Poesie di Carolina Lari


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Accettazione di sé
M'accorgo che il mio verso
Quello più riuscito
Da tristi sentimenti è dettato

Dell'animo il turbamento
Costante e profondo
Tentare di scrivere va placando

Del mio malessere lo sfogo
mettere per iscritto
È capacità assai apprezzata

Nel mio cuore mi domando
Se debba preferire
Una vita mancante di insidie

Non sarei però io me stessa
Frivola e tranquilla
Senza tale fonte di meraviglia

Haiku 23-6-20
Immutabile
Passi inesorabile
Tempo tiranno

Guardando il cielo
Sogno di esser nuvola
Volare via nel vento
Esser gioco di bambino
Ricordare forme buffe
Bianca soffice spumosa
Far ai monti da cappello
Ispirare leggerezza
Metter anche un po' paura
Grigia densa minacciosa
Far tremare con un tuono
Oscurare tutto il ciel
Far cadere giù la pioggia
Tu abbia o no l'ombrello
Piano piano poi svanire
E il sole far tornare

Attacco di panico
Maestoso vascello solchi i mari
Non badi a flutti né a giganti dei fondali
Sole alto e vento in poppa
dritto vai per la tua rotta

Gira d'un tratto il vento
Il cielo di nubi si fa denso
Finisci zattera in balia dei cavalloni
Naufrago impaurito senza direzioni

Nella vita vascello
Finché tieni il controllo
Zattera diventi
Impaurita dagli eventi

Mare calmo è la tua mente
Pare non farti paura niente
D'un tratto però una certezza cede
La paura ti prende in contropiede

Dov'è adesso quel prode veliero?
Sprezzante impavido e fiero
In una scialuppa s'è tramutato
Qualcosa il tuo io ha spaventato

Tempesta furiosa in te si scatena
Dalle viscere senti salire la pena
Di corpo e testa perdi il comando
In un oblio cadi tremando

Ignori il motivo di questo tuo stato
Cuore impazzito respiro affannato
Un nodo allo stomaco stretto si forma
come un macigno pesante ti affonda

Ovunque tu sia vorresti scappare
Lontano al sicuro da questo penare
L'unica strada che sai è reagire
Raccogli le forze per non fuggire

Ti affidi all'aiuto della medicina
L'effetto attendi della serotonina
Una volta sedata potrai tornare
I tuoi confusi pensieri a riordinare

Da anni ormai un triste ripetersi
Affrontare di te i demoni avversi
Ogni volta per te un fallimento
Vorresti per sempre trovar giovamento

Ritorni veliero i mari a solcare
Sapendo però che puoi naufragare
Più e più volte il fondo hai toccato
Conta però che l'hai affrontato

Astro d'argento
Fra gli astri il più affascinante
Attrai a te le acque del pianeta
Cerchio d'argento brillante
Mezzo secolo fa dell'uomo la meta
Falce sottile ed elegante
Dedica a te i suoi versi il poeta

Di canzoni e poesie musa silente
Di popoli antichi il tempo segnavi
Di te patisce l'umore della gente
Studi di molti scienziati ispiravi
Scompari a levante e sorgi a ponente
Del contadino le sementi influenzavi

Appoggiata alla finestra al mio fianco
Ti dedico queste rime alternate
Scritte di getto su un foglio bianco
Buttate là poi cancellate
Cose mai fatte seduta ad un banco
Rime elementari un po' pasticciate

Nove giugno
Mani solcate da tempo e duro lavoro
Come terra crepata da siccità
Raramente han dato carezze
Quasi non sapessero come si fa
Mai hanno usato violenza
Nemmeno in povertà

Occhi seri, sguardo torvo
Rude agli occhi di chi non sa
Di poche parole
Confidenza non da
Sapeva intimorire
Nonostante l’enorme bontà

Nel bene e nel male
Insegnamenti mi hai donato
nella vita di ogni giorno
mi accorgo di quanto mi hai aiutato
da te una marcia in più
ho ereditato

Fredda sera d’inverno
Gli occhi alzati al cielo terso
incurante dell’aria pungente
Le stelle illuminano l’universo
Fissandone una ad una mi domando
Se da lassù guardi nel mio verso

Penso al tempo trascorso
Sette anni ormai di lontananza
Nove giugno
Mamma non dorme più nella sua stanza
Io trascino avanti la vita
Sentendo il peso del tempo che avanza

Guardo indietro ai passi che ho fatto
Lacrime versate e traguardi raggiunti
A volte fiera a volte meno
Privata di te nei giorni importanti
Che senso ha
Senza di te andare avanti

Poi mi ricordo
di quanto hai lottato
Nel bene e nel male
Questo mi hai insegnato
Contento di piccole cose
Di quello che di buono la vita ti ha dato

La spugna non posso buttare
Sarebbe mortale peccato
Avanti a testa alta
Non sprecare ciò per cui ho faticato
Passo dopo passo costruirmi un futuro
Grata di averti avuto almeno nel mio passato

La notte per quelli come noi
la devi vivere a far casino con i freni inibitori un po' allentati o a
fare l'amore con chi ami
Perché la notte per quelli come noi è complice dei pensieri più
nascosti, delle paure e li fa evadere da dove ci sforziamo di tenerli
rinchiusi
Che altrimenti ci troviamo a scrivere dove capita quel che ci frulla
in testa, che altro modo non c'è per fare pace con noi stessi
Perché la notte con quelle due o tre note giuste diventa un valzer di
se e di ma e di ricordi
Di quel che è stato o di quel che poteva essere
Di risposte giuste trovate troppo tardi
Di domande senza risposta ma che poi ci pensa la vita a farti capire come mai
Perché la notte lo sa qual è la ferita che non s'è rimarginata e
picchia forte su quella
Ti fa uscire dagli occhi il dolore che senti allo stomaco, goccia dopo
goccia, facendoti perdere il fiato. Ti lascia stremato poco prima che
alla finestra si affacci un nuovo giorno a cui mostrarti impeccabile
con i lividi nascosti alla meglio dal tuo trucco migliore.
 



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