Poesie di Filippo Marzii


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Autoritratto di un incapace
C’è un sottile velo di pudore
tra la matita e il foglio
mentre copia di me stesso
tratteggio piano.
Il ritratto - quello vero -
si cela dietro il palmo
della mano sinistra
e sfugge al verso
che racconta superficie
d’oceano ignoto. Eppure
basterebbe leggere
il disegno che questa lampada
scaglia al muro.
Voltarsi e ricalcare
le linee clandestine,
imbrattare di vernice
il silenzio di questa sera
e imitare il vento che sfronda,
indiscreto, il fusto.
Ma si arrende la parola
a consueti scherzi di grafite
che nuova inaccessibile maschera
s’inventa tra le dita
e clemente è l’attesa
che riverberi d’aurora, domani,
sciolgano finalmente
l’ultimo manto di brina.
 


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