DESIDERI |
Io vivere vorrei addormentato |
Il cerilo |
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio; sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ’l disio. E monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch’è sul numer de le trenta con noi ponesse il buono incantatore: e quivi ragionar sempre d’amore, e ciascuna di lor fosse contenta, sì come i’ credo che saremmo noi. (Dante, Rime) | Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io Guido, io vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per magia e messi su una navicella, che ad ogni soffio di vento andasse per mare secondo il vostro e mio desiderio; sicché tempesta o altro cattivo tempo non ci potesse causare ostacoli, anzi, vivendo sempre tutti d’accordo, crescesse il desiderio di stare insieme. E il valente mago (Merlino) ponesse con noi poi la signora Vanna e la signora Lagia insieme con quella che è tra le trenta donne più belle (di Firenze): e qui ragionassimo sempre d’amore, e ognuna di loro fosse contenta, così come io credo che saremmo noi. (Traduzione: Lorenzo De Ninis) |
Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori, le piazze, i templi e gli edifizi magni, le delizie e il tesor, quale accompagni mille duri pensier, mille dolori. Un verde praticel pien di be’ fiori, un rivo che l’erbetta intorno bagni, un augelletto che d’amor si lagni, acqueta molto meglio i nostri ardori; l’ombrose selve, i sassi e gli alti monti, gli antri oscuri e le fère fuggitive, qualche leggiadra ninfa paurosa: quivi vegg’io con pensier vaghi e pronti le belle luci come fussin vive, qui me le toglie or una or altra cosa. (Lorenzo il Magnifico) | Cerchi chi vuol le pompe e gli alti onori Cerchi chi vuol il lusso e gli alti onori, le piazze, i templi e i palazzi maestosi, i piaceri e la ricchezza, che si accompagnano a mille dure preoccupazioni, a mille dolori. Un verde praticello pieno di bei fiori, un ruscello che intorno bagni l’erbetta, un uccellino che si lamenti d’amore, calmano molto meglio le nostre passioni; gli ombrosi boschi, le rocce e gli alti monti, le grotte oscure e le fiere fuggitive, qualche bella ninfa timida: in questi posti io vedo con pensieri dolci e pronti i begli occhi (della mia donna) brillare vividi, qui (in città) me li tolgono ora una ora un’altra cosa. (Traduzione: Lorenzo De Ninis) |
Ci sono sere che vorrei guardare Ci sono sere che vorrei guardare da tutte le finestre delle strade per cui passo, essere tutte le rade ombre che vedo o immagino vegliare nei loro fiochi santuari. Abbiamo, sussurro passando, lo stesso sogno, cancellare fino a domani il sogno opaco, cruento del giorno, li amo anch’io i vostri muri pallidamente fioriti, i vostri sonnolenti acquari televisivi dove i lampadari nuotano come polpi, non c’è niente che mi escluda tranne la serratura chiusa che esclude voi dalla paura. (Giovanni Raboni) |
Notti selvagge - notti selvagge! Se io fossi con te notti selvagge sarebbero nostra voluttà! Futili - i venti - per un cuore in porto - niente più bussola - niente più carta! Remando nell'Eden - Ah! il mare! se in te stanotte potessi ancorare! (Emily Dickinson) - Traduzione di M. Bacigalupo - |
Potessero le mie mani sfogliare Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle macchie occulte. E mi sento vuoto di musica e passione. Orologio pazzo che suona antiche ore morte. Pronunzio il tuo nome in questa notte scura, e il tuo nome risuona più lontano che mai. Più lontano di tutte le stelle e più dolente della dolce pioggia. T’amerò come allora qualche volta? Che colpa ha mai questo mio cuore? Se la nebbia svanisce, quale nuova passione mi attende? Sarà tranquilla e pura? Potessero le mie mani sfogliare la luna!! (Federico García Lorca; traduzione di Claudio Rendina) |
Rondini, o voi dove andate? Rondini, o voi dove andate che par che il cielo v'ingoi? O amiche rondini, fate fate ch'io venga con voi. Rondini, io getterò via tutto ciò che amai, tutto ciò ch'è inutil peso, terrò soltanto l'anima mia. Rondini,è certo che poi senza l'ombra d'un pensiero sarò leggero leggero come il vento, come voi. E tu taci, anima mia. Mentre che scema la luce andiamo dove ci conduce questo volo, andiamo via. (Marino Moretti) | |
Pianura Certe sere vorrei salire sui campanili della pianura, veder le grandi nuvole rosa lente sull'orizzonte come montagne intessute di raggi. Vorrei capire dal cenno dei pioppi dove passa il fiume e quale aria trascina; saper dire dove nascerà il sole domani e quale via percorrerà, segnata sul riso già imbiondito, sui grani. Vorrei toccare con le mia dita l'orlo delle campane, quando cade il giorno e si leva la brezza: sentir passare nel bronzo il battito di grandi voli lontani. (Antonia Pozzi) |