Poesie civili (1999-2008) I Edizione, 2008 1 Mi richiamo ai precetti ogni volta mi rinneghi ai compromessi ignobili E' assenza di calcoli, te ne freghi dei modi, altrimenti scellerati. Vige anche tra noi file infedeli, vedi : una fede ai precetti. 2 Splendi luce propria se ti spolveri di dosso sedimenti senza nesso alla tua vasta epopea. Altro sarà costatare se nel tuo itinerario sarai alleato col male, anche se sia azzardo giudicare, prendere veramente la strada dell'altro, prenderla davvero in sua vece. 3 In assoluto chi siamo è dato pregresso nel mare della volontà. Se cerchi, condizione se esisti, è saperti ancora un Uomo. Nessuno a nessuno ha finora imposto un destino univoco. Scelta o asservito, l'enigma grava però in modo lapidario. 4 Assemblee, cortei, occupazioni di licei, presidi di fabbriche, resistere per lasciare un futuro possibile a padri e figli. L'averli previsti, dopo quaranta anni, riesumati tutti più poveri o ladri, non era, perdonaci, per esseri solo cinici. 5 il Mondo è poi la bolgia d'ipotesi ed antitesi precisi impulsi del Mondo in forme qualsiasi, variabili almeno quanti sono tutti gli uomini. 6 Lo sguardo sprezza il tuo, come se dai suoi occhi vi fosse non lei ma divinità. Istantaneità appena, eppure idonea potenza ad annichilire la volontà persino di vivere.. 7 Il sistema mi pare sia al collasso. Che il barbuto l'avesse preconizzato, no, certo non è per ricordarlo ora. Col buon senso però si cancella ogni iscrizione, poi l'evidenza che sia stato anche detto, così un sistema si regge, mente sullo sproposito: l'idea, che pervade il singolo come ogni ambito collettivo, che sia unicamente da appagare l'Io, fa sparire la meta più abbordabile d'ogni Utopia, una soluzione tra gli uomini non più dilazionabile. 8 L'amare è catarsi, il corso del tuo essere variabile nell'asprezze del Mondo. Ma in essenza amarsi è in primis Hibris, poi Dionisio, nel loro essere contatto diretto con Dio e suoi unici tramiti. 9 Valore che apprezza se stesso nel reciproco ammaliamento dei corpi, nel conoscere sensitivo dell'intero altro, dell'altro nell'essenza più profonda. 10 L'uomo è il suo destino, l'opera che una visione preveggente ha bene o male indirizzato: così anche nel regno animale ciascuno è un individuo distinto da ogni altro suo simile. 11 Rigore del singolo nel prendersi cura di cio' che afferma, come fosse latore di un messaggio essenziale di cui mai si sa appurato un destinatario. 12 Depressione, eremo reale del Cieco che non apre neanche alle emozioni, saranno sue convinzioni se all'agire preferirebbe sognare sin l'indomani 13 Ritrovai sui passi la volontà come puro impulso ed intuizione d'ogni mia vera attitudine. 14 Capita di contenersi per quanto si è felici se ritrovarci reali fosse bestemmiare, come se Dio esistesse. I5 l passaggio all'idea di concetto: se i motivi dell'azione prendono forma d'effetti cioè se mutano in effettività le mere deliberazioni. 16 Il conflitto dei motivi, senza che sappia aprirsi al Divino genera materia, la volontà non codifica la meta, imprecisato resta il senso dell'adempimento. 17 La morte non è annientamento se riconosciamo che la volontà annuncia la stessa seminatura, raccolti di mille anni addietro. Che ognuno sia espressione l'impronta data della Natura, un desiderio riscosso lo svela a volte sorprendentemente. 18 Vivo in contemplazione, carattere intelligibile, empirico quanto basta a sottrarmi alla rapina in relativa indolenza, che non sia la lettura, accudire gatti e cani oltre me, i miei simili screditati tutti da anni. 19 Felice in lacrime il tuo volto non scruto a lungo se lo idolatro. Principio ogni amare sia per me la verità che i tuoi occhi fieri che ti ho riconosciuta, sanno senza dubitare. 20 Ricalchi anche qui in purgatorio la tua antica fruizione, col passo delle tue divisioni armate. Ricalchi in breve l'artista moderno, nell'Isteria del Mondo intero. 21 Ritrattandomi ogni ora conservo pure tuttavia l'unica scienza possibile: Costanza della riflessione, stretta al caposaldo dell' Io. 22 Imitazione la scrittura non credo. La mia non ha progenitori. Pure rappresentazioni ma da dove non lo so nemmeno Io che scrivo.. 23 L'idea è la spora alla ruota del frantoio, limite casuale a condizioni date, caratteri originari, ma con la superbia di scrivere davvero il Mondo. 24 Le Temps decovre la verite', sebbene il dato immediato salti all'occhi esplicativo: questa frolla apprensione intuitiva alle tasche vuote. 25 Formato in modi tali d'escogitare sotterfugi per non confrontarmi , detestando ogni altrui volontà nei propri fini, incasellata nei rispettivi coaguli fintanto cogenti… 26 Cammini annaspando per praterie bruciate, sei nudo controvento. Incalcolabili molli di terra e di fango inabissavano zolle assieme ai caduti, ai crani strappati, ogni passo in avanti. L'avevi ignorato l''eccidio, se eri superstite o ucciso. 27 Riprendiamoci il diritto al dissenso, il fondamento del Mondo reale sta al grado del nostro scrupolo attento, senza che mai questo nodo si sciolga in qualche modo. 28 Realtà è anche oppormi alla boria imperiale, a questa fobia dilagante, per ricordare agli uomini la loro grandezza, innegabile di la dai muri. 29 Dato che raramente capita, è infrequente si creda ad un pax faux del Potere che non sia prima oscurato, quando fomenta a voce un odio prima rarefatto, ancora unanime sdegno, dove vedi l'oppressione. 30 Possesso uguale a sazietà lo concedo non del tutto, guadagnerebbe in dignità chiunque metta il proprio utile dentro la comunità. solo fosse l'utile richiesto. 31 Miscellanea di parole che oltre a levigare l'ossidiana sino a rifrangerne il cielo, mi hanno ridotto quasi naufrago nell'intra mondano. 32 Sono l'ultimo difensore nella battaglia di Termopoli. rivissuta nel sogno tale e quale. passo dopo passo indietro, mentre cadevamo l'uno sopra l'altro, facendoci sterminare tutti 33 Nella mia dispersione reco con me vero un brandello di senso? Lungo l'intercapedine in cui cieco gattono sono veramente fuori da congetture opinioni? Sono domande.. Lontano o dappresso sono vivo lo stesso, sono il continuo o no di un'intera specie? Ci si veda evoluti da crederci simili? Un'altra domanda Prego, la prossima. 34 Ricordate Leonida, poteva ritirarsi, lui e i trecento opliti, n'avrebbero avuto il tempo, ma un Re dei due doveva morire, parola di Delfi, Leonida, in dubbio, avvera l'oracolo: darsi alla morte, per assoluta fede. 35 Pascolo strane greggi capaci di belare l'intero giorno, percorro lo stesso tragitto da anni, l'unico tra altri che la muraglia vieta al mare. Dallo strapiombo, stordirebbe l'eco, quel gorgo d'onde lo vidi bambino, giù ferita, la nave era al saccheggio, senz'altro fasciame. Non so che fine abbia fatto, l'avranno bruciata. Da allora non ci sono più passato.. 36 Tubature logore di un trentennio , corrosione ed umido le hanno frollate, guardi come si sgretolano tra le mani, sono tutte uguali, marce da cambiare, si rifà da capo l'intero appartamento. 37 Corrono i giorni, penombre frugali alle mie redenzioni Solo dimenticato dall'arido chiarore delle passioni, nessuno che sappia evocargli intatti desideri, tra fiori freschi e secchi di parole nel silenzio dei vivi, consuma sotto un maglio effimero anche il dolore 38 Dai chiodi e dai cardini l'equivoco attinge il male alla fonte di tutti i legami immobili, espiandoli poi, giacché oggi quanto ieri gli eretici di Montsegur mai si piegarono abiuri. 39 Occhi turchesi il riflesso li scopre dalla vetrina sfavillanti senza sollievo, diaspri di stasi indovina. E' a boccoli bionda, l'abito nero scollato, scialle verde di seta, munifici sandali oro. Un cancello ad ante s'apre senza rumore, ugola afflitto il cane del vicino nella calle. Vaga libido soave se ascolti i tacchi risalire sui gradini, netti e senza remore 40 Soprattutto t'amerò nelle sconfitte Avversione affetti sempre insieme, senza reti , rancori. Efficaci rigori come scrosci inquieti nei sogni, o sbaragliate leggi da cui saremo assolti sempre. 41 La cosmogonia che trattiene madre terra dal disastro governa a volte gli uomini inconsapevoli e senza che si sappia, come già Spinosa disputerà che no, non c'è scelta, né libero arbitrio nel disegno intatto del Creato, né futuro è concepibile vero, ché non può darsi vero sub specie aeternitatis alcun senso all'uomo 42 Nerazzurra si mesceva ai fondali, gibbosa come una catena di monti, ruggiva in un fragore d'Eterno su porti e case, poi navigli interi sugli scogli, cadaveri e sopravissuti, Erano notti e cremazioni quelle ceneri proteiformi, luci orbite mai eguagliate, che a te parvero numeri, perfetti fuori delle glorie di tutti gli esseri umani. 43 Così precocemente imbiancato Maturo in apparenza Così adamantina tristezza negli occhi sognatori e desti Per cosa amano veramente cosa ambiscono di continuo Perché non gli è dovuto Spazio, un purgatorio di luce? Non se n'esce a caso, Ogni passo può deviare fatale 44 La mia finestra su questo mondo è troppo loquace tutta la mia sagacia non servirebbe a contenersi di a priori e pregiudizi per cui mi afferro ai particolari alle suggestioni anche ordinarie ma raramente volgari 45 Palliativi tutte le cauzioni di buona condotta se la barbarie l'hai in casa Volti sino ad ieri aperti tra loro si sorridono a stento OGGI, sordi, amareggiati. A volte però è necessaria una distanza siderale Esseri soli come solo diversivo 46 Sento insicuro ogni sforzo di vivere in verità ultimamente. Braci I fuochi Gli ori nell'indaco di notti immortali. 47 Questo potente arsenico sarà sempre amore, credimi. Tra volti recinti di tedio, lusinga amarsi ancora dappertutto. Rapiti ai nostri palpiti, abbracciami ti prego, pur se tremiamo gelati. 48 Ora, nudi ci abbracciamo, idealizzati in un candore antico che commuove. Sopraffatti in tal evento, si scopre un cuore dove pensammo un fortilizio. 49 Arenato il tuo vascello aveva tentato alla foce rapida marcia indietro, ma il mio sguardo era annegato cupo nel limo di un incubo. 50 Dolce rovina l'amarti ogni indugiare quando mi riguardi, prodiga di misericordie talmente soavi. 51 I miei lasciti sono in rime eliche e pale d'oro brunite nei laghi antichi di sangue. 52 Non odo dai vetusti mulini l'acqua che attingono avidi né lo stridore della macina. 53 E' il corso irrefutabile, retaggio maledetto che sopporti addosso nel fluire delle lingue, quel vezzo che aspiro alle tue labbra semite, quel fumo emaciato dei vivi, di vive utopie, quell'amato strazio. 54 Dove abito è riarsi ansiti, lumi nuziali mai intravisti nei paraggi, ne' figli nati dopo l'attuali, solo stormi in un silenzio immutabile, dove rari vagano mietitori, rapiti dai Dei e dai venti. 55 Ravviva il lezzo, sopore di coltri erose di patrie. Madre se alla prole ti fossi reclusa in più malie perfette S'aggirano deserti l'occhi, impauriti sono fatti modesti, ma friabili di pace, se in serbo molestano reiteratati, intatti e scaltri quei tuoi sguardi in ali di percezione. 56 Unguento di novelli fiori Maggio tutto esala dai campi Lacerano il petto le rondini stridule i medesimi auspici sempre gli stessi, durevoli 57 Si cede all'amplessi frugale, occhi chiusi, balbetta ordini confusi. Malizia la inali da tutti cui ha esaudito i peccati. 58 Sgomenta l'ingordigia delle passioni, prigionieri in una fitta congettura che ottunde anche i savi. Fornace vorace dei figli cui riserva mera rovina, alle cui vane ossessioni nega ogni asilo in terra. 59 Si parlano amandosi sotto barrocci di nubi Nuovamente stretti nel loro nido cremisi, l'agrumeto d'argenti sparì pletore di raggi 60 Un fortino ben costruito la mia guerra, deduzioni tardive le perdono via via, se ancora sussurro tra botti di vinaccia, spanne di versi tacciate d'eresia, noi in una gabbia di raffiche giada, l'aquila levitata a due passi da noi. 61 Con noia ti giri, non avevi vero codesto tedio mentre godevi, piuttosto ardore, sfrenato di baci, di mani operose, poi intatti vigori, ansimi rarefatti, e palpiti blanditi grati in un idillio, che tu ora invidi.. 62 Sopiti nell'abbraccio, li destava un sospiro per riprendere fuoco, per conoscersi a volte attoniti come fossero i loro volti due icone. 63 Mi chiedi i peccati se sono avvisi per tanti che mai si sono graziati 64 Al riparo dei rami stremati di neve batte il cuore degli alci La notte di luna rifulge la neve sui colli d'abeti e di cedri. In cielo, spirali di madreperle quei fuochi di Marte così strani.. 65 Fondali blu notte scorrono su dune smeraldo inviolate alle tue caviglie scie di pesce azzurro con brio da volatili a tratti spaiati svelti a riadunarsi ai tuoi malleoli. 66 Mantide, sorella, anemia, guardandoti lo sospetto che male non fu il patto d'alleanza, ma l'insonnia nell'elucubrare una rotta mai sicuri se approdare. 67 Tra pietraie, e guizzi di serpi, per ferrate irte sui crepacci, l'osservo' il falco planando ore. 68 Rondini in sibili d'allarmi, frulli pazzi di stormi. il falco li dirige senza traiettorie pur senza colpire. 69 Sdegna l'acqua che seda la sete, l'unica che abbia azzardato senza sentirla riusata. 70 Tengono postazione e copertura le parole che la mano inscrive per rigettarne mille abbagli intatti di luce 71 Livide mani, occhi smarriti d'accoro con cui in gaudio dolevi 72 Attendere se è una voragine indolore stare insieme Suggerire stratagemmi di cui uno sia almeno pace Un pudore senza clamori, ma tra noi senza esitazioni 73 Godersi licenze vezzi trionfi, poi ritornare soli nelle case l'inquietudine di sempre 74 In bilico del potere che non possiedo, il solo su cui potrei issarmi per intero 75 Viandante in ogni continente per dire della bontà che è universale 76 Increduli amarsi senza avvenire come migranti senza pulsioni prima di sparire 77 Donne che non ritrovo Porti aridi d'avventura Barricata bene la grappa bene che ci hai pensato 78 Sei dominio nella radice del Potere Sei corruzione Sei smania nella sua cella Nel sogno di rigore pari sollevato Ma svegliato sei comunque In detenzione 79 Sempre ascolta tace la coscienza dietro ogni angolo ogni imbrunire estranei alla patria 80 Uomini senza memoria cui la paura incomoda d'arrendervi, ne inforna pure masnade di feroci, volontari autori di stragi. 81 Ricordo la luna rossa, il pianeta nella nebbia 82 Corpi senza capriccio, forse l'identico sudario che abbiamo ereditato dagli esordi al celibato 83 No a diritti vantati sull'altro, ricordi? Soltanto riamarti senza condizioni, gli occhi bendati. 84 Ogni gioia, senso vi mischi indugio ne fa un rimedio al proprio disagio Abbozzato soltanto quanto era nostro risuona edulcorato fatuo gia all'esordio 85 Non che rida spesso né malvolentieri quando mi capita Ridere penso sia un'acrobazia in cui siamo librati. 86 Strenua miscredenza per cui giuro d'esistere, dal vento che frantuma in ogni rovina, finzione è l'intera Storia umana. 87 Peccato che finite le risa non rimanga altra finzione, sarebbe cacchio na pacchia 88 Nel deliquio si vede distintamente sparire. Non lo sa se è stabilito quanto al rinascere. 89 Nell'ingannarsi di nuovo è più soave ogni voluttà 90 Vivo germino prole. Se lo ripete invano mentre sta morendo né padre né incolume 91 Dispera chi tiene in tasca solo desolanti vademecum 92 Altre estati di potenza virile, ennesima prova di speranza, mendica di sensi in un ovile baluardo d'assai maldicenza 93 La casa in collina, le botti in cantina, ignari di mangiare, persino di pensare, a forza noi di fottere 94 Un branco di lupi ti segue, la volpe t'imbroglia la via, ti chiude l'uscio la donna, alla mensola del focolare un pettirosso ti sorveglia ogni volta sei nelle grane. 95 Piove a dirotto tormentati da un Dio che s'e dimesso senza un preavviso 96 Inganni sapienti le ciarle di turno, dibattiti surreali. In ogni televisione nulla da decifrare, salvo che si sono intesi inutilmente per vie misteriose 97 La vera Bellezza è lo scorno di chi non può mentire neanche a se stesso 98 Ti ridera' dolorosa rabbia chi non ti scorgerà a sera esausto di tutta la fatica delle parole cui non credi. 99 Meriterebbe vita migliore, strazio essere senza voce vili a lusinghiere menate 100 Vorrei del cane vagabondo l'appetiti, e le premure, la sua rabbia e lo sprezzo mordace al nemico, solo lo fiutasse, ovvio, assolutamente necessario 101 un estuario nel mare in risacca che straripi dagl'argini tu neanche lo immagini 102 Cosi al mio inseguimento il tuo sguardo fedele mi consegna il comando dell'intera operazione. Ma dico che perderemo. 103 Sembra l'esortino l'ombre davanti un altalenante sipario, in cui cosa s'insceni non importi a nessuno, né l'orario. 104 Siglati i due corpi lottarono acerrimi giusto per scoprirsi assaliti da troppi infondati scrupoli 105 Metamorfosi di miriadi precedenti a noi 106 Il vagare soli pare inesorabile, perciò cerchiamo un auspicio qualsiasi per dire che non lo siamo. Presumo pochissime eccezioni. 107 Scetticismo che satura, salta ogni volontà di relazione. Nel mio isolamento diffido, ne' sogno viaggi lontani, qui o la' non cambia molto. Scartoffie che dubito minime, amici coi quali non voglio languire. Come un lupo fuori del branco, calunniato dai silenzi in tempi propizi di cacce. 108 Poeti razzascomparsa Mallarme' ansiolitico, Neruda in Birmania rivive gia depresso alle piogge tropicali, Verlaine più psicotico, Majakovsky ruggente su tavoli sparecchiati, di Lorca non parliamo, la sua rosa di sangue rimane erta, poeta in un canile d'odio. 109 Se tornasse Empedocle la testa incandescente ingannevole ignorerebbe i Sapienti chiusi in tane 110 Che scorza tenace antica la sua premura d'ascoltare con pudore e commozione tutti i semplici della Terra Non è per parlare di Cristo, ma ascolta bene le sue parole 111 In fiumi o anse vorrei che dai versi rare fossero l'acque con cui li battezzi 112 Scorrono rivoli rintocchi lievi sulla tua pelle, se vuoi in fede scordati chi eri da dove provieni. 113 Da qui vedo alte nel cielo l' ali d'argento dello sparviero Che sia indugio in un armistizio l'attento riesame che fa del reame? 114 Promesse di lotte l'assidue adunate l'intaglio dei volti, gli unanimi idiomi refrattari ad ogni negoziato di pace. 115 Incurante non pregi il frutto che pensavi mai nulla inaridisse svanito per sempre. 116 Se non discordi con le nostre mani rimodelliamo novi le crete dei nostri corpi infervori 117 Vecchiaia priva delle sue gemme più belle ma cosa non s'intravede in gracili malizie, impalpabili mosse 118 Espugnare un senso qualsiasi dal campo avverso fortificato. 119 Se ometto il cuore, che so viva utopia, infausta sarebbe stata la vita intera 120 Non flette al primo vento la mia scrittura. Una convinzione impronta il suo giudizio per una nozione ferma di tutta l'opera ma con la modestia solo per ciò che non ha scritto. 121 E' il caso che ancora trattiene la porta chiusa il caso che potrebbe anche impedire d'aprirla Fateci caso, non s'apre neppure a scassinarla 122 Se nell'afflizione, ti lasci traghettare dalla rassegnazione, giuralo, quale tu sia delle specie in estinzione, non darti vinto che alla fine 123 Gli effetti psicomotori intuibili da glaciazioni: Ricerca d'altri territori tra costanti scrocchi di ghiacci, dissonanti terribili echi di tuoni. 124 Infedeltà l 'occhi, prima fascinosi il dubbio l'ha traditi del tutto acerbi sebbene sorridano piuttosto bonari 125 La osservo suggerire di se il meglio al mio cospetto pronta per morire 126 Di vedetta solitaria, le notti di Ramadam, dal braciere del faro d'Alessandria. 127 Quanto ne discutemmo? In conclusione e visto che c'era stato biasimato, fallì senza rimpianto la tesi marxista dell'Uomo. 128 In geometria l'angolo retto, nel pathos sta il retorico. 129 Dico ciò che voglio, oppure non lo dico senza inibizioni 130 Quanto non è servito ripassare al setaccio dal duro sampietrino che sono stato 131 Non ti scosti, mai t'arrendi al senso degli atti Demone le cui labbra vietano di ridere 132 Fuori è dal coraggio la sola sopportazione. Nel dolore vive in stenti, non lo lasci sopprimersi? Se lo volesse, tu discordi? Ma sarai mica sadico? 133 Li ho anche odiati i tuoi sorrisi facili ridotti in frantumi 134 Ritrovarsi duemila cinquecento anni fa a guardia del tempio d'Afrodite ad Efeso in completo silenzio 135 Soltanto negli abissi è battuto, ansimante d'orrori 136 Con fatica all'alba, solca con l'aratro sui campi di brina tra coltivi d'ulivo, foglie d'artemisia, nudi rami di Ginko 137 Non averne uno alleato senza soffrirne affatto, che non sia rammarico sarei a stento bugiardo. 138 Amarsi nell'illimitatezza è amarsi oltre la fiducia 139 Ricatti voluttuosi i glamour idonei agl'adescamenti lungo vie insonni 140 Statica la civetteria se esposta in vetrina. 141 Come un pittore farà somigliare il ritratto vicino il più possibile al divino che l'idea detiene 142 Rare volte hai goduto con l'immaginazione, ma spesso hai trovato corrisposto alle attese quanto hai immaginato 143 Corpi ed istituzioni civili si dileguano, si propagano a prescindere dai sudditi 144 Fuori della comprensione i giuramenti e tutte le sette 145 Licenza a mutarsi fanatici omicidi se stimati più numerosi i nemici è ogni dichiarazione di guerra 146 Consueta abilità del Potere che a sfavorevoli circostanze ritrae nuova linfa in avvenire. 147 Sta al contrasto degli opposti l'apertura a riscontri notevoli, eppure li diffidiamo i dissimili 148 L'amore profano manca d'inganno se non sa suscitare al plagio il ricatto che li lega insieme 149 La stessa fedeltà è motivo sovente sufficiente per tradire 150 Se ti va, puoi telefonarmi da dietro il vetro divisorio. 151 Niente amori allora, siamo intesi, solo vista, tatto e baci francesi maliosi finche'non cedi 152 Era talmente gelosa da coglierlo sul fatto ogni suo tradimento, certamente telepatica. 153 Condannato ad essere libero mai l'avrebbe sospettato 154 L'immaginario non poteva avverarsi Tensioni poi palpabili senz'altro riparo inoltre amareggiati per averci pure sperato 155 Prendere atto di quanto manca all'Io, e definirlo destino avverso 156 Dall'isteria se ne deducono gettate di cemento inutili, se le fondamenta mancano di veri requisiti antisismici 157 Servirà la clientela tutto il santo giorno in lingerie e sottana. Imbavagliata se le sarà richiesto a tariffa maggiorata 158 Spesso nei sogni il futuro predicevi tra mille diversivi 159 Chi sogna è pur presente nell'enucleare un senso da quanto sta sognando 160 Solo apparentemente vengono in superficie le malattie dell'anima 161 Il piacere sotto il segno della verità parrebbe una virtù solo a metà 162 E' l'esatto opposto ai doveri coniugali l'ardore nell'amarsi 163 All'eretismo senza fine s'abnegano solo le sane 164 Altre di cui è certo affine l'epilessia all'atto sessuale 165 Il daimon buono per uno è malefico per un altro in prevalenza nel maschio 166 L'ironia della realtà restringe l'ampiezza degl'iniziali propositi 167 Bagni e frizioni ovviamente indicati se vuoi preservarti puro agl'amplessi 168 Carissimi e dolenti mi vigilano l'occhi apparentati ai Numi abitualmente distanti 169 M'aggrappo ai calcagni, profondo alle tue carni, concreto ai tuoi deliri 170 Vizioso ma buono, potenziale monaco, consensuale di tutti perlomeno agl'inizi. 171 Incondizionatamente a priori ogni ragione non ti spieghi 172 Di carne e d'etere costrutti, e tra i denti scrigni di parole, quasi fossimo tutti dei poeti. 173 Ardita in nere vesti, beffarda nei gioielli, scoprendosi ai reni ritti umili a carponi. 174 Pensare al presente, non pensare niente, tutto e' proiezione d'intenzioni future 175 Ha seminato tracce in tutte le sue opere mai che giungesse ad una conclusione 176 Alle TwinTower non sono salito con ostinazione, né vi sarei salito ragionevolmente 177 Tenero di glorie vederti ballare da tutte distinte 178 Satiro dei nostri baci inseguo le tue labbra da burle incontenibili 179 In trincea per offrire un'idea in un Paese arido, senza vigore, un senso deve avere 180 Che vesta chiaro di Luna è segno che t'ho accanto, cosi mi designi indovina d'ogni tuo segreto vanto 181 Brava nelle vendite, lusinga fragranze dell'arte più antica 182 Santa, il pallore l'arrossiva ogni volta si vedeva lasciva 183 I migliori orefici t'ebbero rivestita abbaglio di luci una sera di litigi sui limiti di Cuba in via dei Volsci S.Lorenzo, Roma 184 Si è in specie i tentativi di non essere noi stessi senza potere. 185 Uno dei vostri senza che lo sappiate da questi versi 186 Dove l'ironia può far tutto, senza merito sta l'incuranza 187 Al Taj Mah Al trenta anni prima dai piani alti della torre, non vedevo la porta dell'India semmai una sorda distesa immensa di baraccopoli 188 Approvazioni certo le meriti, ma solo i Poeti sanno amarti lo iato tra chi sei e chi appari 189 Sorella del Fauno dei monti, figlia della Tracia arcaica e dei misteri di Eleusi. 190 Sorreggi le mani mie alla riva del ruscello, fermale dallo scrivere, vietale il sacrilegio d'un ornamento inerte che non abbia scopo 191 Grato ai lettori qui a leggermi, forse ravveduti meno nichilisti, se questi versi fossero riusciti mai in conforti a lenirvi i giorni senza ori, ne' armi
Sempre assolti Estate/autunno 2006 25 Composizioni di Marcello Chinca
Kali L'Atharva-Veda* mi immunizza al veleno, storna da me la freccia di Parvati. Solo Kali* la nera mi insegue a passi di danza per risaie immense di acqua. Atavici più d'ogni promessa bramano i suoi denti d'oro: famelici amplessi. Sei braccia sobillano abbracciano in un volo intrepido di commozioni. Risuonò persino il cielo di un respiro di aquile sopra l'Egeo rosso disabitato. Ecco, quanto devo dire e solo ora per lo stile, nel mio canto aleatorio, pare suggerire come dono della grazia ai cuori feriti, così, un dolce travaglio. * Si tratta di uno dei testi di cui si compongono i Veda, antichissimo testo spirituale induista. Kali è la dea della distruzione adorata nel Bengala. Loin des oiseaux Je jetterai a la Diable les raisons, toutes les Bon Sens de les gents, pour la license de souire encore, depaysè après sa fievre absolue. Vous n'avez plus connu cette mure eloquence, cette regard qui t'epiè dessus la prevoyance des vos epaules "Ne dis pas non!" Nos corps, nouè de bagarre, sont fin theoreme de erotisme, pendant qui Elle devra adopter, de tous ambition de franchise, la peine de Orphèe indomable, quand' en sursaut, sans pudeur, l'avait attirè pres la puissance sinistre de un jeu plus formidable. Reluirè au genoux sa nu image renommèe dans botte superbe, sa voix deborde impetueux des criè, murmure voluptueux. A motif de son rytme infaticable, sì exortatif de plus plenitude, se enforcè sa demand imperative: Ouì, moi tresor inoui sì almable! Oui! Ce porfum qui emane de Elle! Vos yeux neufs seduits dans un nid intact de delit et guerison infinie: Delire de notre coeurs charitables. Caccia via le nubi Caccia via le nubi, gridalo infine l'azzurro! Anche se condannati quel vino quel pane spezzato insieme nei giorni, dai non sprechiamolo! Quel niente lo sai! non finirà mai di saziarci! Tutto va bene, purchè non si resti soli! Orphèe C'est lì, par la nuit rouge! L'ivresse des files de la Grece! Les soupirs de la Fèe sur la lyre d'Orphèe. Avvisaglie 1) Non rimane che l'usuale gloria, un pudore che porta allo scetticismo, né gioie né dolori, smesso di amare o di odiare, come a galla sopra il mare morto. Quando di preciso? Questo sentore continuo, questa avvisaglia che preme, questo crampo senza fine? Forse fu davanti lo specchio quel nastro irrisolto di livore e vittimismo insieme l'insieme della mia traccia prenatale? davvero senza di me non esiste altra chance alcuna vera determinazione? Misteri Eleusini! Orfeo. Ride. 2) Negli occhi già graziati Si rilevava in me davvero una sagacia Troppo prematura ogni volta? Sbarravo così davvero il passo al Tempo convinto che il Tempo fosse un ordigno irrimediabilmente difettoso e senza nesso ma strano! sempre a portata di mano? Rifocilliamo Rifocilliamo di terriccio e cenere i filari spogli d'inverno. Esalano il vino in mille botti Le ali azzurre del tuo profilo e del mio. Tutto accadeva senza che noi Davvero lo volessimo in concreto. Vangato come da secoli e secoli Da plotoni di donne e di uomini. E' l'ombra E' l'ombra del suo passo infantile Per una città di ghiaccio e sublime A levarsi meditando di continuo L'immenso ordito per cui nel mondo Fu così alla rinfusa gettato. Dai chiodi e dai cardini Dai chiodi e dai cardini l'equivoco attinge il male alla fonte di tutti i legami immobili espiandoli poi, giacchè oggi come allora gli eretici di Montsegur mai veramente abiurarono. Cosa hanno raccolto i miei occhi.. Labirinti dove non sono entrato, pur intuendone al dettaglio ogni meandro umano di ignavia. Molteplici forme e l'abitudine della lettura e della poesia assegnatimi al posto della vita. L'amicizia, qualche amore ostinato, soltanto cesellato dalla mia personale epopea. Il mare incontrato sfratto di fragore o rorido al tramonto color bronzo oro e vinaccia. Infine cinta nel mio buio: la tristezza muta dell'Aurora in cui nulla più ricomincia. Non importa Non importa se l'oscura visione L'ha segnato! Dopo ore di avari mattini Soleggiati come Ulisse nell'Ade Non scorse che inferni! Obliarsi se tutto congiura Di vacui o sibillini proverbi! Archetipi fatali di retorica Con cui si mistifica uno sfatto Orfeo drogato, privo di pudori! Dopo gli altopiani deserti, dopo la tundra infinita. In cammino sui sentieri Dei pericoli non c'era Però ritorno! Segrete leggi normavano già I passi di carnefici e cittadini Inermi… Poi tanti giorni vuoti Senza giudizi sul Pianeta Cancellato. Pochi abietti sopravvissuti Calpestavano miriadi Di ossa vuote! Inaudibile di ore silenziose E' un vento secco indiano, esangue dall'abitudine di suoni e simboli, una voce stanca di idiomi, arrochita dalla polvere di tanti laboriosi giorni. Per ere silenziose , non ha mai protestato, casta come le voci dei poveri che la vita la giocano esausti nei giorni, arcani come tante prigioni. Tra i marmi inaccessibili è il sibilo del vento senza contaminazioni una voce però che frusta con l'odio degli spietati l'insania ostile dei giorni. Morremmo Morremmo raccolti fuori dal propulsore, dal decreto del nostro Dedalo? Così avari temiamo la vaghezza di un navigare in mare aperto, in ore senza concetto, in un viaggio che è evanescenza? Da arrenderci allo stratagemma di un'uniforme luce bianca? Superstizione l'idea? La libertà è un vanto? Oppure sei solo morto? Pantera Occhi turchesi il riflesso li restituisce dalla vetrina sfavillanti senza sollievo diaspri di quiete indovina, l'abito elegante nero ben accollato, lo scialle sopra le spalle traforato, magnifici sandali d'oro. Un cancello a due ante avanti a lei si schiude, s'accosta senza rumore, lontano ulula un cane. Ondivaga strenua libido se ora la memoria muove su piano e scale di cotto i tacchi alti senza remore. Vuoto itinerario Si ripeterà il vuoto itinerario nel color sabbia uniforme scrutando se propizi davvero pianeti/stelle lo spolperanno o no ancora con lemuri e cani dagli instancabili pii simulacri delle forme e degli alti esametri in custodie di polvere e rughe? In che patii tale vergogna nel destino già allora intuito esatto-talento rara-memoria, se di un coraggioso destino dovrò guatare di sconforto un così riflettere smisurato, una così esausta ellenica ira? Vituperi Vituperi il corpo, rimordi la carne, vagoli per vie traverse ogni giorno, lavori sopravvivi nel tempo concesso Ma hai addosso, mia virtù decrepita: questo leale paradosso se solo sei ancora esiliato fuori nella notte solo Noia irredimibile con cui ci attende falsa e ridanciana, espiata questa pena di vivere: ogni idea appena delucidante Apprendere forse in fondo all'Io di essere stato nei coaguli significativi del tempo solo vanamente vigliacco Refugio peccatorum Organetto suoni l'eterno! Il tempo veniale del sangue, profuso nel canto tiranno! Pare suoni l'Era del Ferro Se tra l'inesorabile penuria Se nella generale cupidigia all'Alba ancora lo ignora che ogni veglia o intento non rallenta la Preistoria! Cosa dire? Cosa l'arcano? Accantona ogni metafora ogni azzardo la mia poesia! Nelle tue stanze Essermi dissipato dolcezza O inverecondo di dispute, Essere dolce alle tue labbra, Obliarti in vibrante visione, Maledico o no ora la distanza Quando nel sogno di rigore Ti offrivo sollievo in stanze di reclusione e senza luce? La mia vita La mia vita intera smarrita dietro antiquari di simboli, manoscritti alti come muri. Paragrafi indicano le volte, lì i corridoi di un labirinto calcati dai passi nell'ombra, le sale immense senza tempo, le torri irsute di vedetta, il rigore dei bui sotterranei, e quella terrifica ragnatela di loculi fosforescenti, tremuli come sinistri cristalli. Sempre assolti Guarda che ti amavo anche nelle sconfitte Avversione ed affetti dormivano abbracciati. Senza reti di rancori, senza ingombri rigori, scrosciavano i ruscelli nella quiete dei sogni. Sbaragliate mille leggi finivamo sempre assolti. Notti d' Irlanda Celebrammo le notti d'Irlanda Nell'orizzonte dei tuoi occhi, Nell'allegorie dei miei versi, Nel nitore di una avventura Che li lasciava come increduli, I volti irriconoscibili quasi Vani nella disputa dei fuochi, Nelle parole inventate di gioia Che lambivano veloci i cuori. Breve il vivere se lo ricordi: Quel dio silenzioso nei giorni Suoi migliori ospite della Terra! Per un po' di brio Per un po' di brio C'è l'eco della voce, L'Attrazione ci vuole Stanato poi dai rifugi dal biasimo, da troppe maledizioni E' come fosse ieri Incalcolabile quanto spettrale anamnesi. Viene il dubbio Così dileguandomi, Impotente altrimenti. Per più fausti presagi Le mitologie alla soglia. Il grano sui campi. I primi tordi sugli ulivi Tremano poverini! Nell'aria di salnitro del mattino, Oltre i Castelli giù Il mare bolle rigonfio. Prole che non ritrovo, Vecchi aridi di torti. Al meglio si ride Per costernazione Lasciami solo ad un passo dal tuo volto, Alla brigata degli amici Beoni e rumorosi. Che liberi Dove la bestia alberga La mia parola dove più sorda è abbrivio. Lievi sui giacigli Dell'immaginazione Per intese più sodali Per più fausti presagi. Marea notturna Fu una marea notturna, ricordi Pitagora? Nerazzurra si mesceva ai fondali, gibbosa come una catena di monti, ruggiva in un fragore di Eterno su porti e case, ricordi Pitagora? La sognasti a Crotone una notte insonne quella marea notturna che non s'era mai vista! L'ecatombe, navigli interi sugli scogli, cadaveri e sopravissuti, poi le notti delle mille cremazioni, i bracieri. Ricordi Pitagora? Le ceneri proteiformi di luci in orbite mai uguali? I Numeri di una vasta Cosmogonia nascosta alla vanagloria degli uomini? Senza che si sappia La cosmogonia che trattiene madre terra dal disastro governa a volte gli uomini inconsapevoli e senza che si sappia come già Spinoza disputava che no, non c'è scelta, né libero arbitrio nel disegno intatto del Creato, né futuro è concepibile vero, chè non può darsi come vero alcun senso dell'uomo sub specie aeternitatis.
In pace amorgos Tracce iridescenti giù nell'acqua turchese, ad ogni espirazione unisona profonda, bracciata dopo bracciata verso il largo.. In ascolto dai fondali ignari di Tedio e Morte: Pure Promesse nel nitore del blu del verde sconfinato. "Vedrai se t'arresti i pesci alla tua caviglia sicuri come dietro ad un riparo sicuro. Li vedrai seguirti per vie volubili di meta nell'ignoto della distanza, d'ogni approdo" Per amarla Per amarla sino a farli immortali iconoclasti contro ogni croce i suoi occhi infedeli l'avrai scorta nel marasma delle moltitudini come tra i fondali profondi dell'Oceano: un pesce gatto che traluce gustoso per muoversi d'inquietudine Ma veemente il desiderio spinge contro sole gli stessi ideogrammi più consolidati Sarebbe come frustare l'erba indugiare alla vista opporvisi Se invece s'alza nel deserto una figura umana vicina d'umidore al nostro corpo si elucida subito in un gridare a minaccia rimordendogli un potere consapevolmente arido l'assenza d ogni pietà Ineffabile col guscio di cicala sotto pulsa un cuore dubbio l'alone dissimile della ferita nell'incontrovertibile non vede altro che ulteriori ostacoli assedio Lo stato armato che spinge indietro ogni rivoluzione vive di ordini presunti legittimi comuni a tutti Coazione a produrre Adempimento Libera copulazione assoldando la paura in uno stato preventivo d'assedio Redenzione quando si dissipa il tempo nell'ombra incipiente di redenzione quando è dimenticato dall'arido chiarore di irreali passioni senza nessuno che sappia più evocarlo intatto di desideri tra i suoi fiori vivi o secchi di parole nel silenzio della Terra transuma sotto un maglio effimero anche tutto il dolore L'oscuro degli occhi L'Anima rivivrà l'impeto se l'oscuro degli occhi se la tua voce saranno versi Misterioso il Mondo Combatte l'amore lo stana da ogni rifugio Perciò dileguammo per una strana Impotenza e parando ai colpi più diretti Apprendemmo identici carnefici e torturati questo sgomento d'ipocriti. All'Alba All'alba tra boschi e radure, Voci d'armenti, grumi di luce! Viandante per fratte e petraie, Cento connubi d'api e corolle! E per ferrate a strapiombo poi sino al nudo massiccio : Lo inseguì il falco in cielo A lungo con estese planate. Al ritorno, pianure d'orti, odori di peschi maturi, rondini alla corda del ruscello radenti in sibili e giubili. Un frullo pazzo di stormi senza preavviso o traiettorie |