Amaritudini
inedito
… conferenze
…e nuoto dentro silenzi rotondi
profanati dal linguaggio
travolti
: sospiri sogni palpiti esistenza
ed altro ancora nuovo altro eccetera…
li avvolgo tosto
di nuovi canti
muti
Soave
respiri
di sofferta
quiete
guerrigliano
gli occhi
con le luci
del tuo odore
accese
tutto
è ricordo
... Lucciole.
Siamo
come le lucciole
di sera
nell'intensità
della notte
ognuno
è una festa
che non dura
(traduzione da : Tal merollone e al tondo- 1995)
Rido
: sai quanto mi costa
Quante volte
ti ho chiamato
e quanti scatti
pagati
alla risposta
…Cataclima
Le calde
torride estati
strabordano
in gelidi inverni
Li tocco
li sfioro
sotto le coperte
Del resto
quanti autunni
fertili penetrano
le primavere?
Non so più
quale stagione vivo.
Amarevolmente
dormi
di diversi respiri
e di età diverse
Amarevolmente
sogni
di perduti amori
Cielo
minaccioso
nero
non merita
lo sguardo
dei bimbi
alla finestra
poi
colpevole
piange
di scrosci
Meschina pensi
alle faccende
di domani
mentre ogni notte
ci moriamo accanto
Tutto vi è
nel fondo del pozzo
tranne la luna
e il rumore del mare
…Maldive
Fidati di me.
Poni il tuo orecchio
sulla conchiglia
del silenzio
: ascolta
il rumore del mare.
Senti?
Tra le mangrovie
anche il pensiero
imbruna
alla risacca.
…Prestazione gratuita
Sarò tuo fianco
: assiduo viverti addosso
se pur più della carne
stanco è il pensiero
Puoi contare su di me
fino alla fine
dei nostri giorni
La mia
è una prestazione gratuita
lungamente sofferta
… e viceversa
Ci sogniamo accanto
tu di prendermi io di sfuggirti
e viceversa…
affondi i tuoi artigli
sulla mia carne stanca
e viceversa…
ma prima un occhio
poi un altro ci svegliamo
e siamo sempre più convinti
che tutto sia stato un sogno
e viceversa…
Respiro stanco
questo cielo infinito.
O non capisco
o non sono capito.
…Quadro politico
La mia destra è solitudine
ovattata di silenzi
antagonista alla speranza
la sinistra
Solo
il mio grande centro
è determinante
ma non scende in campo
Elezioni anticipate!
Subito!
Amore
è pane amaro
in salsa
di sbadiglio
Anche la luna
pallida tra le nubi
attonita ancella del dolore
si nasconde
… Piogge acide
È piovuto
tempesta stanotte
sui nostri visi
abrasi
Piogge acide
di lacrime
irrigano il buio
Il desiderio
fugge con un'altra
…Poesia
( Burning of a midnight lamp )
Poesia
musica tua
io canto
poi
decanto
come buon vino
in otre
come accendino
spento
come segreto
pianto
… La voce
Quando penso
alla mia poesia
ho una voce dentro
che dice intensa :
- Conti… -
Non so
se mi chiami
o mi conforti
… Scoppio di un bacio
Esplode un istante
in rapida combustione
su labbra rosse
e si dilata. Nuota.
É l'universo.
Rimane vortice
su piano obliquo
di memoria.
Tamburellare d'indice
di lato.
A Wilma 27.10.07 www.poetare.it
… Somiglianze
Hai
precisa
la stessa faccia
del sogno
non me ne volere
se ti sogno ancora! …
sosia!
… Alibi
Alibi
stringono la mano
: si presentano bene
: sono convincenti…
: ci sanno fare.
Impossibile
chiudergli la porta
in faccia
: li faccio entrare…
Ma subito
ho uno scatto d'orgoglio
e mi riscatto.
Li chiudo dentro.
Esco.
alter ego
Nel nostro inquieto vivere
al massimo è la noia
a consolarci il pianto
In ogni attimo
della tua assenza
muoio ad oltranza.
Lacrime che
non scendono.
A inumidirmi
è la fotografia
del tuo respiro.
Inutile variante
anche il dolore.
... Non luogo a procedere
In un non quando lontano
stanco s'impiglia il pensiero
cerca un non dove un non come e perché
in quell'altrove distante da me
... Lost
Il silenzio
allunga il sogno
in occhi d'ansia
il cenno
non consente
di librare versi
all'ultimo respiro
ancora incerto
è il vento immobile
in assenza di fiato
nudi e pregni
d'odio e d'amore
secchiamo al sole
il senso crudo
del domani
... Ti sento
Ti sento
esca
alibi
testimone
ancora
Ti sento
: la nebbia
confonde
le lacrime
... ikebana ( sotto la neve )
Il mondo è un biancopinto di silenzio
Fiocca le neve fiocca piuma lenta
ed ogni bocca è nuvola sui vetri
Esco dal nostro guscio vuoto inane
: io bianco come la neve
: io sotto la neve cane
Dormi amara
disabitata mente
aliti
luci ed ombre
al disamore
...Nuances
... Toglierò
la voce alle parole
alibi al respiro
a nuove nuances
poi m'accoppierò
Due desideri
turgidi capezzoli
alle mammelle della notte
: perdermi e trovarmi
Ali di vento
inedito
.... Poi
ridisegno a memoria
nei fogli bianchi di tempo
la nostra storia
.... Intanto
dolcissime parole
mi mormori
poi
taci
di baci
… Sorry
Il silenzio bacia
su labbra cucite
Fruga
con lingua di fuoco
Incendia le parole
Quella taciuta
quella che non sai
era la mia
migliore occasione
.... Rabbrivido
di occhi lontani
Le mie scogliere
vi si infrangono
Rabbrividi
di tenero canto
d’antichi amori
.... Resuscitarti
in tante storie mute
quasi a toccarti
Scemo!
.... Scudo
di cento centurie
Ramo
di un solo albero
Scudiero
di mille sogni
errabondi
nano byte/mega byte
spazio cosmo/mela indifferente
Dormi
dolce
al mio cuore
fianco
.... Vivida fiamma
il cuore non consuma
più di mille parole
sottaciute
.... Il mio infinito
è innumere cercare
per mare occhi sconosciuti
mentre ti siedo accanto
come paziente cane
.... Amore
è pane amaro
in salsa
di sbadiglio
.... Ricco di niente
perseguito
a ritrovare il mondo
nel fondo del mio mare
Umane sponde
a rincorrere il vento
irriducibile sogno
.... Crudo crudele
giallo di miele
ascolta
con occhio sopraffino
l’invidia insepolta
dell’erba del vicino
.... Mi sorprende
questo tuo rimanere
all’alba
tra le cicche
nel bicchiere
.... Ecco
la mattina mi chiama
dall’alto dell’oceano
putrida di odori
d’ antiche solitudini
Ed ecco
ne risponde il cuore
in rapidi battiti
tremebondi
in trasparenza all’anima
… Ripartenza
Il grido crudo
dal fondo di un bicchiere
ora tracima
di mezze verità
che mi racconta il cielo
Dove osa
solo il Padreterno
lieve s’inerpica
nei ritagli del giorno
nudo e cieco il pensiero
Avrò respiro
di rara magnitudine
insuperabile
tra me e me
acrobata che sono
insospettabile
… Cruciverba
Sottile
cruciverba
agita
il pensiero.
Di là del sonno
giace libertà
sopravvissuta
e recidiva al sogno,
naufraga dell’abitudine,
all’incipit inquieto
d’un palpito segreto.
La sua prigione
è il vento.
.... Aspettarti invano
tra lande deserte.
Singolare!
questa voglia
di prestare il fianco
al mio destino.
Imperturbabile
resto
: a malincuore
di taciute speranze?
.... Tersicore saprà
all’ombra
del tuo cielo
resuscitarti
su grappoli
di nubi bigie
appesa a un filo
di desiderio
luna?
.... Poiché la sera
divora la luce
soave in grembo
la cova
.... Di che luce
brillano
e di che colore
gli occhi tuoi
terribili
ad indagare la notte
ingorda di baci
e di raggiri
al sonno?
e
dove conduce
il gioco?
… Mentivano
Mentivano
di dolci parole
gli sguardi
arroccati nel tempo
dei ricordi.
: cicale cicaleggiavano all’estate
Mentivano
gelidi (di morte)
soavi sequenze
d’anime spente
a rincorrerli invano.
: per una bugia ritrovata
quante smarrite verità?
Chiedevano
alla luna.
.... Conoscerti
è d’uopo
poesia
per distruggerti
Penso
e dispenso
pensieri
al sogno
… Rari nantes
Umane
hai detto parole
che pure
accanto mi dormono
a cercare
del tuo respiro
il suono
agli orecchi.
Rari nantes
recalcitranti
sotto le coperte
affogano.
… La playa de Limon
Capita
che il cielo s’arroventi
agli strusci dei gabbiani
e ai gridi
come la pelle
ai baci dell’estate.
Capita
che di musiche arcane
risoni il mare
e di richiami
ai ritmi primordiali
della vita.
E capita d’adagiarsi
nel palmeto dei sogni
alla deriva,
sul tuo respiro.
.... Innamorarsi
a fari spenti nella notte
persi tra cosce divertite
col timore di perderti
in temerarie solitudini
di occhi indiscreti
non avvezzi al pianto.
.... Il sole dell’avvenire
Avevamo cuori impavidi
che seminavano sereno.
Con ali di vento
aspettavamo trepidi d’ansia
: Abbasso i signori!
: Viva i lavoratori!
Poi, sparatorie e lutti…
Con ali di vento
spezzavamo le catene,
del tempo sereno
aspettavamo i frutti…
e sognavamo meno,
ma sognavamo tutti.
… Dominicus club
Il rumore dell’onda sul sonno
i tuoi occhi lorimer
la pelle
come buccia di cocco
tra i vortici del soffitto
a pale
e quelli – mentali – dei tam-tam
: il mambo, il merengue …
Andavo per mari
e coralli
e piñacolade
e tramonti
a distruggere
i sogni
… I gatti di Mahdìa
Rideva la luna
a falce
e i musi appuntiti
dei gatti di Mahdìa
magre lische
divoravano
sotto le manine di Fatima.
Anche i morti
orientati a La Mecca
sembravano dormire
tra i vicoli incerti
del mattino.
Io
come un razzo
a disturbarne il sonno
accarezzavo
con la corsa
il vento.
… Sosta tecnica
Incredibile!
Tra le pieghe della fabbrica
: anche i muri sanno di noia,
ti ritrovo ancora
con stupore
racchiusa
in una perla
di sudore.
Dalla catena
: rotta! Finalmente!
si cullano i sogni
in sfrenate altalene
di racconti.
… Mihaela
Ci siamo solo incontrati
in un tempo sbagliato
ma tacendo
ci siamo detti tutto
mentendo a noi stessi
Ti porto nel mio cuore
come il padre che non abbiamo
e come quello che abbiamo
gelosamente dentro
Avrei potuto incontrarti
cento anni prima
a Brazov a Bucarest o a Costanza
o fra cento anni ancora
in chissà quale posto chissà come e perché
e
ne sono sicuro
ne siamo sicuri
sarebbe sempre finita così…
a ricominciare un’attesa che
come il ricordo
lo sappiamo
durerà per sempre
… Scricciolo
Cullami Scricciolo cullami
con la danza dei tuoi occhi
accesi alla vita.
Mi sia concesso serbarli
prezioso tesoro nel cuore
nell’armadio capiente del tempo
gelosamente custoditi, Scricciolo,
come il tuo ricordo
al filo del pensiero;
e siano concessi al lampo
dei tuoi occhi giganti,
alla musica della tua risata,
Scricciolo, questa poesia,
una carezza e il Cielo.
… Cenere
…a E. Evtushenko
Vedo allo specchio
un volto estraneo
faccia da uomo cuore bambino
chioma cenere bistro argentata
pieghe cadenti
Dunque la cenere
è fuoco maturato?
La giovinezza e il fumo
sono l’essenza
della combustione.
… Ozio d’Africa
… a Wilma
Inane e pigro
crogiolo al sole
su sabbia rovente
d’Africa bruciata
Ho braccia a croce
occhi al pensiero
lascio che sia il mare
a cancellarmi il volto
Indolente
anche al dolore
Che sia lui
a sopportarmi
… Sms
Ci vediamo?
Non sempre
è quasi mai.
Richiamami!
Non ho mai smesso
di chiamarti.
Vieni presto amore!
C’eravamo
mai lasciati?
Quando mi hai lasciato
capii subito che per me
lasciarti era impossibile
… Piatto esotico
La notte mi cucina
un piatto esotico.
Ho per dessert
in coppe di cioccolato
due chicchi di caffé.
Tranci di carne fredda
in letto di riso al dente
salsa piccante.
Banane fritte
glassa di castagne
in incendio di flambé.
Da bere – abile sommelier il buio –
ancora vino buono
d’annata cinquantuno
dolce passito infranto
(morsico labbra ignote)
e l’alba poi riscuote
e saldo il conto
… Poesia
(Burning of a midnight lamp)
Poesia
musica tua
io canto
poi
decanto
come buon vino
in otre
come accendino
spento
come segreto
pianto
… La voce
ad Anileda Xeka
Quando penso
alla mia poesia
ho una voce dentro
che dice intensa :
- Conti… -
Non so
se mi chiami
o mi conforti
… Scoppio di un bacio
Esplode un istante
in rapida combustione
su labbra rosse
e si dilata. Nuota.
É l’universo.
Rimane vortice
su piano obliquo
di memoria.
Tamburellare d’indice
di lato.
… Somiglianze
a Marbe
Hai
precisa
la stessa faccia
del sogno
non me ne volere
se ti sogno ancora! …
sosia!
… Alibi
a Carmen
Alibi
stringono la mano
: si presentano bene
: sono convincenti…
: ci sanno fare.
Impossibile
chiudergli la porta
in faccia
: li faccio entrare…
Ma subito
ho uno scatto d’orgoglio
e mi riscatto.
Li chiudo dentro.
Esco.
… Abbandono
a Glo
… e il brontolio del mare alla risacca
scalda l’abbraccio ad un lasciarsi andare…
… Sinfonia
a Tinti
Sul pentagramma
della meraviglia
musica dei tuoi occhi
esclamativa
suona per me
sinfonie d’abbracci
.... Applausi
... al mio io fuggitivo
Non applauditemi signori!
non è merito mio
di quest’aurea luce
in fanfara alla notte
: sono tutti gli angoli del vuoto
a rincorrermi a scovarmi
caparbi in cupi meandri
vestiti d’ignoto
ed io sgomento
nel vento volo
e non sono certo
né come mi dipingono
né come mi esperimento
l’irrazionale lucida pazzia
ridisegna parametri al pensiero
… Cicale
Cicale
cicaleggiano
all'estate
gli inverni
al cuore
Sentieri di luce
Dedicata a Daniela
...É acqua viva alla tua fonte...
è altro ed altro ancora...
...La fabbrica vuota
A dismisura attimi giganti
e dileguare di silenzi
nei rumori dell'assenza.
È giorno di sciopero,
- di riposo, diresti -
eppure…
è l'opera tenace,
asserragliata
tra le pieghe del cervello…
è tutto un travaglio
tra il puzzo di officina
e il dispiacere
di sudore antico.
E la fabbrica vuota
fa paura al pensiero
come il deserto all'anima…
E fortemente temi
l'indifferenza delle macchine
all'assenza di quel battito
che nella mente insiste.
...Undici settembre
Non sono più le torri.
Gemello,
è solo il dolore.
Così piccolo è Allàh!
se tutto ciò ha permesso.
... Luca dei robots.
Luca dei robots
respira fumo e tosse.
Anche lui ha un'anima
: da uno a zero-otto,
avviluppata
ai fili grigi di saldatura
come al cielo
il filo di speranza.
Luca dei robots
incendia le scarpe e suda
mentre salda
invisibili legami col Signore.
…Venerdì santo
Sulla croce affisso,
con gli occhi di Barabba,
solo voglio
la discrezione dell'indifferenza
e la coperta del silenzio,
pietosa,
a ricoprirmi le ferite
manifeste della noia.
Sulla croce affisso,
al vento inquieto della decadenza,
sono Cristo morente
senza speranza
di resurrezione alcuna.
Vago come Tommaso
nel cuore mio deserto
a cercare un capo di speranza
tra le torture
dei miei versi avversi,
mentre immortale
è il canto degli uccelli
all'alba.
…T'accompagno.
...a Franco Caldari
alla memoria...
Negli anni perduti a scrutarci in silenzio,
quante sigarette mi hai spezzato!
e quante te ne ho fumate io!
Non ti ho mai chiesto niente,
se non quelle sigarette
: non mi hai mai chiesto niente,
se non quelle mezze sigarette.
Tu, non avevi un figlio;
io, non avevo più un padre,
e questo ci bastava…
Irriducibili, ci mentivamo, come a noi stessi.
Per entrambi era difficile comunicare.
Discutevamo sempre,
proprio come un padre e un figlio,
e le parole più utili, erano quelle taciute.
Oggi sei immobile nella Sua dimora,
e qui, davanti ai presepi,
di fronte alla Sua figura,
io ho tolto la maschera, tu il cappuccio…
L'ultimo tratto, almeno, possiamo farlo insieme.
Franco e Silvano. T'accompagno, permetti?
Né a sinistra né a destra, ma diritti verso il cielo.
T'accompagno, a presto! Ciao, Zetti!
…Pasqua 2006
Così ti adoro, mio Signore,
che il cuore non regge lo sguardo,
il sangue non scorre
e si raggruma al dolore.
Così ti adoro,
che il pensiero non contiene l'impronta,
il respiro il vento…
Avrò cura di me,
per compiacermi,
per compiacerti,
nella Tua gloria.
…Sciopero generale.
Questo silenzio che ronza nelle orecchie,
( quante volte ho taciuto il tuo nome! )
solido, come un filo di speranza,
mi racconta del grido che lo sazia
e Ti accarezza, come una preghiera.
È sciopero generale oggi,
ma Tu, come me, non hai aderito.
Mi sei rimasto accanto,
con gran fragore all'anima.
…Sulla via di Damasco.
Quanto ho amato la luce dei Tuoi occhi!
- di solitudini sparse
lacrimavano le mie pupille
e di danze incompiute,
mentre l'aurora cercava spazi intorno
e,
lugubre,
si dissolveva in lontananza
l'ululato dei lupi. -
E per quanto tempo la Tua voce
- a lungo inascoltata -
ho avuto dentro pei sentieri percorsi
di sangue e d'aria
che hanno tessuto la pelle alla mia età.
Eccola:
- labile come suono di flauto
- sottile come l'inquieto vivere
- sorda come tarlo che rode
- intermittente come cicala
- continua come sirena
- improvvisa come grido di bambina
- impercettibile come fuoco che brucia
- inaspettata come la morte
- reciproca come l'eco
- dilatata come l'attesa
- gratuita come l'amore,
mentre Tu, appeso alla Tua croce,
hai fermato la mia corsa,
sulla via di Damasco.
…Ali.
Tuo è il sorriso.
Tuo è il pianto.
Senza di Te
consumo solo tempo.
D'abbrivio
si rincorrono gli anni.
Ali di vento
appese alla Tua croce
sussurrano di Te,
dicono il Tuo dolore,
crocifiggono il pensiero.
Ali di luce
portano il Tuo respiro
e gonfiano
le vesti alla speranza.
…Grazie.
Grazie Gesù,
perché sempre mi concedi
il tuo perdono.
Grazie perché mi illumini
e finalmente ti ritrovo...
: ecco, siamo di fronte,
ci capiamo…
Io ascolto il tuo dolore,
Tu, ascolti il mio…
e mi vergogno.
Grazie Gesù,
che scendi dalla croce
e più mi occorri
più mi soccorri,
prendendomi per mano.
Nemmeno una lacrima
cadrà sulla mia assenza
: nessun rimpianto per il nulla.
Solo la tua misericordia
mi alimenta il respiro
e mi spalanca il domani.
…I miei occhi
Impercettibili piangono
di baci perduti
e di anni
aggrappati al respiro.
E mi vedo arrancare
deserto e pallido
più in là col tempo
più in là del tempo
perduto nell'assenza.
Anelo conoscerti
insieme a me stesso
senza impedirmi ancora
di amarti al buio.
... Carta millimetrata.
Stasera non ho parole.
Stupisco
tra fogli a quadretti millimetrati
proprio come gli attimi del peccato,
così solerti a indicare la strada.
Congiungo
due punti in linea retta,
dal vuoto all'infinito,
e Ti ritrovo.
Diserto
l'amaritudine
del cuore
Guardo lassù
Ho
aperta
una finestra
sul cielo
...La luce in fondo.
Al mio fianco perisci
noia come il pensiero
al sogno.
Spudorata mente
la notte al disamore.
La luce in fondo
è il suo respiro caldo
che mi aspetta.
... Notte di maggio.
Notte serena
di un maggio che ritorna
: avevo sonno
: non ti avevo cercato
: non avevo gettato
le gomene al vento.
Solo
cucivo di silenzio
la luna alle cimase.
Ero un corpo estraneo
nell'occhio del destino,
goccia precipitata
nel lago dell'immenso
: la quintessenza minima
della solarità.
...La distanza più lunga.
Il cielo più sereno
non è quel cielo terso
freschissimo d'aprile,
ma quello assai diverso,
quello che ti consola
quando la sofferenza
straripa dai confini
della sua sentenza.
La montagna più alta
non è quella che credi:
è quella che sconfiggi
il giorno che tu ridi,
e
non è quel cupo abisso
il mare più profondo
ma è l'agape quieto
che fa luce nel fondo,
perché
la distanza più lunga,
me
l' hai detto tu, Signore,
è quella che intercorre
tra la saliva e il cuore.
...Solitudine settima.
Il silenzio
concentra la parola
in dolce e lieve
solitudine settima
Percettibili varianti
anche il respiro
l'ansimo l'urlo il capogiro
il pianto
Suono impietoso
d' organo di cattedrale
convulso cuore
Anche gli ulivi
in solitudine settima
trascendono
e convergono
sulla tua figura
S'inchinano
le canne al vento
gli occhi
al cielo
...Comunione
Avido
divido con te
ogni boccone
della liturgia della sera
inane anacoreta settembrino
Prelude al giorno
l'anafora del sole che muore
...Risveglio
Guardo fuori la luce del mattino
Le tue labbra che dormono ancora
Il cielo crocifisso nella stanza
Sorrido
: ho tre soli
...Haikai di luce e di dolore
… a Loris Pesce
Resisti all'ombra
parafrasando il sole
Pensa alla luna!
Gesù ti guarda
Se già soffrire è tema
litote è morte
Cercane il volto!
Nella tua stanza è dentro
il tuo respiro
11.09.2007 www.poetare.it
… Ode al dolore ed alla luce.
...a Paolo Vescarelli
nel giorno dell'anniversario
Aldebaran fuggivi.....11.09.89
...ad Oriana Fallaci
alla memoria...
…a Loris Pesce
che non conosco
ma non ignoro .
nel giorno del dolore…
Duro è dire che tutto si somigli
per un maratoneta a te che immoto
affanni con dolore il tuo calvario.
Duro è dare consigli non richiesti
per noi che fortunati percorriamo
senza zavorre, in modo assai maldestro,
l'involucro che il fuori ci concede.
E duro è dire e dare, senza credere.
Il vero immenso è quello del pensiero
: quel rantolare roco all'impazzata
di desiderio, d'emozione o rabbia,
ad ogni, se pur minima, occasione
anche se dentro sconsolato afflata.
Se chiudi gli occhi, in limine, sul cuore,
vedrai un cielo di stelle fluttuanti,
di desideri accesi e ardenti brame,
magari per normali intendimenti,
che, tuo nemico, ti ha negato il fato.
E chi può sapere quale sia il nido
scelto dal cuculo e sacrificato?
Se voltarsi indietro è capogiro,
sopravvivere è solo resistenza…
Ma chiudi gli occhi, Loris, pensa all'aquila
che negli immensi spazi plana e sale
: vedi? puoi rincorrerla! l'accompagni!
e insieme a lei, in quell'istante, voli.
Un sogno concepire è già respiro
se il desiderio in ansimo tramuta.
Alla sofferenza sempre paghiamo
il tiket del dolore, ma se metti
da parte i pagamenti e li conservi,
potrai detrarre poi l'importo intero
il giorno che davvero gli occhi chiudi,
che tutti gli altri ti diranno morto.
L'azzurro sopravvive allo sparviero
che con lo sguardo la sua preda mira,
così il pensiero penetra il ricordo
e di emozioni nuove avvampa il cielo.
Ahi! quale dolce fremito distante
da quei muri, lontano, il tuo dolore,
in meritata gioia trasfiguri!
11.09.2007 www.poetare.it
Meno di ieri
più di domani
pesa il destino
so
che mi aspetti
...Orizzonti
Pingui soffriremo
e tronfi
di mancate sofferenze
e ci affanneremo trepidi
di mancati affanni
vittime
di poltrone e di divani
come vittima del clamore
è la parola
Siamo tutti orfani
del dolore
se il dispiacere
è figlio della gioia
Il nostro cielo
è monolocale azzurro
mentre l'immenso
è solo il dono del respiro
Permanere
il solo modo di fuggire.
... Streap tease
Solo
nell'incendio della sera,
stanco mi spoglio nella mia dimora.
Lento srotolo dal collo le sciarpe attorcigliate
dell'inquieto vivere e le appendo al sogno.
Poi sfilo i guanti algidi della superbia,
piano, ad uno ad uno,
- cieca sovrana prendeva la mano -
e delicati, li adagio sulla seggiola dell'umiltà.
Getto di getto quindi il cappello dell'angoscia
- provetto giocoliere che sono! acrobata! saltimbanco! -
sull'ansa del perdono
poi sfilo agevolmente i pantaloni della stupidità…
e continuo, continuo,
con la peccaminosa frenesia di chi si spoglia,
e mi tolgo sulla soglia la giacca dell'ipocrisia.
- Chissà se a casa mia, un giorno mi potrò incontrare? -
Penso, e intanto via, le scarpe dell'indifferenza,
via, sul pavimento solido della solidarietà,
e ancora, via, lubrico, in disquilibrio stabile,
sacrifico i calzini afri della noncuranza
e resto a piedi nudi sul prato spinato del dolore.
Allento il nodo,
allento e lesto strappo,
la cravatta del perbenismo e del bon ton,
la maschera grottesca e sciatta della mediocrità.
Pudicamente, poi, persino, sfilo anche la mutanda
assieme alle paure più recondite e profonde,
vergogna e desideri nascosti che sottende,
effimero stereotipo dell'eros che soccombe.
E finalmente,
all'ombra del soffitto quotidiano,
rabbiosamente libero il mio petto ed il respiro
dall'ultimo indumento stringente e disumano.
Ecco!
getto nel secchio del tempo con veemenza,
l'agnostica e nefanda incoscienza menzognera:
- Via ogni remora! -
e un'abitudinaria, arrotolata e logora,
suadente e serpeggiante canottiera…
Ed eccomi allo specchio finalmente!
Ma non mi riconosco,
sono vecchio.
Neanche mi somiglio.
No, non sono io…
è solo il mio involucro cadente:
- Chi è quel pavido coniglio? Con quella faccia fiera? -
Io no.
Io sono più dentro ancora, altrove… non contenuto
- lontano fuori dentro dove? -
che muto aspetto con cipiglio indomito
la decadenza e il gemito
dell'ultima barriera.
Caparbio.
Risoluto.
… Il segno della croce
… a Daniela Procida
Nuda verità
di un gesto
che consola.
Mimo il frastuono
taccio la parola.
Inumidirmi stanco
e muto.
Rompo il singhiozzo.
Inghiotto.
È già respiro.
… Sempre
Mi mentivo.
Non sono mai stato sincero con me stesso
: mentivo sapendo di non mentire
credevo sapendo di non credere
ridevo sapendo di non ridere
piangevo ignorando il pianto
e
sapendolo
mi tradivo
sempre…
ma sempre
consapevole ho amato
e me ne sono grato
sempre…
: prego sapendo di pregare
morirò sapendo di vivere ancora.
…Anagrammi
Sono
l'invaso cinto
di rovi
da rose e spine
punto
ma
Ti ritrovo
accanto
Scorti
… Iceberg
Nel labirinto
d'un doloroso esistere
è vortice il pensiero
in piano obliquo
Neghiamo l'esistenza
evidenziando il vuoto
Su quell'ignoto mare
sono la punta
del mio iceberg
: vago
alla tua luce
attratta
... Ti sento
Ti sento
esca
alibi
testimone
àncora
luce
Ti sento
: la nebbia
confonde
le lacrime
... Palinodia
... a Daniela alla memoria
Triste palinodia
nell'utopia del disincanto
avvicina la notte
al pianto
A Dio vicina
figlia vulcano stella
Daniela è già
nuovo altro respiro
-Sentieri di luce-
...ikebana - maggio d'Umbria -
Dirupi di ginestre in fiore
chiazze di girasoli e colza
gialli confondono i verdi
variopinti dei declivi
dal cupo esclamativo dei cipressi
ai salvia argento chiaro degli ulivi
Ancheggia il fiume nostro
di salici vetriche pioppi acacie gattici
lento su Roma
È maggio d'Umbria oggi
sulla tavolozza del Signore.
…ikebana - Helsinki -
Immensa rossa nave
erta sul basalto nero
verde di cupole
dalle croci d'oro
veglia la marina
la chiesa tua ortodossa
Accarezzano le nubi le cimase
scure pioventi al giorno
mentre zavorra alla tempesta
i basamenti radicano le strade
Ride Helsinki all'estate
al mare alle betulle al cuore
e immensa e rossa
con la prua ai gabbiani
scossa dal vento
il cielo benedice
con le croci mani
... haikai di luce
La debolezza
per me è la Tua croce
Signore portami!
-Rimandi di luce-
...Olga
Fa, o mio Signore, che la notte si svolga
con gli occhi di cielo e il sorriso di Olga,
e che dal dolore gli occhi distolga.
Fa che la sua e la Tua grazia m'avvolga.
...Il filo
La vita è un labirinto che ci prova:
meglio per noi non perdersi di vista,
stretti per mano per restare in pista,
che, chi si perde, più non si ritrova.
Si lascia la via vecchia per la nuova,
ma di vie nuove, lunghissima è la lista:
facile, difficile, media, mista...
tant' è che è meglio stare nell'alcova.
Tenersi per la mano, questo conta!
Imprigionare l'anima al pensiero,
che al suo richiamo poi si trovi pronta.
Il buio esiste perché da la luce,
e quando questa brillerà davvero
è meglio avere il filo che conduce
30.05.2008 sentieri di luce www.poetare.it
...L'ansa
Esperimentazioni micidiali,
tutti i sapori, tutte le tendenze,
atti concreti e vacue trasparenze,
rombi di tuono e silenziosi strali;
e nell'indifferenza tutti uguali
ad aborrire tedi e sofferenze,
a definire magiche presenze,
a scongiurare patimenti e mali.
La notte piange, l'alba fa le fusa,
il giorno ride, la sera si vergogna:
ed è ferita lacero contusa...
Avere un'ansa in questo andirivieni
su cui aggrapparsi al volo alla bisogna
è come avere i sogni vuoti pieni.
...Il sogno
Intanto che la morte ci separi
il sogno ci accompagna ad altra assenza
aereo quanto mai, esatta scienza:
studi di notte, il giorno disimpari.
Allotropo addolcisce cieli amari
con battiti di rara intermittenza
tanto da non poter più fare senza
come onda che attraversi tutti i mari.
Come ogni ombra illumina la stanza,
come il mare contiene tutte l' onde,
come il tempo cancella la distanza:
ogni orizzonte più non fa confine,
ogni contorno sfuma e si confonde,
che il tempo dell'inizio, è della fine.
Ballate e
ballatine
Lalla Farfalla.
Lalla Farfalla.
Lalla Farfalla cià sempre m pensiero,
Lalla Farfalla ha sempre un pensiero,
de notte e de giorno, matina e sera: di notte di giono, mattina e
sera:
quel friguttino billino e sincéro quel ragazzotto belloccio
e sincero
cul telefunino e la golfe nera. con il telefonino e la
Golf nera. L’sogna de notte, l’argrélla de giorno,
Lo sogna di notte, lo ricerca di giorno,
l’ha sempre de fronte, ta i su’ pensieri. lo ha sempre davanti nei suoi
pensieri.
Quan gìmo a spasso se guarda d’intorno, Quando andiamo a passeggio si
guarda intorno
e manco te caca , si c’éri o n’n c’éri! e nemmeno si accorge se ci
sei o non ci sei!
- Lalla! - La chiami. Lu stesso de gnente!
- Lalla! - La chiami. Lo stesso di niente.
Per forza! Ariva cul braccio de fóra, Per forza! Arriva con
il braccio di fuori
la golfe nera cun quel deficente! La Golf nera con quel
deficiente!
- Lalla! Me senti? – Ma è ‘n coma ncora. - Lalla! Mi senti? - Ma ancora lei
è in coma.
Pista la merda , ma lé n’n se n’incura, Pesta una
cacca ma lei non se ne cura
e slunga l collo finchè gni sparisce ed allunga il collo fino a
che gli sparisce
lontan da l’occhio la sagoma scura, lontano dallo sguardo la
sagoma scura,
ma ecco che, alora, s’anfastidisce, ma ecco allora che si
indispettisce
che, mentre suspira, n tanfo gni ariva, perchè,
mentre sospira, gli arriva un fetore
própio de merda pistata de cane. proprio di quella cacca di
cane pestata.
Lalla fa finta e s’atteggia da diva, Lalla fa finta di nulla e
si atteggia da diva
ma va a finì che se sporca le mane. ma finisce con lo sporcarsi
le mani.
La golfe arpassa: ha finito la vasca, La Golf
ripassa dopo aver terminato il giro,
s’aferma, scende tolé al bar Giardino. e si ferma e scende lì al bar
Giardino.
Lalla, a guardalla tal muso, ha nna lasca! Se la si guarda in faccia Lalla
ha una cotta!
Pe m po n’n s’aregge quan passa vicino. Per poco sviene quando gli passa
accanto.
Lù, cul telefono, s’atteggia e parla: Lui si
atteggia e parla con il telefono:
- Sai, ‘sto coglione… cos’ ha combinato?… - Sai, questo coglione... cosa ha
combinato?...
Sì!… Sì!…C’era anche Daniele e la Carla…Sì!... Sì!... C'erano anche Daniele e la
Carla. -
Aésti visto! Cum’éra aficato! Avresti dovuto vedere
quanto era fico!
C’éa m par d’occhiali da céco scuri, Aveva un
paio d' occhiali da ceco scuri,
i ginsi stroppi e nna giubba avitata. i jeans stracciati ed una
giacca attillata.
Lalla Farfalla n’n vedéa manco i muri! Lalla Farfalla non vedeva
neanche i muri!
Leccàa m bel gelato de cioccolata Leccava un grosso gelato al
cioccolato
tutto dismunto, colato ta i diti,
tutto liquefatto e colato sulle dita
e nna mulica anche ta la sottana. e un pochetto anche sulla
sottana,
Pu, tutti a ride, cossé divertiti, poi, tutti a ridere così
divertiti
quan, non volendo, se lecca la mana. quando inavvertitamente si lacca
la mano.
Giù. Tutti a schioppà, da facci i budelli, E allora
tutti a sbellicarsi dalle risate
quando s’acorse da lu stran odore, quando s'accorse dallo strano
odore
d’aé leccato anche du’ cacarelli di aver leccato con il
gelato anche due caccole
de merda de cane, che argìa ‘n amore! di cacca di cane, magari anche
lui innamorato!
Traduzione da: “ Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro
ed. Edimond Novembre 2008
Ji acin de grinturco.
Gli acini di granoturco.
Na brutta sera d'inverno, n vicchino, Una brutta sera d'inverno un vecchietto
éra a sedé chiotto, ntorno al camino, era seduto, chiotto accostato al camino,
ntanto che la moje, la Tirisina, intanto che sua moglie Teresina
finìa de mette a pòsto la cucina. finiva di sistemare la cucina.
Pasqualino che sbiascicàa l tabacco, Pasqualino mentre biascicava il tabacco
'ncuminciò a lagnasse: - So stracco stracco! cominciò a lagnarsi: - Sono stanco stanco!
Vurrìa tanto sbajamme Tirisina, Vorrei proprio sbagliarmi Teresina
ma l' sento, che sta volta, s'avicina. ma lo sento che questa volta la morte si avvicina
Ma, prima de crepà e de lasciatte, ma prima di morire e di lasciarti
nna brutta cósa ciò da confessatte: … debbo confessarti una brutta cosa:
Cu la moje de Aldin de Pappafico, con la moglie di Aldin de Pappafico
nna ghjicina de volte… t'ho tradito. - una diecina di volte... ti ho tradito. -
Ntratanto che agiustàa la zzinalina, Nel mentre che si aggiustava il grembiuletto
Teré gni arfece: - Embèh! Qualcusina… Teré gli rispose: - Embèh! Qualche cosetta...
Pasquà, laggiù…giù pel patollo…anch'io… Pasquà, laggiù.. giù per le sponde del fiume anche io
t'ho mess'i corni… uh! Signoriddio! ti ho fatto le corna... Uh! Signoriddio!
e gni volta che… n corno… te mettéo, e ogni volta che un corno ti mettevo
nn acino de grinturco… l'arponéo. - io mi mettevo da parte un acino di granoturco -
Pasqualino, cu ji occhi stralunati Pasqualino con gli occhi stralunati
l'anterrogò: - E… quanti n'he acapati? - l'interrogò : - E... quanti ne hai messi da parte? -
- L numero priciso… bèh! Cume fo? - Il numero preciso... bèh! Come faccio?
Éron nna sachitina… Porett'a nó! Erano un sacchetto... Povero noi!
Ardillo adè, n'n è facil la facenda. Ridirlo ora non è facile questione.
Nsomma, Pasquà!… ciò fatto la pulenda! - Insomma, Pasquà!... ti ci ho fatto la polenta! -
Traduzione da: “ Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro
ed. Edimond Novembre 2008
Sdrìngola sdrìngola.
Percuoti percuoti.
La ballatina del tempo sperso. La
ballatina del tempo perduto
Sdrìngola sdrìngola, cojon cojone, Percuoti percuoti, coglion
coglione,
e chiappa al volo sta bell'occasione. e afferra al volo
questa bella occasione.
E bùbbola bùbbola, e sbatti i denti, E bubbola
bubbola, e sbatti i denti,
grassi, murimo, a cinque mór venti. moriamo grassi a cinque muor
venti
Sdrìngola sdrìngola e batti i cojoni,
Percuoti percuoti e batti i coglioni,
n'n t'arcordi manco si en tristi o si en bóni. non ti ricordi neanche se son
cattivi o se son buoni
E bùbbola bùbbola, e batti ji occhi, E
bubbola bubbola e batti gli occhi,
l'ora è arivata e senti i rintocchi.
l'ora è arrivata e ne senti i rintocchi
E sdrìngola sdrìngola, e smóvi smóvi, E percuoti percuoti e smuovi
smuovi,
murirè grasso, ma almeno ci apróvi! morirai grasso, ma almeno ci
provi!
E sdrìngola sdrìngola, e bussa bussa, E percuoti
percuoti e bussa bussa,
corri al Pantano e cucca nna russa. corri al Pantano e fatti una
russa.
E stùzzica stùzzica, aruma aruma, E stuzzica stuzzica
e scava con il muso,
si próvi a 'rpensacci, ncora te fuma. se
provi a ripensarci ancora ti fuma.
E sdrìngola sdrìngola, e scalza scalza, E percuoti percuoti e scalza
scalza,
la via è bója, la verità falza.
la vita è avariata, la verità falsa.
Stùzzica stùzzica, sdrìngola sdrìngola, Stuzzica stuzzica, scuoti e
percuoti,
de quel che dichi, n'n è vera nna virgola. di quello che hai detto non è
vara una virgola.
Sdrìngola sdrìngola , batti le mane,
Percuoti percuoti e batti le mani,
e abruscia i soldi cun cento putane. e
brucia i tuoi soldi con cento puttane.
E sdrìngola sdrìngola, sgrulla sgrulla, E percuoti percuoti e
scrolla scrolla,
più ci s'arampica, più se barulla. più ci si
arrampica più si barulla.
Sdrìngola sdrìngola pu, batti e arbatti, Percuoti percuoti poi batti
e ribatti,
più che le chiacchiere, acontono i fatti. più che le chiacchiera contano
i fatti.
E sdrìngola sdrìngola, spigni spigni,
E percuoti percuoti e spingi spingi,
semo più vecchi ma semo più migni. siamo più vecchi ma siamo più
piccoli.
E sdrìngola sdrìngola, alenta alenta,
Percuoti percuoti ed allenta allenta,
più l tempo passa, più dura doventa. più il tempo
passa, più dura diventa.
E sdrìngola sdrìngola, e cuci e taja, E
percuoti percuoti e cuci e taglia,
cóva la céndera sotto a la paja. la cenere
cova sotto la paglia.
E sdrìngola sdrìngola , e taja e cuci, Poi scuoti e
percuoti poi taglia e cuci,
è bujo fitto cun tutte ste luci.
è buio pesto con tutte queste luci
E sdrìngola sdrìngola, e gira e argira, E scuoti e percuoti e gira e
rigira,
è che la sorte t'ha preso de mira. il fatto è che la sorte ti
ha preso di mira
E sdrìngola sdrìngola, e scendi e armunta, E scuoti e percuoti e scendi e
rimonta,
è che la sorte t'ha preso de punta. il fatto è che la sorte ti ha
preso di punta.
E sdrìngola sdrìngola e tira e molla, Percuoti
percuoti poi tira e molla,
che prima o dóppo la sorte, te bolla. che prima o dopo la
sorte ti bolla.
Traduzione da: “ Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro
ed. Edimond Novembre 2008
L
princip’Azzurro. Il
principe Azzurro.
La ballatina del tempo arcercato. La ballatina del
tempo rimpianto
M princip’Azzurro trovò nna ragazza Un principe Azzurro
trovò una ragazza
giovine e bella, pulédra de razza. giovane e bella,
puledra di razza.
L princip’Azzurro smuntò da
cavallo: Il principe Azzurro smontò da cavallo:
voléa bacialla, ma, prima de fallo, voleva
baciarla, ma, prima di farlo,
la bell’idéa gni venne a
l’istante, la bell'idea gli venne all'istante
de sintì prima tal Grilloparlante: di chiedere
prima al Grilloparlante:
- Chi c’è passato, te detta sta
régola: - Chi ci è già passato t'insegni la
regola:
mejo una brutta, che una che sbégola! Meglio una brutta che
una che fa beghe!
E… si l’ vu sapé, tanto per
dilla, E ... se lo vuoi sapere, tanto per dirla:
mejo una zzoppa, che una che strilla.
meglio una zoppa di una che strilla.
Per bén campà, senza tanti
dolori: Per ben campare senza tanti dolori:
nna racchia ‘n casa, e una bóna di fóri. - una racchia in
casa, una buona al di fuori. -
L princip’Azzurro siguì stu cunsijo,
Il principe Azzurro seguì questo consiglio
e questo ncora, gni porta sgumbijo; e questo ancora
gli porta scompiglio,
che adè cu ji occhi, la grella e la
bracca, perché ora con gli occhi, la insegue e la bracca,
e cu le seghe, la mana se stracca. e con le ... la
mano si stanca.
Traduzione da “ Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro
ed. Edimond Novembre 2008
Sónate e sónatine
Per bulla ( per celia )
... Coppia de primo pelo. ... Coppia di primo pelo.
Coppia de primo pelo Coppia di primo pelo
da giù pe la Piaggióla da giù per la discesa della Piaggiola
cume persona sola come una sola persona
a spasso se ne va. a zonzo se ne va.
Éra tutta na comica Era tutta una comica
perché lù n'n ci arivàa perché lui non ci arrivava
e tutto s'adanàa e penando si arrabbiava
per gilla a 'mbraccicà. per andarla ad abbracciare.
Lé, éra nna bella móra, Lei era una bella mora,
lù, brutto e tarchiatino: lui, brutto ed un poco tarchiato;
c'éa anche l'uricchino aveva anche un orecchino
e l'aria da gagà.. ed un' aria da gagà.
Gni fece: - Fermo! Sta''n là! Gli fece: - Fermo! Stai in là!
La gente n'n enno béchi! - La gente non è cieca! -
- Francesca! Dio m'acéchi! - Francesca! Dio mi accechi!
Io n'n posso più aspettà. - Non posso più aspettare. -
E l'apuntò tul muro E la spinse contro il muro
vicin'a quel portone vicino a quel portone
de la rivuluzzione della rivoluzione [ centro sociale ]
che, ncora, l'han da fà. che ancora debbono fare.
traduzione da "Armentovime l mare" - Tutto l cucuzzaro - ed. Edimond Novembre 2008
... L compagno.
Éra sempre lesto a cende la miccia
de la rivuluzzione, gni momento:
- Gnente lavoro ch’è nnu sfruttamento! -
E ta i padroni, gni facéa la griccia.
La su’ fede , a quei tempi, éra massiccia.
Nun cuncipìa manco nnu sbandamento:
arebbe dato fóco al Parlamento,
e cotto l Papa cume nna salciccia.
Ma, dóppo ha messo su nna butighina…
vinduto, guadagnato… ha fatto i soldi.
Adè che n’ha comprate nna ghjicina,
sta chiotto, e n’n galvanizza più la massa.
De la Lotta Cuntinua enno ricordi.
Adè lù, de cuntinua, cià la cassa!
... L commerciante.
A la bonóra scappa, va a la Messa.
Récita l Padre, pu l’Avemarìa,
e anche tutta que l’altra litanìa,
e dóppo, mógio mógio, se confessa.
Ta la faccia, a guardallo, cià la stessa
angélica espressione bóna e pìa
de la Madonna, e dóppo, quan va via,
sta piéga de bontà, gni armane ‘mpressa.
Però, vedessi cum’è differente,
quan s’altróva drento a la su’ botega,
a fà ji affari sui cu n cliente!
Tolé nco cià l Cristo, pu sta’ siguro!
ma pe n’n gni fà vedé quanto lù fréga,
l’ tiene argirato, €cu la faccia al muro!
... I miracoli.
Sarà própio perché sen doventati
m po troppo magnapréti e anticristi,
che i Santi, toqué, chi l’ha più visti?
Però, i miracoli, enno cuntinuati,
per merito de ji ultimi arivati
che, ‘n matéria, enno grossi specialisti:
sarebbe a dì: i dottori e i dentisti,
i notari i farmacisti e ji avocati…
Han cômpro fior de ville e de quartiéri,
che manco loro l’sanno cume fanno,
le boteghe le automobili i poderi…
Ma… un che fa ste cóse, questa è bóna!,
e pu, dinuncia séi milioni a l’anno…
miracoli? … ma quello, è Dio ‘m persona!
... Tre sonatine sotto i lenzóli.
Quando n’n cià voja lù.
- Famme nna carizzina! -
- Macchè! So straccomorto.
Pu, l’senti? Sembra morto!
La famo dumatina. -
Quando n’n cià voja lé.
- Senti: ciò nna micragna!
Me se spacca la testa. -
- Na botta sola! Lesta! -
- Smetti de fà la lagna! -
Quando n’n ciàn voja nissun d’i due.
È argirata. M’argiro.
- Ciò n sonno che n’n s’aregge! -
Pu, fóco! Du’ scoregge:
durmimo cu n suspiro.
Per bono
E n’n arfiurisce l melo:
l’inverno se stragìna.
Tai greppi c’è la brina
e giù pe i fossi l gélo.
Laggiù n camino fuma
du’ soldi de speranza,
ma pu, cun malcreanza,
svanisce e se cunsuma. |
... Il compagno
Era sempre svelto ad accendere la miccia
della rivoluzione ogni momento.
- Niente lavoro che è uno sfruttamento! -
Ed ai padroni gli faceva le smorfie.
La sua fede, in quei tempi, era massiccia.
Non concepiva nemmeno uno sbandamento:
avrebbe dato fuoco al parlamento,
e cotto il Papa come una salsiccia.
Ma dopo aprì una botteghina ...
venduto, guadagnato ... ha fatto i soldi.
Adesso che ne ha comprate una decina,
sta chiotto, e non galvanizza più la massa.
Di Lotta Continua sono ormai ricordi.
Adesso lui, di continua, ha la cassa!
traduzione da "Armentovime l mare" - Tutto l cucuzzaro - ed. Edimond Novembre 2008 ... Il commerciante.
Di buon mattino esce, va a Messa.
Recita il Padre, poi l’Ave Marìa,
e anche tutta quell'altra litania,
e dopo, mogio mogio, si confessa.
In faccia, a guardarlo, ha la stessa
angelica espressione buona e pia
della Madonna, e dopo, quando va via,
questa piega di bontà, gli rimane impressa.
Però, vedessi com’è differente,
quando si ritrova dentro la sua bottega,
a fare gli affari suoi con un cliente!
Anche lì ha il Cristo, puoi star sicuro!
ma per non fargli vedere quanto lui ruba,
lo tiene girato, con la faccia al muro!
traduzione da "Armentovime l mare" - Tutto l cucuzzaro - ed. Edimond Novembre 2008
... I miracoli.
Sarà proprio perché siamo diventati
un po' troppo mangiapreti ed anticristi,
che i Santi, qui in Umbria, chi l’ha più visti?
Però, i miracoli, sono continuati,
per merito degli ultimi arrivati
che, in materia, sono grossi specialisti:
vale a dire: i dottori e i dentisti,
i notai i farmacisti e gli avvocati…
Hanno comperato fior di ville e di appartamenti,
che nemmeno loro sanno come fanno,
le botteghe le automobili i poderi…
Ma… uno che fa queste cose, questa è buona!,
e poi, denuncia sei milioni all’anno…
miracoli? … ma quello, è Dio in persona!
traduzione da "Armentovime l mare" - Tutto l cucuzzaro - ed. Edimond Novembre 2008
... Tre suonatine sotto le lenzuola.
Quando non ha voglia lui.
- Fammi una carezzina! -
- Macchè! Sono stanco morto.
Poi, lo senti? Sembra morto!
La facciamo domattina. -
Quando non ha voglia lei.
- Senti: ho una emicrania!
Mi si spacca la testa. -
- Una botta sola! Lesta! -
- Smetti di fare il lagno! -
Quando non hanno voglia nessuno dei due.
È girata. Mi rigiro.
- Ho un sonno che non si regge! -
Poi, fuoco! Due scorregge:
dormiamo con un sospiro.
– Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed.
Edimond Novembre 2008
Sul serio
E non rifiorisce il melo:
l’inverno se trascina.
Sui greppi c’è la brina
e giù per i fossi il gelo.
Laggiù un camino fuma
due soldi di speranza,
ma poi, con disappunto,
svanisce e si consuma.
– Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed. Edimond Novembre
2008 |
... La nuvulina.
... La nuvoletta.
Nna nuvulina mignina mignina,
Una nuvoletta piccolina piccolina
tal célo fugge, lassù, a perdifiato,
fugge nel cielo, lassù, a perdifiato,
e l nuvolone che aranca beato,
ed il nuvolone che arranca beato
se gonfia, sfalcia, i su’ passi stragina… si gonfia, barcolla, i
suoi passi trascina ...
Ha prescia e s’adanna, la nuvulina,
Ha fretta e si arrabbia la nuvoletta
e n’n cià manco l tempo d’artirà l fiato e non ha
neanche il tempo di tirare il fiato
perché póco ha ‘uto e troppo ha dato, perché poco ha
avuto e troppo ha dato,
a la fin fine, ta que la matina…
in definitiva, in quella mattina.
Ma l nuvolone promette e ci giura,
Ma un nuvolone promette giurandoci
de scaricasse e de falla finita:
di scaricarsi e di farla finita:
giù, botti e tóni, ancumincia la dura giù, scoppi e tuoni,
comincia la dura
passione che tutti gni dicon vita,
passione che tutti chiamano vita,
e la nuvulina, póra creatura!
e la nuvoletta, povera creatura!
è lesta e tela, ma, armane assurbita.
è svelta e veloce, ma rimane assorbita.
- Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed.
Edimond Novembre 2008... L vento. ... Il vento
Sdelòrnia l vento tra i coppi e la luna, Si lamenta il vento tra i coppi e la luna,
sciampanna le foje, e dóppo, l’arduna, sparpaglia le foglie e dopo le radona,
amischia le rósce cun quelle gialle, mescola le rosse con quelle gialle
e, acost’al muro, n’abarca du’ balle. e, lungo il muro, ne ammucchia due balle.
S’ampunta, seguita, alor ci s’adanna! Si impunta, continua, allora ci si incaponisce!
e, quelle ch’arduna, l’arisciampanna. e, quelle che raduna, di nuovo sparpaglia.
Le brilla, le frulla, l’aristragìna, Le brilla, le frulla, le ritrascina,
le pone a stratoni sopra a la brina. le dispone a strati sopra la brina.
E ta l’umino gni leva l capello, Ed all'omino gli toglie il cappello,
ta la sottana gni scopre le cosce, alla sottana gli scopre le cosce,
pu lesto, s’abira ta lu stradéllo, poi svelto si avvolge sul sentiero
e acappa le gialle da quelle rósce. e discerne le gialle da quelle rosse.
De botto, fa chióla: par che pia moje! Di colpo, si sottomette: quasi prenda moglie!
ma, ecco, arparte e saluta le foje. ma ecco, riparte e saluta le foglie.
- Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed. Edimond Novembre
2008
-Le fiere de settembre. ( La chióla. )
- Le fiere di settembre ( La sottomissione )
Fiólo Figlio
- Mammina, comprime quel bambuccino! - Mammina comprami quel pupazzetto!
che tanto n’n me l’ porta st’anno l Bambino! che tanto quest'anno non me lo porta Gesù Bambino
Mamma Mamma
- Ascolta! Te l’ dico nna volta sola! - Ascolta! Te lo dico una sola volta!
Smetti de chiede, e n’n ardì nna parola! Smettila di chiedere e non ridire una parola!
Fiólo Figlio
- Vojo gì ‘n giostra ta quel cavalino! - Voglio andare in giostra su quel cavallino!
pu, doppo me l’compri quel palluncino? poi, dopo me lo compri quel palloncino?
Mamma Mamma
- Solo n girino. Nnu scuprì la gola! - Solo un giretto. Non scoprire la gola!
Pu argimo a casa: doman c’è la scóla! E poi torniamo a casa: domani c'è la scuola!
Fiólo Figlio
- Vojo l croccante cu le nucciuline! - Voglio il croccante con le noccioline!
e la vaschina cun tutte le uchine! e la vaschetta con tutte le ochette!
Mamma Mamma
- Dimme si tésto de mamma è n mestiere! - Dimmi se questo di mamma è un mestiere!
N colpo ta chi l’ha ‘nventate ste fiere! Un colpo a chi le ha inventate queste fiere!
Fiólo Figlio
- Vojo la pista cu le machinine! - Voglio la pista con le automobiline!
e que le scatole cu le palline! e quelle scatole con le bilie!
Mamma Mamma
- Tutte ste frégne! Ma famme l piacere! - Tutti questi pianti! Ma fammi il piacere!
Pe ste sciapate, che n’n en manco vere! Per queste sciocchezze che non sono neanche vere!
Fiólo Figlio
- Vojo lu zzucchero! pu le frittelle! - Voglio lo zucchero filato! poi le frittelle!
e la girandola a palline nere! e la girandola a pallini neri!
Mamma Mamma
Tanto n’n t’arporto siguro ‘n duelle! - Tanto non ti riporto più sicuro da nessuna parte!
prima chiusa prima chiusura
M bel mostacione ta i labbri gni vola. Un bello schiaffone sulle labbra gli vola.
Mamma Mamma
- E pu adè chiamo, quel Carabignére! - - E poi, adesso, chiamo quel carabiniere! -
seconda chiusa seconda chiusura
Vedess’alora cum’ha fatto chióla! Se vedeste allora, come si è sottomesso!
- Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed. Edimond Novembre
2008
... Brun de Baruffa.
...
Bruno di Baruffa
Drento l su’ córe c’éa solo che muffa, Dentro il suo cuore non vi era che muffa
e drent’al letto, n’n c’éa più ta nissuno. e dentro il letto non aveva più nessuno.
Solo, tal mondo, éra armasto, e digiuno: Solo al mondo era rimasto, e digiuno:
curnuto e scontento. Che stória buffa! cornuto e scontento. Che storia buffa!
La brutta stória de Brun de Baruffa, La brutta storia di Bruno di Baruffa
che l’éa lasciato la moje per uno, che la moglie aveva lasciato per un altro,
e anche i fióli, ta stu pór Bruno, ed anche i figli, al povero Bruno,
quan l’ancontràono facéono: - Uffa! - quando lo incontravano sbuffavano: - Uffa! -
‘N du lavoràa, contàa men de zéro: Dove lavorava contava meno di zero:
pu, l vino, l fegheto; tanti problémi, poi il vino, il fegato, tanti problemi
che l mondo nco s’éra fatto più néro. tanto che il mondo gli si era fatto più nero.
Quaggiù la vita, è m po secondaria! Quaggiù la vita è un poco secondaria!
Pe stu mutivo, che, senza patémi, Per questo motivo che, senza sofferenze,
jéri, Baruffa, è armasto ta l’aria… ieri, Baruffa, e rimasto nell'aria...
Traduzione da: “Armentovime l mare” - Tutto l cucuzzaro – ed. Edimond Novembre 2008
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prefazione : Prof. Sestilio Polimanti - stampato in proprio
1998
Catene
e di rimando
dettagli liberi e chiaroscuri
Di rimando
Di rimando
Risposta, cara amica,
ti vado ricercando,
e arrivi, di rimando,
in men che non si dica.
Arrivi attraversando
percorsi chiari in rima,
quasi come se prima
fosse dimenticando.
Ricordo. Su quel cielo
di stelle stavo andando,
e mi ricordo quando
sugli occhi scese un velo.
E il sonno assassinando
affino ormai di lima
questi sentieri in rima
che trovo di rimando.
Azzurri
Gli occhi che, di rimando,
i sogni m'accarezzano,
qualcosa dentro spezzano
il cuore attraversando.
Sotto le ciglia folte,
languidi e intermittenti,
con mille intendimenti
risvegliano sepolte
ansie dimenticate.
Poi, il quotidiano frana
alla potente e strana
forza di due risate.
Azzurri in cielo blu,
profondità ti danno,
e le intenzioni vanno
dove non sono più.
Silvano Conti - www.poetare.it
Nelle cattive giornate
Nelle cattive giornate
vivono i ricordi persi
nelle memorie infocate
di desideri sommersi.
Nelle cattive giornate
diresti : - Strano a vedersi! -
vola il pensiero a rinate
fonti segrete di versi.
Il pozzo attira la luna
mentre cancella le stelle.
Cattivo il giorno s'imbruna
al canto di raganelle.
Il pozzo attira sospiri
lunghi e profondi, e lamenti,
perché a ritroso rimiri
falliti i tuoi intendimenti.
Lì, cupo, soggiace il fato,
stanco del lungo cammino,
stufo d'aver incontrato
solo incolore destino.
Spenti vi giacciono, e nudi,
sogni di terre lontane
che nella mente tu escludi,
ma l'eco dentro permane.
E il desiderio vi giace
che il cuore induce a soffrire,
che brucia più d'una brace
e spinge l'uomo a fuggire.
Cupa nel fondo riposa
senza più anelito alcuno,
l'informe massa carnosa
che non risponde a nessuno.
Un grido porta al dolore:
- Silenzio! Ascoltalo muto!
Hai visto? Un lieve pallore.
Sogno? Son desto? Ho bevuto?
Vedi? Lo strano pertugio
straccia la gonna alla notte.
Ecco! Ora rompe ogni indugio:
riapre le strade interrotte. -
E all'orizzonte già fremi
sentiero fresco di vento,
squarcian la notte già i semi
d'un nuovo folle tormento.
E l'inquietudine porta
a nuova vita celata,
alla speranza mai morta
d'un'inattesa risata...
Nelle giornate cattive,
vivono i ricordi persi
in contorte prospettive
di desideri perversi.
Nelle giornate cattive
diresti : - Strano a vedersi! -
vola il pensiero e rivive
arcane forme di versi.
Stati d'animo
Scalda l'amor come incendio infocato,
nulla è più eterno dell'aver amato.
La solitudine la bocca cuce,
prende per mano e lontano conduce.
Malinconia, frignona, struggente,
piange i ricordi ed ignora la gente.
Gioia negli occhi, gioia dentro, intorno.
Due fila di denti ridono al giorno.
Vuoto esteso ovunque, dappertutto,
negli occhi serrati lo sguardo a lutto.
Rabbia che irrompe con furia s'accende,
fuoco che brucia, che avvampa e offende.
Pace che plana, a larghi giri, lenta,
che tutto avvolge come una placenta.
L'odio corrode consuma atterrisce,
l'odio devasta offende ferisce.
L'indifferenza gela la parola
tacitamente come un groppo in gola.
E l'inquietudine, sai come morde?
Mormora invano a mille voci sorde.
Piangerai. Piangerò.
Ahi! Come passi sera!
Sciogli nell'atmosfera
il sogno. Proverò
un po' a mimetizzarmi,
a stendere una coltre
sul tempo che va oltre:
che non sa più aspettarmi.
Io che non so morire
Io che non so morire, / neanche a volermi morto,
dentro il mio cuore porto, / speranza a non finire.
Nel sogno mio, discreto, / porto con me l'immenso:
il profumato incenso / d'un palpito segreto.
Farfalle, amiche antiche, / svolazzano nell'aria
come la velleitaria / ragione della psiche.
Le sciarpe attorcigliate, / strettissime nel collo,
il freddo che non scrollo / di sera, anche d'estate…
Al lume della luna, / felina e menzognera,
cerco la passeggera / fiamma che si consuma:
i ceppi accesi, il fuoco / caldo della brunice,
parola che non dice / d'altro se non del gioco.
Tumide labbra, baci / di zucchero. Le mani
che rincorrono, vani, / solo respiri audaci:
- Bella, quanto mi piaci! / Profumi di viole,
la pelle hai come il sole. / Non dir parole! Taci! -
Io che non so morire, / neanche a volermi morto,
dentro il mio cuore porto, / speranza a non finire.
Nel sogno mio, discreto, / porto con me l'immenso:
il profumato incenso / d'un palpito segreto.
Impercettibilmente, / piano, senza rumore,
vince il tuo rossore, / la voce mia suadente,
e s'aprono le strade / contorte e approfondite,
e tu rispondi, mite, / mentre la mano cade
verso meandri ignoti, / antri remoti, fosse,
che con le labbra rosse / mordendoti percuoti.
Ansimi, capogiri, / strozzati struggimenti,
parole che non senti, / soccombono ai respiri.
Poi, come un'esplosione: / convulsi estremi approdi:
graffiandomi ne godi, / crescendo d'emozione.
Attimi, immote attese. / Io l'assaporo e sento
che il desiderio è spento: / così le tue pretese…
Io che non so morire, / neanche a volermi morto,
dentro il mio cuore porto, / speranza a non finire.
Nel sogno mio discreto, / porto con me l'immenso:
il profumato incenso / d'un palpito segreto.
Nientedimeno
Nientedimeno sogno, / nientedimeno fremo,
al desiderio scemo / che invano dentro agogno.
Conciosiacosacosa, / conciosiacosachè,
senza un vero perché, / lo sguardo lì si posa.
Conciosiacosachè, / conciosiacosacosa,
femmina spiritosa, / che ti rincorro, ahimè!
Nientedimeno fremo, / nientedimeno sogno,
e dentro invano agogno, / quel desiderio scemo.
Nebbia
Nebbia che, solidissima,
lo sguardo confondeva,
nebbia che m'avvolgeva
nella sua oscurità.
Luce che poi ingannevole
si diffondeva intorno:
la notte alluse al giorno,
le case alla città.
La penetravo in auto
senza sapere dove,
se fuori, dentro, altrove,
o… nell'immensità.
I fari che scrutavano
le magiche presenze,
le vaporose essenze
della solarità.
M'era vicino Subito,
accanto a me seduto,
dietro, Ieri, perduto,
che non ritornerà:
e cercavamo avanti,
forse al di là del muro,
ancor celato e scuro
Futuro, che verrà…
Quelli della domenica
Quella mano da suppliche tesa,
con pena che dentro lo chiama,
proprio là, dirimpetto alla chiesa,
ha, Cristo, risposta assai grama.
Insensibili passano e vanno
nemmeno guardandosi intorno,
il tuo verbo nel cuore non hanno:
ipocriti anche in quel giorno.
Nello stomaco tanta la fame
da vincere tutti gli indugi,
ma le facce di bronzo e di rame
non lasciano aperti pertugi.
Con sorrisi di miele, tra loro
si ammiccano in rapidi sguardi:
quelli tengono solo al decoro.
Li vedi? O Cristo! Li guardi?
La normalizzazione
Inevitabilmente il mio mestiere
mi trova, a poco più di quarant'anni,
ad occuparmi proprio delle nere
situazioni dei vuoti, per i danni
causati dal perenne divenire
degli scambi. Veder volta per volta
che cosa entri e cosa possa uscire,
di tutti questi mezzi di raccolta.
La normalizzazione era annunciata
ormai da lungo tempo, da una serie
di presentimenti che mi sentivo,
ed assumevo un'aria sconsolata.
La cassa integrazione, indi le ferie:
specializzato in vuoti al fin morivo…
a Gabriella
Mentre le stelle fremono
al tocco siderale della notte
dalla tua bocca gemono
mille parole dal silenzio rotte
Sogno
Sogno d'un ultimo cielo caduto
in bicchieri ormai vuoti faticati
nei badanai delle osterie, sputo
del vento, dei suoi respiri gelati.
Diresti ombra a te stesso nascosto
nell'abbraccio della notte aromatico,
diresti ignoto perfino quel posto
che i tuoi passi hanno unito al viatico.
Sogno d'un sogno che ora ho perduto,
sogno d'un mare profondo ed antico
e di tempeste che io ascolto muto
con pena, dentro, che ora non dico.
Cade la sciarpa e la richiamo tosto
insieme a palpiti dimenticati.
L'inquietudine, che avevo nascosto,
mi riaccompagna con tutti i peccati.
Così gli amori più audaci e improbabili
di buon tessuto rivestono il sogno,
di ragnatele di vetro impalpabili,
di desideri che cerco, che agogno.
Io corro là dove si riproduce:
dove, a squarci, ci risoccorre il cielo:
ai fiumi radi che filtrano luce
io corro, corro, poi, immoto, trafelo.
Attimi fuggono, sospesi e labili,
al mio respiro abbarbicati, gelo
risplende dai sorrisi inossidabili
di visi ipocriti, e vi stende un velo.
Mi alberga la notte -lo sguardo truce-
e mi rimanda suadente al bisogno
che piombo agli occhi pesanti conduce:
al sonno greve, che disperde il sogno.
Se l' ombra bigia pur vive di luce,
così il silenzio interrompe il mio grido
e col suo filo la bocca gli cuce.
Bruci, ahi!, dentro, ma fuori ne rido.
Parlo. Il respiro si mescola al vento:
nel gran deserto rincorre il mistero
se a richiamarmi rispondo : - Non sento. -
Per ogni proposito così insincero
è raro avere sembianze da uomini:
spesso scambiamo il vuoto per pieno,
e ciò fa comodo a tutti i condomini.
Con mani in amplesso serrate in seno,
vorrei tornare nel mondo degli uomini,
vorrei soltanto cercarti di meno.
Profondo dormi disperato sogno
di dolce solitudine che tanto
fedele m'accompagna nel bisogno.
Credimi, amore; credimi soltanto:
aggrappati al respiro dell'eterno
combattere del lupo col suo branco:
riprova un'altra estate e un altro inverno,
a rimanere avvinta nel mio fianco.
Duro colpisci di svelata noia
a rimboccare maniche e coperte,
a disperare qualsivoglia gioia
si desti all'ombra dei miei chiaroscuri.
T'aspetterò. Le braccia mie conserte
e gli occhi ciechi, dietro troppi muri.
Mentono, mentono, agli occhi mentono,
tenui le stelle al chiaro di luna,
e grido parole che loro non sentono
con tanto ardore e poca fortuna.
Uffa! La noia!
Che non mi da quartiere!
Faccia da troia
e baffi da ingegnere.
Il filo
La vita è un labirinto che ci prova:
meglio per noi non perdersi di vista,
stretti per mano per restare in pista,
che, chi si perde, più non si ritrova.
Si lascia la via vecchia per la nuova,
ma di vie nuove, lunghissima è la lista:
facile, difficile, media, mista...
tant'è che è meglio stare nell'alcova.
Tenersi per la mano, questo conta!
Imprigionare l'anima al pensiero,
che al suo richiamo poi si trovi pronta.
Il buio esiste perché dà la luce,
e quando questa brillerà davvero
è meglio avere il filo che conduce.
-Catene-
Uomini uomini uomini uomini.
Isole, forse. Talvolta nemmeno.
Oh! Le catene di sole sgomento
che raggruppate in angoli vuoti
di carne stanca gli strani bagliori
consumano a stento. Pulsano battiti.
Io vedo le calze ardire beffarde,
vedo le notti di cera sul muro
troppo stravolte da gelide mani
incerottate all'infinito spasimo,
piene di lampi rodenti persone
fatte di stenti di stenti di stenti…
Invano cerco di dire respiro
a respiro, a una casa d'infinita
luce: della pena solo una voce
nelle celle ormai fitte e separate
silente urlare alla luna s'appresta…
La veste calda dell'estate è l'afa
che riverbera nelle allucinate
strade. Polvere, tosse di cicale,
nel tempo intervallato che non cade.
Tutto è silenzio intorno se non fosse
il sibilo d'un treno che rincorre
cieli più azzurri e campagne rosse
di papaveri e di schiene immote che
astergono col braccio nella fronte
mentre lo sguardo più del treno corre
e convergono gli occhi verso ignote
destinazioni. E le cancella il sole.
Sarajevo - One second before…-
L'ombra che agli ossessivi silenziosi
spazi l'anima m'imprigiona e sazia
di luce tepida crepuscolare,
vince i colori che si liquefanno
di mimetici bagliori al grido
acerrimo del falco pellegrino.
Così netti i contorni ora mi appaiono
dei monti neropinti nella scia
del cielo acquerellato, da sembrare
il filo tagliente della speranza,
in levitare prima del tramonto.
Un secondo prima dell'imbrunire
la terra avvampa nella sua vergogna
al tuono del cannone a Sarajevo.
Tu sei il profilo che la luce spezza
di cancellati e teneri vagheggi
ai muri e penetra. Tentennamenti
che nei miei sguardi assetati si specchiano.
E ti vedo crescere come cuore
impazzito. E più sottile morire
è cercarti nei contorti sentieri
che corro, di questo vivere incerto.
E il dubbio… il dubbio, sì, cribbio! Cresceva.
Candida veste non contiene il vento:
nera la notte lo frena soltanto.
Risa di zucchero turbano il cielo,
ne miele irrorano le gote all'alba.
Saliva il dubbio nei volti sopiti
tra rasi bianchi vestiti dal pero.
Se la chimera concedesse il lusso
d'immergermi nel mare di un oblio,
ahi! come, ancora, parlerebbe il cuore
spinto d'abbrivio dal vento della vita!
Incerto è il nostro passo nella bruma
che, nel silenzio, ininterrotto cade
e sfuma. Miliardi di mani aperte
non ci soccorreranno mentre parli
ed i miei vuoti alati riempiranno
di tepidi sguardi i lunghi capelli
arruffati della notte. Sottile
l'inquietudine morde ancora il collo
con canto soave, calamistrato.
Mi dice: - Portami! - Ma come, e dove,
io la condurrò? - Oh! Meschina, aspettami! -
Così incerto è il passo del silenzio.
Sono la chiave che apre tutte le porte.
Sono la morte col suo respiro grave.
Pensiero così alto, pur diserto,
apologo di pene e di paventi:
reprobo ingordo molle, pur vivente:
pura materia ma recalcitrante.
Pensare che sarebbero mutate
le condizioni base del silenzio,
poiché risate tuoni echi urli,
sempre più spesso nascono da un sordo
navigare, muto e cieco. Sarebbe
inutile e negletto il ricordare
cui mi rivolgo quando in acqua cheta
rapidamente annego ogni minuto.
E intanto io, balordo, metto e tolgo,
lunghissime distanze alla mia meta.
Acrostico 1
Campione
o
no
ti
imito
se
il
lento
volgere
assurdo
non
osta
Acrostico 2
Silenzi
immani
lunghissimi
volando
assaporo
nelle
ossa
Così
ossessivi!
neppure
tanto
inutili.
È giunta l'ora dei rosai antichi
irti di spine di rugiada e pianto,
dei frutti accesi della passiflora
: fiori di stelle come un firmamento.
È giunta l'ora di gridare forte
rabbia e dolore d'infertilità
: barriere, porte, rincoglionimento…
grida straziate che neppure sento.
Regalerò una cornice al vento
: due amici e un cane già fanno paese
ed un sorriso circoscritto al fato
che fabbrica confini all'infinito.
… Riverbero
E del gabbiano neropinto un grido
nella mia mente in controluce al sole
rompe il silenzio, cuce la parola.
Haiku
D'amore, d'amicizia, di noia, di pace e d'inquietudine.
-d'amore-
Queste parole
bacino le tue labbra.
Haiku d'amore..
Il desiderio
con le tue labbra mute
oh! come parla!
Sogno indiscreto
impercettibilmente
erode il cuore
E ti bisbiglio
soltanto le parole
che dentro m'urlano.
Io ti sorrido,
ma annienta il tuo silenzio
ogni intenzione.
Io ti domando,
ma stracciano i tuoi sguardi
ogni risposta.
Così insanabile
la sete mia di te!
Ardo d'arsura.
Le sere nate
a dividere il fuoco…
le serenate.
Inconsapevole
come i raggi del sole
mi scaldi l'anima.
-d'amicizia-
Così casuale
l'incontro d'una Stella
che mi sorrise.
-di noia-
E scontatissime
sere s'accavallano
dimenticabili.
-di pace-
Musica arcana
che con l'endecasillabo
il cuore sana.
Limpida aurora
mi cattura lo sguardo
e lo ristora.
Lumi di stelle
tremuli come cieli
si cicaleggiano.
Inimitabile
è il grido dei bambini
quando giocano.
-d'inquietudine-
Mi vedo ombra
nelle tue mani cieche
amore antico.
Difficilmente
si rassomiglia il sogno
al desiderio.
Oh! cazzo! il dubbio!
come, vile, s'accresce!
Sono l'incognita.
-di desiderio-
Come la notte
celi nei tuoi contorni
ogni peccato
Tanka
D'amore, di rabbia, di solitudine e d'inquietudine
Tanka :
Breve componimento della poesia tradizionale giapponese usato quale espressione
immediata di uno stato d'animo o di un sentimento, composto da 5 versi. ( un
haiku più due settenari ) con struttura metrica 5.75.7.7
-d'amore-
Cinque versetti
per dirsi tutto quanto
si possa dire.
Cinque versi d'amore
per un solo sentire.
La veste al vento
io cucirò stanotte.
La frugherò
con mani da bambino
impercettibilmente.
Ti custodisco
lettera non spedita
con gelosia.
Circonderò la notte
con belle tue parole.
L'enigma arcano
riassunto in un sorriso,
l'abracadabra,
il sogno. Le tue labbra
cancellano il silenzio.
A cuore aperto
aspetto un tuo segnale
ed anche il vento
nervoso tra i capelli
s'è vestito d'attesa.
Vorrei - o quanto! -
senza chiederti nulla,
restarti accanto
solamente. Vicini,
nel sonno del mio mare…
-di rabbia-
Brindo da solo :
- abbasso la Regina!
- Lunga vita al Re!
Dagli occhi ha preso il volo
ogni perché. Meschina!
-di solitudine-
Oh! immagina!
Quante stelle nel buio
non si vedono!
Frugherò nella notte
le sue viscere vuote.
-d'inquietudine-
Petali aperti
di sera Margherita
squarciano il sonno.
O cuore impavido!
Uccidi il mio destino!
Nuda la vita
a respirarmi addosso.
Ora è deserto.
Io e il mio cuore attoniti
ad aspettarla invano.
E l'inquietudine,
com'è sottile! Offre
il collo inerte
a tutti i passeggeri
e gli sussurra : - Mordimi! -
-Dettagli liberi e
chiaroscuri-
È il suono
che vive di silenzio
l'ombra di luce
gli attimi
di sola eternità.
Dentro di me
prepotente ti ritrovo. - la saliva inghiotto
disperando una carezza
dal vuoto che rinnovo -
e ti frugo
- pallida e chiara
gialla limone
amara occasione -
ti cerco
- negarlo preferisco
ignorarlo non posso -
e tra me e me
- c'è solo l'abisso -
ti mordo…
Il canto del cigno
tra le virgole udivo
: e non correvo più
: e non mordevo.
Ti ridarò amore
così spento
che non si saprà tuffare
come prima nel vento,
e non ti saprà vedere
fantasma che fuggi lontano
: e non ti darà la mano
a consolarti la noia.
We are children in love
Siamo bambini in amore
we have the eyes of the night abbiamo gli occhi della notte
and all those lights e tutte quelle luci
are New York sono New York
a Natalino
Ora
assassinando il sonno
mi perdo nei vortici
assurdi del tempo.
Rincorrermi dietro
e ritrovarmi
spesso
avanti
nel mare cupo
che prelude il giorno.
Ed è così solo
il sogno
così segreto…
il segno.
L'immenso è scegliere
Mi stimola il windows,
mi apre il dettaglio
su occhi sconsolati
che non hanno più risveglio
: in quella finestra
che più non apre porte
l'immenso è scegliere
tra la vita e la morte
: e l'immenso è scegliere
fra il respiro e il sogno.
Dicotomici sguardi
crolli scrash visioni…
poi tranquilla tu parti
e mi rincorre il suono
che picchia sugli asfalti…
e ti rincorre roco
il muto mio chiamarti,
l'enfasi il tuono l'urlo
che non mi dan perdono.
Siamo pali inerti,
vittime nel fuoco,
spettatori sugli spalti
che non vedono il gioco
che ignorano le parti…
ciechi d'azzurro e battiti
di mani cuori ali
perduti in tanto poco
ieri oggi domani…
La pagina bianca
Oh come parla! sola
e il silenzio consola
rifulge di luce il suo chiaro
che canta
che incanta e racconta
La pagina bianca la pagina bianca
…la pagina bianca
: - tre tigri una panca… -
lo spazio che parla
che salta che stanca
i gesti del cuore
il tormento il sudore
i racconti proibiti non detti
i diletti i delitti i diletti
e gli uccelli… gli uccelli…
planare leggero
che riposa il pensiero
che la mente non stanca
la pagina bianca…
la pagina bianca…
la pagina bianca…
la pa… …nca.
Poesia fragile
in verità
piuttosto torbida
eppure
così timida
e sincera
lunga
trasparente
e morbida
Chi rubò
l'azzurro del mare
certamente
avrà a pentirsene.
Chi rubò il sole
dai miei occhi ciechi
come potrà affrontare
il firmamento blu?
Rispecchia nell'onda
dorme cheta la vita
dei desideri spenti.
Azzurrini, peraltro,
ben riposti
allineati e in ordine
negli armadi capienti
del tempo.
Tempo cui ti rivolgi
tutti i giorni
allo specchio
con proposte turchine
e sogni
e risposte cretine
- solo e solo quelle, ahimè! -
che ci restituirà.
Comunque,
chi lo rubò, non si fermò
all'azzurro del mare,
con esso
prese a ghermire
anche il cielo profondo
e i tuoi occhi mappamondo
che ora odorano
di asfalto bagnato,
e anche : - ahi sfortunato! -
quel colore pervinca
che solo ripensandolo
mi addolcisce il cuore.
Cancellato.
Coperto
da un grigio pensiero
e dal nuvolo nero
che l'azzurro rubò
mentre ti hanno
sorriso.
Cristina
L'ultima reliquia
: il cuore…
e gli occhi di salvia,
così grandi,
da cerbiatta in amore…
: tra i vapori delle nubi
li vedo, dissipare nell'oblio,
e le ciglia, come ali,
dar loro vento.
Grandi e chiari,
da cerbiatta in amore
parlano parlano
e gettano strali
di fuoco e di brina
e trafelati raccontano,
Cristina, di te,
dell'ultima reliquia
: il cuore…
Stefania
Stefania, dolce di zucchero,
labbra di cedonia
che bruciano
le pieghe del sogno
fra le cosce divertite
della notte.
Desideri che agogno
mani che ti rincorrono
in mille voci
da silenzi rotte.
Come ti porterei
negli ambulacri
variopinti dell'eros
a dissetare la mia smania
dolce di zucchero, Stefania,
pelle di puledra,
labbra di cedonia,
o se davvero tu dicessi :
- Portami…- precipitando
la clessidra giù!
O se davvero
ti lasciassi amare!
: in cielo ti porterei
e in terra e in mare,
in ogni luogo…
o forse, anche di più.
E ti cercavo
blues per Michele
E ti cercavo tra mille parole.
Eri l'incendio dei miei desideri.
Sì. Ed era quasi come se ieri,
si disciogliesse lentamente al sole.
E cercavo in selve tropicali
di luci e d'ombre i tuoi chiaroscuri,
mentre io lì, chiuso dentro i miei muri,
partivo in un volo senza le ali.
E che viva! O fa che viva! Il sogno.
E ti cercavo nel fondo dei mari,
per le campagne, pei cupi metrò,
con poche certezze e troppi però,
assassinando la notte di spari.
Ed era bello pensarti e morire,
senza volerlo cercarti… oh sì!
e in fondo al cuore, nascosto così,
la verità d'un eterno mentire.
E che viva! O fa che viva! Il sogno.
Un'inquietudine strana
il desiderio di te,
di notte non s'allontana:
cresce più forte di me.
Il quotidiano d'intorno
frana portando con se
ogni barlume del giorno,
ogni residuo perché.
Che viva!
E ti cercavo accecato dal sole:
eri la luce che con gli occhi non vedo:
la mia bugia cui io più non credo:
la mia ferita che dentro mi duole.
Ed era bello pensarti e morire,
senza volerlo cercarti… oh sì!
e in fondo al cuore, nascosto così,
la verità d'un eterno mentire.
E che viva! O fa che viva! Il sogno.
La solitudine è vana:
vano restare da se:
di notte il sogno si sgrana
e mi riporta da te.
Il quotidiano d'intorno
frana portando con se
ogni barlume del giorno,
ogni residuo perché.
Che viva!
|
Aspettando l'attesa
immagini rumori odori del tempo che passa
- dallo spiraglio -
… per ogni inquietudine
una certezza
le facce mobili del dolore
la verità nuda …
Verità sola
che i tuoi occhi
mi raccontano
fra silenzi
e rintocchi
che la gola
mi prende
e mi toglie
la parola…
Verità cruda
che tracima dolente
quale inutile coda
tra il dire e il non dire.
Crebbi certezze
: avrò amaritudine
e inconsolata realtà.
Crebbi ricordi
: ritornerò partenze.Nudi, esangui,
giacciono gli intenti
: ciechi.
Nessuna insidia li sfiora.
Lo squarcio di luce
dall'oriente non li tocca
: parole che gridi non odono.
Neanche la pioggia
che piange improvvisa
li commuove.
Ah, quei giorni!
che lo sguardo non basta
a penetrare!
Quei giorni tersi
Dagli orizzonti accesi,
pungenti
come l'aria del mattino!
Giorni in cui ti vergogni
aver pensato non vederli,
aver bramato perderli.
Rinunciarli.
Ah, quei giorni!
cui perdonandomi
dono il respiro.
…Tempo cannibale.
Vivo così
costellazioni di sere
oceani perduti
di percosse memorie.
E ti vedo, Tempo,
cannibale
: apparecchi di rughe
e ti mangi le ore.
… Epigrafe
Se fossi un altro
non saprei capirmi
se potessi essermi
mi compatirei
…Dallo spiraglio
Dallo spiraglio
irrompe
incontrollata luce
a sotterfugi induce
l'evidenza
Non più occhi oceanici*
agli iridaci sogni
Vivrò ancora
respirando
* riferimento a Pablo Neruda
… ( sorella nera, oscura assenza, Morte…)
Plana sul giorno
l'abitudine
col suo paracadute
e tutto sfuma
Sciolti i contorni
incerti i desideri
sfumate le certezze
infranti i sogni
perdute le carezze
addentano la realtà
Vivrò di voi
vivrete di me
perdutamente soli
Solo l'inciampo
d'una stessa morte
- sicuramente imprevista -
ci soccorrerà
… Effetto notte
Nel silenzio
evapora
l'intensità
dell'inquietudine
Cresce
- arrogante sensazione -
l'angoscia
Mi nasconderò
sotto il cappotto
insieme
a me stesso
… Sole d'inverno
Sole d'inverno
tenue
agli occhi contende
la luce
Raggi di neve
scintillano
Spille
nella pelle
abbrivano
al cuore
come ultime
foglie cadute
Planano pensieri
Poca e misera
riluce
infagottata
palpitando
in rapida escalation
fra le nuvole
la vita
In effetti piange
e lacrime saranno sentieri
( Cane che abbaia
morde
Luna pensa )
In effetti
muore
… Addio
Griderò libertà
a questo stupido amore
… On a stage
In fuga
s'aggirano
ombre
Forme umane
di sofferenza
insistono grevi
solidificandosi
Nel braciere
della notte
si confondono
- maschere on a stage -
personificate
Insolita vita
freme
sotto le coperte
Domani
non ci ricorderemo
di averla incontrata
… All'imbrunire
Nelle ombre
allusive
del cielo
- ribollire di luci
nel vento -
nei nitidi
contorni
di monti
neropinti
non da adito
la forma
a errate
deduzioni
: questioni nette
velofelpate
e convulsione
: vibrosecondi
ansimi
rapide combustioni
- de quolibet tactum -
… il plesso celeste incombeva mobile
sui nostri occhi placido- convessi
agli iridaci sogni …
… Denti
Carpire il sonno al vento
mi turbò
: l'ansia si accrebbe
per quei fiori nuovi
e le farfalle
incontro al sole indome
mi danzarono agli occhi
: riesplose luce dentro
e calore intorno espanse
: s'accesero i colori
e i denti risero …
- oh, come risero! -
strabocchevoli
tra labbra morbide
denti tutti in fila
dissero gioia
dissero cielo
dissero chiaro
e dissero la loro
Denti raccolsero
a volo
il testimone al sole.
( Questa, delle mia mani, della voce,
tenerezza di me che non ti giunge…
A.Gatto - Poesie d'amore )
… Amore teneramente vicino
Amore teneramente vicino
straripi dal bicchiere della notte
e penetri intorno.
Le lenzuola colmi
Di tondi promontori e sogni,
e declivi tenui…
carezzevoli accenni.
Pelle di seta
che fremi al soffio
magico del respiro,
mi bruci e m'appartieni
come l'età,
forse più del desiderio.
Pelle di seta morbida ebbrezza
mi contieni
e mi sconquassi il sonno.
Fra i tuoi capelli
si nascondono le dita
e fremiti tattili trattengono…
Amore teneramente vicino riposi,
mi imprigioni l'anima al tuo tepore,
mi respiri addosso
e mi accosti il piedino.
…Zingara
Occhi d'ossidiana
luci in viso tribolo segnato
suppliche
amplesso di mani
voce querula
da venti annullata
: domandi pane
e le pieghe amare
del tuo sorriso
amore
- perdutamente - ritornano
… Chissà quando
D'incanto m'appare nel vento
l'inquietudine dei tuoi occhi
Prorompono taciute le bugie
e il tuo Romeo
con gli stivali da Ussaro
come un alibi compiuto
per non morire
- ilari risate carezze pazzie -
Ti vedo rovistare
le mie carte
il mio cuore
fra i violini tzigani
e un certo pizzicore
E tu
certamente dimentica
inconsapevole amore
chissà quando
precipitando
mi chiamerai
… Luna felina
Partecipando felina
la luna
si esprime nel cielo
: s'arrossa scoscende
fra i tetti e le gronde
poi furba nasconde
la faccia gioconda
con lembi di nuvole
e artigli d'antenne
: si apparta e s'offende
appena se accenni
ad accendere un lume
Partecipando si esprime
la luna
: accarezza le cime
nel cielo che imbruna
: sorprende la fonte
che rime sottende
… Improvviso, notturno
Ecco!
Improvviso, notturno,
il temporale
piange sui vetri
e spegne i sonni
sui nostri visi
abrasi.
Ed ecco…
il vento inalbera
la gonna della notte
e arcigni rimbrotti
mormora alle gronde.
Stentano
gli orecchi increduli
e tentano
di ricoprire i secoli
precipitati e inutili così!
fra scrosci di rintocchi
sui tetti di eternit.
… Punto esclamativo
Come quel cipresso
che esclama meraviglia
sul pentagramma della strada
mentre flebile la voce dei motori
allontanandosi dirada
stupisco
Mi sorprende il mattino
mi si accosta vicino
e mi sussurra soffi di parole
bagnate di rugiada e di vapore
… Collemari
Collemari
tacciono i motori
sussurrano le fronde
arrampicate pei sentieri
e li confondono
… Autunno
Vermigli e gialli
i colori dell'autunno
s'azzuffano col vento
- guerra negli occhi -
cespugli e nuvole
demoni di fuoco
Achiri flessuosi
i fili d'erba calpestati
putritudine
e tappeti appressati
scricchiolano aggavignati
ai tenui pensieri
come le foglie cadute
degli estivi intenti
… Rancalberto
Rancalberto
Ogni vento ti bacia
e ti sfiorano i pensieri
tangenti come la strada
… Serenella
( a Serenella…
ragazza dolcissima e cara parente)
Ti nascondevi
dietro la tua semplicità.
- ma straripavano i colori
sotto i nudi veli -
Quella bocca bella
quegli occhioni neri
e il tuo nome, Serenella,
che scacciava i nuvoloni…
… Compleanno
( a Luigina…
per il diciottesimo compleanno)
Diciotto anni vedrai
e i suoi segreti intenti,
ma il tempo più bello
ancora sarà lo senti
quello che non hai
ancora visto mai
: il tuo futuro
: i tuoi certi lamenti.
… Perugia
Di te dirò
sole e concrete trasparenze
: archi austeri
su scale infinite.
Di te dirò
con le fatiche
il solo canto del cuore
fra i vicoli angusti
e le smancerie.
E gli autobus stracolmi
di carne in scatola
le luci i lustrini
bocche piene di patate
convenevoli
sorrisi di routine
desideri esposti
su vetrine colorate.
Biscotti di miele
apparenze salvate.
Di te dirò il fiele
Il look lo stile
le vuote sparse antiche memorie
Perugia
i piccioni
l'effimero
Il gel
… Semina
Ribolle la terra
avida di vita
ansiosa e aperta
in umide zolle.
Nel grembo cala
equamente il seme
uguale speme portando.
Pingue riposa e pregna
di soffuso brulicare.
Si pasce e gongola
al promiscuo allontanare
dei furibondi
quattrocento cavalli
che l' hanno fecondata.
… Fiumi di parole
Fiumi di parole
equilibri funambolici
stentate maggioranze
Conferenze
per la vita e per la morte
conferenze per niente
come coltri ovattate
conferenze
tappi
per la fonte
della verità
Consuetudini assurde
abitudini radicate
situazioni labili
respiri ampi
conclusioni scontate
Sospesi
permangono pensieri
fra vuoti rumori
atoni oscillando
- diresti amore alla vita
subito afferrandoli -
- aspettando l'attesa -
Corriente
El que camina
se enturbia.
El agua Corriente
no ve las estrellas.
El que camina
se olvida.
Y el que se para
Sueña.
F.Garcia Lorca (suite del regreso)
Corrente./Chi cammina s'intorbida./L'acqua corrente/non vede le stelle.
Chi cammina/dimentica./E chi si ferma/sogna.
Federico Garcia Lorca. ( sonata del ritorno )
… Fra le parole
Con le pecore vivo
che hanno solo pastori
e cani che abbaiano
: gli stessi confini
e tenere colline
come poltrone.
Bruchiamo insieme
una stessa erba
nel prato comune
della quotidianità
: mastichiamo sempre
le stesse parole
gli stessi pensieri…
Mai nude
ci appaiono le realtà
filtrate da soli
vestiti di nuvole
e di tessuti rancori.
Ipocrisie variopinte
video-tape
microprocessori…
Irriducibile scende la sera
ed oscura
alla stessa maniera
-sottile cerniera che si chiude-
la tavolozza rotonda
acquerellata
che appena rinata
dipinge Primavera.
Saranno
gli stessi ricordi,
gli stessi teneri perduti amori,
gli stessi stanchi respiri,
i sudori,
i calli infiniti
dei cento mestieri,
i pochi colori
strappati a fatica
: sarà l'abitudine
una stessa ferita…
Verranno giorni
respirati e sospinti
come petali al vento
di margherita,
come occhi socchiusi
assassinati e spenti
dal sicario più fedele della notte.
E le bocche chiuse,
come le porte,
le ossa rotte sul sudario,
le braccia conserte,
le facce stravolte
sotto le coperte
e, colpevole e pendulo,
inerte,
impacciato e impiccato,
oscillante dal soffitto
il lampadario.
Saranno
steccati inespugnabili
e baratri interminabili
fra la sparatoria della tosse
e impraticabili sentieri
: impercettibili mosse
e gli stessi occhi
inaccessibili di ieri.
E poi sarà,
il sorriso inossidabile
d'uno stesso silenzio,
e quando verrà,
se verrà,
sarà rotto soltanto
dal raptus d'una uguale sveglia
che peserà e rasperà
più sulla coscienza
che sulle ore perdute
dell'incontinenza.
Apriremo una finestra,
tireremo le tendine del giorno…
vedremo ancora
le stesse tenere colline
: steccati e colline
: colline e discoteche
: colline dentiere e sacchi di patate
: scenderemo
rapiti e rasati
le stesse scale
gli stessi ascensori
: chineremo la testa
: ritireremo la mano
e poi
spergiuri,
sull'erba del divano,
ci racconteremo ancora
le stesse bugie
e fra le parole
ci ameremo.
In un medesimo giorno
sotto un sole così poco credibile
e una luna infedele,
fra le parole
: - ti amo -
… Il tempo dell'attesa
Il tempo dell'attesa
è greve
è irrealtà d i l a t a t a
Silenzioso
accende i sospiri
accompagna gli sguardi
attenua i rumori.
Sta fermo.
Rimane.
Sospeso tra nuvole
e rami spettrali.
E ritardi…
Come ritardi sole
la tua danza lontana!
Come soffia lontano
il narcotico anelito
delle nude sembianze
di ogni essere umano!
Chiacchierio e solitudine
nell'aria che muore.
Il tempo dell'attesa
è gonfio di pioggia
: promette carezze
e non precipita mai.
… Gli occhi della notte
Gli occhi della notte
terribili e sacri
mi spiano, mi spogliano,
mi conducono, mi perdono.
Non mi perdonano. Gli occhi della notte
mi assassinano il sonno
mi rubano il respiro
e non mi concedono
-rintoccassero pure i battiti del cuore,
battessero pure in rapidi rintocchi-
neppure l'estasi di una chance
fra le fessure dei sogni,
neppure un bicchiere di mare
per affogare le arsure,
neppure un barlume di oscurità
per coprire i lampi inquisitori
di quelle luci accese.
… Eppure il cuore
Nei cieli aperti
nell'aria tersa
la sera incombe
forestiera
e assale
come tarlo fa male
ma prigioniera assorbe
il mondo.
Il circondario cambia.
Fuggevole realtà ristagna
Col suo alito pesante.
-Amate sponde
che v'allontanate,
che forse non vi giova
o piace,
tendere la mano
in questo mare
a un naufrago?-
Fuggevole realtà ristagna.
Sbattono porte.
Risonano risate.
Eppure il cuore
non si lagna.
… Cuori bianchi
Cuori,
cardi imbiancati
impaglicciati nella nebbia,
rincorrete
negli ambulacri
interminabili del sogno
i colori scarlatti
del desiderio,
la profondità degli occhi nel pianto,
l'
a
b
i
s
s
o
del palpito.
Abbandonate
tra le molteplici attese
-e che i ricordi siano le ferite-
l'ovatta
del giorno poltrone,
le pantofole della sera,
la felpa del sonno.
Cuori imbiancati
che v'appisolate
tra le ceneri calde
del focolare,
che v'intorpidite tra le cialde
e le cipolle
sacrificate alle braci,
che vi nascondete
tra il fumo
e l'incenso dei ceppi arsi,
delle speranze perse
siatene convinti!
: SARÁ INSAPORE SERA SOLI SENZA SOLE…
e i vostri cuori bianchi,
le vostre ubbìe ed i ripensamenti
sete saranno
con bocche chiuse
alle fontane appese.
… Nei corridoi
( canzone dell'amore trovato
e dell'attesa perduta…)
Soffitto basso
periferia.
Una luce scintilla
: non è la mia.
Un biscotto
un giornale
camera e doccia
: - prezzo speciale! -
Ticchettio che riprende
un ricordo fa male
mi tortura presente
mi offende mi assale.
E l'attesa passa
pei corridoi
e restiamo in agguato
tali come avvoltoi.
E l'attesa scruta
dai ballatoi
trapassando pei muri
fuori e dentro di noi.
La luce traballa
invade i pertugi
sotto l'uscio sconquassa
s'impenna sghignazza
accresce gli indugi
si spegne… s'annulla…
Scricchi scrocchi
tintinnii di bijoux
secchi rintocchi
sussurri fru fru
: - È molto che aspetti?
Son venuta per caso? -
La commedia non smetti
Mutandine di raso…
Risatine giochetti
batticuore caffè
carezze e bacetti
: poi di nuovo con me…
Soffitto basso
periferia.
Una luce scintilla
: non è la mia.
La vita ristagna
nei corridoi
aspettando l'attesa
fuori e dentro di noi.
… Diciotto e trenta ( … ora di uscita )
Arremba
la risata della luna
dalla finestra alta.
Incredibile spunta
disinvolta
come i raggi del desiderio
sola come l'inquietudine
fra i rumori della fabbrica.
Nel dormiveglia
soccombono le sponde
e tacciono, lubrici,
i sogni.
E questa vita poltrona
mi stona
- le accomodanti iperboli
gli arrampicati orpelli
i suoni faceti dell'umore in ombra -
E mi tornano a memoria
i tempi incontenibili dell'esuberanza
le sciarpe attorcigliate attorno al collo
e l'orgoglio
i respiri gelati le esplosioni il fragore…
le impercettibili estasi i tumulti
le extrasistoli del cuore…
Come le rincorro ahimè!
fra gelidi virgulti
dopo aver timbrato
e la luce spenta
quel cartellino grigio
alle diciotto e trenta!
… Uomo che parti
Uomo che parti
non vai mai solo.
Ti porti i sogni
per i sentieri,
ti porti i mondi
i segreti i respiri
le carezze gli ansimi
i capogiri…
la fame e la sete
ti porti in difesa
l'oscuro ed il chiaro,
il domani e lo ieri,
il dolce e l'amaro
dell'ora contesa…
la luce spenta
la luce accesa.
Uomo che parti,
comunque ti giri
ti tieni ti scuoti,
ti porti l'attesa
coi pieni e coi vuoti
: la morte lenta
la vita sospesa…
Uomo che parti
e non chiudi le porte,
sei come la chiocciola
: ti porti via la casa…
parti… ti porti.
- living in the past -
te lucis ante
retrospettiva tratta da :
- poesie sparse -
- poesie rock -
- primo palpiti -
- ricordi -
poesie sparse
… i tuoi capelli
I tuoi capelli autunno inoltrato
amanti increduli del dopo lavoro
nel mio sogno appiccicati
sarà bello vedere chiusi
in questa scatoletta d'amore
Fra le pieghe alte della Metalmeccanica
ombre di luce e di sudore
e il grido profondo di un operaio
ci faranno compagnia
e la sua coscienza da padrone
… a Maurizio ( taxista tastierista amico )
Ritrovarti così a quarant'anni
faccia da uomo
con su le pieghe della miseria
ed il cuore di tenero masso
bambino ancora
E il sonno
il sonno pesante
sulle tue palpebre piombato
nelle orbite affossate
sulle ore contate
prima che finisca la musica
Le tue mani non ti seguono più
ombre titubanti nella tua notte
nel tuo cielo
intervalli di luci colorate
il tuo orizzonte
tastiere tastiere
…Burning of a midnight lamp
Accendo l'abat-jour
e quando I tuoi occhi sono svaniti
un respiro amaro guaisce disperazione
Cosa direte di me?
Che non sono impegnato?
Ebbene eccolo il mio impegno
scavato nel cuore!
Esso ha la luce di una salda religione
esso ha l'immagine ineluttabile del dolore
e la sofferenza antica dell'uomo
che si guarda al suo specchio
Le mie mani cercano un appiglio
ma il baratro profondo
della miseria umana
non mi da tregua
… Sul torpedone
Quel viaggio
affannoso palpitante ingigantito dal tempo
isolato nella mente e pur sempre intrapreso
schernito e divelto nei suoi cardini primi
ma pur sempre gradito
Quel lungo viaggio
patetico nelle sue espressioni gioconde
sofferto fino all'ultimo scossone
fu tinto di rosa a viva forza
come minio su un portone
come sangue su un divano
come ciò che il giovane crede
come sui campi la neve
Quel lungo andare a sobbalzi
le ginocchia trafitte all'appiglio
gli occhi sbilenchi e assonnati
gli orecchi fumanti di sax tenore
dal grigio sorgere del giorno
al nero pastoso del fuori
le grida i rumori le frasi artefatte
i pallidi visi di morte
la birra le carte le storte
un continuo ruotare di vicende in scatola
allietato da cupi paesaggi
da colori che sembravano stinti
da ricordi che s'erano spenti
… Embolia nell'anima ( Contadini )
… a Silvio Floridi
condividendola…
Ratti
su amorfi sassi
imbruttiti dal tempo
inconsciamente attendiamo
che il mondo ci schiacci
Senza preamboli
porgiamo la mano
… Signore
Signore
voglio ritrovarti così
dopo tanti attimi vuoti
parlandoti col cuore
Signore
voglio chiederti
quello che sempre
ho chiesto a me stesso
e mai
ho ottenuto
tanto poca
la mia fede
tante
le mie bugie
Signore
ascolta questa voce velata
prima che il tempo
cancelli tutto
battendo
sull'incudine sordo
ogni soffio di vita
ogni traccia d'amore
poesie rock
… Un uomo in bicicletta
Mi vede dietro la porta
e ride
mi vede sulla panchina che attendo la mia vita
e ride
mi vede sconsolato sotto il noce con la testa tra le mani
e mi dice :
" Capellone! "
Non sa
che quando le ruote della sua bicicletta scoppieranno dilatate dal sole o gli si spezzeranno i freni non saprà più andare avanti
Non sa
che anche se mi taglierò i capelli non mi fermerò perché altri ne ho in cuore altri nei miei pensieri
E ride
La sua voce s'allontana
insieme alla traccia nera-appiccicosa-continua
della ruota sul bitume
… Incubo
Vaghi e neri t'appaiono dentro
urli di vecchie sirene
in un frusciare nervoso
di cose sconosciute
Il soffitto è un mare in burrasca
o forse
un cielo di nuvole dense
agitate dal vento
Scoppi
echi di voci paurose
balbettii angosciati tremanti frementi
poi
come in una spirale che ti trascina
in un vortice senza fine
sei attratto da qualcosa che vibra
di un suono squillante
e la segui ciecamente
ti conduce alla morte
ma la segui
non ne puoi fare a meno
Eccola
arriva vestita di nero
ma continui a seguirla
Sta per toccarti
e mentre il vuoto più nero ti circonda
silenzioso ed agghiacciante
pallida una voce ti chiama
Il quadro del ramo di ciliegio ti appare
prima confuso
poi netto e distinto sulla parete
con fare meccanico
fai tacere la suoneria della sveglia
che ancora trilla agitata
sul comodino
… Il bidone dell'immondizia ( veglia notturna )
Non dorme il mio cuore
attende la vita e veglia
tacendo ad ogni rumore
Di là il bidone dell'immondizia
unica luce nella notte buia
Bucce cartacce polvere sporcizia
ne vengono fuori
L'alba nel cielo è ancora lontana
Un cane randagio s'avanza sul marciapiede
annusa rovescia il bidone lo scuote lo svuota
L'alba nel cielo ora è più vicina
Forse anche per me ci sarà un cane
… Vivo come voglio io
E' come un serpente la sciarpa che mi stringe al collo.
Soffoco
son quasi asfissiato
quand'ecco che arrivano in soccorso
il banchiere il farmacista l'avvocato
Son contenti d'aiutarti
come il sole aiuta la terra
la riscalda gli da luce gli da calore
come ci aiuta nostro Signore
Son contenti e son sinceri
come l'amore per i loro figli
ma son scappati dinnanzi alla vita
come un branco di bianchi conigli
Il coniglio è un animale che scappa
che schiva il pericolo
e soprattutto
che non cerca di essere felice
con delle sciarpe attorno al collo
che un dì potrebbero anche stringere
- e poi è ridicolo! - dicono -
cercare di affrontare
quando siam pieni di carta
e possiamo pagare -
Son questi i conigli
buoni affettuosi
come la vita pacata che fanno ogni giorno
come il loro sonno senza un sogno
Non sono cattivi
piuttusto curiosi
Un po' nauseanti coi loro discorsi seri e tragici
che lasciano il cuore scosso per nulla
son sempre noiosi
Mi hanno aiutato
ed io debbo essergli riconoscente
anche se avrei preferito
strangolarmi con la sciarpa
piuttosto che vivere tutti i giorni
con questa gente
Mi hanno aiutato
ma ho detto loro che appena potrò
cercherò un'altra sciarpa da mettermi al collo
e li ho fatti rimanere a bocca aperta
Ho detto loro che non gli voglio male
non perché mi hanno aiutato
ma perché provo per loro pietà
Gli ho detto
che è meglio vivere un solo anno
con la sciarpa al collo
che una vita intera senza
Ho detto loro che vivo
come voglio io
primi palpiti
… Le tue mani
Le tue mani
bianche e belle
che parlavano come una donna che prega
e tacendo dicevano tante cose
cose che rallegravano l'animo
che parlavano al cuore
che si disperdevano si spandevano risorgevano con più impeto
le tue belle mani
che fremevano ad un soffio
e m'accarezzavano
come i sogni che covavo nel cuore
come il tuo cuore
come un cielo sereno
come un albero fiorito
e come un nido su un ramo
e che tacevano ancora
bianche e belle
in un muto scrutarsi nell'anima
sono la cosa più bella
che il mio amore ha inventato
quale unico modo
per sentirti più mia
… Sopra la panchina
Perché il tempo
placido
s'è posato su me
come un dico incantato?
e come un ricordo
perenne
percuote il mio cuore?
Forse sa il tempo
che sono solo…
Sgrano gli occhi
e nei rapidi rintocchi
vedo lance sempre ferme
immobili e ferme
turpe vita
senza te…
… Umido amore
E felici andavamo
l'uno nell'altra ridenti
e i rami spettrali
e il paesaggio gonfio
rilucente di pioggia
avevano una pace dolce
diffusa
Mai m'era piaciuta tanto
una così brutta giornata
mai un nuvolo nero
m'aveva sorriso
… Coi gomiti sulle ginocchia
Tu sei un arcobaleno
perché come tale ci sei e non ci sei
e se non ci sei
c'è una lacrima al posto tuo
e se ci sei
torna il sereno
Tu sei un vita
perché come tale fiorisci e sfiorisci
e se sfiorisci
mi uccidi
e se fiorisci
sei mia amica
Tu sei una morte
perché come tale ammazzi e ferisci
e se ammazzi
ti do la mia vita
e se ferisci
il mio orgoglio
… Io suono
Forse tu non sai che io suono…
forse non sai che suono per te
Un amaro desiderio di averti vicino
un triste destino d'esserti lontano
m'opprimono
ma io suono per te…
a te penso quando la mano mi salta
Forse starai proprio pensando a me
forse ti sei accorta che suono per te…
e mentre suono vedo i tuoi occhi
sento la tua voce soffice e speciale
e quando ciò accade
ho la noia sotto le scarpe
un sorriso nell'anima
ricordi
… Ricordo di Jo
… a Gianni Muleri ( Jo )
per la vita sospesa ad aspettarci…
Mi ricordo di Jo.
E si aprivano assetate
le bocche appese alle fontane
: con quanto livore
incombeva il cielo!
Sul giorno
fragile riverberato
respiravamo al ral-len-ta-to-re
distesi
all'ombra degli ippocastani
Si appiccicavano le note
alle camicie
e dietro il tuo sorriso
Gianni,
Hendrix suonava
" Hey Jo!"
accendendoci i sogni
e rinnegando la storia…
Mi ricordo di un blues
: caracollava via
fra gli scrocchi delle dita
e gli occhi socchiusi
della compunta memoria
nell'ipnagogia
… Gypsy eyes
… a Piroska Papp
am
r i
i d
P i di cielo
nei tuoi occhi di zingara
senza confini
e il sorriso p p
o i
d o dei girasoli
o i
p p
esplodevano rispecchiando
rispecchiando
OUR CRAZY LOVE IN OUR HEARTS
Eravamo noi
io e te
i ragazzi della via Paal
nelle stradicciuole
che davano sul retro
dell'Astoria Hotel
fra le ombre e i rumori
dell'Elizabeth Hid
: labirinti di strade attorno a Budapest
percorrevamo
senza voltarci indietro.
Sonavano i violini indiavolati
dentro i ristoranti
accarezzandoci,
nuovi motivi aggiungendo
alla nostra allegria.
Tu mi pilotavi
fra gomitoli di sentieri
e come due bambini andavamo
ilari increduli sinceri
parlandoci in inglese
e tenendoci per mano.
Rosicchiando pannocchie
di granoturco lessate
i
fra il chiacchierio m g c
a o della tua gente e le pie
-ghe
più nascoste
dal Danubio lasciate
ascoltavamo il lento
fruscìo della corrente.
Io e te Piroska
sorridemmo alla vita
e ascoltando Battisti
divorammo la strada
che portava a Siòfock
: ci appartammo non visti
nelle piazzole di sosta
evitando la Polizia
Il nostro rock filava via
dirompendo :
OUR CRAZY LOVE IN OUR HEARTS
… era la risposta amica
… era il sorriso speciale che avevi tu
m
o i
t c
… la carica a a della nostra gioventù.
… Edith
Edith chissà da dove,
Edith chissà come,
chissà perché…
Il tuo ricordo e la tua immagine
mi hanno portato
l'odore dell'autunno brunato
imminente nell'aria
dei campi coi fiori del radicchio
turchini
degli aster settembrini
e delle mele mature.
La terra bagnata sotto i piedi
divorata
Fra le ombre lunghe del Balaton
- si appiccicavano nuvole alle tue pupille, e velieri lontani -
Edith i tuoi problemi
( bimbo che piange?-marito che cerca?-mamma che muore? )
avevi chiuso dentro di te
inaccessibili.
Di te nulla ho saputo
un po' per la lingua
un po' perché sapere
non volevamo.
- ma come parlavamo con gli occhi!
E come si capivano le nostre mani! -
Edith parsimoniosa,
come mi hai fatto alzare da quel locale
troppo caro,
che riso amaro
avevi stampato,
e che occhi tristi…
Capii lì
che amore cercavi
e non danaro…
ed io
amore avrei voluto dare,
ma quale amore
avevo?
Edith la solitudine
si diffondeva intorno,
fra le canadesi sporche del campeggio
e i panini alla paprika forte
: ti ho visto amare a morte
quel desiderio di fuggire
che ti straripava
trasparente dal viso.
Quanta dolcezza in quelle parole
che non capivo!
Che paradiso
eri!
Balenava il settantasette
sotto quel cielo gonfio d'Ungheria
e tra le mie braccia per la via
si rifugiava la tua fragilità…
Passammo fiumi impetuosi,
scavalcammo altissime montagne
rimanendo fermi
ad ascoltarci.
Amplificandoci d'un tratto
tutto capimmo.
Mi rimboccasti le maniche della camicia
Edith, premurosa sposa, quando ce ne andammo
lasciando dietro di noi
il domani e lo ieri
la nostra solitudine
l'inflazione dei desideri
e le ferite da leccare…
Edith di te ricordo
ch'eri da amare
e che volevi amore
e che teneramente
ed affettuosamente
amore hai dato
perdutamente
nelle stanze clandestine
a lungo
m' hai sopportato
: e anch'io avrei voluto darti amore
ma amore
non avevo portato.
migmi
" non scholae sed vitae discimus "
Seneca ( Epist: 106 )
…sss estate sera
Si assiepano
assurdi assistenziali stimoli
estate sete sospiri
si sentono tessere
inossidabili silenzi
esuli serpi strusciare sentieri
C
i
m
i
n
i
e
r
e
Grida
in cielo assurdo
mi graffiano e raccontano
C
i
m
i
n
i
e
r
e e padri ferrovieri
in profondo vapore
mi irrorano
sunta filiorum mores
indomito pectore absit
Rischio
inghiotto
raschio
fischio nel fiasco
chiotto
… Rumorando
paff
è un bluff la vita
splash
scivolando va sulla ferita
going
sonerà all'arrivo della sera
ssshhh
posandosi leggera
scrash
sconquassando la memoria
bang
difficile sommatoria a percussione
boom
come un'esplosione
… Filastrocca ( metrica diesel )
Pazza pozza puzza
metti una pezza
respira la brezza
puzza pozza pazza
pazza pozza puzza
ascolto l'ebbrezza
dell'aria che frizza
puzza pozza pazza
pazza pozza puzza
la turpe carezza
sul naso svolazza
puzza pozza pazza
pazza pozza puzza
dai pori ti sprizza
che noia! che pizza!
puzza pozza pazza
… bbb Gubbio
Cribbio! Gubbio cambia!
Gobbe balconi balestre buccheri
: ambite bambole bisbigliano,
bambini abboccano
proibiti simboli abbracciando
: beoti ebeti imberbi sbianchi.
Bieche combutte brillano,
cabala incombe,
abbonda baraonda…
Abiti dubbi bellezza gabba.
Ubaldo sbotta sbigottisce sbuffa.
Ebbene Gubbio,
imperturbabili sbadigli abbozza.
… ppp Perugia
Perugia prorompe
pertugi protesi
appesi passanti
pontili sospesi
Perugia imprecando
parole impedite
patate possenti
propri impedimenti
Perugia imponente
pomposa promette
pensieri felpati
potenti apparenze
Perugia traspare
parziale piacente
pavoneggiosa papera
appare impertinente
… ttt Fratta*
Fratta ti canto
: accentuati accenti ottengo
: pinete fitti intonaci
attici viottoli
muretti estetici
chiesette gatti
casette erratiche…
Frattanto ti temo Fratta
: stenti lamenti temporali
sbattute porte morte
tele tessute infrante
calzette rotte…
Fratta ti sento.
Teneri frammenti attoniti
ti sottendono,
fermenti interni attingono,
attimi tetti attese
ti assottigliano.
Tutto ti tocca
: confetti lutti affetti,
gesti catene sentimenti.
Costante desti destino,
fiato ridesti…
Fremiti tutta fretta
Fratta ti frutta.
* toponimo di Umbertide prima del 1844
… sss Assisi
Assisi
: assurde situazioni
mistiche assenze esanimi
s'assopiscono
Assetati aspettano
smaniosi
silenziosi sensi
Stanchi si spengono
assecolati assensi…
Sussurro Assisi
: scoscesi sentimenti
si assottigliano
Esploro Assisi
: case cimase chiese
Respiro Assisi
: ressa sassi rosa
Ascolto Assisi
: sento solo essere
estese estasi
esuli coscienze
Assaporo assisi
: sesso secoli salite
Santi ossa assassinate
|
Prefazione di Giuseppina Bisogni - ed. Prhomos - Città di Castello 1985
Il
significante
A mio padre
farfalle antiche svolazzano nell'aria
al presente aggavignate
a tutti coloro
che non le hanno spaventate
-Il gomitolo- … Disperazione
La mia vita
s'attacca ai pensieri
e cade
come uno straccio
dal ramo più alto
Silloge - il gomitolo -
Il significante . ed Prhomos 1985 … Inverno
Come quest'albero
senza foglie
m'appare un'immagine
vestita di nero cenere … senza titolo
La vita altro non è
che cemento
precompresso … Ossessivi silenzi
Una fuga d'uomo
due braccia recondite implorano
mute estasi di vuoto umano
nel vuoto aprirsi sentivo
ossessivi silenzi
oscuri brandelli di vita vissuta … Non voglio
sentire
Non voglio sentire
la voce sottile
che i fiordi tristi
del mio cuore sovrasta
Non voglio rivedere
la vita affossata
nei miei occhi
allo specchio
i gomitoli
di voci evanescenti
i sorrisi accomodanti
di vita riuscita a metà
Ho voglia
di chiudere gli occhi
e di tuffarmi in un mare
di stelle fluttuanti
di cullarmi in quell'onde
fino a rapirmi
nel mio sonno
lieve … Dopo la pioggia
Non piove più
e gli incerti passi goffi
si affrettano a spargersi e dirigersi
Fra l'umido pianeta
degli alberi sterili
s'aggirano cauti fantasmi
sfrenati sopra l'asfalto
nero lucido fumante … Qui la luce
Qui la luce che emana la vita
e che tanto si arde orrendo
destino portando come delirio
espiando non arde essendo
andata andata a nutrire
persone più vive genti più vive
in sperare mangiare dormire
Qui come la luna che cade
nel pozzo anche l'anima
si spegne tuffandosi in un
umano bagliore rispecchio
di mali che non servono più … Kyoka
Non c'era il cuore l'anima cantava
sorbita la spada entrava nel petto
durante il risorgimento al profumo
d'una margherita che s'apprestava
furtiva quasi priva di profumo
aroma di sangue crudo la vita
che cambia non può campare se non
riflessa allo specchio sgranato dei
miei occhi di pazzo che sono andati
più in là di dove si deve arrivare
normalmente in limine alla pazzia
sola risoluzione … senza titolo
Non sei stata mai mia
neanche quando il corpo cantava
perché la paura ci rovina
perché non sono mai stato mio
La paura
guardava dall'alto … Una lacrima
Una lacrima
davvero scucita
sempre sommersa
in un mare nero di petrolio
Una lacrima d'inverno
lucida
scintillante di gelo
palpabile
mondi sereni … Illusione
Totalmente assorto
nella nebbia assoluta
d'un cervello che trema
ti rivedo vaga luce
penetrare a sbalzi
la cortina fumogena
della mia pazzia
Ti vedo crescere
rimbalzare
ridurti a un alito
ingigantirti
Ti vedo esplodere
quel tanto che basta
a farti credere al cuore … Solo
Non un gesto
ne amore
Su questo duro sasso
passano
iracondi di bile
mitologici sogni
arcane presenze
attaccate a lembi
di niente
Dai colli fetibondi
esalanti sangue rappreso
tace la terra
inamovibile
nei suoi sentieri
arsi … senza titolo
Di che
pensosa umanità
che freni a modo
d'un passero sul lago
lo spavento
si nutre poesia?
Sui lembi distesi
di un futile motivo
di morte esterrefatta
quasi congelata
dai miei gelidi sguardi
attratta da stille di mare
putrido d'amore
indifferente così… … Abitudine
Nell'alito di un tocco
anche l'amore
può sbattere le ciglia
ringhiando
sempre più spesso
al riparo dei madidi giorni … Abbandono
Orrore di un fantasma
che si chiama vita
trascinami con te!
Fa' che il ricordo del tuo
essere imbrattato di rughe
sia l'unico gelido rimorso
d'un sole che non c'è più
d'un cuore spento
in una polla di sangue grumoso
di una mente tuffata
tra gli intricati meandri
:spietati caroselli di arabeschi
colorati di rosa
… Le catene di sole sgomento
Oh! Le catene di sole sgomento
che raggruppate in angoli vuoti
di carne stanca gli strani bagliori
consumano a stento.Pulsano battiti.
Io vedo le calze ardire beffarde
Vedo le notti di cera sul muro
troppo stravolte da gelide mani
incerottate all'infinito spasimo
piene di lampi rodenti persone
fatte di stenti di stenti di stenti…
Invano cerco di dire respiro
a respiro, a una casa d'infinita
luce, della pena solo una voce
nelle celle ormai fitte e separate
silente urlare alla luna s'appresta.
… Al supermarket
Al supermarket
ho comperato
una buona riserva
di vita liofilizzata
Olio vitale lubrificante
in una busta pressurizzata
ed una dose di calore in scatola
per acquistarne in sapore
Ora vivo
giorni sigillati
sotto-vuoto-spinto
…Nella nebbia
Mute d'incanto
narcotiche nebbie
s'addensano gravi
con tremuli scricchi
al cuore rapito
Una sola penombra
ancestrali silenzi
concrete e labili
follie d'uomo
un vuoto intestino
nei dentri fuori-estesi
scoprivo
… Vivere
Udrò
anche dei giorni più scuri
il rantolo infinito
… Esistere
Sono morto
di un giorno
ogni giorno
… Nel bosco
Udivi nascere
l'erba nel cuore
… Tecnologia
Siamo riusciti a levarci
la fatica di vivere
… Il gomitolo
Ho visto sassi
ho amato amore
ho udito lacrime
ho bevuto disperazione
ho lavato l'anima
ho gridato rabbia
ho ibernato il cuore
Nel gomitolo vivo
brividi convulsi
impalpabili d'uomo
Compromesso
( breve curva nella notte )
I miei occhi
ulissi stanchi nella notte
odor arcobaleno
castelli colorati a pastello
stelle filanti
parole arroganti della disperazione
Lasciatemi dormire
spiriti e folletti
lasciatemi ghermire
la mia breve curva
Monti selvaggi verde ramarro
campi feriti bruno sciacallo
nell'eden
della mia pazzia
bocca trabocca
birra pendente
sapore amaro del dopo vomito
fresca pelliccia
o notte
di fuoco
le tue parole
ascolto
- nelle lunghe solitudini coassiali -
… Inutili giorni
Inutili giorni
in cui s'ode il continuo rantolare
non so darvi un destino
Immagine rattrappita nel cuore
… senza titolo
Son talmente tante
le vie da seguire
che rispondono poco
ad ogni comune presentimento
Non hanno voce
non hanno un filo logico costante
Giacciono prive d'ogni umano rancore
Ho quasi finito
la virgola
di carta stagnola
che porto sul cuore
… Naia
Subire questa vita
come medicina
… Nelle lunghe solitudini coassiali
Nelle lunghe solitudini coassiali
nei lunghi silenzi glaciali
che ci imprigionano la pelle
non puoi sentire Bruno
non sai capire
non vedi
Dove sono le ideologie granitiche
fondate nel nulla?
E l'immenso lago di umana ipocrisia
che ti vuole immobile lì
nelle viscere vuote della notte
a rimuginare ore d'amore
mentre il garand ti frana la spalla?
Nel tuo pugno levato al cielo
ti palpita il cuore
sotto gli anfibi
l'anima urla
… Il dramma
Ho visto singhiozzare la gente più dura
in queste d i l a t a t e ore prigioniere
ed artisti come bambini
far motorette per non impazzire
Il loro dramma gli era scritto in faccia
nei loro occhi senza speranza
nelle loro azioni folli e comandate
nelle loro risate
stridule e incoscienti
Ho visto ingegneri piangere di dolore
nel sacrificare per un anno intero
le loro menti in questo grigiore
e naufragare come relitti nel vuoto intestino
Il loro dramma gli era scritto in fronte
nelle loro parole controllate
nella loro vuota e misera esistenza
nella loro scienza
inutile e deprimente
Ho visto faticare la gente più sola
di notte nei lunghi silenzi infiniti
braccati da automi feroci e stellati
per poi comparire in tabella " puniti "
Il loro dramma gli era scritto in corpo
nelle loro membra stanche ed assonnate
nei loro piedi che andavano arrosto
nel mese di agosto
caldo e soffocante
E tu nuovo che arrivi
inghiotti l'amaro
marcia ed inghiotti
sbigottisci
davanti a tanta ottusa naturalezza
e se le idiozie che t'entrano dentro
ti usurpano la mente non tentare di scuoterle
scuotiti tu
Ho visto viaggiare macchine irreali
prigioniere di fogli ridicoli e spogli
e gente rischiare di perdere tutto
per avere un'ora le mogli
Il loro dramma gli era scritto nel cervello
nei pensieri fissi che vi ricorrevano
nelle giornate che non danno respiro
nel loro mondo nero
alienante e inespressivo
Ho visto alzarsi di buon mattino
gente automatica di età ormai avanzata
e come fosse cosa importante
salutare una bandiera all'adunata
Il loro dramma gli era scritto dappertutto
nelle loro persone odiate e malviste
nelle loro anime invecchiate senza libertà
nelle loro età
tarde e inconcludenti
Mi son visto lacrimare tutti i giorni
ma son rimasto sempre io sempre uguale
ad aspettare con ansia quel giorno
per ritornare un uomo normale
ed il mio dramma mi è scritto nel cuore
nei suoi palpiti d'amore soffocati
nella saliva che inghiotto la sera
nell'anima amara
sanguinante e sola
E tu tempo
con il tuo odio smisurato
non passi ancora
ancora non passi
e sassi
gravano su quest'angosciosa tempesta
ma se le tenebre che aleggiano ora
prendessero piede
non resterò a guardare
certamente soccomberò
ma ho denti saldi
e non resterò a guardare
… Ospedale militare
Ho sorbito
anche questo giorno
insieme alla sbobba di latte
che ho preso stasera
… Insonnia
Sono sceso giù
appoggiandomi alla ringhiera
ho la gola arsa dalla sete
e i polmoni pieni di fumo…
Prenderò un chinotto con cento lire
e me ne starò un po' sulla panchina
fra gli alberi a tu per tu
con la mia solitudine
… Il cambio della guardia
" Passeremo a prendere un toast alle macchinette.
Inghiottiamo un po' di caffè, e andiamo!
è ora del cambio… "
" Capoposto avanti!… "
e i tonfi sordi sul selciato
coprono battiti dimenticati…
la gelida carezza delle mostrine sulle guance
non ci consola
e mentre la notte inghiotte la fila
soltanto un minuto è passato
… Un sospiro lungo nella sera
Un sospiro lungo nella sera
ed una maledizione sincera
avviluppati da innaturali sorrisi
riaprono escoriazioni antiche
Tu pallida arrivi
e le tue palpebre socchiuse
nel tuo viso
l'insanabile morbo della vita
nella luce inaccessibile dei tuoi occhi
l'inesplicabile
brillano
… Rigenerazione
Ho eliminato
molte scorie di me stesso
molecole putride
buttate a mare
come polvere di stelle
spente
… Acquarius
Un nuova era verrà
scrosciante di pioggia purificatrice
Avrà l'amore dell'amore
e persone trasparenti di persone nuove
… Mattino
Avremo il respiro
ampio
di chi trova il coraggio
poi sereni
attenderemo il tramonto
… non usciamo…
Non usciamo stasera
Fuori fa un freddo cane
e le stelle ingannatrici del cielo sereno
non ci scaldano il cuore…
Staremo l'uno accanto all'altra
con le gambe distese e gli occhi socchiusi
: non avremo inutili parole
e mentre ti metterai lo smalto sulle unghie
in silenzio t'accarezzerò i capelli
Non usciamo stasera
Non ci attende nessuno
e i ghiaccioli trasparenti sulle gronde
non promettono niente di buono…
Accosteremo le seggiole
col portacenere vicino e le spalle al radiatore
: non avremo inutili parole
e quando alle undici mi alzerò senza parlare
dallo spiraglio scarso della porta
ti darò un bacio lungo come il nostro amore
… alla borghesia
Scenderai dalla tua reggia Signora
quando verrà la tua sera
e non ti consoleranno parole arrabbiate
di amanti usati
… Alt bt (prolunga ferma)
Non sopporterò a lungo
quei brutti musi di cera
e la loro astrusa ferocia
Gocciolante di nero
attendo la notte
per pensare al giorno
e fra le ceneri calde dell'alba
l'esplosione della sera m'avvolge
… È tornato Zanetti
È tornato Zanetti
Si è seduto sulla branda
riportato all'improvviso
in questa realtà assurda
ancora caldo nel cuore
ancora vivo d'amore
Non so dirgli niente
non lo vedo cercare Radici
non posso che chiedergli una marlboro
ed unirmi a lui ad aspettare a maledire
Non so dargli niente se non la mia attesa
e lo sconforto di questa vita
che aveva dimenticato
È rientrato senza proroga
senza nulla da bere né da mangiare
come chi deve pensare solo a ripartire
È tornato Zanetti a morire
qualche giorno ancora
… I lunghi visi penduli
I lunghi visi penduli
( canto soave calamistrato)
triturano menti salvaguardate
Che sia follia
aver bramato
languire solo
in mezzo a un prato?
Che follia sia
essere nato
essere morto
dimenticato?
Sul mio scoglio
abbarbicato
non tradirò la misera
: mi trascinerò
sull'altare del tempo
e per l'ultima volta
morirò
… Fuochi fatui
Brillano i paralumi
Fuochi fatui
di un amore antico
Arcipelaghi di treni
che portano lontano
Mi vedo
ombra
nelle tue mani
cieche
… Pasqua
Primavera verrà
ed avrà i tuoi occhi
Il mio martirio
la mia resurrezione
e il tuo corpo più in là
ma dentro di me profondo
credo fatato della vita
primavera fiorita di miele
cullata in declivi
a lungo cullati
Ti specchi sole
tenue
in queste pozze di luce
… Non ho voglia di morire
Non ho voglia di morire
Per vivere mi basta appena
l'ansia di credere in quei giorni
color bocca albicocca
… L'aurora
Nella tua mano
( vite oscure mi tentano )
serate allegre
Sarà bello fuggire
noi due ancorati al buio tedio della notte
noi due sorretti dall'aurora
È l'aurora
è l'aurora compagna
e senti i tuoi sogni andare avanti
e i tuoi pensieri indietro
verde montagna per la campagna
Non turbarti
se la carezza spenta della vita ti sfiora appena
o se le lacrime amare della solitudine ti ruberanno
crude e violente le ore più belle
Non turbarti
dell'alito pesante della fatica
passata nelle stanze del laboratorio
dei vuoti a perdere mentali
nelle sepolte sortite della storia
Nella mia mano sarà bello fuggire
come folletti mangiafuochi fiabeschi fonti azzurrine
risposte cretine che la vita ci dà
- il ragno tessitore -
… Spio dall'uscio…
Spio dall'uscio la solita tiritera
un gesto lieve che consola
Daniel il significato
T'amerò camperò
raccoglierò i pezzi del cuore
Fuggirò maledirò
maledetto gesto che consola
Daniel
il significato
Silloge - il ragno tessitore -
Il significante - ed Prhomos 1985
…La mia ora suona lontano
La mia ora suona lontano
verde paradiso
inverno di gelo narciso
d'incanto
ti amo soltanto
La corsa irreale della vita
l'estate finita delle sue canzoni
le palpebre socchiuse
nell'astuccio nero della notte
i lumi
i rancori
triti latrati nella sera
i miei amori
sonano lontano
… Una lista lunga da gettare
Una lista lunga da gettare
Un solo pensiero
Nell'equinozio della mente
( carbone acceso-desiderio ardente )
tiritera inquietante
ripetitiva
Affogherò nel tedio delle ore perdute
le luci e le ombre della notte
mi sbarazzerò degli antichi pensieri
degli gnomi degli ori dei tanti manieri
irraggiungibili
Avrò mani nuove per frugare nel tempo
ed occhi velati ancora
non vedrò l'ora
di rapirmi
nell' hardware nuovo
della mia coscienza
… Sentieri di caccia
Io sono
una ragnatela
stracciata
e vado
per sentieri di caccia
disperatamente cercando
un ragno tessitore
… Il ragno tessitore
Ragno ripari
la tela sottile
con fili diafani di luna
: trappole diaboliche
per la sopravvivenza
l'esperienza vuole
ricucire le profanazioni
l'esperienza detta
di farlo subito
di farlo in fretta
La ferita duole
nella falla aperta
da curiose dita
mosse a bocca aperta
L'evenienza dice
suggerisce e insegna
che la solitudine
più non si rammenda
… L'ora che batte
L'ora che batte
oltre il reticolo del tempo
spinato
irretita perduta irritata
sposa la sera e muore d'amore
fra la carta assorbente
delle tue parole
o notte
… Vortici
Si è rotto qualcosa oggi
nella bufera
vortici di foglie appena nate
danzano nell'aria
… Arcobaleno
Cogli
in quell'attimo di cielo
corolle e germogli
finiti subito
Fumata nera
nell'altalena
delle cose perdute
Quanti bagliori
negli occhi
… Poesia
Non sono solo
Il tintinnio delle ore lungo la via
lo scadere del tempo
lo stupore
Risvegliarsi di nuovo
-gli occhi increduli stropicciati-
fra i rumori della fabbrica
ti ho trovato
… Gialli i sollevatori
Gialli i sollevatori
i rumori frantumati
i tettucci rifatti
vagano come anime in pena
nella fabbrica.
Pigiano i guidatori
su tasti e bottoni accesi
sulle manopole corrose dal sudore.
Attaccaticcio fluido
trasuda
dentro il motore, cala
sulle fronti lucide e imperlate
e sulle coscienze spente
dalle lotte
finite male.
Io guardo dal vetro, spettatore inerte,
le mani legate alla schiena
gli occhi e la testa storditi
dai ronzii dei compressori.
I click degli impianti,
gli scrocchi
delle lamiere, come anime,
tagliate e infrante, i tonfi sordi
delle presse eccentriche,
i singhiozzi dei martelli pneumatici,
il fruscio
delle pompe idrauliche,
i botti degli stampi.
" ATTENTI ALLE MANI "
" ATTENZIONE AI CARICHI SOSPESI "
Rombano i carroponti come tuoni lontani,
lontanissimi,
trillano i telefoni
si attorcigliano i cavi di gomma,
sature
s'accavallano le linee:
rimbombando
le mole divorano cascate di fuoco:
disegnano nuvole di fiaccole
appena alzate
subito terminate.
Lo sciacquio delle vasche del depuratore
lo stupore
della sega che si rompe,
che sorprende,
la carne che si fende
lacerata,
la bestemmia spez-
za-
ta dall'urlo nella gola…
Il pronto soccorso i cerotti le medicine
l'odore dell'alcool che si diffonde
che si confonde
con quello acre dei diluenti,
coi vapori degli acidi taglienti,
con le parole suadenti
del capofficina.
Si spengono i carrelli
( oh! come fuori ci aspetta la vita! )
al segnale ben accolto
di fine lavoro,
gialli e immobili
i sollevatori rimangono
attoniti aspettando
nuova fatica.
… Filastrocca (… metrica diesel)
Bacca bucca becca
bacia la bocca
bevi la bricca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
riempi la brocca
la polvere lecca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
prendi la pacca
mangia la zucca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
spegni la cicca
riempi la sacca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
mungi la mucca
tendi la rocca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
confessa la pecca
parti per Lucca
becca bucca bacca
bacca bucca becca
la filastrocca
dentro ti tocca
becca bucca bacca
bacca bucca becca…
…Mai dire mai
Mai dire mai
mai nasconderci
alla felicità od alla sorte
alla vita od alla morte
perché aperte restan le porte
fin che possiam vederci
fra le pozzanghere specchiarci
umidi in viso
lerci
del nostro amore pregni
da stentare a crederci
Stupire e amare
questo ci resta
e la speranza
presa per la coda
afferrata pei capelli
che covino nel petto
i nostri sogni più belli
ancora dentro in embrione
È mio diritto crederlo
acquisito
in anni e anni di sofferenza
è mio diritto
per usucapione
… Il sud
Sapore d'avventura.
Nel mirino dei sogni
quest'anno
il sud.
Fra le pieghe della notte
kilometri-kilometri d'asfalto
mi corrono incontro.
Sbadigli e canzoni tra i denti
una tazzina di caffè tiepido
un sorriso
un sospiro
una carezza a Daniel
che dorme…
Lo sguardo velato
di ansia d'arrivare
si fa accompagnare
da una stella nell'aurora.
Gli eucalipti
fantasmi alati del primo mattino
e i fichi d'India abbarbicati
sono i suoi segni premonitori:
azzurrissimo il mare ed il sole
i tesori.
Le onde arrampicate sugli scogli
litigano col vento.
Bianchissima spuma
ricade sugli occhi
e li consuma.
…Anniversario
Voglio regalarti un fiore
un'altra volta ancora
un fiore antico con lo stesso sapore
gelosamente custodito
amore
rinverdito di nuovo dal pianto
rinato nella mente
prepotente
e sacro
dal profumo intenso
delle ore dimenticate
dai battiti assopiti e dilatati
dalle parole nuove
trafugate
dai cassetti aperti dell'armadio del tempo
Voglio regalartelo a soffocare
i tonfi sordi
l'immenso fragore
e l'ingratitudine
della goccia che cade implacabile
sui nostri visi allo specchio
nuove ragioni sommando
alla nostra inquietudine
Voglio dartelo amore
dimenticando
… Nel bungalow
Nudo
nel bungalow
fra gli ulivi secolari
dolcissime carezze
e sguardi
accoccolato ascolto
Nuda nel bungalow
- conchiglia meraviglia -
porcellana sottile di pelle
fra le stelle di neve
della tua risata
sulle mie spalle roventi
tracci
sentieri variopinti
ardenti
desideri
Nel bungalow
ai piedi prostrata
la sottana della sera
le giarrettiere della notte
tolte
mattinale
giace la giornata
nuda
affascinata ascoltando
l'abracadabra
delle nostre parole
Nudi noi
all'ultimo piano del castello
acconci
ci facciamo trasportare
d'abbrivio
nel torpore
… Buona fortuna
Un tocco di luna
come un portafortuna
nei denti di neve della bambina padrona
ho trovato all'alba mattiniera
ho trovato all'alba mattiniera
Buona fortuna augurata
a cattiva sorte scongiurata
un tocco di luna svanito
un colpo di sole cresciuto
nel giorno tondo festivo panciuto
sulle notti piatte occultate taciute
Buona fortuna alle vite inoltrate
per quel cammino da camminare
per quella strada da tracciare
fra le ragnatele dal tempo tessute
stracciate abbattute dimenticate
Buona fortuna agli orinali
dimenticati nelle soffitte
che possano essere utili almeno
ai soldati di piombo addormentati
nei cassettoni impolverati
Buona fortuna ai pavoni
che trovino fra le pieghe delle piume
nuovi colori da mostrare
e specchi attaccati ovunque per specchiare
la nuova povertà
Buona fortuna al mio paese
che si svegli un giorno senza i rumori
degli sgranocchiatori che lo rosicchiano
pian piano ai fianchi
senza i rimbombi e gli echi
degli errori e degli sprechi
senza i biechi borbottii delle matrone
senza le poltrone da spartire nel Comune
senza il sudiciume
degli assessori all'immondizia
senza la sporcizia nelle pattumiere
Che possa svegliarsi
ad un'alba albeggiata appena
senza i tronconi monchi dei platani
mal potati a capitozzo
senza il boccone amaro da ingoiare nel gozzo
senza i padroni delle ferriere
che al mio paese sono di un rosso
che più rosso non si può
rosso acceso anche nel sedere
E sono rossi anche nello spartire la refurtiva
e sono rossi quando vanno in banca
a imbancare banchi di soldi
rossi anche quelli dalla vergogna
e inumiditi dalla saliva
Buona fortuna alla cicogna
che possa automatizzare il trasporto del fardello
e mettere a frutto la sua bugia
che possa dare a bere nettare nuovo computerizzato
sulla bocca assetata dell'ignoranza
Buona fortuna ai Marocchini
che possano trovare il modo finalmente
di non vendere soltanto fra la gente
cassette scassate
accendini che non accendono niente
collane e orecchini per mamma con bimbo che scalcia impaziente
che possano anche comprare
un po' della diffidenza che li circonda
e anche qualche bionda da raccontare
Buona fortuna alle immagini riflesse
negli occhi degli animali selvatici
che possano volare
liberamente espresse
nei cieli puliti
nei tramonti foschi
nei boschi odorosi
nelle rugiade di giada
sui campi porosi delle campagne coltivate
non interrotte dalle fucilate
dalle pallottole sparate
dai veleni sputati nel vento
dal lago di cemento
gettato da un uomo chiamato animale
In bocca al lupo volpe scarlatta
così si dice per la caccia
che i tuoi balzi maestosi
i tuoi salti dirompenti
che l'arguta furbizia ed i lesti movimenti
che i tuoi baffetti radar
ti avvertino prima
a mille miglia di distanza
e possano farti salvare la pancia
e irridere con eleganza
alle belle signore paffute
Buona fortuna all'abitudine
possa evitare d'incontrare spesso
lungo sentieri battuti
come caroselli ripetuti
troppa felicità o troppo sesso
troppa falsità poco te stesso
Buona fortuna alle matite spuntate
bulini delle ore inventate
che possiate ancora essere appuntite
disegnare ancora le fate
le case incantate
i cavalieri erranti
le mani infreddolite
il battito dei denti
Che possiate far rivivere ancora
fra i rumori della stanza
fra le tende della sera
la sua fragranza pura
i suoi tesori
Che si consoli il pianto
dei bimbi sulle culle
con cappotti di risate
sulle pupille miopi e dilatate
con la sorpresa della vita gioconda in discesa
di fronte
Buona fortuna alla fonte
che trovi bocche assetate da dissetare
alle parole che parlino ancora
agli orologi che segnino l'ora
agli zampilli che zampillino acqua chiara
alle scintille che scintillino a lungo
agli amanti che amino amore
ai viandanti che vadano avanti
ai ciechi che vedano i colori
Buona fortuna al cavedano
che guizzi lontano dall'amo
che ponga le scaglie al riparo
che salvi la coda e le pinne
che salvi la testa e la lisca
e che si svegli una mattina
in un'acqua del Tevere
chiara fresca cristallina
Buona fortuna alla brina
farina brillantina sui capelli d'erba
del prato bagnato di pianto
coperta di panna sul mondo
sorpreso nel sonno profondo
che possa brillare stamattina fino al tramonto
Buona fortuna alla palla che salta
che possa continuare all'infinito a rimbalzare
sui monti lontani e sul profondo del mare
Al cacciatore invece in bocca al lupo
che possa incontrare niente d'ammazzare
allo starnuto
che possa il naso liberare
all'altalena
che continui a oscillare
Buona fortuna alla luna
che possa trovare un pozzo pazzo di lei per rispecchiare
e un pezzo di mare per luccicare
Buona fortuna alla buona fortuna
che un tocco di luna
come un portafortuna
sui denti di neve della bambina bendata padrona del destino
ho trovato all'alba mattiniera
ho trovato all'alba mattiniera
…Effimere parole
Effimere parole
voci contorte incastonate
nella cornice solare del giorno
dai contorni fiammati
sull'asfalto nudo
fumanti
Echi sfumati
pensieri assopiti
galleggiano nell'aria
ancora
Effimere parole
crudi contorni
della torta del giorno
affettata in parti uguali
dagli orologi
e dalle cicale
Io fermo che ascolto
dietro gli occhiali da sole
e mangio la mia fetta
senza la ciliegina
… Falsa partenza.
Sono rimasto ai posti di blocco
con le gambe di gesso
la testa di piombo
un brivido sulla schiena
sono rimasto di stucco
stupito e stupido
Come in una scena al r a l l e n t a t o r e
i miei passi non camminano
le parole no escono
ho perso la gara col mondo
… Collezione inverno
Collezione inverno
sul defilè di velluto
t-shirts e jeanseria
alpaca in armonia
rat musquè pellicceria
e fra le pieghe delle gonne
a sbieco tagliate
versate
lacrime vestite di brina
firmate
Valentino
… In pompa magna
Sono entrato nel palazzo
in pompa magna
in abito da sera
per l'ingresso principale
con grande fragore
col sorriso migliore
- riverenze inchini onori
benevolenze passeggere
ipocrite parole menzognere -
Domani
nel silenzio
tutto solo
sicuramente
rifarò le scale
… Principessa
Impigliata
a uno stelo di giunco
ho incontrato
riversa su un lato
oscillante nel vento
la figlia del re
nel regno del pianto
Alloggiava in convento
la lacrima
appesa nel tempo
in via dell'ingratitudine
al numero cento
… Solo questo
…a Monchito ed Alfredino
tenere anime nel fondo di un pozzo
… alla memoria…
Monchito
non ti voglio pensare.
Troppo strazio è celato
dal tripudio delle macerie.
Ti preferisco seppellire
senza vederti
fra gli anfratti remoti
della mia memoria
attanagliato dal terrore
di ricordare.
Lì giacerai, bambino immoto,
accanto la lapide di Alfredino
tenendolo per mano.
Il cielo dell'oblio
acrono
vi farà da culla.
Le due foto saranno
d'una pagina soltanto
saltata
quando andrò a sfogliare
l'album dei ricordi.
È l'impotenza dell'uomo
che mi fa paura
e dietro la maschera
la nuda fragilità.
Solo questo
passerà alla storia.
… Bilancio
Le operazioni
voglio ripassare
: è ora di un bilancio.
Sono arrivato
ad una pietra miliare.
È una mia stazione.
Mi poso stanco
rimuginando.
Borgate nuvole montagne.
Dal mio treno
fra le mie rotaie
nel mio cielo,
affascinato colgo
albe e tramonti
compenetrati.
Cosa sommare
ai secondi passati?
Cosa gettare
oltre l'angoscia?
Quali forze
moltiplicare?
E con chi
dividere i sogni?
Chissà da dove approdano
silenziose accomodandosi
foglie cadute trasportate.
Nuova malinconia
giovane poesia
sull'autunno di parole
accucciato
sul sedile posteriore.
Fermenti nuovi
e ardori appena nati
premono nella calca.
Li raggiungerò
ascoltati
sussultando
fino all'ultimo vagone.
Salutano per strada
rapidi scomparendo
fazzoletti diafani scolorati.
Anse ponti mari pali telegrafici
si susseguono rincorrendosi.
Zoom. Flash. Corredi fotografici.
Già i finestrini sono aperti
l'aria risucchiata,
già svolazzano i capelli agitati
e s'asciugano gli occhi.
Già,
nel vagone ristorante
il futuro m'apparecchia
con nuove vivande.
… Time out
Tempo sospeso
tempo
male speso
sperperato
Miliardi
di secondi giganti
imperturbabili
passano salutando
E avrei potuto
trattenerli in gola
serbarmeli
ascoltandone il sapore
come una mentina
E avrei potuto
goderli
con un'intensità
di rara magnitudine
Li avrei trovati
leggeri una mattina
deceleranti nel vento
a zero decibel
di frequenza
swing per Michele
Non ti vedo
non ti sento
il desiderio è spento.
Non ti sento
non ti vedo
nemmeno più ti credo.
È così
È così sì.
La nebbia è dentro sì.
Sono stanco
sono spento
però non m'addormento.
Sono spento
sono stanco
la notte tiene banco.
È così.
È così sì.
La notte è dentro sì.
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