Poesie di Lisa Massei
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Nata a Cecina (Livorno) il 30/04/79, diplomata geometra, nel 1997 pubblico la prima autoproduzione di poesie “Incendio Di Mille Foglie”; nel 1999 la raccolta “Teste Decapitate”. Nello stesso anno, Progetto Siderurgiko Prod. ha coprodotto la terza raccolta “Poesie”. Nel 2000 ”Racconti…” contenente racconti miei e di Marika Valtorta.. Nel 2002 “Istinti” raccolta di racconti in versione fumetto, e la coproduzione (Eden Prod./Criatu Prod.) di uno split “Grigie Prigioni Assolute/Estremismo come Nudità Mobile” di poesie mie e di Cristiano Quadalti.Varie collaborazioni con illustratori. Collaboro con la rivista “Fatecelargo”. Pubblicazioni su fanzines: Don’t Tell Me What To Do, Metal Knight, Eden, Mercurio, Out, Fatecelargo, Evasion, Emozioni, Cagnara, Whoooyeah, Autocombustione Spontanea, ecc. Pubblicazioni su riviste: Punto di Vista n.23, 24, Il Foglio Letterario n.19, Gemellae, Pick Wick, Brontolo, Container. Pubblicazioni su antologie: “Carte a Fuoco” (Whoooyeah Production); “Mondi” (Gummo Lab); “I Quaderni Letterari” (Edizioni Il Filo); “Una poesia per l’amore” (Edizioni Il Foglio); “L’Almanacco del Foglio Letterario” (Edizioni Il Foglio). Recensioni e pubblicazioni on-line su: www.perfect-trip.it, http://it.geocities.com/outzine/index.html, www.scrivi.com, www.ilfoglioletterario.it, www.succoacido.it, www.poetare.it, www.liberodiscrivere.it, www.ilromanziere.com.
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Dire che dalle tue mani può piovere solo sabbia, che tutto sembra tempo, anche la punta delle dita, è dire occhi giganti che chiedono ad una mano che sa solo stringerli per farli lacrimare. Il cielo è una tavola di metallo imbullonata sopra alla mia finestra e l’aria solo un miraggio senza vento. Sentire vivere ogni angolo di pelle e che ogni tumore possa guarire dal sapore di morbida Morte. Un pizzico di polvere si posa sulle mie gambe a riposare mentre ti guardo tornare bambino fra un albero ed un altro. Il sorriso ti trasforma il volto in un arcobaleno che si incaglia all’orizzonte fra terra e sole. 20.05.03 h:12:00 Una parola 25.05.03 Aspetta Sleep Viaggiare indietro Donna portaombrelli Passare la vita Piegarmi i capelli Nuotare Correre | Foglie A volte mi sembra di vivere fra le vene di una foglia, avere la pancia così gonfia da non riuscire a passare fra una via e l’altra per arrivare alla fine sentendo gli odori dei fiori che uccidono il fieno. Child Troppo poco Giochi Risorgere A.C. Viale dei cipressi Un pugno di pace Sedia |
Ogni giorno Leggere qualcosa mi rilassa, mi fa dimenticare che fra pochi Minuti devo tornare a lavoro. Continuo a sognare una vita che non avrò mai il coraggio di vivere. Vedo solo la luce che passa dalla finestra nei suoi tentacoli di polvere. Posso attraversare il mondo senza dover vendere i miei vestiti? Sono stufa di bere latte caldo per vomitare il mio disprezzo. Obblighi che non mi appartengono, ed un lavoro come copertura per rincorrere sogni che tardano ad arrivare sul mio binario morto. Ti stringo la mano e vedo le vene disperate che si articolano fra le tue dita. Qualche ruga di disperazione ti spinge gli occhi come pena per la tua voglia autistica di essere come sei. Ho voglia di leggere tantissimo, fino a che non mi lacrimano gli occhi. Voglio morire sommersa dai libri. Voglio leggere così tanto da non distinguere più la mia vita dall’inchiostro. E se mio padre per fare il simpatico mi dice che sono le cose nere quelle da leggere e non gli spazi bianchi, potrei rispondergli che è in ritardo di ventiquattro anni e che non è vero che non è mai troppo tardi. E’ DA TEMPO CHE HO SMESSO DI ESSERCI. Sono andata a correre respirando aria che non sarà mai abbastanza pulita, sono andata a correre per continuare a guardarmi allo specchio, per capire cosa mi nasce dentro. Peso come una coperta invernale. A volte chiedo solo un bacio al limone che nessuno mi vuol dare, così mi prendo a morsi un limone con la buccia macchiata di rame. Non so cosa sia Osmosi Ciò che vorrei sotterrare con me |
Occhi a me: osservate quel ch’io osservo e non osservatelo più. Parole a me: discorrete di quel ch’io discorro e non discorretene più. Mani a me: create quel ch’io creo e non createne più. Poiché io son io e voi ciascun altro essere. Guardatemi a lungo. Imitatemi ed opponetevi. Seminatemi e raccoglietemi e gettatemi e calpestatemi come l’erbe e l’asfalti. Consumata da odio e miseria Perché certe donne Quest’oggi leccami. Il progresso va Una corsa contr’il Prato di ghirlande Lasciatemi libera, vi dico… Potrei lanciare in E’ qui che vi attendevo, Imbullonate lo scaffale, Su, fra i venti dell’Est Domani sarà festa, Amare due persone Altro non so. Ho respirato anelli di fumo, Dimmi: I mesi passavano e ormai mi sentivo Ho scorto oltre le tue Studi e ricerche circumnavigavano Cos’è che ti salva dalla vita? | Tu sei uomo, io son donna, e allora portami, portami a peso morto. Dammi il profumo dei ciclamini, che petali su petali mi sotterrino e decolorino le impazzite alghe dei miei capelli. Tu sei uomo, io son donna, e allora alzami, alzami da terra. Ricopri di miele Il mio volto, e di seme il mio petto; che possa andarne fiera e coglierne le energie per esser lepre e cerbiatta, stregone e camaleonte, insetto e farfalla e mosca rossa che spia dal tuo sopracciglio. Perché tu sei uomo Ed io son donna. Il giorno mi colava 25/12 Si può giocare Ogni uomo buono Ogni uomo ha occhi Mi son seduta qui. Oggi l’occhi tuoi Mangio vermi Ogni giorno una crociata Non soppesai le lacrime sue Ho murato vivo Ho piegato in Foglio e foglie, Intanto il cielo Ho raccolto il tuo volto Ho vomitato Lo senti? I miei capelli le incorniciavano Svuotato il caos Odiare è terra? Vorrei essere. Il mio dio sono io, |
…Anche le macchie si cancellano da sole… | “Ciao, ti presento… …questo è il mostro che è in me”. |
Dessert Ho l’abitudine di lasciare cassetti aperti quando ho sonno. Solo se ho sonno. E’ tutto tempo che sottraggo alla mia biro notturna. fra le cosce la coperta elettrica. Anche lei partoriva aborti di desideri mente i suoi occhi di whisky si infossavano nelle ore ferite al sonno. Parentesi Attesa A piedi nudi Spilli negli Occhi Sono io che Insonnia Bambola sono io Occhi vuoti Sangue Oppio dei sogni 02/03 rabbia in fili Riflessi Suicidi Nel ricordo Pomeriggi d’estate Entrare Il bello è | Alla luce Sto per partorire. Le acque rotte giù dalla finestra, e mio figlio è blu nell’anima, dovrà imparare a camminare cerbiatto se non vuole abortirmi negli occhi. Samuele E… Poi? Solo se… Cuore a fette Rugiada notturna Routine Chi mi lega Che ne sai? Minerali Il male di me stesso Membrana 04/02 real time Lo specchio delle illusioni Non senso 05/02 A mai più Piatta pianura Centro città Ciò che siamo Il mio fiore |
Vedere la vita da una lacrima. Mangiare carta per cancellare delle parole stampate e urlare con lo stomaco ogni male che fa perdere la vista. Giallo e verde al posto degli occhi. Senza sapere perché sono diventata una mano. Occhi grandi come il mappamondo e tanta voglia di respirare la tua voce e le risate a pieni polmoni che ti escono dalla pelle. Un capello morto. La malata voglia di dividermi nel mezzo dal ridere. Cullare un figlio nato con 23 anni di [Ritardo] e prenderne a calci un altro con le vene piene di eroina. Ho capito che il mio vero figlio sei tu. Non è colpa mia se mi si staccano le [dita dagli occhi] Lo sai che mi sono tagliata per entrare [in questi pantaloni] Non esiste abito che mi calzi a [meraviglia.] Da quanto schifo mi fa non riesco più neanche a vomitarla. Delle non risposte significano molto. E’ piovuto tutto il giorno Sul quaderno a fiori che ho lasciato sul balcone. Ci avevo scritto parole con bava di lumaca. Le mie grigie piogge blu Rosa rossa Ricordi di sangue La sera Perdita di memoria Perle di sudore Utero Nero di seppia L’altra metà 103 Giugno Biblioteca Comunale Una parte Stanotte Etrom Mano | Sogni: cadaveri sul nascere Oggi mi faccio un pezzetto di schifo in più. Uno sputo sulla mano ed una mosca dai riflessi verdi sono gli unici ad onorarmi della loro presenza. Sangue infetto assorbente in un bicchiere di lacrime da vendere, un cappello, un sorriso di feltro senza dignità ed un paio di gambe da depilare. Un corpo morto nato senza testa, un milione di schiaffi da dare. Una busta gialla ed una lettera da scrivere su cui posso solo pulirmi le mani. Vorrei capire dove sta la fine. Lo vedi? Nessuno ti ascolta. Il mondo cambia pelle. Che cosa starò mai disegnando? Ho smesso di tenere un diario per non ferire le piccole cose adesso può bastare solo una parola. Gocce di memoria 3 di quadri, 2 di picche, asso di fiori Squame Ho finito le idee per i miei stupidi racconti Frutta sciroppata 25/02/03 Essere Manie di una casalinga Un altro po’ di vino per favore Lo specchio dimagrante Scusa se rido Buona notte Arem 203 Sabato sera Cane negro Time Devo |