Una notte d’ inverno
Chi ci guarirà da questa malattia?
Chi ci sosterrà nella salita verso il fine ultimo?
Cerco qualcuno che prenda in mano i remi di questa zattera
Qualcuno che a vele spiegate guidi questo equipaggio
Un solo marinaio
Stanco di navigare senza meta
In balia dei venti
Qualcuno che getti un’ ancora di salvezza
A due passi dalla sua isola
E asciughi i miei piedi davanti ad un falò
Qualcuno con cui parlare
Qualcuno che non sia lo specchio d’acqua
Su cui troppe lune gettano luminosità da troppo tempo
Qualcuno capace di aprire questo mio libro
E non abbandonarlo alla prima pagina…
Una sera d’ inverno
Seduti a guardare il fuoco acceso di un camino
Riscaldarsi senza sapere che quel che brucia è carta e non legna
Questo è pensare di avere veri amici
E allora t’ accorgi che è più facile bruciare carta
Piuttosto che uscire all’ alba a cercar col freddo legna da ardere
E riportare col sudore, alla sera
Legna da ardere a casa
La lavatrice
Gli innamorati sono come i panni sporchi
Che trepidanti attendono di entrare in lavatrice
Insieme, in coppia
Da puliti che erano iniziano a sporcarsi
Quando l’amore gli infanga il cuore
E nel momento del connubio
Quando la storia ha origine
Quando l’amore si rivela corrisposto
Si infiltrano nella lavatrice
Insieme, in coppia
E la centrifuga gira vorticosamente
Miscelando cuori, sesso, menti
Per anni, mesi, giorni
Quanto basta per tornare puliti
Il lavaggio termina
Ed escono tutti e due dalla lavatrice
Puliti e profumati
Insieme
A cercare altri panni sporchi
L’eroe del mese
Ecco Gennaio che bussa alla porta
Mi viene a dire: guarda che stoffa!
Questo mantello è un regalo del cielo
E forse t’ aiuta a combattere il gelo
Di colpo Febbraio mi manda coriandoli
Mi viene un sorriso mentre giocandoci
Volta la faccia che diventa pallida
Cade la maschera e sopra una lacrima
E dopo Marzo con cui non ci parlo
Arriva Aprile e si insinua un tarlo
Nella mia mente comincio a volare
Ormai è tempo di guerreggiare
Dopo una notte passata con Maggio
Mi alzo dal letto e respiro coraggio
Getto il mantello che il cielo m’ha dato
Do inizio alla guerra e allontano il peccato
Mi prendo Giugno tra gli alleati
Dichiara che il sole manda soldati
Mi siedo intanto su un suolo bianco
Aspetto che il sole arrivi più in alto
Corre gridando luglio in mio aiuto
“Il sole ora è stanco, ti lascia uno scudo
Niente soldati per trovare pace
Inizia da solo ad usar mille spade”
Da solo piango guardando agosto
Parla abbronzato “ Il sole è losco!
Non ti fermare, continua a lottare
Qualcosa da solo dovrai pure fare!”
Passano i giorni e giunge settembre
Cadon le foglie e s’annebbia la mente
Più il tempo passa più il sole stacca
Sdraiato rimango con la testa stanca
Ottobre mi prende le mani sfiancate
Accarezza i miei occhi e le labbra gelate
Mi parla e ricorda che il primo a guardarmi
E’ stato lui coi suoi 30 gendarmi
Mi alzo col freddo e incolpo novembre
Lui mi risponde che il sole non splende
pulisce il sangue sulle mie gambe
mi da una spinta e dietro alle sbarre…
Dicembre s’accorge che son prigioniero
“Nemmeno la neve salva un guerriero”
Spegne le stelle e riaccende la mente
Ritrovo il mantello e squarcio il cancello
So che Gennaio ormai è alle porte
Torna da me a dominare la sorte
Non gli permetto d’ esser più forte
Di colpo mi spoglio e scelgo la morte…
Babbo Natale vs. la neve
Una settimana bianca che dura da quattro gelidi anni
Su ogni tuo Natale è sempre scesa la neve a far danni
Tra il sole e la luna che piangon dietro alle stelle
Babbo Natale è di te stanco…Non ferma più le sue renne
Su quel tappeto pieno di brina s’è assopito un gatto bianco
Pronto a soffiar su ogni farina non del tuo sacco
Tu l’hai cacciato per correr verso la neve
Che t’aspettava con sorriso e aperta rete
E di un amico che per dolor c’ha lasciato il cuore
Hai fatto l’ultimo asso…
Da tirar fuori quando t’ aggredisce il tremore
Agli incubi che nel buio ti parlavano
Del tuo paese ormai eri il diavolo
Alle candele spente che un lontano giorno
T’accorgerai d’aver lasciato a te intorno
Guerra o pace di notte?
Tu che di stelle ne vedi anche troppe
Con gli assassini a te vicino d’amici vestiti
Il gatto e la volpe a confronto son giusti e puliti
Degli indiani sognati nel west rincorrere nemici
Hai fatto carte e roghi da mostrare ai malefici
Per ogni desiderio sospeso o mancato tra cielo e terra
Corri su un cavallo verde smeraldo dall’ incerta sella
E quei riflessi dorati t’han portato pian piano allo stremo
Non ce l’abbiam fatta a fermar quel maledetto treno
Ma tra tutta questa brava gente che d’oro riflesso si vanta ridente
Sei tu l’ unico gioiello impolverato che ancora splende
Come faccio a donar la vita ad un mondo che non crede
D’aver sommerso dell’ indiano la mente con la neve?
Siamo vicini e distanti
Ma guarda quel gatto…
Lascia che asciughi i tuoi pianti
Torna a casa senza paura del freddo
Lei t’aspetta per tenerti a sé stretto
Io rimango e sogno sul tappeto senza più brina
Di cacciar dal tuo mondo tutta questa farina
Babbo Natale stanotte è tornato
E nascosto in lacrime ha parlato
M’ha chiesto se volevo un regalo
Ed io d’ un gesto l’ ho pregato
“Corri di nuovo dall’ indiano con le renne
E fa che del cuor non ci lasci le penne
Coi bicchieri dorati saziagli la sete
Stavolta però non far scender la neve…”
Giochi di mestiere
Se dovessi fare un gioco non so quale sceglierei
Li ho provati quasi tutti ma di uno ancor desio avrei
Messo al centro in varie pose esclamar dovrei di cose
Alleati alla mia destra e avversari tutti intorno
Stare pronto con coraggio a puntare il dito contro…
Agli angeli che di promesse celesti c’han saziato e ubriacato
Le ali ruberemo per regalarle a un sogno viziato ed azzardato
Ad una religione che come unica via per il piacere ha il peccato
Per un torto titolare che vince sulla vittima ragione ormai reato
Ad una sensazione che davanti a se trova strada senza uscita
Assediata dai rimorsi e tradita da un ricordo in fin di vita
Consacreremo menti in festa di queste cento specie diverse
Con un falò nella foresta delle infinite vecchie riserve
Ai forse e ai mah… qualcuno un giorno vi ritroverà
E nel mondo non abiteranno più mille false verità
Le streghe e gli gnomi torneranno a nutrir le paure di colori
E da rovi incendiati porteranno a trofeo i congelati dolori
Ai signori che si veston da giudici nel paradiso del nostro sistema
Auguriamo un processo all’inferno presieduto da giustizia iena
E a marcir nell’aldilà spediremo i frutti acerbi di parole senza gesti
Che immortali danni han fatto a chi di amicizie conserva solo resti
Di tutti i giochi ho fatto un’ arte
E del gioco dell’ amore non so proprio cosa farne
Ma di notte il cielo prego con al fianco cuore e carne
“Oh cielo, se esiste un Dio, beh…Che mi lasciasse prender parte..”
Il Clown
E mi ricordo di te
Giocavi con capelli biondi proibiti
Che il mondo t’ha legato forte intorno al collo
Forche e tagliole non si fermavan più davanti alla bocca
Arrivavano al cuore
Trafiggendolo con echi del pubblico pagante
In delirio per il clown…
Il clown, il clown
Doveva fare a tutti i costi spettacolo
Il clown, il clown
Con le risate esorcizzava il diavolo
A tutte le lucciole
Che in quelle notti d’estate non hai mai preso
Lasciandole in dote
Per vergogna a quel tuo vile compare scemo
Alla porta di un’amicizia chiusa in faccia
Per colpa di un sentimento imbavagliato e in gabbia
Alla rabbia dei soldi custoditi in banca
Che t’han rubato l’affetto della figura più saggia
Alle mille domande
Che guadagnavano risposte ormai stanche
E al cuore tuo che ogni notte
E’ preparato a prender mille botte…
Io contro Io
Io, cacciatore nei boschi del respiro
A cercar me stesso vago per farne preda
Io, guerriero criminale
Ammazzo la famiglia con deserti di solitudine
Io che sono scarcerato ragno
Invano piango prigioniero della mia tela
Io che non ho tavola dove mangiare i resti dei miei difetti
Io che per dormire rincorro sogni di vizi su mille letti
Io che non ho muri su cui inchiodare a turno le mie croci
Io che cerco accordi d’amore con cui vestire le mie voci
Io che non ho ali per sorvolare i paradisi del mio inferno
Io che volo nudo nei freddi delle mie inibizioni d’ inverno
Io che di quest’ anima puttana mi professo illibato redentore
Io…
Io sono qua ad aspettare sempre
Qualcuno che venga a liberarmi l’anima
Nell’ orto della mia vecchiaia pianto i semi di una gioventù
Che mai riporterà i suoi frutti
E questo maledetto angelo
Disteso sul tetto del grattacielo dei miei guai
Mi guarda e ride… e non mi difende mai…
Col terrore di scrivere quello che sento
Massacro la penna nella mia testa
E resto con un foglio bianco sul cuore…
Nuovo Giorno
Soli, senza giorno, senza gente intorno
Soli su di un letto morto
A sperar che la notte aiuti molto
In questo viaggio che si sa
E’ senza ritorno
E che dire di questo dono
Quello che c’ha fatto il mondo
Vedere sempre il suo vile volto
Che piange e chiede perdono
Con la paura di toccare il fondo
Bussa alla porta un dolce e vecchio Addio
Questa volta è il turno mio
Glielo devo dire io al cuore
Che oggi mi ruba Dio
Cuore, ormai non sei più mio…
Cuore, vattene in Paradiso
Tu ci entri col sorriso
Io in questo condominio
Lascio solo il corpo mio
Cuore, io… Io me ne andrei
Ti fermi qui da solo?
Ti fermi…
Me ne vado via in volo
In questo viaggio che si sa, paga un biglietto solo
Ma se il vento soffierà contro, non temere…
Io sono pronto
Sfiorata
Confetti di piombo dormono oramai nel tuo cuore
Che da tempo invidia l’eco di tamburi dispersi
Tra deserti distanti tagliati da palme a due sole foglie
E il cielo guarda e bagna di passione catene diverse
Di anelli di tunnel da dove entra
ma non vola via lo sguardo del sole
Ma solo un raggio di luce veloce e deciso ad illuminare
Un piccolo parco nel quale solo un bambino, solo
Può passeggiare, non correre via…
Dimentica Settembre
Ma dove vanno a finire le stelle
Quando fuoco aureo al loro corpo si nega?
E ci sarà mai un cimitero per questa luna
Che tanto si dice “a due facce”
Ma che mai si è degnata di volgerne una alla mia?
Qualcuno ha raccolto una foglia volata via
Dalla quercia senza iniziali scolpite sul busto
All’ alba di un autunno che l’aquila ha rinnegato
Potrà mai il sole renderle creatura destinata al nido dell’ amore?
Alla vista d’una nuda montagna
Guardata da folle nuvola
Che cielo platino domina
Un maledetto ramo del mio cuore sprofonda
In questo pozzo di fango e speranze…
E la promessa che mi fece Settembre
Sussurrata al mio cuore
E’ partita con quell’ aquilotto
Che madre cerca ancora dalla sua dimora
Quel nido d’amore
"Non So Nuotare"
Questa è pioggia d’ addio
C’è poca acqua per me
Io ho trovato il mio tetto
Ma tu, tu sì, ti bagnerai
Il mio cuore cambierà casa
E rifarò le chiavi della mia vita
Avrò un destino più mio
Se ti fa male non lo riscriverò
Dormirò in un nuovo letto
E volgerò lo sguardo ad un’altra stella
Quella tienila per te
Ho ripreso le preghiere spedite alla luna
Oramai restano solo le tue lì
I miei occhi andranno oltre le tue foto
La mia voce non saprà più creare quel “ Ti amo “ per te
Non vorrà più
E il tuo angelo custode non potrà più sostituirsi al mio
I loro “protetti” hanno preso strade diverse
E quando vedrai acqua…
No, non saranno lacrime mie
Io quell’oceano l’ho già attraversato
E tu che mi dicevi:
“Non so nuotare”…
L’Albero Al Cielo
Portami come fossi un cuore di foglie
Portami con te
Come se tu fossi un albero
Ed io, io sì
Come un cuore di foglie
Così ricorderai che prima o poi
Non potrà spezzarsi
Ma solo allontanarsi dalla tua mano
E non sarà colpa del vento
Ma del tuo cammino troppo affrettato
Dell’ albero che ha urgenza di crescere
E pian piano perde foglie
Dio gli ha portato via queste
Ed ora, nudo e possente
Cammina solo verso il cielo
E così tu capirai un giorno
Di non aver appreso l’ importanza di quella foglia
E quanto fragile fosse
Seppur a te aggrappata
Ma pur chiusa che era la tua mano
La foglia è riuscita a volar via
All’ inferno c’è finito l’ albero
Questa ha trovato nuovo cielo
Il cuore d’un altro albero
Ragazzo Mio
Ragazzo mio
Non credere a chi raffigura ad angeli padri e madri
Il tuo angelo vive in un mondo di lune danzanti
E stelle traboccanti di sorrisi
Dove pioniere della felicità sono Sirene e scarlatte rose
E le parole si innamorano dei più caldi suoni di violino
Ai quali viene lasciato il compito
Di far capire ciò che la bocca emana
Qui l’occhio ha vista attraverso melodia
E l’ udito altro non attende
Nutrimento per loro è luce solare
Come il riposo s’affida ad acqua marina
Che il corpo non lascia bagnato
Ma intriso di colore smeraldo
E questo mondo si posa soffice
Su di una candela con manto d’avorio
Ed un’ imponente fiamma
Che custodisce stretta a sé lacrime e dolori
Ragazzo mio
Non credere a chi raffigura ad angeli sirene e luce solare
Scarlatte rose ed acqua marina
Solo colei che ti è accanto
Può custodire stretta a sé lacrime e dolori
Dedicato
Non tornano i rimpianti
Non affiorano i rimorsi
Ma i ricordi, quelli…
Lode a chi, vincitore della sfida, li distrugge, li sotterra
E il telefono non è un’ arma
La voce che senti è sua
Ma non hai davanti ai tuoi gli occhi suoi
Chi conosce il tormento sa che di notte la luna non aiuta
Ed il cuscino non è fatto di carne e cuore
Vicino a te non c’è più anima
Parla con il vento e spera che porterà le tue parole a cuor suo
Qualcuno ha detto che a nulla serve sentimento nobile
Ebbene, questo senso di malinconia, vuoto e dolore
Se si risolve in un “Mi manchi”
E’ da paragonarsi a parola “Amore”?
Torna e dimmi che è vero
Quanto Tu
Ho dormito troppo a lungo
Lasciando il tuo amore sveglio per me
Troppe ferite aperte dentro al cuore tuo ho lasciato
E adesso mi accorgo quanto grande sia il mare
Quanto amara sia la solitudine
E quanto tu su me contavi
Uomo dai mille volti
E dagli sconfinati stati d’ animo
Che su te gravavano
Hai fatto in modo che l’ amore mi desse il benvenuto
Ma il mio cuore è rimasto sulla porta tua
E quella musica intrisa altro che da violini e pianoforte
Non è riuscita a penetrare nelle mie orecchie
E pur di portar via da questo mondo inferno l’ amor nostro
Anche a menzogne la tua dignità prostravi
E adesso confesso
A primavera è come fosse inverno
All’ alba è già il tramonto
Al sole sopravviene la luna
Le parole portate via dal silenzio
La serenità rubata da malinconia immensa
Ed io, abbandonato e solo tra la gente
A cercare te, sapendo che mai ritrovarti
E intanto l’ amore non ha bussato più alla porta del mio cuore
Adesso mi accorgo di quanto tu sia…
Sogni
Ho dato sapore al mio corpo per farti approfittare della sua bontà
Ho portato i miei sogni in fondo al mare
Così che in terra solo i tuoi restino
E le mie mani dentro la bocca tua ho introdotto
Con l’ intento di tirar da lì fuori
Un urlo di vita insieme
E continuo a fotografare il tuo sorriso e l’ espressione
Quella solo mia pazzia di essere felice
Nel bere dalle tue guance cristalline lacrime
La voglia incontrastata di sapere il tuo nome solo mio
La fame del tuo “Ti amo” sempre più incessante
Donna
Porgi la tua rosea lingua al cielo
E con spinta mia, vedrai,
Riuscirai a spalancare le porte sue
E troveremo dentro ciò che nemmeno i tuoi più bei sogni sognano
Ed ora ciò che dirti posso solo è
“Prendimi donna mia,
Prendimi e fa di me ciò che i tuoi sogni ordinano”
Regina
E certo è che lo scopo è sempre il medesimo
Prendere un qualsiasi asciugamano
Ed avvolgere il tuo vento nel calore mio
Tu, china la testa sul dolce nostro futuro e pensa
Pensa questa notte all’ orizzonte che nessuno ha visto mai
E sappi che ivi costruirò quattro oceaniche mura
E lì sarò il tuo schiavo
Quindi altri che non sia tu mi daranno ordini
E altri tranne Io ti obbediranno
Ciò che semplicemente tuo desiderio sarà
Me ne innamorerò
Tornerò sul mio pianeta e narrerò di una Regina
E del suo schiavo, allucinato e pazzo per Lei donna
A tutti racconterò del fantastico scandalo quale c’è
E sarà sempre nella vita nostra
E la notte non dovrò darti però più del “ Lei “
Scivoleranno sui tuoi seni i convenevoli
Quando padroni delle anime due nostre
Diverranno sesso e amore
E beati i coloro che godranno di questo privilegio
Che solo in questo mondo alloggia
Questo mondo mio. Il cuore che ho dentro
Ma per certo so che al di fuori vi è solo lo schiavo e la sua Regina
Giuro che prima o tardi ti farò prigioniera mia
Dolce e avido amor mio. Regina.
5 Giugno 1996
E il mio cielo sovrasterà il tuo inferno
E il mio blu oltraggerà il rosso fuoco che dentro porti
Farò in modo che nel tuo deserto nascano i miei frutti
E che il mio sguardo accechi il buio della tua vista
E di nuovo mi farò vincitore delle tenebre nel tuo cuore
Porterò con me ciò che la tua anima cela
E allora sì, il mio amore la pulirà
Ed alcun dolore vi più abiterà
E le spine del mio bacio trafiggeranno il ghiaccio che in te arde
Pretenderò ciò che mai nessuno in te ha toccato
E presto il vento chiamato da me scioglierà quei neri capelli
E complice sarà il laccio a cui i miei segreti ho affidato
Pregando per poter legare il tuo esile abbraccio
Alle mie forti braccia
E quel che farò altro non sarà che amarti…. |