Poesie di Giovanni Mangiacotti


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Ringhio
Ringhio … ringhio … ringhio … ringhio …
Mi fa male la testa
Tutta la corte è in festa
Ma che storia è mai questa
Il mal di testa non mi fa ragionare
Sono incattivito ed il ringhio mi fa calmare
Ormai il mio non è più parlare
Ma è solo ringhiare
Ti amo e ringhio
Ti odio e ringhio
Ti voglio e ringhio
Ti caccio e ringhio
Una partita di calcio , ringhio
Per strada , ringhio
In macchina , ringhio
A cena , ringhio
Il vicino , ringhio
I rumori , ringhio
Mi fa male la testa
Tutta la corte è in festa
Ma che storia è mai questa
Basta … non voglio più ringhiare
Voglio parlare
Spiegare
Amare
Allo stadio , vengo ringhiato
Per strada , vengo ringhiato
In macchina , vengo ringhiato
A cena , vengo ringhiato
Il vicino , vengo ringhiato
I rumori , vengo ringhiato.
Mi sento in una ressa
Mi fa male la testa
Tutta la corte è in festa
Ma che storia è mai questa.

L’onorevoli dove l’avete messo
Tutti li han voluti
quando son venuti,
in questo matto mondo
con il loro piccolo visino tondo.

Han giocato a cavalluccio,
han giocato a chiapparello,
han giocato a nascondino,
han giocato al soldatino.

la prima penna,
le prime lettere sul quaderno.
la prima equazione,
le prime prove di seduzione.

La prima fidanzatina,
il primo bacio,
il primo amore,
il primo stupore.

Scherzi, zuffe, risate
riempivano le loro giornate.
I primi peli .
La voce rauca.

La gioia della mamma,
la gioia del papà,
guarda che spalle
che pezzo di ragazzo.

Si bei ragazzi,
ragazzi coraggiosi
pieni di onore,
pieni di orgoglio,
pieni di sogni.

Progetti iniziati.
Famiglie nascenti.
Poco più che studenti.
Uomini giovani,

uomini forti
pieni … pieni di tutto.
Ben educati.
Ben formati.

Ben … ben bene
li avete fregati.
Con la promessa,
di pochi spiccioli

li avete mandati
come fece Alessandro
con i suoi , in capo al mondo.
Posto a loro non amico

non come la loro Patria Natia.
No, li avete mandati a Nassiria.
Li avete mandati a farsi maciullare,
mentre eran li per aiutare.

Aiutare chi , aiutare cosa.
In terra italiana di eroi,
di uomini forti, c’è ne son pochi
e quei pochi ve li fate ammazzare

Senza motivo , senza sparare.
Il mio più gran tormento,
è che li hanno colpiti a tradimento.
E voi … lo sapevate.

E quindi … è inutile … che riempite le navate,
tutti in giacca e cravatta
così la coscienza è intatta.
Mentre mamme e mogli hanno la loro vita disfatta.

No … voi lo sapevate …
Di mandarli allo sbaraglio,
e che avrebbero fatto da bersaglio
per colpe vecchie di centinaia di anni e non loro.

Chiacchiere , chiacchiere e ancora chiacchiere
questo siete buoni a fare.
Loro … si … che erano dei grandi uomini.
Voi … che siete?.

L’animo umano
Oh grande amico invisibile
guida e conduttore di vita,
col tuo consiglio spingi
le mie scelte a destra e a manca
come da solo non potrei fare
senza te nulla sarebbe , o andrebbe
come va , sia bene , sia male
niuno può giudicare, se non
dopo esser stato compiuto
anche se nel giusto, ora,
sbagliato tra vent’anni,
nulla si può o si dovrebbe fare
senza il tuo benestare
proprio del nostro essere uomini
non bestie, non macchine,
ma uomini piccoli o grandi
bassi o alti , grassi o magri
maschi o femmine tutti hanno
in essi quell’invisibile consigliere
molte volte inascoltato
che grida , pace e amore
senza posa e mai riposa
per consigliare o criticare
azioni non sue , non di sua natura
che il mondo tutto, ha ormai fatte sue
in un intricato ammasso di convenzioni,
motivazioni , cause ed effetti
che alla lunga tutti prendono
alla sprovvista anche se molto lontani
dai fatti in questione , senza ragione
scaturiti non dall’invisibile consigliere
ma da un ammasso di macerie
che è ormai l’uomo.

Una mezza ora di tranquillità
Ero li sugli scalini , e osservavo.
Il mio senno era altrove
Dove non saprei dirlo
Ero li sugli scalini e osservavo

Una giovane donna bassa e goffa
Trascinava due bimbi per mano
Un signore con passo spedito la sorpassa
Tenendo a guinzaglio una palla di pelo con quattro zampette veloci

Un’anziana signora con passo lento
Ricurva dal peso dei suoi anni , molti
Cammina dietro ad un anziano signore
Ancora più curvo il quale si gira e sorride all’anziana signora

Due ragazze in pantaloncini camminano
Sottobraccio , quasi volessero buttarsi
A terra l’un l’altra ondeggiando ora
a destra ora a sinistra ubriache di giovinezza ridendo

Due ragazzi rossi in viso le seguono
Guardandole con occhi innamorati
Procedendo dritti quasi ci fosse
un burrone ,ai lati della strada

Una figura nota , bionda
Due seni prominenti
Nasino all’insù , fianchi stretti
Armoniosa nell’incedere

Amore andiamo
La guardo estasiato ,
Ohu ti muovi
O scusa amore , si , andiamo . E i bambini , da mia madre
( ssss. È mia moglie).

Perché fan così,
Strana la gente, si altera
per niente. Per niente si
adira , quasi non respira.
Perché fan così,

tutti tesi , come lenzuola
da tre giorni stesi . Bianchi
in volto , tutti fan fagotto.
Perché fan così,

una domanda è consentito fare,
alla seconda iniziano a sbraitare.
Sguardi stravolti , pensieri
capovolti.
Perché fan così,

facce scure , negli occhi
paure. Tutti di corsa, verso
la ressa.
Perché fan così,

famiglie spaccate, dalle
bocche spalancate. Quartieri
lontani , sugli stessi divani.
Perché fan così,

figli allo sbando, con il
forte comando. Figli ben educati,
fortemente drogati.
Perché fan così,

paesi felici, senza
più amici. Nazioni lontane,
bruciano le carovane.
Perché fan così,

Europa la dotta, tutta
corrotta. America il sogno,
ormai di stagno.
Perché fan così,

occidente e oriente, tutto
un frangente. Pianeta Terra,
ovunque la guerra.
Perché fan così,


un unico pensiero, senza
mistero. Arricchirsi ad ogni
costo, coscienti che
nulla è apposto.
Perché fan così.

Io non ho paura
Non ho paura di affrontare
tutti coloro che mi vogliono spaventare,
ci provano in tutti i modi
ma i loro tentativi rimarranno vuoti.

Hanno provato a farmi tacere
buttando due grattacieli nelle macerie,
ma quello che hanno ottenuto
È vedermi arrabbiato e risoluto.

Provano a spaventarmi in casa mia
non riusciranno ho il coraggio dalla mia,
provano a spaventarmi in aeroporto
io non mi spavento neanche se vedo il beccamorto.

Provano a spaventarmi in stazione
quello che otterranno è la mia reazione,
provano a spaventarmi in mezzo al mare
ma da me otterranno che imparerò a sparare.

Qualsiasi modo loro troveranno
in me paura non vedranno,
ed anche tu non ci cascare
non lasciarti spaventare.

Anche se ti vogliono far saltare
quando tranquillo vai al mare,
non vivere nella paura di morire
alla fine saranno loro a soffrire.

E non guardare tutti storto
non tutti vedono il mondo contorto,
tra di loro c’è tanta brava gente
ed a far guerra non ci pensa per niente.

I primi a cui fanno del male
sono quelli che a loro hanno il sangue uguale,
Questa è una guerra ,Non lo scordare
E la perderà chi inizierà per primo a tremare.

Prato scellerato
Lunghi meriggi, pieni di sole
ti fanno pensare, alle aiuole
in mezzo ad un mare di margherite
a onor del vero, le mie preferite.

Il mio pensiero in questo calore
vola e va, incontro all’amore.
Rose , gigli , viole e violette
le sue dolci carni
tra le braccia strette.

Odori tanti, sapori umani,
baci lunghi, strette le mani.
sospiri, gemiti,corrono insieme
alle tue braccia lei si sostiene.

turbinio di passioni , momenti stupendi
ormai solo l’apice … attendi.
Tra le onde ti senti,
azioni , parole senza commenti

ridi, sussurri ,stringi i denti
se con amor, stupendi momenti.
Emozioni forti da toglierti il fiato,
vissute in fretta su questo bel prato.

Occhi celesti gonfi d’amore,
ti fanno battere forte il cuore.
Pelle candida come la neve,
movimenti lenti con tocco lieve.

D’un tratto vedi il paradiso
ed il tuo amor guardi in viso,
Occhi socchiusi , bocca vicina
La stringi forte a te … più vicina.

Quando il culmine raggiungi
ed ormai il fiato più non reggi,
la stringi forte ma con amore
e lei di rimando ti si appoggia sul cuore.

Fianco a fianco, stesi sul prato
accomunati dal momento passato.
Senza fare o dire nulla
mano nella mano con la brezza che culla.

Guardando il cielo con occhi estasiati,
corpi stanchi , ma dall’amor rigenerati.
Soli, distesi , in felice compagnia
restate li, fino a che il sole … non va via.

L'amore violato
La strada era piena di gente;
Ma ora verranno i silenzi,
Beati silenzi . Nel ventre
C’e un movimento e sobbalzi.
Con tremule mani lo tocchi
Affiora una gioia leggera.
Nella strada, che grida ! Che botti!
Che pace, in riviera.

Si devon calmare le urla
In paese si tenero e vivo.
La , dove il mare ti culla,
E si trasforma una lacrima in rivo.
Di tutta quella folla di gente,
Di tutto quell’aspro vociare,
Non resta che un ricordo pungente
Nella bella riviera.

È, quell’infinito trambusto,
Finito in un lieve sussurro.
Delle grida tremule restano
Sussurri di venti in coro .
O dolce piccino, riposa!
L’immane trambusto che c’era
Fu quello che adesso non osa
Nella bella riviera.

Che schizzi di onde intorno!
Che silenzio nell’aria serena!
Piccino lo senti che il giorno
Si appresta a lasciare la scena.
La parte, che ebbi e vidi
Nel giorno non l’ebbi intera.
Né io … ne ho colpa, che gridi,
Mia bella riviera!

Tu … tu … e mi dicono, avresti!
Mi gridano, avresti! Sussurrano,
Avresti! Bisbigliano, avresti
Là, voci nell’immensità azzurra …
Mi chiamano con canti di culla,
Che fanno ch’io entri sincera …
Ho sentito le splendide acque … poi nulla
Mia bella riviera.

-Storia comune di una ragazzina innamorata
Della vita, colpita dalla brutalità dell’uomo
E non solo quella fisica, ma dall’ipocrisia
Ormai devastante di chi osserva dai margini
E giudica , da giudice scellerato che non pensa
All’animo fragile di chi è vittima del suo giudizio.
Giudizio silenzioso, ma simile ad un urlo ,ad un grido
Per chi ne è il destinatario. E costringe avvolte a compiere
Atti estremi come … cercare il silenzio eterno.

Per scriverla ho usato la ritmica della poesia del Pascoli :
“Da la mia sera” uno dei più famosi Canti di Castelvecchio
Dato che anche in questa poesia è descritta la pace
che subentra dopo il “ cupo tumulto” del temporale
In questo caso del temporale nell’animo di questa fragile
Ragazza.-

Ringrazio Tiziana Cocolo per il suo commento
Le giuro ed è vero, son davvero contento
D ’aver ricevuto il suo commento
E quel che più mi ha reso felice
È averlo ricevuto da così grande autrice

Le sue opere son davvero belle
Come nel cielo della notte le stelle
Come riuscire ad avvicinare
O quanto meno ad accostare

Il freddo file al caldo ricordo
O la memoria di massa ad un cuore giocondo
Lei riesce con le parole
A farne ciò che vuole

Lei come altri autori del sito
Quando scrive una poesia
È un invito
Invito a perdersi nella fantasia

Sognare e dalle parole farsi trasportare
In mondi stupendi di tanti colori
Dove tutta la magia della poesia viene fuori

Ascolto e non penso, c’è vuoto
Odo la cicala cantare
Ed il grillo ballare
Un alito di vento attraversa
Nel buio infinito la mia finestra

Rumore di ruote che si avvicinano
Un cassone che sbatte in lontananza
Voci silenziose che si ordinano
Passi silenziosi nella notte

Lontano tuona , una luce ,un lampo
Chiaro per un’ attimo si fa il cielo della notte
L’aria rinfresca ed una brezza
Attraversa la mia finestra

Non penso , c’e vuoto
Odo la cicala cantare
Ed il grillo cantare
Un pipistrello gironzola intorno

Di nuovo si rischiara il cielo della notte
E da lontano il tuono è un po’ più forte
Un venticello con altezzosa freschezza
Entra dalla mia finestra

Un latrato lontano
Un abbaio vicino
Un grido arrabbiato
Cuccia

Poi silenzio , la cicala non canta più
Il grillo spaventato sbatte contro la mia finestra
Il pipistrello è andato via
Non vedo nulla è buio

Si rischiara di nuovo il cielo della notte
Due tuoni consecutivi vicini e minacciosi
Un vento pungente e intraprendente
solleva entrando dalla mia finestra

Il grillo con un salto è andato via con un fruscio d’ali
Non c’e più musica
Aria umida e fredda
Si sente entrare dalla mia finestra

Poi silenzio , non penso , c’e vuoto
In un attimo il cielo notturno rischiarato a giorno
Tuoni forti e continui
Rumore di acqua che sbatte contro i vetri della mia finestra

Il cielo della notte tutto acceso
Lampi , fulmini e saette
Rischiarano le nuvole nere , strette
L’acqua entra dalla mia finestra

Mi alzo la chiudo e mi fermo a guardare
Come piove , l’acqua cade dritta , forte
In un attimo si formano rivoli
Ruscelli , torrenti , fiumi in piena
Nelle strade asfaltate da poco
Acqua che si alza al passaggio delle ruote
Un cassone che sbatte forte
Voci concitate , bagnate che si ordinano


Poi d’un tratto silenzio
Non penso c’è vuoto
Il fiume , il torrente , il ruscello
il rivolo , asciutto non c’è più acqua

Riapro la finestra
Una lieve brezza entra
Odo la cicala cantare
Ed il grillo cantare.

L’angelo sfortunato
Mondo assassino, mondo malato
Di tanti mostri sei popolato
Cosa ti han fatto questi innocenti
Per fargli vivere questi tormenti

La loro età è la cosa più bella
E tu gli rovini pure quella
Ti senti forte nei loro confronti
Che a difendersi non son pronti

Io non riesco ad immaginare
Come questo mondo gli deve sembrare
Dovrebbero stare tra mamma e papà
Ma avvolte le bestie son proprio là

Nel loro focolare dovrebbero stare
Come un re sul proprio altare
Loro purtroppo neanche lo sanno
Con questo agire cosa gli fanno

Credono sia del tutto normale
Che un adulto li stia a tastare
Brutto mostro inanimato
Con la faccia del papà tanto amato

Brutto mostro trasparente
Con la faccia di un parente
Brutto mostro spaventoso
Con la faccia del nonno amoroso

La mamma poi poveretta
Lei è la bestia più reietta
Quando esce la mattina
E sa che la bestia porta l’angelo in cantina
O quando la sera va a letto
Sa bene che il mostro è al suo cospetto.

Il mondo tutto poi non è da meno
I viaggi li organizza in aereo ed in treno
Povero piccolo angioletto
Quale gran male avrai mai fatto

Per meritarti queste torture
E che lo siano non lo sai neppure.
Se io fossi il re di tutta la corte
Li metterei tutti a morte


E non farei come tutti
Che dicono di recuperare questi corrotti
L’unica casa che si dovrebbe fare
È nella fossa più profonda andarli a buttare

Riempirla tutta di acqua di mare
E farli piano piano affogare
Brutte bestie dai pensieri strani
Vi ammazzerei tutti quanti con queste mani.

(20/04/06 non si può più sentire , non si può sopportare, tutto ciò che si sente nei notiziari , di bambini violentati da parenti e amici o presunti tali, prima la pedofilia era nascosta , adesso è scusata da psichiatri, sociologi e psicologi, a mio avviso le bestie più grandi sono loro, perché
questi esseri mostruosi, che colpiscono l’innocenza dovrebbero soffrire pene atroci. Non essere scusati perchè pazzi.

La notte dell’innamorato
Bella è la notte ,placida e calma
tutto ricopre col suo manto e l’alma
rischiarata da una luna splendente
che con il suo brillar non t’offende.

Amore mio tutto è silenzio e calma
non si odono voci ma solo lontani latrati
che ti rincuorano dell’ esser ancor vivo
tu dormi , d’un sonno profondo, giulivo.

O donna mia gia tutto è silenzio e tace
solo l’amor mio per te non si da pace
tanto è forte e lucente ,da illuminare a giorno
questa placida e calma notte , con l’amor tutt’attorno.

Tu hai solcato il mio cuore col tuo candore
ed in lui sono nati germogli d’amore
ed in questa notte placida e suadente
non esser con te è straziante

In questa notte l’alma mia e percossa
e dal pensiero tuo è percorsa
almeno vento ci fosse o aria di bufera
che dal pensiero tuo mi togliesse come da pesante sfera.

Spero presto faccia la piena ad andar via
ed il maestoso prender la sua via
da illuminar presto tutto quanto
perché tu possa veder il mio amor fino in fondo.

Vorrei contagiarti
La testa mi scoppia
Lo stomaco in subbuglio
Ho le budella contorte
Mi tremano le gambe
Il cuore mi scoppia
Non riesco a parlare
Mi viene da piangere
Non riesco a vedere
Non riesco a sentire
Ho freddo
Ho caldo
Ho fame
Ho sete
Mi sento morire
Ma voi non siate tristi per me
E scusate se vi dico in modo accorato
Che i poverini siete voi
Perché io sono innamorato
E questa malattia è così potente
Da voler contagiare tutta la gente.

Chi sono quando amo
Sono chi ,sono cosa,
Per il momento ho in mano una rosa.
Una rosa per il mio amore
che mi fa battere forte il cuore.
Cuore grande, cuore malato,
maledetto cuore innamorato.
Sono triste, perché troppo felice,
lo sono tanto che quasi disdice.
Io che ho sempre inneggiato a marte,
Da eros rapito e portato dalla sua parte.
Venere con il suo sguardo mi ha stregato
e tra le sue grazie mi ha legato.
Io cerco di resistere come posso,
da questa felicità che mi sento addosso.
Il mio dilemma se a voi par giusto
è di questa storia prenderci gusto.
Le sensazioni che ho dentro sono tremende
come un uragano sulla costa con enormi onde.
Lontano da lei non posso più stare,
mi lascio andare ed inizio ad amare.
Vivere l’amore è favoloso
anche se il percorso è tortuoso.
Sono chi, sono cosa.
Sono una foglia d’autunno ingiallita
e dal vento dell’amore rinvigorita.

Spero passino presto
Anni strani , anni ingordi
Anni bruti e furibondi
Vivere in questi anni è davvero brutto
Dove agli uomini è concesso tutto.

Possono uccidere, rubare e scannare
Bambini e donne violentare
Basta in seguito il pentimento
Importante è che sia fatto con Sentimento

chi più di crimini si è macchiato
Meglio degli altri viene trattato

Di quei pochi eroi che hanno il coraggio
Di affrontar il lupo fuori dal gregge
Solitario diventa il loro operato
In compenso hanno i funerali di stato
Con tanto di musiche e fanfare
E tutti bene ne stanno a parlare.

Anni fatti di ipocrisia
Che le buone novelle portan via.
Vi posso dire che è stato accertato
Che i delinquenti ormai son capi di stato

Ed in nome della pace
Di milioni di persone fanno strage.
Tutti sanno che in cantina
Fanno stragi dalla sera alla mattina

Nessuno di questo dice niente
Perchè fa comodo a tanta gente
Finche la storia non diventa tale
Che se ne parla al telegiornale

Allora tutti si fan paladini
Di uomini , donne e di bambini
Con le loro spade rilucenti
Brutti bastardi ripugnanti

Spero che un Dio esista davvero
E che nel punirli faccia sul serio
Non li deve perdonare
Altrimenti non serve pregare.

Carnevale
Siate contenti belli e brutti
In questi giorni si è contenti tutti
In questi giorni ogni scherzo vale
Forza gioite è carnevale,

giorni di gioia e spensieratezza
dove non vi è posto per l’incertezza
in questi giorni si deve solo scherzare
e per nessun motivo dovete pensare

alle sofferenze di milioni di persone
affamate e schernite senza ragione
pulcinella ormai ha la bomba
e arlecchino una barba lunga

non da meno è pantalone
che risponde col cannone
e se questo non gli sembra bastare
l’aviazione fa arrivare

missili, razzi , bombe e granate
dai gioite in queste giornate
giornate di gioia e spensieratezza
in cui non vi è posto per l’incertezza

grandi sfilate di maschere e carri
in fila streghe,mostri e sgherri
tutti insieme a ridere e scherzare
ehi tu non devi pensare

non devi pensare alle maschere vere
quelle create dalle macerie
a quella mamma con in braccio un bambino
che gli è stato ucciso nel primo mattino

quando un missile intelligente
che doveva colpire solo il sergente
ha fatto un errore di valutazione
ed è entrato in cucina a colazione

o quella coppia appena sposata
che in viaggio di nozze al caldo è andata
e mentre le bellezze stavano ad ammirare
una bomba umana li ha fatti in aria saltare

giorni di gioia e spensieratezza
dove non vi è posto per l’incertezza
incertezza che poi vi fa pensare
se a questa sera riuscirete ad arrivare.

Il paese
Il mio paese è piccolo assai
per la grandezza del mondo
Il suo nome è San Giovanni Rotondo
come tu , credo, già ben saprai.

Dopo irta salita ,tra curve e curvoni
entri in esso tra due muraglioni
lo vedi li placido e sereno
tra due monti tenuto in seno.

Se per tua fortuna arrivi di sera
non ti parrà cosa vera
lo vedrai li placido e cortese
sembrar ti parrà di entrar nel presepe.

D’amor di Dio ti sentirai investito
e la gioia tua coglierà l’infinito
pensieri tristi di natura terrena
che sempre ti han dato tanta pena

ti parranno piccoli e meschini
paragonati alla salvezza dell’anima di grandi e piccini
se il tuo cuore aprirai alla buona novella
ti renderai conto di quanto la vita può essere bella

vita piena di gioia , piena d’amore
da farti capir che la sofferenza e il dolore
non sono altro che della porta la chiave,
porta attraverso la quale ,la tua anima si potrà salvare.

Penso che questo abbia provato
Il piccolo frate quando è arrivato
nel corpo stanco, dolorante e sofferente
ma riuscir comunque a darsi alla gente.

Quando lui sulle mie colline è arrivato
non c’era altro che un enorme prato
un piccolo convento di quattro mura
e di bello non c’era altro che la natura.

Sotto le colline c’era un paese
abitato da gente umile e cortese
paese fatto da casine e casette
di pietra , fango e paglia , divise da stradine strette


la loro vita era scandita dal Sole
il gallo gli segnava le ore
all’alba iniziava la loro giornata
ed al tramonto c’era la ritirata

gente semplice e timorata
partiva presto per guadagnar la giornata
giornata che non era mai abbastanza
e di fame ce n’era e ce n’era tanta

sin dal primo mattino con la zappa il contadino
che zappar andava a piedi lontano , il più vicino era pantano
sin dalle prime ore iniziava la vita del pastore
che quelle quattro pecore le trattava da signore

la vita più triste sin dalle prime ore
era quella del minatore
giovani forti e intraprendenti
che a lavorar sottoterra erano contenti

contenti solo di una cosa
che in bocca ai figli ci sarebbe stato qualcosa.
tanti ne son morti in quei frangenti
per far si che i loro familiari avessero qualcosa sotto i denti.

L’unica cosa che accomunava tutti
erano , sofferenza e fame , quelle c’erano per tutti
erano poveri ma poveri davvero
Che in vece dello stomaco avevano un buco nero.

Il piccolo frate appena arrivato
tutto ciò l’aveva capito
non che lui venisse da un posto agiato
infatti ancor più povero il paese in cui lui è nato.

Ma Dio per mano lo ha guidato
e su quella collina lo ha portato
per far sì che il piccolo fraticello con la sua bontà
da quel posto alleviasse le sofferenze dell’umanità, a partire dalla più nera povertà.

Con la sua opera , ha colpito il cuore della gente del mondo
facendo si, che milioni di persone arrivassero a San Giovanni Rotondo
portando con loro dei piccoli doni
doni carichi di emozioni.

Emozioni che hanno permesso al piccolo
Frate di erigere enormi colonnate
Colonnate sulle quali ha eretto un opera colossale
Che non è altro, che di San PIO l’ospedale.

Ospedale che in tanti anni
di sofferenti ne ha aiutati tanti
Ospedale nato tra dolore e sofferenza
chiamato “CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA”


Poverino lui ha sempre sofferto
Il vero male è stato al suo cospetto
ma lui con l’amor di Dio e di Maria
è riuscito ad andar avanti sulla retta via.

Lui ha sofferto ed ha pianto
quando neanche la chiesa gli è stata affianco
Anzi per molti anni
Non ha fatto che dargli tormenti.

Ma la sua fede lo ha aiutato
e nel dolore molta gente ha salvato
tanti altri li ha convertiti
dopo che grazie a lui si sono pentiti.

Quando è finita la sua vita terrena
la sua anima finalmente e stata serena
e l’umanità solo in quel momento
Ha capito , che quel piccolo frate, era un Santo.

Quel piccolo paese povero e sofferente
viene ogni hanno visitato da tanta gente
gente buona e piena d’amore
che lascia qui da noi un pezzo del loro cuore.


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