Racconti di Fabrizio Margiotta
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Colei che tende verso i deboli e li
solleva Ogni uomo che si rispetti tiene in tasca le chiavi di casa sua. Sono le chiavi dei suoi affetti, della serenità e della pace del focolare domestico, ma anche dei suoi affanni quotidiani e della dolce fatica di tornare ogni sera sfinito dal lavoro, ma con un tozzo di pane tra le mani. Se è vero che un uomo è sempre uomo, anche senza chiavi, è altrettanto vero che la vita è fatta di tanti piccoli gesti e abitudini che, pur nella loro umiltà, si rivestono spesso di una sottile patina di epicità. Tra poco nascerà Khaled. Aspetto questo figlio con ansia ed emozione. Cosa faremo io e Asiya? Basterà un tozzo di pane quando tornerò dal lavoro? Ormai perdo le notti ad immaginare il piccolo Khaled…avrà gli occhioni di sua madre e il suo naso appena accennato? Avrà il mio mento marcato e la fronte alta? Voglio che da grande diventi un personaggio importante, magari un medico. Voglio che sia apprezzato da tutti e non sia costretto a rompersi la schiena trasportando spezie al mercato. Voglio che non sia come me e non abbia la mia stessa sfortuna. Dovrà andarsene da qui un giorno e, chissà, magari tra molti anni saremo finalmente liberi di andare dove vogliamo, senza rendere conto a nessuno, senza aspettare il permesso. Magari tra molti anni non avremo più quel dannato muro che taglia in due la nostra casa e potremmo tornare nel nostro piccolo nido. Inshallah. Penso queste cose ogni notte e sono sempre più eccitato dall'idea di diventare padre. Asiya invece sembra più serena di me, non si agita mai, neanche quando la chiamano per raccogliere olive nell'orto di Akram. Lui è un uomo giusto e generoso, non smetteremo mai di ringraziarlo per il favore che ci ha concesso, anche se tra poco Asiya non sarà più in grado di lavorare…spero accetti l'idea di farmi lavorare al posto suo. Da qualche settimana gli ulivi sono presidiati dai soldati americani, dovrebbero essere al sicuro. Del resto, dopo i recenti fatti, Akram non se la sentiva di rischiare ancora. Il suo uliveto è distante da qui, occorre superare il posto di blocco. E' sito su un piano un po' isolato, facile preda dei fanatici, desiderosi ormai di rubarci pure la dignità. Non sanno però che potranno toglierci la libertà, il cibo, i medicinali, la vita stessa…ma non ci potranno mai togliere la dignità. Insegnerò a Khaled cosa vuol dire essere un uomo vero. Ogni uomo che si rispetti non tiene in tasca solo le chiavi di casa, ma anche il suo futuro. Un futuro che forse non è deciso da noi, ma che può essere modellato a seconda di come noi intendiamo affrontare la nostra vita. C'è chi decide di farsi saltare in aria per la libertà, chi per una guerra che non sarà mai "santa" e chi, invece, donerà ai suoi figli una coscienza, nella semplicità, nel lavoro e nella fatica. Asiya dorme accanto a me. Com'è bella con i colori della vita disegnati sul volto! "Colei che tende verso i deboli e li solleva", questo significa il nome Asiya. Nessun nome potrà mai essere più adatto per colei che mi ha già sollevato col dono della paternità. Mentre penso e forse urlo in segreto, l'alba palestinese si avvicina di soppiatto, dipingendo il cielo con quegli stessi colori che accarezzano mia moglie. Anche oggi il nostro campo profughi sarà intriso di vita, storie, parole e colori. Ed io continuerò a tenere le mani in tasca, per giocare con le chiavi di quella che fu la mia casa. |