Fantasia?
Accidenti. L’idea che si può acquistare domani assume toni meno rilevanti
che quella cultura che per vivere pulisce i valori raccontati in dvd.
La contrapposizione non deborda dalla voglia di fuggire gli slum con il
compito di dettare linee di difesa che si sciolgono, poco a poco, sino
alla frase finale (una sola e bellissima) desiderata: troppi pensieri,
emozioni, bilanci.
Io ragazzo solitario, oggi ricomincio con passione a ridere della
schizofrenica fantasia che era l’amica di un equilibrio mentale e
psicologico credibile con le lacrime agli occhi. Per me è stato il copione
straordinario, contro ogni previsione, di pagine di memoria che mi hanno
aiutato a travestirmi da clown e da analista di me stesso. Pagine
introduttive di un’antologia depositaria del sapere, dei valori su cui si
basa la società onnivora per eccellenza, incapace di adattarsi ad
esemplificazioni, sempre più convincenti, di un tema che finisce per
confrontarsi con miti liberati di falsa libertà, con grida dal contenuto
più preciso e quanto mai volgare.
Di solito, spesso a ragione, si fa riferimento alla morale con/divisa/
(direi invece nuda proprio nuda), imprescindi/bile d’essere liberi nel
cuore e nella mente. Si tratta di un brivido che nasconde una poesia
profonda, primordiale.
Non sono sordo al linguaggio degli angeli
Aprirò la porta del cuore e della mente
a tutte le parole in libertà
a tutte le parole bagnate nell'acqua lunare.Nozze
E il giorno tanto atteso arrivò.
Agatina era radiosa nel suo bellissimo vestito bianco. Era per lei una
verità incantevole che allontanava il ricordo di una vita disgraziata, che
sembrava all'origine senza sbocco.
La felicità la trasformava: la sua bellezza risplendeva e il suo sorriso
aveva conquistato tutti gli invitati.
Un grandissimo pubblico assistette alla cerimonia; i parenti e gli amici
c’erano tutti, ma c’erano anche tantissimi curiosi, soprattutto giovani.
Il pranzo fu allegro; gli aperitivi, lo spumante e il buon vino
contribuirono a rallegrare anche i più ombrosi.
I piatti più delicati furono serviti copiosi e il clima, gradualmente,
divenne più caldo.
Dopo il pranzo si ballò, ci si divertì, il vino girò abbondante fino
all'ora di cena.
La febbre salì e diverse giovani coppie amoreggiarono dietro gli ulivi che
erano intorno alla masseria- agrituristica, nella stalla, nel magazzino e
negli angoli più bui e appartati.
Non appena il sole cominciò a scivolare dietro la linea dell’orizzonte, si
riprese posto a tavola.
Sulla bianca tovaglia risplendevano la cristalleria e l’argenteria. Le
luci erano smorzate e i fiori di zagara diffondevano tutto intorno un
profumo penetrante.
L’agape ricominciò. Il vino riprese a scorrere nella gola dei convitati.
Agatina e Turi fecero onore alla buona tavola, ma bevvero con moderazione
osservando le diverse persone che erano già eccitate. Ci fu un attimo di
silenzio seguito da un fragoroso battimani quando sulla tavola fu
collocata una montagna di cassata a cinque strati. Come rinunciare ad un
dolce che è definito il principe eccellente del gusto? Tutti ne
mangiarono, anche quelli che erano più pieni di un barile.
Gli sposi si deliziarono con un piccolo assaggio pregustando l’avvicinarsi
della paradisiaca, incommensurabile dolcezza della loro notte di nozze.
Mancava solo la consegna delle bomboniere e il saluto. Pensando a ciò
Agatina si sentì sciogliere in una tenerezza infinita per Turi che le
aveva dimostrato un amore profondo e senza limiti. Lui le aveva ridato la
vita e lei aveva imparato ad amarlo senza riserve anche se non conosceva
bene in cosa consistevano le mansioni del suo lavoro di visore della ditta
“LA FAMIGLIA s r. l.”. A tale riguardo Turi era stato sempre evasivo e lei
aveva capito che non bisognava insistere nel chiedere ulteriore notizie.
Eppoi non era questo il momento di pensare a ciò e alle disgrazie che
avevano costellato la sua vita prima d’incontrare l’amore, il vero amore.
Ecco l’ultimo atto della festa: furono portate le bomboniere. Intorno agli
sposi si strinse una massa di persona che cercava di ricevere in fretta la
testimonianza di quella meravigliosa giornata e di augurare loro “figli
maschi” con un bacio.
All'improvviso si sentirono delle grida di paura che determinarono un
fuggi-fuggi caotico e precipitoso. Diverse persone rimasero pietrificate
per la paura: un motociclista con stivali, tuta e casco nero avanzava
veloce tra i convitati. Il braccio destro era teso e nella mano una
pistola mandava bagliori di fredda luce metallica. Giunto a pochi passi
dagli sposi si fermò. Sei detonazioni, seguite da sei lampi giallo-rossi,
furono il bacio di morte per Turi. Il motociclista scappò veloce verso una
moto di grossa cilindrata alla cui guida vi era un pilota vestito come
lui. La moto, in un istante, scomparve rombando nelle ombre della sera.
Xelenia
Xelenia attendi, sempre.
La luna, entrata dalla finestra, riscalda la sua pelle fredda sul tuo
cuore che brucia.
Xelenia duole la cicatrice del giorno vuoto che con la sua luce di
solitudine segue le orme dei tuoi baci. Baci rimasti muti sulle labbra di
quel rosso giacinto che mani di pietra ti portarono al calare della sera.
E venne così la notte cieca simile ad un deserto gemente dove la tua
tristezza, ancora oggi, vaga alla ricerca dell'acqua - gioia dell'arsura e
specchio dell'amore -.
La notte, quella notte, aveva un nome sulle labbra: Aifam. - un grido
soffocato dietro muraglie di debolezze e di paure -. Aifam. Tu lo gridasti
quel nome ma lo gridasti al contrario e come interrogativo alla terra
sordomuta.
E' la terra, la terra stessa che definisce il rapporto tra uomo e cultura.
E' terra dura quella che tu hai scelto d'amare per amore. Terra dura che
lacrime silenziose hanno reso fango nel quale la vita affonda i piedi e
non riesce più ad alzarli. E tu, Xelenia vieni da oltre il mare e non hai
capito che qui l'amore è silenzio.
E non puoi volare con le penne di metallo per cercare la verità che si
legge nei libri.
Non t'interessa! Vuoi scagliare la tua lingua come pietre contro palazzi
di cemento armato. “Avranno almeno un fragile vetro che si frantumerà”.
Dici.
Vuoi sapere e far sapere, conoscere e far conoscere.
“Amicizia non è stringere la mano”. Dici.
Ormai sei arido ulivo, pietra bruciata.
“Uccidermi non possono perché sono già morta”. Dici. Sei morta con il tuo
Xavier (Saverio).
I tuoi sospiri d'amore sono brividi di vento freddo che spirano
nell'inverno del tuo cuore. La tua primavera è finita, per sempre. Eppure
sei ancora giovane e bella.
“E' relativo”. Dici.
E attendi. Attendi di veder cadere chi scala il pizzo dell'ambizione al
denaro facile, della violenza e del crimine.
La violenza è violenza, il crimine è crimine e non possono trovare
giustificazioni sociologiche e psicologiche quali: diversità di cultura,
diversità di valori, disagi, emarginazioni, fragilità, sradicamento,
povertà … ecc. !
Arrogarsi il diritto della vita altrui è follia e crudeltà all'infinito.
“La ferita che lascia tale morte è palese e inguaribile”. Dici.
Dici bene, Xelenia. |