CONTATTO CON LA NATURA |
Sera d’ottobre Lungo la strada vedi su la siepe ridere a mazzi le vermiglie bacche: nei campi arati tornano al presepe tarde le vacche. Vien per la strada un povero che il lento passo tra foglie stridule trascina: nei campi intuona una fanciulla al vento: Fiore di spina!… (Giovanni Pascoli) |
Mare M’affaccio alla finestra, e vedo il mare: vanno le stelle, tremolano l’onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l’acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d’argento. Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni? (Giovanni Pascoli) |
Notte: sogno di sparse Notte: sogno di sparse finestre illuminate. Sentir la chiara voce del mare. Da un amato libro veder parole sparire… - Oh stelle in corsa l’amore della vita! (Sandro Penna) |
Nebbia La nebbia arriva su zampine di gatto. S’accuccia e guarda la città e il porto sulle silenziose anche e poi se ne va via. (Carl Sandburg) |
O falce di luna calante O falce di luna calante che brilli su l’acque deserte, o falce d’argento, qual mèsse di sogni ondeggia al tuo mite chiarore qua giù! Aneliti brevi di foglie, sospiri di fiori dal bosco esalano al mare: non canto non grido non suono pe ’l vasto silenzio va. Oppresso d’amor, di piacere, il popol de’ vivi s’addorme... O falce calante, qual mèsse di sogni ondeggia al tuo mite chiarore qua giù! (Gabriele D’Annunzio) |
Rifugio d’uccelli notturni In alto c’è un pino distorto; sta intento ed ascolta l’abisso col fusto piegato a balestra. Rifugio d’uccelli notturni, nell’ora più alta risuona d’un battere d’ali veloce. Ha pure un suo nido il mio cuore sospeso nel buio, una voce; sta pure in ascolto, la notte. (Salvatore Quasimodo) |
Sonnolenza Questi dossi di monti si sono coricati nel buio delle valli Non c’è più niente che un gorgoglio di grilli che mi raggiunge E s’accompagna alla mia inquietudine. (Giuseppe Ungaretti) |
Già la pioggia è con noi Già la pioggia è con noi, scuote l’aria silenziosa. Le rondini sfiorano le acque spente presso i laghetti lombardi, volano come gabbiani sui piccoli pesci; il fieno odora oltre i recinti degli orti. Ancora un anno è bruciato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d’improvviso un giorno. (Salvatore Quasimodo) |
Leggiadro vien nell’onda della sera Leggiadro vien nell’onda della sera Un solitario pàlpito di stella: A poco a poco una nube leggera Le chiude sorridendo la pupilla; E mentre passa con veli e con piume, Nel grande azzurro tremule faville Nascono a sciami, nascono a ghirlande, Son nate in cento, sono nate in mille: Ma più io non ti vedo, stella mia. (Clemente Rebora) |
Vento Come un lupo è il vento che cala dai monti al piano, corica nei campi il grano ovunque passa è sgomento. Fischia nei mattini chiari illuminando case e orizzonti, sconvolge l’acqua nelle fonti caccia gli uomini ai ripari. Poi, stanco s’addormenta e uno stupore prende le cose, come dopo l’amore. (Attilio Bertolucci) |
L’estate è finita Più miti sono ora le mattine, le noci si colorano di scuro; più rotonda è la guancia delle bacche, la rosa ha lasciato la città. L’acero sfoggia sciarpe più festose, ed il prato si veste di scarlatto - Per paura di essere fuori moda, voglio mettermi un ciondolo. (Emily Dickinson) |
Han sradicato un albero Han sradicato un albero. Ancora stamani il vento, il sole, gli uccelli l’accarezzavano benignamente. Era felice e giovane, candido ed eretto, con una chiara vocazione di cielo e un alto futuro di stelle. Stasera giace come un bimbo esiliato dalla sua culla, spezzate le tenere gambe, affondato il capo, sparso per terra e triste, disfatto di foglie e in pianto ancora verde, in pianto. Questa notte uscirò - quando nessuno potrà vedere, quando sarò solo - a chiudergli gli occhi ed a cantargli quella canzone che stamani il vento passando sussurrava. (Rafael Alberti) |
Risveglio del vento Nel colmo della notte, a volte accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. Solo, pian piano, vien per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia guardingo sino alla fontana, poi si sofferma, tacito in ascolto. Pallide stan tutte le case intorno; tutte le querce mute. (Rainer Maria Rilke) |
San Martino La nebbia a gl'irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini va l'aspro odor de i vini l'anime a rallegrar. Gira su' ceppi accesi lo spiedo scoppiettando; sta il cacciator fischiando su l'uscio a rimirar tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri, com'esuli pensieri, nel vespero migrar. (Giosuè Carducci) |
Marzo, che mette nuvole a soqquadro Marzo, che mette nuvole a soqquadro e le ammontagna in alpi di broccati, per poi disfarle in mammole sui prati, accende all'improvviso, come un ladro, un'occhiata di sole, che abbaglia acque e viole. Con in bocca un fil d'erba primaticcio, Marzo è un fanciullo in ozio, a cavalcioni sul vento che separa due stagioni; e, zufolando, fa, per suo capriccio, con strafottenti audace, il tempo che gli piace. Stanotte, fra i suoi riccioli, spioventi sul mio sonno a rovesci e a trilli alati, il flauto di silenzio dei suoi fiati vegetali svegliava azzurri e argenti nel mio sognarlo, e fuori ne son sbocciati i fiori. (Arturo Onofri) |
La pioggia nel pineto Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immensi noi siam nello spirito silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. Ascolta, Ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria è muta: ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i malleoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione. (Gabriele D’Annunzio) |
Dormono le cime dei monti Dormono le cime dei monti e le vallate intorno i declivi e i burroni; dormono i rettili, quanti nella specie la nera terra alleva, le fiere di selva, le varie forme di api, i mostri nel fondo cupo del mare; dormono le generazioni degli uccelli dalle lunghe ali. (Alcmane, traduzione di S. Quasimodo) |
Il fiume Fiume che là specchiasti un casolare co' suoi rossi garofani, qua mura d'erme castella, e tremula verzura; eccoti giunto al fragoroso mare: ed ecco i flutti verso te balzare su dall'interminabile pianura, in larghe file; e nella riva oscura questa si frange, e quella in alto appare; tituba e croscia. E là, donde tu lieto, di sasso in sasso, al pi è d'una betulla, sgorghi sonoro tra le brevi sponde; a un po' d'auretta scricchiola il canneto, fruscia il castagno, e forse una fanciulla sogna a quell'ombre, al mormorio dell'onde. (Giovanni Pascoli) |
Novembre Gèmmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al pi è sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. E' l'estate, fredda, dei morti. (Giovanni Pascoli) |
Sentiero è bello camminare lungo il torrente: non si sentono i passi, non sembra di andare via. Dall'alto del sentiero si vede la valle e cime lontane ai margini della pianura, come pallidi scogli in riva a una rada - si pensa com'è bella, com'è dolce la terra quando s'attarda a sognare il tuo tramonto con lunghe ombre azzurre di monti a lato - Si cammina lungo il torrente: c'è un gran canto che assorda la malinconia - (Antonia Pozzi) |
Croce di sentieri Sfuma l'acqua precipite i pendii, più le siepi non ronzano e le more si coprono di bruma. Tu devii dalla tua ombra, a poco a poco è sera. Vaghe, più vaghe errano dietro un velo di polvere le vespe, i cani ansanti e le viottole: l'aria intorno al melo s'annebbia, un breve spirito trascorre. I ruscelli profumano di miele e di menta svanita sotto i ponti minuscoli ove passi insieme al sole ed ai lenti colori della vita. Dietro i tuoi quieti passi che mi lasciano qua seduto sull'argine nel bianco splendore della polvere, che fugge, che si stacca per sempre dal mio fianco? La voce dei pastori nelle gole dei monti si raggela, dalla selva esce fumo e si tinge di viola, le mie vesti si velano di brina. (Mario Luzi) |
Sereno Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle. Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo. Mi riconosco immagine passeggera presa in un giro immortale (Giuseppe Ungaretti) |
La baia tranquilla Getta l'ancora, amor mio; non un'onda in questa baia. Quale assiduo sciacquio fanno l'acque tra la ghiaia! Vien dal lido solatio, vien di là dalla giuncaia, lungo vien, come un addio, un cantar di marinaia. Tra le vetrici e gli ontani vedi un fiume luccicare; uno stormo di gabbiani nel turchino biancheggiare; e sul poggio, più lontani, i cipressi neri stare. Mare! Mare! dolce là, dal poggio azzurro, il tuo urlo e il tuo sussurro. (Giovanni Pascoli) |
Quanto solitario deve sentirsi il vento di notte quando la gente spegne le luci e tutto ciò che ha un tetto spranga le imposte e sta dentro Quanto vanitoso deve sentirsi il vento alla mezza passeggiando con musiche scorporate correggendo gli errori del cielo e chiarificando il paesaggio Quanto forte deve sentirsi il vento di mattina accampandosi su mille aurore sposandole e ripudiandole tutte poi innalzandosi al suo tempio sovrano (Emily Dickinson) |
Febbraio Febbraio è sbarazzino. Non ha i riposi del grande inverno, ha le punzecchiature, i dispetti di primavera che nasce. Dalla bora di febbraio requie non aspettare. Questo mese è un ragazzo fastidioso, irritante che mette a soqquadro la casa, rimuove il sangue, annuncia il folle marzo periglioso e mutante. (Vincenzo Cardarelli) |
Sera Sera piovosa in grigio stanco. Tutto è così. Gli alberi secchi. La mia stanza, solitaria. E i ritratti vecchi e il libro intonso... Trasuda la tristezza dai mobili e dall'anima. Forse la Natura ha per me il cuore di cristallo. E mi duole la carne del cuore e la carne dell'anima. E parlando le mie parole restano nell'aria come sugheri sull'acqua. Solo per i tuoi occhi soffro questo male; tristezze del passato tristezze che verranno. Sera piovosa in grigio stanco. E va la vita. (Federico García Lorca) |
Presso una certosa Da quel verde, mestamente pertinace tra le foglie Gialle e rosse de l'acacia, senza vento una si toglie: E con fremito leggero Par che passi un'anima. Velo argenteo par la nebbia su 'l ruscello che gorgoglia, Tra la nebbia nel ruscello cade a perdersi la foglia. Che sospira il cimitero, Da' cipressi, fievole? Improvviso rompe il sole sopra l'umido mattino, Navigando tra le bianche nubi l'aere azzurrino: Si rallegra il bosco austero Già nel verno prèsago. A me, prima che l'inverno stringa pur l'anima mia Il tuo riso, o sacra luce, o divina poesia! Il tuo canto, o padre Omero, Pria che l'ombra avvolgami! (Giosuè Carducci) |
Il mare è tutto azzurro Il mare è tutto azzurro. Il mare è tutto calmo. Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo. (Sandro Penna) |
Speranza Il gigantesco rovere abbattuto l'intero inverno giacque sulla zolla, mostrando, in cerchi, nelle sue midolla i centonovant'anni che ha vissuto. Ma poi che Primavera ogni corolla dischiuse con le mani di velluto, dai monchi nodi qua e là rampolla e sogna ancora d'essere fronzuto. Rampolla e sogna -immemore di scuri- l'eterna volta cerula e serena e gli ospiti canori e i frutti e l'ire aquilonari e i secoli futuri... Non so perché mi faccia tanta pena quel moribondo che non vuol morire! (Guido Gozzano) |
Canto del mare Capri. Piccola Marina Soffio antichissimo del mare, vento del mare a notte: a nessuno tu vieni; per chi vegli resisterti è una prova: soffio antichissimo del mare che spiri quasi solo per rocce primordiali, nient'altro che spazio trascinando con te da lontano... Oh, come ti sente una pianta di fico gravida di gemme alta nella luna. (Rainer Maria Rilke, trad. Giacomo Cacciapaglia) |
Vennero i freddi Vennero i freddi, con bianchi pennacchi e azzurre spade spopolarono le contrade. Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri. La luna era sugli spogli orti invernali. (Attilio Bertolucci) |
Autunno Se ne vanno nella nebbia un contadino storto e il suo bue lentamente nella nebbia d'autunno che cancella le borgate povere e vergognose Mentre s'allontana il contadino canticchia una canzone d'amore e d'infedeltà che parla di un anello e d'un cuore infranto Oh l'autunno l'autunno ha ucciso l'estate Se ne vanno nella nebbia due grigie figure. (Guillaume Apollinaire, trad. Renzo Paris) | |
Pesa il giorno Pesa il giorno nel vento che dilegua sull' albereto . Il vento ci affatica , pioppo gracile dalle foglie che vibrano ad un nulla che soffi ; e sta morendo nientemeno che questa lunga estate ... (Gaetano Arcangeli) | |
Basta che un lume Basta anche il lume in fondo alla vallata, quel lume che ogni sera torna.E' come quando si dice a un premuroso che ci si vede, e altro lume non occorre... Basta il mistero, sulla delusa terra , del lume che a intervalli appare e spare, e avvezzo a sè fa il cuore, come a un palpito... Basta che un lume, in una lontananza, si riaccenda nel mondo , a quando a quando (Gaetano Arcangeli) |
Paesaggio Il campo di ulivi s'apre e si chiude come un ventaglio. Sull'oliveto c'è un cielo sommerso e una pioggia scura di freddi astri. Tremano giunco e penombra sulla riva del fiume. S'increspa il vento grigio. Gli ulivi sono carichi di gridi. Uno stormo d'uccelli prigionieri che agitano lunghissime code nel buio. (Federico Garcia Lorca) Traduzione di Carlo Bo |