Poesie di Stefano Chiucchiù


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  ... l’appuntamento.
… finalmente ha detto si …
… uscirà come me …
È bellissima … giovane … fresca …
Il suo profumo di vita mi stordisce
e cancella i miei pensieri.
Solo averla accanto sarà una nuova vita
mi perderò in lei, tornerò a vivere.
I suoi anni hanno dimezzato i miei,
hanno colorato i miei grigi capelli,
nascosto i segni del tempo sul mio volto …
un rumore diverso esce dal mio dentro.
Potrebbe essere mia figlia …
ma cosa importa …
… non sarò certo da meno …
Davanti ad uno specchio … tutto pronto …
per sembrare più … per nascondere …
per essere … o per diventare …
l’ombra di un uomo ridicolo …
I miei occhi mi sputano addosso …
Verità, nate in un momento di follia,
escono fuori come coriandoli …
senza far rumore …
senza allegria … e quando mi toccano …
fanno male.
La strana felicità si mescola ad una vergogna di me stesso …
e la seconda vince … la coscienza applaude …
… “ Pronto … sono io. Volevo dirti … Finiamola così. Ciao”.
… spengo la luce … e con i ricordi di un tempo passato …
chiudo gli occhi …
ed un tiepido buio mi abbraccia.
 

Volevo dirti …
“Le mie mani tra i tuoi capelli
scriver vorrebbero ai tuoi pensieri
perché la mia bocca coraggio non trova …
per dirti che …
I miei occhi con i tuoi vorrebbero
scambiare luce diversa di quella che mi
regali con un semplice saluto.
Sentire la forza del tuo corpo
in un unico abbraccio …
Ed il tempo si ferma …
per dirti che mi …
Ma strane ombre da me ti allontanano …
ed io in uomo di ghiaccio a mani protese rimango …
cercando le tue … resta … stammi vicino …
per dirti che mi sono …
Regalami la vita con il respiro di un tuo bacio …
Un ignaro sole che nasce tutto riscalda …
che tutto scioglie … non mi da il tempo …
di dirti che ti mi sono inna…
… e la terra felice dei miei pensieri
d’amore per te …
… si disseta … “.
 

milangueros …
Una stupida ed ignara luna risplende
in un cielo pulito … di stelle acceso.
Di nulla si accorge di ciò che accade
e la sua luce nella notte si disperde.
Illuminar dovrebbe quelle anime unite …
che su note ritmate ad occhi chiusi
avvolti da passione volteggiano …
sembra che si tocchino …
che si scambino sospiri …
Una languida milonga l’aria riempe
di melodia e sognare fa terra lontana.
Di bellezza il cuor mio si riempe
e stringerti tra le braccia vorrei …
ma capace di farti sognare non sono …
Se un po’ d’amore per me provi …
prendimi per mano … insegnami …
fammi sentire il calore del tuo viso,
in silenzio … in punta di piedi …
ed un bacio il tempo ferma.
Amore e musica muoveranno i nostri passi …
ed il nostro tango non avrà mai più fine …
 

... lettera aperta a mia madre.
Perché ora il tuo spirito inquieto, di notte,
vicino a me si siede ed i miei capelli accarezza …
credi che non mi accorga … ma da dentro ti vedo ...
Non ho la forza di perdonarti …
Perché solo ora mi accarezzi al contrario di un tempo
quando le tua mani si affondavano sul mio viso …
dando ascolto solo a quel demone che nel tuo petto risiedeva …
Spiegami il perché delle tue bugie … il perché del tuo doppio
senso di vita … perché non mi hai voluto bene?
Ero e sono tuo figlio … non avevo colpe … se non quella di
discendere da un padre padrone … che tutto ti dava
come da contratto … senza rispetto o amore.
Perché ti dovrei perdonare …
Avrei voluto ridere con te … e non piangere … giocare e non
nascondermi … vantarmi e non aver timore … di te.
Sei sparita da me … in un tuo mondo parallelo fatto di cose
e di falsi idoli … a te molto cari … a cui regalavi devozione e,
qualche volta, ti appropriavi della loro vita … facendola tua …
Ma io ero lì … ad aspettarti … ad spettare una tua favola, un tuo sorriso,
una carezza … e la sto ancora aspettando … ora a poco serve ora la tua presenza.
Avrei voluto parlare con te di me, della mia famiglia, dei tuoi nipoti …
... dei miei successi ... dei miei fallimenti ...
di quanto ti ho rispettato … di quanto ti ho voluto bene …
ma qualcuno ti aveva spento l’amore prima ancora
che Dio lo facesse con la tua anima.
Ho sempre detto che la mia coscienza non conosce la parola perdono …
 ma col tempo qualcosa cambia ...
ora anche tutto questo vacilla … si sgretola … perché?
Ti ho tenuta per mano quando te ne sei andata
ed è così che ci siamo detti tutto … in silenzio … tra noi due …
 un grande segreto che nessuno conoscerà mai …
E' arrivato il momento ... ma la mia vendetta sarà dolce …
per te … fino al punto di regalarti quello che avevo e che non ho potuto scambiare con te …
Ti regalo il mio amore di figlio … ti regalo il mio perdono …
così non dovrai mai più tornare dal quel mondo,
dove ora potrai ridere e raccontare di me senza ipocrisie ...,
 per accarezzarmi nel sonno …
chiedendomi in silenzio …
di volerti ancora bene …
 

... un po’ d’amore …
Pensavo di essere un uomo forte,
capace di conquistare la tua mente
e poi il tuo corpo,
per amarti di più, oltre ogni mio limite.
Volevo vantarmi di amare una donna …
stupida presunzione …
Allora ti ho sfidato, Donna.
Ma è bastato un tuo sguardo
e la calda lama affilata di un tuo bacio …
per annientarmi.
Adesso vago nel labirinto della tua mente
dove mi hai rinchiuso … sconfitto.
Sulle pareti leggo frasi scritte
da coloro che come me
non hanno conosciuto
né il tuo amore né la tua pietà …
e le ossa delle loro anime ora fanno
da tappeto al mio cammino.
Di qualsiasi forma di movimento
mi hai privato
e solo per tua voglia, muovendo fili,
con me giochi.
Burattino inerme, grande uomo …
per te uomo di niente.
Volevo essere protagonista di una dolce favola …
ma sono solo una comparsa nel tua commedia …
come mendicante d’amore … quale sono ora …
perché per vivere solo questo ti chiede,
mentre tendo la mia mano …
un po’ d’amore … un po’ d’amore … per favore …
Ma tu non conosci carità …
e scheletro, lentamente, mi trasformi.
 

… un nuovo giorno…
Non so chi e perché
mi abbia portato in questo posto.
Abbraccio solo roccia
ed aria che nulla mi scaldano.
Il mio silenzio recita
sempre la stessa preghiera da anni
ed io, stanco di inconsci sermoni,
sordo a tutto divento.
Come un immenso cimitero,
che di notte si illumina di mille piccole luci,
il cielo, solo questo unico spettacolo
mi offre e nella sua immobilità apparente si diverte a
lanciare di tanto in tanto stelle filanti … qua e là.
Nemmeno la Luna,
unica nel mostrar solo una faccia,
voglia trova di uscire stasera,
per meritarsi una canzone
o due versi in rima stonata
da un poeta senza ispirazione.
E così passano le ore
fino a quando un eterno braciere
lentamente, nasce all’orizzonte.
Da sogni perduti,
da vane speranze e delusioni
ogni giorno è alimentato,
facendo credere che col suo nascere
tutto cambia,
tutto si rinnova …
tutto …
bugiardo …
Deluso, me ne vado
e nel nulla mi confondo.
 

… aspettando la realtà ..
Se è vero che i pensieri
con fili di nuvole ai sogni
sempre son legati tra loro …
Allor che venga il sonno …
Così in lor ricordando il tuo
sorriso pace troverà il mio
inquieto spirito e così il mio io.
E stupendo sarà il tuffarsi
nel profondo infinito
del tuo sguardo … là dove
la parola cercare in trovato
si trasforma in tempo e modo …
Tutto si accheta nelle lunghe
ore buie della notte …
Ma all’aprir degl’occhi
tu non ci sei … e tutto
ricomincia, tutto si rilega …
Anche un tuo bacio nasce solo
dai miei pensieri … dai miei sogni …
Tornerà la notte … ed io …
in sogno … ti chiederò d’amarmi.
 

… il mio autunno …
Come parente che all’improvviso
arriva e bussa alla mia porta
così tu, intristito autunno, sei comparso
con un grigio saluto e lacrime dal cielo.
Anche il mio autunno nebbioso è giunto
ed il volto mio si è asciugato con un forte
vento di scirocco. Con lui mi giungono
forti odori di vapori di mosto e di bosco
che cambia con l’umido i suoi profumi intensi.
Uccelli schivi ed in stormo in volo uniti
dall’alto salutano il cambiato paesaggio
perché nulla gli offre per viver sereni
ed esempio danno a chi li osserva migrare.
Come amori passati e non più vivi
a terra cadono anonime foglie
mischiando i loro colori prima
ancor di diventar tappeto macilento,
nell’ebbrezza che dà il poter volare
per la prima volta … per l’ultima volta.
Altre non vorrebbero andare al loro
destino segnato ...
Ognuno di noi è una foglia …
E prima o poi sarà …
o staccata da un bimbo maldestro …
o da giovane amante che un ti amo vi scrive …
o per vita finita …
contenta però che rinascerà un giorno …
ad un altro ramo appesa e dal vento baciata.
 

… segni …
In un giorno di noia
Amore al Tempo,
dalla sua ala,
una piuma staccò.
Scriver volle parole
e segni sul volto
di tutti gli umani
per scoprir chi,
dopo l’amor svanito,
ancor uno nel volto
dell’altro si guardasse
ed amor trovarne ancora.
E così fece.
Le anime ignoranti
rughe chiamaron le parole ...
difetti i segni ...
e del tutto fecer
per cancellarne traccia.
Le anime felici
a leggerle iniziarono
ed al fine a capire.
Così trovaron la via
per amarsi ancora
e condurre l’anima …
all’oltreamore.
 

... è morto un poeta ...
Lontano di sente suonare un grosso tamburo
rimbomba ovunque il forte suono suo duro,
lo batte uno che ha il passo un po’ corto
ed a tutti ricorda che qualcuno è già morto.
Bum … Bum … Bum…
Continua a suonar la sua musica mesta
lo fa per dispetto perché oggi è anche festa …
intorno a chi fu radunati son tutti i parenti …
chi vuole l’oro o i vestiti oppure i suoi denti ..
Bum … Bum … Bum …
Nessuno accenna a tirar fuori preghiera
ma lei lo farà per amor ancor prima di sera.
Lui in Cristo non credeva e scriveva eresie …
bestemmie per molti invece eran solo poesie.
Bum … Bum … Bum …
Non si stanca mai e per ore continua a suonare
e suonerà finchè il tutto non finirà di bruciare.
Voleva esser avvolto in un rosso telo di seta
ultimo giusto vestito per chi fu grande poeta.
Bum … Bum … Bum …
Ma assieme al suono del mesto strumento
si unisce un altro più dolce portato dal vento:
è quello del pianto di una donna dal viso bagnato
perché il suo uomo Dio via gliel’ha portato.
Tutti stanno in silenzio e la pira finisce il suo corso
qualcuno piange, qualcun si piega al forte suo rimorso
leggendo gl’ultimi suoi versi sulla pietra di tomba graffiati:

“ … con me il mondo finisce e sarete tutti dannati ...
se al tacer del tamburo ... non accettate da Dio un gran dono ...
perché vi regala un sol giorno ... per chieder perdono ...".
 

... amo i matti perché …
Amo i matti perché con i loro sguardi,
tutt’altro che vuoti, riescono a vedere
la surreale razionalità che, con il passar
del tempo distrugge la nostra felicità.
Amo matti perché con le loro mani protese
non vogliono farci del male ma strapparci
di dosso quei vestiti e maschere che giornalmente
indossiamo per credere di essere davvero noi stessi.
Amo i matti perché si pensa che le loro siano
soltanto grida insensate … forse ci stanno
chiamando in una lingua a noi sconosciuta
avvisandoci che stiamo andando verso il nulla.
Amo i matti perché quando ti fanno una carezza
chiudono gli occhi e sorridono … forse perché
si sono messi in contatto con l’ultimo atomo di
amore che risiede nel pezzo ancora vivo dell’anima.
Amo i matti perché anch’io riesco a vedere cose
profonde che altri non riescono più a distinguerle …
perché anch’io sto parlando con il loro linguaggio …
perché anch’io come loro sono più vicino alla verità …

Forse perché anch’io …
Per favore allentatemi la cinghia del polso …
non riesco a più a scrivere ……
 

… un gioco …
E’ un antico gioco quello
che tu fai, cresciuta fanciulla,
con il mio amore.
Allegro è il mio spirito
nel ricordarlo tra risa
di giovincelli che si
rincorrevano tra loro
nel nascondersi e nel trovarsi.
Nascondino mi par che si chiamasse.
Ti cerco … ti cerco …
Non ti trovo … e ti cerco ...
Forse nascosta sei tra fieno alto
o foglie di pianta di fragola …
o peggio dietro a te stessa.
Ti cerco … e non ti trovo …
Se la mia mente non mi tradisce
bastava gridar “tana e tutti liberi” …
ed il gioco finiva …
Ed ora anch’io, ingrigito giovanetto,
con triste voce griderò stesse parole …
Anche il tuo gioco è finito …
E tarda si è fatta l’ora,
devo andare via …
Con te non giocherò mai più …
 

… giudici …
I vostri sguardi pesano, come
mute sentenze, ma non per questo
vi amerò di meno.
Puntate sempre gli indici che, come
lame, mi trafiggono, ma non per questo
vi rinnegherò.
Parole a bruciapelo sparate che spesso
mi uccidono, ma non per questo
vi farò accusa.
Capirete un giorno, o tra mille,
quanto è mi pesato il non vivere,
e quanto di più ora siamo vicini.
Capirete un giorno quanto sia
stato facile per voi trasformarmi
da eroe a cavaliere del nulla ...
Tornerete forse ad amarmi,
e con la mia stessa spada
mi difenderete dal passato, forse …
ora che il tempo strani disegni crea
sul mio volto e tra i capelli.
Questa, miei giudici,
o meglio … miei amati figli,
è la sola realtà,
non più una favola di sera narrata,
per chiudere gli occhi in un
sonno tranquillo.
 

Complicità …
Ci ritroveremo nudi, uno di fronte all’altro,
forse, quando tu lo vorrai, quando io lo vorrò.
Non sarà la solita baruffa di sussurri e di sospiri
ma saremo ladri di noi forzando porte mai aperte.
Ci stupiremo delle nostre paure segrete,
accarezzeremo dolcemente i nostri fantasmi,
i nostri affanni in gioia e sorrisi si muteranno
e le nostre lacrime accenderanno i nostri visi.
Prenderemo il nostro passato tra le mani
e lo sostituiremo con il presente, il nostro.
Uccideremo il buio con la luce del sole
liberando le nostre anime … ora felici.
Non sarà facile amarti, amarmi … amarsi …
Alla prima lacrima sarà il mio abbraccio
a darti forza e sarai tu a baciarmi quando
lumi di tristezza usciranno dai miei occhi.
Scherzeremo sul nostro amore presente
ricordando quello passato perché i nostri
corpi hanno conosciuto la carezza del tempo
e vivono di una forza più grande dell’amore.
Siamo stati, siamo e saremo per sempre
complici in una forma d’amore nascosta
da sorrisi al passar del tempo … stupidi d’amore,
come se fosse il primo … come se fosse l’ultimo.
 

… non sempre il sole tramonta ad Ovest …
In un mondo dove tutto passa per un imbuto rovesciato
anche tu Sole non hai più un’identità precisa, una forma.
Nel caos che ci costringe ad annientare il tutto
anche tu non mi regali più un’alba che mi stupisca …
od un tramonto che avvicini i cuori di gente
che, caduta nell’indifferenza, ha scordato di amarsi.
Anche tu stanco di una routine divinamente imposta
hai deciso di risplendere liberamente,
alzandoti e calandoti a piacere ora qua ora la,
giocando a nascondino con la Terra e la Luna.
Torneremo tutti a parlarci, dopo secoli di silenzio,
chiedendoci solo perché il Sole non tramonta più ad Ovest …
e poi solo “tu come stai”?, e poi solo “sei bella”
e poi solo tornare a vivere …
e poi solo … dirci ti amo.
E così … fino alla prossima follia del Sole.
 

… nessun Dio lo vorrebbe …
Occhi di giada, pelle d’ambra,
baci al sapore di datteri e deserto,
stelle curiose e musulmana luna …
Questo è il ricordo di te al mio risveglio.
Ora vago in mezzo in questo mercato
dove i colori si confondono,
dove i profumi si mescolano,
dove la gente di mille mondi,
a me sconosciuti, si incontra.
Grida, versi di animali, canti di uccello
ma nessuno mi sa dire dove sei …
Nemmeno il mio Dio lo sa …
E continuo a cercarti ….
Una donna, di bianco vestita,
al centro di questo caos si è fermata.
Coperto ha il suo volto … ma gli occhi …
Sono quelli dell’ultimo tuo bacio …
Verso lei corro … a braccia aperte …
Le grido ti amo … e lei Allahu Akbar …
Sarà uguale al mio il suo richiamo d’amore …
Allargo le braccia … ed anche lei …
Io ti amo …. e lei … Allahu Akbar.
Io ti … e poi il nulla …
Uno strano sole è comparso in un mercato d’Oriente ….
Mille farfalle fatte di stoffa colorata, di ferro, di legno,
di piume, … di me … di lei … in aria volteggiano …
E di quel mondo nulla rimane.
Verso il tuo Paradiso di miele, di fiori e di canto fatto
tu te ne vai … mentre io … in eterno, nel mio buio,
mi chiederò:
“le ho detto ti amo e se anche Allah lo voleva … allora perché”?
“le ho detto ti amo e se anche Allah lo voleva … allora perché”?
… le ho detto ... .
 

… a caccia di me stesso …
In una prima mattina d’autunno
nebbia e rugiada si uniscono
ancor prima che il sole sorga.
Disteso su di un letto di fieno vecchio
con un antico amico al fianco
avaro di sorrisi e che regali non fa.
D’acciaio e legno è stato creato
e con avida bocca vite si ingoia
cantando con sorde note.
Al primo raggio di luce
una sagoma scura tra me
ed il folto dal nulla compare.
Lo vedo … mostra un reale trofeo …
Forse i cuori di entrambi
hanno lo stesso rumore …
Paura e brivido su due esseri
in ugual misura nel fondo entrano …
Nebbia e silenzio …
Silenzio e nebbia …
… nessun fragore si ode …
… la mia mano si allenta …
ed il mio amico a terra abbandono.
Alzo la testa … mi vede … fermo …
Forse un sorriso accenna e
veloce nel nulla ritorna …
Al rientro stasera nel mio carniere
strane prede avrò …
felice di mostrarle a tutti …
… un fiore di campo e due sorrisi …
… il suo ed il mio.
 


… Spirito del Nord …
Nell’ultimo viaggio in cerca di me stesso
un qualcosa mi ha seguito … un’eterea presenza.
Di notte mi appare … rossa nei capelli …
di un sol raggio di luna vestita …
con occhi di color di un lontano mare ghiacciato.
Strane movenze di ancestrali riti e parole … e segni …
che la mente mia non ne raggiunge senso.
E davanti a me … danza, volteggia, si accascia,
di polvere di terra si cosparge … sulle note
dei miei mille perché … e poi si avvicina …
sempre più … sempre più …
circondata da un bruma leggera
che di ambra e di muschio profuma.
Un abbraccio di fuoco mi rende …
Come quello che a lei donarono seguaci
di un dio, anch’ esso capace nel far magie,
gettandola non ancora donna in un fuoco …
per mondare la sua candida anima
di un peccato non suo ...
Ed insieme alla tua, ora, anche la mia anima brucia …
E di noi non rimane che cenere …
I tuoi occhi sciolti si sono ma non per il fuoco
ma per un nostro abbraccio … per un nostro bacio …
per un nostro antico e nuovo amore …
E pace torna … fino alla prossima Luna …
aspettandoti … in una nuova bruma …
in uno strano profumo … in un tuo nuovo bacio …
Ti amo … spirito errante di una strega del Nord …
 

...l'uomo che guarda
Da una nuvola di vapore
nascosto ...
in questa piccola stanza
ti guardo.
Il mio assente Dio prego
perchè in quell'acqua,
che il tuo corpo accarezza,
mi trasformi.
Acqua che invidio
e condanno
perchè troppo veloce
il tuo corpo percorre.
Ed intrisa di profumi e schiuma
come una Venere in nascita ti vedo.
E, mentre di accarezzi,
di piacer il tuo labbro ti mordi.
Come a ricordar
l'appena passato
e fuggente tempo
di scambio di sospiri.
Apri gli occhi e mi vedi
e la tua mano allunghi ...
ed i tuoi occhi parlano:
"Vieni ... abbracciami ...
stringimi ancora".

Tristezza
Come goccia di pioggia
una lacrima tra le pieghe
di un bianco lenzuolo, scende.
A sudor di scambio d'essenze mista,
veloce corre ...
Da occhio che ombra della sua donna osserva,
nasce ...
Da anima profonda che in amor crede fuor
vien sospinta ...
Lacrima che da volto di uomo segnato,
vola via ...
Veloce, sempre più veloce ...
sino a saltar giù ...
ed a terra cade.
In mille gocce gemelle esplode ...
cadendo a terra ...
come il tuo messaggio ...
"Tra noi tutto è finito".

 

Perdersi
Se le fluenti tue chiome brune i tuoi occhi nascondono
nulla può celare la luce di cielo che essi emanano.
Con le mie labbra sulla tua pelle scriver vorrei
frasi rimate che l’anima in pace mi detta.
Presi a ricordar insieme di gesta d’amanti antichi,
i cui sospiri a noi simil si rispecchiano,
nell’abbracciar di anime e di morbide carezze
dolce sia il perdersi nell’oblio delle carni.
Nulla si tramezzi tra noi ed il fuoco ...
... se non il voler divino di separata attesa.


10 agosto … tutti sul ponte
Un blu diverso vi ha accolto, stamani,
al primo tuffo: quello di un mare rovesciato.
Dove non serve pianto di sirene per render l’acqua più salata,
né tantomeno il loro bacio … perché da noi non vi riporterà.
Non quelle marine ma altre stelle di un altro Dio,
lassù, in alto, vi faranno compagnia …
e non pesci … ma anime, vicino, vi verranno a curiosare.
Siamo tutti sul ponte …. Un passo da gigante …. e giù …
Ed eccoci con voi … a far bolle … a sentir battiti sordi di cuore
e fruscii di respiro mentre ci si allunga verso il fondo …
a veder creazioni divine e dove lo spirito si rafforza nel suo credo …
Giù … giù … per poi tornare su … su … su …
Su dove l’occhio si disorienta, dove nuvole si muovono come alghe
da correnti carezzate …
Su … su … ancora … senza stazioni … per riemergere sopra al tutto …
Ed ora siete lì, insieme, come sempre,
nel raccontar a quegli spiriti ignoranti cosa vuol dir esser separati
dall’opera del loro Dio sol da un vetro … in un altro creato.
A presto amici miei … vi porterò un fiore …
ed anche un po’ d’amore di chi, a terra,
la vostra boa ancora vede e l’alta marea alimenta
… con il frutto del suo pianto.

Scritta per tre miei amici con i quali condividevo una grande passione ..... il mare.
Dedicata a Fabio, Enrico e Gianluca, tre uomini uniti in un solo spirito ...
 

..... scrivo con l'angoscia vedendo vite innocenti pagare debiti altrui .....
L'undicesima piaga .....
"Come farfalle leggere nell'aria volano schegge di acciaio ...
e su freschi fiori innocenti a succhiar nettare di vita si posano .....
non più profumi .... ma tanfi di carne bruciata ....
non più rondini solcano il cielo ... ma strani uccelli dal tristo cantare ...
non più vapori di nebbia del mattino .... ma acri fumi di morte ...
non più gioia di bimbi in allegri girotondi .... ma lamenti in cortei di lacrime e dolore ...
O Dio !!! O Dio !!! O Dio !!!
... ma se scritto diverso?
... o..dio ... odio .... odio ... E' questo che da eterno serbi nel cuore per vendicare Tuo Figlio?
..... se questo vuoi ..... almeno umano non ti plagiar ...
non far patir innocenti ...
in quelle che ancor sono le tue sante terre" .-
La mia anima piange ... in silenzio ....
 

Nessuno è perfetto nell'agire, nel creare ... Ma se si riconoscesse l'errore
e lo si correggesse subito si potrebbe non perdere un solo istante di vita ...
con lei. (8 marzo 2014 - Uno dei tanti giorni di Festa della Donna).


Mea culpa
Quando nel mio pensar smanioso di Dio degli dei,
dal costato un osso uman rubai e senza voler il cuore,
per forma ed anima voler dare e pur colore a colei
che ancor oggi senza minimo pensar dispensa amore.
Con il del poi senno pensai che a voi, o forti, vi rimase
se non il colar di rabbia dalla bocca e pur grettezza,
tal da maledir la donna e il nome mio in qualche mala frase,
per celar di fatto e con paura, di non esser più di pari altezza.
Or che tutto, per mea culpa, da sempre ha avuto corso
a riparar l'error divino, senza più perder tempo, ora m'appresto
facendo ber entrambi dal mio bicchier in egual sorso
l'amor che rubai all'uomo al suo creare. Ed or, senza pretesto,
baciatevi le mani, bocca e il corpo pure sì che amor sia di nuovo ricreato,
senza render grazie a me, o peggio altre parole, per quel che ho combinato.

 

Dedicata a Fabio ed a sua moglie, i quali, da 26 anni insieme, hanno cancellato la loro diversità con l'unico rimedio che alla stragrande maggioranza dei normali forse oggi manca: l'amore.

.... anni insieme ...
Non par neppure ieri
che tra le mie braccia strinsi
un fiore sbocciato appena
che sol d'amor profumo aveva.

Ed oggi ancor al risveglio
il mio sguardo il tuo, dolce, cerca:
come dopo quella nostra notte,
per un bacio ... per un altro ancora.

Altri giorni, mesi ed anni arriveranno ...
di colori diversi vestiti o pure nudi,
ma nel gioire con te a trovar
nuovo pudore e mai vergogna ...

io spero che Dio ci trovi e mai ci divida.

Donne senza colpa
(Per l'8 marzo - Manifestazione "SempliceMente ... Donna")

Rubando parole a silenzio …
parli d’amor profondo.
Rubando luce al buio …
illumini i miei occhi.
Rubando calore al gelo …
riscaldi il mio corpo.
Rubando pace alla tempesta …
plachi il mio spirito.
Se pur d’indole ladresca
mai di una colpa accusa ti farò
perché tu, Donna …
sai uccidermi, sai stordirmi ….
Sai amarmi …
Senza di te la mia esistenza
nel nulla svanisce …
e da altri demoni vien rapita.

Ch'io sia dannato
Qualcun l'anima mia
in sogno comprar voleva:
losco figuro di nero panno
vestito, con fetido fiato
e voce spirante un baratto offriva.
Le sue lorde e setolose mani, solo
a vederle il pensier mi venne che
macellaio di corpi di mestier facesse,
volteggiava nell'aria, come secchi rami,
per compiacer la scelta mia.
Demone furbo ma con corta memoria,
cialtron d'intenti e venditor di tormenti,
che nella foga di rapir la vita mia
non s'accorse di firmar patto contrario.
Due soldi ed uno sputo fu il prezzo
della sua morte ed io a gioir tornai.
Attento lettor, che nei miei versi immerso
la mente tieni e l'anima lasci incustodita …
chè il dannato poeta in veglia è tornato …
allor lo spirito tuo allerta o il mio sogno
della tua carta firmata trofeo farà.
Già l'anima mia gli vendetti … un tempo …
per un suo bacio.
Ch'io sia dannato.

Spesso ci si chiede se è possibile trasformare l'amore verso una donna
in una grande amicizia: vi giuro che non c'è cosa più bella che amare un'amica ...
senza che lei lo venga mai a sapere ... e questo è quello che voglio credere....
Amata amica mia ...
Poetar vorrei, dopo cruento tempo,
su un etereo sentimento ma, tra
le sue mentite forme, quale
sceglier potrei per tracciar segno
sulla mia incrudita mente:
amor di donna? Amor di figlio?
Amor d'amante o amor diverso?
Amor nuovo o... amor finito?
Dolce amica, se della poesia
tramite del mio pensier sincero
uso farò, perdon ti chiedo:
l'unico amor vero è quel che silente
dal di dentro, da sempre, ho vissuto.
Quello che l'alma tremar mi fece al sol
pensier di quel che stato sarebbe dopo
una tua e mia parola …una tua e mia carezza ...
un tuo e mio bacio …
In cuor tenuto e mai rivelato per timor
che sfuggir poteva o peggio … finisse.
Amore che distanze mai ha temuto.
Amor che verità mai ha celato.
Amor che mai nulla ti chiese e mai
cagion fu di tristi lacrime tue.
Amata amica mia, da amico sincero che
con amor mai mutante per te all'amor
scrive, con inchiostro di salata essenza intriso,
dirti vorrei che il vero amor è quel che
da sempre ci lega ... in un reciproco silenzio:
l'amor che per amicizia vive e nulla teme
… ed eterno rimane.

... anime in attesa
Ad ogni mio risveglio
una lacrima di gioia,
in un sorriso avvolta,
come missiva d'amor
da venti di scirocco veleggiata,
a te è rivolta.
Al saper che forse m'ami
nulla di tormento
in me rimane ed il tornar
a viver vivo mi regali.
Anche se sol nel sogno
ed il corpo mio che stringi sol
d'aria è fatto ... abbracciami.
Anche se sol nel sogno
ed il volto mio nessuna
sembianza mostra ... baciami.
Anche se sol nel sogno ... amami.
E se un giorno l'anime nostre
il lor cammino incroceranno,
il destino, da buon ruffiano,
compito suo farà.

vapori e nebbie
Vorrei abbracciarti forte,
così come stringo il collo
di questa effimera bottiglia
che solo sospiri di veleno mi da.
Vorrei baciarti forte,
come ora assaporo le fredde
rotonde labbra di vetro
di questo viscido bicchiere.
Vorrei guardarti negl'occhi
per perdermi nel loro colore
così come perso io sono.
Così com'io ti perdo
nei miei sogni in grigio e nero
che la mia esistenza mi regala.
Vorrei amarti forte,
oltre il solito amore,
oltre l'amore comune,
oltre il mio amore.
Come vorrei che anche tu mi amassi ...
Se solo tu sapessi ... ch'io esisto.
L'ultimo sorso ...
L'ultimo oblio ...
Poi il nulla ... tra vapori e nebbie.

Dedicata a Laura
In una vecchia calza ...
In una vecchia calza,
ad un caldo camino appesa,
non dolci o futili regali troverai
ma quel che l'anima nostra,
senza feste attendere, alla rinfusa,
ogni giorno ci mette:
amore: che sempre t'accompagni;
calore: che le lacrime tue asciughi;
pace: che ti doni sempre quel
tuo splendido sorriso.
... e perchè no ... anche un'ampolla
di rosso invecchiato per far si
che scure passioni scompaiano
e tutt'insieme alla vita si canti.

… sull'amore.
Con amor vero
di vera donna amata
l'anima mia l'arsura
placar vorrebbe.
Ma difficile è il distillar
dolce nettare da grappoli
di falsità e tradimenti:
nemmen serve il mescolio
di carni e di umide essenze
quando ... sol niente
di profumo ne esce.
A te, sconosciuta donna,
in questo strano gioco
del cercarsi e del trovarsi,
solo la verità traspare
che nulla bramo di quel
che la tua sottana sotto cela,
chiederò una carezza,
solo una …
che mi faccia ancora sentir
tenero brivido.
Un abbraccio,
solo uno …
che mi faccia ancora sentir
dolce calore.
Un bacio …
solo uno …
che mi faccia ancora gustar
l'unico sapore …
del dir che ... t'amo.

Un mattino di dicembre… a San Felice…
Sulla tua sedia, alla tua finestra
a rimirar mesti alberi di fredda
fioccosa ovatta ricoperti…mi soffermo.
Come addobbi, sugli scarni rami,
palle piumose di vivi uccelli e fili dorati di
esili raggi di sole, da nulla appesi…
Intorno a me memorie vive,
simulacri di ricordi, di energia
pregni, che parlano di te.
Gli occhi spengo e... partecipe mi fai
del tuo mondo, come vecchio amico
con suo pari farebbe nel dividere
cose serbate nel tempo,
senza lesinar gioie e sorrisi.
Il percepire la tua sorpresa
nel sentir i nostri assonnati affetti
scendere le scale, il cuor ci eguaglia
anche in amor profondi.
L’etereo tuo braccio sulle mie spalle…
ed insieme… a rimirar bellezze che,
in festoso silenzio, salutiamo.
La sbuffa, col suo profumo di tostato,
sensazioni vere fa scemare, ma difficile
le sarà scaldarmi l’anima come il sentirti
adesso e sempre accanto.
Tutto questo un mattino di dicembre…
a San Felice…
Buon Natale, amico mio …

Immutabilità
Assai vile sei tu tempo che
indifferente passi ma, con i tuoi
artigli, tutto segni di quel che sfiori.
Vanesio complice tuo è, anche se adorno,
lo specchio: foriero di fredde verità celate e
per tal virtù al muro inchiodato…
per punizione… o forse… per destino.
Ma se pur ambigui soci nello scolpir
sembianze, nulla potete contro l’eterna
giovinezza dello spirito: ad ogni sorger
di sole il suo vagito urla per poi
pace respirare al calar della notte.
Come amica… la bellezza l’accompagna:
per nulla mutante…
da nulla celata…
in ogni tempo unica…
se rimirar si potrà negli occhi…
delle persone amate..
… e dove amor vive di futili pensier
vuota è la mente.

Perché?
Mi faccio foriero del tuo pianto:
il pianto di un bimbo che si è spento.
Un pianto che gridava alla vita,
alla gioia,
all’amore mai avuto e
che avresti potuto ridare
a chi ha provato solo dolore
nel darti alla luce
e nulla ha provato
a rimandarti nel buio.
Le tue mani protese,
come tenero abbraccio,
nella morsa di chi, in te,
odorava la sua fresca ed insana follia.
Hai sentito il soffio della vita
trasformarsi in respiro affannoso.
I tuoi occhi aperti hanno visto il mondo
e subito dopo li hai richiusi:
sapevi già tutto.
Tutto o nulla …
Nulla o tutto…
E’ dipinto sulle tue labbra
un dolce ultimo sorriso:
quello di chi è tornato
ad essere in pace…
quello di un bambino vissuto…
vissuto solo un secondo…

Non smetterò più di piangere.

Troppo tardi.
Una impalpabile
nuvola di polvere
dal vento del nulla alzata…
mi soffoca.
Una calda buia luce
di un sole spento
mai sorto…
mi acceca.
Un respiro di donna
come brezza di marzo
lambisce le mie labbra…

Troppo tardi per chiedersi un perche’…

Il saluto dell’anima…
è arrivato prima del tuo amore.

A Dio…..
Ho sputato a terra il mio sorriso
da quando tu l’hai tolto dalla bocca
di un bambino per disegnarci
sopra la smorfia del pianto.
Ho frantumato la mia anima
in granelli di nulla perché
non la sentivo più mia,
era un tuo dono ipocrita
e perciò riprenditela,
è ancora nuova.
Dove sei finito… Dio?
Dove hai girato il tuo assente sguardo?
Perché inveisci sugl’innocenti: per
placare forse la tua sete di vendetta
verso noi, stupidi esseri, per aver
ucciso il figlio tuo?
Sei l’unico con cui parlo ma, ora,
fai anche tu finta di esser sordo come
coloro che ti pregano, in prima fila,
ad alta voce, per non sentire il vero
credo, sussurrato da chi gli sta dietro.
Smetti di fare l’umano, non lavarti
le mani con l’acqua salata che nasce
dalle sorgenti del dolore.
Torna ad essere il giusto giudice del
tutto e non regalare più finti custodi:
aiuta la tua gente.
Oppure scendi, ora, in terra, a far sì
che si creda, di nuovo….
Gli ultimi sussulti di una datata fede
ti aspettano…
                               non tardare………..

Maledetto
Maledetto sia l’uomo che amor giurò
e nel cuor suo ben altro pensier trasporta,
chè di facili amor e di alme perse va in cerca
per rosicchiar trofei e con altri vantarsi.

Maledetto sia l’uomo che l’altrui vita, con
subdole menzogne, governa e a suo favor
guadagno ne trae per comprare ancor umane
bestie che, per forza, al macel suo son destinate.

Maledetto sia l’uomo che perdersi vuol tra candide
ed innocenti braccia che di latte ancor profumano.
Che Dio lo colga nel peggior dei modi al sol pensier
di troncar la vita di un fiore prima ancor che sbocci.

Maledetto sia l’uomo che nel maledir la sua genia
il padre e la madre rinnega ed a lor rubando anche un
sol morso di pane, per far veloce l’agonia, sorride, per
celar l’ipocrita inquilino che nel suo profondo risiede.

Maledetto sia anche il vil poeta, che con versi
l’anima calma trasforma in spirto perso
di colei che il corpo sol d'amore è assetato,
perché anela a placar vendetta del cor suo.

Maledetto, di sicur, lo sarò anch’io per quello che feci
o, peggio, non feci in vita per me e per gli altri;
che ancor da me vero amor cercano e, nell’attesa,
non persero il valor di quello ch’io non gli diedi.

Allegria…. ( A Franca ed alle sue amiche… per un giorno diverso di goliardia femminile)
Non saranno certo le rugose spoglie
che ci faranno perdere le voglie
di stare insieme, cantare, cucinare
e del ‘68 passato ancora a… contestare.

Lontani i consorti rompiballe, almen si spera,
ci siamo date appuntamento questa sera
per ricordare i vecchi tempi, da vere amicone,
di quando arrossir facemmo pur il Decamerone.

Ora siamo qua su questo verde prato,
tutte planate per uno stravolto fato,
come passere in stormo o cadenti stelle,
a combinarne di cotte, di crude o di belle.

Dico qualcosa agli uomini presenti:
datevi da fare o perderete faccia e…denti
perché, le Grigie, anche se di antico pelo,
di certo non han perso né il vizio né lo zelo.

Andate pure, anche dopo esservi abbuffati,
all’ombra di selvatici ciliegi e… su coperte sdraiati,
a cantare rime e frasi d’amore al cuor letali,
per dimostrar alla donna di non aver eguali.

Per non esser prolisso ora chiudo al rimata
sperando di esserci ancor alla prossima puntata,
perché, come dico alle altre ed alla mia,
care donne, vorrei morir in vostra compagnia.

Sonettaccio
Stare a poetar sempre del bene e dell’amore
divenuta è cosa ormai prolissa, di tutte l’ore.
Se sinceri poeti universali vogliamo diventare
anche dell’odio, del brutto, dobbiamo parlare.

Se è vero che odio e amore hanno ugual ramo
un senso pur avrà dir ti odio al posto del ti amo,
altro vero è chiamarti vecchia strega arrugginita
piuttosto che dichiarar che l’anima mia hai rapita.

Cantar della bella che un cuor sempre ha ferito
tiriamo fuori una mezza verità del pensier nostro
se è realtà che anche le davver brutte trovano marito.

Scampato che son dai veleni di un femminil mostro
non sarò certo dolce nello scriver di baci ed abbracci
verso chi gettò via il mio amor, come vecchi stracci.

L’orologio
Con due sole parole inesorabile
ricordi che per tutto l’ora viene:
di nascere, di crescere, del primo
appuntamento con l’amore,
di andarsene… di morire.
Socio in affari di un tempo che,
col suo correr veloce, mi ruba
istanti di vita, facendoli durare
meno di un batter di ciglia.
Tu, oggetto in mille forme creato,
forse per non ricordar crudamente
il compito tuo, consumi le tue
lancette in un eterno girotondo
dove secondi, minuti, ore si
rincorrono, saltando da un numero
all’altro, accompagnate da suoni che
allietano e non fanno pensar che
un’altra ora è trascorsa
Penso spesso di voler esser come te,
padrone del tempo che scorre:
sperando che qualcuno mi dia la carica
ogni giorno, senza aver paura di udire
l’ultimo tic… l’ultimo tac.
Ma se ciò accadesse vorrà dir che
finalmente il mio tempo si è fermato.
Stefano Chiucchiù

Con questo componimento sulla Pagina Azzura chiudo
la prima serie di componimenti che, insieme ad altri inediti,
verranno raccolti e pubblicati nella mia prima
esperienza di stampa. Grazie a tutti i Poeti del sito
per quello che ho imparato e che dovrò per sempre
imparare dalle loro opere. A presto.
Sempre devoto al Grande Maestro Lorenzo de Ninis.

Verosimilitudine
Sei stanco ligneo talamo,
da ingrigite lenzuola ricoperto,
ed ora solo a depositar decadenti
corpi…. destinato.
Troppe banali scuse hai sentito,
per celar tutt’altro che amore e,
nel momento di riceverlo, cader
nel dilemma di dichiarar spaccato
corpo o… sentimento.
Troppi ipocriti gesti hai visto
fare in virtù di un dover che tal
sembra, se così chiamarlo si vuole,
il finto donar grande passione
d’Arlecchino vestita.
Anche tu… stai morendo;
da subdoli tarli corroso
ed il rumor loro sembra
un canto di vittoria
nel roderti dentro…
nel ridurti in polvere.
Anche tu, nel tempo, sei stato
baluardo di grandi passioni,
campo di sensuali battaglie,
caldo rifugio di puerili anime;
ed ora sei stato messo da parte,
pronto per esser da ignara
ascia… accarezzato,
pronto per esser da un ultimo
calor … bruciato.
Di te non resterà nemmeno il ricordo,
così come accadde al dolor provato…
… per un amor tradito. 

Sassi vivi…
Nulla l’animo mi turba come il guardar
la silente tua agonia, o Fiume bastiolo,
che testimone fosti anche dei primi
intrecci d’amor con la donna mia,
dall’ombra nascosti di vecchi e lanosi pioppi.
Per quanti anni hai portato lontano
il vivo rumore delle risa di bambini,
di tonfi di lenzuola che le lavandaie
tuffavano in te per toglier dal lino grezzo
le loro frasi d’amore scritte con baci notturni,
i canti ed il civettar di donne che, nelle
limpide e fresche acque, si mondavan di
fatica e polvere, di sera, per tornar più belle,
grazie al tuo profumo, dal proprio uomo.
Quel che vedo ora sono solo ciottoli ingrigiti,
assetati e da freschi rivoli e mulinelli abbandonati,
lievigati da un’ormai scomparso fuggir di acque,
ammassati qua e là, mischiati a di umani rifiuti
ed a fantasmi di guizzanti pesci,
portati da chissà dove dalla tua invernale furia.
Ma la mia anima ancora, seppur come te ridotta,
sente il richiamo dei tuoi sassi: ognuno vorrebbe
raccontar di chi… di come… perché… di quando…
Ma a lor manca la tua d’acqua lunga verde lingua
per poter dar vita alla trascorsa rigogliosa gloria.
Forse un domani non ci saranno più neanche loro:
l’umana avidità li nasconderà, abituata a celar
prove di colpa, in un fresco fiume di cemento,
per eriger monumenti alla propria stupidità.
Di tutto questo il mio spirto ne riman rattristato,
perché, anche lui, imboccando sta l’ultima via
fatta di… bianchi ciottoli.
(3° testo scritto per la manifestazione in Bastia Umbra "Ciottolando")

Reciprocità…
“Perché lontan mi scagli con tutta
la tua veemente forza al fin ch’io
cambi la mia fluvial dimora?”
Questo mi disse un giorno un ciottolo
che raccolsi per rimbalzarlo sull’acque,
quasi ferme, di un bastiola chiusa.
Continuò con profonda voce:
“Dalle pietrose montagne, sempre
per cagion d’acqua, fui staccato:
pien di spigoli e di terra sporco qui
arrivai, come era lo spirto tuo d’un tempo.
Ma il carezzar di fresca corrente, nei secoli,
ha fatto vero il diventarmi bello, liscio e lucente,
al fin che l’occhio tuo su di me si posasse.
Nulla è demandato al caso: una mission
da darti abbiamo noi sassi perché, da molti anni,
te ed i tuoi sentimenti conosciamo: fa che sempre
vivi si resti, nel fiume nostro, che non manchi
mai rivolo d’acqua perché su di noi ancora possa
scriver la storia di un mondo vivo che scorre.
Nulla si muti se non che per il Divin volere.
Come compenso avrai il piacere di udir sempre
il cantare con noi del fiume
ed il brillar, agli occhi tuoi, del saluto nostro”.
Strane cose accadono al tempo delle mie canute tempie:
ch’io possa parlar con ciottoli di fiume, che di pietra viva
son fatti, è pur possibile dal momento che su ognun di lor
mille volte ho scritto a lei il mio: “ti amo”.

( 2° testo scritto per la manifestazione in Bastia Umbra “Ciottolando”)

Estiva curiosità divina
Stupendo è il pensar che Dio abbia sbirciato,
tra ombrose di pioppi fronde,
per divina curiosità,
nel sentir risa e sospiri
di due giovani cuori che,
nelle fresche acque immersi,
giocavano nel preparar sensuali intrecci.
Intanto il verde Chiascio,
dalla sua mutabile corrente sospinto,
scandiva loro intorno note di una sinfonia
che, solo quando acqua, pietra ed amor
si uniscono, udirle si può.
I tiepidi ciottoli della riva,
candidi ruffiani,
a mò di alcova si son messi chè
corpi di giovani amanti accolgono:
il tenero pietrame gioisce
nell’esser bagnato da acqua e fresco amore.
Allegro è il popolo dei sassi che fino a sera canta
ché, per una volta ancor,
su di loro impresse son restate due umide figure:
non le cancellerà
né il di doman sicuro sole
né il cader di futura pioggia,
perché dipinte sono state
con i color…. di anime sincere.

A…mare
Ciabattando su di una insolita spiaggia,
assaporando le dolci carezze di
un assuefacente ozio di fine estate,
parlo con te… mare.
I tuoi messaggi mi arrivano scritti
sulla schiuma delle tue onde che,
instancabilmente, corrono fino a morire,
arrancando sulla sabbia, per portarmeli.
Sono come inviti di vogliosa amante
che ti vuole dentro di se.
Ed io mi immergo dolcemente
in te e nell’abbracciarti… ti bacio…
con la voglia di andare ogni volta più giù,
nel tuo profondo per conoscerti meglio,
per meglio amarti.
Non so di che sesso sei perché generi vita
come eterna e generosa madre oppure
distruggi con forte mano di guerriero
quando sfoghi la tua ira offeso…
per non esser stato ricambiato in
questo strano amore tra uomo e mare.
Quando noi ci incontriamo, inconsapevoli amanti,
tu mi racconti un tuo segreto ed io conosco
ancora di più le profondità della mia anima.
Quelle che sento ora addosso non sono
spruzzi d’acqua ma gocce di sudore dei tuoi
messaggeri: gocce salate… come lo sono state
le mie lacrime… di quando mi sono infranto
sulle scogliere insidiose della vita.
Leggo ansioso le tue parole, ultimo saluto fino
al prossimo nostro appuntamento:
“Che tu possa essere la schiuma delle onde
più alte della tua vita, per poter percorrere
le correnti della tua esistenza, per poi morire,
dolcemente, su di una spiaggia ignota,
dove qualcuno sta aspettando…il tuo messaggio”.

In un secondo
Talvolta non basta solo la durata di
una vita per gustare pienamente
le sfumature dei suoi sapori:
ci vuole un’esistenza ed un secondo.
Un secondo: breve solo per un ciao,
per un ti amo, per un addio oppure….
per farla finita.
Un secondo: atomo di una materia infinita
come lo è il tempo che ci investe
con il suo correrci dietro.
Misura la distanza tra salutare una vita
ed abbracciarne un’altra ma, talvolta,
scandisce il trasformarsi di ragione in follia,
di amore in odio, di luce in buio.
Sembra brevemente corto ma è il tempo
che Dio ha impiegato per ridarmi me stesso
dopo che avevo perso il significato del tutto.
Un secondo… per tornare, per ricominciare
a piacere alla vita e a tutto ciò che la circonda.
Ma tutta la mia vita è durata un… secondo?.

Uomo
A nulla è servito nascer dalle mani
di un dio creatore se in te ha impastato
creta e stupidità per essere quello che sei:
in dosi errate, dato che poco dopo
che sei stato creato… lo hai tradito.
Che abbia usato le fiamme degl’inferi
per seccare questo insignificante coccio?
Che si sia voluto liberare di una sua pecca
per essere finalmente un dio perfetto?
Uomo…
fermati… il mondo si è stancato di
essere spinto inutilmente da te.
Uomo…
pensa… è ora che tu torni ad essere
umano smettendo di sentirti divino.
Uomo…
torna… a coltivare la tua anima
seminando sentimenti e colori e…
che nulla bruci il tuo raccolto.
Riprendi le redini del tuo esistere e
guida il tuo carro di vita tenendo
sciolte le briglie: che tutto galoppi
assieme a te, con il vento tra i capelli,
sentendoti finalmente libero… finalmente vero…
sentendoti finalmente… uomo.

A mio padre,
che se ne è andato in silenzio il 27 luglio 2008

Hai saltato l’ultimo fosso della tua vita
correndo dietro ad una difficile preda, che
hai preso, per un volta, senza fatica: la tua pace.
Piegato in due dalla malattia e da tutto quello
che una vita diversa ha potuto mettere dentro
ad un corpo indifeso, hai ritrovato la tua dignità,
hai ritrovato l’amore per la persona che ti è stata
vicino, sempre… chiedendole un ultimo abbraccio…
Forse perchè hai capito che era giunto il momento
di tornare ad essere uomo chiedendo, una volta per tutte,
umilmente perdono a Dio… o forse perché…
tu, lo hai finalmente visto ed ascoltato.
Ed è sicuramente per questo che tu, da
grande uomo indomito come hai vissuto, sei
scattato sull’attenti, stranamente ubbidiente,
senza replicare, senza criticare al comando del
Divino quando ti ha detto: “Adesso… muori”.
Di te non scriverò per elencare pregi o difetti,
per me non sarai sicuramente eterno per quello
che hai fatto o per quello che sei stato...
... per me sarai immortale…
solo per il fatto di essere stato mio padre.

Donna sei.... (II° ed ultimoatto)
Donna, a te il tuo cantor chiede umilmente il perdono
per non aver elencato anche i tuoi difetti e tanti ce ne sono,
chè nel suo primo versar s'era, senza colpa, dimenticato
a causa della polvere nel pensier che tu gli avevi alzato.

Non vorrei poetar mal di te e dei tuoi vizi cercare il capitale
ma ti devi render conto che alcuni fan davvero male,
tra tutti cito solo cinismo, cattiveria ed anche ipocrisia
ed è per questo che l'uomo, spesso, da te fugge via.

Non è ver che se scappa vuol rinascer tra perdute genti,
ma una volta ricordato che uomo è senza precedenti
l'amor andrà in giro non certo a comprarlo qua o là
chè subito ha chi felice lo rende: la sua ritrovata libertà.

Qualcun, per te crear, di una costola nel sonno ci ha privato
ma subito ad Adamo due fette del suo seder gli hai reclamato:
mentre l'uomo tuo, per con te navigar, preparava grande vela
tu lo vendevi, come ora superba, per un morso di una mela.

Con questi versi la seconda ode, a te non a favor, chiudo con triste affanno
anche se qualche maschio cretino ancora canta "chi dice donna dice danno",
lungi dal pensar ch'io sia scrittore misogino, ma se uomo vero vuoi accanto
torna ad esser vera donna, e silenzia col tuo amore il rumor del mio silente pianto.

L’amante. (Dedicata a Fabio)
Vorrei farvi conoscere la mia amante,
non l’ho trovata in strada come tante,
sto con lei non per quel che ha sotto la gonna
ma per il suo profumo, inconfondibile, di donna.

Con lei allegro son tornato e senza più pensieri,
con lei ho cancellato i tormenti avuti fino a ieri.
Pensar che anche l’inno alla vita avevo scordato:
è bello respirar dopo che, per anni, sei stato sotterrato.

E’ bella, occhi azzurri ed i capelli corti son castani:
non è di italica genia, venuta è qui da paesi lontani,
da un posto dove tutti non ti trattan come essere umano,
ma, fra tanti, sono stato l’unico a tenderle una mano.

Quando canta... la sua voce... di sicur parla con Dio,
quando mi guarda dice che l’uomo suo per sempre sarò io,
per conoscerci meglio in strana lingua ci parliam per ore
e, senza volerlo, uguali, un giorno, ci ritroveremo a far l’amore.

Nel ricordar il vissuto passato matrimonio
penso che non il prete lo celebrò bensì il demonio,
perché non appena i fogli di rito avevo firmato, da
quel momento, l’animo mio in pace non è più stato.

Comunque vada per me è una nuova storia
e per gli errori fatti non ci sarà liberatoria:
ho fatto felici e gaudenti la mia ex e pure l’avvocato
ma nessun come me, a viver di vero amore, è ritornato. 

Alla passera solitaria
Qualcun mi disse, con perfido sorriso, un giorno:
“Se vero poeta sei di rimate, versi dovresti dedicar
ad una cosa che l’uomo vuol sempre di contorno
ché fin dal primo pelo, sbarbatello, in gir la va a cercar”.

Di dannunziano velo il mio pensier pronto si è vestito
e la sorella del pennuto di Recanati vate si è messo a cantar:
non certo per esser uno scrittor volgare o pervertito,
ma per il gusto, insieme a goliardica brigata, di ridere e poetar.

Una filastrocca allegra scrivo e scorron le parole come fiume.
E già al verso a paragon che “…né di penne è vestita e né di piume
ma di morbidi, profumati riccioli neri, biondi o castani…”,
già il nutrito e curioso gruppo comincia a batter mani.

Con le sue labbra, continua la canzone, non può certo dir parole
ché per timor che cominci con pari a cinguettar, molte la tengon muta,
non pensando che col canto suo potrebbe l’anima scaldar, come un gran sole.
Ma attenti, perché se tradita, triste sorte qualcun ha già certo avuta.

L’uomo dinanzi a lei diventa inetto perché di lei ha grande paura:
per sua cagion guerre, d’animo terremoti e rivoluzioni ha suscitato
perché tutti, con rispetto, han rimuginato che, pur piccola creatura,
è stata l’unica, che col suo gran da far, il mondo ha sempre comandato.

Nessun pensa che per te, maschio fatal, averla è meglio com’alleata
ché insieme, dei nascosti suoi tesor d’amore, divenir ti farà scelto pirata.
Meraviglioso è con lei volar se muterai, di volta in volta, lo scenario:
perciò cinguetta il tuo canto d’amor o la fin farai del… volatil solitario.

Donna sei… (Dedicata alla mia ed a tutte le donne)
Donna sei bella,
perché, per divin regalo,
in odalische forme sei stata creata
e con movenze di sinuose messi,
dal vento di passioni accarezzate,
attorno mi vivi e di stupendo ti
vedon vestita gli occhi miei.
Donna sei fiore,
perché pelle hai profumata
come bucato di fonte al sole steso
e le parole tue d’amore in musica
si trasformano e stonato rendono
anche canto di usignolo.
Donna sei amante,
perché uomo fai sentir l’uomo tuo
quando il suo nome gridi nel rauco
gemito di quando passion profonde
s’intreccian con i corpi nell’eterno
gioco del prendere e del dare.
Donna sei madre,
perché tornar anche mi fai bambino
quando al petto tuo mi stringi, con
tenero abbraccio, e mi guardi come
giovane puerpera farebbe col suo
indifeso frutto e tu con i tuoi.
Donna sei coraggio,
perché, con stearica luce, cerchi
nell’oscuro profondo del compagno
tuo grezzo diamante, ché l’anima
sua pura è lì riposta, per mondarlo
al fin che ti colmi di luce e colori.
Donna sei anima,
perché cedi il tuo pensier di lui al vento,
ché ad altre arrivi esempio di amor vero,
di passion d’anime e corpi vissuti in lega
di veri sentimenti al fin che amor possa
licenziar noie e tormenti.
Donna sei il tutto,
perché per me e per tutta la maschil genia
sei stata, sei e per sempre sarai fonte d’amor,
d’estasi, tormento e di mille altre vive sensazioni
di cui carente è l’animo maschio.
Donna sei donna…. perché sei donna… e tu lo sai.

Senza repliche.
Vorrei esser mago, capace di far trucchi,
far sparite cose ed altrove farle rinvenire.
Tirar fuori palle colorate, carte, bianche
colombe e, perché no, anche denaro.
Ma cento volte ho provato a mentir
nel dirmi bravo, a battermi le mani.
Dal mio cilindro vengon fuori conigli
di pezza senza orecchie e mazzi di rose
appassite anche se fatte son di carta.
Ma quale circo avrà bisogno
di un artista che non ha arte,
di un illusionista che non ha illusioni,
di un prestigiatore che… non ha mani?
Forse un posto c’è, ma non ha tendone,
né pista, né luci e tanto meno orchestra:
il circo della mia vita.
Un posto dove i pagliacci fan da padroni,
pronti allo scherno e a farmi cader per terra,
dove le bestie da umani son vestite e viceversa:
in maniera che tutto sembri strano, grottesco,
per strapparmi sicuro qualche triste risata.
Ma ad un tratto il tutto si fa buio e silenzioso:
una luce… lassù… in alto… c’è il trapezista!
Strano, da angelo argentato si è vestito:
rete non ha voluto perché primo e ultimo è il suo numero:
un tuffo… un giro… un altro ancora… mille fiati sospesi…
ma la staffa non afferra… un urlo muto della folla…
allarga le braccia a mò di ali e…giù…
E’ bello veder anima e corpo che si dividono,
che si guardano e si salutano… felici.
Ognuno per la sua strada: una va su… uno resta giù…
Strano, qualcuno dice, voler far questo lavoro
ma di mani esser senza!
Vi confesso una cosa: avrei voluto fare il mago…
ma il trapezista l’ho sempre preferito…

Libera
Ho legato la mia anima
ad un filo, come un aquilone,
per farla volare in alto.
Ma il vento delle passioni
si è placato ed ogni volta che
sale… ricade giù.
Non vola perché troppo pesante,
perchè è carica di strani passeggeri:
sono i fantasmi del passato e del presente,
clandestini che non hanno diritto
di stare dove sono.
Ogni volta che provo corro più forte,
ogni volta un strattone più forte,
ad ogni prova devo dare più filo….
ad ogni tentativo si libera di quel peso…
fino al punto di vederla librare, maestosa,
in un cielo senza fondo, trasportata
da un improvviso vento caldo.
Allora taglio il filo: sei libera.
Sei finalmente libera di andare
per nuove rotte,
finalmente libera di fare evoluzioni
ad ogni mutar di vento,
finalmente libera di far brillare al sole
i tuoi colori,
libera di incontrare … nuovi aquiloni…
finalmente libera.

Di notte…
Le mie grida d’amore
sotto la tua finestra
son come latrati di cane
alla luna d’estate cantati.
Tu non li ascolti,
ma fastidio ti danno,
come a colui che di
giusto sonno riposa.
Il tuo mercato d’amore
al mattino finisce:
getti l’ultimo muto saluto
allo sconosciuto amante e …
come osso spolpato,
per strada, tra i cani, ritorni.
Anche tu, adesso, vorresti
abbaiare alla luna per
sembrare pìù umana…
Ma giorno si sta facendo e,
con il nuovo oggi, hai perso
l’ultima tua occasione.
Un cane mi passa vicino…
mi guarda … scodinzola …
sorride e mi saluta…
Non mi sento più solo.

....insieme...
Guardiamoci negli occhi,
cercami dentro di te
ed io ti cercherò nel mio profondo.
Uniamo le nostre labbra,
in uno scambio di parole mute
che sussurrano di noi.
Dammi le tue mani,
insieme alle mie intrecciano
carfezze leggere come il vento.
Respioriamoci accanto,
in questa aria di vita inaliamo
l'essenza della passione.
Doniamoci i nostri corpi
e come tuffati in un vortice d'oblio
scordiamoci di esistere.
In un viaggio di sola andata, noi due,
alla scoperta di nuove sensazioni
o per ritrovare le proprie credute sepolte.
Granelli di sabbia in una spiaggia di nulla
aspettando che l'onda... ci travolga,
rimaniamo abbracciati.
Aspettando che l'onda... ci porti via...
lontano... 

Sfogliando un archivio di vita
Cerco nella mia mente, come borsa di donna incasinata,
un qualcosa, che mi ricordi ogni momento… di felice vita.
Non per rimescolar passati ma, in un caldo giorno tedioso,
passar del tempo, un niente, per darmi un po’ di compagnia.
Come sempre, il dolce viso della donna mia messo è in primo piano,
ma nel vagar della mente, per un secondo, il mio pensier ne sarà privato.
E rivivo notti gelate con gli amici a rider nel traditor capanno,
ad aspettar migratorie piume, nel raccontarci di quella
o, chi più libertino, di quelle e chi avrebbe cacciato anche furente drago:
ma di sicur aiuto, nel suggerir sparate, era... l’unico sincero: il Rosso di Bettona.
Altre mille avventure potrei ora starmi a ricordare
per tramutar la noia e l‘abbandono in rimembrante veglia
Ma nulla fa paragone a quella, di quando per mano, noi,
abbiam fatto nascere e crescere i nostri bei tre maschi figli,
sempre insieme, per non lasciarli mai camminar da soli.
La più bella che ricordo però è cominciata, ma non è finita:
come disse il pelato Prete “nella buona ed in cattiva sorte”,
è quella che ora con te vivendo sto, bella, cara compagna mia.
Ancora insieme per cercar mondi lontani e sconosciuti,
vagar per nebbiose lande, solcar schiumosi mari, sino alla
scoperta del nostro vero profondo, per scrutar poi l’orizzonte
nel colore degl’occhi nostri e gridar: ecco la nostra isola lontana!
Un posto dove bello sarà ricordar le nostre storie, vere o bugiardate,
come dei vecchi amici, e..... preparar l’ultimo viaggio….
magari di complice sincero inebriati, perché allegri lo si viva fino in fondo…
A tutti lasceremo una bottiglia di Rosso ed un foglietto su scritto:
“Non esiste un’avventura più bella che chiuder gli occhi e…
volar per sempre insieme… su di una cometa scia”.

(Dedicata ad una stupenda persona che può muoversi solo con il pensiero)
A Giorgio, il cui migrator pensiero
come gabbiano su impetuoso vento vola
sulla cresta di bianca onda come veliero
in cerca di niente, di tutto o di una cosa sola.


Altrove...dove?
Giornata grigia, uggiosa, alla finestra sto mentre che piove.
Sonno non ti regalo il tempo e chiamo all'opera il pensiero.
Come mitico Pegaso vola con me, con grandi ali, altrove,
a volteggiar sui sette mari alla ricerca del mio vital sentiero.
Vedo blu profondo, isole, lingue di terra e di bianca sabbia,
montagne, pianure, deserti e le ultime foreste non tagliate,
ma a saper che il tutto sta finendo, al cuor m'assal la rabbia,
poi felice son perchè penso: io, queste cose, le ho sognate.
Per mesi sembra che vado in giro per il mondo,
cavalcando fantasie, cercando nuove emozioni,
per poi capir che io, alla fine, in fondo in fondo,
degli ultimi faccio parte, sì, senza modestia, uomini buoni,
pensando che per ritrovar la strada dei sentimenti senza pari
non mi serve volar via ma, tra le braccia, stringere i miei cari.

... sempre accanto.
Tuffandomi dal picco più alto della mia fantasia
o scalando il baratro più profondo della mia esistenza,
ti ho sempre incontrata… sempre accanto sentita.
Nei dialoghi muti tra la mia anima e la mia ragione
ti sei seduta in mezzo: unica spettatrice, unico giudice.
Il tuo sguardo, celato da un velo,
mi nasconde un triste presagio… od un tenero segreto?
Ma la tua dolce carezza non riscalda il mio cuore,
raffredda il mio pensiero, spegne il le mie emozioni.
Non vedo più nulla....non sento più nulla.... .non provo più nulla.
Solitario il mio buio silenzio di emozioni avvolge tutto.
Mi sveglio… un sogno? No… ci sei ancora.
Da un’ampolla stai inalando qualcosa… il profumo della mia vita:
ad un tratto allunghi la tua ossuta mano, di quel vitreo me ne fai dono.
Dal tuo grande ironico sorriso, non di gioia,
traspare qualcosa… strano… simile a dolcezza.
Dal tuo infossato occhio profondo, scende brillando…
per me… una lacrima… di pietà.
Che nel tuo profondo sia rinato, da tombali polveri, amore?
Che tu sia l’unica che, in questo spazio vuoto, per me…
provi sentimento?
Grazie... quel regalo ha risvegliato la mia anima.
Per dimostrarti sentita riconoscenza:
modellerò, simile a greca dea, le tue scarnite forme,
riscalderò il tuo freddo sospiro con i miei baci.
Al mio fianco, per sempre, mia fedele compagna…
per tutto il tempo…per tutto il tempo che passa…
tra esser con te ora felice umano e capire che...
spirito e materia non possono toccarsi ed allora…
Nera Signora… con il tuo attrezzo… taglia quel filo…
dài… fammi morire…per un tuo bacio…
per tenerti stretta… per darti il mio amore... nell'infinito.

Click...
Click... anche stavolta non ha funzionato...
nel tuo vuoto occhio rotondo mi sono specchiato,
pensando che questa fosse l'unica delle soluzioni
per cancellare una vita piena di sbagli e delusioni.

Click... ancora una volta... ancora un fallimento.
Pensando che vecchi dolori li avesse cancellati il vento,
non è bastato ritrovare se stessi e tutto il mondo
c'era ancora dell'oscuro, sepolto giù, nel profondo.

Click... rumore secco che non vuol darmi soddisfazione,
inutile oggetto di metallo che non dà retta al suo padrone.
Per ben tre volte hai fallito e ti sbatto a terra con fare atroce:
ti giri.... volteggi.... ed offeso, fai sentire la tua tuonante voce.

Ironia della sorte: al petto sento un gran calore
come quando ci promettemmo un nuovo amore.
Ma lentamente mi assale il gelo e il tutto si è bloccato...
strano, la stessa senzazione di quando mi hai... lasciato.

Strane riflessioni...
Domandarmi che sesso abbia il cuore
potrebbe sconvolgere fede ed all'anima dar dolore.
Sono cose filosofiche e profonde
non è come far somma tra parentesi tonde.
Come camaleonte che a comando muta colore
così cambia andatura ad ogni riconosciuto amore.
Batte nel petto di qualsiasi differente innamorato,
ma anche di uguali, perchè il diverso non dev'esser condannato.
Non mi farei queste stupide domande
se non ragionassi con quel che ho....nelle mutande,
chiedendomi che sesso abbia una tal muscolatura,
invece di capir quant'è forte l'amore: forse per...paura?
Un'asessuata forza della quale si rimane intrappolati
che fa muover intimi sentimenti e scoprir mondi celati.
Se pensassi che in qualunque modo sia profondo, sincero,
non per gusto perverso, in me sparirebbe ogni pensiero.
Ma l'uomo, grazie alle sue sane mentali masturbazioni,
ha saputo etichettar anche la più bella delle emozioni,
tenendo conto solo della sua diretta provenienza
ma scordandosi, però, che dell'amor nessun può viver senza.

.....dopo che....
Vorrei sperar che un giorno
delle mie mortali forme
rimanga solo cenere e non polvere.
Cenere perchè arso da puro fuoco
come quello delle mie passioni,
cenere perchè non venga spazzato
da ignara ed umile ramazza e gettato via.
Cenere perchè, come consunto incenso,
che nei suoi granelli rimane ancor forte profumo,
così nei miei rimanga il sentore di vita e di poesia.
Dico vita e poesia perchè una complemente all'altra
dando la giusta misura nell'assaporare il tutto.
Eterni cardini della porta dell'interiore profondo,
non vi farò arrugginire con banalità ed ipocrisia,
lucidi vi terrò, passandoci sopra i versi miei
inneggianti al vivere, all'amare...al poetare.
A te, Vento, compagno in voli di realtà e fantasia,
affido le mie ceneri, portale lontano...portale a chi sai...

...così che il mio messaggio raggiunga solo...
chi ama dal di dentro..

.........attesa....
Ciao,
amore sconosciuto.
Nella mia sola solitudine...ti aspetto.
So che esisti,
che sei bella...che sei una vera donna,
che mi stai cercando...che ti sto cercando.
Vorrei guardardi negli occhi,
parlare di noi, sfiorarti con un dito,
prenderti per mano...camminarti vicino.
Ma dove sei.......
Quando passerai davanti a me
sentirò il tuo profumo di vita,
un richiamo silenzioso al tornare ad amare.
Adesso chiudo gli occhi e....nella mia mente.....
ti vedo.
Per un lampo ti rapisco dal mio sogno
e ti trasformo in realtà....vicino a me...
Sento il mio cuore impazzire...
ho paura....di tutto....di te....
Ho paura di amare e...di amarti,
Ho paura di vivere e...di viverti,
ho paura di .......ricominciare........
Ma non voglio sprecare questo secondo di noi,
ti stringo a me e ti bacio.
E' meraviglioso baciare il vento che mi accarezza il volto....
pensando che siano capelli di donna,
pensando che siano labbra di donna......le tue.
Seduta accanto a me.....
unica compagna che mi ama è la tristezza,
testimone della mia vita che scorre.....
unico ricordo di un passato presente,
unico fantasma che vuol prendere il tuo posto..
Ti aspetto....ma... ti vedo tra nebbiosi sentimenti..
Ti aspetto....ma... sento il tuo passo ancora lontano.
Ti aspetto....tendo la mia mano...per unirla alla tua.
Ti aspetterò....... per sempre.

.....vorrei esser...
Poeta vorrei esser di me stesso,
scrivere versi che riesumano passioni,
togliendomi l'ultima maschera di gesso,
chè abbiano effetto di fulmini e di tuoni.

Scrivere vorrei anche di te, compagna amata,
unica giocoliera dei miei veri sentimenti,
per mille volte ti ho avuta, persa e ritrovata
chè ero lontano, volato via con forti venti.

Parole scritte come pioggia di temporale
per far nascere di nuovo questa vita
promettendoci di non farci mai più male.

Acqua e tempesta la faccian tornar pulita
togliendo stantia polvere di tanti anni
mutando in dolci sospir pianti ed affanni.

........marinaio.
Non è giusto per me,
o nuova vita,
il denigro che tu fai
delle mie brizzolate tempie,
imbiancate dagli spruzzi
di salate onde,
salate come solitarie lacrime.
Unico marinaio di un legno in mille tempeste,
resto dritto, impavido,
sulla prua della mia vita
per saper se quelli che da lontano vedo
siano bagliori di sole o avvisi di tempesta.
Non ascolto il tuo canto di sirena che,
sinuoso e traditore,
vorresti far entrare nel mio io:
non lascerò il timone e ne mi ci farò legare.
Accetto la tua sfida......o nuova vita.
Navigherò su di te con gonfie vele,
ti solcherò con spavalda chiglia e solido fasciame,
per lasciare di me su te una scia che serva ad altri
e non come di te su me......solo ferite.

Non è giusto per me,
come vorresti tu,
o nuova vita,
morir da naufrago
.........nella tua piatta calma.

...sù le mani.
Se tutti i bambini del mondo
alzassero le braccia nello stesso momento...
il mondo dei Grandi Buoni si fermerebbe.
E se tutti insieme aprissero la bocca...
si potrebbero udire le loro urla,
penetranti, non di gioia, ma di accusa.
Grandi sorrisi benevoli, languide carezze ipocrite,
in opposto a piccoli volti grigi, timorosi, scavati,
con occhi che cercano... anche pietà.
Le piogge di parole annaffiano,
inutilmente, le loro secche vite, vissute in fretta,
vuote come le loro vuote bocche.
Grandi uomini e aride genti,
distributori di vita e di morte,
capaci di usare sempre una lacrima,
non vostra, per gestire sentimenti
solo nelle date in rosso dei calendari,
tuffatevi in questo mare di braccia protese...
lasciate che un miliardo di piccole dita,
simili a schegge, trafiggano la vostra anima,

per poi....

volare in alto con milioni di angeli di anime vive,
ricadendo insieme...non in mille pezzi ma...
nel più vero di tutti gli abbracci...
                           ...quello di un bambino felice.

Il mio caos
In questo caos che tutto avvolge,
il nostro non ancora amore
è la cosa più forte.

Sentimenti semplici,
in continua metamorfosi,
ci stanno cambiando.

I nostri sguardi
si incrociano più spesso
emanando luce diversa.

Le nostre labbra,
prima balbettanti,
ora trasmettono parole profonde.

Il battito dei nostri cuori
scandisce il tempo che passa
tra volerti amare e farlo.

Una carezza si trasforna
in un abbraccio avvolgente
che scalda i nostri corpi.

I nostri io sono diventati noi
ed insieme siamo...
finalmente felici.

In questo caos che mi avvolge
non so se quello che vivo
stia veramente accadendo,
ma spero che accada sempre....

...ogni volta che vorremmo amarci.

Lettera alla mia compagna
Sognando e pensando a tempi futuri mi rimbalzano nella mente
echi di rumori sordi e lontani di un passato recente.
Quante volte ho preferito le mie urla ai tuoi sospiri d'amore.
Quante volte ho preferito lanciare parole quando la mia bocca
avebbe voluto scambiare baci con le tue labbra.
Quante volte non ti ho amata o quanto meno ho pensato che
tutto facesse parte dell'amore.
Forse si...forse no...
Vivere in un noiamore che tutto mi ha trasformato:
ha trasformato me,
noi, in esseri autodevastanti, lontano dal sembrare
quello che eravamo stati per una vita.
Ed i nostri tre satelliti giravano intorno a noi, timorosi
di sparire nello spazio, nel buco bero della nostra esistenza,
inghiottiti da una forza di gravità che tutto distruggeva.
C'è voluto poco perchè tutto ciò non accadesse.
E' bastato odiarci per amarci in un modo più vero.
E' bastato fingere per credere più in noi.
E' bastato non guardarsi, persi in un buio di ipocrita luce, per vedersi.
E' bastato volare più in alto per ricadere, stranamente, sempre più vicini.
E' bastato perdersi, per preoccuparsi subito di ritrovarci.
Noi, del resto, non uguali al tutto, non siamo fatti l'uno per l'altra,
ma siamo fatti l'uno nell'altra e viceversa.
Quando ci siamo perduti, ritrovati e stretti, titubanti e coraggiosi,
in quel giro di walzer, tutto girava con noi, perchè unico corpo e pensiero.
Il tutto è tornato ad avere un'armonia propria ed anche il nostro caos
si è trasformato in musica, così che anche i nostri satelliti hanno ricominciato
ad essere riscaldati come non mai.
Come due soli spenti, riaccesi da un'insolita esplosione, abbiamo ridato calore e vita
al nostro mondo, bruciando passato e presente in una sola volta,
con la voglia di illuminare un meraviglioso futuro.
Non ti scriverò i soliti verbi d'amore per dimostrarti me stesso, sarei banale.
Ma essendo cosa sola chiudiamoci gli occhi e quando ci sentiremo uno dentro l'altro
saranno le nostre anime a scambiarsi coniugazioni silenziose d'amore,
a scambiarsi impalpabili carezze e baci che lasciano un segno in noi,
a testimonianza di noi.
E sarà bellissimo, allora coniugare con te un solo verbo: vivere....
...io vivrò in te....tu vivrai in me...

...a te, compagna di ballo...
Cara amica,
compagna di mille volteggi
fatti in punta di piedi,
su di un tappeto di tristezza,
non pensare più a chi non è per noi.
Non sprecare neanche un pianto
per un passato che vuol prendere
il posto del presente e, con prepotenza,
anche del futuro.
Sulle note stonate di una vita passata,
tu, nuova musicista di te stessa,
componi una melodia nuova
che ti faccia sorridere,
che ti faccia tornare a vivere,
per amare ancora.
Parola d'ordine: basta soffrire.
Se la conosci ti puoi sentire viva,
se te la dimentichi qualcuno
ti potrebbe ancora far morire.
Cara compagna di ballo,
specchio nella voglia di rinascere,
dipingi il tuo mondo con mille colori
e non annaffiare più con le lacrime
la pianta della tua vita:
l'acqua salata rischia di bruciare tutto
quello che deve rinascere.....dentro di te.

...riflessi...
Mi specchio nei tuoi occhi...
misteriosi e profondi...
come una notte senza luna.
Come i miei...
testimoni di un tormento...
chiaro come giorno di sole.
Il passatp, però, non ha cancellato
la tenerezza del tuo sguardo,
la bellezza del tuo sorriso,
il calore delle tue labbra.
Nessuno può evitare che
i nostri destini si incontrino,
si conoscano,
si scambino le pagine di una vita vissuta...
anche se ancora bagnate di lacrime.
Asciughiamole con il vento caldo
delle nostre anime che finalmente
sono tornate nostre, libere....vive.
Se è vero che io non posso volare
perchè angelo a metà e tu sola
possiedi l'ala che non ho,
se è vero che non posso tornare
ad amare perchè tu sola
sei custode del mio profondo io....
.....stammi vicina........stringimi.....
Solo così ci potremmo perdere,
cercare.....ritrovare.....amare...

in un cerchio infinito di vita..........

Per non tornare ad essere....
anime sole,
perdute....
lontane....
in un identico destino.

Per noi...
Respirare i nostri profumi
nell'aria e sulla pelle
mescolati dopo una baruffa d'amore,
dà forza a questa nuova vita.
Guardarti nel sonno
ed aspettare il tuo risveglio
per vedere il colore dei tuoi occhi,
dà forza a questa nuova anima.
Abbracciarti stretta a me
e vivere per intero il brivido
che il tuo corpo mi trasmette,
dà forza a questo nuovo sentimento.

Tuffarsi nel sogno realtà è
una realtà più bella del sogno
e se sotto mi aspetta
un'acqua di cemento...
la trasformerò in letto di fiori
semplicemente con una lacrima
.......di felicità.

...ad Elena....(un nuovo angelo)
Breve è stata la tua corsa
su questo prato tuo di vita
dove anche i fili d'erba...
...avevano spine.

Molte gioie hai lasciato,
altre non le hai conosciute.
L'unica, forse, la più grande,
l'hai vissuta da sola:
quella di diventare donna e madre
quando ancora eri bambina.

...e giocando con quel bambolotto vivo
hai imparato ad amare la vita.

I tuoi sogni sono stati rapiti da un vento strano:
lo stesso che ti ha preso con sé...
lo stesso che ha rubato il tuo velo da sposa...

lo stesso che ti ha portato in alto...

Il tuo dolce sorriso è con noi,
così come lo sei tu...

...ancora e per sempre insieme...

                             ... a raccotarci di te.

...solo tu potevi...
Una donna,
con il suo sguardo dolce,
leggendo le parole della mia anima,
mi ha detto, quasi in silenzio,
quanto io abbia bisogno d'amore.
E' vero.
Solo chi ama ed è amato
lo può notare.
Solo tu potevi.
Le lettere scritte a me stesso
non hanno il calore di un bacio
né il profumo di cose vive.
La poesia, talvolta,
non serve per vivere
ma rivivere...o... a sopravvivere.
Dolce apnea che mi soffoca,
allegra ebbrezza che mi offusca,
romantica solitudine... che mi avvelena,
lentamente ... lentamente.
Bella vita assassina,
ruffiana d'amore... fai presto,
fai il tuo lavoro, scorri rapida ...
e, come un treno in corsa, travolgimi.
Sta tornando il tempo in cui
i miei sensi si risvegliano
facendomi provare senzazioni nuove
e da lontano:
vedo il desiderio nei tuoi occhi,
sento il tuo profumo,
accarezzo la tua pelle di seta,
assaporo il gusto dei tuoi baci,
ascolto i tuoi sospiri.
Cinque sensi non bastano a sentirti viva,
è il sesto che mi farà ritrovarti:
il senso della vita.
Donna dagli occhi profondi
che hai letto in me una poesia
ancora non scritta, hai trovato
la verità ...
       ... hai ragione...
          ............ la mia verità.

Ultima lettera al "Caro io"....
Tra non molto, caro io, amico mio,
mi siederò sulla tua tomba,
ridendo e ridendo ancora
della tua stupida fine:
caduto a terra mentre
ti giravi a guardare il passato,
inciampando nel tuo presente.
Non avevi occhi che per rivedere
all'indietro un vecchio film in bianco e nero,
rinunciando ai colori della vita
che ti stavano aspettando,
rinunciando allo sguardo
di chi ti avrebbe dato amore,
di chi ti avrebbe dato tutto,
dolcemente,
senza farti male.
A farti compagnia un fiore,
una rosa, forse portata dal vento
o da qualcuno che aspettava un tuo bacio.
Peccato, non puoi sentire il suo profumo,
lo stesso dell'amore della tua donna.

Addio...........caro io.

Grave errore
Il più grave errore che possa
aver fatto verso di te
è stato quello di amarti nel
migliore dei modo peggiori.

Sentire amore non vuol dire
solo dirtelo o dimostrartelo:
è vitale esserlo, viverlo
ed inconsciamente donartelo.

Ora, come un salto nel vuoto...

...l'amore...

Mi toglie il respiro...
ma gonfia i miei polmoni.
Mi fa morire...
ma fa battere il mio cuore.

Riesce ad offuscarmi la mente
come fumo al vento
e come tale, segno di fuoco,
mi brucua anima e corpo.

Non getterò via le mie ceneri al vento
ma le userò come incenso
su di un nuovo rogo di passione,
per un nuovo profumo di vita,
per un non più non capire.

Che questa passione arda sempre,
che abbia sempre bisogno di nuovo incenso,
che possa trasformarmi in cenere ogni giorno,
ogni giorno un nuovo profumo,
ogni giorno un amore rinnovato,

ogni giorno...tu.

...volere...
Vorrei svegliarmi all'ombra del tuo viso.
Vorrei rinfrescarmi con il vento dei tuoi sospiri.
Vorrei domare la mia anima con le tue carezze.
Vorrei ballare al ritmo del tuo cuore.

Vorrei perdermi nel tuo sguardo.
e ritrovarmi nel tuo abbraccio....
Vorrei farti mia e farmi tuo,
vorrei, io e te, una cosa sola.

Vorrei gridarti nel cuore quanto ti amo.....

Vorrei..........smettere di sognarti accanto....
Vorrei sperare...che esisti davvero....

Vorrei avere il coraggio ...
                                               di cercarti....

...babbo.. (a mio suocero Giuseppe....che sarà vivo in me, sempre.)
Quante volte t'ho visto
piegato su te stesso,
in una pietosa dignità,
sembravi un Cristo deposto.
Ed io, davanti a te,
perduto nel nulla,
impotente davanti al tutto,
ti ho chiesto aiuto.
Con i tuoi occhi chiusi
riuscivi a vedere la mia anima,
con la tua bocca serrata
riuscivi a dirmi parole di conforto,
con le tue mani chiuse
riuscivi a darmi una dolce carezza,
con il tuo esempio
riuscivi a darmi un coraggio perduto.
Ma non eri tu ad avere bisogno d'aiuto?
Ma non eri tu a soffrire?
Esempio di vita stupenda,
anche se già in contatto con Dio,
hai saputo insegnarmi ancora qualcosa.
Come quando, soli, davanti al fuoco,
aspettando il giorno,
mi regalavi pezzi segreti della tua vita,
lontani nella memoria, con paterna confidenza
mischiata a tenera vergogna.
Ed è anche per questo
che sei sempre vivo in me,
ed ora come allora, sono orgoglioso
di averti potuto chiamare.......babbo.

...forza di gravità...
La luce di donna che spandi
tutto intorno a te
mi ha attratto...
e simile a cometa in cerca
di un'orbita su cui girare,
in continua rivoluzione,
ho frenato la mia caduta.
Mi sono fermato a guardarti,
stella di giorno.
Con occhi diversi.
Perchè tu sei diversa.
Forse perchè siamo diversi.
Affascinato dal tuo modo
di essere donna viva,
da quel tutto che ti isola
da questo nonmondo che ti circonda
e che ti fa unica, bella talvolta irraggiungibile.
Una duokice bellezza che attrae,
che mi ha attratto, inesorabilmente.

Non so spiegarti il mio amore per te,
dolce, piccola grande amica, donna.
Non trovo né le parole né il coraggio di farlo.
Lo farò, me lo giuro, un giorno...
Forse baciandoti, all'improvviso, come tu mi sei apparsa...
rischiando, nell'impatto, di frantumarmi in mille soli.
Il tutto quando riuscirò ad illuminare di te
anche il lato buio.....
                                        ...della mia anima luna.

.....a Patty...
...al mio primo amore... ad un'amica... che ci ha lasciato...tanti anni fa

Prima che io tocchi il fondo,
ogni volta,
di questo cono inverso di vita,
tu mi compari vicino,
impalpabile e silente consigliera.
Il vento lontano della tua carezza,
il freddo calore del tuo sguardo,
il sussurro muto delle tue parole....mi fa ricordare.
Già cresciuta bambina che sapeva amare,
hai donato la tua anima
ad un immaturo amante,
in silenzio.
In un battito d'ali sei diventata donna
ed il tutto è diventato più grande.
Anche l'amore per me,
allora ussaro di corpi,
era grande...ma non l'avevo capito.
.....e così sei volata via.....
Trovando il coraggio di saltare...
in alto...di continuare ad esistere.....per sempre.
Ed ora ti sento più vicina, eterea compagna,
mi tendi la mano per darmi forza,
timorosa anima inquieta per la mia sofferenza,
....identica alla tua..........
in silenzio.
Primo vero amore in una vita confusa
....ti rivedo così......
con i tuoi occhi che cercavano nei miei, ciechi,
un amore semplice...fresco...giovane.
Ora più che mai, eterna traccia in me,
ti dico grazie....
le tue lezioni d'amore vero
mi aiutano a tornare ad amare,
nel momento in cui la mia anima vive....
.......in silenzio.

Quante volte
Quante volte dovrò morire
per conoscere il mio io?
Quante volte dovrò rinascere
per conoscere il tuo profondo?
Perdersi o morire:
qual è la diferenza?
Ritrovarsi e rinascere
nel gustare una nuova vita,
l'ultima, la penultima o... la prima?
Lasciamoci ricamare
da questo filo d'amore,
in un insieme di colori,
in una trama tesa su questo nostro telaio
ddove le ie mani, insieme alle tue,
lavorano, intrecciano, strappano,.....ricominciano.
Tessiamo un velo leggero che ci avvolgerà,
sempre,
lasciandoci liberi, insieme,
nell'abbracciarsi...nel guardarsi...nel viversi...
nel raccontarsi tutto...senza parlare.
Lasciando cantare le nostre anime,
lasciando parlare le nostre mani,
nella confusione che fanno i nostri corpi
che si accrezzano,
che si scambiano,
che si chiamano,
che si abbandonano
........silenziosamente.

Gioia d'amare
Quando la tua anima vola
sulle correnti dei sensi
il tuo sorriso mi bacia
prima delle tue labbra,
il tuo desiderio mi accarezza
prima delle tue mani...
io sono tuo...
prima che tu sia mia.
Come araba fenice
torno a vivere,
torno a rivivere,
inebriandomi di te,
dolce vino che scaldi
le mie vene.
Le tue parole,
soffocate nel respiro
di chi vive amore,
sono grida di gioia
nell'antro vuoto della mia anima
ed il loro eco rimbomba
nella mia mente.
Mai avevo provato così
il brivido della parola ti amo.

Vestito solo del tuo corpo
respiro la tua pelle,
che profuma di te...di me.
Sei la donna che la mia anima
ha sempre cercato.
Ed ora...ti ho trovata.

....grazie...
Il vento delle ali del tempo
ti ha portata via.
Di te mi ha lasciato il ricordo
di una bellezza scolpita,
del tepore del tuio abbraccio...
di una vita insieme.
E null'altro.
Il tuo cuore, diventato di pietra,
non ha compreso il mio tormento.
Hai cancellato la parola "ti amo"
scritta con il mio pianto.
All'improvviso hai frantumato la mia vita e,
come un pugno di coriandoli,
l'hai gettata al vento...
l'hai gettata via.
Triste Carnevale, fatto di maschere,
che nascondono null'altro che maschere.
Le urla silenziose della mia anima,
sola,
lanciate come stelle filanti,
ricadono a terra,
senza far rumore,
senza lasciare traccia su di te.

Ma a nulla il mio tutto è servito.

Ed è così che, in un soffio di vento,
sei sparita dalla mia vita.

Dopo i se, i ma e, peggio, i perchè...
ho ritrovato la mia anima...
ho ritrovato me stesso...
ho capito che il tuo non era neanche....amore.

                               ..............grazie vento...

..Mamma Pia (Dedicata a mia suocera - 8 maggio 2008 Festa della Mamma)
Silente, rispettosa, Pia,
compagna del tuo uomo fiero, unico, vero:
Hai saputo contenere nel tuo cuore
sia grandi gioie che enormi dolori, timidamente.
Quando il destino bastardo ha voluto
mettersi un mezzo, forse geloso, fra te e il tuo unico amore,
sei restata dignitosa donna, moglie e madre,
dispensaando amore e piccole paure a tutti,
chiedendoti il perchè.
Testarda, irrequieta, focosa, quasi spagnola
nel donare amore, nei remoti e timidi raccconti
di chi ti ha sempre rispettata, portata dentro,
amaya e cercata come acqua preziosa
per alimentare la sua fonte di vita.
Tenera donna e forte esempio di semplicità, di amore
per il tuo uomo, per i tuoi figli, per tutti...
e per me, che ora scrivo della tua vita,
vissuta nel ricordo, vissuta nel presente pensando al futuro,
come protagonista, anche nei mondi di chi ti vive accanto.
Per questo ed altri mille motivi...
ti dico grazie,
...anche perchè senza di te
non esisterebbe la metà della mia anima.
Ti dico...
                                ti voglio bene ...mamma.

Amiche sincere
Anime ed ombre,
sincere amiche di sempre,
dove siete andate?
Mi avete lasciato ancora solo,
fuggite via al sorgere di una nuova vita.
Mi ricordo quando saltavo da una sponda all'altra
della mia esistenza e voi mi aiutavate a non cadere
nel fiume arido e statico dell'ovvietà.
Quando, in silenziosi discorsi, facevamo,
contando le ore del nonsonno, progetti
mischiando lacrime e fantasia
per immaginare un futuro,
diversi dal passato, diverso dal presente.
Invisibili maghe, che sapevate trasformare
in viventi le ombre del buio,
dare parole al silenzio della mia anima e
forza al mio spirito, partito e tornato,
dopo essersi perso nel deserto dei miei sentimenti.
Dove siete andate?
Se non pensate di tornare non fatelo,
anime inquiete, ombre furtive,
capaci di dare piacere come languide amanti,
capaci da dare compagnia come vere amiche,
capaci di darti amore come una vera compagna,
capaci di darti anche nulla.....come una vita qualunque,
..............fatta di anime ed ombre.

Sei dentro
Ti amo.
Coniugazione oramai stanca
di essere usata,
da tutti, per tutto.
Usata anche da venditori
di sentimenti per guadagnare
su anime vuote.
Dirsi invece: "Sei dentro di me"
suona meglio per chi vive
e riceve amore.
Ti sento, come nuova linfa,
mentre vagabonda anima
viaggi nel mio profondo io.
Senza fermarti, cercando,
alla scoperta di me,
per ritrovare anche te.
Compagna del mio respiro,
amante dei miei sentimenti,
abbracciami da dentro.
Solo così vivrò il tuo amore,
colo così vivrò,
solo così...noi...

Tutto questo non può stare
dentro ad un banale...ti amo.

....sete d'amore..
Mi aggiro solitario nella notte,
vampiro d'amore,
in cerca di te.
Ma...ti ho vista,
non fuggire...
ti ho preso...
ti abbamdoni a me...sei mia.
Le mie labbra, come dolci canini,
si affondano nelle tue,
dissetandosi di dolcezza.
Le mie mani accarezzano il tuo corpo
che vibra come l'ultimo rintocco
di campana a mezzanotte.
Ma, ad un tratto...
sento che anche tu mi mordi l'anima.
Sento il tuo calore, la tua passione...
Anche tu hai sete d'amore.
Finta preda in una sensuale caccia...mi hai preso...
Ci stringiamo...
per ritrovarci in un persempre uniti.
Amanti...
Creature notturne aspettiamo l'alba,
con la speranza che la sua luce
non ci faccia ritornare......nuovamente nel buio.

E allora balla
Quel fiume di note che nasce dal profondo del nulla
travolge tutto di te: la tua anima assetata di ritmo,
il tuo cuore pieno di passione.
Il tuo corpo che sinuoso si muove come canna
di fiume al vento e trasmette melodie che solo chi ha
suonato la sinfonia della propria vita può udire.
Lasciati andare,
...trasforma il tuo movimento in un messaggio
che solo i tuoi occhi mi possono dare.
...trasforma il tuo respiro in un vento di colori
che tutto avvolge e che tutto fa tornare vivo.
...e come su ali di seta mi voi attorno.
...e con le mani cerchi la mia presa.
Il tuo calore accanto scioglie i miei pensieri
e, passo dopo passo, ci troviamo uniti,
volteggiando, per la durata di una spartito,
sperando che duri a lungo, come un nuovo amore...
... e allora balla, ... e allora balliamo, ... per sempre.

Addio compagna.
Finirò per amarti,
mia dolce solitudine,
ora mia unica compagna di vita
doo lo svanire di profonde passioni.
Sei sempre al mio fianco,
sincera, senza mai tradirmi:
Mi accarezzi al chiudere degli occhi,
un bacio al mio risveglio.
Non scrivere più le note della musica
che la mia vita suona in duetto con la mia anima:
hanno un triste ritmo, sempre uguale,
come un cuore che batte, prima di fermarsi.
Con il tuo dolce veleno, mia solitudine compagna,
mi uccidi, lentamente,
una parte di me ogni giorno muore
e con lei tutto il resto, lentamente.
Finirò per odiarti,
finirò per lasciarti,
a costo di rimanere solo,
a costo di tornare a vivere e ad amare.


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