Poesie di Gloria Malinda Grams
Home page Lettura Poeti del sito Narratori del sito Antologia Autori Biografie Guida Metrica Figure retoriche |
Nella mia mente vagando va lo messere errante, avvolto da
un mantello che irriconoscibile lo rende, ma che vaga di continuo quando
nel ciel vi è luna calante. Lo chiamo, urlo il suo nome e lui col suo cavallo nero si ferma, e mi guarda con occhi d'ira fumante. Io so chi lui è e sicuramente lui conosce il mio nome. Da lungo tempo abbiamo intrapreso una battaglia dura, cattiva, ma costante. Lo disturba molto il fatto che non mi sia arresa: per lui è una cosa che molto gli pesa. Ma con me vedrai che mai mi arrenderò e quando urlerò il tuo nome ti dovrai fermare per un po'. Mi hai fatto paura, in passato, questo è vero. Ma mai mi farai paura avvolto nel tuo mantello nero. Dovrai arrenderti tu, messere duro e cattivo: con me non potrai mai cantar vittoria od essere giulivo. Quindi riprendi il tuo folle vagare fra montagne e fiumi: ho la preghiera dalla mia, ed è questo ciò che per sempre, sconfitto, ti farà vagare, sempre senza lumi. All'infinito, sì. Di notte e di giorno. Con me troverai sempre una guerriera che sorridente ti darà il buongiorno. Quindi ora sparisci, non ti voglio guatare: per me per troppo tempo mi hai fatto, con tanto dolore, per mille valli cavalcare. Sparisci, rivoglio la mia vita: per me e per chi soffre dovrà essere infinita. Butta in un fiume la tua spada: con me non serve più. La mia in un fiume l'ho di già gettata. Ma se servirà so come riprenderla: e sarà guerra infinita. |