Poesie di Mara Faggioli


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Mara Faggioli

Poetessa, scrittrice, scultrice
Nata a Firenze il 3 giugno 1950, risiede da oltre venti anni a Scandicci (FI).
Divide il suo tempo e la sua sensibilità artistica fra scultura e letteratura. Le sue opere riescono a coinvolgere con incisività e nello stesso tempo con delicatezza e soavità di espressione, toccando spesso temi che fanno riferimento ai valori multiculturali, alla solidarietà ed alla fratellanza fra i popoli per affermare che l'arte deve saper parlare al cuore della gente.

Nel 2001 ha pubblicato "Dedicato a Lorenzo"- Ed. Helicon e nel 2004 la raccolta poetica "Piuma Leggera"- Ed. Masso delle Fate, con saggio introduttivo di Vittorio Vettori, vincitrice del prestigioso
1° premio "Fiorino d'Oro" al Premio Firenze-Europa e del Premio "Città di Vienna". (1^ ristampa 2005).
Parte dei proventi della vendita del libro sono devoluti ai Padri Missionari Comboniani per l'Ospedale St.Mary's Maternity di Khartoum in Sudan che si occupa di assistenza alle madri ed ai bambini.
Fa parte della giuria del Premio Letterario di Poesia "E. Mazzinghi"
Ha curato la prefazione alla commedia in vernacolo "Amleto i' vinaio" di M. Recchia.
Collabora con la rivista d'Arte "Pegaso".
Ha partecipato al progetto di "Educazione alla lettura ed alla poesia" con gli studenti della scuola media.
Il Comitato del Premio Titano della Repubblica di S. Marino con il patrocinio dell'Interreligious and International Federation for Word Peace le ha conferito il titolo di "Promotore di una cultura di pace".
E' impegnata in attività no-profit in ambito culturale e sociale.
E' stata inserita dalla Commissione Nazionale dell'UNESCO nel sito web della "Babele Poetica" in occasione della giornata mondiale della poesia 2003 e 2004.
Sue poesie sono state tradotte in rumeno, greco, russo, polacco, inglese, francese e pubblicate in Romania nella rivista d'arte Lamura.
Targhe alla carriera conferite dall'Accademia Culturale Le Tre Castella della Repubblica di S.Marino e dal Circolo Culturale e Poetico "Mario Luzi" di Boccheggiano (GR).
Ha fatto parte della Delegazione del Centro d'Arte Modigliani partecipando all'VIII Mostra d'Arte contemporanea italo-franco-russa a Pantin (Parigi) sia come scultrice che come poetessa nell'ambito della manifestazione letteraria.
E' Membro permanente dell'Accademia Culturale Le Tre Castella della Repubblica di San Marino.
E' inserita nel "Dizionario degli Autori Italiani del Secondo Novecento", "Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo Novecento ad oggi"; "Donne in Arte"; "Atlante Letterario Italiano"; "Arte e Pensiero "; "Canzoniere d'amore"; "Le donne: la storia, le storie" realizzato da Auser Coop; "Poesia e Musica"; "Poeti e Poesie della Toscana"; "Scrivere" ed in varie antologie e riviste letterarie e d'arte.
Si è classificata al 1° posto a numerosi concorsi letterari nazionali e internazionali ed è stata premiata presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles per il "Grand Prix de Poésie".
Ha ricevuto la "Colomba d'argento" ad Assisi per il Concorso "In volo per la pace".

Come scultrice ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia ed all'estero.
Di particolare rilievo internazionale la Mostra itinerante del Comitato Promotore della Pietra Lavorata del Comune di Castel S.Niccolò "Omaggio a Francesco" allestita nella Cripta della Basilica di S.Croce a Firenze, nella Chiesa delle Stimmate a Roma, nella Basilica Superiore di S.Francesco ad Assisi, nella Basilica di S.Francesco ad Arezzo, al Santuario della Verna, al Palazzo Chigi di S.Quirico d'Orcia, alla Basilica di S. Francesco a Pisa, alla Chiesa di S.Andrea a Montevarchi.
Una sua opera di scultura è stata scelta per la copertina del libro di poesie "Adiacenze e lontananze" di Ninny Di Stefano Busà, Presidente per la Lombardia dell'Unione Italiana Scrittori.
Sue sculture si trovano in collezioni private in Italia, Germania e Canada ed in permanenza presso i Comuni di Firenze, Montelupo F.no, Castel S.Niccolò e Greve in Chianti.

e-mail: mara.faggioli@genie.it
pandolfi.italo2001@libero.it

Ode al vino
                                          …mentr'ella sola, piangeva dolendosi  
                                           dell'abbandono,  l'abbracciò Bacco
                                           e le porse soccorso…

                                                       (Ovidio, Le Metamorfosi)

Ho coppe di cristallo, amore
e baci nascosti nelle tasche,
voglio inebriarmi
di vino e di passione
perdendomi nella luce
del tuo sguardo.
Mi hai fatto dono
di una veste nuova,
da te intessuta
con carezze e sogni,
la indosserò
sopra il mio corpo nudo   
e sarò un'arpa
sotto le tue dita.
Dolce Dioniso,
sarò la tua Arianna,
cospargimi di vino
e del tuo ardore,
sarà delirio, ebbrezza,
e rapimento, non far cessare
questo nostro oblio.
Afferra il tempo
e stringilo  nel pugno
perché l'incanto
non debba mai finire.

1° premio Concorso Comune Montespertoli
1° premio Concorso "Città di Colonna" Roma




Piuma Leggera
Ed. Masso delle Fate, 1° premio "Fiorino d'Oro" al Premio Firenze-Europa e Premio "Città di Vienna"

Dedicata al mio nipotino
                  nato nel dicembre 2001

A Marco
Sei arrivato
così,
in silenzio
e senza clamore,
in un dicembre
di sole bagnato,
soffice e tenero
come fiocco di neve
e lievemente
ti sei adagiato
sopra il mio cuore
infreddolito,
piuma leggera
a regalarmi calore.

A piedi nudi
In questa sera che timida scolora
m'avvolge, come un manto,
la tristezza
e tu, amore mio,
sempre al mio fianco,
mi porgi la tua mano
e mi consoli, aspettando
di nuovo il mio sorriso.

Rovi pungenti
ho messo alla mia porta
prigioniera di sogni
a tinte forti.

A piedi nudi
dovrò adesso camminare
ma, prima ancora,
che spuntino ferite,
per rendermi più facile il cammino,
fra le tue braccia mi solleverai.

Regalami carezze tra le ciglia
per frantumare lacrime e pensieri,
in questa sera che timida scolora.

Chissà se ci saranno
ancora giorni
profumati di spezie
e di viole,
se più intrigante
il tuo sguardo sarà
quando lieve
si poserà su di me
inondando di gioia
i miei pensieri.

Chissà se sarò capace
di tenere ancora
stretta in pugno
un po' di scolorita fantasia
per dar luce a quei giorni
tristi e senza sole
nascosti nelle pieghe
della vita.

Come acqua tenera
sgorgo da te
mia sorgente di vita
e muta anelo
le tue ardenti mani
a stringere il mio corpo
di giunchiglia,
come un'arpa
sarò per te
quando dita ribelli
vibrare mi faranno.
Verso le mie lacrime
in coppe di cristallo
per dissetare i sogni
prigionieri,
getto nel pozzo
le chiavi del mio regno
perché la luna
è qui tra le mie mani.

Come in autunno, gli alberi
esausti e stanchi,
lascian cader le foglie
e quasi con sollievo,
le regalano al vento,
così, forse, anche l'uomo,
dalla sua vita si separa
senza rimpianto né dolore.

Donna,
            potranno spezzarti  le ali
         ma non potranno
         impedirti di volare.

Donna,
    potranno ferirti
         ma non fermeranno
                        i tuoi sogni.
Donna,
      potranno seppellirti
         sotto cenere e fango
         ma tu continuerai
         il tuo canto.

Donna,
         umiliata e offesa
         ti rialzerai,
         calpestata e ferita
         risorgerai,
         SEMPRE RISORGERAI
         perché la vita è in te.
           
Come la terra
accogli il seme,
                         dentro il tuo ventre
                         custodisci la vita,
amore e  nutrimento  
dona il tuo seno
                        effimero messaggio  
                        per l'uomo di domani.
                                          
Crocifissa hai spezzato        
i confini del mondo
squarciando il cielo                     
con il tuo sguardo.

Forse, neppure i sogni,
più lievi e più leggiadri,
nati nelle notti
palpitanti di stelle,
hanno ali
                così leggere
come il pensiero di te
che mi accompagna
e mi toglie
                il respiro.

Forse quel  lampo che incendia
                                    il sorriso
nel lento volteggiare delle cose
e quel tremore che attanaglia
                                     il passo
fa parte di questo gioco strano
dove nessuno sarà poi il vincitore.

Il rischio è questo indugiare,
questo timore oltre la linea
                                d'ombra
non aver colto quel gesto,
                       quella parola,
non riconoscerne il dono,
buttarlo, inconsapevolmente,
come un abito smesso,
insieme al diluvio di parole.

Fruga nei miei silenzi
           e attendi l'ora
che impallidisce
                    il giorno
e crea la sera,
mi vestirò col chiarore
                   della luna,
avrò pelle di ambra
e nei capelli
                      un fiore.

Attendo in dono
una notte pellegrina
per incendiare il respiro
                     delle stelle.

Mi specchierò nella luce
             del tuo sguardo
ancora pieno di purezza
                  non smarrita.

Grattero'
con le unghie
le nubi
perche' per te voglio
il sereno.

Cuciro'
foglie e fiori
su arbusti
secchi e spogli
perché possa sembrarti
primavera.

Sedurro'
le ultime farfalle
affinche' con danza lieve
volino ancora
nel tuo giardino.

Sciogliero'
col calore del mio corpo,
la prima candida neve
affinché i torrenti
possano ancora
scendere a valle.

Porterò
lucciole davanti ai tuoi passi
affinché possano illuminarti
la via.

Ed io camminerò
con passi stanchi
trascinando questa pesante valigia
colma d'amore e di dolore
ma più, ormai,
mi sarà concesso
poterti ancora ritrovare.

Inquietudine
In questo cielo sempre nuovo
Nello stupore di ogni giorno
Quando il grido dei gabbiani
Ubriachi di libertà
Ingannerà le nostre parole
E dal tormento dei ricordi
Trarremo linfa nuova
Udiremo echi lontani
Di antiche stagioni
I sogni nascosti
Nelle mani del tempo
Esistere ci faranno.

La rugiada
Se potesse la rugiada del mattino,
posatasi sui prati della vita,
placare la mia sete di sapere
sciogliendo i dubbi feroci
                                 della sera
pronti a sbranare il tempo
                                 delle stelle,
allora,  altro io  non chiederei
se non di diventare,
                             di quel prato,
fragile  ed assetato filo d'erba.

Lascia ch'io sia
la nostalgia di un sogno
disarmato, indifeso,
prigioniero di parole
incrostate sulla pelle.

Conservalo ancora, se puoi,
nel soave respiro del mattino,
nell'ansia di rugiada,
nel passo leggero della notte.

Tienilo lì, rannicchiato
                     nei silenzi,
come acqua di sorgente
a dissetare il cielo.

Graffia l'anima,
                    il tempo,
indomito, impetuoso.

Tutto resta impigliato
nelle trame del pensiero.

Soltanto i sogni sono
                 la certezza.

Ottobre
Nell'aria umida di sogni
s'ode soltanto il respiro
                     del vento
e le farfalle innamorate
con ali nuove vestite
breve hanno il volo.

Tacciono gli uccelli
sui rami quasi spogli
e nel riverbero del sole
lascian cadere le ultime
                           foglie
gli alberi stanchi.

Panta rei
Come il fremito fugace
all'ombra del respiro mattutino
tra le foglie dorate si disperde,
così noi, metèore passeggere,
in questa vita andiamo
senza lasciar la scia.
E tutto scorre, passa,
poi finisce, sul filo teso
di un battito di ciglia.

Poesia
Quando tutto intorno
a me sarà perduto,
quando compagna
mi sarà la solitudine
e la mancanza d'amore
diventerà follìa,
soltanto tu sarai balsamo
a lenire il mio dolore,
soltanto tu salvare
mi potrai, dolcissima,
adorata poesia !
                                 Altro non ho da donare
                                 che parole

Terra di Mesopotamia,
antica culla di prosperosa civiltà,
sotto la polvere dell'odio adesso sepolta,
più non si stagliano nel cielo
le fiere sagome delle palme,
soltanto lampi di fuoco
incendiano il rosso del tramonto
lungo le rive del Tigri
e di sangue ne tingono le acque.

Ma chi mai potrà cancellare la vergogna?
Cosa lasceremo ai nostri figli?

Semiramide è scomparsa, non riusciremo
a costruire un'altra Babilonia
di giardini pensili ornata
ma nuove pagine insanguinate
consegneremo alla Storia
lasciando ai posteri lo scempio
perpetrato all'alba del Terzo Millennio.

Niente ha fermato il massacro.

Tutto sembra diventare inutile.

Resta soltanto una cosa da fare:

            "ESTIRPARE
DALLA MENTE DELL'UOMO
      L'IDEA DELLA GUERRA".

Vorrei…..
Vorrei regalarti
arcobaleni lucenti
intrisi di pioggia
or, ora cessata
e scaglie di sole,
e spicchi di cielo,
fragranti di terra
ancora bagnata.

Vorrei regalarti
il soffio del vento
affinché giocando
nei tuoi capelli
possa portarti
le mie carezze.

Vorrei illuminare
i tuoi occhi stanchi
sfogliando il velo
di malinconia
asciugar la rugiada
che li bagna
e specchiandomi
nel tuo sguardo limpido
carpirne la sua tristezza.


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