Poesie di Angelica Piras


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Leggo di te e di me.
Al mio amato padre.
Dentro gli occhi
persi nel buio più profondo,
leggo l'inconsapevolezza
nel voler far del male,
nel sorriso sincero,
leggo la tenerezza
di un bambino violato,
nel viso rosa,
leggo la disperazione
dell'uomo sconfitto,
nelle parole deformate,
leggo il bisogno di sicurezza
dell'adulto abbandonato.
Invece dentro i miei occhi
che ti cercano,
riconosco la paura e l'angoscia,
nel sorriso comprensivo
penetra un dolore brutale
che mi vuole portare via,
nel viso scuro
traspare un amore incondizionato
nonostante la tua follia
abbia devastato la mia innocenza,
le avide mani
mettono in luce
carezze che avrei voluto
che tu facessi a me.
Nel mio immenso tormento,
leggo
il grande bisogno
che tu hai di me.
Ti amo papà,
il tuo sangue scorre
dentro al mio,
non tremare,frena le tue paure,
le mie carezze non cesseranno mai.

Cosi diversi ma altrettanto uguali
Al mio amatissimo cugino

Rammenti le nostre splendide estati?
Quando la spensieratezza e la complicità
faceva da cornice
all'ineguagliabile e insostituibile
amicizia d'amore.
Ricordi,
quante emozioni vissute insieme,
nella bellezza di un'infanzia
rubata alla vita stessa.
Tanto diversi
ma altrettanto simili,
simili nel profondo,
simili nella malinconia
dei nostri occhi,
simili nella voglia
di sconfiggere e cambiare
questo mondo bastardo
troppo diverso e complesso
per il nostro insito.
Diversi nel vissuto di bimbi,
diversi ma entrambi innamorati
della vita,
io:vivace,impulsiva,permalosa,
tu:calmo,tranquillo,accomodante,
diversi,
ma uniti da un'affetto esclusivo.
Diversi e simili
anche oggi,
diversi perché io sono ancora qua
a lottare,percorrendo strade foderate
da fiori profumati e colorati
ma anche seppellita
da spine acuminate,
tu invece sei forse
nel mondo in cui speravi
un giorno di vivere sereno.
Simili perchè
il nostro legame va oltre la morte,
vive ancora,
sento che penetri nella mia anima,
vai frusciando nel profondo,
sento i tuoi passi,
sento la tua voce,
imminente una luce ardente
trapassa lo spirito,
per restituire
una quiete e una forza
rinvigorente
che rianima la mia essenza,
si amato cugino ,
sento il suono soave
del tuo grido d'amore,
che urla:
-cara cugina non mollare.

Dolce droga
Assordante astinenza.
La testa gira,nausea avanza,
labbra e lingua inaridite,
affannano inseguendo linfa,
olfatto striscia fiutando
profumo di pelle distillata,
occhi storditi,
navigano in mari burrascosi,
onde di piacere s'innalzano,
inondando corpo asciutto.
Impellente bisogno,urge
una dose massiccia di essenza azzurra,
il tuo seme è dolce droga
per i sensi primordiali,
lo inietto nelle vene scottanti,
fluido si espande
generando un'esplosione infernale.
Voglio liquefarmi goccia a goccia,
piovere sul tuo corpo nudo
che attende,
bevi l'umore vivo,
fluisce dal profondo,
per dissetare la tua voglia di me.
Come un fuscello scosso da vento caldo,
l'anima freme dei tuoi aliti roventi,
scuotono brandelli di carne,
che invocano il tuo nome.
Orgasmi cicatrizzanti e repentini,
si sperdono
nel silenzio urlante
di sospiri irregolari,
si mescolano
nell'agonia muta
di baci affamati,
s'infiltrano
nella carnalità procace
di mani ingorde.
Non esiste disintossicazione,
per questa dolce droga,
risuona nelle alcove celate,
continuo a drogarmi,
perché è perno vitale,
di questa scarna esistenza
gravida di peccati più sontuosi.
Non voglio morire,perciò,
pecco,godo e vivo.

Poetare.
Poetare,
paragonabile a denudarsi
innanzi a tutto il creato.
Lo scrigno dell'insito,
violato e scagliato
all'esame di occhi privi di luce,
sciupato e affidato
al controllo di orecchie
prive di sonorità profonda,
dispersa e confusa
alla denuncia di bocche
affette da un mutismo arcano.
Il cuore,
un carillon vivo dentro,
suona angeliche
melodie di sogno,
vibrando ad ogni minima percezione,
l'anima,
un pennino arcobaleno,
scrive intimamente
nell'archivio segreto,
solcando orme trasparenti,
l'inchiostro,
sangue che cola,
lacrime che zampillano,
aliti di vita che partoriscono,
tremiti di musica che incitano
pensieri e parole rubate
alla luna,alle stelle,alla notte.
Poetare è vivere e morire,
è morire per poi vivere,
ora sono nuda,
il pudore svanisce,
basta indossare il solito
vestito di sempre,
esso scivola via
lasciando il mio corpo
senza veli osteggianti.
Un fremito sprezzante e pretenzioso,
m'investe,mi avvolge
in un abito cucito
da tramonti equatoriali,
trapuntato da mari scintillanti,
imbastito da colori sfavillanti,
finalmente libera
di non guardare più
quegli occhi opachi,
lecita di non ascoltare più
parole erranti prive di suoni,
selvaggia nel denudarmi
senza avvertire
vergogna e sensi di colpa
ne per il mio amare,
ne per il mio poetare.

Mancanza di noi
Mi manchi tesoro mio,
mi manchi
come un fiore a primavera,
mi manchi
come la luna e le stelle alla notte,
mi manchi
come il rosso al tramonto,
mi manchi
come la pioggia nei campi di luglio,
mi manchi
come l'acqua nel più arido deserto,
mi manchi
come il vento azzurro nelle vele della vita.
Mi manca
Il colore del mare in tempesta dei tuoi occhi,
mi manca
la tua bocca carnale affamate delle miei umidi labbra,
mi manca
il tuo respiro dentro al mio,
mi manca
la setosità dei tuoi capelli,
mi manca
la passione delle tue mani sul mio morbido corpo celeste.
Mi manchi da morire,
mi manchi
da quando hai acceso il fuoco dentro il mio corpo silenzioso,
unica e sensibile realtà bruciante,
mi manchi
da quando il tuo corpo celeste
mio angelo,in questo paradiso terreste,
dai vita all'essere interiore,
mi manchi
da quando respiri insieme al mio respiro.
La mancanza di noi,
strazia le nostre anime antiche.

Silenzio assordante
L'alba nuova
sfiorisce il viso.
Dove va a finire
tutto questo silenzio assordante?
Dove si raccoglie?
Dove si dissolve?
Vorrei acchiapparlo
mentre scappa via
per nascondersi dietro al sole,
avvicinarlo alle mie sorde orecchie,
ascoltare le sue urla rosse,
i suoi lamenti neri,
comprendere il suo accorato dolore,
accoglierlo dentro me
e farlo mio per l'eternità.

Dolore bastardo:
Ti detesto dolore bastardo,
penetri nella mia carne tenera
squarciandola,
crudele sei dolore bastardo,
affondi le tue unghie acuminate
per straziare il mio corpo.
Nelle mie vene roventi
il sangue scorre lento,
sento il fetore della carne putrida
e per timore di soccombere
mi violento.
Alzati corpo inerte,
lavati corpo rassegnato,
vestiti corpo insanabile,
truccati corpo tormentato,
esci corpo vitale,
reagisci a questo fetido bastardo,
non lasciare che ti spogli completamente
per far sorgere nel tuo insito
un deserto luttuoso.
Combatti ancora,
opponiti alla sua assurda violenza,
non permettergli di farti prigioniero
in quel deserto di morte.
Vieni bastardo,
ti attendo,
giungerai e cadrai
nella ragnatela della mia anima arcobaleno,
i suoi colori ti porteranno
distante dal mio corpo lacerato,
non mi fermerai,non bloccherai
le mie mani,
non riuscirai a farmi desistere
dal scrivere,dal dipingere,
perché essi saranno per sempre
il mio quieto rifugio.

Gemme
Dinnanzi agli occhi supplicanti,
scorgo un paradiso con due gemme iridescenti,
un universo remoto che brama
per riportare a questa vita
una scia luminosa,ma increspata
da onde di sogni.
Seguo la scia incandescente
mi conduce in un giardino avvolto
da mille colori,da mille profumi,
nutrito sa suoni celestiali,
ma come una tormenta
quelle onde di sogno si gonfiano,
trattenendomi,imprigionandomi,trasferendomi
in un altro magico giardino.
Gemme fatate infrangetevi sulla ragione,
distruggete con la vostra luminosità
quelle onde di sogno.
Nei miei occhi imploranti,
nel mio cuore sofferente,
nella mia anima tormentata,
grazie al vostro bagliore,
spero giunga per me
una pace dovuta.

Sensualità.
Musica sensuale,
nel sogno sei costante come un perno vitale,
trattienimi,imprigionami
con il tuo ritmo sinuoso,
squarciami nel profondo,
flagellami con un tumulto di fremiti.
Imminente arrivi brivido borioso,
come in quel sogno irreale,
diventato per magia
solco sconvolgente nel mio insito.
I miei occhi uniti ai tuoi,
in un unica luce accecante,
per abbagliare la notte tanto amata.
Desiderare che i nostri sguardi
s'incrocino di nuovo
per ritrovare insieme alla luna e alle stelle
un'eternità dovuta.
Le nostre labbra umide e calde,
un incontro tra universi remoti,
le nostre lingue
come ali forgiate per volare
in un oblio infuocato
da lava incandescente.
Senza rendercene conto ecco giungere
quel cosmo di sensazioni ed emozioni dimenticate,
il mio respiro dentro al tuo,
per abbandonarci ad una passione incontenibile,
i sospiri impercettibili
che graffiano,
graffiano dentro,
fino a scavare
nelle anse più nascoste dell'anima.
Nel simulacro di un mondo fatato,
i nostri profumi inebriano
il tetto celestiale
trasferendo i nostri corpi caldi,
in una terra lontana
verso mari scintillanti
ricoperti da erranti diamanti,
illuminando una profonda oscurità,
celata gelosamente
dalle nostre anime sofferenti,
ma non ancora avide
di morte.

Lento scorri
Lento e inesauribile scorri,
ruscello limpido
dai colori evanescenti,
sei cristallino,diafano,
tutto si rispecchia in te.
Scorri,
non interrompi la tua corsa
davanti agli ostacoli,
superi con vigore gli impedimenti
che si presentano
nel tuo etereo viaggio,
il tuo compito è risollevarmi alla vita.
Scrutandoti,
trovo il nutrimento ideale
per la mia essenza,
non mi bastano
solo ombre incolori,
solo suoni sordi,
il tuo fluire ondeggia
sul mio corpo abbandonato.
E viavai scorri senza sosta,
bagni la mia carne
che riposa nel tuo letto
di pietre vive,
adesso nel tuo simulacro di cristallo,
godo di te,
per non perdere
la mia identità,
il mio nome.
Vivrò senza guardarmi indietro,
vivrò fino a quando
il tuo scorrere
confermerà che emozionarsi
è tempo rubato alla morte.
Allora lascia che accosti
al tuo letto di acque calme,
permettimi di ricevere
quel sonno ignoto
che apre percorsi trattati
da volontà oscure,
varcando un'implaccabile muraglia
di promesse da mantenere.

 Ho sete
Voglio bere dalla tua fonte miracolosa
Ho sete della tua linfa vitale,
fluisci nelle vene,scorri bruciando
generando magici istanti
di passione ed eccitazione,
voglio abbeverarmi con il tuo amore.

Ho sete dei tuoi umidi occhi
custodi silenziosi della mia anima ribelle,
voglio bere le tue lacrime argentee
antidoto per il mio corpo dolente,
il tuo fluido empie serra vuota
dove attingerò vita per il resto dei giorni.

La lingua avida
striscia sul tuo corpo azzurro,
goccia a goccia il tuo sudore
disseta la voglia arcobaleno,
non disperdo nulla
ne ho bisogno per alimentare la luce.

Ho sete delle tue mani celesti,
come petali di rosa setosi
accarezzano il viso stanco,
lambiscono il corpo che ti cerca,
echeggia nell'aria
un richiamo assordante.

Senza te morirò lentamente
una morte agonizzante
che disidraterà l'essenza
ascolto parole non pronunciabili,
amor mio non te ne andare
continua a dissettare l'anima mia.

Notte magica
Dedicata al concerto di Ludovico Enaudi al teatro di Nora.

Inizia la favola in un incantevole notte magica,
indimenticabile scenario di sogni erranti.
Dapprima il vento dispettoso
striscia tra i capelli,
attraversa con veemenza il teatro incantato,
poi come per magia si placa,
si accomoda stregato dall'angelica melodia.
Oggi anche la timida luna è andata a riposare,
lasciando spazio alle lucenti stelle,
che brillano al ritmo della soave musica
diventando il pianoforte del cielo.
Tutto si trasforma in magia,
anche le antiche rovine, morte ormai da secoli,
ritornano in vita prendono forma e colore,
vibrando al pigiar dei tasti.
Alle spalle il suono celestiale delle calme onde,
accompagnano con grazia l'inebriante suonar.
Il tocco miracoloso delle note,
generano sul corpo dolente,carezze risananti,
cicatrizzando piccole ferite.
L'incantesimo ruba al silenzio suoni sordi,
ascolto ed empio serbatoi in riserva,
socchiudo le palpebre eccitate,
tutto è reale in una suggestiva fantasia,
sogno ambito dell'anima stanca.
Seguo ammaliata il vibrar del corpo vivo,
a questa notte magica, vorrei concedere la mia essenza,
conservarla nello scrigno dei ricordi più belli.
Appagata godo e ringrazio.

Il mondo si sta allontanando
Oggi le lacrime
hanno svegliato anche gli uccelli,
sconvolgendo il loro riposo,
come fosse arrivata una tormenta.

Non cantano oggi gli uccelli
fuggono tremanti,
volano alla rinfusa
turbati dalla disperazione.

Tutto il mondo è stanco
dei miei lamenti estranei.

Anche le nuvole
scappano sconvolte
dinanzi alle lacrime
che incessantemente piovono.

Arriva un diluvio sfregiante,
bagna la terra arida,
riempie torrenti di clemenza,
scuote truppe di accuse.

Tutto il mondo è logorato
dai miei pianti muti.

Il cuore batte velocemente
e lentamente viene spolpato,
l'anima sobbalza rapidamente
e comodamente viene raschiata.

Eternamente gocce gelide
come cristalli spigolosi,
scendono e graffiano il viso
scavando cicatrici ignorate.

Tutto il mondo è accecato
dal mio arcobaleno incolore.

Odo il mondo allontanarsi
sono sola insieme al corpo sottomesso,
lacrime glaciali,pensieri impenetrabili,
un profumo di pietra sterile mi avvolge.

Il mondo si sta estraniando
non capisce,è infastidito
dai miei gemiti accorati,
forse sono sola.

Finalmente isolata
da questo mondo sordo

Al profumo del mare
Davanti all'immensità del mare,
stregata sosto inerte,
accolgo l'aroma risanante
droga vitale per l'essenza.

Penetra nelle nari bruciando,
percorre vie traverse,strisciando,
riempie polmoni vuoti ossigenandoli,
finalmente giunge un orgasmo cicatrizzante.

Inebriante profumo di mare,
calma ardenti desideri,
appaga fame d'emozioni,
riconsegna anni divorati.

Inondata e stracolma
rincorro la scia odorosa,
rapisce anima e corpo,
generando un seducente stordimento.

Tornerò presto,
per cibarmi delle sue esalazioni,
per dissetarmi con la sua freschezza,
per fortificarmi dalla sua sorgente.

Spasmodico desiderio impellente
esaltano visioni incantevoli,
fragranti aromi caldi
trasportano l'anima azzurra inabissi remoti.

Ammaliata ed eccitata godo..

Che bello oggi piove.
Oggi sono felice.
Alzo al cielo plumbeo il viso avido,
socchiudo le palpebre assettate,
distendo un sorriso appagato,
apro le braccia per accoglierti nel corpo.
Che gioia,oggi piove,
Tutti ciechi,tutti ignorano,
io no,
sento le gocce trasparenti,
luccicanti e carezzevoli
cadere lentamente,
picchiettare sulla salma viva ed eccitata,
spalancando visioni ancestrali.
Scivolano senza indugio
sulle labbra disidratate,
le sorseggio una ad una,
apro la bocca per empire
l'essenza di luce arcobaleno.
Basta con corpi mascherati,
sogno il corpo nudo,
immerso nella natura,
avvolto dai suoi penetranti aromi,
sento il vibrare scuotere
la carne, l'interiore.
Oh!Pioggia depurante
cancella almeno per un magico istante,
la materia stanca,
l'anima amareggiata,
ed ecco finalmente giungere
una nuova rinascita,
sento lo spirito azzurro libero,
ebbro di passione ricevere sulla pelle,
gocce tonificanti,
scatenando un riscattante
ballo tribale.
Per te che vuoi
continuare ad essere
cieco,sordo e muto
semplice pioggia,
per me che voglio
continuare ad essere
profonda,vitale e sonante
incantevole vita.
Si,oggi voglio essere felice
allora mi godo questa fresca pioggia.

Davanti al fuoco
Chi mi porterà in dono i bei tempi,se non io.
Entro nei labirinti dei ricordi,
prendono forma,mi riconosco in una,
ha la sagoma eterea di uno sguardo
in fusione con il fuoco.
Afferro la memoria,
non è ne cieca,ne sorda,ne muta,
l'opaco fuoriesce,lasciando spazio
a danzanti sfumature rosso acceso.
Sono una sua eletta,
il rosso mi appartiene,
districo il gomitolo arcobaleno dell'anima,
attizzando la luce del piacere.
Seguo l'istinto naturale,
mi guida davanti al camino acceso,
che fantastica visione,
tutto il resto è buio,
c'è solo la sua ardente luce.
Sembro dinanzi ad un affresco,
in sottofondo le note del pianoforte,
accarezzano il corpo che trema.
Ed ecco,inizia lo spettacolo,
i colori rosso vivo,
come il sangue che scorre nelle vene,
realizzano tracce immaginarie,
le lingue di fuoco,
mi trattengono lì accanto,
si alternano,quasi seguissero il ritmo
del magico strumento,
i colori sfumano al pigiar dei tasti,
ogni tanto una cascata di lapislazzuli
color scarlatto,
illumina a festa la stanza
abitata da ombre stinte.
Che goduria!
Il colore macchia il cuore stregato,
il calore fascia il corpo nudo,
io sola con uno dei miei elementi.
Ora sento in lontananza
una tela bianca che urla,
vuole essere inondata
da questo turbinio di passione.
Inizio l'opera,
lascio spento tutto il resto.
Ora dipingo,volo e godo,
poi tornerò sulla terra.

Animale selvatico.
Insidiosa e traditrice gabbia,
rigurgitante bruma densa,
annuvoli luce arcobaleno,
seguitando a stritolare le membra secche,
neanche lo spirito azzurro
riesce ad oltrepassare barriere vincolanti.
Mentre l'udito sordo mi circonda,
sento solo lo stridere delle unghie
sulle sbarre maledette.
Rabbia veemente echeggia nel petto che tuona,
il cuore come un tamburo impazzito,
il battito cadenzato ma distorto,
strepita flagellando equilibri
costruiti in celle silenziose di accettazione.
Rido e piango,schernisco le ombre,
le paure,i sogni,i ricordi,me stessa,
fluttuano nella gabbia contorti impulsi,
rotola il vero caos,
sono come un animale selvatico imprigionato.
Affondo le unghie nelle aste taglienti,
sangue putrido scorre inarrestabile,
suggo l'alimento maleodorante
per alimentare la carcassa viva.
Unica salvezza per sgattaiolare da questa galera
rendere la carne a brandelli,
diventare cenere,
così che un soffio benevolo,
sparga la mia essenza di animale selvatico
lontano da tutto e da tutti.
Libera per sempre.

Sento tanto freddo
Una luna fredda,compare nella notte amata,
impietriscono nel corpo organi malmenati,
si disidrata la pelle ai gelidi aliti.
Non c'è calore nelle parole non dette,
l'essenza azzurra si è stinta,
albeggiano solo cristalli di colore sbiaditi.

Sprofondano nel lago ghiacciato degli occhi
stolte convinzioni,
le crepature raffermano l'aria pesante.
Tornerà il sole a scaldare anime apatiche?
Sputi di grandine scalfiscono sprazzi arcobaleno,
lacrime cristallizzate percorrono viso sfatto.

Gli stravizi di voci intime
hanno scongelato ghiacciai remoti.
Rincasare alla realtà è una magra scusa
per dimenticare giornate di sole,
le parole recise,non corrompono maschere glaciali,
non tradiscono smorfie di originale inganno.

Tutto è stranamente storpiato nell'indifferenza,
megera delle verità celate.
Seguo le tracce di schegge di ghiaccio,
le crepe profonde accolgono cuore infranto,
mutato per un bisogno
di equilibrio e irreale stabilità.

I nervi straziati suonano una livida musica,
non sento altro che urla mute dell'assenza.
Afferro solo il tiepido calore
che avvolge il corpo sventrato
da incessanti scosse gelate.
L'aria polare circonda il sole.

Sento tanto freddo,impossibile
riscaldare massiccia lastra di ghiaccio.

Rigurgito
Ti cerco e non ti trovo,
qua sola in mezzo a tanta gente
mi abbandono all'assenza.
Posso venire nei tuoi sogni,
lì ti sento,ascolto le tue risa,
le tue parole,i tuoi silenzi,
origlio,accolgo ed empio
l'anima azzurra.
Desidero arrivare a te,
attraversare il cielo,il mare
senza barriere,senza paure,senza rimorsi,
eppure sono qua,semplicemente nell'immobilità
di catene dorate.
Potrei raggiungerti aprendo quella porta,
oppure urlando,ma non sono provvista
di quel sano egoismo
che forse sanerebbe lo spirito
ma spoglierebbe l'arcobaleno dai suoi colori.
Non sono capace di vivere senza ombre,
porgimi la chiave che racchiude
il segreto del viver quieto,
la menzogna non è affar mio,
ma il dolore è il pretesto
per continuare a respirare.
Posso imprimere la mia orma nella pergamena della vita,
potrò essere non condivisa,non compresa,
ma è solco sanguinante della mia natura.
Sono un'anonima in un mondo
di esseri tutti uguali,
pronti a sollevare lo scettro
del giudizio assoluto,
allora m'inchino ancora una volta
al vostro cospetto,
dalla bocca di bimba adulta affamata
un rigurgito scaglio ai vostri piedi,
il mio sentito perdono
per non essere come voi mi vorreste.


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