Poesie di Claudio Perfetto


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Lavoro nel settore informatico come esperto di prestazioni di elaboratori elettronici. I miei studi pionieristici hanno mostrato che i processi informatici sono equivalenti ai processi economici: ciò renderebbe possibile la sperimentazione in laboratorio dell’economia. Ho denominato questo campo di sperimentazione “economia artificiale”, che, nel mio intento, si configura come una disciplina complementare all’economia computazionale. Considero la matematica un linguaggio “universale”, in grado di esprimere l’armonia e la bellezza dell’universo, e di coniugare il percorso di un raggio di luce, col volo della falena, con la struttura esagonale delle cellette delle api. Dove c’è armonia e bellezza c’è poesia. Il poeta che più di altri interpreta i miei stati d’animo è John Keats, del quale coltivo nel ricordo questa bella frase: “una cosa bella è una gioia per sempre”.

Ode all’usignolo
1
I fiori intorno a me non li vedo,
E neppure il cielo bianco azzurro.
Non brilla la mia stella, ma credo
Che ascolti il mio flebile sussurro.
Dove sono i grandi girasoli
Che un tempo ridevano felici,
Accarezzati dal suo sorriso?
Quei bei girasoli
Che dalla corolla alle radici
Adoravano il suo dolce viso!

2
Più non provo quell’acceso ardore
Di quell’amore pronto a ferire;
Ma sento invece il freddo bruciore
D’un dolore che non so lenire.
I pensieri son mesti ricordi
Assiepati nella brulla mente,
Distesa un tempo di girasoli;
Dolci, amar ricordi,
Che affioran sovente lentamente,
Come fitte e lancinanti doli.

3
Quale gioia può offrir la vita
Se il vivere stesso è dolore?
Nel sonno soltanto vien bandita
Ogni dolenza che affanni il cuore.
Scivolare in un sonno perenne,
Sentirsi con gioia trasportare
Dal canto d’arcangeli in penombra;
Oppure solenne
Un sacro requiem sentir cantare
Quando l’alma uscir vuol dalle membra.

4
Andarsene, andarsene lontano
Da questi luoghi senza colori,
Spinto da un’invisibil mano
Verso nuove terre, e nuovi amori.
Oh, sarò capace più d’amare,
Credere ancora a dolci parole,
Ad occhi belli di gran splendore?
Tornare a volare
Come un’aquila incontro al suo sole,
Come un Icaro incontro all’amore?

5
Volare nel silenzio, partire!
Perder la vista dei volti amati,
Non vederli col tempo sfiorire
Nel dolore di sogni sfumati.
Come t’invidio, dolce Poeta,
Tu che giovane vivi in eterno,
Tu che vivi nel cuor dell’amata;
Ti invidio la quieta
Espressione, che amico fraterno
Rese immortale nell’ora alata.

6
Alata, come la tua Poesia,
Che dolcemente mi leva in volo,
Quando il velo di malinconia
Cala piano come nebbia al suolo.
Vedo danzare un fiocco di neve
Sopra un sottile raggio di sole
Che lento si scioglie al suo calore;
E’ solo una lieve
Stilla d’amore, che tue parole
Fanno salire agli occhi dal cuore.

7
Tu, Usignolo della parola,
Nella notte tra le stelle accese
Canta per me una volta sola
Il canto che immortale ti rese.
Canta la tua Ode all’Usignolo
Mentre gli occhi nell’ultimo sonno
Si chiudono in un manto di pace;
Cantami, Usignolo,
In questa notte scevra d’affanno
Quel canto che nel tuo petto giace.

8
Cantami il tuo requiem altissimo
Mentre l’anima al suo cielo ascende,
In quell’orizzonte bellissimo
Dove voli con ali stupende.
Portami con te sulle tue ali
Di Poesia, lontano lontano
Da qui e dall’umane miserie;
Lontano dai mali
Che l’amore infligge al cuor lontano,
Lontano, nella lontana requie.

Qui pensiero
Qui, qui pensiero,
Il mio cuor t’invita.
Qui, qui, pensiero,
Ove scor la vita.

Qui, qui ricordo
Di quegli occhi belli;
Qui, qui, ricordo
Di quei bei capelli.

Qui, qui dolcezza
Di quel dolce viso;
Qui, qui, dolcezza
Di quel bel sorriso.

Anche se lontana
Come una stella,
Anche se lontana
Vieppiù di quella,

Ancora ti vedo
Nei miei pensieri.
E per questo io credo,
Se son sinceri,

Che legati sono
La mente e ‘l core:
Già… ricordi sono
Corde d’amore.

All’Osteria della Giarrettiera
Suonate, musici, i vostri cembali,
E con le lire accompagnate i canti
Di gaie giovinette con sandali
Dai piè levati e colorati manti.

E voi, dolci vestali dell’amore,
Con le rosse chiome cinte di fiori,
Danzate, mentre l’uomo nel torpore
S’inebria e cede a licenziosi amori.

Gioite, gioite, di questa festa,
Con frutta fresca e con vino rubino,
Con balli e risa e con parole ad arte!

O Cigno di Avon, non son le tue gesta,
Ma scene rubate al nostro destino.
E della festa mi sento anch’io parte!

Dimmi…
Dimmi, a cosa pensi quando sei sola,
in un limpido giorno d’estate,
quando il vento arruffa le nuvole
e s’intrufola dentro i capelli?
Dimmi, a cosa pensi quando sei sola,
nelle notti di mezza estate,
quando il sonno spegne la luce
e ti tiene fra le sue braccia?
Io penso a te,
e vorrei essere la mano del vento.
Io penso a te,
e vorrei essere del sonno le braccia.

Sonnet N.1
(The Rose)
Amiable, fair friend, not worried be;
As pearl is concealed in ocean’s heart
So thou, in my honest heart, will be,
And none will know my beloved thou art.
The highest peaks we climb side by side
Of our friendship so true so fair,
By telling us what we feel inside,
In our hearts, that never dispair.
My rhyme thou hast, and I’ve thy silence,
The speechless song of thy pulling soul;
When I’m touched by thy silent presence,
My heart en-roses by thy recall.

May flower, my sweet rose without thorn,
Thine is my heart, in which thou were born

Sonetto N. 3
(Il Sospetto)

Che tu sia bella lo dice il cuore
All’occhio che ti guarda ammirato,
Trasformando questo in un pittore
Per dipingerti nel suo formato.
Or che questo accade a ciascun di noi,
In ognun di noi cresce nel petto
Piano un’angoscia che diviene poi
Un ombroso e penoso sospetto:
Che tu resti per tutti l’amata,
E solo ad uno hai ceduto il cuore.
Allora ti prego, anima grata,
Di svelarmi il segreto d’amore:

Il linguaggio che senza parole
Mi conduce al tuo regno di sole.

Sonetto N. 5
(La Supplica)

Non fuggire dalla mia follia
Che, se pure amor non è ragione,
D’amor ragiona con la poesia
Essendone tu la sua ragione.
Forse oltre misura io ti assillo,
Per me chiedendo il tuo dolce sguardo;
Ma dovranno le brame altrui, dillo,
Brillar più del disìo del tuo bardo?
La mia supplica, ti prego, appaga:
Che gli occhi miei ti possan vedere
E dentro sé, pur come ombra vaga,
La tua immagine trattenere.

Sì, perché gioia pure m’adduce
Vedere l’ombra della tua luce.

Sonetto N. 7
(La Lussuria)

Shexpere dice che nemmeno un santo
Sa come sfuggir quel paradiso
Che dei sensi esalta il godimento,
E che all’inferno guida preciso.
Se questo è vero e nessun lo nega,
Siamo allora tutti condannati,
Non essendoci nessun che spiega
Come fare a non esser dannati.
Non conosce il rozzo la bellezza,
E per lui l’amore è sol lussuria,
Peccato che con amar dolcezza
Promette ciò che nega la curia.

Peccato invero è di virtù l’arnese:
Santo, è un peccator che mai si arrese.

Sonetto N. 9
(La Sfida)

Lotto contro il Tempo per schivare
La sua falce, non già dalla fronte
Che senza pietà vedo rigare,
Ma dal mio cuor che reca le impronte
D’un amore che non va scordato.
Oh, resti dunque il mio cuore il tempio
Dall’immortale Tempo inviolato,
Con me guardia ad evitar lo scempio.
Ah, ma quando già ferito a morte
La sua falce colpirà l’ingresso
Sfregiando quelle indifese porte,
Chi impedirà al mio cuor l’accesso?

Quando il corpo giacerà nel campo,
Sarà l’amore a sfidare il Tempo.

Sonetto N. 11
(L’amore che vive)

Più struggente e più umana sembra
La dolcezza che è in te racchiusa,
Dal caldo e tenue color dell’ambra,
Che irradia un’aura d’amor diffusa.
Più belli dei diamanti gli occhi tuoi,
D’una luce cristallina e pura,
Che infondono in uomini come noi
Un amore che è senza misura.
Per te lottiamo con grande ardore:
Tu sei la tomba su cui cadiamo,
Ove sepolto vive l’amore
Per cui moriamo, e per cui viviamo.

Perché grande è il nostro dolore;
Ma più grande ancora il nostro amore.

Sonetto N. 13
(Il Bacio)

Amore è del bello l’ornamento
Che fa bella la persona amata,
Infonde grazia al suo portamento,
D’una maestà austera e pacata.
Amore vola assieme al pensiero
Sopra le case e traverso i monti,
Spiegando l’ali con far leggero
Fra molte aurore e molti tramonti.
Amore è qualunque cosa bella
Che illumina questa nostra vita,
Una lontana vicina stella
Che nel seguirla sempre c’invita.

Dell’amore hanno tanti già scritto,
Che ciò che dico è già stato detto.

Sonetto N. 15
(Il Ritratto)

Quanto ancor più bella è la bellezza
Che sul volto amato Amor dipinge:
Nei color di bontà e dolcezza
Il suo pennello due volte intinge.
Del caldo e tenue color dell’ambra
La dolcezza che è in lei racchiusa,
E di grigioperla invece sembra
La bontà dagli occhi suoi diffusa.
Amore uscì da dentro il mio cuore
A guidare del pittor la mano,
Diventando esso stesso pittore
Per amore d’un amor lontano.

E così sarai due volte bella:
Per sua arte, e per mio amor in quella.

Ode alla malinconia
1
O bellezza, creatura divina,
Tu che di Venere porti il volto,
Negli occhi si legge ch’è vicina
L’ora in cui il manto ti viene tolto.
O dea d’amore e di bellezza,
Nascere donna vuol dir sapere
Ch’essere bella vuol dir penare;
Occhi velati dalla tristezza
Quando t’accorgi ch’anche il dolere
E’ parte di ciò che si ha d’amare.

2
O bellezza, creatura fuggente,
Tu che hai il volto della Primavera,
L’Autunno t’incalza lentamente,
Come il giorno inseguito da sera.
O regina di spore e di fiori,
Insufflata da venti d’amore,
Soffia la vita col tuo fiorire;
Occhi celesti, mesti colori
Quando t’accorgi ch’anche il tuo fiore
Appena sboccia inizia a morire.

3
O bellezza, creatura lucente,
Tu che hai il volto della donna amata,
Lo sguardo abbandoni dolcemente
Negli occhi altrui con l’alma velata.
O donna di gioia e di poesia,
Che guardi il mondo con aria mesta,
Vera è una cosa, ed altro è menzogna:
La gioia bacia e poi fugge via;
Poi che nulla a questo mondo resta ,
Se non l’amor che sempre si sogna.

La vita è una collana di perle
La vita è una collana di perle
Con cui l’anima adora agghindarsi.
Perle di saggezza e di speranza,
Bianche,
Come il candore del passato guardato con disincanto,
Come il pallore dell’avvenire non ancora illuminato.

Perle,
Per le vite che si cercano,
Da donare con candido ardore,
Quando l’amore straripa dalle menti e dai cuori,
Ed impregna l’anima del suo limo fecondo.

Vite che s’incrociano,
Vite che si cercano,
Vite che si donano, come collane di perle.
Vite che si amano,
Anime che risplendono,
Ché amano agghindarsi
Di collane di perle.

Vite donate,
Anime sciupate,
Che indossano collane
Di speranze perdute.

Perle che si sfilano
Da una vita in frantumi.
Perle che cadono,
Saltellanti,
Come biglie impazzite…
Frammenti d’anima
Sparsi al suolo.
Come cocci di vetro
Senza valore.

Il volo della martora
Più non mi vien di discernere il giusto,
O quando parlare, e quando tacere…
Mi sento sospeso come l’arbusto
Che sul precipizio è pronto a cadere.

Ho fra le man “della martora il volo”,
Mi tien compagnia quando son solo.
Carezzo il libro e l’accosto al mio cuore,
Che batte ‘sì forte. Un TUONO d’amore.

Anche le cose d’amate persone
Viver ci fanno momenti d’amore.
Quando il pensiero ne tocca l’alone
Una stretta sentiam spremerci il cuore.

Piango non so perché senza dolore;
Piango e basta, ma piango per amore.
Lacrime dolci, non quelle salate:
Chimica d’amore, o stille annacquate?

Sogno sentieri dispersi tra boschi
E te ch’aleggi fra foglie fruscianti.
Tu allegra sospiri incontro a quel chi…
Sogna sentieri percorsi da amanti.

Odora la terra! muschio selvaggio!
Radici strette in abbraccio servaggio.
Infuriano i sensi come deliri
Per poi sopirsi… assonnati sospiri.

All’ora che suona tardi rintocchi
Penso ad un bacio, ad un bacio tuo solo.
Lento il tuo libro s’adagia sugli occhi.
Il tuo bacio… “della martora il volo”.

La belle dame sans merci: una ballata
Fu un mattin generoso
Che s’incrociarono i sentier
Della vita d’una Dama
E d’un ardito Cavalier.

Cavaliere solitario,
Cosa cerchi nella vita?
Il tuo Dio o la tua Dama?
Una scelta assai ardita!

Cavaliere solitario,
Il suo sguardo t’ha rapito.
Tu ti chini al suo candore,
Ella t’ha vinto, o ardito!

Ella è bella oltre ogni dire:
Una Dea in forma umana,
O donna così divina,
Che t’attrae con forza arcana.

Sciolti porta i suoi capelli,
Occhi dolci e penetranti,
Un bel viso d’adorare,
Pura gioia per gli amanti.

Tu le offri il tuo destriero,
Tu le rendi i tuoi onori,
La tua mente, il cuor e l’alma,
Per lenire i suoi dolori.

Ella è bella oltre parola,
Una Dea in forma umana;
T’ha rapito, Cavaliere,
Con la forza sua arcana.

Sciolti porta i suoi capelli,
Occhi languidi d’amore,
Una Dama d’adorare,
Nella gioia del candore.

Tu la chiami “Mia Regina”,
Tu le doni i tuoi pensieri,
La tua mente qual suo trono,
E t’inchini ai suoi voleri.

Tu l’amavi con purezza,
Ma l’amor a mor’ ti ferì;
Chè la Dama non è Dea:
Ell’è la belle dame sans merci.

L’alma volgi allora a Dio,
Che dà amore ed ha pietà
Di chi scambia sogni umani
Per la Divina Realtà.

Ora giaci, Cavaliere,
Sulla nuda madre terra.
Hai perduto giglio e rosa;
E’ finita la tua guerra.

Sonetto N.2
(Il Pettegolezzo)

E poi chiede con gran sollecito
S’è verità ciò ch’è stato detto,
L’amante che dà molto credito
A bocche che parlan per diletto.
Perché dar ragione ad opinioni
Che stringono il cuore nelle angosce?
Eppure, il cuore ha le sue ragioni
Che la ragione ancor non conosce.
Ma tu, amica mia, tu comprendi
Le ragioni del mio cuore onesto,
Che t’ama sì come tu intendi,
Poi che da te ho compreso questo:

Che l’amicizia l’amor perdona,
Se l’amante d’amico si dona.

Sonetto N. 4
(La Follia)

Il cuore oscura la mente fida
In un’eclisse della ragione,
Guida cieca che acceca chi guida,
E di se stesso servo-padrone.
Senza ragione la mente vaga
Per scure terre della follia,
Dove l’ombra è un’abile maga
Che illude e delude il cuore che spia.
Oh, se amore non ti ha mai portato
A compiere una lieve follia,
Allora tu non hai mai amato,
E mai vissuto la sua poesia.

Poeta diventò questo folle
Per il folle amor con cui ti volle.

Sonetto N. 6
(Il Rapimento)

Credimi, amore, se amor ti giuro
Non sono spergiuro; quest’amore
Così travolgente e così puro
Giuro, mi brucia la mente e il cuore.
La tua bellezza lambisce i sensi,
Accende nel petto un fuoco ardente
Che avvolge la mente in moti densi
Di gran desiderio, assai possente.
Oh, se amore è il rogo del cuore
Dove la mente se stessa immola,
Dentro di te, mia pira d’amore,
Mi getto, per esser fiamma sola:

Il tuo fuoco sia il mio tormento;
Estasi, il fuoco del rapimento.

Sonetto N. 8
(Il Tempo)

Quando vedo l’inviolata sposa
Che il suo dolce sposo non bacerà,
O la rossa beltà della rosa
Che il cuor di nessuno colorerà;
Quando sento le arie senza suono
Che l’aria non mai riempiranno,
Poiché sopra la tela in cui sono
Immote e silenti resteranno,
Allora, alla Bellezza pensando,
Comprendo ch’essa col mutamento
Vive; e che, con il Tempo passando,
Rimane se stessa ogni momento.

Pure così è la bellezza tua:
Col tempo, non muta l’essenza sua.

Sonetto N. 10
(Il Seme)

Quando il vento della lontananza
Sull’animo soffia senza sosta,
Alzando zolle di disperanza
Che precaria rendono la vista;
E quando sento dentro quel vento
Sibili senza significato,
Che sembran poi un dolce lamento
Dall’amato all’amata levato;
Allora, all’amore mio pensando,
Rifletto ch’è come un fiore raro
Da proteggere a vista allorquando
Il Tempo ne minaccia il riparo.

Anche se agli occhi miei sei nascosta,
Mai il cuor mio ti perde di vista.

Sonetto N. 12
(Lo Specchio)

Chi sei tu che nel cuor della sera
Lo spettro agiti nei miei pensieri,
E scuoti la mia mente sincera
Con i dubbi d’angosce forieri?
Verrà giorno che questi occhi ancora
Poseranno su di lei lo sguardo,
E baceranno al volo in quell’ora
Gli occhi suoi dolci amati dal bardo.
Cara amica, il mio cuore è oppresso,
Nello specchio della mia memoria
Il tuo volto è più solo un riflesso
Della Bellezza che in te si gloria:

Che io veda il tuo volto originale,
La tua bellezza ch’è senza eguale.

Sonetto N. 14
(La Gloria)

Né marmo, né auri monumenti
Di principi e re sopravvivranno
A questi versi d’amor possenti
Che te in eterno canteranno,
Già che queste rime sono impresse
Non su pagine senza memoria,
Ma nel mio cuore dov’è la messe
Dei ricordi della nostra storia.
E quando il mio cuore si fermerà,
I ricordi al cielo voleranno,
Ad illuminar della tua beltà
I giorni e le notti che verranno.

Questo io lascio a futura memoria,
A te che sei bella in tanta gloria.


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