po’
rammarico di troppi pochi approdi
un ardire mai detto.
Il tempo
Ti racconterò
degli amori di un’ora
amori distratti
senza promesse
che il tempo smentisce
senza gelosie
che il tempo sopisce
senza bugie
che il tempo
non crede
e che poi
il tempo immodesto
racconta.
Il dono
Se come stabilito
l’energia non si dissolverà…
e la forza del pensiero
resta…
insieme all’anima
che vaga sempre….
col dono più grande
ancora di più
potrò amarvi
entrambi.
Tu
Tu guida,
tu mani,
tu sorriso vivace.
Io dare,
io niente
io ombra della mente
Angelo mistero
Angelo mistero
spalanca le rigide piume
vola!
C’è un tetto di perle di fiume
pareti di sughero caldo
e un tappeto di muschio.
Ti dona la ghirlanda di gerbere
ed è festa fuori
senti il violino che accompagna
sospiri e risa.
La puttana
Voglio vestirmi di neri merletti
solo fino a domani
sarò bella in attesa
mi accenderò, mi chiederò,
mi sognerò, mi spiegherò,
mi arrenderò.
Mistico riflettere di me
su questa musica dolce ballerò
imbratterò sulla faccia
cento segni di guerra
e forse varcherò la soglia
senza rispondere al nome.
Il maestro di fuochi
Ho abbattuto il muro
una tempesta di perché
troppo spesso inutili
vengo a conoscere il tuo corpo
mi basta la certezza
tenero di tocchi
alla ricerca del mio
dove ogni angolo di pelle trema
poi contratto perché sente
che il mio di sussulti si accende
e noi ci esploriamo
in mille parti di noi
umidi caldi invadenti
bocche di meravigliosi baci
tutto di te mi cerca
perché maestro di fuochi
non sai
che io strega dell’acqua
tutto di me ti do
umori sudori e lacrime
si confondono all’infinito
mai sazi di amore
mi sciolgo su di te
mentre ti rubo mi prendi
ed anche quando finisce
non è finita
sei il mio lenzuolo
io il tuo cuscino
la tua mano fra le cosce
mi agita ancora
e sento il tuo fiato
sul mio seno
non ancora placato.
È grande la mia sete
E’ grande la mia sete…
Non si esaurirà di liquori
né di poveri amori
voglio neve sciolta
sulle guance arrossate
che il fresco biancore
battezzi tutti i miei colori
custoditi nella memoria
solo acqua di mare
solo acqua di torrente
solo acqua di lago
solo acqua di pioggia
come la tua acqua
mi disseterà.
Nel prossimo giorno
non si inaridirà l’animo
nulla seccherà vicino
fino a che chiare
scorreranno anche lontano….
|
Imprigionerò
Sarà facile
stampare tanti soli
sulla faccia
calare la maschera
cieca e sorda
che non preferiva sapere
mi farò stringere
da tentazioni sornione
e da un amore inquietante
senza abitare paura
mi vestirò danzando
di gioie nel cuore
tutti i minuti
di questi giorni
respingerò i tuoi capelli
imprigionerò sulle labbra
il sapore del miele
selvaggio del buoi
padrone del vento
desidero tu assista
la mia ombra
tu mi senta nell’aria
se poi mi leghi la vita
col tuo sguardo intrigante
circondarmi di un oceano
sarà facile.
Forse non ti racconterà più
la penna innamorata
novelle che non vuoi sentire
spero questo cuore dorma
si culli di sospiri
si culli di parole
si culli di amore
si culli di tremori
si culli di amplessi
regalati, dette, dato, passati, caldi.
Mi coccolerò alla luce di cere
carezzata da musiche lente
indosserò i nostri odori
se i giorni di domani
non ti avranno
sul muro scorrono
i giorni di ieri
e li amo
voglio il coraggio del nome
che mi moriva fra le righe
Francesco….
vigile nella testa
ai primi soli
m’accompagna zuccheroso
nei bui teneri
Francesco….
risulto dall’acqua
lucida di vinti timori
non sarai musa virtuale
in mezzo alle parole
Francesco….
per un poeta
è un osare raro
creatura intatta offro
oggi rivelo al foglio
Francesco…
Senza titolo -1
Profumo di rosa gialla canina
col risveglio del mattino mio.
Colore di lacrime azzurre nella pioggia
e nettare l'anima spoglia.
Fredda acqua di fiume calma
mi abbraccia i ricordi vicini.
Umida terra di campo dopo settembre
per farci l'amore rinato.
Grande fuoco padrone di sempre
vince i miei sensi smarriti.
Questo tastare di pettirosso
come un'accoglienza.
Cielo ovattoso di nuvole lontane
cullano ore e osati pensieri.
Tiepida aria di vento maestrale
mi vola da lui ancora.
Senza titolo -2
Le lacrime del sabato sera
sono più salate e grigie
somigliano una vecchia densità
che tarda a scendere
io, non sono la tua donna
clandestina anche per me.
Nella pista sotto luci argento
ballano coppie di sempre
dalle facce disilluse
si tengono per mano
io però non sono con te
ti abbraccio solo con gli occhi.
Continuare le pene, le notti, i giorni
del telefono muto, nero. distante
però mi parla, mi racconta
di altri letti sgualciti
io, non sono la tua amante
di un'incessata dimenticanza.
Compagnie che ridono alle mense
tanti, troppi visi che conosco
da brevi e lontane date
mescolata fra le sedie di paglia
io, non sono l'avvezza mica
di saltuari disegni.
Giorni di festa quelli veri
da dividere quasi sempre
abbandonando quotidiani pensieri
e risa leggere
io, non sono la tua compagna
di incontri accaduti per garbo.
Amplessi, regali, pochi baci del vino
candele, parole, spaghetti e canzoni,
muovono scomposti sulla scacchiera
io, sono la dama di giochi
di un fante, quando alfiere o re
che dà scacco matto.
Senza titolo -3
Ora non la voglio la luce
perché nel mistero dell’ombra
riconosco i suoi colori
Sagittario delle stelle
dalla lunga criniera
che galoppi sulle verità
scappi verso la luna piena
se sei nudo di sogni
ti vestirò di fiori
proteggerò con oli
il tuo mantello delicato
alleverò con lavande
la tua mensa agre.
L’alito celeste dondola
unanime alle dure forme.
Senza titolo - 4
All’indietro nel tempo
per non dire no
ai tuoi stretti sconosciuti,
non rinunciare più
a brividi sotto le mura,
salire le scale
quella prima volta da sola
aspettarti discreta
comparire dalla tua cavalcata,
vedere la tua luna
nelle piccole ore d’estate,
correre al tuo richiamo
tra la notte e l’alba sull’asfalto,
abbandonare la gente
e ritrovarsi noi due,
smarrirmi sul terrazzo
un sì temerario
per non impaurirti d’amore
perdonandoti tutto.
Senza titolo - 5
La nostra storia
dici! Fatta di niente
e le fiaccole fuori
illuminare tanti abbandoni.
Un racconto nemmeno finito
perché fatto di chimere
come parole non dette
di assaggi inventati.
Non è mai cominciata
vera come un miraggio
letta di ore belle
morbide, mordenti emozioni.
Mi volevi e mi allontani
ti amo, così ti perdo.
Sempre scegliere
Non mi drogo perché
una persona a metà
non ha il piacere di essere.
Non mi drogo perché
un cuore a metà
non ha il piacere di amare.
Non mi drogo perché
una testa a metà
non ha il piacere di decidere.
Voglio imparare ad amare quel filo sottile
che divide tra oggetto e soggetto
e voglio sempre scegliere
i percorsi da fare
lungo la strada.
Viverla fino in fondo
sogni tramati alla realtà
costruire anche con mattoni di burro
bellissimi castelli colorati.
Rinascere
La vita è una luce
che hai tra le tue mani
sta a te l’intensità
di quanto vuoi farla brillare
o spegnerla e calare nelle tenebre
i veri eletti non sono coloro che
sanno viverla
ma quelli che sanno rinascere.
Non è tardi
Non è tardi
fino all’ora prima
del candido buio
ricercherò il turbamento di trine
unioni di mani
e richiami di occhiate profonde
e coraggio di liquidi abbracci.
Tappe come canzoni
cantate su labbra rosse
corpi puri a giocare
fuggire da schermi nemici
perché fare all’amore
è come dondolare
nel vento
su di un’altalena.
Mi venderò
Non vi favorirò che dolori
da questa mia natura infame
che non si vince.
No alle recite
e chinare la testa
di me, mia patibolo.
Da un perpetuare
eremita in mezzo alla calca
toccata, non vista.
Forse sono folle
di eccessi di malumori
forse non sono qui.
Mi venderò ai mercenari
che hanno avuto cavillo
inventandomi.
O mi incamminerò ai limiti
di non so quale paese
bagagli di ombre, scorrere senza tempo.
A piedi nudi
Ogni giorno
corretevi incontro rifiutando la bestia
noi più dell’amore non sappiamo darvi
ascoltate e ricordate sempre
vegliate le menti capaci
uscite dal torpore della bestia
domani quando aprirete gli occhi
vi sveglierete e vi accorgerete
di camminare finalmente
a piedi nudi
nel grande prato
che avete seminato.
Sei bella
“Sei bella”
Come un disco nella testa
una corsa a svegliare
una spugna bianca cade
e cominci a morire.
“Sei bella”
il gioco continua
nel giorno inoltrato
di chi attende invano
tu scenda le scale.
“Sei bella”.
Apri la finestra
che l’aria notturna
non sopisca ancora
la replica dolce.
Rubini pensieri
E’ nell’ora
del tuo inerme riposo
che mi avviluppano
i rubini pensieri
arrendevole destare
dai tocchi audaci.
Più bella di lei
M’hai portato a vedere la luna
sul colle buio
era grande, era bianca e tonda
tra le fronde metallose
mi scopriva allora.
In quel fresco gentile
il tempo ci somigliava
mentre la sua pelle era mia
cento fragranze nate
inventavano accoglimenti nuovi.
Guardavo l’immensa luna
io ero più bella di lei.
Purezza e saggezza
Ingenua barriera dietro
occhiali a specchio
difesa metaforica
tra risposte e perché.
Cogli l’attimo indefinito
della chiarezza… Saprai
poi decanterai le storie
di ferite guarite.
Attingi verità
primordiale purezza
oscurando la realtà
di assurdi possessi.
Viva la non conoscenza
saggezza antica
fatta di sopravvivenze
e di diletto.
Inviolati dentro
di sempre uguali
giorni e notti
mai inventati.
Abete di montagna
Ruffiano smeraldoso
intricate rame
come lunghe braccia
al suolo scese.
Celi degli amanti i vezzi
acquattati al ceppo
da occhiate ladre
di mai complici passioni.
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