Poesie di Pier Aldo Colussi


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L'Undici Settembre
Inabissati dal dolore
in un mondo reso
inospitale,
nel buio cinereo
è scoppiata la soavità
dell'amore,
è sfuggita
la paura.
L'ardore di pietà
brama l'invisibile volto
sfigurato, perduto.
Uomo, mostrami
il tuo volto
da adorare.

(22.XII.2001)

Palinodia di sentimenti
Immagine di luce
un angelo etereo
un amore immortale
consumeranno giorni
della vita.
Quanti incanti
sentimenti austeri
per i miei occhi
dalle luci eterne.
L'amore non divide
la sua immagine abbaglia
avvolge
travolge
inebria.
Voce solitaria
germoglia selvaggia
primavera perenne
luce della vita.
Principessa d'un amore
segreto
melodia di fili dorati
avvinti alla vita.
Chimera di luce
voce di dolore
mistero perenne
d'infinito amore

In memoria
Un infinito
dolore che il volto
ha reso triste
nel suo peregrinare
tra albe e tramonti
contemplati
nell'anima
e nel ricordo.
La vita un nulla,
ma nel cuore
il desiderio
del mondo,
di volti familiari,
occhi velati
dal cielo
pur contemplato
e pregato
in un bagliore
di luce fuggente.
Ora guardo
il tempo che passa,
saprò sperare
nell'attesa
dell'incanto
di stringere
la sua mano.

Amore
è un'eco
dell'anima
un palpito d'ali
che s'insinua
nel cuore.
Silenzio
e contemplazione
sono il suo volto.
Il radicale finire
non compie l'amore
perché intimità
mistica intuizione
dell'essere.
Un raggio creatore
lo matura,
cresce fatto foresta
e mondo
con più anima
sovra terra inospitale.

Senza domani
Vano volare
nel tempo
di libertà scevro
nel duro cercare
quotidiano vagare
di cenci
come attimi
di verità lontane
in mezzo ad un incedere
lento di giorni
consueti,
in una crisalide
di tenebre
scendere nel profondo
dell'ignoto.
Vita e morte
sola speranza
informe
per camminare fino a sera
e rendere il tempo
sogno estatico
sonno eterno.
Si torce la vita
impudente di giorni
vani portatori
di speranze fallaci,
di tedio un mondo
triste si dipana
nell'orizzonte livido
di morti.

15/16.12.1999

Primavere
I primi doni
della vita nei fiori
di primavera
dischiudono un sorriso;
una lacrima segna
il volto del cuore
come una stilla
di rugiada,
sollievo e passione,
una perla apre
un'eterna primavera.
La tua voce
trapasserà il tempo,
aurora dalle dita dorate
accarezzerà un mondo
di luce,
e apparirai
dolce armonia
una speranza
una promessa
 

Zefiro
Zefiro accarezza
col soffio leggero
i monti a primavera
e suscitando nuovi tepori
e nuove speranze.
Chi cerchi nel tempo?
Nei silenzi profondi
nella solitudine
nell’angoscia
dove si alimenta
il male che brucia
che trabocca?
Un dio potente
domina l’anima mia.
Passionata follia
ha generato
l’arco dell’Amore.
Come fuggire
a se stessi?
Il dolce regalo della luce
ritorna.
Lo seguirò
dentro un cuore furente
dentro gli abissi.
In una selva segreta
nelle profondità
la bellezza è più sicura.
Io voglio
inseguirla sui monti
sulle cime immacolate
negli azzurri cieli sconfinati
dove il suo
sguardo gentile
sfiora cuori anelanti.
Ma c’inebria oblio
se così vuole
amore
e si spengono
gli odi
nei cuori degli uomini.
 

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