Poesie di Ciro Peluso


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Profumi
Adolescenza passeggiava tra i vicoli stretti della città
cogliendone le voci echeggianti delle mamme e dei figliuoli.
Svolazzava tra i fiori del bosco cogliendone i colori e i profumi.
Gioventù si scontrava, ancora spensierata, con la vita, prima timida
e poi, prorompente, gonfiava il cuore di un amore impossibile.
Vecchiaia si perde tra le pagine ingiallite di un quaderno di ricordi.
I fiori colorati sono un disegno tra le righe e il cuore,
sempre innamorato, sembra ancora coglierne i profumi.
 

Il Cavaliere va in pensione
Ebbene sì è arrivata finalmente
quest’ora tanto attesa o Cavaliere
diciamo che da oggi porrai mente
a quanto hai dato e quanto hai ricevuto
da quest’Ufficio che lasci imminentemente.

Ad essere ottimisti e vedere
con tanta fantasia e tanta lena
non mezzo vuoto ma pieno ‘sto bicchiere,
noi tuoi amici ti diciamo:
rimani con noi o Cavaliere.

Ma se proprio non resisti
e hai in cuor tuo deciso
vattene pure, visto che insisti
non ti tratteniamo certamente,
ma sappi che rimarrai
nei nostri cuori e che faremo festa al tuo andare.

Festa non perché vai via,
ma perché rimarrai indelebili ricordi
della tua umoristica vena
e ci trovi certamente concordi
nel dirti tutti in coro: “ti vogliamo bene”
 

Per far la primavera
La donna è come un albero
che germoglia a primavera
ella è come un sasso
che, lanciato a pelo d'acqua
fa tre o quattro balzi
per poi cadere giù.
Non così l'uomo il quale affonda subito.
Anch'egli è poi come albero,
ma non germoglia affatto.
Pieno di fronde e privo di fiori
ha bisogno della donna per veder la primavera.
E della donna stessa per rimanere a galla.
 

Sbiadita foto
Quando penso a quel che ero
guardandomi allo specchio
mi accorgo, son sincero
sto diventando vecchio.

Il tempo è ormai passato
i capelli sono bianchi,
ma non mi son scordato
di quanto tu mi manchi.

Ricordo il tempo andato
di bella gioventù.
Di quanto ho decantato
bellezza e tua virtù.

Or che mi resta solo
questa sbiadita foto
il mio pensiero involo
nel ricordo più remoto.
 

Come la primavera
Sono belli i tuoi capelli
che son neri come notte,
ma una notte senza stelle
non può esser come te

Allor a chi associare
la chioma tua corvina?
la posso accostare
ad una cascata alpina.

Ma una cascata è bianca
bianca come neve
fredda e pungente
tu invece col tuo calore
infiammi il cuore mio
con profondo ardore.

M’ispiri la rinascita
come fa la Primavera
e come questa irradi
gioia e calore, calore che sale.
La Primavera passa, ma tu non passi mai
 

la segretaria
La segretaria bella e prorompente
allieta il nostro ufficio con sua presenza
quand’entri in quella stanza lietamente
ricevi sempre grata e gaia accoglienza.

A volte col suo soave canto
quando la mattina entri in ufficio
rimani estasiato con incanto
e alla bella musa poi l’associo.

Quando ti passa accanto
i suoi capelli sfiorandoti
ti fan sentir come in un ammanto
dello scirocco caldo accarezzandoti.

La bella musa quando ti chiama
ti fa sentir tanto importante
sapendo che è di quest’ufficio la madama
poi sei colpito dal suo sguardo abbacinante.

Quando poi la sera la saluti
certo che il giorno dopo la rivedi
insieme a tutti i suoi attributi
di nuovo al suo incanto certo cedi.



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