Ode all’usignolo 1 I fiori intorno a me non li vedo, E neppure il cielo bianco azzurro. Non brilla la mia stella, ma credo Che ascolti il mio flebile sussurro. Dove sono i grandi girasoli Che un tempo ridevano felici, Accarezzati dal suo sorriso? Quei bei girasoli Che dalla corolla alle radici Adoravano il suo dolce viso! 2 Più non provo quell’acceso ardore Di quell’amore pronto a ferire; Ma sento invece il freddo bruciore D’un dolore che non so lenire. I pensieri son mesti ricordi Assiepati nella brulla mente, Distesa un tempo di girasoli; Dolci, amar ricordi, Che affioran sovente lentamente, Come fitte e lancinanti doli. 3 Quale gioia può offrir la vita Se il vivere stesso è dolore? Nel sonno soltanto vien bandita Ogni dolenza che affanni il cuore. Scivolare in un sonno perenne, Sentirsi con gioia trasportare Dal canto d’arcangeli in penombra; Oppure solenne Un sacro requiem sentir cantare Quando l’alma uscir vuol dalle membra. 4 Andarsene, andarsene lontano Da questi luoghi senza colori, Spinto da un’invisibil mano Verso nuove terre, e nuovi amori. Oh, sarò capace più d’amare, Credere ancora a dolci parole, Ad occhi belli di gran splendore? Tornare a volare Come un’aquila incontro al suo sole, Come un Icaro incontro all’amore? 5 Volare nel silenzio, partire! Perder la vista dei volti amati, Non vederli col tempo sfiorire Nel dolore di sogni sfumati. Come t’invidio, dolce Poeta, Tu che giovane vivi in eterno, Tu che vivi nel cuor dell’amata; Ti invidio la quieta Espressione, che amico fraterno Rese immortale nell’ora alata. 6 Alata, come la tua Poesia, Che dolcemente mi leva in volo, Quando il velo di malinconia Cala piano come nebbia al suolo. Vedo danzare un fiocco di neve Sopra un sottile raggio di sole Che lento si scioglie al suo calore; E’ solo una lieve Stilla d’amore, che tue parole Fanno salire agli occhi dal cuore. 7 Tu, Usignolo della parola, Nella notte tra le stelle accese Canta per me una volta sola Il canto che immortale ti rese. Canta la tua Ode all’Usignolo Mentre gli occhi nell’ultimo sonno Si chiudono in un manto di pace; Cantami, Usignolo, In questa notte scevra d’affanno Quel canto che nel tuo petto giace. 8 Cantami il tuo requiem altissimo Mentre l’anima al suo cielo ascende, In quell’orizzonte bellissimo Dove voli con ali stupende. Portami con te sulle tue ali Di Poesia, lontano lontano Da qui e dall’umane miserie; Lontano dai mali Che l’amore infligge al cuor lontano, Lontano, nella lontana requie.Qui pensiero Qui, qui pensiero, Il mio cuor t’invita. Qui, qui, pensiero, Ove scor la vita. Qui, qui ricordo Di quegli occhi belli; Qui, qui, ricordo Di quei bei capelli. Qui, qui dolcezza Di quel dolce viso; Qui, qui, dolcezza Di quel bel sorriso. Anche se lontana Come una stella, Anche se lontana Vieppiù di quella, Ancora ti vedo Nei miei pensieri. E per questo io credo, Se son sinceri, Che legati sono La mente e ‘l core: Già… ricordi sono Corde d’amore. All’Osteria della Giarrettiera Suonate, musici, i vostri cembali, E con le lire accompagnate i canti Di gaie giovinette con sandali Dai piè levati e colorati manti. E voi, dolci vestali dell’amore, Con le rosse chiome cinte di fiori, Danzate, mentre l’uomo nel torpore S’inebria e cede a licenziosi amori. Gioite, gioite, di questa festa, Con frutta fresca e con vino rubino, Con balli e risa e con parole ad arte! O Cigno di Avon, non son le tue gesta, Ma scene rubate al nostro destino. E della festa mi sento anch’io parte! Dimmi… Dimmi, a cosa pensi quando sei sola, in un limpido giorno d’estate, quando il vento arruffa le nuvole e s’intrufola dentro i capelli? Dimmi, a cosa pensi quando sei sola, nelle notti di mezza estate, quando il sonno spegne la luce e ti tiene fra le sue braccia? Io penso a te, e vorrei essere la mano del vento. Io penso a te, e vorrei essere del sonno le braccia. Sonnet N.1 (The Rose) Amiable, fair friend, not worried be; As pearl is concealed in ocean’s heart So thou, in my honest heart, will be, And none will know my beloved thou art. The highest peaks we climb side by side Of our friendship so true so fair, By telling us what we feel inside, In our hearts, that never dispair. My rhyme thou hast, and I’ve thy silence, The speechless song of thy pulling soul; When I’m touched by thy silent presence, My heart en-roses by thy recall. May flower, my sweet rose without thorn, Thine is my heart, in which thou were born Sonetto N. 3 (Il Sospetto) Che tu sia bella lo dice il cuore All’occhio che ti guarda ammirato, Trasformando questo in un pittore Per dipingerti nel suo formato. Or che questo accade a ciascun di noi, In ognun di noi cresce nel petto Piano un’angoscia che diviene poi Un ombroso e penoso sospetto: Che tu resti per tutti l’amata, E solo ad uno hai ceduto il cuore. Allora ti prego, anima grata, Di svelarmi il segreto d’amore: Il linguaggio che senza parole Mi conduce al tuo regno di sole. Sonetto N. 5 (La Supplica) Non fuggire dalla mia follia Che, se pure amor non è ragione, D’amor ragiona con la poesia Essendone tu la sua ragione. Forse oltre misura io ti assillo, Per me chiedendo il tuo dolce sguardo; Ma dovranno le brame altrui, dillo, Brillar più del disìo del tuo bardo? La mia supplica, ti prego, appaga: Che gli occhi miei ti possan vedere E dentro sé, pur come ombra vaga, La tua immagine trattenere. Sì, perché gioia pure m’adduce Vedere l’ombra della tua luce. Sonetto N. 7 (La Lussuria) Shexpere dice che nemmeno un santo Sa come sfuggir quel paradiso Che dei sensi esalta il godimento, E che all’inferno guida preciso. Se questo è vero e nessun lo nega, Siamo allora tutti condannati, Non essendoci nessun che spiega Come fare a non esser dannati. Non conosce il rozzo la bellezza, E per lui l’amore è sol lussuria, Peccato che con amar dolcezza Promette ciò che nega la curia. Peccato invero è di virtù l’arnese: Santo, è un peccator che mai si arrese. Sonetto N. 9 (La Sfida) Lotto contro il Tempo per schivare La sua falce, non già dalla fronte Che senza pietà vedo rigare, Ma dal mio cuor che reca le impronte D’un amore che non va scordato. Oh, resti dunque il mio cuore il tempio Dall’immortale Tempo inviolato, Con me guardia ad evitar lo scempio. Ah, ma quando già ferito a morte La sua falce colpirà l’ingresso Sfregiando quelle indifese porte, Chi impedirà al mio cuor l’accesso? Quando il corpo giacerà nel campo, Sarà l’amore a sfidare il Tempo. Sonetto N. 11 (L’amore che vive) Più struggente e più umana sembra La dolcezza che è in te racchiusa, Dal caldo e tenue color dell’ambra, Che irradia un’aura d’amor diffusa. Più belli dei diamanti gli occhi tuoi, D’una luce cristallina e pura, Che infondono in uomini come noi Un amore che è senza misura. Per te lottiamo con grande ardore: Tu sei la tomba su cui cadiamo, Ove sepolto vive l’amore Per cui moriamo, e per cui viviamo. Perché grande è il nostro dolore; Ma più grande ancora il nostro amore. Sonetto N. 13 (Il Bacio) Amore è del bello l’ornamento Che fa bella la persona amata, Infonde grazia al suo portamento, D’una maestà austera e pacata. Amore vola assieme al pensiero Sopra le case e traverso i monti, Spiegando l’ali con far leggero Fra molte aurore e molti tramonti. Amore è qualunque cosa bella Che illumina questa nostra vita, Una lontana vicina stella Che nel seguirla sempre c’invita. Dell’amore hanno tanti già scritto, Che ciò che dico è già stato detto. Sonetto N. 15 (Il Ritratto) Quanto ancor più bella è la bellezza Che sul volto amato Amor dipinge: Nei color di bontà e dolcezza Il suo pennello due volte intinge. Del caldo e tenue color dell’ambra La dolcezza che è in lei racchiusa, E di grigioperla invece sembra La bontà dagli occhi suoi diffusa. Amore uscì da dentro il mio cuore A guidare del pittor la mano, Diventando esso stesso pittore Per amore d’un amor lontano. E così sarai due volte bella: Per sua arte, e per mio amor in quella. | Ode alla malinconia 1 O bellezza, creatura divina, Tu che di Venere porti il volto, Negli occhi si legge ch’è vicina L’ora in cui il manto ti viene tolto. O dea d’amore e di bellezza, Nascere donna vuol dir sapere Ch’essere bella vuol dir penare; Occhi velati dalla tristezza Quando t’accorgi ch’anche il dolere E’ parte di ciò che si ha d’amare. 2 O bellezza, creatura fuggente, Tu che hai il volto della Primavera, L’Autunno t’incalza lentamente, Come il giorno inseguito da sera. O regina di spore e di fiori, Insufflata da venti d’amore, Soffia la vita col tuo fiorire; Occhi celesti, mesti colori Quando t’accorgi ch’anche il tuo fiore Appena sboccia inizia a morire. 3 O bellezza, creatura lucente, Tu che hai il volto della donna amata, Lo sguardo abbandoni dolcemente Negli occhi altrui con l’alma velata. O donna di gioia e di poesia, Che guardi il mondo con aria mesta, Vera è una cosa, ed altro è menzogna: La gioia bacia e poi fugge via; Poi che nulla a questo mondo resta , Se non l’amor che sempre si sogna.La vita è una collana di perle La vita è una collana di perle Con cui l’anima adora agghindarsi. Perle di saggezza e di speranza, Bianche, Come il candore del passato guardato con disincanto, Come il pallore dell’avvenire non ancora illuminato. Perle, Per le vite che si cercano, Da donare con candido ardore, Quando l’amore straripa dalle menti e dai cuori, Ed impregna l’anima del suo limo fecondo. Vite che s’incrociano, Vite che si cercano, Vite che si donano, come collane di perle. Vite che si amano, Anime che risplendono, Ché amano agghindarsi Di collane di perle. Vite donate, Anime sciupate, Che indossano collane Di speranze perdute. Perle che si sfilano Da una vita in frantumi. Perle che cadono, Saltellanti, Come biglie impazzite… Frammenti d’anima Sparsi al suolo. Come cocci di vetro Senza valore. Il volo della martora Più non mi vien di discernere il giusto, O quando parlare, e quando tacere… Mi sento sospeso come l’arbusto Che sul precipizio è pronto a cadere. Ho fra le man “della martora il volo”, Mi tien compagnia quando son solo. Carezzo il libro e l’accosto al mio cuore, Che batte ‘sì forte. Un TUONO d’amore. Anche le cose d’amate persone Viver ci fanno momenti d’amore. Quando il pensiero ne tocca l’alone Una stretta sentiam spremerci il cuore. Piango non so perché senza dolore; Piango e basta, ma piango per amore. Lacrime dolci, non quelle salate: Chimica d’amore, o stille annacquate? Sogno sentieri dispersi tra boschi E te ch’aleggi fra foglie fruscianti. Tu allegra sospiri incontro a quel chi… Sogna sentieri percorsi da amanti. Odora la terra! muschio selvaggio! Radici strette in abbraccio servaggio. Infuriano i sensi come deliri Per poi sopirsi… assonnati sospiri. All’ora che suona tardi rintocchi Penso ad un bacio, ad un bacio tuo solo. Lento il tuo libro s’adagia sugli occhi. Il tuo bacio… “della martora il volo”. La belle dame sans merci: una ballata Fu un mattin generoso Che s’incrociarono i sentier Della vita d’una Dama E d’un ardito Cavalier. Cavaliere solitario, Cosa cerchi nella vita? Il tuo Dio o la tua Dama? Una scelta assai ardita! Cavaliere solitario, Il suo sguardo t’ha rapito. Tu ti chini al suo candore, Ella t’ha vinto, o ardito! Ella è bella oltre ogni dire: Una Dea in forma umana, O donna così divina, Che t’attrae con forza arcana. Sciolti porta i suoi capelli, Occhi dolci e penetranti, Un bel viso d’adorare, Pura gioia per gli amanti. Tu le offri il tuo destriero, Tu le rendi i tuoi onori, La tua mente, il cuor e l’alma, Per lenire i suoi dolori. Ella è bella oltre parola, Una Dea in forma umana; T’ha rapito, Cavaliere, Con la forza sua arcana. Sciolti porta i suoi capelli, Occhi languidi d’amore, Una Dama d’adorare, Nella gioia del candore. Tu la chiami “Mia Regina”, Tu le doni i tuoi pensieri, La tua mente qual suo trono, E t’inchini ai suoi voleri. Tu l’amavi con purezza, Ma l’amor a mor’ ti ferì; Chè la Dama non è Dea: Ell’è la belle dame sans merci. L’alma volgi allora a Dio, Che dà amore ed ha pietà Di chi scambia sogni umani Per la Divina Realtà. Ora giaci, Cavaliere, Sulla nuda madre terra. Hai perduto giglio e rosa; E’ finita la tua guerra. Sonetto N.2 (Il Pettegolezzo) E poi chiede con gran sollecito S’è verità ciò ch’è stato detto, L’amante che dà molto credito A bocche che parlan per diletto. Perché dar ragione ad opinioni Che stringono il cuore nelle angosce? Eppure, il cuore ha le sue ragioni Che la ragione ancor non conosce. Ma tu, amica mia, tu comprendi Le ragioni del mio cuore onesto, Che t’ama sì come tu intendi, Poi che da te ho compreso questo: Che l’amicizia l’amor perdona, Se l’amante d’amico si dona. Sonetto N. 4 (La Follia) Il cuore oscura la mente fida In un’eclisse della ragione, Guida cieca che acceca chi guida, E di se stesso servo-padrone. Senza ragione la mente vaga Per scure terre della follia, Dove l’ombra è un’abile maga Che illude e delude il cuore che spia. Oh, se amore non ti ha mai portato A compiere una lieve follia, Allora tu non hai mai amato, E mai vissuto la sua poesia. Poeta diventò questo folle Per il folle amor con cui ti volle. Sonetto N. 6 (Il Rapimento) Credimi, amore, se amor ti giuro Non sono spergiuro; quest’amore Così travolgente e così puro Giuro, mi brucia la mente e il cuore. La tua bellezza lambisce i sensi, Accende nel petto un fuoco ardente Che avvolge la mente in moti densi Di gran desiderio, assai possente. Oh, se amore è il rogo del cuore Dove la mente se stessa immola, Dentro di te, mia pira d’amore, Mi getto, per esser fiamma sola: Il tuo fuoco sia il mio tormento; Estasi, il fuoco del rapimento. Sonetto N. 8 (Il Tempo) Quando vedo l’inviolata sposa Che il suo dolce sposo non bacerà, O la rossa beltà della rosa Che il cuor di nessuno colorerà; Quando sento le arie senza suono Che l’aria non mai riempiranno, Poiché sopra la tela in cui sono Immote e silenti resteranno, Allora, alla Bellezza pensando, Comprendo ch’essa col mutamento Vive; e che, con il Tempo passando, Rimane se stessa ogni momento. Pure così è la bellezza tua: Col tempo, non muta l’essenza sua. Sonetto N. 10 (Il Seme) Quando il vento della lontananza Sull’animo soffia senza sosta, Alzando zolle di disperanza Che precaria rendono la vista; E quando sento dentro quel vento Sibili senza significato, Che sembran poi un dolce lamento Dall’amato all’amata levato; Allora, all’amore mio pensando, Rifletto ch’è come un fiore raro Da proteggere a vista allorquando Il Tempo ne minaccia il riparo. Anche se agli occhi miei sei nascosta, Mai il cuor mio ti perde di vista. Sonetto N. 12 (Lo Specchio) Chi sei tu che nel cuor della sera Lo spettro agiti nei miei pensieri, E scuoti la mia mente sincera Con i dubbi d’angosce forieri? Verrà giorno che questi occhi ancora Poseranno su di lei lo sguardo, E baceranno al volo in quell’ora Gli occhi suoi dolci amati dal bardo. Cara amica, il mio cuore è oppresso, Nello specchio della mia memoria Il tuo volto è più solo un riflesso Della Bellezza che in te si gloria: Che io veda il tuo volto originale, La tua bellezza ch’è senza eguale. Sonetto N. 14 (La Gloria) Né marmo, né auri monumenti Di principi e re sopravvivranno A questi versi d’amor possenti Che te in eterno canteranno, Già che queste rime sono impresse Non su pagine senza memoria, Ma nel mio cuore dov’è la messe Dei ricordi della nostra storia. E quando il mio cuore si fermerà, I ricordi al cielo voleranno, Ad illuminar della tua beltà I giorni e le notti che verranno. Questo io lascio a futura memoria, A te che sei bella in tanta gloria. |