POESIA DISSACRATORIA |
Phaselus ille… | Sabinus ille… |
L’Infinito L’Infinito | La pizza L'Infinito (senza mai usare la vocale 'e') |
Mattina | Elettricità | In Chiesa | M' illumino di monitor |
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono | Voi che sparsi ascoltate in rozzi accenti |
Giuseppe Parini a ventitré anni, nel 1752, pubblicò con lo pseudonimo di Ripano Eupilino (Ripano: anagramma di Parino; Eupilino: di Eupili, ossia del lago di Pusiano) il suo primo libro di versi: Alcune poesie di Ripano Eupilino. Secondo me, in questo sonetto si diverte a prendere garbatamente in giro l’ illustre e intoccabile poeta dell’amore, ma Parini non aveva riguardi di sorta per nessuno, diceva quello che pensava. |
Leopardi | dei confronti, dei nuovi documenti, |
Coro atto terzo "Da gli atrii muscosi" dell'"Adelchi" | Parodia coro Adelchi (Manzoni mi perdoni) |
Egoismo e carità | Egoismo e carità |
Giosuè Carducci elogiò la saffica dello Zanella, definendola degna d’Orazio e dei lirici greci, ma qualche anno dopo si divertì (a me pare) a prenderlo in giro. |
Colloqui con gli alberi | Colloqui con gli alberi |
O Sirmione, delle penisole e delle isole | Imitazione, da Catullo |
S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo | L'aggiornamento del Cecco |
Il trionfo di Bacco e Arianna | Il trionfo di Pippo e Giovanna |
Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura, ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole, occhi soavi e più chiari che 'l sole, da far giorno seren la notte oscura, riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura, rubini e perle, ond'escono parole sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle, man d'avorio, che i cor distringe e fura, cantar, che sembra d'armonia divina, senno maturo a la più verde etade, leggiadria non veduta unqua fra noi, giunta a somma beltà somma onestade, fur l'esca del mio foco, e sono in voi grazie, ch'a poche il ciel largo destina. (Pietro Bembo) Sonetto alla sua donna | Capelli biondi ondulati, con riflessi d'ambra limpida e pura, che al vento ondeggiano e volano sulla neve, occhi dolci e più luminosi del sole, capaci di rendere giorno sereno la notte scura, riso, che calma ogni pena aspra e dura, labbra (rubini) e denti (perle) da cui escono parole così dolci, che altro bene l'anima non desidera, mano candida, che i cuori stringe e ruba, cantare, che sembra armonia divina, saggezza di persona matura già da giovanissima, grazia non vista mai fra noi, congiunta alla massima bellezza la massima onestà, furono l'esca del mio amore, e in voi vi sono qualità, che il cielo generoso a poche donne dà in sorte. (Traduzione di Lorenzo De Ninis) Sonetto alla sua donna |
Il più bello dei mari | Il più bello di … |
Ho quasi paura | Ho quasi freddo |
Bambini | Bambini |
Sogno | Sogno di dissacrare Pascoli |
Gli amici le portano un albero di Natale | Dissacrazione del male |
Rose | Iella |
Dicono? | Tacciono? |
Paris at night | Pisa di notte |
Grande cosa è l'amicizia | Grande cosa è l'amore |
Il Paradiso non è più lontano La fama è un'ape | L'Inferno non è così lontano La fama è una mela |
La chiocciola | La passera |
S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo | Parafrasi |
La morte del passero | La morte del fagiano |
Il bove | Tavorando sul Carducci o Carducciando sul Tavor??? |
La partenza del Crociato | La partenza di Vanni |