Poesie di Francesco Mitrano


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Angeli senza ali
Camici bianchi nelle corsie, angeli senza ali ,
accolgono con audacia
ogni infermo , da malattia o disgrazia
celando dietro un sorriso le paure,
l ’incertezza , lo sgomento , il panico .
Dentro stanze senza cielo, bensì solo nuvole
tra siringhe aghi ,farmaci , flebo e deflussori
non vi sono solo macchine ma angeli senza ali.
Il silensio interrotto dal suono di un campanello ,
attimo di batticuore, momento di agitazione,
sudore alla fronte , l’angelo vola al capezzale,
tendando di capire l’esigenza .
provando a soddisfare la richiesta ,
tranquillizzando, chi su quel letto,
tenda di vincere la sua battaglia.

Al personale del reparto nefrologia Ospedale di Polla (SA)
 

La felicità
La felicità? non è esibire ai polsi Rolex e bracciali d’oro , sfoggiare vestiti di lusso,affiliati a brillanti. La felicità? non sono pranzi di lusso in costosi ristoranti, con analoghi compagni , tanta falsa ilarità, prese di mano, e finti abbracci e baci. La felicità ? non cercarla in negozi di lusso, nei regali o alle feste. La felicità ?è la stima della gente ,farsi voler bene, il rispetto. La felicità? è darsi la mano con la persona che ami , poterci fare lunghe passeggiate in spiaggia, correre tra le roccie, e sentieri di montagna, arrivare alla vetta e urlare: viva la vita, erigere lunghe corse di mattina, con pioggia e sudore sul faccia. La felicità ? è avere ancora mamma e papa vivi, poterli stringerli ,coccolarli, sbaciucchiarli. La felicità ? è vedere prosperare i figli La felicità ? è sentire lo schiamazzo dei nipotini, poter giocare con loro,tenerli sulle ginocchia, sentire le loro braccia intorno al collo. La felicità ? è tutto quello che col denaro non puoi comprare.
 

Alla mia Rosanna .
Ne Frà, famm sentì si tieni ‘a freve sta notte a fatto a tosse tutt’a a nuttata, Rusannè nun tè preocupà ca non m lievi a turno è ambressa ancora, aimma festeggià prima i cinquantanni. U patre eterno ancora nu mè vole, a già a sta soffri nato poco, ne Frà ma che te suonni ?io senza e te comm cambo? Rusannè tu campi nu poco acciaccata ma campi , songh’ io can nun sapesse come fa , vattenneè.. va a fà gu…che dici? tu si na cerza , stai ancora buono ,te sai sulo lamentà. Aà Rusannella mia tu chesto o sai Fra me e te a chiù determinata si tu, tu m prepari i panni e m’aiuti a veste a matina intanto è già pronto goppa u tavolo u latto e l’orzo, quand’esco pe mi iè affà a dialisi , m’accunci a sciarpa e o cappiello so trent’anni che fai chesto p me co tanta pacienza. Frà aggiù capito a freve nun a tieni , vatt’ a fà na camminata cu a carrozzella , u patre eterno t’accumpagna va va ,state buono statte a corte e machine,vattene goppa o marciapiede,nu trecà , t'aspetto pe' mangià, c'è pure Gerardo Ca d'a mangià.
 

Vita mia
mio caro e dolce
nipote Gerardo
tu stai crescendo
in dolcezza, sapienza,intelligenza
e voglia il cielo conservarti cosi nel tuo percorso
libero e gioviale!
Il nonno vorrebbe augurarti
Un;esistenza di fiori senza spine,
tragitti sempre agevoli
e un’eterna primavera,
ma la vita non è sempre tale;
il mio tragitto è stato tortuoso
allor per te non volgo
l’assenza di ostacoli,
ma la volontà e l’ energia
di affrontarli e superarli.
Lievi ti siano le spine,
possibili le scalate alla celebrità
il nonno vorrebbe tenerti sempre così
disponibile al bacetto
le tue braccia intorno al collo.
Sei la mia vita.
 

Al mio papà
Ciao papà,vorrei dirti tante cose ,
ma non so ,riesco solo a dirti.. .ti voglio bene;
come è bello ascoltare ancora la tua voce ,
frammenti di novanta quattro primavere.
Le tue parole , raccomandazioni , suggerimenti
trasmettono la tua laboriosa conoscenza.
Seduti al tavolo discutendo della nostra vita terrena,
ascoltare i racconti del tuo faticoso percorso,
di quel giovinetto che per un mese di lavoro ebbe un paio di scarpe usate,
di chi la notte riposava nel pagliaio,vicino a gregge
di chi undicenne andava a lavoro con la paglia sotto le ascelle,
di chi di notte rincorreva bufale uscite dal staccionata,
di chi con il pianto in gola espatriò in cerca di lavoro,
quanti sacrifici padre mio, non te lo mai detto ma lo so,
quella mattina di primavera ,mi facesti due ruote di legno,
per me il più bel giocattolo ricevuto.
Io a guardare le tue rughe ,accarezzare la tua chioma bianca.
Pensare la nostra alba si avvicina. Vorrei festeggiare il tuo centenario
Vederti felice circondato dai tuoi pronipoti,vitalità papà.

Anniversario

Trentacinque stagioni or sono,
stessa chiesa,Getsemani .
La mente rivolta al Cristo in preghiera ,
un celere risveglio agita nella memoria.
La purezza di una tenera giovine,
chioma celata dal lungo crespo
di un candido vestito da sposa,
sguardi scintillanti che divulgavano luce ,
desiderio di un' esistenza insieme,
sogni,dubbi che offuscano il domani.
Sul tuo volto speranze d' amore ,
che sbocciavano come fiori di primavera
un volo di due candidi piccioni.
Ai mie occhi mostravi una dea ,
In questo santuario di campagna
promettemmo eterno amore.
Al presente non siamo soli ,
vorrei regalarti giorni pieni di felicità,
illuminare il percorso della tua vita,
invece appari tu il faro della dimora .
Celerai l'argento dei capelli,
le pieghe del tempo passato,
ma in te risplende lo stesso amore.
Ed Io, ti apparterò appagato per sempre,
per la vita e oltre ,sei la mia compagna.

Dono alla vita
Disteso sul letto d' emodialisi ,
trascorrendo il mio doloroso tempo,
con la mente inquieta e pensierosa
ricercando una ragione del calvario,
che sol nell' esporre torna l' angoscia.
Attorno a me infermi di età diverse
uniti da uguale sofferenza.
Mi destò la voce del medico
con il suo sorriso tremante ,
mi riferiva del dono di vita .
Tu angelo ignoto, privo di fama,
nel fior degli anni te ne andavi
trasferivi la tua esistenza ad altri,
non conosco e non saprò mai chi eri,
il destino non è stato prodigio con noi ,
chissà , ..in futuro risplenderà ancora luce,
potrò volare affianco a te in paradiso .
Quando è sera pensieri e sogni ,
si fanno intensi,la mia mente
torna sempre nel tuo ricordo ,
in quello che è di te, dentro di me .
Ancora in altri momenti avverto il richiamo al trapasso,
ma negato, per amore alla vita da te ridata.

Magia
Niente più magico esiste.
Sognare, osservando il cielo,
il bagliore delle stelle,
che sfavillano come lucciole,
rispecchiandosi in un immenso quadro .
Schiumose onde saltano gli scogli
Intonando gradevoli melodie ,
loro maestra , la luna,
che regna sovrana,
in questo cielo decorato .
Come un'artista ,dirige
questa armoniosa orchestra ,
musicando nella mia fantasia
suoni dolci e melodiosi,
che si riproducono nei tuo occhi ,
trasmettendo sul tuo viso
una nuova luce ...
... l' amore!

Perdonaci mare
Mentre vago tra questi lidi,
piove nel t'orbito mare,
l'alta marea cancellerà le orme
dei miei fiacchi passi,
che s' ammollano nella cloaca rena,
Ed io, ad ascoltare,
l' agitato mormorio,
il tuo furente frastuono,
sembra di voler narrare
memorie di epoche vissute.
segreti nascosti tra gli abissi.
conflitti ,intense guerre, audaci genti.
Rumorose onde s' inseguono
rendendo sulla salubre bonaccia
inutili rottami della tua immensità
liquami, conchiglie,pesci,
carcasse anneriti di petrolio,
alla terra le sue luridezze.
Mare scuro e solitario ,
mare proficuo e comprensivo
tu che sei parte dell'universo
se puoi perdonaci.

Il Percorso della vita
L'esistenza è come il sole ,
priva di meta ,
tragitto , tortuoso, senza ritorno.
Strada in salita, velata , confusa,
alle spalle tramonti e ricordi,
nostalgie di emozioni lasciate.
dinanzi, un cupo tunnel grigio ,
privo di luce ,senza rotta sicura.
Occhi bendati da sogni puerili,
una rondine trasportata dall'indole,
su strada irrorata da piogge,
spazzata dal turbine ,
lambita dai raggi del sole.
In uno zaino recinti vigorosi miraggi ,
ad ogni levato,
la fatica di stagioni passate ,
l'esistenza attaccata ad un fragile filo,
u' inquieto futuro della realtà dell'avvenire,
utopia di un mondo migliore.
Il sole che si cala per cedere alla sera ,
che è a poco a poco è sempre più vicina,
fino raggiungere
la fine del nostro percorso.

Magia
Niente più magico esiste,
che sognare, osservando
il chiarore delle stelle
che sfavillano rispecchiandosi
tra l'infinito mare ,
invano cercano di lambire
Le schiumose onde ,
loro alleata , la luna,
che regna sovrana
in questo cielo decorato ,
come un'artista dirige
questa armoniosa orchestra ,
musicando nella mia testa
suoni dolci e melodiosi,
che si riproducono nei tuo occhi
trasmettendo al tuo sguardo
una nuova luce ...
... l' amore!

A mio cugino Ciccio
stesso sangue nelle vene,
stesso nome.
stesso passato, stessi hobby
stessi principi, stessi valori…
Eri tu;la mia ombra,la mia spalla,
la mia quercia ,sempre pronto
a proteggermi come un fragile novellino.
Mi piaceva dire siamo diversi!
spiare le tue reazioni,
per poi imitarle durante i nostri passi .
Come tuo usuale,hai profuso
dando intenso coraggio ,
anche da quel tuo breve calvario,
sempre pronto a porgere un sorriso,
trasmettere il tuo umorismo
celando le tue sofferenze.
Te ne sei andato,in silenzio,
in una notte,
attorniato dalle persone a te tanto care,
le tue ultime parole ,di
amore e dolcezza
Oggi mi restano solo ricordi,
ripercorrere il nostro passato ,
la nostra infanzia,mi manchi,
ti penso spesso ,
sei stato l’altra metà di me
che ormai non c’è più.
oggi posso rivolgerti solo una preghiera
Sperando che la luce in cui sei immerso
Possa sempre darci quel sorriso che ci hai lasciato.

Pensieri da spiaggia
Attratte dalla cocente rena,
che appar un pian d'avéna matura,
spumose onde si rincorrono
inondando di candida schiuma
l'impronte dei miei passi.
Ed io, respirano insipida salsedine
lambito da raggi cocenti ,
inumidito da una brezza marina,
volto a cercare l'infinito quadro,
laddove limita l'orizzonte.
Sedotto dall'estesa quiete,
l'incessante armoniosa risacca ,
par di narrar misteriose l'odi .
Quel continuo movenza
sembra cullar i miei pensieri .
quasi vorrei diventare vento,
una folata leggera,potermi
sollevar in volo, libero,
vagolare sulla spiaggia,
andar di fiore in fiore,
raccogliere le fragranze ,
abbandonarle sulle tue forme,
sfiorar i lunghi capelli ;
Come un cieco adularti l'aspetto
Frusciando a te dolci lemmi.

Nostalgia
Vengo spesso
nel luogo silente
ove riposa mia madre.
Fra lugubre tregua
ritrovo pace , tranquillità .
Posato su questa fredda selce
in questa immacolata quiete,
Piango, prego, penso.
Un rauco vento accarezza
pedali di rose sgualcite
corolle di garofani imputriditi
tralasciando nell'aria
una dolce fragranza
Rivedo il tempo passato
il dolce sorriso di mia mamma
la nostra casetta di campagna
le pareti anneriti dal fumo
di un caminetto ormai spento.
Tuttora avverto ancora il profumo
della tavola che ella approntava,
sento il rumore del dondolo
che mio padre teneva legato
al vecchio pioppo .
Il riso dei bambini che giocavano,
l'abbaiare di bimbo,
Mia madre accostata
ad una finestra che ci seguiva
con uno sguardo sagace.
Quanti ricordi ,madre mia,
te ne sei andata .
Lasciandoci un ricordo nella memoria,
Il tuo sorriso negli occhi,
Nel cuore il tuo cuore.

A mia moglie
Come un'esuberante puledra
si arruffano senza vento le tue chiome,
drizzi il capo per governare ,
i piedi a terra scuoti.
Nell'andar il tuo passo è lesto,
orgogliosa ,superba e vigorosa
creatura maritale.
Come una regnante incidi nella dimora,
nell''offrirti gaia e zuccherata.
Ed io,a te col mio guardo sagace
sfoglio il percorso sul tuo volto ,
che a poco più della metà del tragitto,
Enormi dilemmi hai già sfidato,
stradi freddi di vita, densi e faticosi
sempre audace a nascondere l'angoscia
perdersi e ripigliare daccapo
or il tuo cammino è sempre più fiacco ,
nel sorriso che dovrebbe darmi forza
ci leggo quanta ansia ti affatica,
tra bufere buie e burrascose
con buona e cattiva sorte
nella gioia e nel dolore
nel silenzio freddo della pace
un sentimento immortale ci accomuna.

I tuoi occhi.
Bionde ciocche solari
scivolano sulla fronte,
come un sipario
aprono le scene.
Due gemme di cristallo
emanano fugaci bagliori di luce,
atmosfera teatrale,
soave armonia.
Io spettatore attempato ,
osservo raggiato,
da vigoroso splendore,
turbato da cauto senno.
Ch'issa che un radiante sorriso ,
possieda vigoria di sciogliere
il velo di angoscia
sulla mia esistenza.
Erigesse uno sguardo,
per poter rimuovere
frustrate memorie,
risvegliare l'aurora del mio domani.

Ricordi
Seduto su questi infuocati scogli
ad osservare il mare e ascoltar la voce,
che risuona nell'infrangersi alla scogliera.
Spumose onde lambiscono le guglie,
ed io , sospirando la brezza del tramonto
ad osservare l'orizzonte di false forme;
incantevole sfumature dell' oriente.
A rilento il sole si ritirava
per far progredir la porpora della sera.
Intorno a me un aleggiare di gabbiani,
pareva di ragionar con loro
di raccontar della mia vita.
Avvolto nelle antiche memorie,
ombrose trasparenze del passato,
case solitarie di campagna,
figure lontane, allegorie infantili,
nostalgia di un sentimento perduto,
laddove ero un candido fanciullo ,
preso d'amore della giovinetta
dai lunghi capelli e le sue ciocche.
All'era preferì un' altro giovane
io non conosco se a quel tempo
persi o vinsi ,
seppur ancor oggi ,
che un tratto di strada è scorso,
di quella una ne sento l'ombra.

Al vento
Vento respiro di vita
raggiante incolto e brioso
vigoria soprannaturale
figura invisibile ,

Vento soave mormorio autunnale
alterni le nuvole al sole
issi le onde marine
soffi le aride foglie

vento sostenuto dalla sorte.
Scompigli le sue bionde chiome
Accarezzi incantevoli bellezze
sfiori la sua immagine afflitta

Vento dolce armonia della vita
trasporti il polline dei fiori
profumi l'aurora del mattino
asciughi le ferite dell'amore

vento signore dell'universo
schiudi le porte della vita
prova a riaprire il suo cuore
Sussurrargli enunciazioni d'amore

Vola farfalla
Vola farfalla,
Aleggiando nel vento
Accarezzando i prati rivestiti di fiori
il mutamento è compiuto
l' illusione della vita ti ha resa sagace,
Vola farfalla
Sfoggiando i colori più belli,
allegoria in movimento
di una giovane diva.
Creatrice di danze.
Vola farfalla
galleggiando nell'aria
trasportata dal indole
in Cerca del calore
di un abbraccio d'amore
Vola farfalla
Veleggiando lungo un tragitto
di una tratto in salita
incontri puerili
arroganti sensazioni
Vola farfalla
volteggiando ondulata tra un fiore e una calla
distendendo nell'aria
il profumo indulgente
fino a posarti su un candito giglio.

È vago errante
Laddove non posso raggiungerti,
candido gabbiano ,
a sfidare il burrascoso mare
il cielo alto e minaccioso,
ma tutto si addolcisce fra le tue giovani ali
ed io, incredulo ad osservarti ,
in questo mio breve e solitario viaggio.
Intanto il giorno scorre e il mio tempo invecchia
tu come aquilone senza meta
nell'accarezzar le onde
aleggiando qua e la
Fino alle nuvole, celato allo sguardo
e gioioso di essere libero.


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