Racconti di Loris Pesce
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La bellezza dello scrivere. Scrivere che passione, una strada difficile da imboccare, perché nascosta dalle foglie, un tesoro difficile da scoprire, che lo si trova mentre ci si deve maturare, e crescendo aumenti l’esplorazione, perché impari a decifrare, e lo impari ad ambientare, riuscendo a decifrare, quell’ammasso di pagine, che inizialmente ti può spaventare, e ti aumenta la confusione, se non impari ad amare le parole. Si ha paura di leggere, ma tale è da sconfiggere, ci dobbiamo inoltrare, lasciare e poi riprendere, e come l’amore, inizialmente ti prende, ti vien da abbandonare e poi non lo riesci a lasciare. Come con le donne, credi di trovarne altre, poi ritorni sulle strade lasciate e ripercorse, e prendendo e lasciando scopri le giuste vie, che ti fanno crescere. Prima dello scrivere bisogna imparare a leggere, tenersi legato alle storie, attraverso la>mente, tenere il filo del discorso è fondamentale, che all’estasi ti può portare, perché riscopri le tue storie, qualche tua sensazione, letta in una diversa situazione o modo di pensare. Più leggi e più impari a scrivere, il modo di stendere, il tuo pensiero in un letto con le righe, come fossero delle tavole, con cui il pensiero non ti può rimbalzare, ma prende una retta naturale e ti conduce alla trama da seguire. Idea dove mi porti, con quali mezzi, siamo già tanto inquinati, ma inspiegabilmente l’effetto serra stà per chiudersi, un collegamento con i mezzi di trasporto che le città soffocano perché usate da tanti, parlano, parlano di tenere i consumi, ma si stà sempre più seduti, anche per andar a comprare i dolcetti a due passi da casa, si usa l’auto per fretta, per non far fatica, ecc. Ci sono tanti generi letterari che si dividono tra narrativa e le opere in versi e tra tutte, è quella da me preferita, perché è breve, difficilmente vado fuori tema perché non c’è un gran discorso da sviluppare ed in più è rimata. La rima è uno stimolo per scrivere, imparare a farla, ricordare i testi, che fanno sorridere nei discorsi, ma per quello non perdono i loro valori, dipende dal valore che gli dai, per un individuo una frase non ha senso, per un altro ha un suo significato profondo, quindi è meglio non commentare e qualificare un libro, per lo stile, il significato che nasconde. Alcuni possono pensare che la rima ti possa deviare, dal significato principale, ma è un giocare con le parole, il significato lo dà chi lo legge, come in tutte le letture, dipende dalla cultura personale, che un senso gli attribuisce, in più ti invoglia perché ha un ritmo inusuale che non ti fa annoiare. La poesia con la rima aiuta a scrivere, secondo me, a collegare, e a far metafore, con le quali ti ritrovi in un campo pieno di incroci, in cui puoi prendere una via che ti porta in un luogo disabitato e mai affrontato, dove non ti annoi, come dei fuochi d’artificio che da una striscia colorata con esplosioni ed altre vie scoppiettanti, io l’ho potuto riscontrare, avendo avuto un incidente che mi ha fatto rallentare, lo sviluppo naturale, ma mi ha fatto anche notare che tutto non è facile come appare, ma c’è sempre da prendere in considerazione, la situazione. Ho fatto la comparazione, di quel che pensavo da più giovane e cioè che se avessi avuto un incidente e sarei rimasto in carrozzina avrei preferito morire, quindi l’incidente l’ho avuto da giovane e quindi la tentazione era grande, vedendo poi che mi erano tutti attorno, pensavo tra me:”avrebbero potuto fare altro, per i miei genitori sono un peso ed un vincolo”,ma erano le tentazioni del diavolo, che ho saputo ignorarlo, anche se avvolte sembrava che mi guidasse, per far altro, l’arto, ma c’è una spiegazione di ciò, il muscolo l’avevo perso, stando disteso, quindi il braccio non lo controllavo, in più vedevo doppio che per giunta mi ha causato lo strabismo,secondo me e perciò facevo fatica a tenere il braccio rialzato ed in più la direzione in cui vedevo era tutt’altra. Non potevo far molto, già tenere una penna in mano era difficoltoso, ma era un traguardo, in cui ho vinto, da lì cominciai a scrivere il diario che siccome mi scordavo il pensiero, non era elaborato inizialmente, da qui mi venne l’idea di scrivere poesie, che m’ accorsi che mi rovinavano la vita perché cercavo il lato triste della vita, per scrivere anche la morale, perciò dissi basta! e mi convertii alla canzone, una passione, che tutt’ora gira tra le mie idee, senza lo scopo d’arrivare a vendere, altrimenti mi farebbe rinunciare e chiedermi:“ma chi me lo fa fare.” Quindi puntai a qualcosa di simile che però era più divertente e m’aiuta a sintetizzare, allora ascoltando la radio che a quel tempo ascoltavo tanto disteso nel letto, avvolto dai ricordi di Adriano Celentano che anche prima dell’incidente mi piaceva tanto, mi sentivo cullato ed avvolto dalla musica e dal senso delle parole che mi trascinavo, a rilassarmi e dormire, e come un uccello mi sentivo “nell’albero di 30 piani”che cinguettavo. Con i miglioramenti, aumentarono gli impegni, ma la scrittura non fu mai abbandonata, Scrivendo anche per conto mio e leggendo libri, seppur la trama scordavo, leggevo per non perdere il filo, facendo anche un paragone con la vita e questo problema ce l’ho tutt’ora, faccio le scale e mentre le percorro mi crollano quelle passate, quindi sembra che abbia dovuto fare una decisione fondamentale, se ricordarmi il passato o trovarmi meglio in futuro e quindi saper fare le decisioni. Ormai il passato è passato ed anche se non lo ricordo bene ma vagamente, se non viene richiamato da qualcosa, è perso, quindi se è successo realmente, ho imboccato la strada giusta per il futuro, sebbene avessi solo 12 anni ho fatto una decisione saggia. Un altro scossone che ebbi è stato passare dalle scuole medie a quelle superiori, non tanto per le amicizie, ma in quanto ai professori che non mi conoscevano e passai dal sentirmi dire che ero rimasto mentalmente come i miei compagni delle medie, se non meglio di tanti altri, visto la classe in cui la maggioranza erano nulla facenti, perché non studiavano e che mi ricongiunsi con compagni lasciati in 1 media, quindi non ebbi un grande scossone,a parte vedere che non avevano lo stesso atteggiamento con me. Ma il terremoto c’è stato quando andai alle superiori lasciandomi guidare dal sostegno, credendo che mi trovassi meglio in cui mi accorsi che invece di occupare quei buchi o confusioni che avevo degli argomenti fatti alle medie, alle prime difficoltà, usciti dall’aula per chiarirli, ricominciavano dalle basi che già sapevo e per dimostrarglielo perdevo il programma della classe per cui me lo riducevano, ma capii con gli anni che così facevo metà un anno e metà l’altro, quindi 2 anni per farne uno. Io glielo dicevo alla professoressa che quando parlava con i miei genitori diceva:”in quell’ora facciamo poco perché dice questo no, l’altro no, e passa l’ora non di 60’ma di 50’”. Ricordo anche il fatto che di un pensiero complesso che facevo, quel prof che mi correggeva il compito d’italiano, non leggeva anche gl’altri della classe per fare un paragone e mettere un voto vedendo anche gl’altri come scrivevano, e darmi un voto consono alla classe, ma leggeva solo il mio, perché, facendo parte del sostegno, facevo parte di un sottoinsieme (seguito dal sostegno) dentro ad un insieme che è la classe. Quindi quando capii lo dissi ai miei genitori che non credendoci, continuai in quella scuola e quando videro anch’essi che si concretizzava quel che mi disse un amico del sostegno, riguardo al fatto che facevo 2+2+3, al quarto anno passato lì, mi ritirai, in cui da Mestre andai a Dolo in cui, non solo mi trovavo bene con i professori ed il sostegno con cui rimasi promosso al primo colpo, ma presi pure una certificazione equipollente all’esame di aturità. Anche quand’ero a scuola c’ erano dei concorsi letterari a cui partecipavo con i miei racconti. Finita la scuola continuai a scrivere, sia il diario che lo trasformai e scrissi in internet attraverso canzoni e continuai a partecipare al concorso la Seriola, in cui nell’ultimo mi dissero anche che ero stato tra i selezionati, il brano che scrissi successivamente, prima di spedirlo lo rilessi e mi compiacqui con me stesso, cambiai metodo e cioè costruii un brano attraverso poesie con ritornello in cui gl’altri anni scrivevo in prosa. Vediamo come andrà. Un detto mi ricorda:” non lasciare la strada vecchia per quella nuova, ma volli provare, dato che la poesia in canzone, è un metodo da me molto usato e che forse ho più probabilità di farlo bene. Comunque vada, io ci ho messo il mio impegno, mi son divertito e quel che arriva, arriva. Trascorsero gli anni, continuai a leggere per conto mio ed a partecipare a concorsi di scrittura con cui mi diverto ed imparo nuove strade che mi insegnano ad esplorare il mio cervello e non vedere la vita solo dall’esterno,il modo in cui appare, esempio il libro sembra un insieme di pagine, ma se non lo leggi e vedi dall’interno, non ti lascia nessuna emozione, bisogna leggerlo e non qualificarlo dalla copertina o dal titolo. Scoprii che la lettura, come anche lo studio, ti apre gli orizzonti, perché se non sai dargli una spiegazione ad un evento, passi dritto e non vedi le bellezze che avvengono o ci sono, infatti, ti potrà capitare di notare un elemento che prima non facevi caso e che quindi riscrivendo la vita giorno dopo giorno, noterai qualcosa in più che te la farà assaporare. Come in un racconto, ti immedesimi, o film, lo stesso vale per la scrittura, in cui sei tu che la dirigi e fai il regista al racconto, come fosse un film, molti dei quali sono prima libri. Il film credo sia fatto anche per quelli che non riescono ad immaginare quel che leggono. Tra film e libro, credo che l’unica differenza, consista nell’uso di memorie diverse, una visiva e l’ altra mnemonica, comunque aiutano entrambi, ma meglio non abbandonarne una e come spesso si dice:” meglio conciliare le cose”. Ma come spesso accade, si fa la più sbrigativa, la televisione è avvantaggiata dal fatto che seduto in divano, guardando la tv, puoi pure prendere sonno, tanto meglio se è un dvd, puoi anche tornare indietro e rivederlo, mentre il libro, se non ti sveglia come avvolte mi accade perché segui la storia, non ci son problemi, ma se hai un colpo di sonno, non riesci più a sorreggere la testa in cui cade sul tavolo con la luce accesa che per assurdo, puoi far traballare, la lampada cade rompendosi, rotolando va sulle coperte ed avviene un incendio in cui muoiono persone e diventa pericoloso. Comunque molto dipende dalla volontà che ha ciascuno di fare una cosa e si prepara a farla. Io inizialmente andavo fuori tema, ma la scrittura è molto correlata alla lettura, perché per scrivere bene, devi prima vedere come fanno gl’altri autori ad esprimere emozioni ed ambientazione con le parole.“Le parole scritte parlano, se le leggi”e ti trasmettono il loro significato, facendoti entrare nel loro mondo, “il libro può esser visto come le radici di un albero che se ben radicato, nella mente del lettore, va fin in profondità. Qual è il segreto dell’autore per farlo, non ve lo svelo, altrimenti parto svantaggiato, lo sono già per altri motivi, comunque non c’è la bacchetta magica, ma addentrarsi in quel che si sta’dicendo e partendo da un insieme di idee correlate ciascuna e svilupparle. Per scrivere bisogna avere una certa formazione e più scrivi e leggi, più ti viene facile, ma non fa bene solo alla mano ed alle dita, ma anche al cervello, non sono un medico, non so spiegare i motivi, ma ti aiuta nella memoria, allo crivere, all’immaginare ed a sviluppare una parte in più del cervello, dato che mi sembra, ogni parte ha la sua funzione, io son stato colpito nella parte destra riguardante il movimento. La scrittura e lettura “che vivono in simbiosi” ti aiutano anche nei momenti smorti, in cui non sai cosa fare e ti metti a scrivere o leggere e ti distolgono dai brutti pensieri che hai, quindi sono come delle ancore di salvataggio, ma dipende se riesci a coglier l’aiuto che ti viene dato. Non sempre le scorciatoie son facili, semplici e veloci. Quindi mettiamoci a leggere e cerchiamo di copiare i grandi autori, leggendo e facendo concorsi a go-go, letterari per metterci alla prova e migliorarci di anno in anno. |