Racconti di Maria Cristina Latronico


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Accompagno mia figlia Benedetta davanti al suo liceo, parte in gita scolastica, starà via una settimana, non sono ansiosa, ma precisa, ed ho già memorizzato nel cellulare quanti più numeri possibile di sue compagne di classe, perchè Benedetta, il cellulare ce l'ha, ma è regolarmente spento o irragiungibile.
So già che se vorrò avere sue notizie dovrò farlo attraverso Federica, Francesca, Antonella, le sue amiche del cuore, in partenza con lei.
Davanti al pullman dove già si stanno caricando i bagagli, incontro molti i genitori dei suoi compagni tra cui il padre di Chiara, L'Ing. Saleri, ci conosciamo di vista, ci salutiamo, e parlando del più e del meno, perchè non ci diamo del tu, Giorgio, Vera, mi propone di scambiarci i numeri di cellulare per poterci comunicare notizie sull'andamento del viaggio e della gita delle nostre figlie.
Mi sembra una richiesta leggittima e procediamo alla memorizzazione dei numeri.
La settimana senza Benedetta è passata e stasera per fortuna ritorna, nell'attesa sono a casa con la mia amica-amica Teresa e mentre siamo in chiacchiere suona il mio cellulare, ah questa è sicuramente Benedetta che mi avverte sull'ora dell'arrivo ma...é una voce maschile quella che risponde al mio, pronto?
Ciao, sono Giorgio, (....) Giorgio? il padre di Chiara, ah si, mi dica, ma non ci davamo del tu?
Certo si dimmi, volevo avvertirti che ho sentito Chiara e mi ha detto che partivano ora, tra due, massimo tre ore arriveranno.
Grazie, e stato... sei stato molto gentile ad avvertirmi, comunque avevo già saputo da mia figlia, mento.
Allora, mi dice, ci vediamo all'arrivo del pullman, si certamente. Per forza, penso.
Sai, Teresa, era il padre di un'amica di Benedetta, mi avvertiva sull'orario di arrivo delle ragazze, com'è cortese!
Negli occhi furbetti di Teresa passa un lampo di luce, ma continuiamo a chiacchierare del più e del meno.
L'ora dell'arrivo è vicina, Teresa dai, ti accompagno a casa con la mia macchina, poi mi vado ad appostare davanti a scuola.
Sotto casa di Teresa il cellulare suona di nuovo.
Ciao, sono Giorgio, sono già qui davanti a scuola, non ti ho visto e volevo avvertirti che il pullman è in anticipo sui tempi, affrettati.
Ma guarda questo qui quant'è cortese, Teresa, non trovi?
Teresa sogghigna, cara mia , questa non è cortesia, e corte!

Il dubbio
Siamo in gita, gastronomica direi, visto il bel ristorantino trovato ed il pranzetto a due, come non avviene ormai da tanto tempo .
Per completare la giornata anche con una nota culturale entriamo a visitare la piccola chiesa del paese.
Si celebra la messa, ci sediamo.
Le parole del Sacerdote costituiscono inizialmente solo un sottofondo inascoltato ma poi….
“……Io vi assicuro che uno di voi mi tradirà : quello che mangia con me……”
Le mie orecchie percepiscono questa frase, che entra per esse nella mia mente, e vi si insinua come un piccolo verme nascosto nella polpa di una inconsapevole mela.
“ SUBITO GIUDA SI AVVICINO’ A GESU’ E LO BACIO’ “…..
Il verminoso pensiero si espande, trasformandosi in una tenia che ne assorbe ogni altro, e ne trasuda uno ed uno solo.
La messa continua.
“Scambiatevi un segno di pace “
Seduto accanto a me mio marito.
Con un gesto che mi appare lentissimo si gira verso di me e mi bacia sulla guancia.


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