Poesie di Roberto Luzi
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Roberto Luzi nato a Recanati il 15 marzo 1976 scrive poesie da quando aveva 9 anni da sempre appassionato di arte e di poesia ha partecipato a diverse rassegne di poesie in ambito locale ed è’ stato amico di diversi poeti tra cui Acruto Vitali e Giampiero neri, vive a Porto San Giorgio nelle Marche. |
Immerso nella nebbia apro le braccia
Inquietudine silenziosa,
Spengo l'assoluto
universale
Mentre saltellavo, innamorato
Cavalcherò oceani di stelle impazzite, aggrappandomi alla vita..
La felicità riveste il tempo, come una stagione
morta.
Lo sguardo impercettibile del buio è una lacrima
appesa a un ramo, la vita una fitta ragnatela di pensieri che
rincorrono la fantasia di un bacio rubato, oltre lo sfiorire del tempo. Mi sono fatto una coperta d’oblio vestendomi da assassino per uccidere il mio passato, ballando su bianche spiagge di coralli e mangiando pipistrelli urlando alla luna tutto il mio disprezzo, col vestito della festa danzerò’ ,insieme ai serpenti d’ amore che rivestono le mie lacrime di pura bellezza.
Chiesi al vento di spiarti, al sole di
scaldarti e alla luna di illuminarti,
Le tue mani su di me come armi taglienti che non
feriscono più’, posso sanare un dolore già’ scolpito nel cuore
mentre muore la sera abbracciata alla luna.
Saziami di sguaiate carezze nei
pleniluni infuocati dai miei folli tormenti, fantasmi ricorrenti sono
gli incubi che affollano la mente, quando tutto tace e muore un altro
giorno.
Abito un buio che straccia le vesti ad un pensiero,
che non sa accendersi più. Sono nato in un giorno di nebbia, barattando i giorni con la fantasia di un sogno,plasmando un sorriso in un arcobaleno di stelle sfiorite, versando lacrime di felicità’senza scalfire l’anima, potro’ mai capire l’amore se prima non lo tocchero’ con mano,se non morirò’ piano piano ogni giorno anche io, per poter inseguire finalmente la vita?
Ho conosciuto il volto dell’ infelicità, incontrando
la vita. Saprò mai dare un colore diverso ad un anima inquieta nel suo rossore di sangue, il raggio celeste della notte imbianca e riscalda il sepolcro argentato della mia fantasia.
Mi legano i polsi coi fili bianchi di questo amore così esile e stanco, una bianca pupilla di ghiaccio è’ una lama affilata che penetra il tempo come un rasoio di bianca ferita,il buio è’ un dolore che non sanguina più, la coscienza grida la sua cieca sottomissione alla vita.
Tace questo silenzio di meraviglia e stupore, è una luce che non brilla più ,si specchia nel riflesso di un altro tramonto, capita poi che la vita si fermi lì ad aspettare un battito, un emozione,una carezza , un canto di cicale in amore, la dolce poesia di un sogno è’ come il mare,ci fa restare svegli nell’ attesa di un altra onda pronta a bagnare le nostre ferite,addormentate dalla vita.
La morte spia l’ultimo canto di una preghiera , ci perdonera’ il caldo
tepore di un alba. Viene e va, è la voce di un bimbo che colora l’infinito, è una ninna nanna antica che accende questo tempo, messaggero di nuove parole, il tocco della vita fa chiudere gli occhi a questo mare coprendo tutto il blu,nell’ infinito vuoto di un foglio bianco si apre un sipario di vecchie emozioni, mentre muore una favola nel disordine di un pensiero.
Staccai la spina al dolce richiamo dell’amore,un alba carica di emozioni che ho gia’ scordato, nella tentazione di un sogno imperfetto.
Saro’ io il silenzioso complice del buio, una scia
silenziosa che morirà’ nel risveglio di un ora. Mi muoverò nell’ oscurità del buio che circonda il silenzio, dal cielo vedrò una lacrima scendere da una nuvola, prima di ricomporsi nella poesia di un ultimo viaggio.
Ho disegnato il tuo viso con ali di farfalla, stella
che bacia l’ultimo sogno della notte.
Solcherò questo mare nell’ incerto silenzio dei miei
passi.
Arriverò scalzo alla meta,il traguardo finale sarà’
questo seme di incantata bellezza.
Le dolci note dei tuoi occhi ricamano la linea del tempo, nel silenzio di
una preghiera risiede la pace che cercavo. C’è sempre una lacrima in più che si perde, nel sorriso beffardo della luna.
Ubriachi di certezze e di candidi baci, nel
passo incerto di una dolce carezza rincorro la scia del vento, impalpabile
stelo di fragili vite.
Ti sei addormentato nel respiro dell’ ultima
luna,rubasti un respiro alla notte, col tuo ghigno beffardo di eterno
splendore. Questo corpo è questo volto che non ti ho mai offerto, un dono che non ti ho mai regalato, un corpo che non hai mai posseduto, un'idea che non hai mai capito un ideale che non hai colto, un vuoto che riveste la profonda inquietudine del mio essere altro....da te.
Mischierò con parole e sangue questo mio
cercarti,mentre stringo forte a me un rosario di candide ali.
Abito il mondo prigioniero di una vita che scandisce
i suoi passi incerti di felicità. Quanta vita mi scorre addosso come una calda coperta di sole mi protegge e mi nutre,l’amore è’ un paesaggio da offrire a una stella malata che non ha carezze da offrire ne baci da chiedere ,nella neve ghiacciata di uno sguardo qualcosa rimane, la linea sottile di un tenero sogno che muore vivendo.
Sconterò questo peccato alla fonte di un oscuro miraggio che non vedrò, un
bagliore accecante sarà la vita che rinasce dal nulla.
Nel tepore dei tuoi occhi ho scoperto la dolce
attesa di una carezza, data soltanto per non far sfiorire la
bellezza di quest’anima che non ha più sorrisi da offrire. Abito il mondo prigioniero di una vita che scandisce i suoi passi incerti di felicita’.
Nei monti ho visto la neve, isole di sogno mi si aprivano davanti,col sale della terra ho ripopolato gli oceani dalle fantasie che non ho mai consumato, lasciatemi solo, saprò ammaestrare questo respiro nell’ incertezza di uno sguardo d’amore.
È un sole che asciuga i suoi raggi questo disordine
avaro di stelle e di idee, nel caos che mi porto dentro ho
partorito questa felicità.
Sarò io lo scudo della mia ombra, la dolce
inquietudine di una carezza. Mancheranno i tuoi baci alla bocca del tempo, questa carne avrà ancora occhi per guardare le paure e gli inganni, queste mani saranno fiori e ferite danzanti alla foce di un ultima luna.
I tuoi occhi nascondono un amore che non sa tradire,
ricordo ancora quel bacio rubato alle stelle , una luna innamorata che in
silenzio spiava i nostri sguardi furtivi,nel buio ovattato di una notte
diversa,resta un dolce ricordo che non dimentico,il solo specchio che vedo
è’ questo mio volto ferito.
Mi nasconderò dentro al ricordo del nostro amore
come una stella inebriata da dolci carezze.
Sarò io il guardiano della mia morte, mi
chiuderanno gli occhi per vedere ciò che non vedrò, e soltanto allora
diventerò polvere nello sfavillante mistero di un alba che non ho mai
conosciuto.
C’è sempre una pace interiore che turba le mie notti oltre le stelle di
questa ricomposta magia chiamata vita.
La libertà inizia nel tempo indefinito di un attimo, nel suo malessere
gitano, chiuso dal buio di una notte sola. Abbiamo bisogno di certezze, di non stare soli,di vedere la nostra vita migliorarsi nel volto di un figlio,abbiamo bisogno di una vera società’ dove elevarci ,abbiamo bisogno di gratificazioni e anche di qualche piccola frustrazione ,abbiamo bisogno di gioia più che di libertà’ ,abbiamo bisogno di felicità’ più che di un amore che può finire da un momento a un altro ,abbiamo bisogno di sentirci utili e importanti per qualcuno,abbiamo bisogno di pregare ma non per forza un Dio qualsiasi, togliere dai nostri corpi i coni d’ombra che ci assillano,abbiamo bisogno di uguaglianza ma soprattutto abbiamo bisogno di giocare, di rincontrare il bambino che è dentro di noi,abbiamo bisogno di bontà,uccidendo la rabbia nascosta tra le pieghe dell’anima.
Io ricerco la felicità, in questo attimo di poesia.
Questa pelle come una calda brezza si lascia
desiderare, come fossimo un solo corpo dentro un involucro senza
scadenza.
Fuggi l’attesa di questo tempo impazzito, questi occhi gitani sono spicchi di luna che aspettano dolci carezze.
Batte sempre forte la speranza di un ultima carezza,
nella nostalgia inquieta di un anima.
Il tuo occhio vede ciò che sogno da sempre
l’immortalità di uno sguardo.
Siamo frammenti di stelle,siamo la polvere
degli angeli, siamo voci di nuove coscienze,siamo un
Ti aspetterò qui, seduto ai piedi dell’ alba, nel
canto assonnato di un ultima luna.
Fermerò questa ruga, che solca la linea
sottile del mio viso, che non so riconoscere.
Nella falsa meschinità di una menzogna batte la tua
lingua biforcuta, le tue parole sono gocce di veleno fatte a pezzi dalla
vita nel suo morso brutale.
Sono evaporato in una nuvola di saggezza.
Indosserò nel vestito migliore il tuo miele di
zucchero e sangue, nell’inebriante profumo di un polsino slacciato.
Ho abbandonato me stesso in una triste battaglia di
inquietudini non pervenute.
Questa notte possiede l’incognita assurda di una
bugia,
mi sento come una larva sul precipizio più profondo di una
cieca obbedienza, sottomesso da un falso inganno. Ho la percezione del mio
nulla interiore, un peso senza zavorra è questo sonno che trascina l’
indolenza appena avvertita, i miei passi sono frammenti di sabbia che non
lasciano impronte, ho bruciato per un attimo i sogni che avevo desiderato,
per ricadere nella frammentazione stagnante di una verità che appiattisce
la mia esile scia di bianca farfalla.
Prestatemi un amore, reinventiamo un
sentimento nuovo, rifondiamo l’amore con dolci suoni di carezze e baci,
per poi finalmente perdonarci.
Il tempo è una frontiera dell’ astratto
invalicabile, un limite sconosciuto che tutti noi cerchiamo.
Vorrei possedere un attimo di tenebra!!
Donne, vergini di mistero e di futuro,
seguono rotte di incantata memoria,di eterni attimi,nei passi rubati alle
notti più lunghe nascondono la tenerezza incontaminata di una lacrima.
Mi aggrapperò’ a questo ricordo, nel mio privilegio
di essere ombra. Questa presenza così invadente nella sua tragica attesa mi distoglie la mente e il cuore, a volte vorrei essere invisibile, spettro del mio vivere,nella brutalita’ semplice dei vostri giudizi ci sto stretto, giudici di facili parole nei vostri abissi di mediocrita’.
Avrei voluto essere con te in questa partenza dal
finale ancora da scrivere, nel silenzio del mio sguardo rivolto
alla sera. Ama la vita per come la vivi, per come la identifichi nel sogno mistico della tua ingenuità’ di angelo senza una meta, la libertà’ e’ uno spirito libero e ribelle che ti batte dentro come una coperta, che scalda questo freddo tuo animo sognante.
Dalla polvere di un bacio ho creato un canto di libertà, in uno schiocco di dita ho visto nascere un bimbo che muove le stelle.
Cercherò’ nuove espressioni per questo volo, mi nutrira’ l’aria calda del vento che avvolge il mattino,ho posato le mie ali di cartone sulla ferita più grande, quella che fa sanguinare la mia disperata solitudine.
Ho visto scorrere il sangue dei martiri nel putrido acquitrino di una falsa menzogna.
La luna è l’ultima carezza prima di un bacio.
Lasciami così, disteso e abbandonato nel tuo
squarcio di spada ferita, bianca lama di schiuma e sangue rivedo in te quella
pallida ombra azzannare un ultima notte ancora da vivere.
Sono io l’ eterno dubbio che addormenta la notte, nel suo
sguardo di infinita dolcezza.
Nel Martirio di un falso pensiero ci promettono utopie di
favole nuove. Un' anima possiede molti demoni, nel suo universo di bugie. Mi manchi davvero vita mia, dietro i nascondigli più bui cerco ancora la tua mano che dissolve l’ombra della luna, nel cerchio di questo buio che mi invade gli occhi.
Rapito da un tuo sguardo, come un dolce canto di sirene,al di là’ delle ninfee,con le nostre eterne solitudini stracceremo le ultime vesti a questo amore così perfetto,nei tuoi occhi mamma ho visto l’estasi della bellezza disvelarsi attraverso la sua lucente purezza.(dedicata a mia madre).
Prestami un ricordo sbiadito, un momento incancellabile, un pianto che bagna un solo attimo, come una nuvola di sabbia. Ho baciato la lama affilata dell’angelo della morte, il silenzio non fa più paura, nel mare dei tuoi occhi affogano le ultime bugie che mi restano. Questo amore non ha più frecce da scagliare, come pesano le tue parole, non farci caso se vedrai una lacrima scendere nell’orizzonte di una falsa nebbia, noi resteremo sempre angeli fatti di polvere,nel labirinto fantastico di questo vuoto, che soffoca il pianto strozzato di una incerta speranza.
L’infelicità mi ruba le idee migliori, come una puttana che ci sta e se ne frega del mio mondo, di quello che sono,degli angeli e dei fantasmi che mi porto dentro,le mie colpe le sconterò solo vivendo, questa città avara di sogni sarà un dolce sogno da inseguire, in attesa di un nuovo orizzonte da possedere . Si aprono le ferite del mio pianto, come un amante che non sa tradire. Sono io la metamorfosi del mio vivere. Non sono io questa maschera di eterno dubbio. Se sapessi parlare l’alfabeto delle nuvole riscriverei il tuo nome nella scia di una cometa,e con la polvere dei sogni intreccierei i tuoi capelli di corallo, nel naufragio silenzioso di un onda, per rivestirla a sera,quando la notte seduce i suoi amanti, nell’attesa di un alba vestita a festa.
Questa tua ultima carezza sarà soltanto un altra favola di cui non sveleremo mai il finale. L’amore non conosce l’attesa di uno sguardo,nel suo silenzio di foglia che muore. Me ne andrò’ nella scia luminosa di una stella, a passo lento cadro’ nel precipizio delle promesse disattese e del falso inganno e mi nutrirò’ di questo sole ,che mi esplode dentro,nel sorriso di una dolce eresia. Ho capito la vita quando mi ero illuso di possederla. Sono innamorato della bellezza di uno sguardo, volto all’ annullamento di un pensiero, che non rincorre la sua incapacità. La vita è solo tua amala, la vita è il viaggio più bello che puoi fare, è l’eternita’ che non ti aspetta,ne ti porge la mano, la Sono nato nella polvere bianca di una stella, ho bevuto il nettare della vita eterna nel canto misterioso di una sirena, nella speranza di un altra resurrezione, oltre l’abisso. Io contemplo lo spettro delle tenebre, nella vanità effimera di una vita. C’è’ sempre una sottile linea di distruzione e fallimento dietro una risata,provo gioia anche nella tristezza a volte,questa tristezza che poi non è’ così distante dalla pazzia, ne dalla follia di noi esseri umani, anime erranti e girovaghe, carovanieri di inaspettate solitudini.
Ho amato un amore senza conoscere il peso delle sue lacrime. Questa morte sempre nuova ma che non cambia mai il suo volto , questa morte malata e denutrita, fatta a pezzi dalle nostre parole vuote e fredde, questa morte che non abita più i suoi ricordi,ne’ chiama a raccolta i suoi schiavi, è una morte bambina quella che accende i nostri pensieri,il tempo passa e diventiamo sempre più soli e stanchi al suo cospetto, nell’ora più triste, è un dolore sempre uguale ma così diverso,una morte sudicia e maleodorante, con le sue rose di stelle e di spine, , è una morte sempre uguale ma cosi diversa quella che non ci appartiene, una morte che non fa sconti e non ci assolve, è una morte senza ritorno,come un treno fermo alla stazione che non riesce più a partire, anche la mia morte verrà un giorno, ma non avrò occhi per vederla. L’ultima preghiera della sera assolve questo disperato bisogno di felicità, nella calda speranza di una notte d’amore. Nella magia di una di parola nascosta ho ritrovato un incantata gioia, la scia di una nuvola bassa è uno sguardo eterno verso la vita.
Madre perdona questo grido che non da più voce alle mie notti, bacia quest’ attimo indefinito di eterna solitudine, come fosse un pensiero diverso, nello splendore incantato della tua bellezza. La mia ombra riflette l’estasi tormentata di una lacrima, nel suo sorriso più tragico. La pazzia di un amore è la sua eterna mancanza, ho rivestito il tramonto con quest’ ultimo bacio, perso per sempre in questa morte scontata che non ti so regalare.
Ho cantato i miei versi all’umanità come fossero sussurri e lacrime di giorni andati, la mia anima è un altare vuoto nella dolce follia di un risveglio. Maledici il mio corpo e avrai trovato la chiave del tuo risveglio. La più bella poesia è quella che non ti ho mai scritto, è quella scritta di fretta senza pensare, una cattedrale di fumo che spegne lontani miraggi, parvenze fatate di cieli azzurri e cavalieri di falsi misteri, che eternamente spingono il nostro sguardo oltre gli abissi.
La mia poesia è un mare che mi scorre addosso, è una coperta di dolci carezze, un mantello rubato alla luna nei giorni più lunghi,una preghiera che non conosce il silenzio, come questa attesa che profuma di paradiso. Siamo cacciatori di orizzonti, profeti di falsi tramonti, prigionieri della vita, nel riflesso oscuro di un' ombra.
Dal tramonto misterioso di una stella sta sanguinando la mia anima, nel buio di un vuoto che mi divora.
Ti osservo con la grazia di un esile fiore posato su bianche maree di cristallo
Forse un giorno parleremo lingue diverse, avremo amori diversi e stelle diverse, e andremo su pianeti diversi e ci saranno parole diverse,avremo corpi diversi, diremo bugie diverse, e forse avremo pensieri diversi per costruire ideali diversi, con sguardi diversi e con occhi diversi impareremo finalmente ad amarci come fratelli,in questa notte così diversa.
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