Poemi di Mimue (presentazione) Baldo destriero apri le ali, varca il sentiero di sogni e tramonti, portami verso chiari orizzonti ove cuore e ragione trovino unione! -I- La vita è perennemente l'intreccio di ideali sublimi: l'ingannevole terra è amata appassionatamente il cielo è desiderato con mistica violenza l'uomo è al centro di ogni ricerca Dio è al centro del tutto. Mimue osserva, attraversa, ama, a volte sa perdonare -II- Ode a me, dolcissima Mimue, amara è la coppa offerta e donata dalla mano sbagliata. Fili dorati, i capelli annodati, nascondono gli occhi, non odo i rintocchi di quel campanile che nel mese d' Aprile portarono in sposa una gioia incompiuta. Percorro e sorvolo momenti e perdoni, poi sprono il destriero e torno nel vero, più fiera e più ardita nel sedurre la vita. -III- Dio dei cieli e delle genti che ti chiedono insistenti, pace, amore ed armonia, come capita in poesia, accettiamo quel che sia, non possiam svelar l'arcano prima d'esser posseduti dalla luce dell'oblìo. Dio dei cieli e dei perdenti, la vittoria a cui aneliamo sta nel prenderci la mano, senza spade e senza dardi, sol col sòl che il cuor c'invade. -IV- Odo e m'inebrio del rumore dell'inevitabilità, sento l'odore di questa verità, vedo col tatto, assaporo l'astratto. Se poi, a ragion del vero sempre è, la vita un gran mistero, trovare quel sentiero, non è pari all'imboccarlo. -V- Ser Elliot Senza Frontiere, dall'alto delle sue cinquanta primavere, in sella al buon destriero, con far baldanzoso e fiero, da collina scese a valle, trascurando il suo maniero. Lance spezzate, frecce mancate sul cammino, quand'ecco Mimue incrociare il suo destino. Colpì al cuore il suo spirito d'amore, là di getto la trafisse in pieno petto. Non sentore di dolore, non gemiti o lamento, ma nel cuore un sentimento indusse Mimue a sfinimento. Linfa bianca fuoriusciva da ogni punto della pelle, ogni gioia tra le stelle tutto in luce trasformava, se pur lui solo giocava.... -VI- ...prigioniera per magia di un amore inesistente rese Mimue più potente nel lottare tra la gente. Forte e fiera quell'estate e primavera, lei per nulla fu turbata perché lui l'aveva amata. Ma per Elliot fu sgomento: "L'equilibrio già vacilla, devo spegner la scintilla!" Troppo grande, troppo in fretta, lui il connubio non l'accetta, prende fiato , poi s'affretta a sellare il buon destriero e a tornar al suo maniero. Mimue a terra, si rialza, non più linfa nella stanza, sol la pura rimembranza del respiro di speranza. E se a volte ancor lo sente quel dolore trasparente: Mimue mente. -VII- Mimue crea la sua poesia a caval di fantasia. Dalla coppa si disseta e nulla poi le vieta di cercare la sua meta dentro te. -VIII- Nelle stanze del maniero, senz'alabarde e senza velo, regna Mimue e la sua forza. Ma se bussa alla sua porta Lancillotto misterioso, lei non osa e va a ritroso nei meandri del passato, giammai avverte l'esigenza di sfidar la sua avvenenza. Ma sovvien poi nell'assenza d'ideali e regal tenzoni, che lei accetta le canzoni che provengono da sotto e a salir invita Lancillotto. -IX- Oltre la montagna, nella gola della luna crescente, là, dove Oriente sposa 0ccidente, Mimue ricerca ogn’or cosciente quel che d'attraente le riserva il presente. Eterna giovinezza in coppa poi accarezza, anelando dentro al vino, ciò che a noi cela il divino. -X- Accecata dal sole, cristallina e sincera in poche parole, ammaliata dal lume riflesso sul nostalgico fiume che vitreo pervade la mente e il costume: la sua corazza non sfiamma l'ardore. Resta e pervade il tempo migliore e la danza di sciabole e spade faran da sovrane nel proteggere il cuore. Ancor lei l'attende il suo difensore, nell' albe e tramonti e tra tutti gli incontri, nel casto candore. -XI- Alle gloriose falde del Sacrissimo Monte Incantato, Mimue s'appresta a conquistar l'orizzonte, quella è la meta, la vede là in fronte. In punta di neve la vetta è segnata, tracciato è il cammino ricercando il divino. Ansimante, assetata e stremata, lei vorrebbe ritornare nel tempo reale, ma non ci sa stare senza continuare a sognare. Riprende il cammino col suo cavallo alato, da ideal ferrato perché questo è il suo unico ritrovato, vincente significato. -XII- Sul netto confine tra sogno e realtà, Mimue incontrò Sire Lealtà. Col cuore di ghiaccio tra le sue mani, lei non ebbe il coraggio di dire o inventare e se pur nell’attento ascoltare si dava da fare, non riusciva a fissare quegli occhi blu mare. Non seppe, non volle fermare il momento, d’inquadrare l’evento non ne era capace, perché già furtivo e fugace quel calore era brace. La luce abbagliante di quel cavaliere, con fiero talento ma senza pretese, la colse esitante: lei tensione disciolse, allentò le difese e a quel sogno reale, serena s‘arrese. -XIII- Lotta intestina d’adrenalina luce conforme ai flutti dell’onde: già Mimue confonde. Il tutto addolcito dal gusto proibito di sacral liberazione di sensi, di suoni e di calda passione stretta e nascosta in un sol contenzioso: il cavalier misterioso. -XIV- “Metto la lama della mia spada al suo servizio, o mia dama, Leale e sicura a tal punto sarà che più mi conoscerete e più ciò vi stupirà” Messer cavaliere con tali parole, ardite e sincere, rassicura cortese le limpide attese in Mimue già accese. Fiducia accordata, riprese il cammino seguendo il richiamo del proprio destino. -XV- E.... Lealtà le scriveva: "Il vento solleva polvere da depositi sabbiosi lasciando ciò che non si può modellare. Dall’alto lui riesce a vedere ogni anfratto, ogni curva, insinuandosi nei ricordi ora liberi dai vecchi strati. Il sole e la luce partecipano mostrando ad alcuni ciò che sei, oltre a quello che molti credono, ma non riescono a vedere..." Mimue si fermò: era bello ascoltarlo. -XVI- Mimue rapita da gioia infinita, rispose un po' ardita a Sire Lealtà: “Con pensiero e con poesia vorrei sfiorar la via dei punti indefiniti della tua calda fantasia per donarti la dolcezza di una tenera carezza. Il mio corpo non t’accoglie eppure già si scioglie ed è solo sulle soglie dell’idea di leggiadria.” -XVII- Mimue si sente assorbita dalla fonte di vita Involucro vuoto, il suo corpo devoto a lance e fioretti, li ha tolti i paletti del dire e del fare, poi sella il destriero per non farsi più amare. Ritorna ad errare più fiera ed ardita. Ma è tardi, è già stata colpita dalla fonte di vita.
-XVIII-
Galoppate senza briglie
sono i miei pensieri,
fuoriescono
dagli
schemi
lasciando ad altri
i sentieri del raziocinio.
Perché semplice a tal punto
è ciò che sento.
(Mimue)
-XIX-
Il mistero di Mimue e sire Lealtà
ha un volto, ma non ha identità
senza parole, in ascolto di luce:
- Entri in uno spazio dove non esiste luogo.
Un filo teso è l'accordatura dei limiti e dei perché.
All'improvviso vedi e sai che hai capito, poi il buio
non fa che farti la misura della luce che hai assorbito.
Tutto è calmo ora, la luce è rimasta nella retina,
impressa come dopo la morte
nella viva coscienza del cuore. -
-XX-
E là vaga tutto il volere,
là scopri di credere,
là cerchi
l'io
e là capisci che hai bisogno di luce
per andare oltre.
-XXI-
Parole e vestige di Mimue si fusero
con quelle di Lealtà in un unisono :
sensazioni, sentimenti e vibrazioni
perché, pur nelle diverse partenze
avevano un unico punto di arrivo :
il cuore.
Lealtà le scriveva:
“Il cuore è una lama
ritorto di mille strati ribattuti e forgiati,
se solo chi sa volesse brandirla
che scintillio di potenza potrebbe scaturire.
E sto ancora correndo, vorrei fermarmi
e guardare quel lago
vorrei capire senza voler essere capito
dare, senza la presunzione di un orgoglio che filtra il sole
stringere l'emozione e finalmente piangere.”
Mimue si fermò un momento
a guardare quel lago
riflettendo se stessa, le sue corse,
i suoi vuoti, i suoi misteri,
Fu solo un attimo,
ma fu intenso come un’intera vita. |